Viaggio al centro della terra
In tempi di crisi non tutti hanno la possibilità e l'occasione di concedersi qualche giorno di relax, ma come rinunciare alle tanto sospirate vacanze! Ci è bastato guardarci attorno per trovare la soluzione al nostro problema, in fondo abitiamo in un posto bellissimo meta del turismo altrui. La Sicilia è terra di contrasti, di paesaggi ed...
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In tempi di crisi non tutti hanno la possibilità e l’occasione di concedersi qualche giorno di relax, ma come rinunciare alle tanto sospirate vacanze! Ci è bastato guardarci attorno per trovare la soluzione al nostro problema, in fondo abitiamo in un posto bellissimo meta del turismo altrui. La Sicilia è terra di contrasti, di paesaggi ed esperienze capaci di lasciare senza fiato qualsiasi viaggiatore. La destinazione delle nostre vacanze alternative sarà la nostra provincia, quella di Trapani. Come da nostra abitudine in viaggio, iniziamo con l’ammirare le bellezze naturalistiche. La nostra meta è la riserva di Santa Ninfa, gestita da Legambiente che organizza escursioni nel territorio e, per piccoli gruppi, visite in grotta alla scoperta della bellezza del mondo sotterraneo. Così, una domenica mattina ci ritroviamo al centro accoglienza visitatori del tutto ignari dell’avventura che ci aspetta: l’unica avvertenza che ci è stata data è quella di portarci un cambio d’abiti. Veniamo dotati di stivali e caschetto speleologico (quello con la lucina) molto utile per muoversi in un ambiente buio e evitare dolorose cragnate su rocce che si abbassano repentinamente e, se si può dire, appuntitamente! Qualche problema lo incontrano le persone che, come me, non sono proprio filiformi; sin dall’entrata la grotta avverte gli avventori di non aspettarsi grandi spazi, bisogna chinarsi e a tratti gattonare e a tratti solo il conforto del gruppo da il coraggio di continuare. Lo spettacolo e l’esperienza valgono il disagio affrontato: cristalli di gesso che fioriscono sulla roccia, perle di grotta che si rivelano come piccoli tesori negli angoli più nascosti, stalattiti e stalagmiti, solchi tracciati dall’acqua opera di un’erosione durata millenni, la voce leggera del torrente Biviere che scorre nel ramo inferiore della caverna, ma soprattutto la sensazione di vivere un’avventura resa ancora più speciale da un piccolo regalo delle guide. Alla fine del percorso in uno spiazzo, a 30 metri di profondità le luci vengono spente e si resta in silenzio. Persa la percezione del tempo e dello spazio si torna nel grembo materno. La nostra madre terra,come una tenera mamma in attesa ci avvolge e ci protegge con il suo calore e il suo amore donandoci, ancora una volta, la vita. Stanchi e soddisfatti ci avviamo verso l’uscita, per una volta felici di non essere sdraiati in riva al mare!