Viaggio a Cuba 2

Da quando sono tornata da Cuba, la nostalgia mi porta a ricercare un qualunque contatto con quel paese meraviglioso. E la voglia di raccontare la mia esperienza è tanta! Questo viaggio non era preventivato, almeno non per il momento, ma con un preavviso di soli 5 giorni, ho accettato l'invito del mio ragazzo a condividere quest' avventura con...
Scritto da: Valentina Frigerio
viaggio a cuba 2
Partenza il: 04/03/2003
Ritorno il: 21/03/2003
Viaggiatori: in coppia
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Da quando sono tornata da Cuba, la nostalgia mi porta a ricercare un qualunque contatto con quel paese meraviglioso. E la voglia di raccontare la mia esperienza è tanta! Questo viaggio non era preventivato, almeno non per il momento, ma con un preavviso di soli 5 giorni, ho accettato l’invito del mio ragazzo a condividere quest’ avventura con lui. Il tempo a nostra disposizione era poco, 16 giorni, ma avevamo entrambi bisogno di staccare la spina da tutto, soprattutto dal freddo del marzo italiano! Apparte la storia, la politica e l’architettura cubana, non siamo partiti con molte conoscenze del paese, non sapevamo cosa aspettarci, o forse ci aspettavamo una situazione simile ad altri paesi dell’America Latina. Ma Cuba è un mondo a parte, se non ci vai non riesci neanche ad immaginare “che cosa è”!! Siamo arrivati all’Habana di notte, per cui siamo andati subito nella nostra casa particular nel Vedado senza neanche renderci conto di ciò che ci circondava. La voglia di uscire e scoprire subito il mondo che c’era fuori era tanta, ma la stanchezza e la pesantezza del viaggio (ritardi, compagnia aerea poco efficiente, attesa spropositata dei bagagli!) ci hanno fatto crollare sul letto! La mattina dopo ci siamo alzati presto presi dall’entusiasmo e dalla curiosità di uscire, di vedere, di scoprire. Come abbiamo messo il naso fuori dalla casa, siamo rimasti affascinati e in silenzio per qualche istante! La casa dove alloggiavamo, quella stessa casa che ci ha accolto la sera prima al buio, era qualcosa di spettacolare, la classica costruzione coloniale con un patio mozzafiato, arredato con tavolini antichi di ferro bianco e sedie a dondolo nello stesso stile, circondato da un giardino nel quale ogni singola pianta sembrava finta per quanto era perfetta. E fuori… Edifici coloniali altrettanto belli, pezzi di storia rimasti alle loro origini. Macchine americane che credevo esistessero solo nei film; volevo subito fotografare la prima che ho visto, non me la volevo fare sfuggire, ma poi mi sono resa conto che era pieno, in ogni angolo, in ogni giardino, in ogni strada, addirittura in qualche casa!!! Fantastico! Abbiamo cominciato a camminare senza sosta con la macchina fotografica in mano (una a testa per immortalare emozioni diverse e personali!). Abbiamo percorso tutto il paseo fino ad arrivare sul malecon; il caldo era incredibile, la luce intensissima, quasi accecante, e lo sguardo della gente ci faceva capire che avevamo scritto in fronte “ITALIANI”!!! Arriviamo al parcheggio dei Coco taxi e ne prendiamo subito uno, la tassista è una persona eccezionale, nel tragitto dal Vedado all’Habana vieja ci illustra ogni cosa. Si chiama Aracnè e il suo aspetto è meno cubano del suo nome!! Bionda con gli occhi azzurri! Abbiamo instaurato con lei una buona amicizia che ci ha accompagnato durante il soggiorno nella capitale. Vedere e percorrere il malecòn per la prima volta è stato emozionante, mi ricordo un’emozione simile solo quando ho preso il trenino che mi portava al Cristo Redentor a Rio de Janeiro. Sul muretto è pieno di ragazzi, chi si tuffa nel mare, chi si abbraccia alla proria chica, chi fa footing, chi riflette da solo con lo sguardo perso nell’orizzonte. E dall’altra parte della strada…Edifici coloniali spettacolari in condizioni pessime, ma proprio per questo affascinanti. Molti palazzi sono in restauro, sono stati dichiarati patrimonio culturale mondiale.

Arriviamo all’Habana Vieja e tutte le emozioni che ho provato fino a quel momento si triplicano. Non ci sono parole per descriverle, ogni luogo dove si posavano i miei occhi era il soggetto di una foto. C’erano donne sedute fuori dalle loro case che chiacchieravano a tutta voce da una parte all’altra del marciapiede, bambini affacciati alle finestre dietro alle caratteristiche inferriate cubane, cagnolini che scorrazzavano in ogni dove, signore anziane che chiedevano magliette o boligragi (penne), ragazzi che cercano di venderti sigari cubani a prezzi stracciati, garantendone l’originalità (!!!).

Camminiamo fino a che le nostre gambe reggono e fino al momento in cui non vediamo davanti a noi un’insegna: “La Boteguita Del Medio”. Fantastico, solo in foto avevo visto quel cartello e trovarmi lì era stupendo. Naturalmente è stato d’obbligo un Mojito. E’ un drink che io non amo in Italia, ma quello era un’altra cosa!!! Ed è un’altra cosa veramente, soprattutto perché noi usiamo la menta anziché la hierba buena. E’ ovvio che l’abbiamo comprata per portarla a casa e piantarla (anche senza radici, se annaffiata almeno tre volte al giorno, cresce rigogliosa!).

Dopo aver girato a piedi tutta l’Habana Vieja, ci siamo preparati per la notte! Con Aracnè abbiamo avuto modo di passare in mezzo alle vie più popolari (e anche più povere) del quartiere, per raggiungere un ristorante. Mi sembra incredibile che qualcuno possa vivere in quelle condizioni, la sera escono tutti in strada perché le case sono soffocanti, noi TURISTI passavamo tra loro e non c’è stato nessuno che ci ha detto o chiesto niente. Sono delle persone fantastiche, con un’umiltà impressionante.

In mezzo a queste case a un certo punto Ari ci dice: “Ecco, siamo arrivati al ristorante!” Io mi guardo in giro e non vedo niente altro che abitazioni molto povere, quasi al buio. C’è un portone, bussiamo, ci tirano le chiavi per aprire e saliamo su al secondo piano dove scopro un ristorantino niente male, una terrazza molto carina con 4 o 5 tavolini al massimo. La ricchezza e la povertà, il sacro e il profano, un contrasto impressionante. Cosa ci fa un tale ristorante in una zona come questa!!! Dopo cena andiamo in giro per locali, è bellissimo, ovunque suonano e ballano. In tutta l’isola ovunque suonano e ballano! Non mi dilungo troppo sul soggiorno all’Habana, anche perché decidiamo di non farci intrappolare da questa città che ti cattura e non ti lascia più. Al terzo giorno affittiamo una macchina e partiamo, ci dirigiamo verso Trinidad, ma decidiamo di fare sosta una notte a Santa Clara, il viaggio è abbastanza lungo da fare tutto insieme.

Decidiamo di dare passaggi ad auotostoppisti nel corso del nostro viaggio in macchina. A Cuba si muovono tutti facendo botella, sia perché non si possono permettere la macchina, sia perché qualora se la possano permettere, non si possono permettere la benzina, sia perché i trasporti pubblici non funzionano! Viaggiare a Cuba senza dare passaggi non è possibile! Nel tratto iniziale raccogliamo per strada (nel vero senso della parola, quando ti fermi ti suonano tutti senza attendere neanche un secondo!) un giovane ragazzo di Santa Clara, felice di aver trovato un passaggio diretto fino a casa. Lui studia all’Habana, ma tutti i fine settimana torna dalla sua famiglia e dalla sua ragazza. E’ una persona molto carina e di grande cultura, ha molte aspirazioni e si impegna al massimo per realizzarle. E’ un appassionato di letteratura, poesia e matematica! A Santa Clara troviamo subito una casa particular molto accogliente, gestita da una signora che ha una parlantina incredibile! Non smette mai di parlare, ma è gentilissima e ci ha aiuta a trovare una casa particular a Trinidad, luogo dove siamo diretti.

La sera usciamo alla ricerca di un posto dove mangiare, con l’occasione facciamo un bel giro per la cittadina, molto carina, anche se più classica e moderna rispetto allo stile coloniale della capitale. Troviamo due ristoranti, uno ci dice che non si può mangiare, l’altro che va solo su prenotazione, ma ci garantisce che con una piccola attesa di circa 20 minuti, avremmo trovato posto (il ristorante non era affatto pieno, c’erano almeno tre tavoli liberi!).

Decidiamo di aspettare nel bar accanto bevendoci una birra, dopo circa 30 minuti, non vedendo nessuno arrivare a chiamarci, Max decide di andare a chiedere. La stessa persona che ci aveva garantito il posto gli dice che non è possibile mangiare, come se prima non ci avesse detto niente! A Cuba si mangia abbastanza presto, i ristoranti massimo alle 10 chiudono, e noi avevamo paura di non trovare più niente; abbiamo chiesto al barista che, gentilissimo ci ha dato l’indicazione di un ristorante particular. Siamo arrivati con qualche difficoltà in questo posto, le viette sono piccole, buie e il ristorante è una casa privata senza alcun cartello fuori! L’attesa è stata ripagata perché la famiglia che ci ha accolto è gentilissima, il cibo ottimo e a metà cena è entrato un cantore con una chitarra e una voce strepitosa che ha cantato tutte le più classiche canzoni cubane! La serata è terminata in un baretto sulla piazza principale con un bicchiere di ron ad ascoltare un terzetto che suonava! Il mattino seguente ci siamo diretti verso Trinidad. In questo tratto di strada avremo dato circa 4 o 5 passaggi!!! Ogni persona che sale in macchina racconta una storia differente, un pezzo di vita cubana che ogni volta ti affascina. Il giovane studente, la mamma con tre piccoli al seguito, il contadino che esce dal campo, un piccolo bambino che torna a casa dalla scuola da solo, e mille altre persone e situazioni diverse. E’ un modo perfetto per conoscere la gente e la loro vita.

Trinidad è un posto affascinante, regno della bellezza, del divertimento e dell’arte.

Le strade sono di pietra, percorse da carrozze e biciclette, nei ruderi della città vengono organizzati spettacoli che riportano indietro nel tempo. Il luogo è la patria della musica afro-cubana, ma per ascoltare salsa, merenghe e rumba, basta fare una passeggiata sulle scalinate della piazza, o alla casa della musica. Ci sono gruppi che suonano a tutte le ore e i cubani non perdono occasione per ballare. Qui si ha la possibilità di socializzare molto, abbiamo conosciuto diverse persone, sia turisti che (soprattutto) cubani. Durante il giorno tra le viette strette e dissestate, si svolge un mercato dell’artigianato molto interessante. C’è chi lavora il legno realizzando dei fiori splendidi, chi lavora la ceramica per dare vita a delle caricature divertentissime delle donne cubane, con il sedere in fuori e quei vestiti a fiori coloratissimi. C’è anche chi vende strumenti musicali fatti a mano di una bellezza incantevole, oppure si possono incontrare degli artisti, soprattutto pittori, che ti trascinano a vedere le loro gallerie e, devo essere sincera, ci sono dei quadri veramente belli, alcuni rappresentano degli scorci di Cuba che sicuramente vale la pena riportare a casa! Affittiamo una stanza a casa di Sara Sanjuan, una signora la cui famiglia doveva essere molto ricca ai bei tempi di Cuba. La sua casa sembra una reggia, sedie e tavolini Luigi VI, librerie con testi antichi di edizioni oggi introvabili, stanze da letto con soffitti a travi altissimi, pavimenti con maioliche decorate e… Un giardino interno da sogno, pieno di piante e fiori con al centro un tavolino con delle sedie in ferro bianco dove la sera ci veniva servita una cenetta niente male. Era il momento più rilassante della giornata! Anche perché dopo cena ci aspettavano delle splendide serate, tra balli, musiche, rum e sigari!! Dover partire da Trinidad è stato molto difficile, si stava così bene che non ce ne saremmo mai andati, ma sapevamo che c’era poco tempo e mille altri posti da vedere! Così, la mattina di buon ora, dopo aver cambiato la ruota della nostra macchina trovata a terra, ci siamo diretti verso Camagüey.

Questa cittadina dell’entroterra cubano è veramente affascinante, ricca di strutture coloniali in buono stato (rispetto all’Habana!). E’ molto popolata e naturalmente la sera è piena di locali dove si suona musica, si balla e si può godere di spettacoli molto carini.

Ma la cosa che più mi è rimasta impressa è il Bar del Cambio, un vecchio locale dove un tempo si giocava la lotteria e che oggi è diventato un bar. E’ un posto che mette i brividi, inquietante, quasi lugubre. Vi si respira una strana atmosfera, soprattutto se ci finisci dentro in piena notte al ritorno da una festosa serata! Sulle pareti sono rimaste le iscrizioni originali con i numeri e i loro significati legati spesso a storie e leggende che sembrano prese dal peggiore degli incubi, e per completare il tutto delle colate di vernice rossa che si addicono perfettamente all’ambiente! Dietro al bancone del bar, in fila, una serie di bottiglie di Avana Club e nient’altro! Naturalmente la mattina seguente, prima di partire, era d’obbligo una sosta per scattare almeno una ventina di foto!! Nonostante la luce del sole, il posto non aveva perso il suo fascino! Dopo questo breve giro interno al paese, ci è tornata una folle voglia di mare che ci ha portato a Playa Santa Lucìa, una penisola molto piccola sulla costa nord della provincia di Camaguey. E’ un posto molto turistico, pieno di alberghi e villaggi, non c’è un vero e proprio paese, ma nonostante questo (!!!) il mare è molto bello e la gente molto carina. La sfortuna ha voluto che siamo capitati in un periodo di forti controlli da parte della polizia per cui non abbiamo trovato nessuno disposto ad affittarci una stanza e siamo finiti in un hotel sulla spiaggia, l’unico che non era un villaggio e che quindi non chiedeva 80/90 $ (per usufruire della piscina…Con quel mare!!!!) Il nostro soggiorno a Santa Lucìa è stato allietato da una conoscenza, Esthèr, una parrucchiera che lavora lì e che ha una carica di simpatia impressionante! Le abbiamo dato un passaggio, così l’abbiamo conosciuta. Eravamo diretti allo stesso ristorante.

Da subito ho capito che era una persona con una certa cultura e anche molto intelligente. Abbiamo parlato molto quella sera, soprattutto del tipo di vita che si fa in un posto come quello, dove il centro abitato più vicino dista almeno 20 Km! Non è stato difficile per noi invitare Esthèr a passare la serata con noi il giorno successivo! Ci ha invitati a prendere un caffè nella sua casa, composta di due piccole stanzette alle spalle della bottega dove lavora.

Ci ha fatto vedere la foto della figlia e ci ha raccontato un po’ della sua vita. Dopo siamo andati a cena e poi in un locale dove c’era uno spettacolo. Lo spettacolo in sé non era il massimo, ma la cosa più divertente è stata Esthèr che ha riso dall’inizio alla fine e che ogni 5 minuti mi faceva una battutina nell’orecchio o su qualche elemento dello show, o sulle facce delle persone che erano lì ad assistere con noi!! E’ stato un vero dispiacere lasciarla dopo appena due giorni.

Una cosa strana invece che mi è capitata lì al mare è stato ricevere un morso da un pesce!!! Credo che queste cose capitano solo a me! Stavo sulla riva con l’acqua fino ai fianchi, ferma a prendere il sole e a godere dello splendido paesaggio, quando si avvicina a tutta velocità un pesce di medie dimensioni che si scontra con la mia gamba! Una volta uscita dall’acqua mi sono accorta che avevo due piccoli buchini che dopo un po’ si sono gonfiati lasciandomi il segno a tutt’oggi!!!! A questo punto del nostro viaggio ci siamo resi conto purtroppo che il tempo a nostra disposizione era veramente poco e che i chilometri da fare per ripercorrere la strada verso l’Habana erano tanti. Abbiamo dovuto prendere una dura decisione! Non era possibile visitare l’Oriente, il che vuol dire rinunciare a Santiago, Baracoa, Guantanamo e tutta la costa sud che è stupenda. E’ stato difficile, ma ci siamo ripromessi che per sopperire a questa mancanza, saremmo tornati a Cuba al più presto! Siamo quindi tornati verso nord, diretti a Moròn, tappa d’obbligo per chi vuole visitare Cayo Coco e Cayo Guillermo. Moròn è un paesino molto tranquillo, apparte la famiglia presso la quale abbiamo trovato una stanza in affitto!!! Lei più che cubana sembrava sarda, soprattutto per il suo modo di parlare italiano, lui, il suo compagno, una persona dal passato un po’ losco, ma ora quasi sulla retta via, e il ragazzo, il figlio di lei, un tipo molto riservato e molto geloso della madre, credo che non approvasse la loro relazione! Tralasciando le liti familiari, il soggiorno a Moròn è stato piacevole perché ci ha dato modo di scoprire e visitare queste due splendide isolette, per raggiungere le quali bisogna passare una sorta di frontiera con tanto di pedaggio da pagare, e percorrere un terrapieno sul mare di circa 20 Km. La strada sembra molto più lunga, si è circondati dal mare e intorno il niente! Ma ogni tanto la nostra attenzione veniva catturata da qualche iguana che sostava su uno scoglio vicino al mare a prendere un po’ di sole! Sembrava che il passaggio delle macchine non le disturbasse affatto! Quando siamo arrivati a Cayo Guillermo abbiamo subito avuto la sensazione di trovarci in paradiso…Una baia di sabbia di un bianco accecante e di una finezza che la faceva sembrare polvere, un mare trasparente a tal punto che non si riusciva a capire dove finiva la spiaggia e dove cominciava l’acqua, un sole di una tale intensità che rendeva l’atmosfera surreale. E sul bagnasciuga…Un’infinità di stelle marine che non facevano altro che attendere l’alta marea che le riportasse alla vita del mare.

Le parole non potranno mai descrivere la bellezza di quella natura che lì, in quel posto, in quel momento, ha dato il massimo di se! Dopo aver assistito ad un tale spettacolo, abbiamo deciso di recarci a visitare un’altra isoletta della quale ci avevano parlato molto bene: Cayo Santa Maria, separata dalla terra da ben 50 Km di terrapieno! Decidiamo di prendere alloggio a Caibarién, cittadina vicinissima alla “frontiera” per accedere all’isola. Avevamo l’indirizzo di una casa particular che ci aveva fornito la “strana” famiglia di Moròn, ma purtroppo, o forse per fortuna, era già al completo quando siamo arrivati. La casa è di una coppia che gestisce la propria vita familiare in questo modo: lei, lavora tutto il giorno; lui, sta a casa ad accogliere gli ospiti, a pulire le loro stanze, a preparare loro la colazione e la cena. O almeno questo è quello che dice. In realtà quello che abbiamo visto noi è una signora di una certa età che cucina e un’altra che pulisce. Lui sta in poltrona ad ascoltare la musica a tutto volume e a chiacchierare senza sosta (nel vero senso della parola) con gli ospiti! Abbiamo comunque trovato una sistemazione eccellente in un paesino a pochi chilometri da Caibarién, Remedios. La signora che ci ospitava era molto cortese e la nostra stanza sembrava la casa delle bambole! Un piccolo gioiello! Come del resto il paese, piccolo, ma accogliente, con una grande piazza dove la sera si ritrovano tutti (ad ascoltare musica naturalmente!) La mattina quando ci svegliamo ci prepariamo con entusiasmo per andare a vedere questa famosa Cayo Santa Maria! Il cielo era molto nuvolo, ma ci avevano detto che era normale e che sull’isola, essendo a 50 Km dalla costa, avremmo sicuramente trovato il sole. Non è stato così! Non appena siamo arrivati, tempo di fare un piccolo giro in macchina per orientarci, ha cominciato a diluviare. Ho avuto tempo di affacciarmi in un paio di punti e rendermi conto della bellezza del posto, ma la nostra giornata è terminata molto presto, anzi ci siamo affrettati a ripercorrere la strada del ritorno che, devo essere sincera, è stata molto “suggestiva” in mezzo al mare aperto con una pioggia battente che ci impediva di vedere a un metro di distanza!!! Due giorni ancora e dovevamo lasciare Cuba; un giorno e dovevamo riconsegnare la macchina all’Habana. Praticamente quella doveva essere la nostra ultima giornata di mare! Ma non ci siamo arresi, anzichè tornare diretti nella capitale, abbiamo fatto una sosta non preventivata a Varadero. Ci eravamo ripromessi di non andarci mai, le località così turistiche non sono di nostro gradimento, ma a mali estremi estremi rimedi!! Del resto eravamo anche curiosi di vedere questo posto che molta gente scambia per Cuba! A mio parere è gente che non capisce niente! Varadero è un’oasi felice per i turisti, di Cuba non ha niente, o forse qualcosa ce l’ha: il mare! Per quel che serviva a noi in quel momento andava benissimo! Tra un villaggio turistico e un altro abbiamo trovato un pezzo di spiaggia libera e ci siamo fatti la nostra ultima e tanto agognata giornata di mare!! Il rientro a l’Habana è stato triste, ma allo stesso tempo piacevole. Abbiamo avuto la sensazione di essere tornati a casa… purtroppo non era così, la nostra casa l’avremmo raggiunta dopo qualche ora di volo e con grande amarezza! Comunque l’ultimo giorno nella “nostra” città è stato bellissimo! Siamo andati a salutare tutte le persone che avevamo conosciuto, abbiamo fatto un’interminabile passeggiata in mezzo a quelle strade e quegli edifici che racchiudono un’atmosfera magica, e infine ci siamo dedicati una serata da veri cubani!! Sul malecòn, con una bottiglia di Avana Club, in compagnia di tre simpaticissimi cantori che ci hanno fatto ascoltare tutto il repertorio della migliore musica cubana! Il tutto condito da balli, risate e tanta tanta allegria! Vi risparmio il momento della partenza perchè mi ha lasciato una ferita nel cuore! Questo è stato il nostro viaggio a Cuba! Un’esperienza indimenticabile! Valentina



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