Viaggio a new york e bahamas di exuma 2

Bahamas La mattina del 22 febbraio sveglia alle 6 (in realtà per me prima perché sono più lenta di Giuseppe). Al check-out scopriamo che l’EASTGATE TOWER nonostante il nostro utilizzo delle carte internazionali per le chiamate all’Italia ci ha addebitato la tariffa per i numeri 800 utilizzati per le carte; paghiamo e appena usciti...
Scritto da: giuseppef
viaggio a new york e bahamas di exuma 2
Partenza il: 15/02/2010
Ritorno il: 02/03/2010
Viaggiatori: in coppia
Bahamas La mattina del 22 febbraio sveglia alle 6 (in realtà per me prima perché sono più lenta di Giuseppe). Al check-out scopriamo che l’EASTGATE TOWER nonostante il nostro utilizzo delle carte internazionali per le chiamate all’Italia ci ha addebitato la tariffa per i numeri 800 utilizzati per le carte; paghiamo e appena usciti dall’hotel prendiamo il primo taxi passante e in mezz’ora (ci avevano detto 1h) arrivivamo al JFK pagando però la tratta 55$ e non 45 come ci avevano detto. Proseguiamo poi con Jet Blue fino a Nassau (la pronuncia per gli americani è Nesso, se lo dite diversamente vi guardano storto) e poi fino ad Exuma con la compagnia Sky Bahamas (durante il volo pioveva dentro il velivolo… e non era condensa). Arrivati con il taxi al costo di 25$ che ci aveva precedentemente prenotato il proprietario del B&B (Coral Garden) ecco che ad aspettarci troviamo Peter e sua moglie (gestori) e un ragazzo canadese che parla un po’ di italiano in vacanza con il compagno nella struttura e con i quali successivamente abbiamo fatto anche un’escursione. Purtroppo piove ma ci allieta la notizia che ci hanno sistemati in un appartamento invece che nella stanza allo stesso prezzo e con maggiori comodità (cucina, soggiorno, bagno e indipendenza) e che per il noleggio auto il giorno dell’arrivo non è considerato perché ormai tari… beh, onesti e generosi! Il B&B è composto da 3 camere e di fianco ci sono 2 appartamenti che vengono anch’essi affittati (noi avevamo uno di quelli). Per la cena visto che non prenderemo la macchina Peter si offre di accompagnarci nel ristorante da lui consigliato (Splasgh) e poi ci riporterà un taxista chiamato dal ristorante. Ci siamo dati appuntamente per le 7:30 (qui cenano tutti molto presto), nel frattempo ci siamo sistemati, abbiamo provato l’wifi – il cui segnale in realtà è molto basso – e abbiamo dato un’occhiata alle carte dell’isola che ci ha consegnato Peter e che visioneremo con lui ogni mattina per il programma della giornata. Piove ancora, speriamo domani migliori. Il secondo giorno ci svegliamo con la pioggia che dura però solo un paio d’ore, facciamo una buona colazione (il B&B serve pane tostato con burro, marmellate, cereali, the, caffe, latte e qualche frutta fresca) e subito dopo ci raggiunge Peter per spiegarci un po’ tutto dell’isola e consigliarci i luoghi da visitare. Il secondo giorno visitiamo la parte sud; ad ogni spiaggia rimaniamo senza parole per via della loro bellezza. Sono lunghe, incontaminate e deserte. Tra le più belle in questa parte dell’isola segnaliamo “Tropic of the cancer beach”, chiamata così proprio perché è attraversata dal tropico del cancro. Per pranzo (sotto consiglio di Peter) andiamo al “Santana’s” un piccolo ma allegro chiosco; prendiamo 2 piatti buonissimi chiamati “Grouper” (che è un pesce piuttosto presente nell’isola con poche spine) servito con riso in agrodolce, mais e cavoli piccanti. Come preannunciato da Peter, Dee (il nome della vivace proprietaria) ci fa vedere l’album di fotografie che ritrae lei insieme alla troupe de “i pirati dei Caraibi” che ha girato il film in un’isola a sud di Exuma e che si recava al Santana’s per i pasti. Nel pomeriggio il tempo si alterna tra nuvole e sole e cosi ci fermiamo a rilassarci a Jolly Beach vicinissimo al Coral Garden. Per cena decidiamo di rimanere a casa (visto che abbiamo la cucina). Più o meno mangiare in ristorante costa in media sui 40 $. I generi alimentari hanno prezzi moderati tranne che la frutta e la verdura. I supermercati sono circa 3; quello che consiglia Peter è “Smittie’s”, però ce ne sono 2 anche a Gergetown. I distributori sono 2 uno shall e uno Esso. Si guida a sinistra (inizialmente per chi non è abitutato è un po’ strano ma poi ci si abitua, invece, quello a cui non ci si abitua sono gli abbaglianti che tutti ti sparano la notte e che non si azzardano ad abbassare). La gente è molto tranquilla, socievole e gentile (tranne da Cheater’s in cui non ci siamo trovati benissimo). Il terzo giorno visitiamo la parte nord, la spiaggia più bella tra le diverse meravigliose spiagge è sicuramente Runway bay dove c’è un chioschetto che se aperto bisogna prendere almeno da bere in quanto la zona è di proprietà privata. Pranziamo da “Big D’s Conch Spot” a Steventon. Nel pomeriggio ci fermiamo per rilassarci a Jolly Beach e di sera – vista la pioggia – ceniamo a casa. Il quarto giorno si presenta una “windy Exuma”; il vento è fortissimo, di circa 80Km/h quindi ci facciamo consigliare delle zone riparate per prendere un po’ di sole. La prima è subito dopo Jolly Beach (e ci facciamo un salto nel pomeriggio), mentre la seconda è tra Fort Beach e Tropic of the cancer beach; per la mattina raggiungiamo questa dove incontriamo anche altri 2 ragazzi italiani che pernottano nel nostro stesso B&B. Per il pranzo optiamo di nuovo per il “Santana’s”dove il cibo è sempre ottimo; la sera ci consigliano di andare da Cheater’s. L’atmosfera non è’ quella che ci aspettavamo, la cameriera a malapena ci guarda ed entra subito in cucina per chiedere se può accettare persone visto che erano le 20:00. Ci accettano (ma non ci sentiamo come tali) e prendiamo il “crac conch” servito con una patata bollita, mezza carota bollita e un broccoletto; niente di eccezionale in più anche caro rispetto a tutti gli altri posti ($50). Il quinto giorno prenotiamo sotto proposta di Peter un’escursione in barca (con i canadesi succitati) per vedere le cays della parte nord di Exuma. Doveva essere una giornata calda, invece troviamo nuvolo e il viaggio in barca – molto lungo – risulta molto freddo. Sostiamo per qualche foto nella cays i cui abitanti sono numerose iguana, facciamo il giro delle isole di proprietà dei V.I.P. (tra cui Davi Copperfield e Faith Hill), poi sostiamo in un’isoletta per il pranzo dove ci si può immergere con gli squali (i quali a mio parere non hanno denti). Il pranzo l’abbiamo portato da casa perché avevamo capito che ci avrebbero dato solo chips e cose cosi invece, nell’isolotto dove ci siamo fermati per il pranzo, pagando, si possono mangiare hot dogs e bibite. Ripartiamo alla volta della spiaggia dove ci sono i maili (4 maiali messi dall’uomo per farne un’attrazione) e poi nella lingua di sabbia che si trova nel bel mezzo del mare; facciamo snorkelling nella grotta dove hanno girato 007 Thunderball ma non godiamo appieno della sua bellezza perché l’acqua e la temperatura esterna sono piuttosto fredde. L’escursione l’abbiamo pagata 125$ a persona, è tantino ma a parte il freddo ne è valsa la pena. Il penultimo giorno andiamo a STOCKING ISLAND situata di fornte ad Exuma; optiamo per la parte di sinistra che è molto più tranquilla. Prendiamo il taxi (barchetta piccola) dal moletto dell’hotel “Peace & Planty” al costo di 12$ a persona A/R. Anche questa volta portiamo panini da casa ma non ce n’è bisogno perché il proprietario del taxi ha un locale sulla spiaggia dove sua moglie e il figlio preparano hamburger e servono da bere. Arrivati sulla spiaggi ci incamminiamo verso l’obelisco, poi verso sinistra dove c’è la spiaggia delle stelle marine uguali a quelle viste l’anno scorso a Bocas del Toro (Panama). Ritorniamo alle 4 dopo aver preso un po’ di sole (e anche qualche nuvola) sdraiati sui lettini sulla spiaggia messi a disposizione dal localino. A Gerogetown compriamo il necessario per preparare l’aragosta alla catalana e una pasta (tanto per ricordare i sapori di casa); la polpa è molto più bianca della nostra ma è ugualmente molto buona. In base ad una conversazione avuta con un americano apprendiamo che questo è una degli inverni più rigidi che abbia mai fatto qui ad Exuma (siamo stati sfortunati). Ho un consiglio da dare a tutti coloro che soffrono di allergie (pollini, insetti e animali in genere): portate con voi una crema forte al cortisone o delle pillole per le allergie perché qui (come in tutti i posti tropicali) ci sono i mosquitos e i sand flies (conosciuti anche come no – see – ums) che non si vedono ma si sentono. Le punture non si vedono inizialmente, poi si trasformano in enormi (per lo meno per il mio caso) punture viola che provocano molto prurito e non fanno dormire la notte (io stavo per dare di matto); l’anno scorso a Panama ho patito la stessa cosa e non ho pensato di portare creme con me (intelligente vero?). L’ultimo giorno pratico ad Exuma si presenta molto ventilato. Dopo la colazione andiamo a Gerogetown per l’acquisto di alcuni souvenir. La decisione di aspettare l’ultimo giorno non è stata delle migliori infatti oggi è domenica ed è tutto chiuso, solo Smittie’s e il market del paese sono aperti ma il primo fino alle 10 mentre il secondo fino ale 11. Un po’ delusi decidiamo di provare ad andare nella parte riparata di Jolly Beach. Fortunatamente non passa neanche un filo di vento ed il sole finalmente spunta… e si fa sentire. Pensavamo avremmo patito il freddo invece è risultata la giornata più calma e calda di mare fatta durante tutta la permanenza qui… eh! Imprevedibile Exuma. A pranzo rientriamo a casa per finire l’aragosta avanzata dalla sera prima, il tempo si incupisce di nuovo allora decidiamo di fare un giro in macchina nella parte sud. Per cena Petere ci ha riservato un tavolo alle 19:45 nel ristorante dell’hotel “Peace & Planty Bonefish lodge” situato poco prima del ponte che collega Exuma a little Exuma. Prima di andare a cena ci avvisa che ci sarebbe stata una bella sorpresa nel ristorante (che noi non diremo per non rovinarla e per non rivelare tutto ciò che Peter ha in serbo per i suoi ospiti). Il locale è molto bello, tutto in legno lucido con un grande bancone ed una bella terrazza sul mare dalla quale in estate (come ci ha spiegato Peter) si possono vedere il sole e la luna uno di fronte all’altra. Mangiamo Conch Fritters, Bahamian Soup e Grouper pan frie + coca + b; dirra + 2 caffè americani per un totale di $69,95; diciamo che non è economico ma per l’ultima sera in quest’isola si può e si deve fare (che poi abbiamo visto le dimensioni delle aragoste che servono e per il prezzo sono un’affare). In questo momento siamo all’aeroporto internazionale di Exuma, c’è una piccola tv in lontananza, delle seggiole in fila su cui aspettare il volo che ci porterà via da questo paradiso (e oggi lo è davvero perché c’è un sole bellissimo) e ci sono 2 negozietti dove si possono acquistare dei souvenir (2 conchiglie 28$ con 5% in più perché il pagamento è stato effettuato con carta). Ieri io e Giuseppe facevamo delle considerazioni mentre percorrevamo l’isolata strada dell’isola; la cosa che ci ha colpito di più è la gente locale, vivono con poco, si accontentano ma non vedi facce stanche o sguardi sospettosi, ciò che vedi dai loro occhi e dal loro stile di vita è la gioia di vivere, la gentilezza, il divertimento ed il sapersi accontentare di ciò che hanno (la nostra cultura invece non è mai contenta). Ci hanno colpito le lunghe, bianche e meravigliose spiagge (noi siamo abituati alle nostre bellissime spiagge della Sardegna ma queste sono davvero da sogno). Durante questa permanenza ad Exuma è andato tutto perfettamente, l’unica cosa che non ha funzionato è la carta telefonica acquistata alla Batelco (siamo andati a chiedere delucidazioni sul perché non stesse funzionando, ci hanno dato un numero da comporre prima del prefisso internazionale, ma nonostante questo non funzionava, rimarremo sempre col dubbio!) Ci portiamo dietro il profumo del mare, la cordialità dei locali, la bravura e il carisma di Peter, la discrezione di sua moglie Betty, la simpatia di tutti gli ospiti del Coral Garden e lo stupore di tutte quelle volte ci appariva davanti uno spettacolo indimenticabile fatto di spiagge dalle cui acque fuoriusciva la luce che talvolta non veniva irradiato dal sole. A tutti coloro che vogliono vivere un piccolo sogno, evadere dalla realtà, rilassarsi e non pensare a niente consigliamo di visitare Exuma, di scegliere come fortunatamente abbiamo fatto noi il Coral Garden e di fare tesoro dei preziosi consigli di Peter e Betty. Sorvoleremo con SkyBahamas (se potete scegliete Bahamasair o altre compagnie) le splendide acque delle Bahamas e torneremo a casa con un nuovo ed indimenticabile ricordo di viaggio. Alessia e Giuseppe.


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