Via della seta: Uzbekistan, Kyrgyzstan e Cina 3

CINA XINJIANG La regione autonoma (1955) del Xinjiang (“nuove frontiere"), nota anche con il nome di Turkestan orientale, è la più grande provincia della Cina. Punta estrema dell'occidente cinese verso l'Asia centrale era un tempo attraversata dalla "Via della seta". Divenuta parte integrante della Cina solo nel secolo scorso, è la regione...
Scritto da: Dioniso
via della seta: uzbekistan, kyrgyzstan e cina 3
Partenza il: 07/08/2009
Ritorno il: 30/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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CINA XINJIANG La regione autonoma (1955) del Xinjiang (“nuove frontiere”), nota anche con il nome di Turkestan orientale, è la più grande provincia della Cina. Punta estrema dell’occidente cinese verso l’Asia centrale era un tempo attraversata dalla “Via della seta”. Divenuta parte integrante della Cina solo nel secolo scorso, è la regione della minoranza etnica degli Uyghuri, anche se negli ultimi anni, c’è stata una forte immigrazione di cinesi Han. La sensazione che abbiamo vissuto durante il nostro viaggio è stata davvero unica. E’ insolito trovarsi in una regione in cui vi è la convivenza di due etnie completamente diverse per tratti somatici, religione, cucina, tradizioni e molto altro. Persino la lingua è differente. Segnali stradali, insegne pubblicitarie o dei negozi in doppia lingua (cinese/arabo) e cosa ancora più curioso il fatto di avere due fusi orari diversi. Mentre gli uiguri rispettano quello del Kyrgyzistan, i cinesi rispettano quello di Pechino. La differenza è di ben due ore. Davvero pazzesco.

KASHGAR: Kashgar, rappresenta il grande centro da cui si dipartono le vie che conducono a occidente, e luogo dove si ricongiungono i due tracciati della via della seta che attraversano l’Asia Centrale. Edifici costruiti con mattoni di fango, vicoli tortuosi e labirintici conducono presso le botteghe di infaticabili artigiani che lavorano il legno, il rame, con estrema cura e attenzione. E ancora mercanti ambulanti che camminano silenziosamente con i loro carretti trainati da asini vendendo le merci più disparate, donne, che si aggirano tra i vari mercati con il capo avvolto nei loro foulard marroni. Caratteristici i muri anneriti dal fumo dei forni che producono quasi ininterrottamente del buonissimo pane. Affascinante vedere ammassi di carni appese ad ogni angolo pronte per essere acquistate dai ristoratori che la sera ne avrebbero fatto degli squisiti shashlik (kebab fatto a spiedini) Il cuore della città vecchia sembra davvero essere rimasto immutato nel tempo, con tutta la sua magia, la sua autenticità. Non da meno è l’atmosfera che si respira al mercato della domenica, dove giungono da ogni dove un’infinità di asini, cavalli, pecore, capre, che vengono valutati dall’occhio attento dei compratori.

I minareti dominano silenziosamente la scena, ricordando agli abitanti di Kashgar che, oltre al commercio, anche l’Islam influenza la loro routine quotidiana. Poi, la chiamata del muezzin rompe il trambusto delle attività, spingendo i devoti ad affrettarsi lungo le strette viuzze per essere presenti alla preghiera.

KARAKORUM HIGHWAY: realizzata in circa un 20ennio, questa via di comunicazione vene costruita allo scopo di facilitare il trasporto di mercanzie e lo scambio tra le repubbliche dell’Asia Centrale e il subcontinente. È tale la grandezza di questa strada che si dice che sia l’opera più colossale costruita dall’uomo dopo le piramidi di Egitto. Inutile dire che il panorama è molto suggestivo, l’occhio è attratto dalle vette, tra le più alte del mondo, che cambiano colore, dal grigio al rosso vivo alla sabbia. Dopo circa tre ore di viaggio, si giunge allo splendido lago Karakul situato a 3.600 m. E’ il secondo lago più alto al mondo ma il più alto dell’altopiano del Pamir. Sono presenti anche qui degli insediamenti kyrghyzi. Numerose yurte costellano infatti le sponde lago, e tra loro, yak e cammelli che pascolano serenamente e indisturbati.

TASHKURGAN: Il giorno dopo ci spostiamo a Tashkurgan capoluogo della Provincia Autonoma Tagica di Tashkurgan. Un antico centro dove la popolazione è in maggioranza tagica dove si commerciavano pecore, lana e derivati, e in particolar modo tappeti. Merita come sempre fare una passeggiata al mercato, cuore pulsante di questi posti.

URUMQUI: per continuare con l’ultima parte del nostro viaggio, e proseguire verso la regione del Gansu, abbiamo preso un volo per Urumqi. Capitale del Xinjang, non offre granchè se non una visita al parco del popolo dove potrete osservare le “stranezze” del popolo cinese. Gente che balla il liscio, altri che suonano la loro musica tradizionale, mercatini improvvisati dove vengono vendute le foto e il libretti rossi di Mao. Da Urumqi i vari pulman/treni consentono di effettuare vari spostamenti. TURPAN: a circa tre ore di pulman da Urumqi, Turpan è oasi leggendaria, i suoi insediamenti sono per lungo tempo stati tappe importanti della via della seta. Conosciuta anche come Huo Zhou (u posto caldo come il fuoco) è effettivamente il luogo più caldo della Cina.

La temperatura così alta, porta però anche dei benefici quali la creazione di condizioni favorevoli per la crescita di meloni e uva.

DINTORNI DI TURPAN JAHOE: una delle città del deserto più antiche e più grandi e meglio conservate del mondo. E’ molto suggestivo passeggiare attraverso i suoi vicoli anche perché sarete i soli a farlo. Di solito infatti le masse dei turisti locali si imitano ad osservare il panorama dal punto più altro della città per poi ritornare indietro. Obbligatorio il cappello. Il caldo e il sole sono davvero forti. Dopo la visita un punto di ristoro situato all’uscita del sito vi consentirà di assaporare delle buonissime e freschissime fette d’anguria.

TUYOQ: immerso in una vallata incorniciata dai monti fiammeggianti sorge questo minuscolo e tranquillo villaggio di viticoltotori che offre l’opportunità di conoscere la vita e l’architettura uigure tradizionali. Lungo la gola si trovano una serie di grotte buddiste.

KAREZ: caratteristico dell’Asia centrale, è un sistema di irrigazione che prevede che un pozzo principale sia scavato su un punto elevato per raccogliere l’acqua proveniente dallo scioglimento delle nevi. Il sistema dei karez prevede che poi si scavi una lunga galleria sotterranea che trasporti l’acqua fino ai terreni coltivati nei villaggi.

Lungo la galleria vengono realizzati poi dei pozzi verticali il cui scopo è consentire l’accesso alla galleria stessa. GANSU DUNHUANG: in un’oasi che si trova nel bel mezzo del deserto del Gobi, è in realtà una meta obbligatoria per visitare il famoso sito archeologico delle grotte di Mogao.

Si presenta come una ridente cittadina che a soli 6 km di distanza è circondata dalle maestose dune del deserto del Gobi. Tra loro regna un curioso un laghetto a forma di mezzaluna, tappa obbligata del turismo locale.

GROTTE DI MOGAO: risalenti al 366 d.C., queste grotte, sono decorate con figure scolpite nella roccia, con affreschi e con statue che hanno come tema dominante quello religioso. Le pitture si estendono su tutta la superficie delle grotte e conservano la più grande collezione di arte buddhista cinese. Purtroppo la “ristrutturazione” del sito ha fatto sì che tutta l’atmosfera che il sito doveva avere originariamente sia venuta completamente meno. La visita è obbligatoriamente guidata.

DINTORNI DUNHUANG: In giornata c’è la possibilità di affittare un taxi e fare una passeggiata nei luoghi attorno alla città. Oltre ai due luoghi sotto citati, lungo il tragitto è possibile fare una sosta per visitare una vecchia muraglia che cingeva il regno della dinastia che dominava quest’area.

YADAN: Caratterizzato da un peculiare paesaggio desertico si estende nel mezzo del maestoso deserto del Gobi un tempo letto di un lago modellato dall’erosione 12000 anni fa. Singolari Le sue formazioni rocciose che creano un paesaggio davvero suggestivo.

Anche in questo caso, l’unico neo è che è impossibile visitarlo per conto proprio. GROTTE DEI MILLE BUDDA: se visitate Mogao non ha senso venire fino a qui. Anche in questo caso il sito si presenta come una grande colata di cemento all’interno della quale ci sono delle stanze affrescate. Anche in questo caso, la visita è obbligatoriamente guidata.

Considerazione personale: le zone che abbiamo visitato nel Gansu facenti parte della Cina più tradizionale, non sono particolarmente attraenti. Le tappe da non perdere UZBEKISTAN – Khiva/Bukara/Samarcanda. Vanno viste tutte e tre.

A Samarcanda non perdete la visita allo Sha-I-Zinda. E’ davvero suggestivo.

KYRGYZISTAN – Lago Song Kul con pernottamento in yurta presso le famiglie di pastori locali. E’ un’esperienza meravigliosa che consente di venire a contatto con la semplicità del modo di vivere di queste persone. No corrente elettrica, no acqua corrente. Solo voi, loro e la natura.

CINA – Kashgar. Splendida. E’come fare un salto indietro nel tempo. I vicoli, le case di fango, gli artigiani, i kekab, i mercati, il rumore dei clacson delle moto, delle macchine. Un’esperienza unica.

Consigli • Il periodo ideale Noi siamo partiti agosto. Abbiamo sofferto un po’ il caldo (tranne che in Kyrgyzistan) ma basta uscire la mattina presto, rientrare in albergo per un riposino e ritornare fuori al pomeriggio fino a sera.

• Come vestirsi? Pantaloncini e maglietta sono dei buoni indumenti per affrontare il caldo (comunque non è umido). Inoltre sono indispensabili cappello/foulard per riparare la testa dal sole. Anche crema solare e occhiali sono consigliati.

• Come muoversi ? La tabella riassuntiva vi darà un’idea di come ci siamo spostati. A parte qualche volo interno fatto per evitare perdite di tempo inutili, ci siamo sempre spostati con mezzi locali (treni, pulman, e taxi)- inoltre tenete presente che in Uzbekistan ogni auto è un potenziale taxi.

Se dovete muovervi in treno/aereo all’interno della Cina, prenotate con largo anticipo. Il mese di agosto infatti è festivo anche per i cinesi. E quando si muovono, sono veramente tanti. • Dove dormire? Per gli hotel, la nostra bibbia è sempre la Lonely Planet. Sappiate però che vicino agli hotel consigliati dalla guida di solito ne sorgino sempre degli altri più o meno dello stesso livello. Per cui se non vi va di prenotare in anticipo l’offerta è abbastanza variegata.

• Varie Lingua: mentre in Uzbekistan non abbiamo avuto nessuna difficoltà con la lingua (molti di loro studiano l’italiano e ci è anche capitato di essere fermati da studenti che avevano voglia di praticarlo) in kirgyzistan, ci siamo fatti capire a gesti, in Cina la situazione è abbastanza drammatica.

Quindi se volete essere del tutto indipendenti anche per l’organizzazione di una semplice escursione, consigliamo di avere un frasario molto semplice.

Noi per esempio abbiamo trovato molto utile quello che c’era sulla Lonely.

Info generali: Non abbiate timore di comprare frutta per i vostri spuntini giornalieri. Vi perdereste davvero dei sapori gustosi. Noi ci siamo fatti grandi scorpacciate di meloni e angurie.

In Kyrkyzistan: rivolgetevi al CBT se state pianificando un viaggio in questa regione. Www. Cbtkyrgyzstan.Kg In Cina, per spostamenti, organizzazione escursioni, cibo e chi più ne ha più ne metta noi ci siamo rivolti al Jhon cafè (anche per il famoso varco del confine cinese). Abbiamo avuto modo di trattare direttamente con mr Jhon che si è rivelata una persona molto disponibile e professionale. L’agenzia, che ha varie sedi sparse in Cina è indicata anche dalla guida. Questo è il sito.

ww.Johncafe.Net

Se vuoi saperne di più sulla Via Seta e su altri paesi che abbiamo visitato vai su: www.Piedistanchi.Com oltre a preziosi consigli, splendide immagini ti condurranno attraverso nuove culture…



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