Viaggio alla scoperta del Barocco ragusano

Storia, arte, mare e buona cucina tra Noto, Scicli, Marzamemi, Modica e Ragusa
Scritto da: timsah
viaggio alla scoperta del barocco ragusano
Partenza il: 21/07/2012
Ritorno il: 28/07/2012
Viaggiatori: 12
Spesa: 1000 €
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Estate 2012: dove si va in vacanza? Mia moglie e io quest’anno abbiamo un budget limitato e una gran voglia di vedere cose nuove. Decidiamo pertanto, di rimanere in Italia e di seguire le orme del Commissario Montalbano; optiamo per Ragusa e dintorni. Coinvolgiamo altre due coppie di amici, ciascuna con due figli al seguito che insieme ai nostri fanno in tutto 6 e scegliamo la settimana dal 21 al 28 luglio. Su internet, per noi, prenotiamo al b&b; Scicli, che però, ha solo un appartamento per 4 mentre per i nostri amici troviamo posto a Modica, presso il b&b; Isula Relax.

pRIMO GIORNO: CALABRIA/SICILIA

Il 21 luglio partiamo dalla costa tirrenica cosentina per la Sicilia e una volta attraversato lo stretto ci fermiamo prima a Messina per assaporare un bel arancino. Poi a Noto dove mangiamo un panino all’ombra degli alberi della Villa Comunale. Con la scusa di una granita, facciamo un giro per il corso principale, ma essendo l’ora di pranzo, le chiese sono tutte chiuse, Duomo compreso. Decidiamo di ritornare, riprendiamo il viaggio e verso le 18,00 circa siamo al b&b; Scicli. Al nostro arrivo scopriamo che le recensioni lette su Tripadvisor ci hanno indirizzato verso la scelta giusta. Si tratta di una piccola struttura incastonata nella roccia, a cui si accede dopo avere lasciato la macchina in una traversa dietro piazza Italia, percorrendo una scalinata sovrastata da un bell’arco. Ad accoglierci c’è Massimo, il proprietario, il quale ci mostra subito il nostro mini appartamento: è composto da una prima stanza con angolo cottura dove sono sistemati i due lettini per i bambini, da una camera matrimoniale e da un bel bagno con doccia. Nell’aria c’è profumo di pulito e sui letti troviamo alcuni pasticcini di pasta di mandorle e una bottiglia di acqua fresca nel frigo. Non potevamo pretendere di più come benvenuto! La casa è fornita di tutto l’occorrente per trascorrere una vacanza: le stoviglie, le pentole, una allegra tovaglia, gli attrezzi per il barbecue, il sapone per i piatti. Nel bagno ci sono i saponi per la doccia e per le mani. Il cortile interno è arredato con un grande tavolo in ferro battuto con 6 sedie, un barbecue ed una fontanella: l’ideale per trascorrere qualche ora di relax dopo una giornata di mare, magari organizzando una succulenta grigliata per la cena, il tutto circondato da ciotole con bei fiori colorati. C’è anche lo stendino per il bucato. Massimo ci informa che la prima colazione possiamo farla al bar Italia, nell’omonima piazza, ovvero al Millennium, proprio di fronte al municipio di Scicli, dove si arriva in 5 minuti a piedi dal b&b; in direzione via Mormino Penna, la strada principale di Scicli.

È già ora di cena, quindi, raggiungiamo gli amici a Modica. Stanchi del viaggio e affamati, decidiamo di rimanere in zona e di andare all’Osteria delle Cinque Vie senza immaginare che per arrivare bisogna conoscere la strada oppure avere informazioni dettagliate perché si trova in aperta campagna e di notte diventa difficile orientarsi. La cucina è prevalentemente di terra; gli antipasti, abbondanti, comprendono le tipiche focacce dette scacce, arancini e verdure grigliate. Per secondo ci sono trippa e coniglio. Rustico ma niente di eccezionale. Ora il letto ci aspetta per un bel sonno riparatore.

SECONDO GIORNO: MARINA DI MODICA

Per il nostro primo giorno di mare scegliamo il lido Maganù che si trova poco dopo Marina di Modica, sulla strada che porta a Pozzallo: paghiamo € 18,00 a famiglia per un ombrellone, due lettini, un secchiello con ghiaccio e una bottiglia di acqua minerale, due teli mare e wi fii. Il lido è pulito, il personale gentile ed attento, la spiaggia finissima con il mare dal fondale basso. Sotto una tettoia c’è il bar dove si può gustare anche un pranzo veloce con primi piatti dall’aria appetitosa, fresche insalate e panini. Tutto perfetto! Verso le 18.00 poi, inizia l’happy hour: si apparecchia un gran tavolo con gli aperitivi ed al posto delle famiglie arrivano tanti giovani. Per noi è proprio ora di andare, siamo tutti bruciacchiati dal sole e sentiamo il bisogno di una bella doccia.

Non sapendo dove andare per cena, abbiamo chiesto consiglio a tre ragazzi incontrati sulla spiaggia e questi senza esitare, ci hanno indicato il ristorante “Da Beatrice” a Marina di Modica. È un locale non turistico dove di solito vanno gli abitanti del posto, molto semplice con le pareti colorate d’azzurro, i tavoli rustici e la cucina a vista. Mangiamo molto bene: antipasti della casa e pescato del giorno, il tutto innaffiato da un vino bianco niente male. Torniamo al nostro b&b; sazi e soddisfatti con lo “sciauro” del mare in bocca come direbbe il Commissario Montalbano ed il sonno non tarda ad arrivare.

TERZO GIORNO: MODICA

Oggi il tempo è bizzoso: il cielo è prevalentemente coperto anche se ogni tanto il sole fa capolino. Decidiamo di non andare in spiaggia e di visitare Modica. Parcheggiate le macchine alle spalle della chiesa di Santa Maria di Betlemme, ci dirigiamo verso Piazza Municipio, circondata da edifici ottocenteschi e caratterizzata dalla rupe del Castello con la torre dell’orologio. Sulla destra c’è l’ex convento di San Domenico, sede del comune, di cui ammiriamo il chiostro interno. Percorriamo poi, corso Umberto I, costeggiato da antichi palazzi tra i quali spiccano quelli della famiglia Grimaldi e della Cultura ed entriamo a visitare la chiesa di San Pietro. Dopo una puntatina all’Antica Dolceria Bonajuti, nella traversa proprio di fronte alla chiesa, per assaporare il famoso cioccolato modicano, continuiamo a passeggiare su Corso Umberto I e superato il palazzo degli Studi prendiamo una scalinata che ci conduce su corso Garibaldi; ancora un’altra scalinata e di fronte a noi si staglia la mole imponente della Chiesa di San Giorgio. All’interno il parroco sta facendo da guida a un gruppo di turisti e ci invita ad ascoltare le sue spiegazioni.

All’uscita decidiamo di tornare indietro e dall’esterno, vediamo la casa natale di Salvatore Quasimodo e la chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, entrambe chiuse perché è ora di pranzo. Ci fermiamo a mangiare qualcosa in una rosticceria e tra un boccone e l’altro decidiamo di passare il pomeriggio ai bordi della piscina dell’Isula Relax. Siamo ospiti dei nostri amici e ci fermiamo lì anche per cena. Nel giardino c’è una tettoia dove apparecchiamo una piccola tavola: abbiamo ordinato le scacce e gli arancini alla Modicana 2, una rinomata rosticceria e comprato il ragusano, formaggio Dop, da mangiare con le confetture. Trascorriamo così, un’allegra serata movimentata da un improvviso e violento acquazzone che ci costringe a correre dentro, nel salone del b&b;, per continuare a chiacchierare ancora un po’ prima di andare a dormire.

QUARTO GIORNO: SANTA MARIA DEL FOCALLO/CAPO PASSERO/MARZAMEMI

È un nuovo giorno in terra di Sicilia. Abbiamo consultato le guide e deciso di andare in spiaggia nella zona di Santa Maria del Focallo dove ci sono le dune di sabbia ed un’insenatura particolare caratterizzata da faraglioni. Non abbiamo fatto i conti però, con il vento: arrivati in zona, ci accorgiamo che il mare è agitato, la sabbia, tanto fine da sembrare polvere, svolazza ovunque in maniera fastidiosa e non è possibile tenere aperto l’ombrellone. Cosa fare? Forse passato Capo Passero, dall’altro lato della costa, la situazione è migliore! Riprendiamo la marcia e ci dirigiamo verso Marzamemi. Effettivamente qui il mare è meno mosso e troviamo una spiaggia niente male, appena fuori dal paese. Riusciamo così, a goderci la nostra giornata tra bagni, tuffi e sole, pregustando la serata che ci aspetta. Al mattino infatti, abbiamo prenotato un tavolo in un ristorantino di Scicli, con una bella terrazza affacciata su Piazza Italia, l’Osteria dei Tre Colli. Mai scelta si rivelerà più azzeccata! Il locale tutto illuminato, ha un non so che di intimo e raccolto; la vista dall’alto sulla piazza e sulla chiesa di San Bartolomeo è splendida. La cena poi, è superlativa: i taglieri con gli antipasti della casa sono abbondanti e saporiti così come le trofie e i tagliolini fatti a mano. Per finire mouse alla ricotta e parfait di pistacchio. Cosa chiedere di più dalla vita ed il conto non è neanche salato!

QUINTO GIORNO: OASI DI VENDICARI/ NOTO/MARZAMEMI

Non potendo tornare a casa senza essere andati all’Oasi di Vendicari, partiamo da Scicli subito dopo colazione e impieghiamo quasi un’ora e mezza per arrivare. Lo sforzo è largamente ripagato dalla bellezza della riserva naturale. Lasciata la macchina in uno dei parcheggi a pagamento (€ 3,50, gli ingressi infatti, sono numerosi dipende da dove si arriva e a quale spiaggia si intende andare), entriamo nell’oasi e percorriamo un lungo sentiero in parte costituito da una passerella in legno; sbuchiamo quindi, su di una spiaggia non molto larga, ma con un mare da sogno: sembra di essere alle Maldive. I colori sono cangianti, l’acqua è limpidissima, il fondale è basso. In lontananza si vedono i ruderi di una vecchia tonnara. Rimaniamo nell’oasi fin quasi alle 18,00; poi una doccia nel parcheggio e via verso Noto. Questa volta riusciamo a visitare il Duomo, dalla splendida facciata barocca, e la chiesa di San Domenico. Per cena ci spostiamo a Marzamemi, borgo marinaro molto caratteristico con una tonnara ormai dismessa affacciata su una bella piazza brulicante di locali e ristoranti, all’ombra della piccola chiesa. Ieri abbiamo adocchiato un ristorante, La Conchiglietta, che ci è sembrato interessante con i suoi tavoli apparecchiati sotto un pergola fronte mare. Rimaniamo delusi. Gli antipasti di mare ed i primi alle vongole ed allo scoglio non hanno nulla di eccezionale. Alla fine ci consola una bella granita in uno dei tanti bar della piazza.

SESTO GIORNO: SCICLI/SAMPIERI/DONNAFUGATA/PUNTA SECCA

Stamattina facciamo un giro per Scicli. Partiamo dalla Piazza del Municipio e visitiamo prima la stanza del Sindaco dove sono state girate le scene degli incontri tra il Commissario Montalbano ed il Questore, e poi, la chiesa di San Giovanni, caratterizzata da una singolare tela, il Cristo di Burgos, raffigurante il Signore con la gonna, simbolo della veste sacerdotale. Proseguiamo su via Mormino Penna, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, sulla quale si affacciano molti palazzi barocchi ed in fondo troviamo la Chiesa di Santa Teresa. Ritornando indietro, in una traversa tra Piazza Italia e Piazza Municipio, ammiriamo il Palazzo Beneventano dalle caratteristiche facciate ed ancora le chiese di San Ignazio e quella di San Bartolomeo, che conserva un Presepio con 65 statue a grandezza naturale.

Il caldo è soffocante e raggiungiamo i nostri amici a Sampieri, al lido Pata-Pata. Possiamo rimanere in spiaggia solo qualche ora perché nel pomeriggio ci aspetta il Castello di Donnafugata. Tra un bagno e l’altro facciamo due passi fino a raggiungere la Fornace Penna, un rudere industriale, utilizzato quale location nella serie del Commissario Montalbano. Sono le 16,00 quando partiamo alla volta del Castello dove arriviamo dopo circa un’ora, seguendo le indicazioni per Marina di Ragusa. Visitiamo solo l’interno, in parte arredato, tralasciando il giardino e la grande terrazza; nel cortile stanno allestendo uno spettacolo di musica e ci sono cavi e riflettori dappertutto. Prima di tornare a Scicli, facciamo una deviazione verso Punta Secca per scattare qualche foto al b&b; in cui sono ambientate le scene della casa di Marinella del nostro amato Commissario e all’imponente faro. Dopo una doccia veloce, per cena andiamo a Modica Bassa al ristorante Il Girasole. Lasciata la macchina nello spiazzo davanti alla chiesa di S. Maria delle Grazie, percorriamo a piedi una stradina in parte transennata per via di alcuni lavori di restauro del convento. Pochi metri e la luce soffusa che esce dal ristorante ci invita ad entrare. Le pareti sono gialle, i tavoli rustici e l’atmosfera è accogliente. Assaggiamo gli antipasti della casa, i primi al finocchietto, i “fiammiferi” con salsiccia e zucchine e la salsiccia fritta con le olive. Forse per via delle ottime recensioni lette su Tripadvisor, rimaniamo insoddisfatti. Peccato.

SETTIMO GIORNO: CALA LA BRUCA/RAGUSA IBLA

Per oggi, su consiglio di Massimo del b&b;, abbiamo scelto l’ampia spiaggia di contrada La Bruca, non molto distante da Scicli, di sabbia bianca e fine, punteggiata da tettoie in legno, sotto le quali è possibile sistemare i teli e le borse, senza necessità di portarsi dietro l’ombrellone. Il mare è pulito e, a malincuore, andiamo via dopo appena due ore perché nel pomeriggio ci aspetta un giro a Ragusa. Iniziamo la nostra visita dalla parte Alta della città, dove ammiriamo il palazzo Zacco con la sua facciata barocca e l’imponente Cattedrale di San Giovanni Battista; poi, in macchina, ci spostiamo a Ragusa Ibla, dirigendoci subito alla volta della Cattedrale di San Giorgio. L’interno ci appare buio ed un po’ tetro, meno bello dell’esterno, caratterizzato da una grande scalinata chiusa da una cancellata in ferro. La piazza di fronte alla Cattedrale è particolare perché in discesa così come è in discesa anche Corso XXV Aprile, che conduce dalla Cattedrale ai Giardini Iblei. Entriamo nel Circolo di Conversazione, dai tetti affrescati e le pareti damascate, vediamo il Piccolo Teatro Donnafugata e a seguire l’omonimo Palazzo. Tutta la strada è costeggiata da bei palazzi, numerose chiese, eleganti negozi e locali. Infine facciamo un giro nei Giardini dove i bambini approfittano per giocare un po’ al pallone. La fame inizia a farsi sentire e perciò, entriamo nella ”Rusticana”, un ristorante dall’aria informale. Dopo cena facciamo ancora un giro per Ragusa Ibla, che di sera, tutta illuminata, è più affascinate che di giorno, prima di tornare a Scicli.

Domani mattina si riparte: il nostro viaggio alla scoperta del barocco siciliano è ormai finito e non ci rimane che ringraziare il mitico Commissario Montalbano perché viaggiando sulle sue orme, abbiamo visitato posti bellissimi, ci siamo tuffati in un mare stupendo su spiagge bianche ed assolate, siamo stati coccolati e ospitati in maniera calorosa dai siciliani ed abbiamo assaporato la loro gustosa cucina.



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