Viaggiare da sola in India? Basta seguire questi semplici consigli per una vacanza sicura

Viaggio da sola alla scoperta del triangolo d'oro
Scritto da: rosaz2
viaggiare da sola in india? basta seguire questi semplici consigli per una vacanza sicura

Partenza da Linate il 6 luglio con volo Lufthansa. i giorni a disposizione sono pochi quindi ho organizzato tutto pensando di ottimizzare i tempi e prendendo qualche precauzione in più dato che viaggio da sola in un paese come l’India. Obiettivo principale di questo viaggio è la visita al Taj Mahal che ho in cima alla lista dei desideri da tanto tempo. Mi sono studiata nei mesi precedenti con attenzione le indicazioni della Lonely, i diari di viaggio e altre informazioni in rete perché so che sarà una metà un po’ più complicata dei viaggi precedenti. 

Con uno scalo a Francoforte, il volo arriva all’aeroporto di Delhi alle 2.00 del mattino. Dopo i controlli in dogana (consiglio: il visto fatto on line al prezzo di 10 € va stampato e va stampata anche la mail con cui confermano l’emissione del visto), prima di uscire dal terminal 3 ed essere assalita da taxisti guide ecc, mi sono preparata così: prelevato contante da un bancomat (perché è sempre difficile che accettino le carte di credito, tranne che negli hotel e ristoranti di lusso, quindi è sempre meglio avere una buona quantità di contante,  acquistato una sim dalla postazione Airtel (che poi non sono riuscita ad attivare per tutta la vacanza quindi sono rimasta senza internet ma ha funzionato bene il Wi-Fi di bar e hotel); prenotato il taxi prepagato dalla postazione del servizio taxi della polizia.Alla postazione hanno cercato di cambiarmi denaro in nero e mi hanno dato il resto sbagliato che sono tornata a far correggere.

All’uscita del terminal sono stata assalita da facchini che mi volevano aiutare con le valige (nonostante viaggiassi con un piccolo bagaglio) e soprattutto dai taxisti. Mi sono diretta sicura verso la postazione dei taxi della polizia neri e gialli, un po’ scassati e mi sono rifiutata di salire sul taxi fino a che l’autista non ha inserito l’indirizzo dell’hotel nel suo cellulare perché avevo l’impressione che non sapesse la strada. Altri taxisti hanno cercato di prendermi dalle mani la ricevuta del pagamento del taxi prima di salire sull’auto, ma avendo letto sulla Lonely di non consegnarla fino all’arrivo, così ho fatto, per precauzione ho anche fatto una foto al taxi che poi ho mandato a me stessa… ma questo il taxi sta non lo sapeva! Il primo impatto con la città è forte e crudo nonostante sia notte. Arrivata in hotel Smart signature a 15 min. dall’aeroporto (12€ a notte colazione inclusa servita in camera ) alle 3.30 di notte. Vedrò con la luce del sole se la prima impressione della città è confermata.

Alle 11 del mattino puntuale si presenta in hotel il mio autista per il mio tour prenotato con Viator (tour 4 gg e 3 notti nel triangolo d’oro) da un tour operator locale, la crystal holidays, assolutamente consigliato, organizzazione impeccabile e flessibile, soprattutto perché viaggio sola. L’autista Shyam e le guide di Delhi, Agra e Jaipur si sono rivelate estremamente professionali. È una soluzione che consiglio a chi ha poco tempo perché consente una flessibilità che i pur affascinanti trasporti pubblici non hanno. Inoltre, con i 40 gradi che ci sono a luglio, viaggiare con l’aria condizionata è sicuramente un elemento da non sottovalutare.  La città con la luce del sole si presenta come un incredibile dedalo di uomini, animali, macchine, moto, rickshaw. C’è sempre un incessante sottofondo di clacson a cui presto però ci si abitua. Come ci si abitua a vedere mucche, cani, scimmie, pecore, camminare indisturbati per strada. Il traffico è qualcosa di mai visto e ci si chiede come non facciano ad esserci incidenti a catena ogni secondo. Probabilmente il tutto ha trovato un suo equilibrio. Comunque affittare e guidare un auto qui deve essere sicuramente un’impresa non da poco per i turisti. 

A Nuova Delhi visito: Qutub Minar, il Bahai Temple anche detto Tempio del Loto, costruzione moderna. Quello che trovo affascinante è il pensiero che gente di religioni diverse (ci sono indù, mussulmani, buddhisti e forse anche cristiani), si ritrovino a pregare in un luogo comune. Faccio un giro in auto del centro dove vedo l’Indian Gate, il Parlamento e il Palazzo Presidenziale che però non mi sorprendono particolarmente.

Dopo il giro per il centro partenza per Agra, per fortuna utilizzando forse una delle poche vere autostrada dell’India, anche qui, però, incontriamo mucche sulla strada o all’uscita del casello e moto o addirittura auto che viaggiano in contromano sulla corsia di emergenza. Il viaggio ad Agra dura circa 3 ore, arrivo che è sera. Notte in hotel perché la mattina Shyam mi verrà a prendere alle 5 per visitare il Taj Mahal all’alba. Al Taj Mahal non ci si può avvicinare con l’auto e neppure con i rickshaw per evitare che l’inquinamento lo rovini. L’auto mi lascia all’ingresso dove incontro la mia guida del giorno e, con un golfcart a disposizione dei turisti (dietro piccola mancia), si arriva ai piedi dell’imponente monumento. Lo spettacolo del Taj Mahal che si staglia bianchissimo davanti agli occhi all’alba, quando il numero dei turisti è ancora relativamente esiguo, è un‘emozione che vale tutto il viaggio e la fatica. La guida mi racconta la storia, gli aneddoti e le leggende, scattiamo le foto di rito all’esterno (all’interno non è possibile fotografare) e ci dirigiamo, in auto, all’agra Fort.

L’Agra Fort è un edificio incantevole, molto interessante, dove, peraltro, fu imprigionato, dal suo stesso figlio, proprio l’imperatore Mughal Shahjahan, colui che aveva commissionato la costruzione del Taj Mahal in ricordo della compianta moglie Mumtaz Mahal. Fortunatamente dalla sua cella dorata l’imperatore poteva, per lo meno, ammirare il Taj Mahal. Lasciato l’Agra Fort e la guida, parto per Jaipur che dista 5 ore di macchina. Arrivo in serata, check-in in hotel e riposo per la visita programmata a Jaipur il giorno successivo. La mattina, davanti al palazzo Hawa Mahal (il palazzo rosso nella copertina di una delle edizioni Lonely sull’India) incontro la mia guida di Jaipur.

Il palazzo fu costruito per permettere alle donne, che non potevano uscire, di ammirare il mondo esterno da dietro le numerosissime finestre del palazzo, è molto spettacolare all’esterno ma non è visitabile all’interno. Con la guida visito l’Amber Fort, che fu capitale dello stato fino al 1728. La visita all’interno è interessante. All’esterno ci sono molte attrattive per turisti come elefanti ed incantatori di cobra. In questo periodo dell’anno ci sono pochissimi turisti stranieri oltre a me, sono soprattutto turisti indiani. Molti mi fermano sia a Jaipur che nelle altre città per chiedermi di fare selfie e per avere notizie sul mio Paese di provenienza perché sono molto interessati agli stranieri, forse perché non ne vedono moltissimi. Dopo il Forte ci fermiamo in auto a fare qualche foto al Jal Mahal, palazzo estivo del Maharaja, costruito nel mezzo del lago, bello per fare le foto ma non visitabile.

Dato che ho specificatamente richiesto al tour operator indiano di non portarmi a visitare fabbriche di artigianato o negozi perché non mi interessavano, di volta in volta se c’era qualcosa che mi interessava durante il tragitto, chiedevo al solerte Shyam di fare una deviazione. In quell’occasione la guida mi ha proposto di visitare un vero tempio Krishna (il Jagat Shiromani), quello dove si recava lui a pregare, ho accettato di buon grado perché era proprio una delle tappe che avrei voluto aggiungere al tour. Era in corso una cerimonia di preghiera a cui ho assistito affascinata. Dopo il tempio siamo tornati alla tappa successiva del programma di viaggio visitando il Palazzo del Maharaja e il Jantar Mantar, una collezioni di strumenti astronomici del Maharaja.

Sera in albergo ed il giorno dopo ritorno a Delhi (circa 5 ore di auto), peraltro lasciamo Jaipur quasi sommersa dall’acqua. All’alba il monsone aveva colpito la città e in poche ore era tutto allagato. Fatichiamo non poco a raggiungere l’autostrada per Delhi. A luglio inizia la stagione dei monsoni, quindi gli allagamenti sono un evento tutt’altro che raro. Arrivati a Delhi saluto l’autista, che ha fatto un ottimo lavoro, e mi faccio lasciare in un B&b che ho prenotato con booking nella zona sud ( Villa33) dove trascorro gli ultimi due giorni del viaggio. Il B&B è una soluzione ottima perché la zona è sicura anche la sera, vicino alla metro e al villaggio Hauz Khas, dove è possibile fare acquisti in negozi locali o trascorrere un pomeriggio tranquillo vicino al lago. La notte del secondo giorno mi faccio prenotare un taxi dal proprietario del B&B per l’aeroporto, i controlli sono lunghissimi e la burocrazia interminabile. Nonostante ci siano pochi voli di notte ci metto comunque 1 ora e mezza a passare i controlli.

Per fortuna il viaggio, nonostante le perplessità della partenza, è andato bene dal punto di vista della sicurezza e del cibo. Nonostante abbia sempre mangiato in ristoranti locali non ho mai avuto problemi, sceglievo comunque posti molto frequentati e ho consumato solo alimenti cotti al momento e mai acqua con ghiaccio o non in bottiglia. Ho ricevuto molte occhiate, per lo più stupite, credo, di vedere una donna in viaggio da sola, non mi sono sentita in pericolo nonostante la povertà sia estremamente diffusa, più di quanto ci si possa immaginare. Per evitare situazioni di pericolo, ho comunque accuratamente evitato di girare sola dopo il tramonto in zone non sicure e ho sempre indossato abiti indiani. Lascio questo paese complicato, affascinante, immenso e misterioso. Sicuramente vorrò tornare in futuro, dopo questo piccolo assaggio dato che c’è sicuramente molto ancora da vedere e da conoscere. Namaste!

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