Viaggio alla scoperta della Sicilia
2° giorno Dopo la prima colazione a base di un’ottima granita alla mandorla e brioche al caratteristico “Bam Bar”, il migliore della città, partiamo per la spiaggia. Destinazione finale Letojanni con la sua spiaggia ciottolata, molto carina e ampia e meno affollata di quelle di Taormina. Il pomeriggio, invece, andiamo nell’imperdibile e affollatissima Isola Bella. Isola Bella è un suggestivo isolotto e oasi naturale del WWF. Incastonata tra il mare e la terra ferma è collegata a quest’ultima da una sottile striscia di sabbia bianca. Per una vista unica su Isola Bella e la costa ionica si può andare al Belvedere di Taormina. La sera raggiungiamo Castelmola, piccolo borgo medievale posto su uno sperone a 530 metri a strapiombo sulla valle con una bella vista panoramica su Taormina. Castelmola è nota anche per il “Bar Turrisi” la cui particolarità stà nel fatto che ogni cosa nel locale è a forma di fallo. Tornati a Taormina ci concediamo una cena a base di pesce nella romantica cornice del Lido di Mazzarò, su una terrazza direttamente sul mare. Attenzione però ai prezzi. Spesso bibite e coperti hanno prezzi esorbitanti.
3° giorno Lasciata Taormina raggiungiamo Acireale, nostra tappa successiva insieme ad Aci Trezza e Aci Castello. Qui alloggiamo a “Palazzo Pennisi”, delizioso B&B situato in un antico Palazzo in pieno centro. Molto carina la passeggiata per il centro di Acireale col suo Duomo fino ad arrivare al Belvedere con splendida vista sulla costa. Immediatamente sotto Acireale si trova la Baia di Santa Tecla, caratterizzata dalla roccia lavica nera proveniente dalle passate eruzioni del vicino Etna. Anche ad Acireale naturalmente è d’obbligo la sosta in una delle tante pasticcerie dove gustare cannoli, cassatine, dolcetti alle mandorle, granite e marzapane.
A pochi km da Acireale c’è Aci Trezza, nota ai più per il celebre libro “I Malavoglia” di Verga. Aci Trezza è un antico borgo di pescatori con un bel lungomare con lo sfondo dei Faraglioni dei Ciclopi che, secondo la leggenda, sono i massi lanciati da Polifemo contro la nave di Ulisse che fuggiva dopo averlo accecato. A 2 km da Aci Trezza c’è Aci Castello, una cittadina marinara molto carina famosa per il suo Castello normanno. Il Castello Normanno costruito interamente in pietra lavica nera dell’XI secolo, è posto su una roccia che sorge dal mare e domina la cittadina. Molto carino anche il lungomare con bella vista sulla costa. Al contrario la spiaggia, formata da neri scogli lavici, non è proprio il massimo. Sia ad Acireale che ad Aci Castello ci meraviglia la guida, come dire, sportiva dei siciliani, rigorosamente senza casco, senza cinture e senza rispetto dei diritti di precedenza con conseguente pericolo ad ogni incrocio nel quale transitiamo.
4° giorno La giornata di oggi prevede un lungo spostamento logistico dalla costa ionica a quella tirrenica. Ammiriamo così prima il brullo interno della Sicilia e poi la verde costa intorno a Palermo, fino ad arrivare all’area archeologica di Segesta e infine ad Erice. L’area archeologica di Segesta è molto bella e ben tenuta. Il monumento più significativo è lo splendido dorico Tempio Greco, uno dei più importanti esempi di stile dorico a noi pervenuti. Il Tempio, ottimamente conservato, è posto su un basamento a tre gradini con le colonne che sorreggono architrave, fregio e due frontoni. L’ingresso, anche qui come per il Teatro Greco di Taormina, è di 6 €. Terminata la visita, sosta nel ristoro adiacente l’area archeologica e di nuovo in marcia verso la vicina Erice. Erice, posta a 750 metri, si raggiunge con una strada piena di tornanti e man mano che si sale si resta affascinati dal panorama sulla sottostante Trapani e le Isole Egadi. La cittadina è ancora intatta nel suo impianto urbanistico originale ed è davvero molto ben tenuta. Circondata da mura fenicie ha il suo fulcro nella Chiesa Madre con la sua poderosa torre campanaria assestante rispetto alla chiesa. Impedibile una passeggiata lungo le deliziose stradine tutte lastricate a riquadri con le belle case in pietra e i tantissimi negozietti. Molto bello il Giardino del Balio e il Castello di Venere con un tramonto da cartolina. Fiore all’occhiello di Erice sono le pasticcerie. La più famosa è la Pasticceria Maria Grammatico, in via Vittorio Emanuele. La pasticceria è nota per i tipici dolci ericini a base di pasta di mandorle, le deliziose palline all’arancia, al caffè e al cacao, il marzapane e le genovesi. E noi non ci facciamo pregare per qualche assaggio. Ad Erice soggiorniamo nel B&B “Il Carmine” gestito dal gentilissimo e simpatico Maurizio. Qui siamo in mezza pensione e gustiamo un’ottima cena tipica siciliana con tanto di caponata e pasta al pesto trapanese. 5° giorno La voglia di mare si fa sentire e così lasciata Erice partiamo alla volta di San Vito Lo Capo. San Vito è un bel paese situato in un’ampia baia pianeggiante ai piedi del Monte Monaco. La sua spiaggia è tra le più belle e frequentate della costa tirrenica siciliana e affaccia su un mare limpido e di tutte le sfumature. Pur essendo molto turistico non è sfruttato selvaggiamente. Le sue casette basse e gli alberghi sono ben inseriti nell’ambiente circostante mimetizzandosi con i loro intonaci bianchi tra la vegetazione mediterranea. Qui alloggiamo nel B&B “La Ginestra”, situato in una caratteristica villetta in stile mediterraneo, appena ristrutturata e molto bel tenuta. Cogliamo l’occasione per salutare il signor Giuseppe e sua moglie, i gentilissimi proprietari, che con la loro cordialità e professionalità hanno reso ancora più piacevole il nostro soggiorno a San Vito Lo Capo. Il richiamo del mare è forte e così dopo aver sistemato i bagagli eccoci pronti per la spiaggia. La bella e ampia spiaggia di San Vito ha sabbia bianca e fine e affaccia su un mare trasparente col promontorio e l’altissimo faro sullo sfondo. Molti tratti della spiaggia sono liberi e il mare forma delle piscine naturali con l’acqua bassa dove noi, neanche a dirlo, abbiamo piacevolmente trascorso la maggior parte delle ore successive. La sera, invece, altra meta d’obbligo è una passeggiata lungo via Savoia, l’animata via principale, luogo di ritrovo degli abitanti del posto e dei turisti con i suoi ristoranti, i negozi di souvenir e i tanti bar, gelaterie e locali. Per la cena si può scegliere uno dei tanti ristorantini presenti nella centrale Via Savoia, nella parallela Via Duca degli Abruzzi o sul Lungomare. La specialità culinaria di San Vito è il cous cous di pesce. Mentre dopo cena non può mancare il tipico Caldofreddo, una coppa gelato molto speciale della quale non vi svelo il contenuto per non rovinarvi la sorpresa. Da provare. Per quanto riguarda i parcheggi, invece, consigliamo quello libero e abbastanza grande, vicino al porto. 6° giorno Dopo l’ottima colazione sulla terrazza vista mare del B&B “La Ginestra” facciamo una breve sosta sulla deliziosa spiaggia di Macari e poi ci dirigiamo verso la “Riserva dello Zingaro”. La Riserva Naturale dello Zingaro, la prima istituita in Sicilia nel 1981, si estende lungo 7 km di costa tra San Vito e Scopello ed è famosa per le belle calette dalle acque limpide, per le irte scogliere a picco sul mare e per la ricca vegetazione. L’ingresso costa 3 € e si gira esclusivamente a piedi. Lasciata la macchina nell’apposito parcheggio, in circa 15 minuti, arriviamo nella prima caletta che si incontra. Cala Tonnarella dell’Uzzo, è una piccola caletta sassosa, situata ai piedi dell’ex Tonnara dell’Uzzo e affacciata su un mare incantevole. Purtroppo però il nostro bagno qui è stato rovinato dalla massiccia presenza di residui di combustione dei motori della quale dobbiamo rigraziare i soliti “amanti del mare”. A volte, infatti, capita che i proprietari dei diversi motoscafi che gravitavano intorno alla caletta, oltre ad essere ben lungi dal rispettare le distanze legali dalla costa, scambino il mare per una vera e propria discarica a cielo aperto. Come souvenir della giornata quindi ci siamo ritrovati due bei costumi sporchi di cherosene in area protetta. Lasciamo la Riserva amareggiati e ci dirigiamo verso la Tonnara di Scopello distante circa 35 km da San Vito. La Tonnara di Scopello, famosa per gli adiacenti, alti e suggestivi Faraglioni, è stata il set cinematografico di numerosi film e affaccia su un mare cristallino e di tutte le sfumature del blu. Lasciata la macchina nel vicino parcheggio a pagamento scendiamo alla Tonnara. L’unica nota negativa è rappresentata dal fatto che non c’è spiaggia ma solo le piattaforme del vecchio molo, che tra l’altro sono affollatissime, e quindi, dopo una piacevole sosta, siamo tornati verso San Vito. La cucina siciliana si sa è molto rinomata. A volte anche per la sua semplicità. Lungo la strada verso San Vito, a poca distanza dalla Tonnara, c’è un minimarket che vende un po’ di tutto e un piccolo ristorantino con personale molto gentile dove si possono gustare prodotti tipici siciliani a prezzi onesti. Una specialità della zona di Scopello è il prelibato “pane cunzato”, un panino casereccio da consumare caldo con pomodoro, formaggio e acciughe condite con olio d’oliva e origano.
Tornati a San Vito ci godiamo un bel tramonto dalla strada panoramica che sovrasta il paese. Peccato per i tanti rifiuti che qualcuno ha “dimenticato” lungo il ciglio della strada e per un “diligente” autista che ad uno stop in paese interpreta male il famoso segnale ottagonale tagliando dritto e mancandoci per un soffio. La sera come di consueto passeggiata lungo Via Savoia e il vicino Lungomare, sosta nella bella e particolare Chiesa di San Vito inglobata in una fortezza saracena e fermata d’obbligo nell’affollatissima “Pasticceria Peralta”, nella traversa di fronte alla Chiesa, per un’abbuffata di cannoli, cassatine e dolcetti alle mandorle. Bellissimi i dolci di marzapane a forma di frutta, talmente perfetti da sembrare veri. 7° giorno Dopo colazione, partendo da San Vito Lo Capo e passando per Castellammare del Golfo, apprezzando il colpo d’occhio dall’alto sul porto e sul bellissimo golfo, costeggiamo la frastagliata costa a picco sul mare e arriviamo a Palermo. Poco prima di arrivare a Palermo, l’uscita autostradale di Capaci e un’alta stele ci riportano indietro di 14 anni alla barbara strage del 23 maggio 1992 che vide la morte del giudice antimafia Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca e dei tre agenti della scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. Ci piace ricordare Falcone e i suoi uomini con una frase che lui soleva ripetere spesso: “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”. A Palermo alloggiamo in centro, vicino Via Maqueda, la via dello shopping palermitano. Palermo, con i suoi 650.000 abitanti, ha una bellezza particolare. I tanti bellissimi monumenti si mescolano ai palazzi decadenti in un mix senza eguali. Qui le auto sfrecciano seguendo un proprio codice della strada e la precedenza, ancora più che nel resto della Sicilia, è di chi se la prende. Inutile dire che le conseguenze sono un vero e proprio caos e i rischi d’incidente sempre dietro l’angolo. Lasciata la macchina in un parcheggio iniziamo il nostro tour nella città. I rifiuti sono lasciati un pò ovunque ma di contro nell’aria si diffonde il tipico delizioso odore proveniente dalle tante friggitorie. Pranzo a base delle tipiche pane e panelle e si riparte. Dal Teatro Massimo, che è davvero bello e scenografico, arriviamo ai Quattro Canti e da qui proseguiamo per la bella Fontana Pretoria con le sue statue allegoriche e il Palazzo delle Aquile, il nome del municipio di Palermo. Subito dietro ci sono l’austera Chiesa della Martorana e la Chiesa di San Cataldo con le sue cupole rosse che avrebbero bisogno di un bel restauro. Percorrendo la lunga via Vittorio Emanuele si raggiunge la maestosa e bellissima Cattedrale e da qui, proseguendo per la stessa via, si raggiunge il Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale. All’interno del Palazzo dei Normanni c’è la spettacolare Cappella Palatina, gioiello dell’architettura arabo – bizantina col suo soffitto istoriato simile ad un alveare e i suoi cicli di mosaici su fondo d’oro. Vicinissima al Palazzo dei Normanni c’è la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti in stile arabo sormontata da cinque cupole rosse, il campanile anch’esso a cupola e il bellissimo chiostro benedettino, ora in restauro. Al tramonto, in macchina, raggiungiamo la vicina Bagheria sul cui territorio si concentrano alcune tra le ville più belle del palermitano. La sera, invece, dopo cena, facciamo una passeggiata in centro prima che la stanchezza prenda il sopravvento. 8° giorno Dopo colazione saliamo in macchina direzione Mondello, la spiaggia di Palermo. Attraversiamo il centro in un traffico caotico e transitiamo davanti all’esteso Orto Botanico e al Foro Italico, la bella passeggiata sul mare di Palermo. Arrivati a Mondello puntiamo dritti la spiaggia e la mattinata scorre tra un bagno nelle limpide acque della località e un po’ di relax sulla spiaggia. Lasciata Mondello ci fermiamo a pranzo in una friggitoria sulla particolare spiaggia della vicina Sferracavallo. Il pomeriggio invece cambiamo volto dedicandoci alla cultura. Tornati a Palermo, attraverso il trafficatissimo Corso Calatafimi, raggiungiamo in pochi km Monreale. Monreale è una splendida e ordinata cittadina situata in posizione dominante sulla Conca d’Oro e il Golfo di Palermo. Monreale però deve la sua celebrità soprattutto al meraviglioso Duomo, capolavoro dell’arte siciliana, famoso in tutto il mondo e secondo solo a quello di Istanbul per i suoi spettacolari mosaici a fondo dorato che culminano nell’abside dove splende la figura del Cristo Pantocratore (Onnipotente). Incantevole il Chiostro benedettino con un porticato di colonnine di marmo, capitelli e intarsi a mosaico uno diverso dall’altro con al centro un cortile ben curato. Dietro il Chiostro c’è il giardino pubblico dal quale si gode una meravigliosa vista su Palermo e i suoi dintorni. Scendendo a Palermo andiamo in via D’Amelio, tristemente nota per la strage in cui il 19 luglio 1992 morirono il giudice antimafia Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cusina e Claudio Traina. Noi rendiamo loro omaggio con le parole testamento di Borsellino nella sua ultima intervista. “Credo profondamente nel lavoro che faccio e tutti noi abbiamo il dovere morale di continuare a farlo senza lasciarci condizionare dalla certezza che tutto questo può costarci molto caro”.
Da Palermo ci spostiamo in direzione Sferracavallo per la cena a base di pesce fresco che gustiamo nell’ottima “Trattoria Le tre Lampare”. Il menù fisso prevede sette antipasti, due primi, tre secondi, frutta, gelato per un totale di 22 € a testa. Acqua, vino e coperto compresi. Se si ama il pesce buono è una tappa obbligata. Inoltre il personale è molto cortese.
9° giorno Lasciamo Palermo dopo una breve sosta nel variopinto e chiassoso Mercato del Capo, uno dei più famosi insieme a quello della Vucciria e di Ballarò. La nostra prossima tappa è Cefalù, bella e nota località balneare. Il nostro albergo è nel vivace e ben tenuto centro storico con le sue intricate stradine lastricate sulle quali affacciano tantissimi negozietti. Dopo pranzo ci godiamo un buonissimo gelato passeggiando per il centro storico fino a raggiungere la piccola Piazza Duomo con la bellissima Cattedrale normanna al cui interno ammiriamo gli splendidi mosaici bizantini e il Cristo Pantocratore. Da qui ci spostiamo sul Lungomare con vista sul centro storico situato su uno sperone roccioso. Un bagno rinfrescante e un po’ di relax sulla frequentatissima spiaggia è quello che ci vuole. La sera scegliamo per cena l’ottimo ristorante “Lo Scoglio Ubriaco” dove gustiamo pasta alla norma, pesce fresco e il delizioso dessert a base di mandorle. Il ristorante ha una romantica terrazza che affaccia direttamente sul mare con un tramonto da cartolina. A pochi metri dal ristornate c’è le bella e appena ristrutturata Piazza Marina col suo belvedere a picco sul mare e gli scogli. Per una visione dall’alto della città, invece, si può andare sulla Rocca, un grande promontorio che sovrasta l’abitato con vista su Cefalù e il suo mare.
10° giorno Il nostro viaggio in Sicilia stà per volgere al termine. Lungo la strada da Cefalù verso Messina e il traghetto che ci riporterà nel Continente facciamo sosta prima a Santo Stefano di Camastra, poi a Gioiosa Marea e infine a Tindari. A Santo Stefano di Camastra, piccolo e ordinato borgo famoso per la sua produzione di ceramiche ci fermiamo ad acquistare i souvenir nelle tante botteghe della ceramica dove si può trovare un grande assortimento a prezzi migliori rispetto agli altri posti. Dopo pranzo passeggiata nel suo piccolo parco vista mare e partenza per Gioiosa Marea. A Gioiosa Marea, deliziosa località di villeggiatura, non si può fare a meno di notare la bella spiaggia su un mare cristallino e vista all’orizzonte delle Isole Eolie. Molto bella anche la vicinissima, caratteristica e turistica Baia di Capo Calavà. Da qui raggiungiamo Tindari, nota per il bel Santuario della Madonna Nera, veneratissima in Sicilia, per la spettacolare zona sabbiosa che si estende ai piedi del promontorio sul quale si trova il Santuario e per la zona archeologica. Arriviamo quindi a Messina, ci imbarchiamo sul traghetto e volgiamo un ultimo sguardo a questa terra bellissima ma piena di contrasti. Arrivederci Sicilia !!! P.S. Se avete bisogno di info contattateci pure al nostro indirizzo e mail e buone vacanze a tutti…