Viaggio a Lanzarote, tra le opere di Manrique e le spiagge nere

Tour tra vulcani e opere del geniale Cesar Manrique
Scritto da: Lurens55
viaggio a lanzarote, tra le opere di manrique e le spiagge nere

Lanzarote, dal 7 al 19 maggio 2023

Diario di viaggio

Domenica 7 maggio

Parcheggiato a Caselle da Ceretta Parking. Costo del biglietto del volo Ryanair da Torino ad Arrecife 215.96€ in 2 con zainetto e trolley cabina. Alle 15 decolla e alle 17.40 (ora Canarie che sono -1h rispetto a Torino) atterra. Ritiriamo l’auto da PaylessCar da cui avevamo noleggiato a Fuerteventura. Costo 217.90€ con assicurazione Kasko totale senza deposito cauzionale. Mi consegnano una Ford Ka un po’ malandata. Acceso il quadro, si illumina l’indicatore della pressione gomme da regolare. Verifico visivamente che non ci siano gomme a terra o molto sgonfie e visto che sembrano tutte e quattro in condizioni di viaggiare evito di tornare dentro a perdere tempo all’ufficio e parto; tanto dobbiamo fare pochi chilometri.

Alle 18.30 siamo al residence TUI Flamingo Beach a due passi da una enorme spiaggia di sabbia. Costo 957.60€ per 12 notti un bilocale con colazione inclusa. C’è un bel sole, vento forte, temperatura 25 gradi. L’appartamento che ci hanno assegnato è spazioso, con bagno grande finestrato, ma arredato in modo molto trasandato. Fodere dei divani con delle macchie, ante dell’armadio storte che non si chiudono, mobiletti con parti in ferro arrugginite. Nulla che comprometta la vacanza, ma un po’ più di cura nella manutenzione non ci starebbe male.

Facciamo un giro nei dintorni per trovare dove cenare. Sono tutti ristoranti per turisti (naturalmente). Ci sediamo al Bahia con vista su Isla de Lobos e Fuerteventura. Rispetto a Fuerteventura (nov. 2021) i prezzi sono più alti. Anche qui come da noi tra pandemia e crisi internazionali i costi sono lievitati. Cena dignitosa. Due passi sul lungomare e poi in casa.

Lunedì 8 maggio

La colazione è molto soddisfacente. C’è di tutto. Dolce, salato, caldo, freddo e persino un angolo vegano. Per tutti i gusti. Si parte. Prima sosta alla stazione di servizio per controllare le gomme, ma il compressore non va e il benzinaio mi dice di arrangiarmi. Si riparte. Sosta in un’altra stazione di servizio. Qui funziona e il benzinaio è collaborativo. Le gomme hanno pressioni tutte diverse e una è quasi sgonfia. A Fuerteventura PaylessCar aveva tutte auto ben tenute. Questa a Lanzarote meno. Rimessa a posto l’auto andiamo alle saline del Janubio. Niente di che. Ma dato che sono quasi sulla strada per El Golfo si fanno un paio di foto.

Poi a El Golfo per andare a vedere il laghetto verde “Charco de los Clicos“. Molto suggestivo il contrasto del verde intenso con la sabbia nera e il mare blu scuro. Giretto nel paese abbastanza in disarmo. Quasi tutto chiuso. Ripartiamo per Los Hervideros. Percorriamo una strada che passa attraverso un gigantesco campo di lava. Assomiglia al tratto di strada in Islanda da Keflavik a Reykjavik. Solo che qui a Lanzarote fa caldo.

Los Hervideros è un posto molto scenografico. Mare impetuoso contro scogliere nere di basalto. Si torna al residence. Facciamo una bella passeggiata lungo il mare di qualche chilometro e poi approfittando dei ripari antivento ci mettiamo a prendere il sole. Purtroppo ogni tanto folate ci buttano la sabbia negli occhi e quindi ci trasferiamo nel solarium della piscina. I lettini prendisole sono in parte malconci con il telo un po’ sfondato e lo schienale che non si può regolare perché i sostegni sono rotti.

Per cena andiamo al ristorante Cofradia de Pescadores di fronte al porto che propone la grigliata di pesce fresco. Porzione abbondante ma molto poco curata la preparazione. Pesci molto liscosi e poco saporiti.

Martedì 9 maggio

Alle 9 partiamo con destinazione il Parco dei Vulcani di Timanfaya. Arriviamo all’ingresso alle 9.30 e non c’è coda. Il biglietto intero costa 12€, quello ridotto per invalidi 8.40€. Non hanno troppa considerazione per gli invalidi alle Canarie. In Italia gli sconti sono molto più alti.

Si percorre un tratto di strada fino al parcheggio dove si lascia l’auto e si sale sul bus che fa il giro del parco (circa 40 minuti). È un campo di lava di 170 kmq creato dalle eruzioni che si sono susseguite dal 1730 al 1736 da cui escono coni vulcanici di varie dimensioni e colori. Molto scenografico. Ad un certo punto si passa davanti alla parete di una caldera che sembra raffigurare un volto demoniaco (Il diavolo di Timanfaya, guardiano dei vulcani). Purtroppo le foto si possono solo fare attraverso i vetri del bus. Terminato il giro andiamo a vedere il cuoco che cucina i polli al calore che sale dalle profondità della terra. Curiosamente non c’è odore di zolfo come invece capita in altre zone vulcaniche. Andiamo poi al Visitor Centre (circa 2 km di distanza dall’uscita del parco) dove ci sono cartelloni e video informativi dell’area. C’è anche un filmato che purtroppo non vediamo causa orari incompatibili con il nostro programma di visite.

Facciamo una deviazione per andare a vedere la Caldera de los Cuervos, un vulcano spento molto suggestivo. Purtroppo il vento è fortissimo e quindi rinunciamo a fare tutto il percorso ad anello intorno al vulcano. Tornando a casa ci fermiamo a fare qualche foto alle coltivazioni di vite a La Geria. Qui le viti sono coltivate dentro avvallamenti protetti da muretti semicircolari antivento. Il terreno è ricoperto da minuscoli piroclasti neri che creano un bel contrasto cromatico con il verde delle foglie di vite. I piroclasti hanno la funzione di mantenere umido il terreno sottostante e il loro colore nero è utile a scaldare il terreno così le viti fruttificano meglio.

Nel pomeriggio andiamo all’ufficio di Payless Car a Playa Blanca a far riparare la gomma che si sgonfia. L’impiegato ci accompagna all’officina e in pochi minuti la gomma è riparata (speriamo tenga). Poi a Papagayo Beach che è nelle vicinanze. La strada che porta a Papagayo è sterrata, ma in buone condizioni. Si lascia l’auto in un grande parcheggio. Percorrendo un sentiero un po’ ripido che scende fino al mare (30 metri di dislivello) si arriva alla spiaggia. Molto grande con sabbia fine dorata e abbastanza protetta dal vento, però le onde sono abbastanza alte.

Mercoledì 10 maggio

Partenza con calma per il Jardin de Cactus, un magnifico giardino botanico di 5000 metri quadrati inaugurato nel 1990 e costruito su una ex cava. È stato l’ultimo intervento realizzato a Lanzarote dal genio dell’artista lanzaroteño César Manrique. Biglietto intero 10€, invalidi 7€. Spettacolare. Sono presenti oltre 10000 piante di cactus di oltre 1200 specie diverse, provenienti da zone lontane come Perù, Tanzania, Madagascar, ecc. Il numero di esemplari di cactus è in costante crescita, poiché di tanto in tanto vengono piantate nuove specie per aumentare la diversità del giardino.

Tornando verso casa facciamo sosta a Teguise, l’antico capoluogo di Lanzarote. Teguise merita la sosta (e anche una deviazione). Ci sono case molto caratteristiche bianchissime con serramenti verde brillante, molte palme e grandi bouganville nella piazza principale dominata dalla chiesa di Nuestra Señora de Guadalupe ricostruita dopo un incendio nei primi anni del ‘900. Siamo saliti con l’auto al Castello che è sulla cima della collina. Niente di speciale, ma è gratuito e si vede il panorama a 360°. Proseguendo il viaggio di rientro ci fermiamo alla Bodegas El Grifo per assaggiare la tipica Malvasia. Facciamo una degustazione di 3 tipi diversi: due secche e una “semidulce” (10€).

Passiamo di nuovo davanti alla Caldera de Los Cuervos e visto che il vento è un po’ meno forte dell’altro giorno ci riproviamo. Percorsa la strada pedonale sterrata che porta davanti al vulcano, giriamo a destra e fatta poca strada troviamo sulla sinistra la fenditura da cui si accede al fondo della gigantesca caldera da cui nel 1730 è fuoriuscito un mare di lava incandescente. Tornati al residence relax sui lettini della piscina. Cena da green and grill adiacente al residence. Menu fisso 23.50€ non male.

Giovedì 11 maggio

Mattinata di relax in piscina. Nel pomeriggio andiamo a El Golfo per cercare un sentiero che vada verso los Hervideros lungo il mare, ma purtroppo non esiste. Allora andiamo verso los Hervideros con l’auto e ci fermiamo su una spiaggia di sabbia e ciottoli neri al riparo dal vento a guardare lo spettacolo dell’oceano impetuoso.

Dopodiché andiamo per la seconda volta a Los Hervideros per rivedere la costa di lava erosa dal mare che è sempre un bello spettacolo della natura.

Ceniamo a El Golfo da El Caleton. Una buona trattoria vista oceano.

Venerdì 12 maggio

Prima tappa della giornata Jameos del Agua, uno spazio naturale e centro artistico, culturale e turistico ideato da César Manrique. Con “jameo” si intende un foro che si produce a causa del crollo del tetto di un tunnel di lava. Il Jameos del Agua, infatti si trova all’interno del tunnel vulcanico prodotto dall’eruzione del vulcano de la Corona ed è il primo Centro di arte, cultura e turismo creato da César Manrique.

Nelle acque cristalline del Jameo del Agua vive una specie di granchio unica ed endemica, detta granchio cieco (Munidopsis polymorpha), un granchio di una lunghezza di un paio di centimetri, albino e cieco. Ci sono vari bar e ristoranti e una bellissima piscina ovviamente non usabile. Il biglietto costa 10€ (7€ invalidi) come per il giardino dei cactus che mi è piaciuto molto di più.

A pochi km di distanza c’è il Mirador del Rio, un promontorio da cui si vede l’Isola di Graciosa. Si può fare una passeggiata lungo la strada e l’isoletta si vede benissimo senza pagare nulla. Successivamente andiamo a visitare Cueva de los Verdes (10€ intero, 7€ invalidi). È un tubo che si è formato 5000 anni fa, prima dell’eruzione di Timanfaya. Il canale vulcanico è lungo 7 km, si estende dal vulcano Corona fino alla costa e poi continua sotto l’oceano per 1,5 km. Questo ultimo tratto è noto come il tunnel di Atlantide. La visita è solo guidata e in gruppo di 50 persone (decisamente troppo numeroso) e dura un’ora. La spiegazione è in spagnolo e poi in inglese.

Il tunnel è illuminato e i colori che si vedono sono: il bianco del calcare, il beige dei fosfati, il rosso dei minerali ferrosi e il nero del basalto. Il verde non c’è. Il nome Cueva de los Verdes deriva infatti dal cognome di un pastore che viveva qui insieme alla sua famiglia durante il XVIII secolo. Inoltre, già nel XVII secolo le grotte di Lanzarote rappresentavano un nascondiglio per i locali dai pirati che attraccavano sulle coste di Lanzarote. Il Tunnel ha due livelli. Quando si sale al secondo livello c’è una sorpresa.

Ulteriore sosta al Monumento al Campesino. Una delle tante opere artistiche di Manrique. Una statua alta 15 metri realizzata con una serie di serbatoi idrici da barca accostati l’uno sull’altro. Molto bella anche l’area circostante decorata con giardini di cactus e piante.

Sabato 13 maggio

Al mattino passeggiata 6.5 km fino in prossimità del (brutto) faro Pechiguera. Relax nelle ore più calde e quindi con l’auto andiamo a Las Grietas. Un sito di canyon vulcanici irregolari molto caratteristici. Bisogna fare molta attenzione perché il terreno è estremamente scivoloso a causa del pietrisco fine di piroclasti.

Fine giornata in piscina

Domenica 14 maggio

Stamattina ci siamo impegnati di più nella camminata e siamo arrivati al faro. Al pomeriggio siamo andati a Puerto del Carmen che non ci è piaciuta. Speravamo fosse un centro particolarmente turistico con negozietti, passeggiata lungo il mare, ecc. invece c’è poco.

Lunedì 15 maggio

Siamo andati con l’auto fino al faro Pechiguera e da lì abbiamo proseguito lungo la costa fino ad un punto in cui ci sono delle piscine naturali quasi inaccessibili. Pomeriggio spiaggia. Cena di nuovo da Cofradia del Pescador, per assaggiare le patelle. Passeggiata sul lungomare

Lunedì 16 maggio

Questa mattina siamo andati con l’auto più a nord del faro Pechiguera e da lì siamo partiti a piedi su sterrata verso le Piscinas Los Charcones. Grandi vasche naturali di acqua dell’oceano limpidissima. Un po’ difficoltoso scendere, ma ne vale la pena. Colori e scenari magnifici. Purtroppo un paio di ecomostri di cemento semidiroccati rovinano il paesaggio.

Nel pomeriggio siamo andati a visitare la Fundacion Cesar Manrique, cioè la Casa del Vulcano nel comune di Tahíche. Biglietto 10€, invalidi gratuito. La Fondazione ha sede in quella che è stata la spettacolare residenza che César Manrique ha costruito al suo ritorno a Lanzarote dopo qualche anno trascorso a New York nel 1966 e dove ha vissuto dal 1968 al 1988.

L’abitazione è stata realizzata nel mezzo di una colata di lava e occupa 3.000 metri quadrati all’interno di una proprietà di tre ettari. Al piano superiore c’è un grande salone. Al piano inferiore ci sono 5 bolle vulcaniche collegate tra loro da stretti passaggi in cui sono stati ricavati spazi abitativi e persino una piccola piscina. Cenato a El Golfo da El caleton.

Martedì 17 maggio

Passeggiata e piscina

Mercoledì 18 maggio

Passeggiata al faro alla mattina

Pomeriggio sentiero litoraneo in mezzo ad un mare di lava partendo dal fondo di El Golfo. Spettacolare scenario. Purtroppo sono scivolato sul pietrisco. Io non mi sono fatto nemmeno un graffio, invece il telefono si è seriamente danneggiato: una estesa rottura dello schermo che rende inutilizzabile il QR code della carta d’imbarco. Meno male che avevo fatto la stampa su carta come backup. La cieca fiducia nel telefono non è prudente.

19 maggio

Si ritorna La consegna dell’auto è stata rapidissima. Abbiamo percorso circa 850 Km su e giù per l’isola. Acquisto di un po’ di ron y miel al duty free dove costa il 60% in più che al supermercato di Playa Blanca

Riepilogo Spese

  • Park Caselle 52 euro
  • Volo TRN-ACE 216 euro
  • Autonoleggio 218 euro
  • Residence 958 euro
  • Pasti, bar, visite 660 euro
  • Totale: 2104 euro
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Foto di lapping da Pixabay



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