“Verde Islanda”

Un Paese pieno di contrasti, fuoco e ghiaccio, una natura potente e prorompente in cui l'uomo si inserisce con rispetto, quasi con timidezza...
Scritto da: Jimboz81
verde islanda
Partenza il: 06/08/2011
Ritorno il: 17/09/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Quest’anno, assieme ad altri tre amici, abbiamo deciso di andare in una meta per me piuttosto insolita visti i miei precedenti viaggi, venuta fuori un po’ per caso: e così siamo partiti alla volta dell’Islanda.

Come sempre, accanto alla descrizione dei luoghi visti, cercherò di dare il maggior numero possibile di informazioni pratiche, così da poter essere utile a chi volesse organizzare in autonomia un viaggio in quel Paese.

Il viaggio è durato 11 giorni inclusi i voli di andata e ritorno, la spesa complessiva è stata di 1850 euro a testa circa, esclusi souvenir, di cui 430 euro per i voli (con Icelandair, aprirò una parentesi sui voli nel seguito), 400 euro a testa di affitto fuoristrada, il resto sono stati pasti, hotel, benzina.

Itinerario:

06-08: arrivo a Reykjavik;

07-08: Thingvellir, Geysir, Gullfoss, Kerid, notte a Hella.

Il classico “Circolo D’oro”, molto turistico ma molto molto bello. Se poi si ha la fortuna di avere un cielo sereno, Gullfoss regala arcobaleni da ogni punto di vista. Kerid, un laghetto vulcanico, è molto carino, ma per apprezzare al meglio i suoi colori non si dovrebbe arrivare molto tardi, altrimenti rimane tutto in ombra…

08-08: Seljalandsfoss, Skógarfoss, Dyrholaey, Reynisdrangar, Fjaðrárgljúfur canyon, notte a Kirkjubæjarklaustur.

Cascate spettacolari (a Seljalandsfoss si può addirittura passare dietro la cascata, a Skogafoss ci si può arrampicare su per un sentiero che la costeggia fino ad arrivare ad un belvedere a metà altezza: qui c’è un sorpresina che sembra talmente fotogenica da non sembrare naturale…), scogliere di basalto a picco sul mare, con strapiombi di 150-200 metri, spiagge di sabbia nerissima e stormi di migliaia di pulcinella di mare… peccato che quando siamo arrivati noi non ce ne fosse nemmeno uno… bisognerebbe arrivare in luglio, agosto è già troppo tardi ed i simpatici puffin vanno in vacanza altrove…al di là del mancato birdwatching comunque Dyrholaey e il Reynisdrangar sono spettacolari, per me in assoluto tra i posti più belli visti nella vacanza.

09-08: Landmannalaugar&Fjallabak reserve, Eldgja; notte a Kirkjubæjarklaustur;

Mini-trekking di 4 orette per vedere la montagna colorata più pittoresca d’Islanda, con le sue fumarole ed i depositi di zolfo. Si attraversa il campo lavico sottostante e poi si inizia l’ascesa al picco del Brennisteisalda: è una passeggiatina facile anche per un non sportivo come me, e la vista da lassù vale davvero lo sforzo fatto… Per arrivare poi a Landmannalaugar (e già solo i paesaggi che si attraversano valgono il viaggio) è necessario percorrere una pista sterrata di una novantina di km abbastanza brutta in alcuni punti, con svariati guadi da attraversare: per fare questo giro è necessario un fuoristrada, con una macchina normale non si può.

10-08: Skaftafell N.P. e Jökulsárlón Glacial Lagoon; escursione sul ghiacciaio Vatnajokull, notte a Hofn.

Svartifoss, la cascata all’interno dello Skaftafell National Park incastonata da colonne di basalto nero, è carina, ma sicuramente tra le meno spettacolari che abbiamo visto. Ben più interessante è invece l’escursione su una lingua di ghiaccio del grande ghiacciaio Vatnajokull, che si può prenotare direttamente presso il visitor center del parco: nessuno di noi aveva precedenti esperienze con i ramponi, quindi abbiamo scelto l’escursione guidata più breve, da 2 ore, decisamente divertente, ma avendo tempo a disposizione l’uscita di 5 ore credo sia spettacolare….

E poi, nel tardo pomeriggio… la magica laguna glaciale di Jokulsarlon, uno spettacolo incredibile che mi ha lasciato veramente senza parole, e che ha fatto da sfondo a film come Tomb Raider e James Bond. Iceberg stupendi “a portata di mano”, con le loro sfumature di colore dal bianco all’azzurro al nero. Fantastica. Si può fare un giro di 30 minuti nella laguna sui mezzi anfibi, e il giro vale il prezzo del biglietto.

11-08: Hofnà Lake Mytvan, notte a Myvatn

Tappone di trasferimento da Hofn al lago Myvatn in mattinata, nel pomeriggio visita del campo geotermale di Hverir (chissà se Dante era venuto a fare un giro da queste parti per trovare l’ispirazione per i suoi gironi infernali?), con le pozze di fango bollente, le fumarole e zolfo ovunque, poi al Krafla, dove abbiamo visto il cratere del Leirnjukur, ed infine Bjarnarflag, altro campo geotermale caratterizzato da una laguna di un azzurro incredibile: i Caraibi islandesi…

12-08: Jökulsárgljúfur National Park; notte a Myvatn.

Intera giornata dedicata alla visita del parco, Dettifoss e Selfoss al mattino (Dettifoss è la cascata con la maggior portata d’acqua d’Europa, veramente impressionante, anche se meno bella di Gullfoss o Skogafoss), mini-trekking al Raudholar (la montagna di un rosso vermiglio incredibile) e al canyon di Asbyrgy (meno spettacolare di quanto sembri dalle foto in internet) nel pomeriggio. Di nuovo, il parco è attraversato da due sole piste, che da Dettifoss in poi sono sterrate e non bellissime: il fuoristrada è quindi indispensabile se non volete limitarvi a vedere solo Dettifoss e Selfoss.

13-08: Skutustadagigar, Godafoss, Akureyri, Glambaer, penisola di Vatnsnes; notte a Hvammstangi.

Oggi visite en-route nel nord dell’Islanda: Skutustadagigar, lo sciame di pseudocrateri sulle rive del Myvatn, francamente deludente, non ho visto nulla di particolare e tra l’altro abbiamo anche capito perché il lago di chiama così (in islandese significa “il lago delle moscerini”, ed il nome è azzeccatissimo…); Godafoss, la cascata a ferro di cavallo, molto bella; Akureyri, la seconda città d’Islanda che conta “ben” 16.000 anime: direi decisamente graziosa, un centro vivace, case colorate ed un bel giardino botanico; Glambaer, un museo a cielo aperto in cui è stato ricreato un tipico villaggio islandese di case con il tetto di torba, vale sicuramente la sosta, ed infine la penisola di Vatnsnes, brulla, ventosa, selvaggia, inospitale, in altre parole… bellissima. Qui tra l’altro si possono avvistare le foche, che noi abbiamo visto solo il giorno dopo in acqua, nessuna grande colonia sulle spiagge, con un tempo da lupi (che vento gelido!)

14-08: Hvammstangi à Penisola di Snaefellsnes, parte nord; notte a Olafsvik.

Altra tappa di trasferimento, questa volta nell’ovest dell’Islanda, lungo la costa settentrionale della penisola di Snaefellsness: molte scogliere, campi lavici (in realtà tutta la penisola è un enorme campo lavico), fari. Sicuramente bella, anche se dopo tutto ciò che abbiamo visto nei giorni precedenti non mi ha colpito in maniera così particolare. Ripeto però, solamente perché è stata la penultima tappa del nostro viaggio, fosse stata la prima mi avrebbe sicuramente colpito di più.

15-08: Penisola di Snaefellsness, parte sud, à Reykjavik; notte a Reykjavik.

Trasferimento dalla Penisola di Snaefellsness, con visite en-route lungo la costa meridionale a Reykjavik. Abbiamo visto lo Snaefells, il vulcano che ha creato la penisola e che è passato alla storia come il vulcano scelto da Verne come luogo di inizio del suo “Viaggio al Centro Della Terra”. Nel pomeriggio abbiamo fatto una deviazione per vedere Deildartunguhver, la sorgente d’acqua calda più grande d’Europa, e Hraunfossar, un insieme di cascatelle, entrambi molto carini. Siamo quindi arrivati a Reykjavik nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per una passeggiatina nel centro.

16-08: Reykjanes Peninsula, Blue Lagoon, notte a Reykjavik;

Intera mattinata e primo pomeriggio dedicati a vedere la Penisola di Reykjanes, poco a sud di Reykjavik, con il Ponte tra i Continenti (bruttino a vedersi, ma simpatica l’idea di poter passare dalla placca tettonica europea a quella americana in pochi passi! E poi, da buon ing., ero curioso di vedere la soluzione tecnica che hanno adottato per fare un ponte che unisce due placche tettoniche che qui si allontanano di 2 cm all’anno!!!), poi la famosissima Blue Lagoon, una piscina naturale di acqua termale azzurrognola-lattiginosa molto particolare a vedersi. Nella laguna è possibile fare il bagno, anche se l’ingresso è abbastanza caro (35 euro, contro i 12 scritti sulla Lonely Planet). Ritornando a Reykjavik abbiamo poi completato la visita del centro città.

17-08: partenza

Ultimi passi in città e poi il volo verso Milano, e fine della vacanza.

Pernottamenti:

Ho cercato di scegliere sempre, almeno dove possibile, cottage, farmhouses, monolocali o bilocali, anche a Reykjavik, che fossero muniti di cucinetta, per contenere i costi della vacanza. Ho trovato i vari cottage e farmhouses su www.farmholidays.is, mentre per i monolocali e bilocali sono andato su www.hostelword.com.

Il perché abbia scelto sistemazioni con la cucina lo scoprirete non appena entrerete in un ristorante islandese: noi ci siamo andati una sola volta perché non ho trovato una sistemazione dotata di cucina e… per una bistecchina (che bastava giusto giusto per un bimbo di 5 anni), un po’ d’insalata, un dolce ed una bottiglia d’acqua abbiamo pagato 45 euro a testa! Tutto buonissimo per carità, però…

Per il resto ci siamo portati una valigia di spaghetti, sughi ed altre cose trasportabili, e poi siamo andati a far spesa nei supermercati locali, a prezzi decisamente più ragionevoli.

Mediamente, per ogni luogo in cui siamo stati, abbiamo pagato 50-60 euro a testa in camera doppia, a volte solo pernottamento, altre volte con la colazione inclusa.

Voli aerei:

Disastro!!! Il nostro volo doveva essere un diretto Malpensa-Reykjavik, sia all’andata che al ritorno, ma arrivati a Malpensa per la partenza scopriamo che la Icelandair ha fatto overbooking, e quindi pur avendo prenotato i biglietti ben 9 mesi prima della partenza non c’erano più posti. Ci hanno quindi “traghettati” a Linate, da cui siamo partiti per Londra e quindi per Reykjavik, dopo uno scalo di 3 ore. Sorvoliamo su tutte le palle che ci hanno detto al check-in di Malpensa per giustificare l’accaduto e cercare di placare gli animi. Sono degli emeriti str…

Dulcis in fundo: arrivati a Reykjavik alle 23:15 (invece delle 16:30) scopriamo con immensa gioia che le nostre valigie sono chissà dove…arriveranno fortunatamente nel tardo pomeriggio del giorno dopo.

Secondo dulcis in fundo: per fortuna nessun overbooking nel volo di ritorno, ma scopro che servono gratuitamente l’acqua a bordo, come su tutti i voli di linea, ma niente snack, quelli sono a pagamento… nulla di grave per carità, però credo che su 400 euro di biglietto, 3 euro di panino o similare potrebbero anche offrirlo…

Quindi bocciatura su tutta la linea per l’Icelandair.

Macchina:

Essendo in quattro abbiamo prenotato un Suzuki Gran Vitata. Come ho detto nel racconto alcuni posti si raggiungono solo percorrendo piste sterrate piuttosto dissestate, che con una macchina normale sarebbero irraggiungibili (e tra l’altro occhio, l’assicurazione non copre i danni sulle macchine normali che vanno sulle piste indicate con F). Quindi o si sceglie di non vedere quei posti (e sarebbe un peccato), e allora l’affitto della macchina ha prezzi ragionevoli, oppure si affitta un fuoristrada e si spendono 1600 euro per 10 giorni, naturalmente esclusa benzina, come abbiamo fatto noi. Ed è stato il preventivo più onesto che abbiamo ricevuto…

Occhio ai limiti di velocità: mi hanno detto che le multe sono salatissime!!!

Pagamenti:

Le carte di credito sono accettate ovunque anche per piccolissimi pagamenti (Islanda docet…, o almeno dovrebbe farlo…), quindi non serve prelevare contante. Attenzione però che ai distributori di benzina per far rifornimento serve il PIN della carta.

Vestiario e meteo:

Noi siamo stati particolarmente fortunati dal punto di vista meteorologico, i primi sei giorni sono stati di sole pieno e caldo, si stava tranquillamente in maglietta (e io sono già uno piuttosto freddoloso), poi il tempo è peggiorato, coprendosi. Inoltre gli ultimi 4 giorni sono stati molto ventosi, un vento gelido e molto forte, che mi ha fatto apprezzare la mia giaccavento ed il cappello in testa….L’ideale, siccome il tempo può cambiare repentinamente, è avere a disposizione un vestiario variegato, dalle magliette, alle maglie a manica lunga, ai pile, alla giacca appunto.

Islandesi:

Una nota di merito particolare, che non c’entra nulla con l’aspetto turistico del viaggio, va agli Islandesi: dopo la crisi economica che ha mandato in bancarotta il Paese nel 2008, gli Islandesi hanno avuto il coraggio di provare a cambiare lo status quo delle cose. E’ la cosiddetta “rivoluzione silenziosa”, e approfitto di questa occasione per cercare di “dar voce” a questa rivoluzione, altrimenti ignorata da televisioni e stampa (chissà perché…)

Dopo la crisi gli Islandesi hanno cacciato dal Paese tutti i politici ed i banchieri corresponsabili del disastro economico, hanno riscritto la loro costituzione, stabilito nuove leggi ed hanno eletto nuovi rappresentanti, che non dovevano avere alcun legame con l’establishment politico precedente. Capo di Stato, Premier, Governo, Parlamento. tutto nuovo, nuovi volti, voglia di cambiare. Evviva gli Islandesi, loro ce l’hanno fatta!

Noi dovremmo imparare molto da loro, ma credo che siamo ancora distanti anni luce…



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