Verso l’Isola Magica di seconda parte
Risaliamo la costa verso il nord, lungo una strada scorrevole, attraversando Adare, un villaggio tra i più pittoreschi d’Irlanda, composto da piccoli cottages col tetto in paglia, e con chiese e castelli nei dintorni, affacciati sul fiume Maigne. Arriviamo a Limerick, sul fiume Shannon, e facciamo sosta a pochi km al Bunratty Castle, nel cui...
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Risaliamo la costa verso il nord, lungo una strada scorrevole, attraversando Adare, un villaggio tra i più pittoreschi d’Irlanda, composto da piccoli cottages col tetto in paglia, e con chiese e castelli nei dintorni, affacciati sul fiume Maigne. Arriviamo a Limerick, sul fiume Shannon, e facciamo sosta a pochi km al Bunratty Castle, nel cui grande parco sono state ricostruite case coloniche, antiche fattorie, botteghe di artigiani, e dove si possono vedere dimostrazioni di vita passata e di attività artigianali. E’ come fare un salto nel passato! E il castello è veramente maestoso e ben conservato. Trascorriamo l’intero pomeriggio nel Bunratty Folk Park a passeggiare per le vie del borgo ricostruito nei minimi particolari e a scherzare in compagnia; nell’ufficio turistico all’entrata del parco, scopriamo che, tutte le sere, nelle sale del castello, si tengono banchetti medievali … All’unisono esclamiamo: “Siiii!”. Il prezzo per partecipare al banchetto è un po’ alto, ma pensiamo sia un’esperienza da fare! Ci rivolgiamo al banco delle prenotazioni con entusiasmo, ma la signorina ci dice che è già tutto completo per due serate. Vedendo la nostra delusione ci consiglia di provare a telefonare ad un altro castello poco distante, dove pure si svolgono banchetti medievali. Per pura fortuna troviamo posto! Partiamo subito per vedere di trovare il castello del banchetto e per cercare un B&B nei dintorni. Il Knappogue Castle si rivela essere bellissimo, elegante, decisamente meglio del Bunratty, molto più rustico; troviamo da dormire abbastanza vicino e ci presentiamo alle porte del castello almeno un’ora prima dell’orario previsto! Ad un certo punto vediamo arrivare dei pullman di turisti americani, tutti paciocconi, sulla sessantina e con tanta voglia di divertirsi! All’inizio ci sentiamo un po’ a disagio, … noi siamo gli unici non ancora in pensione! … ma quando le porte del castello si aprono … una magica visione ci accoglie … e immediatamente dimentichiamo chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo … … Due bellissime ragazze in magnifici costumi medievali, confezionati con velluti colorati e stoffe preziose, accompagnandosi con sorrisi e gentili movenze, ci invitano ad entrare nell’atrio del castello e ci conducono all’interno di una cantina, con pareti e pavimenti in sasso, dove, con il magico sottofondo del suono di un’arpa suonata da un’altra bella dama, ci viene servito dell’idromiele in un calice di legno. L’atmosfera è un misto di magia e di goliardia … ; sono stupita della perfezione e dei particolari con cui si rievoca il tempo antico, ma sono anche coinvolta nelle risa dei nostri amici americani! Più tardi siamo invitati ad accedere al salone dove si tiene il banchetto vero e proprio; la sala del castello è molto grande, ma riccamente decorata e molto accogliente; le luci soffuse e il sottofondo musicale rendono tutto veramente incantevole! Non mi sembra vero di vivere un’esperienza così bella! Ne vale decisamente la pena!! I nostri compagni di viaggio non hanno più la facoltà della parola … le ragazze in costume medievale, con le loro generose scollature, i capelli lunghi, sciolti e lucenti, e il trucco accentuato, pare li abbiano colpiti e ammaliati con i loro soavi canti … ; essendo gli unici uomini al di sotto della cinquantina presenti in sala, da veri maschi latini, si sentono in dovere di “provarci” e convincono alcune donzelle a sedersi a tavola con noi e ad intrattenere una specie di conversazione con il loro inglese un po’ “sgarrupato” e ”broccolando” alla grande!!! Nel frattempo alcune cameriere, anch’esse in costume medievale, hanno cominciato a servirci del vino e delle pietanze che dovrebbero essere quelle tipiche di un banchetto medievale: salmone affumicato con insalata, zuppa di carote e menta, pollo arrosto con crema di sidro e patate novelle, formaggi, frutta e caffè, … il tutto intervallato e accompagnato dallo spettacolo offerto da un narratore (un po’ “particolare” per la verità – ne sa qualcosa Ferruccio!) e dalle sue accompagnatrici, cantanti e danzatrici, che ci raccontano varie novelle, sia divertenti che commoventi, della storia e della leggenda irlandese. La serata scorre via veloce in un modo così piacevole e particolare … Giunge purtroppo anche l’ora del commiato, con tipica foto di gruppo con le belle irlandesi sorridenti! Un’altra giornata del nostro viaggio in Irlanda è trascorsa e si è conclusa in maniera davvero sensazionale, … come tutte del resto! Il mattino dopo ci dirigiamo verso ovest per Ennis, raggiungiamo la costa a Lahinc e poi, girando attorno alla baia di Liscannor, giungiamo sulle aspre Cliffs of Moher. Lo spettacolo è eccezionale, … a dir poco, … mozzafiato! … 5 Km di scogliere colorate, a 200 metri a picco sull’Atlantico, dove si infrangono le onde impetuose dell’oceano, … la o’Brian Tower di 100 anni fa, da cui si può ammirare il panorama che abbraccia l’Atlantico, lo Shannon, le Aran e la baia di Galway … insomma … un’altra meraviglia della natura dell’isola!!! Anche oggi il sole è alto nel cielo blu ed il suo calore ci permette di passeggiare tranquillamente in maniche corte lungo i sentieri che percorrono in lungo e in largo le Cliffs; … mi rendo conto che fino ad ora siamo stati veramente fortunati anche dal punto di vista meteorologico! … Sarà la fortuna dei principianti … o … la magia della mia Irlanda!? Dal grande posteggio da cui si accede alle Cliffs, si può procedere camminando per tutta la lunghezza della scogliera, ove non sono presenti né parapetti né reti che ne delimitino almeno la zona di pericolo, quella più vicina al bordo della costa, … al baratro! Diverse persone che come noi si stanno godendo lo stupendo paesaggio, si sdraiano sul prato verde, al tepore del sole; … osservando l’espressione del loro viso si intuisce che in quel momento non vorrebbero essere da nessun’altra parte al mondo! … E neanch’io!! Altri si sdraiano proprio sul bordo della scogliera con la testa protesa nel vuoto e rimangono lì ad osservare incantati le onde dell’oceano che si infrangono contro gli scogli ed i volteggi dei gabbiani che si incrociano nel cielo azzurro…. Io ed i miei compagni di viaggio facciamo una lunga passeggiata e poi saliamo verso la o’Brian Tower, il punto più alto. Da qui si ammira veramente tutto lo spettacolo della costa …; i miei occhi non si stancano mai di guardare il panorama! … Straordinario! … Veramente indimenticabile! Nel tardo pomeriggio, con rammarico, risaliamo in auto e prima ci cerchiamo un B&B, poi un pub dove mangiare qualche cosa e ascoltare buona musica; Doolin è il villaggetto più vicino alle Cliffs, raccomandabile per gli appassionati di musica tradizionale irlandese, specie nel celeberrimo pub o’Connor’s, ma anche in quello più all’interno del paese, di cui non ricordo il nome, ma ricordato da noi come “il pub nero” per il colore della sua insegna. All’o’Connor’s proviamo per la prima volta lo spezzatino alla Guinness, non male davvero, e ascoltiamo un po’ di musica, ma in tutti noi cresce, con l’avvicinarsi del momento del tramonto (se non ricordo male, verso le dieci), la smania di tornare sulle Cliffs e di assistere allo stesso spettacolo vissuto nel pomeriggio, … con le luci e le ombre della sera. Non dimenticherò mai l’emozione provata quella notte sulle scogliere al tramonto! I miei amici ed io raggiungiamo velocemente la o’Brian Tower e, come se tra noi ci fosse stato un preciso accordo, improvvisamente ci disperdiamo, ognuno in direzioni diverse, per goderci, nella beata solitudine di noi stessi e della nostra anima, la spettacolare celebrazione della fine di un’altra fantastica giornata irlandese: il tramonto sulle Cliffs! Come dimenticare il colore del cielo, … dapprima azzurro cangiante, poi rosato ed infine di un rosso acceso, … e quello del sole, da dorato, contornato di aloni dalle calde tonalità e di raggi lucenti svettanti tutt’intorno, ad una palla infuocata color rosso rubino, … il colore della roccia, … il rumore delle onde che le si infrangono contro, … la fresca brezza levatasi improvvisamente dall’oceano, … il grido dei gabbiani e delle tante altre specie di uccelli che nidificano in quelle scogliere … … Io, avvolta nel mio nuovo, morbido, pesantissimo, maglione delle Aran, accovacciata al riparo dal vento freddo, con il mio fedele walkman ad ascoltare i mitici Modena City Ramblers, guardando quella meraviglia di paesaggio da fiaba … … Ricordo leggere, calde lacrime, nascere dai miei occhi, … lentamente scendere accarezzando il mio volto, e morire sulle mie labbra … lacrime di pura e semplice felicità, … felicità di essere finalmente riuscita a vivere questa grande emozione, … nel luogo, per me, più bello del mondo … l’Irlanda. Attimi indimenticabili, … il ricordo di una delle serate più belle e toccanti della mia vita, … l’avverarsi di un grande sogno … Poi … Lo spettacolo volge al termine; … la palla infuocata si tuffa nell’oceano, tingendolo del suo stesso colore, … la superficie dell’acqua sembra sfavillare della luce di miliardi di piccole stelle, che, con il calare dell’oscurità, tornano ad occupare il loro posto nell’immensità del cielo… E notte sia! … Il giorno dopo, il nostro viaggio prosegue alla scoperta di nuove meraviglie, attraverso la regione geologica del Burren, una distesa di spoglie colline calcaree che la fanno tanto somigliare ad un paesaggio lunare! Anche se presenta caratteristiche quasi desertiche, questa regione carsica, che si estende per 260 km/q, possiede un notevole fascino, davvero particolare. Nelle crepe delle sue rocce, insieme a numerose farfalle colorate, convivono fiori e piante tipici della flora alpina e mediterranea; vi sono laghi sotterranei e grotte, fortificazioni in pietra e tombe megalitiche che dimostrano che la zona era abitata in tempi antichissimi. Incredibile!! Lungo la strada tortuosa che attraversa questa regione scorgiamo una Vw polo, come quella di mio fratello, “cappottata” in un fosso; Sandro, in vena di battute, si fa riprendere dalla telecamera mentre, uscendo dal finestrino dell’auto, esclama “… Che bbbotta! … Sono scivolato sul burren!!…” e ne approfitta per “prendere in prestito” il “pirulino” della chiusura della portiera perché “… il mio si è rotto! …”, dice. Per la cronaca: la polo di Sandro viaggia ancora oggi con il “pirulino” irlandese!!! Continuiamo lungo la costa in direzione di Galway, incontrando proprio sulla strada il bellissimo Dunguaire Castle, dove si verifica il fenomeno dell’alta e della bassa marea, circondando il castello di acqua o di fango verde a seconda delle ore del giorno. Sempre Sandro, in cerca di “fotone”, come le chiama lui, si lancia all’inseguimento di un gruppo di candidi cigni, da immortalare con il castello sullo sfondo, ma i cigni irlandesi si dimostrano restii a farsi fotografare e, dispettosi (e anche un po’ bastardi), continuano a scappare dal grande fotografo, che alla fine, si arrende! Poi entriamo in Galway, la maggiore città portuale dell’Irlanda, millenaria, con antiche strade e canali. Le sue intense relazioni commerciali con la Spagna hanno influito anche sullo stile architettonico dei palazzi cittadini; da vedere, infatti, il suo arco spagnolo e la chiesa di S. Nicola, dove si dice che Colombo abbia pregato prima di salpare per l’America!? A Galway, … altra chicca del nostro fantastico viaggio: appena arrivati nella piazza principale, vicino ai giardini, notiamo l’arrivo di un antico bus dal colore verde brillante … è il Connemara Bus! Come rinunciare alla tentazione di salirci e di farci un bel giro? … Chiediamo al simpaticissimo conducente delle informazioni sull’autenticità del bus, sul suo lavoro e sul percorso che propone ai turisti. Ci viene proposto, per poche lire, un bel giretto attraverso la regione del Connemara, con sosta nel celeberrimo paesino dove venne girato il film “The Quiet Man” di John Ford, con il mitico John Wayne e Maureen O’Hara, sul suo antico bus, ereditato dal nonno e da lui stesso restaurato. L’idea ci piace parecchio ed il tipo è veramente simpatico e chiacchierone; facciamo al volo provviste per il pranzo al sacco e saliamo divertiti sul vecchio bus, insieme ad altri turisti di diverse nazionalità. Dopo un breve giro per il centro città, raccontandoci un po’ di storia e passando davanti ai monumenti principali, usciamo verso la campagna, sempre intrattenuti dalla parlata molto irish della nostra guida. Ferruccio, ceduta per oggi la parte di nostro autista ufficiale, da’ il meglio di se’ cominciando a commentare tutto ciò che vede e sente con un atteggiamento e una parlata romanesca davvero spassose, facendoci sbellicare dalle risate, … sotto lo sguardo tra l’attonito e il divertito degli altri passeggeri. Lungo la strada ci fermiamo più volte, invitati dal nostro accompagnatore, che ci indica, di volta in volta, una cascata, un castello in lontananza di proprietà di un miliardario americano, il suo campo di torba, con annessa dimostrazione pratica del sistema per estrarla e farla seccare. Giungiamo al famoso paese del celebre film “Un uomo tranquillo” attraversando il celeberrimo ponte di sasso e, presi anche noi dalla febbre del cinema, improvvisiamo qualche scena del film, che ha come interprete principale Sandro, che per l’occasione si è anche comprato il classico cappello in tweed alla irish man, … scene divertenti immortalate con foto e riprese con la videocamera! Al paese incontriamo la troupe di una nota tv americana al lavoro per girare un documentario sul Connemara, che, alla vista del “nostro” bus, chiede di riprenderci mentre passiamo sul ponte! Sulla via del ritorno facciamo sosta anche in riva ad un bel lago, dove alcuni ragazzi stanno facendo il bagno, e poi in un bel negozietto di souvenir con annesso pub; poi rientriamo verso Galway, contenti del bel pomeriggio “alternativo” trascorso ed, alla fine, Ferruccio riesce anche a togliersi la soddisfazione di mettersi alla guida, per un tratto, del mitico Connemara Bus! Ringraziamo e salutiamo il simpatico autista, riprendiamo la macchina e ripercorriamo per un po’ il tratto di strada già fatto in bus; visto che si è fatto un po’ tardi, cerchiamo un B&B per la notte, attraversando la bellissima regione dei laghi, che con il lento calar del sole assume luci, colori e riflessi pazzeschi, che cambiano di minuto in minuto a seconda del rapido movimento e mutamento delle sovrastanti piccole nuvolette … foto bellissime! … come direbbe Sandro: “fotone”! Si punta poi verso il nord, lungo le rive del Lough Corrib, fino a Clifden, la capitale del Connemara, situata tra mari e monti, con spiagge lunghissime e paesaggi bellissimi. Ci dirigiamo, percorrendo una ripida strada che si inerpica tra le montagne, verso la magnifica Kylemore Abbey, un candido castello vittoriano, costruito nel 1860 da un facoltoso commerciante di Liverpool, ora collegio femminile, affacciato sul lago e circondato dal verde. L’impatto visivo è veramente spettacolare: il colore bianco-grigio del castello spicca nel verde scuro del folto bosco che lo circonda, e il suo riflesso si specchia nelle acque blu del lago antistante. Si possono visitare alcune sale del castello e passeggiare nel parco, costeggiando il lago, percorrendo una sentiero in mezzo al verde e ai fiori. Molto rilassante! Proseguiamo velocemente verso l’interno per Westport, elegante cittadina georgiana, poi verso Castlebar e proseguiamo fino a Sligo, bella città vicino al mare, in una profonda baia disseminata di pub. Ancora a nord lungo la costa, passando per Drumcliff, con la doverosa sosta per la visita della tomba di William Butler Yeats, fino a Donegal, ammirando paesaggi incantevoli su penisole, fiordi, spiagge a mezzaluna sabbiose e deserte. A Donegal, ci concediamo una pausa per visitare le botteghe dei tessuti di tweed, i resti del castello del XV sec. E l’abbazia. Ceniamo in un bel ristorante in centro, dove per antipasto ci servono delle linguine al pesto … buoneee … ci sentiamo come a casa! Ci portiamo vicino al confine per dormire. Domani entreremo nell’Irlanda del Nord! Siamo tutti un po’ emozionati e un po’ tesi quando il mattino presto varchiamo il confine tra Eire e Northern Ireland a Strabane! Il clima non è dei migliori: ci sono soldati con la mitraglietta lungo la strada, muri con filo spinato, torrette di avvistamento, … vediamo anche dei mezzi corazzati. La nostra prima tappa è la famosa “Derry”, sulle rive del fiume Foyle, città molto bella quanto “combattuta” per le risapute lotte tra Cattolici e Protestanti, … … Ma questa è una lunga e brutta storia … Mi limiterò a descrivere le bellezze del paesaggio, le sue casette colorate, la sua cinta muraria molto ben conservata, le quattro storiche porte della città, la neogotica Guildhall e la bellissima cattedrale di St Columb’s del XVII sec. Ci sarebbero anche i murales dei simpatizzanti dell’Ira nel quartiere cattolico ed il grandissimo cimitero, … ma non mi va di rattristarvi! Ok! Ripartiamo, … costeggiando il Lough Foyle, incontrando Tullyverry, Limavady, Coleraine, Portstewart, percorrendo delle strade bellissime, larghe, a due corsie, … lunghissimi rettilinei ondulati, che seguono l’alternarsi delle alte colline, coperte di fiori o coltivate, in perfetto ordine. Il nostro driver si scatena e lancia la nostra auto sù e giù per questa sorta di montagne russe naturali, facendoci divertire un sacco e allentando un po’ la tensione del mattino, … e rischiando anche che qualcuno faccia “vomitino”! Siamo ormai sulla costa più a nord d’Irlanda e il paesaggio si è fatto più aspro, ma il verde dell’erba dei prati qui sembra essere ancora più verde! Lungo la strada incontriamo i resti del bellissimo Dunluce Castle, a strapiombo sull’oceano, sulle scogliere che si affacciano verso le coste scozzesi e, più avanti la spettacolare Giant’s Causeway , la famosa “Strada del Gigante”, uno dei gioielli paesaggistici più belli di tutta l’Irlanda! Si tratta di una tormentata scogliera sferzata dai venti freddi del nord, formata da circa 40.000 colonne basaltiche di origine vulcanica, vecchie di almeno 60 milioni di anni, a base esagonale e a forma di parallelepipedo largo fino a 50 cm. L’uno, formatesi in seguito a diversi sismi. Uno straordinario spettacolo naturale! Una parte di queste colonne è racchiusa in scogliere alte fino a 110 metri, mentre l’altra forma una penisola che digrada dolcemente verso il mare. Al sito ci si accede da un bellissimo museo, perfetto, dove, entrando in una sala di proiezione, si assiste ad un documentario che spiega benissimo l’evolversi della formazione delle insolite colonne (noi ne abbiamo seguito solo la metà in quanto ci eravamo “infilati” senza pagare il biglietto e il custode ci aveva clamorosamente “beccati”!). All’esterno del museo parte poi un comodo bus-navetta per i più pigri (noi naturalmente l’abbiamo preso!), che porta proprio vicino alla costa. L’effetto ottico è straordinario! La distesa di enormi colonne che, progressivamente, si getta nel mare, è veramente impressionante e, di fronte a tanto, non puoi non chiederti come la natura possa stupirti sempre e ancora di più!!! Gli irlandesi la considerano orgogliosamente una delle meraviglie del mondo; la zona è stata infatti inclusa nell’elenco dei luoghi protetti dall’Unesco. Sul sito, gruppi di turisti, specialmente i bambini, saltellano allegramente da una colonna all’altra e si godono il bel panorama sul mare, mentre i più ginnici si avventurano lungo il sentiero panoramico che si snoda per 8 km in cima agli scogli. Noi girovaghiamo a lungo in cerca di un angolo tranquillo dove fare qualche foto senza il classico turista allampanato in mezzo, e dove sederci comodamente su uno di questi specie di enormi troni di sasso a guardare l’orizzonte e ad immaginarci il gigante della leggenda, Finn MacCool, guerriero dell’Ulster, che, innamoratosi di una ragazza delle Ebridi, costruì questa insolita strada per raggiungerla dal mare! La leggenda ci piace di più della perfetta e fredda spiegazione geomorfologica ascoltata prima! All’improvviso ci accorgiamo che, stranamente, nelle foto non inquadriamo più passanti, e, dopo l’euforia di poter scattare delle bellissime inquadrature senza presenze estranee, ci rendiamo conto che siamo rimasti quasi soli, in quanto l’ultimo bus era partito, e che ci tocca fare tutta la strada di rientro a piedi, pur avendo pagato il biglietto A/R! La passeggiata però si rivela molto piacevole; ammiriamo il maestoso gruppo di colonne da più lontano e da prospettive diverse, mentre si fa sera e le luci soffuse donano al luogo un aspetto ancora più magico. Troviamo un B&B, dove c’è anche la possibilità di cenare, e, più tardi usciamo alla ricerca del famigerato Carrick-a-Rede-Rope-Bridge (da intendersi: ponte ballerino!) che, però, visto al buio, non rende molto l’idea! Ci torniamo l’indomani mattina, ed effettuiamo tutti diligenti l’emozionante traversata del ponte sospeso su un abisso di 25 m che consente una veduta insolita della costa e ti conduce su un isolotto di pescatori. Divertente l’attraversamento su questa specie di passerella in legno e corda, che ondeggia spaventevolmente ad ogni passo! Pare che appena c’è un po’ di vento la passerella venga chiusa del tutto perché troppo pericolosa! E ci credo! Proseguiamo costeggiando tutta la costa di nord est, che si affaccia verso quella scozzese, per raggiungere Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord. Tuttora nel mirino del terrorismo, Belfast è una città moderna, industriale (nel suo porto sono state costruite navi leggendarie come il Titanic!), con nuovi centri commerciali e ristoranti, ma in certi quartieri si respira sempre un’aria di tensione e di disagio. Lasciamo la nostra auto in un grandissimo posteggio sotterraneo e ci avventuriamo per le vie della città, trafficate, enormi e ordinate; a tratti si incontrano transenne, che immagino vengano usate per improvvisare degli “sbarramenti” nei momenti più “caldi”. Preferiamo non perdere tempo in questa città troppo moderna e incasinata e torniamo sui nostri passi per riprendere la nostra auto e proseguire verso sud. Nel posteggio sotterraneo notiamo delle piccole telecamere e, memori della pubblicità del gelato “C’è Gigi?! … e la Cremeria?” e della relativa parodia di Mai dire Tv, ci mettiamo a fare gli idioti imitando i vari personaggi! … In men che non si dica, all’improvviso appaiono due figure in divisa, dall’espressione non molto divertita, che ci chiedono cosa stiamo facendo! … Come le due guardie sono apparse davanti a noi, con la stessa velocità cerchiamo di sparire immediatamente, blaterando due parole di scusa. Questa Belfast non ci piace proprio! Sono tutti veramente troppo tesi! Usciamo dalla città, per dirigerci verso la “vera” capitale dell’Irlanda, Dublino, ma facendo altre soste lungo il tragitto: Newgrange, vicino a Slane, e tutta la zona di scavi, tra i più importanti del mondo! Percorrendo tutta la valle del fiume Boyne si respira aria di mistero, misticismo e storia! Newgrange, poi, incute un senso di rispetto e di sacralità, con il suo affascinante complesso che comprende un tumulo enorme, circolare, coperto di erba verdissima, circondato da dodici menhir in cerchio, risalente al 3000 A.C. Nella biglietteria del sito prenotiamo la visita guidata, e poco dopo, con il fiato sospeso, entro, chinata, nell’antichissima tomba neolitica; uno stretto e basso passaggio porta nella stanza principale, una camera sepolcrale dove, secondo la leggenda, venivano sepolti i re di Tara, antica capitale d’Irlanda. La sensazione che si prova a stare all’interno di un sito così mistico è veramente strana! Il nostro gruppo di una decina di persone ascolta, attento, le parole della guida ed anch’io cerco di coglierne, completamente rapita, il loro significato, mentre sopra di noi volano due rondini che si esibiscono in acrobatici volteggi sfiorando l’antichissima e ancora intatta volta in pietra. Ad un certo punto le luci si spengono e la nostra guida ci spiega che cosa avviene esattamente il 21 dicembre di ogni anno, giorno del solstizio d’inverno, quando i raggi del sole nascente penetrano lentamente nel passaggio ed illuminano per 15 minuti l’interno dell’antichissima camera sepolcrale. Il momento è veramente emozionante, … le persone intorno a me rimangono in rispettoso silenzio ad ammirare per tutto il tempo la simulazione dello magico evento, … poi, la guida chiede se ci sono domande e alcuni del gruppo cominciano a porgerne. Nella penombra, d’un tratto, si ode uno “….splaff…” seguito da un “…Porc #…” che rompe la magia del momento; mi volto indispettita per scoprire cosa sia successo, ma alla scena che si presenta ai miei occhi risulta impossibile non cominciare a ridere, seguita a ruota da Daria e Ferruccio. Una delle due rondini che volteggiavano leggere all’interno del sito aveva fatto i suoi bisogni colpendo esattamente, con grande precisione, il naso di Sandro, che non ne era rimasto molto entusiasta, neanche dopo la mia spiegazione che la “cacchina” di una rondine che abita in un luogo sacro e mistico come Newgrange non può non portare fortuna!!! Usciamo dal tumulo piegati in due, un po’ per non battere la testa contro la pietra dell’entrata, ma di più per il mal di pancia dalle risate, trattenute a stento!!! Non mi sono mai vergognata tanto del nostro comportamento con la guida e con gli altri turisti, ma la faccia sconsolata di mio fratello, con il naso colante, era stato veramente troppo anche per una “persona seria” come me!!! Lasciamo Newgrange con il suo mistero, … e le sue rondini, … e troviamo un B&B nelle vicinanze per trascorrere la notte. Il mattino seguente raggiungiamo la capitale: Dublino, ultima meta del nostro fantastico viaggio in Irlanda. Lasciamo la macchina in un B&B di un suo sobborgo e prendiamo il bus per il centro. Dublino si presenta come una città molto accogliente, vivibile, giovane. Si estende sulle rive del fiume Liffey, che qui sfocia nel Mare d’Irlanda, ed è caratterizzata da edifici classicheggianti e palazzi in stile georgiano, … famosi quelli con le porte dipinte con colori sgargianti. La nostra visita di Dublino si limiterà ad una tranquilla passeggiata per le vie più belle della città, gustandoci il ritmo brillante della vita dublinese, i suoi numerosi artisti di strada, le vetrine dei negozi. Percorriamo così Grafton Street, la via pedonale più elegante e animata, o’Connel Street, Nassau Street, St Stefhen’s Green, Merrion Square; dietro mia insistenza riusciamo a trovare anche Windmill Lane, la via degli Studios degli U2, in zona porto, con i muri completamenti ricoperti di poesie, dediche, disegni dei fans di tutto il mondo … ora c’è anche la mia firma! Viene anche ora di pranzo e come fossimo nel deserto ci appare un miraggio: un ristorante italiano! Entriamo di corsa, ordiniamo spaghetti alla carbonara e lasagne al forno, continuiamo con un delizioso tiramisù e terminiamo con un vero caffè ristretto all’italiana! Gioia e delizia del palato! Il ristorante ed i gestori ci piacciono così tanto che torniamo anche per cena; poi i ragazzi scelgono un pub per vedere un’altra partita di campionato europeo, mentre Daria ed io andiamo alla scoperta dell’antico quartiere di Temple Bar e della Dublino notturna, animata dalla gente e dalle luci della città. L’ultima immagine che ho di Dublino?: quella di tutti noi abbracciati e sorridenti, nonostante la temperatura estremamente bassa, sull’Ha’ Penny Bridge, in posa per la foto-ricordo di rito, con, sullo sfondo, la dolce Dublino con le luci della sera.
ALLA MIA IRLANDA “Addio, addio e un bicchiere levato al cielo d’Irlanda e alle nuvole gonfie Un nodo alla gola ed un ultimo sguardo alla vecchia Liffey e alle strade del porto Un sorso di birra per le verdi brughiere e un altro ai mocciosi coperti di fango E un brindisi anche agli gnomi e alle fate, ai folletti che corrono sulle tue strade E’ in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta, il vento dell’ovest rideva gentile e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti mi hai preso per mano portandomi via.” (tratto da: “In un giorno di pioggia” – MODENA CITY RAMBLERS)