Viaggio alle isole delle meraviglie con stop over a Singapore

In Indonesia tra città del futuro, draghi, natura esotica e templi
Scritto da: frasca giuseppe
viaggio alle isole delle meraviglie con stop over a singapore
Partenza il: 26/05/2018
Ritorno il: 07/06/2018
Viaggiatori: 6
Spesa: 3000 €
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Un viaggio, questo in Indonesia, alquanto sofferto nell’organizzazione, considerati i dieci scali aerei da effettuare in tredici giorni e le molte ore di volo e di attesa per le coincidenze. Decidiamo, pertanto, di spezzare il viaggio con uno stop over di tre giorni a Singapore.

Partiamo in sei da Siracusa, per l’aeroporto di Catania, nel pomeriggio del 26 maggio 2018. Ci imbarchiamo prima per Istanbul e, quivi giunti, per Singapore dove arriviamo dopo circa 14 ore di volo complessive. I servizi offerti dalla Turkish airlines, con la quale effettuiamo il viaggio di andata e di ritorno, sono veramente eccellenti: personale cortese, cibo quasi buono, aerei puliti e puntuali, accettabile lo spazio per le gambe. Decidiamo di utilizzare i taxi per andare alla scoperta di Singapore, sia per velocizzare gli spostamenti, sia perché, essendo in sei, ripartendo la spesa, la differenza di costo rispetto ai mezzi pubblici è irrisoria. All’aeroporto di Singapore prendiamo un taxi a sei posti il quale, con 50 $ locali (circa € 31), ci porta all’Hotel Ibis on Bencoolen, da noi prenotato dall’Italia. La scelta dell’Hotel si rivela felice in quanto centrale, pulito, attrezzato di tutto ciò che può servire ad un viaggiatore ed offre una colazione a buffet di tipo internazionale. Unico neo la mancanza della piscina ma, dato il poco tempo a disposizione, non ce ne facciamo un cruccio. La sera, ancora intontiti dal viaggio, facciamo un piccolo blitz nella zona circostante l’albergo e ci rendiamo conto di trovarci nella little India la cui visita approfondita l’iniziamo, di buon’ora, la mattina successiva sotto una leggera pioggerellina (che sarà l’unica per l’intero viaggio).

È lunedì ed i negozi sono chiusi per la gioia di noi uomini ed il dispiacere delle donne. Notiamo subito le case basse del quartiere, colorate di giallo, celeste e verde. La prima visita la dedichiamo al tempio induista di Sri Srinatvase Perumal ove viene venerata la dea Kalì. E’ in corso una cerimonia religiosa ed anche a noi viene unta la fronte dal sacerdote che officia. Il Garupan (la torre) del tempio mostra, con colori vivaci, le diverse incarnazioni di Visnù. Una veloce visita la dedichiamo alla moschea Sultan dalla pregevole cupola dorata. Da subito ci rendiamo conto del perché Singapore è definita il “Regno della Grande Armonia”. Tre etnie, la malese, la cinese (la più numerosa) e la indiana convivono pacificamente conservando ognuna la propria identità culturale e religiosa. L’elemento unificatore delle tre etnie è la ferrea disciplina imposta dal Governo della città-Stato. Disciplina che fa di Singapore una delle città più sicure, più pulite ed ordinate del mondo. Dalla moschea Sultan prendiamo due taxi i quali, per 10 $ ciascuno, ci portano al tempio del Dente del Buddha al centro di Chinatown. Nel tempio viene venerato un dente dell’Illuminato. E’ in corso una strana cerimonia di purificazione: i fedeli versano, con un mestolo, acqua calda su una statuetta di un bambino in ricordo di quando il piccolo Siddartha fu lavato con le acque di 9 draghi. Restiamo stupiti dalla maestosità ed eleganza del tempio, dalle statue del Buddha ricoperte d’oro così come pure dai bassorilievi d’oro che ricoprono l’interno del tempio. Dopo la visita pranziamo all’aperto in uno dei numerosi ristorantini disseminati lungo le strade. Per 10 $ mangiamo noodles, gamberi ed anelli di calamari insaporiti con cipolle.

Dopo un breve riposino in albergo, con due taxi, sempre per 10 $ ciascuno, ci facciamo portare a Marina bay Sands dove si ergono tre grattacieli, denominati le Torri, la cui cima è sormontata da una struttura a forma di tavola da surf. I tre grattacieli, posizionati di fronte alla Marina Bay, ospitano, al loro interno, ristoranti, bar, banche, luccicanti shopping center, sale da gioco. Tutto ciò che può deliziare la moltitudine di turisti ed uomini di affari che qui convergono da tutte le parti del mondo. Usciamo dalla torre n.3 e, scendendo, a sinistra, alcuni gradini, compriamo, per 20 $, i biglietti per accedere a quella che ho definito la tavola da surf. Dalla piattaforma, al 55° piano, oltre ad ammirare tutta Singapore, diamo uno sguardo al famoso albergo con piscina a sfioro dalla quale i clienti si affacciano sulla città. L’accesso al parco antistante le torri, al quale ci avviamo tramite un passaggio aereo che si snoda dal 33° piano fra la 1° e la 2° Torre, è gratuito. Nel parco, oltre a due serre, si possono ammirare i supertree, ovverosia 18 alberi fotovoltaici, costruiti in acciaio e calcestruzzo, i quali accumulano energia elettrica sufficiente ad accendere migliaia di luci colorate. Alle ore 20, iniziano straordinari giochi di luci e musica ai quali assistiamo stupiti ed ammirati. Finito lo spettacolo ci affrettiamo per assistere ai giochi di luce, acqua e suoni, che si tengono nella baia antistante la Torre n.3. La mattina successiva ci facciamo portare da due taxi davanti al Parlamento da dove è possibile arrivare al quartiere che si estende lungo il fiume Singapore. Risaliamo il fiume ammirando i superbi grattacieli diversi l’uno dall’altro ma armonici nell’insieme. Superiamo Orchaird Road, paradiso degli amanti dello shopping, dopo avere ammirato il quartiere coloniale. Concludiamo la serata con lo spettacolo dei supertree visti da una posizione più lontana. Ceniamo, sempre per 10 $, in uno dei tanti ristoranti presenti al piano B della Torre n.3.

Il giorno successivo, mercoledì 30 maggio, lo impegniamo, fino alle ore 15, per raggiungere Yogyakarta, al centro dell’isola di Giava, con due voli della Garuda, per via di uno scalo a Jakarta. Il resto della giornata la passiamo nella piscina dell’Hotel Jogjakarta Plaza. Cerchiamo di recuperare le forze in vista della levataccia che ci attende il giorno successivo, prevista per le ore 2,30, per ammirare il sorgere del sole dal Borobudur, il tempio più famoso dell’Indonesia. Purtroppo il giorno dopo il cielo è coperto da nuvole e il sole si decide ad uscire solo verso le dieci del mattino. Comunque, sin da lontano, Borobudur ci appare in tutto il suo splendore. Una maestosa piramide a scaloni, simile ad una montagna, alta 35 mt. La base è un quadrato di 123 mt per lato con un ingresso per ciascuno dei lati. Una scalinata per lato porta in cima ad un punto centrale (uno stupa vuoto). Le pareti del tempio sono ricoperte da 2672 bassorilievi e 504 statue che narrano la vita del Buddha. La costruzione del Borobudur, dichiarato Patrimonio dell’Umanità, venne realizzata fra l’ VIII ed il IX sec. d.C.. Di sicuro il Borobudur non era un tempio in quanto manca la camera dove praticare le cerimonie. Secondo alcuni l’edificio rappresenterebbe l’universo ed i gradoni il cammino verso la purificazione. In seguito visitiamo i templi buddisti di Pawon e di Mendut situati, come il successivo tempio induista Prambanan, in linea retta con il Borobudur. Concludiamo la mattinata con in il Sultan Palace che è l’attuale sede del sultano e della sua famiglia. La sorveglianza del palazzo è affidata ad uno stuolo di guardie armate di pugnale allocato sulla schiena. All’interno del palazzo c’è un museo che espone oggetti usati dalla famiglia del sultano. L’architettura del palazzo, costruito nel VXIII secolo, è tipicamente giavanese. Il vicino castello dell’acqua si suppone sia stata la piscina della famiglia del sultano.

Nel pomeriggio visitiamo il Prambanan. Questo complesso di templi, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, rappresenta la massima espressione dell’induismo. In origine il complesso constava di 232 templi la quasi totalità dei quali distrutti da un terremoto nel 1600. I più importanti di quelli restaurati sono dedicati a Shiva, Brahma e Visnù. Quello che più mi è piaciuto è il tempio dedicato a Shiva, alto 47 mt.

La mattina successiva volo per Denpasar dove arriviamo alle 10,50 con successivo trasferimento all’hotel Puri Saron Seminyak situato sulla spiaggia di Kuta. La città e la spiaggia sono caotiche e affollatissime. Il mare, sempre agitato, è il paradiso dei surfisti. Malgrado ciò una moltitudine di persone – soprattutto coppie in viaggio di nozze – affollano la spiaggia limitandosi a prendere il sole. Un posto da turisti, preferiamo la piscina dell’albergo.

La mattina successiva, con un ATR della Garuda, arriviamo all’aeroporto di Labuan Bajo sull’isola di Flores. Immediato trasferimento al porto ed imbarco per una escursione di due giorni al parco di Komodo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Dopo circa tre di navigazione, tra isole che sembrano la schiena di un drago, arriviamo all’isola di Rinca, che fa parte delle piccole isole della Sonda. Rinca è famosa per la presenza dei draghi di Komodo, lucertole gigantesche, della famiglia dei varani, in grado di raggiungere i tre mt. di lunghezza ed i 100 Kg di peso. Sulla lingua di questi lucertoloni ci sono 52 batteri velenosi. Non esiste controveleno. Un morso, anche superficiale, conduce ad una morte lenta e certa. Si nutrono di cervi, maiali selvatici, scimmie e bufali che vivono sull’isola. Nella fase di attacco possono raggiungere i 20 Km/h. I rangers che ci accompagnano, durante il nostro trekking di due ore nella savana, ci dicono che i varani si nutrono esclusivamente con la caccia. In effetti tutti i lucertoloni che vedremo sull’isola sono acquattati nelle vicinanze della baracche dove alloggiano i rangers. Quindi ci viene il dubbio che qualcosa da mangiare ai varani la diano anche i rangers raggiungendo due risultati: lavorano di meno ed i turisti, soddisfatti di avere visto un così grande numero di rettili, allungano mance più sostanziose.

Il successivo giro dell’isola, si conclude senza alcun avvistamento di varani. Riprendiamo il mare e ci fermiamo al largo dell’isola di Kalong per passare la notte. Alle 18 in punto, dalle mangrovie dell’isola si levano in volo decine di migliaia di volpi volanti – della famiglia dei pipistrelli, che raggiungono anche un metro di altezza – diretti alle isole vicine dove si nutriranno di frutta. Lo spettacolo è magnifico. Alle 8 del mattino dopo riprendiamo la navigazione diretti a Komodo dove arriviamo dopo circa 4 ore. Di varani in giro non se ne vedono. Effettuiamo un giro di due ore e, vicino ad una pozza d’acqua, si materializzano rettili di oltre 3 mt. I rangers ci spiegano che, quando i varani hanno fame (e ciò capita una volta la settimana), si nascondono nell’erba fino a quando capita a tiro la zampa di qualche animale intento ad abbeverarsi. A questo punto assestano un morso ed attendono pazientemente che l’animale muoia avvelenato per poi mangiarlo. Dopo le foto di rito con i varani, protetti dai rangers muniti di bastoni biforcuti, effettuiamo una passeggiata di due ore e ci reimbarchiamo per raggiungere la Pink Beach, la spiaggia rosa dell’isola di Komodo. Sulla spiaggia notiamo che ci sono delle orme di varano. Facciamo snorkeling fra una moltitudine di pesci coloratissimi della vicina barriera corallina. Dopo un’altra fermata per lo snorkeling arriviamo, che è ormai sera, a Labuan Bayo dove passiamo la notte al Jayakarta Hotel.

L’indomani, lunedì 4 giugno, trasferimento in aeroporto per il volo che ci porterà a Denpasar, capitale dell’isola di Bali, dove arriviamo alle 8,55. All’aeroporto troviamo ad attenderci la nostra guida Nengah. Scopriamo che di professione fa il contadino e, quando capita, la guida. Non è mai stato in Italia ma parla un italiano perfetto; per giunta ha una cultura ed una competenza elevatissima. Partiamo subito diretti ad Ubud. Lungo il percorso ci fermiamo ad ammirare la cascata di Munduk. Per raggiungerla bisogna scendere (e, poi… risalire) un sentiero lungo un paio di Km passando attraverso una verdissima vegetazione. Il getto d’acqua della cascata è poderoso, tale da scoraggiare la possibilità di fare un bagno.

Riprendiamo il viaggio e ci fermiamo per ammirare, dall’alto, i laghi gemelli di Buyan e Tamblingan. La vista è gradevole in quanto si vedono i due laghi, le foreste ed i villaggi sulle due rive. Concludiamo la giornata con la visita al tempio di Ulun Dani che sorge su una penisola sulla riva del lago Bratan. Il tempio, risalente al XVIII secolo d.C., è composto da più edifici per metà induisti e per metà buddisti. E’ dedicato alla dea Devi Danu, la dea delle acque alla quale i contadini chiedono abbondanza d’acqua. Il luogo è molto suggestivo per le pagode di altezza differente, per il curatissimo giardino in cui è immerso, per la spiritualità che emana. Pernottiamo nel magnifico hotel Bali Spirit, immerso nella giungla.

L’ultima mattina di permanenza in Indonesia la passiamo recandoci prima al villaggio Batubulan per assistere alla danza Barong – che rappresenta l’eterna lotta fra il bene ed il male – e, poi, ad un quartiere di abitazioni tradizionali e ad una comunità di pittori di Ubud.

Nel pomeriggio, dopo una lunga e stancante camminata fra risaie degradanti a valle, visitiamo il tempio di Goa Gajak, noto anche come “Caverna dell’Elefante” del IX secolo d.C.. Il demone raffigurato all’ingresso del tempio rappresenta, probabilmente, la strega Rangda. Lo stile del sito presenta elementi induisti e buddisti. Il vicino tempio Gunung Kawi è un complesso funerario dell’ XI secolo. E’ costituito da 10 santuari, scavati nella roccia, sovrastante il fiume Pekerisan. La loro costruzione aveva la funzione di offrire una dimora alle anime dei re. Il luogo sarebbe molto rilassante se non ci fosse il cruccio per la risalita da effettuare.

Il giorno successivo volo per Istanbul via Kuala Lumpur. Ad Istanbul arriviamo alle ore 5,15 e ci tocca aspettare in aeroporto la partenza per Catania fissata per le ore 16,40. Avendo letto, su “Turisti per caso”, di alcuni servizi messi a disposizione dei clienti della Turkish Airlines che si fermano in aeroporto per più di 10 ore, ci mettiamo alla ricerca dell’ufficio preposto. Dopo molteplici richieste ci viene data la dritta giusta. All’uscita, subito dopo il controllo dei passaporti, prendere a destra e, quindi, dopo circa 50 mt. c’è il desk della compagnia aerea. I servizi che ci vengono proposti sono quattro: soggiorno in hotel con navetta A/R, un tour di Istanbul di 3 , oppure di 6 o di 8 ore. Scegliamo il tour di Istanbul dalle ore 9 alle ore 15. Puntuali ci imbarchiamo, alle ore 9, su un pullman con guida in inglese. I bagagli a mano li portiamo sul pullman. Prima fermata in un bar dove ci viene offerta una sontuosa colazione. Successiva visita dell’ippodromo con gli obelischi, della Moschea blu e dei giardini del Topkapi. Pranzo nell’elegante ristorante del Topkapi con vista sul Bosforo. Tutto gratis. Rientro giusto in tempo per l’aereo per Catania. Arriviamo a Siracusa 40 ore dopo la partenza dall’Hotel Bali Spirit.

Una faticaccia ma… ne valeva la pena!

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Singapore di notte

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Volpe volante

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Volpi volanti

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Komodo: i draghi

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Rinca, varani

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Prambanan

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Prambanan

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Borobudur

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Cascata di Munduk

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Borobudur

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Singapore. Tempio del Dente del Buddha

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Singapore. Tempio del Dente del Buddha

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Batubulan

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