Viaggio a nusa tenggara di Indonesia: a zonzo fra flores, komodo, bali e lembongan
Siamo partiti da Milano il 14 luglio con volo Emirates: scalo a Dubai e poi diretti fino a Jakarta. Arrivati la sera del 15 abbiamo dormito in un albergo molto “occidentale” e molto anonimo praticamente in aereoporto. La mattina dopo infatti molto presto abbiamo preso un volo interno che ci avrebbe portato all’aereoporto di Ende (isola di Flores). Il volo interno era fornito dalla compagnia locale Lion Air: è andato tutto bene, l’unico problema è stata la prenotazione del volo, impossibile da fare con carta di credito sul sito della compagnia o tramite agenzia italiana. Abbiamo dovuto contattare una agenzia indonesiana con sito internet Peramatour che ci ha acquistato il biglietto e dopo pagamento con Paypal ci ha inviato il voucher (tutto fatto con ottimo tempismo e professionalità).
Arrivati ad Ende si ha l’impressione di essere finiti in un angolo sperduto di mondo.. insomma non c’è nulla e più che una città è un grande “paesone”. Abbiamo alloggiato all’Hotel Mentari: piuttosto squallido, ma pulito. Il giorno dopo prendiamo un bemo (un pulmino tipo taxi collettivo) per arrivare a Moni (punto di partenza per visitare il vulcano Kelimutu). La nostra prima idea era di prendere un bus pubblico che avrebbe dovuto partire alle 8 del mattino, ma non riusciamo a prenderlo per motivi che rimangono oscuri (l’orario di partenza era sbagliato? la fermata non era quella corretta? siamo stati depistati dagli autisti dei bemo?). Sta di fatto che ci rendiamo conto che non è facile muoversi fai da te come avevamo sempre fatto in altri viaggi. Soprattutto perchè nessuno ti spiega dove sono gli autobus e tutti cercano di non farteli prendere per portarti sul taxi del cugino/fratello/amico dell’amico. Arriviamo a Moni e alloggiamo nella graziosa pensione Hidaya. Qui il gestore della guesthouse ci racconta di essere un ex-guida turistica e ci propone al volo di organizzarci un giro di 6 giorni a Flores. Evidentemente bastava guardare le nostre facce per capire che eravamo completamente “sperduti” e quindi degli ottimi clienti per un tour operator “free lance”. La proposta sembra ben costruita e alla fine accettiamo (costo complessivo 4800000 rupie). Siamo anche invitati a cena e conosciamo tutta la famiglia. Scopriamo che Brian (così si chiama il nostro tour operator) ha “agganci/familiari” in tutta l’isola e con la sola forza del cellulare riesce a trovare: macchina con autista, escursione in barca a Riung, guida per un giorno per visita ai villaggi tradizionali Ngada, barca per 2 giorni di crociera nelle isole di Komodo e Rinca, volo aereo con Lion Air da Labuan Bajo a Bali. Nei sei giorni successivi quindi la nostra vacanza diventa organizzata e stiamo sempre in compagnia del simpatico driver Anton (super tifoso del Milan!!).
Il primo giorno vediamo sorgere l’alba sul vulcano Kelimutu: proviamo un emozione particolare mentre i tre laghi colorati del cratere vengono illuminati dal sorgere del sole!! bellissimo!! Scendendo dal vulcano apprezziamo la lussureggiante foresta che ammanta le pendici del vulcano: una meravigliosa esplosione di colori e profumi!! Il giorno dopo facciamo un escursione di un giorno al parco marino delle Seventeen Islands a Riung: la strada per arrivare da Ende a Riung è un incubo (buche, curve e velocità media 30 km/h) però il mare è davvero un paradiso!! Facciamo snorkelling e vediamo numerosi coralli vivi e pesci di varie forme e colori e a pranzo ci gustiamo degli “snapper” cotti alla brace sulla spiaggia!! Inoltre su un isola avvistiamo un enorme comunità di Flying foxes (volpi volanti), che nonostante l’aspetto vampiresco, non incutono particolare terrore e passano tutta la giornata a testa in giù sui rami delle mangrovie. Il giorno dopo facciamo una sosta presso una sorta di stazione termale con vasca di acqua sulfurea all’aperto a 40 gradi, dove ci rilassiamo dopo le solite buche/curve, problemi alla guida. Arriviamo a Bajawa, cittadina di montagna, capoluogo della provincia dell’etnia Nghada. Al mercato del pesce vediamo due grandi squali a cui hanno tagliate le pinne: probabilmente saranno state spedite in Giappone..
L’indomani conosciamo Arnold, la guida che ci accompagnerà nella visita dei villaggi tradizionali. Visitiamo Luba e poi Bena: entriamo in una dimensione alternativa al ventunesimo secolo, un mondo perduto che improvvisamente appare da dietro la foresta. I villaggi sono tuttora abitati e mantengono la loro quotidianità, è quindi facile incontrare la gente del posto intenta nelle abituali attività. Nel pomeriggio Arnold ci accompagna presso un villaggio più “moderno” dove è in corso la festa del villaggio. Arriviamo nella prima casa di alcuni parenti di Arnold e regaliamo delle offerte (zucchero, sigarette..). veniamo accolti in casa con molto calore e accoglienza e nonostante le difficoltà di lingua traspare subito la curiosità reciproca di conoscersi. Seduti su una grande stuoia mangiamo tutti insieme riso e stufato di maiale e poi andiamo nel grande spiazzo in mezzo al paese dove tutti, dai bambini agli anziani, ballano vestiti con il “costume della festa” scalzi, al ritmo del tamburo. Successivamente veniamo invitati a condividere il pasto in una seconda casa e verso le sette di sera abbiamo visitato circa 4-5 case e praticamente non riusciamo più a mangiare nulla, totalmente satolli. Lasciamo il villaggio con un grande senso di gioia per le persone conosciute e per un pizzico di nostalgia per doverle già lasciare: sicuramente non dimenticheremo il popolo nghada e la sua squisita ospitalità!! Mentre ci allontaniamo incrociamo un bufalo: l’indomani infatti per ogni clan del villaggio verrà sacrificato un esemplare e quindi ben 8 poveri bufali si preparano per il “patibolo”.
Il giorno dopo ci muoviamo verso il villaggio di Ruteng: ci ha colpiti in particolare la straordinaria vista sugli “spidernet ricefields” ovvero i campi di riso disposti a ragnatela. Bellissime e infinite sfumature di verde incorniciano un luogo dove l’uomo ha modellato la natura e il paesaggio, creando un capolavoro. Arrivati a Ruteng alloggiamo presso un convento di suore pulitissimo e silenziosissimo. La mattina ci invitano fare colazione con loro e scopriamo che tre sorelle sono state in Italia per alcuni anni e parlano italiano!! Dopo pochi minuti una delle tre (era stata a Napoli) arriva nel salone portando una moka con il caffè appena fatto!! salutiamo le suore dopo alcune foto ricordo e raggiungiamo Labuan Bajo, la città portuale sull’estremità occidentale di Flores. Nel pomeriggio proviamo a raggiungere la spiaggia più vicina, ma ahimè è piena di spazzatura, vabbè lasciamo perdere. Salutiamo il nostro driver che ci lascia i nomi di tutti i cantanti pop/folk indonesiani ascoltati durante i lunghi viaggi in macchina e l’indomani partiamo per la crociera nel parco nazionale di Komodo. La nostra barca è interamente di legno e sembra in buono stato; l’equipaggio è formato dal capitano Mansur, dal cuoco e da un mozzo, tutti di Sulawesi. Ovviamente anche la crociera era stata organizzata da Brian di Moni, che a Labuna Bajo ha giusto un cugino che gli permette di fare da “supporto” turistico. Navighiamo ed arriviamo a Rincha: vediamo subito alcuni varani vicino alle cucine, stesti a terra e molto poco attivi, ma comunque poco rassicuranti. Dopodichè ci inoltriamo nel bush con la guida armata di un bastone biforcuto per scacciare eventuali varani molesti. Camminando scopriamo che anche la guida si è appena sposato a Kupang a Timor e ci facciamo raccontare come funzionano queste “faccende” in Indonesia. Dopo due ore di cammino avvistiamo un bufalo vicino ad una pozza d’acqua e dopo poco improvvisamente spunta fuori dai cespugli un grosso varano che ci attraversa la strada e va verso l’acqua. Rimaniamo ammutoliti a fissarlo e poi lo seguiamo impauriti ma affascinati dal nostro incontro del “terzo(?) – quarto (?) tipo”!! Nel pomeriggio facciamo il bagno in una spiaggia bianchissima e la sera dormiamo all’ancora in una piccola laguna insieme ad altre 5-6 barche. Consumiamo una cena buonissima sulla prua della nave dopo una tramonto emozionante ed intenso quanto breve (il sole cala nel giro di una mezzora).
Il giorno dopo visitamo Komodo dove incontriamo cervi di Timor e alcuni varani vicino alle cucine e poi facciamo snorkelling nella stupenda “Pink beach” dove avvistiamo numerosi pesci pagliaccio, chirugo, pappagallo, farfalla, scoiattolo..insomma di tutto di più!! Dopo una sosta alla spiaggia Bidadari rientriamo a Labuan Bajo e l’indomani prendiamo il volo per Bali. Arrivare a Bali da Flores è stato un cambio culturale e ambientale. Ci ha colpito subito l’enorme quantità di templi e l’attenzione degli induisti per le offerte votive, ovunque (di fronte a case, negozi, camere d’albergo ecc) e più volte al giorno. Dopo i giorni “on the road” a Flores decidiamo che è venuto il momento di concederci un albergo da mille e una notte o meglio da viaggio di nozze!! Consigliamo a tutti il Mandala Desa vicino a Ubud. Abbiamo affittato al costo di 80 euro una “villa” con giardino privato, letto a baldacchino, piscina e bagno all’aperto con enorme vasca di pietra: un vero sogno dei cinque sensi!! siamo stati a Ubud per quattro giorni e oltre ad esserci concessi quotidianamente un massaggio balinese c/o la Lily SPA (lo consigliamo a tutti!!) abbiamo apprezzato la strana atmosfera della cittadina: a tratti molto-super turistica, a tratti mistica ed affascinante con le sue tantissima botteghe artigianali e i suoi cortili silenziosi adornati da fiori e dipinti. Abbiamo anche affittato per un giorno le biciclette. Consigliamo Sukawati Market per l’acquisto di dipinti e artigianato in legno (mi raccomando contrattate fino all’antipatia!!). Inoltre siamo stati alla Monkey Forest (un area con alcuni edifici sacri immersi in una lussureggiante foresta abitata da numerosi macachi), alla casa Museo Antonio Blanco (un Salvador Dalì ispano-balinese con uno stile particolarmente espressivo e vitale) e abbiamo partecipato ad una delle escursioni organizzate dall’Ufficio del Turismo (in un giorno abbiamo visto il tempio Gunung Kawi, il lago Batur, il tempio delle sorgenti e altre località, di grande interesse, ma con un ritmo davvero serrato che a volte ci ha impedito di gustarci appieno la giornata). Consigliamo di assistere ad uno spettacolo di danza gamelan: l’armonia e la bellezza delle ballerine si fondono con il suono degli strumenti a percussione (in particolare consigliamo lo spettacolo al water pond temple).
Ci siamo poi spostati sulla costa orientale alla volta di Amed: insieme ad un’altra coppia di catalani abbiamo affittato un taxi. Ci siamo fermati ad Aas alla guest house Meditasi. Il posto è gestito da una sorta di Santone/maestro di vita stile “eat pray and love” (disponibile per chiacchiere, riflessioni o lezioni di yoga – ovviamente a carissimo prezzo). La costa che va da Amed ad Aas è formata da tanti piccoli golfi di roccia vulcanica con spiaggia di sabbia o sassi neri. E’ molto bello percorrere la strada costiera che offre panorami mozzafiato. Il mare è spesso solcato dalle barche a vela dei pescatori che rientrano la sera con le ceste cariche di pesci. E’ possibile fare snorkelling (c’è anche un relitto di una piccola nave giapponese vicino alla riva), anche se il moto ondoso è costante, anche se poco potente, e l’alternanza delle maree può creare dei problemi nell’uscita dalla battigia (durante la bassa marea bisogna praticamente arrampicarsi fra i coralli emersi). Sono riuscito anche a partecipare ad una partita di pallavolo nel campetto di un villaggio: fra una schiacciata e un pallonetto, mi sono proprio divertito!! Da Aas ci siamo spostai a Padangbai, sempre sulla costa orientale: l’idea era quella di partire alla volta dell’isola di Nusa Penida, ma un attacco di gastroenterite ci ha bloccati per due giorni.. quindi appena riabilitati abbiamo preferito il comodo e rapido spostamento verso Sanur. Quest’ultima è una graziosa cittadina balneare con lunga spiaggia e numerosi hotel che è stata ottima per riprendere le forze per ripartire. Sulla spiaggia abbiamo anche assistito ad un matrimonio di due ragazzi australiani con tanto di prete “affittato”, baldacchino bianco e tutti a piedi nudi!!
Gli ultimi giorni li abbiamo passati a Nusa Lembongan (barca Perama da Sanur) una splendida isola al largo di Bali meridionale. Abbiamo alloggiato a Mushroom Bay: da lì un giorno abbiamo affittato le biciclette per visitare l’isola (foresta di mangrovie, coltivazioni di alghe e la vicina isoletta di Ceningan con le sue onde spettacolari), un altro giorno abbiamo fatto snorkelling nel canale fra Ceningan e Nusa Penida (le correnti sono fortissime ma forse ci sono i coralli e i pesci – compreso l’angelo imperatore – più belli di tutta la vacanza!!) e poi è già il momento di tornare..Traghetto per Sanur, volo Lion Air da Denpasar a Jakarta e poi a Milano, via Dubai.
Questo in sintesi il nostro viaggio!! Dovremmo aggiungere tantissime piccole-grandi cose successe, ma come si fa a descrivere quanto un viaggio può suscitare emozioni, aprire prospettive prima sconosciute, far nascere la voglia di conoscere sempre di più, avvicinarsi a tutto ciò che è diverso con spirito curioso, ma soprattutto cambiarci e rivoltarci in tutto quello che siamo/crediamo di essere! Grazie Nusa Tenggara, come dicevamo ogni sera “una meraviglia ai nostri occhi”!