Viaggio a Saint Martin di St. Marteen e Guadalupe
Il tempo ė estremamente variable nell’arco della stessa giornata: sole, pioggia, nuvole e vento continuo. Il mare ė davvero fantastico, il sole invece picchia forte e non si puó fare a meno di utilizzare protezioni solari 30!
Indispensabile l’affitto di una macchina; noi abbiamo noleggiato una Kia Picanto per 75$ alla settimana. Vi consigliamo di affidarvi a compagnie internazionali come Herz perché noi siamo finiti con una compagnia locale (benché ci fossimo rivolti al banchetto Europcar, ma sembra che se abbassi la guardia fanno un po’ come gli pare. Evitate la ditta Best Deal: sono scortesi e ci hanno addebitato un danno non fatto da noi all’auto) e siamo stati costretti a pagare 30$ in più per lasciare la macchina all’aerorto della parte francese. A Saint Martin infatti ci sono due aeroporti: quello internazionale si trova nella parte olandese e da questo partono i voli intercontinentali e quelli per Saba, l’altro si trova a nord nella parte francese, è più piccolo ma da questo partono molti aerei per le altre isole. Scordatevi la possibilità di avere collegamenti via mare per altre isole perchè, a parte Saba e Saint Barth (collegamenti costosissimi) nessun altro posto può essere raggiunto da qui! L’unica possibilità di muoversi è l’aereo, ma dipende dalle condizioni meteo: noi avevamo prenotato due giorni a Saba ma abbiamo dovuto rinunciare (perdendo anche il costo dei biglietti fatti) perchè è previsto un uragano (Emily) e Saba è praticamente irragiungibile perchè ha un aeroporto messo davvero male!
Con 5-6 giorni l’isola di Saint Martin si visita tutta. Le spiagge sono molto belle: vi consigliamo Friar’s bay e Happy Bay che sono attaccate e divise da un sentierino nella foresta bassa (10 min di cammino). Splendida è l’isola di Pinel a nord ovest per la quale parte la barchetta dalla costa ogni ora (15 min di navigazione) per portarvi in un autentico Paradiso! Molto bella è anche la spiaggia di Baia delle Prugne a Basse Terre (sud est) che merita una giornata da passare in tutta tranquillità! Vale la pena fare un salto anche nella spiggetta attaccata alla pista dell’aeroporto internazionale dove verso le 13 arrivano i grossi aerei da Europa e USA, solo per fare delle foto magnifiche con aerei visti a distanza davvero ravvicinata! Vi consigliamo di organizzare una gita ad Anguilla ma NON con mezzi vostri perchè è molto costoso il traghetto, bisogna pagare una tassa per accedere all’isola e dovreste noleggiare un mezzo per raggiungere le spiagge e pagare in più i soldi per una patente locale. Noi abbiamo scelto una gita organizzata con il catamarano “Lambada” che parte da Simson Bay a giorni alterni (controllate il giorno in cui viene organizzata questa gita) e che con circa 100 dollari a persona ci ha portato all’isola di Prickly Peare (non ci sono parole per descrivere questa meraviglia di isola) per fare snorkeling sulla barriera corallina e poi ad Anguilla dove hanno organizzato un barbeque sulla spiaggia. Open bar a bordo più stuzzichini. Eravamo gli unici europei, gli altri erano TUTTI ammericani! In questo periodo è bassa stagione per cui molti negozi sono chiusi, alcuni locali lavorano solo a pranzo e alcune attività si svolgono a ritmo ridotto, ma in compenso si spende meno! Le due capitali sono piuttosto deludenti: Philpsburg è una strada piena di gioiellerie, mentre Marigot è piuttosto triste, tranne che per il mercatino locale che si svolge sul lungomare solo la mattina e dove si possono comprare dei souvenir (noi abbiamo comprato un dipinto ad olio su tela molto colorato fatto da un autore locale). Per l’albergo abbiamo scelto Orient Bay, una baia molto grande e molto bella, e il nostro hotel era proprio sulla spiaggia con lettini e ombrellone gratis x gli ospiti. L’hotel si chiama Hoste ed ha camere spaziose, ben arredate e il personale è estremamente gentile e disponibile. Wifi gratis in zona reception ma zanzare a profusione! Non portatevi molta roba perchè qui si sta in costume tutto il giorno e la sera ci mi mette su una maglietta e via! Per mangiare noi abbiamo optato a pranzo per un supermercato dove acquistavamo una baguette, il fomaggio e il salame e ci preparavamo i panini da soli. Per la cena sempre a Grand Case dove c’è un bel tramonto ed è pieno di ristoranti. Da segnalare il Calmos Cafè sulla sabbia dove si mangia un’ottima tartare di pesce, e gli imperdibili “lolo” dove i creoli cucinano piatti alla griglia e con 20 dollari (se pagate in contanti qui 1 euro è pari a 1 dollaro) mangiate aragosta, contorno di riso e birra. Non mancate di assaggiare le costolette di maiale che da sole valgono la cena a Grand Case! Vicino l’hotel, se non volete prendere di nuovo l’auto, ci sono dei ristorantini niente male: noi abbiamo provato il Thai Chi con cucina orientale ottima, ma con prezzi più elevati: abbiamo speso circa 70 euro in due.
Dopo 7 giorni a Saint Martin abbiamo preso un volo della Air Caribes per Guadalupe (circa 250 euro in due) e siamo arrivati il 1 agosto nell’isola. Il noleggio di un’auto è indispensabile, ma qui i prezzi sono più alti di quelli di Sain Martin, infatti abbiamo speso circa 35 euro al giorno x una Micra. La Guadalupe è costituita da due parti completamente differenti tra loro: Basse Terre è il trionfo della natura, mentre Grande Terre è mare e spiaggia con più vita. Abbiamo optato per 4 notti da trascorrere nella parte di Basse Terre; per sfortuna sono stati i giorni di transito di Emily (l’uragano che ha procurato molti danni a Dominica) e quindi di pioggia e di grigio. I primi due giorni abbiamo trovato tutto chiuso (ristoranti, negozi, ecc) ed è stata una sensazione di vera tristezza; poi il tempo si è un po’ ripreso ed è andata meglio. Abbiamo fatto un botto di chilomentri per fare il giro di tutta Basse Terre, è davvero grande! Non perdetevi la strada della Traversée, che taglia in due Basse Terre e passa nel Parco Nazionale di Guadalupe: è foresta pura e fate un salto alle Cascate aux Ecrivesses dove si può anche fare un bagno tra gli alberi e il fiume. Da non perdere il giardino botanico: mai visto niente del genere, curatissimo, enorme e pieno di fiori piante, pappagalli e fenicotteri rosa. Belle le immersioni alla riserva di Cousteau intorno ad un isolotto al largo di una spiaggia di sabbia nerissima. Interessanti le distillerie del rum, dove fanno fare anche degustazioni gratuite (a pagamento solo il museo del rum, vicino Lamentin), e meraviglioso anche il vulcano nella parte bassa: è parecchio alto e i sentieri nella foresta sono spettacolari come il bagno nella vasca di pietra nera a inizio dei percorsi. I sentieri vanno affrontati con il giusto equipaggiamento e MAI dopo le 15.30 perchè è buio. Da visitare anche la Maison du Cacao con una bella
Degustazione finale e la possibilità di comprare la pasta pura di cacao. I paesini non sono altro che mucchietti di casette, poca gente, un bar e una drogheria, quindi non aspettatevi di più, e neanche dalla cittadina di Basse Terre dove troverete anche un Mc Donald e una serie di negozi cinesi! Noi abbiamo soggiornato a Deshaies un micro villaggio in una baietta; abbiamo dormito due notti al Rayon Vert, molto carino, e due notti al Jardin de Colibris, in mezzo alla natura con bungalow dotati di cucinino, letto piccolo e niente aria condizionata. Per mangiare da non perdere a Deshaies il ristorante Mahina dove si mangia benissimo il pesce (bistecca di tonno e pesce crudo marinato), si spende il giusto e fanno anche delle pizze mooolto invitanti, anche se noi ci rifiutiamo di mangiare italiano all’estero.
Gli altri giorni di vacanza abbiamo deciso di spostarci a Grande Terre e abbiamo trovato un hotel niente male dopo Saint Francois: L’ Hostellerie des Châteaux. Da qui è vicinissimo il Pointe des Châteaux, un punto panoramico con grandi onde e una spiaggia incantevole, Grandes Salines. Non mancate di prendere qui un sorbetto al cocco che molti vendono per strada e nel parcheggio e che vale di sicuro i 2 euro che costa, e di arrivare attraverso i sentieri alla grossa croce che sovrasta un picco e dalla quale si gode un gran bel panorama. Fate una visita alla Maison de la Noix de Coco dove troverete deliziose creazioni fatte con il legno e la noce del cocco. Abbiamo fatto un giro anche per Grande Terre e abbiamo trovato abbastanza deludenti le pseudo cittadine, come Le Moule, Port Luois, Petit Canal. Le spiagge di Anse Maurice e Porte d’Enfer di cui ci avevano raccontato meraviglie sono invece piene di alghe, provenienti dalla Florida in questo periodo (agosto), da non poterci stare tra la puzza e il fatto che occupano davvero tutta la spiaggia. Dopo Porte d’Enfer invece la strada dà modo di accostarsi e fare due passi per scorgere delle scogliere mozzafiato, degli autentici strapiombi da brivido in cima a rocce immense da cui sporgersi con molta cautela per fare delle belle foto ad un mare molto mosso che si frange sulle pareti enormi di pietra. Una spiaggia che riscatta invece di un paio di delusioni accumulate è vicinissima a Port Louis e si chiama Plage du Souffleur: è davvero incantevole con alberi sulla spiaggia che offrono un buon riparo dal sole e un’acqua da cartolina! Per la cena ci siamo trovati davvero bene all’Hostellerie des Châteaux dove, oltre alle buone colazioni, lo chef se la cava benissimo con i piatti della cucina creola. Domenica sera e lunedì però il ristorante rimane chiuso e abbiamo optato per un giro alla Marine, ovvero il piccolo porto di Saint Francois, dove abbiamo cenato al Café de Wango che prapara piatti di cucina asiatica strepitosi (ottimi i nem e il wok di tonno). Altri ristoranti che ci hanno consigliato sono Zagaya, vicino al porto di pesca, e Freres de la Côte, vicino al porto degli imbarchi per le isole.
Gli ultimi due giorni di vacanza li abbiamo trascorsi a Marie Galante (80 euro in due per andare e tornare con il traghetto che si prende da Pointe à Pitre – circa un’ora di traversata). Abbiamo soggiornato presso il Kawann Beach Hotel, l’unico albergo grosso dell’isola ma davvero niente di eccezionale. L’isola di Marie Galante è molto simile a Guadalupe ma ancora più arretrata. L’unico motivo per cui valga la pena di venire qui sono le spiagge belle da lasciare a bocca aperta. Purtroppo le alghe quest’anno non hanno graziato nessuna isola dei Caraibi e quindi la parte sud dell’isola non è praticabile (Capesterre e Grand Bourg), mentre per fortuna le spiagge dell’ovest sono intatte. Noi siamo stati ad Anse de Mays che è molto grande ed è l’esatta realizzazione dell’idea di una spiaggia caraibica, mentre l’ultimo giorno siamo stati ad Anse Canot che è una baietta splendida con un’acqua da gigantesca piscina naturale. Anche qui tocca noleggiare una macchina con la quale vale la pena fare il giro dell’isola (circa 70km totali) per vedere i vecchi mulini che servivano per la lavorazione della canna da zucchero, visitare le distillerie (aperte solo la mattina) e visitare un paio di punti in cui ci sono delle vedute particolari, come quella di Guele Grand Gouffre dove il mare si infila in una specie di enorme buco scavato nella roccia e si ha la possibilità di vederlo dall’alto. Per mangiare vi consigliamo a Saint Louis La Baleine Rouge proprio sulla spiaggia il cui proprietario è un anziano signore corso che parla anche un po’ di italiano, e un ristorante appena fuori Saint Luois andando verso Vieux Fort sulla sinistra che è costituito da un paio di casette di legno azzurre sulla strada da un lato e la spiaggia dall’altro.
Per la cena quasi tutti i locali sono chiusi, quindi tocca informarsi chiedendo a pranzo se sono o meno aperti anche la sera. Buon Viaggio!