Venezia, un’insolita giornata per chi non ha mai visitato la Serenissima

Perdersi tra le calli e i canali per scrutare gli angoli più remoti, ammirare palazzi paragonabili a musei e poter gioire per aver visitato una delle città più belle del mondo
Scritto da: andreacolombo
venezia, un’insolita giornata per chi non ha mai visitato la serenissima
Partenza il: 23/09/2012
Ritorno il: 23/09/2012
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Triste. Umida. Grigia. Le impressioni dei compagni di scuola elementare al ritorno dalla gita a Venezia erano pura malinconia. Eppure la città di Marco Polo, del famoso Carnevale e della Biennale non può corrispondere a tale descrizione; non immagino il motivo per cui i colori delle maschere, la lucentezza delle gondole e l’imponenza delle facciate dei palazzi non abbiano impressionato bambini ed insegnanti. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

Ecco perché, non avendo partecipato alla gita scolastica di rito nel lontano 1985 e non avendo mai visitato il capoluogo veneto, pianifico la mia escursione domenicale. Il meteo prevede cielo nuvoloso senza precipitazioni con temperatura accettabile: procedo alla prenotazione online del biglietto di andata e l’indomani si parte, all’alba. Ad accompagnarmi una decina di fogli scaricati dal web con orari di musei, vaporetti e itinerari suggeriti da chi ha già visitato Venezia, nonchè una guida tascabile ricevuta in omaggio in occasione di un precedente acquisto. Dato l’orario di partenza (Milano Centrale ore 06:35) il tragitto è propizio per una buona dormita, ma lotto con l’ozio per approntare una bozza di programma, avendo a disposizione una sola giornata per vivere al meglio l’atmosfera della città. Alle ore 09:10, in perfetto orario, arrivo a destinazione: Venezia Santa Lucia. Un consiglio spassionato: se decidete di viaggiare con i treni Frecciabianca, acquistate i biglietti con qualche giorno di anticipo poiché vengono proposte offerte molto vantaggiose (50% di sconto!), di cui purtroppo, avendo organizzato all’ultimo minuto, non ho potuto beneficiare. Dopo aver usufruito della toilette della Stazione (l’ingresso è a pagamento, 1 euro – utilizzate quella del Bar in prossimità degli ultimi binari !), esco dall’edificio e rimango sorpreso: gondole, vaporetti e la Chiesa di San Simeone piccolo in stile neoclassico: una fiaba! (immagine 1)

Una duplice visione: a destra un insolito ponte, il Ponte della Costituzione, progettato dall’architetto spagnolo Calatrava e a sinistra un gruppo di turisti giapponesi che si affrettano ad attraversare il Ponte degli Scalzi, per dirigersi verso Piazza San Marco.

Non occorrono mappe o guide per muoversi in città: indicazioni ben visibili e architettonicamente ben integrate con le facciate dei palazzi d’epoca, senza deturparne l’aspetto, garantiscono piena autonomia. Ho già annullato il mio itinerario: l’aspetto da cartolina di ciò che ho visto in pochi minuti è uno stimolo per vagare spensieratamente tra le calli. Unico e fondamentale appuntamento da rispettare è la visita del Campanile di San Marco, della Basilica e delle terrazze. Passeggio come un adolescente incuriosito mentre osservo ponti, sbircio tra le persiane aperte, fotografo le gondole pronte ad accogliere i turisti e cerco di decifrare i menu delle osterie, scritti in dialetto. Alle ore 10:00 il cielo è terso, non ci avrei giurato: scorrevole la coda di turisti che accedono alle terrazze della Basilica ed al Campanile. Ciò accresce il mio entusiasmo ed agevola il mio programma. La salita al Campanile (Euro 8,00), con un rapido ascensore permette di ammirare Venezia dall’alto: l’intera laguna, il Lido, le isole, le cupole e la stessa Piazza San Marco, ancora per poco quasi deserta. Vedere la città dall’alto non è solo emozionante, è anche utile per potersi orientare tra le calli una volta scesi! L’enorme campana batte le ore 11:00 e le mie orecchie – assordate dai rintocchi – mi impongono di scendere in Piazza, dove ammiro la Torre dell’Orologio (a cui non è possibile accedere se non in occasione di visite riservate), dalla meravigliosa facciata bianca e azzurra, che rivedrò alle ore 14:00 osservando i due giganti di bronzo che scandiscono le ore battendo sulla campana. (immagini 2 – 3). A pochi metri dalla Basilica si erge Palazzo Ducale, in passato cuore del potere politico, un imponente palazzo attualmente sede di mostre ed eventi culturali (accesso dalle 8.30 alle 17.30 – www.palazzoducale.visitmuve.it).

E’ ora di uno spuntino, ma il timore di una lunga attesa per visitare la Basilica di San Marco prevale sulla fame: una passeggiata fino al Ponte dei Sospiri, utilizzato un tempo dai detenuti condotti all’interno del Palazzo Ducale in attesa del processo, una foto di rito e ritorno in Piazza, per appostarmi davanti alla Basilica. (immagine 4)

L’ingresso alla Basilica (gratuito – www.basilicasanmarco.it), la domenica avviene dalle ore 14:00, ecco perché mi ero dedicato ad altri monumenti in attesa dell’accesso. Raccomandazione: per entrare è necessario depositare i bagagli presso un’area indicata (in calle San Basso 315a), non tentate di valicare le barriere di sicurezza con il vostro zainetto poiché verrete rimbalzati da addetti poco simpatici con il rischio di dover riaffrontare la coda !

Impossibile descrivere la magnificenza dell’edificio, i mosaici, le icone e gli intarsi, purtroppo non documentabili poiché all’interno non è consentito scattare fotografie.

Ore 15:00: la Piazza è gremita, è quasi impossibile muoversi.

Si intravede anche una giovanissima sposa in abito bianco: sarà una giornata fortunata dato che negli ultimi viaggi incontro sempre una novella coppia (con relativo fotografo al seguito)?…

Complici il clima e l’orario post-prandiale, per defilarmi dalla calca (soddisfatto per aver rispettato l’impegno di aver dato la priorità alla visita della Basilica e del Campanile) – mentre si odono le note dei musicisti ben integrati nella naturale scenografia delle colonne della Piazza – mi incammino lungo il Canal Grande fino al convento di S. Zaccaria, dalla splendida facciata di marmo.

Nei pertugi tra varie calli, antiche osterie mostrano i loro menu: anche in questa città ho la fortuna di trovare esercenti (ristoranti, trattorie e gelaterie) che offrono menu gluten-free, dei quali raccolgo indirizzi e ritraggo immagini ad ogni viaggio.

Assecondati i richiami gastrici il tour prosegue con un amletico dilemma: proseguire a piedi o provare l’ebbrezza di un giro in vaporetto? (immagine 5)

Lo spirito ecologista con cui ho intrapreso la gita domenicale prevale, e sarà un’interminabile camminata a condurmi nei luoghi più belli e insoliti della città di Casanova.

Ammirando la tenacia e la forza dei gondolieri nel condurre i propri ospiti lungo i canali, defilandomi dalle file di turisti giapponesi che (contrariamente alla loro innata pacatezza) discutono animatamente per la precedenza su chi ha diritto a salire per primo in gondola, dopo aver ammirato la Chiesa di S. Maria Formosa, raggiungo il Ponte di Rialto, che collega i sestieri (i “quartieri”) di San Marco e San Polo.

Maschere di ogni forma e colore, statue di Arlecchino, preziosi ed eleganti vetri: un mercato a cielo aperto. (immagine 6)

Sedersi ad un Caffè lungo Riva del Ferro è vivere Venezia: osservo i turisti che affollano il Ponte di Rialto, sorrido ai veneziani che passeggiano con i loro bambini e cani, ammiro il crocevia di gondole.

Il tempo sembra non scorrere, l’orologio segna le ore 16:45 e mi addentro nuovamente in San Marco percorrendo Calle dei Fabbri; dopo uno sguardo alla sede della Biennale a Ca’ Giustinian (http://www.labiennale.org) ed al Teatro La Fenice eccomi presso la Chiesa di San Maurizio (Museo della Musica – http://www.innvenice.com/Musica.htm) sede di un’esposizione dedicata a Vivaldi, al cui ingresso mi intrattengo con un simpatico artigiano chiedendo informazioni per l’acquisto di souvenir in vetro “made in Venice”. (immagine 7)

Nelle vicinanze sorge Palazzo Franchetti, sede di un importante istituto di design: curioso imbattersi nella raffigurazione bovino dipinto da vivaci colori nella patria del noto leone alato! (immagine 8 )

Valico il Ponte dell’Accademia che congiunge S. Marco a Dorsoduro, altro importante sestiere della città in cui ha sede l’Università Ca’ Foscari; la giornata è meravigliosa e passeggiare lungo la riva del Canale della Giudecca (che i veneziani chiamano “le zattere”) è molto piacevole, soprattutto in compagnia di un ottimo gelato, rigorosamente senza glutine, poiché il mio fiuto da segugio mi ha condotto presso una famosa gelateria informata sulle intolleranze alimentari.

Da Campo Santa Margherita, cuore del sestiere, percorro le vie più impervie per raggiungere San Polo ed ammirare la Chiesa di S. Maria dei Frari (ingresso dalle 13 alle 18).

In uno dei tanti canali della città assisto estasiato alla spiegazione di un gondoliere sulle tecniche di manutenzione, sulla modalità di comunicazione tra i gondolieri in servizio e sulla gestione di queste preziose “imbarcazioni”. (immagine 9)

L’orizzonte, terso e limpido durante la giornata, inizia ad imbrunire, presagio della conclusione di una piacevole e ricca giornata.

Gli ultimi passi, gli ultimi acquisti, gli ultimi sguardi.

Probabilmente, chi descriveva la città come umida, triste e grigia non ha avuto l’opportunità di cogliere l’anima solare e inebriante della Repubblica Marinara.

Forse l’eleganza e il prestigio storico hanno contribuito a mascherare la vitalità e l’orgoglio di una splendida città.

E se di maschera si tratta, sarà l’occasione per visitare nuovamente Venezia e le sue isole, magari in occasione del Carnevale. (immagine 10)

Sono quasi le 23:00, non mi sono accorto che il viaggio in treno è terminato.

Il sonno questa volta mi ha rapito.

Ho temuto fosse solo un sogno, ma a Venezia ho davvero vissuto momenti indimenticabili.



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