Verde Baviera 2

Monaco, Fussen e un salto a Innsbruck
Scritto da: Stefano85
verde baviera 2
Partenza il: 24/06/2017
Ritorno il: 30/06/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Dopo aver visitato Berlino due anni fa, la mia passione di andare per l’Europa incontra di nuovo la Germania, e questa volta è la Baviera la meta scelta insieme a un mio amico. Scegliamo la soluzione treno, molto comoda per chi come noi abita in Romagna, da Bologna il treno è diretto per Monaco (sono due, l’Eurocity 84 e 85) e prenoto il biglietto di andata a fine marzo a 45 euro a testa sul sito delle ferrovie tedesche. Il viaggio dura sei ore, e scegliamo il treno delle undici e cinquanta che arriverà a Monaco alle sei e mezza del pomeriggio. La vacanza prevederà mete intermedie per cui il ritorno lo facciamo da Innsbruck che visiteremo l’ultimo giorno, e comprando il biglietto solo la settimana prima paghiamo 60 euro a testa per la tratta Innsbruck-Bologna.

Arrivati nella grigia stazione di Monaco puntualissimi, scegliamo di fare i biglietti anche per Fussen, dove visiteremo il castello di Neuschwanstein un paio di giorno dopo, utilizzando le macchinette automatiche subito poste davanti ai binari. Poi ci dirigiamo l’albergo, l’Ibis Arnulfpark che si raggiunge con quattro fermate di tram (numeri 16 e 17), di quelli blu che corrono paralleli alla stazione. Una singola corsa costa 2,80 e per i nostri spostamenti quotidiani scegliamo di fare il biglietto giornaliero a 6,30 euro a persona sempre dalle macchine automatiche che prevedono anche la voce in italiano. L’hotel mi sento di consigliarlo, nonostante la colazione extra che comunque scegliamo di fare sempre in giro per Monaco e mai lì, pertanto paghiamo i 141 a testa (circa 45 euro a notte) per le tre notti prenotate su booking senza l’aggiunta del costo della colazione. Ci dirigiamo subito a piedi verso Marientplaz oltrepassando Karlsplatz con al centro la sua graziosa fontana, e il viale pedonale che ci si apre pullula già di gente. É sabato 24 giugno e il tempo è abbastanza buono, la serata la trascorriamo all’Hofbrauhaus, il grande locale con tavolini anche nel cortile adiacente, all’aperto, dove il vociare di entusiasmo tra risate e fiumi di birra martella costantemente le orecchie. Ci si siede, nella sua parte interna, su grandi panche di legno in tavolate altre con persone che non si conoscono, si ordina ai camerieri vestiti di scuro (o alle cameriere in abiti bavaresi!) e si paga direttamente a loro alla fine. Considerate che a Monaco la birra piccola non esiste, si va a mezzo litro o a litro, regolatevi! La stanchezza sale e così ci ritiriamo presto in camera dopo aver fatto un importante giro perlustrativo per Odeonsplatz, che ospita un grande concerto all’aperto di musica classica proprio davanti alla Residenz, ossia il palazzo Reale bavarese che non riusciremo però a visitare nel corso del nostro soggiorno.

Domenica 25 giugno è il giorno designato per la visita all’Allianz Arena, lo stadio del Bayern Monaco. Al mattino purtroppo ci svegliamo con la pioggia e la cornice è completamente differente da quella di 24 ore prima. La mattina vola via in fretta e in maniera abbastanza inconcludente dato il tempo, e alle 13.30, proprio mentre il meteo ci dà una tregua, ci dirigiamo verso lo stadio. A Monaco ci sono linee di treni in superficie e sotterranei, noterete i cartelli U e S che stanno a specificare la U-Bahn e la S-Bahn. Prendiamo la prima, e con un cambio ci dirigiamo nel profondo nord scendendo alla fermata Frottmaning della U6 di colore blu. Un piccolo pezzo a piedi ci separa dallo stadio inaugurato nel 2005 con la sua copertura composta da tanti “cuscinetti” che si può illuminare di rosso quando gioca il Bayern, di bianco quando gioca la nazionale tedesca e di azzurro quando gioca l’altra squadra della città, il Monaco 1860. La visita parte prima dal museo, splendido per chi come noi ama il calcio e soprattutto la sua storia, e poi con la guida dentro allo stadio nella tribuna principale, nel tunnel di ingresso al campo e nello spogliatoio della squadra di casa. Ci accoglierà anche la grande sala delle conferenze stampa, e al termine si può visitare il grande Fan Shop della squadra. Il tutto è costato 19 euro e si può prenotare sul sito del Bayern con la guida in inglese o in tedesco. Il nostro gruppo era talmente numeroso che hanno dovuto dividerci in due ulteriori gruppi di visita. La zona è un po’ asettica e isolata, ma la visita merita. Rientriamo verso Monaco e decidiamo di fermarci nella zona dell’Olympiapark (linea arancione, U3) dove troviamo casualmente anche una grande fiera in corso. Consiglio la visita di questa grande area in cui si può camminare, andare in bici e giocare a tennis nei numerosi campi dell’area. C’è anche l’Olympiastadion, l’impianto inaugurato per le Olimpiadi del 1972. È infatti in tale complesso che si sono svolti i giochi Olimpici di quell’anno. Si fa ora di rientrare in città e decidiamo di fare il bis all’Hofbrauhaus. Ciò che non ho specificato prima è la zona in cui si trova il locale, ossia in una graziosa piazzetta al termine di un vicolino che prevede negozi e altri pub (tra cui uno irlandese), raggiungibile a piedi da una traversa della strada che porta a Marienplatz.

Lunedì 26 giugno, sapendo bene che il tempo sarebbe stato clemente, avevamo deciso di noleggiare le bici per poter vivere Monaco in un altro modo. Il proposito si avvera poiché ad accoglierci al mattino c’è un sole che non trova nuvole di ostacolo in cielo e la temperatura è di circa 27 o 28 gradi. Noleggiamo le bici all’interno della stazione (14 euro a testa al giorno), in un noleggio posto di fronte ai binari che vanno dal 26 al 30, individuabile dalle molte biciclette esposte. É sufficiente saldare il noleggio e compilare il modulo con i propri dati. La bicicletta noleggiata da noi è una normalissima city bike, prestate un occhio a che tipo di bici volete noleggiare perché i costi variano verso l’alto e questo è il modello base che ha il costo più basso di tutte. Iniziamo il nostro giro con l’intento di visitare soprattutto l’Englischer Garten, il grande polmone verde della città, al centro del quale si trova un grande Biergarten con la torre stile cinese che svetta sulla piazzetta. Attraversiamo Odeonsplatz e ci buttiamo giù per il giardino dopo aver superato anche l’Hofgarten, un altro parchetto attiguo di bella fattura. All’interno dell’Englischer Garten ci attendono laghetti, sentieri e numerosi frequentatori distesi a prendere il sole. Una visita che non può assolutamente mancare, così come il pranzo all’interno del Biergarten dove vige il sistema del self-service e del pagamento successivo alla cassa (17 euro a testa per pretzel, birra, salsicce e patate). Ci ritagliamo il tempo anche per una sosta dentro al parco per ammirare a pieno il suo immenso verde, il fresco e la tranquillità.

Non è semplice orientarsi all’interno del parco e ben presto ci accorgiamo di averne visitato solo la metà. La parte invece più distante da Monaco è quella a prima vista meno frequentata: qualche rara bicicletta oltre a noi e una distesa di verde pressochè intatta. Decidiamo quindi di invertire la rotta e tornare verso la città, attraversiamo di nuovo Marienplatz e su di nuovo verso la stazione. Ora percorriamo ArnulfStrasse, la via del nostro albergo, per raggiungere Nymphenburg, la residenza estiva del Re di Baviera, con il suo lucente parco alla francese. Visita consigliata, anche se lo abbiamo girato solo all’esterno, l’area è bellissima soprattutto una giornata estiva come in questo caso. Ripercorriamo ArnulfStrasse per tornare verso la città e una nuova meta è il grande parco di Theresienwise dove si tiene annualmente l’Oktoberfest, la grande festa della birra monacense. L’area è completamente deserta e si sta appena attrezzando per predisporre il tutto alla nuova edizione che scatterà fra tre mesi. Il nostro punto di arrivo è la statua della Baviera, la dea simbolo di Monaco, all’apice di una grande scalinata, ma con la bici si può salire per un sentiero posteriore che porta direttamente sotto la statua. Un grande tempio in stile greco/romano ospita sculture e opere sulle sue mura e il caldo continua a farsi sentire in modo costante. Scendiamo e ripercorriamo tutta l’area per uscire di nuovo sulla strada e dirigerci alla stazione per la riconsegna delle bici. In serata, dopo una doccia, decidiamo di cenare all’interno del municipio di Marienplatz: nel cortile interno, una volta attraversato l’arco al centro, sotto al grande orologio, è stato ricavato un ristorante con tavoli all’aperto. Nulla di trascendentale, ma molta scelta e piatti abbondanti per cui mi sento di poterlo consigliare per restare in pieno centro e anche per la suggestione del luogo.

Martedì mattina ecco il primo spostamento della vacanza: ci aspetta la cittadina di Fussen, due ore di treno da Monaco, quasi al confine con l’Austria. É lì che visiteremo il castello di Neuschwanstein, residenza privata fatta costruire apposta per lui da Re Ludovico di Baviera. Uno dei castelli più importanti e affascinanti della Baviera. Non avevamo prenotato il biglietto on-line ma siamo stati fortunati nel trovarlo direttamente all’arrivo alla stazione di Fussen, composta di soli due binari, dentro all’ufficio del turismo e delle informazioni. Il costo è di 16,80 euro a testa e ne vale davvero la pena. L’albergo in cui alloggiamo è il Ferienhotel Berger, un po’ fuori dal centro di Fussen, che comunque è un paese molto piccolo e sono sufficienti una quindicina di minuti a piedi per raggiungerlo, ma assolutamente consigliato per la gentilezza e soprattutto la tranquillità della location, nella quale abbiamo anche una camera con balcone a vista al quinto piano, ammirando così le montagne in tutto il loro splendore e un parco verde dentro il quale alla sera faremo una passeggiata immersi nel silenzio. Il trasferimento a Neuschwanstein è in bus, ne parte uno all’ora davanti alla stazione per cui calcolate bene l’orario della vostra visita. Il biglietto del bus a/r viene 4,50 euro. Arrivati a destinazione, tempo dieci minuti, si inizia a salire a piedi verso i tornanti che portano al castello. Circa venti-venticinque minuti di salita, non impossibili da affrontare e in coda al serpentone di turisti in mezzo al verde della montagna. Il nostro turno scatta alle 13.15, superiamo il tornello e entriamo in visita. All’interno non si possono fare fotografie, e le stanze visitate sono assolutamente un gioiello di architettura e di lusso, tra archi, grandi lampadari, dipinti e arazzi, nonché il panorama che si può ammirare dalle piccole finestre del castello e che lascia davvero senza fiato. La visita dura circa un’ora e alla fine ci intratteniamo nel negozio dei souvenir del castello molto fornito. La serata a Fussen la trascorriamo, per una volta, mangiando una pizza peraltro abbastanza buona in un elegante ristorante, giusto per prenderci una pausa da carne, stinchi, wurstel e pretzel. Fussen è una città piccola ma graziosa, una visita è imperdibile, peraltro è il capolinea della “Strada Romantica” che parte da nord della Germania e che si può percorrere anche in bicicletta. Il tempo in questo caso è stato parecchio variabile, ma fortunatamente ha iniziato a piovere solo nel momento in cui siamo tornati dal castello.

Il giorno dopo, mercoledì, è tempo di ritornare a Monaco. Ne approfittiamo per la visita (ingresso grauito) al campo di concentramento di Dachau, raggiungibile con la S1 alla fermata “Dachau”, e con un tratto in bus di pochissimi minuti che ferma proprio davanti all’ingresso. Vi è la possibilità di noleggiare la guida audio, ma noi procediamo tra i vari pannelli espositivi e i luoghi del campo in autonomia. Oltrepassiamo il piccolo cancelletto di entrata dove non manca la scritta “Arbeit macht frei” incastonata tra le sue sbarre. Nonostante la visita non sia paragonabile a quella di Birkenau e Auschwitz, che nell’immaginario collettivo rappresentano il triste significato dell’Olocausto, la visita di Dachau non è da meno. Il grande complesso principale contiene grandi manifesti con tutte le spiegazioni a proposito della vita nel campo, dei prigionieri e della storia di quegli anni. Sul piazzale, solo alcune baracche sono state ricostruite conformi alle originali e all’interno si possono visitare tutti gli arredi ricostruiti come un tempo, i dormitori in legno, le stanze adibite a bagno, il grande spogliatoio. Il messaggio è diretto, crudo e certamente utile a risvegliare le coscienze. La parte dei forni crematori (ce ne sono due, uno è il vecchio dove trovarono la morte undicimila persone, l’altro è stato costruito per gli ultimi due anni della guerra) è attigua al campo ma quasi nascosta dalle siepi e dal molto verde della zona, e vi si accede tramite un sentiero che apre la visuale al secondo crematorio e ai contributi dati dagli ebrei e dai russi in memoria delle molte esecuzioni nello spazio sul retro del crematorio. Vi sono altre due chiese e luoghi di culto all’estremità opposta del campo edificate dalle comunità dei sopravvissuti di Dachau, che fu aperto alle visite nel 1965. Riusciamo a prendere al volo il bus che ci riporta alla stazione e da lì la S1 che ci riporta a Monaco.

È l’ultima sera nella capitale bavarese e torniamo all’Hofbrauhaus al quale siamo troppo legati! Prima sostiamo in Marienplatz e ci sediamo per una prima birra e un altro pretzel ordinati in un baracchino aperto proprio in piazza e con qualche tavolo per sedersi, dove anche in questo caso ci servono signorine vestite in bavarese di tutto punto. Giovedì mattina alle 9.34 ci dirigiamo in stazione e salutiamo definitivamente Monaco, direzione Innsbruck. L’hotel che ci ospita è il Cityhotel Schwarzer, proprio sul fiume Inn, incastonato nelle casette colorate che adornano la riva del fiume, quasi come fosse tutto simile ad Amsterdam. Abbiamo un pomeriggio e una sera per girare Innsbruck e ci riesce: procediamo verso i graziosi vicoli del centro e ci perdiamo tra negozi, locali e portici, sotto ai quali si trovano moltissimi negozi di souvenir. Elevata la mole di orologi a cucù esposti nelle varie botteghe, e tanta gente nonostante sia un giorno infrasettimanale. A pranzo mangiamo al volo in un forno che ha anche qualche piatto completo con la possibilità di sederci e riprendiamo la nostra visita cercando di dirigersi allo Schloss Ambras, edificato da un italiano di Verona per conto di Federico II, ma ci è impossibile data la pioggia che inizia a cadere copiosa e dato il pezzo ancora lungo da fare, decidiamo di rientrare in bus verso il centro. Non tutti i mali vengono per nuocere: entriamo al Cafè Sacher, e assaggiamo la torta omonima unito a un caffè con liquore altrettanto alla Sacher. Il locale è veramente elegante e spendiamo circa 8.50 euro a testa. Una visita è da mettere certamente in conto come pausa durante il lungo camminare. Il tempo continua a non essere clemente e appena rientrati in albergo si scatena un acquazzone, salvo poi tornare il sole poco dopo, un cambiamento quasi pazzo dato che ad ogni ora abbiamo avuto condizioni sempre differenti. Poi iniziamo a costeggiare il fiume e ci introduciamo nel parco adiacente al lungo fiume e passiamo dall’altro lato per osservare le deliziose case dipinte di ornamenti che caratterizzano la città. Anche la sera, una volta usciti per recarci al ristorante Goldenes Dachs, ci attendono di nuovo nuvoloni neri che poco dopo, mentre siamo dentro a gustarci Gulash con Polenta e lo strudel (posto dall’arredamento vintage assolutamente consigliato) si scatena un vero e proprio temporale che smette nel momento esatto in cui decidiamo di uscire e rientrare. Ci concediamo un ultimo giro in una Innsbruck umida e svuotata quasi totalmente di turisti, poi l’indomani, dopo un buon sonno e una colazione in stazione, riprendiamo il convoglio che ci riporta in Italia alle 11.24 e che arriva a Bologna alle 16.20 nella più assoluta puntualità. Nonostante la rigidità dei tedeschi e le più svariate condizioni atmosferiche che abbiamo incontrato, è stato un viaggio da incorniciare, in luoghi che sono una medicina per chi cerca tranquillità, semplicità, silenzio e tanto verde per staccare dalla routine quotidiana.

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