Venezia è sempre Venezia
Le finestre dei bei palazzi gotici sembrano sedurre chiunque incroci il loro sguardo.
A ogni angolo è possibile trovare atmosfere surreali che regalano emozioni forti e contrastanti: rabbia, nostalgia, passione; ci sono proprio tutte e ognuna di esse rapisce chi si trova a girovagare, naso all’insù, in questa splendida città dove io e mio marito abbiamo scelto di trascorrere un romantico ponte di novembre.
A causa degli alti prezzi degli alberghi nel centro di Venezia, scegliamo di alloggiare a Mestre presso l’Hotel delle Rose in Via Millosevich, 46 (80 euro a notte per una stanza matrimoniale).
La scelta si rivelerà molto positiva. Siamo collegati al centro di Venezia tramite l’autobus n. 12 e 12/ (la fermata è a due passi dall’albergo e passano ogni 10 minuti, dalle 22 ogni 20) che in circa 10 minuti ci portano direttamente a P.le Roma, accanto alla stazione di Venezia S. Lucia, centro nevralgico della città da cui si possono prendere altri mezzi e soprattutto i vaporetti.
La gentilezza dei gestori dell’albergo è squisita, ci danno indicazioni e suggerimenti per trascorrere un buon soggiorno e impegnare al meglio il nostro tempo.
La camera è piccola ma pulita e silenziosa, la colazione ottima pertanto ci sentiamo di consigliarlo a tutti i turisti per caso come noi.
La prima cosa che facciamo arrivando a Venezia è l’abbonamento dei mezzi pubblici da 48 ore che, con 28 euro a persona, ci permetterà di usufruire degli autobus e dei vaporetti che collegano le varie parti della città (pensate che una corsa singola sul vaporetto costa 6,50 euro). Con l’abbonamento in mano (ricordatevi di validarlo ogni volta che salite su un autobus o che state per salire su un vaporetto) ci sembra di avere la città ai nostri piedi e di poter godere di una libertà di movimento che ci consentirà di spingerci oltre i consueti percorsi turistici.
Nel frattempo sentiamo il richiamo del Canal Grande che ci invita a solcare le sue acque per annusare l’aria veneziana. Sono diversi i vaporetti che percorrono per intero il canale, vi consigliamo di prendere la linea numero 1 che procede abbastanza lentamente, rispetto alle altre, da permettervi di godere del panorama in tutto il suo splendore (tenete presente che dal 2 novembre 2011 molte linee dei vaporetti hanno cambiato la propria denominazione).
Il tratto di canale che andrete a percorrere dalla Stazione a San Zaccaria dura circa 40 minuti e si estende per una lunghezza di 4 km.
Non preoccupatevi più di tanto di cosa rappresentano gli splendidi palazzi che fiancheggiano il canale, la spiegazione la troverete in qualsiasi guida, quello che non troverete nella guida sarà l’emozione unica che questa passeggiata susciterà in voi, vi sentirete riempire il cuore di gioia, vi sembrerà di stare in un set a cielo aperto, perchè questo è Venezia, sembra costruita appositamente per fare da sfondo a qualche romantico film d’amore.
Il Canal Grande brilla al sole che gli ultimi giorni di ottobre ha deciso di regalarci, eleganti gondole scivolano altezzose sull’acqua, imbarcazioni cariche di merci raggiungono ogni parte della città mentre i vaporetti del servizio pubblico veneziano (Actv) ingoiano turisti ad ogni fermata. Si termina il giro storditi e disorientati mentre lo sguardo si perde tra i numerosi e stretti vicoli che lasciano intravedere la loro ingenua bellezza. Terminato il giro decidiamo di esplorare il quadrante più orientale della città, il più vasto sestiere di Venezia, che si estende da San Marco a Cannaregio, a ovest, fino ai moderni edifici di Sant’Elena ad est. Si tratta dell’area di Castello. E’ qui che troverete il Ponte della Paglia da cui si può ammirare il famosissimo Ponte dei Sospiri (ora è in ristrutturazione come molte altre bellezze di Venezia). Spingetevi lungo le vivaci banchine di Castello, arrivate fino alla solitaria isola di San Pietro di Castello con il tipico campanile pendente, raggiungete i bellissimi giardini del Parco delle Rimembranze che al tramontono regalano giochi di luce quasi mistici che colorano di autunno lo splendido viale alberato di Viale Quattro Novembre. Qui si respira un’atmosfera di serenità fuori dal comune, sarà l’aria di mare, la luce, saranno i maestori alberi dalle mille sfumature ma sembra veramente di trovarsi in un bosco incantato.
La serata sta per volgere al termine, ci regaliamo una cenetta al ristorante “Aciugheta” in Campo SS Filippo e Giacomo, a due passi da Piazza San Marco dove con un prezzo accettabile mangiamo un primo (non è facilissimo mangiare con poco a Venezia in un ristorante, scegliete quelli che espongono “no servizio, no coperto” altrimenti rischiate di pagare 10 euro solo per questo e se volete il caffè prendetelo al bar).
Dopo cena ci aspetta una bella passeggiata per la Piazza più famosa della città che, per l’occasione sembra aver indossato il suo abito migliore per mostrarsi come una vecchia ma affascinante signora di altri tempi.
La mattina successiva la dedichiamo ad una visita approfondita proprio di Piazza San Marco, un grande spazio aperto con una concentrazione di arte da capogiro.
Per prima cosa decidiamo di metterci in fila per salire in cima al campanile (la salita avviene con ascensore e il biglietto costa 8 euro a persona) da cui si gode una vista magnifica sull’intera laguna.
Dopo il campanile ci attende la Basilica; prima di mettervi in fila per entrare ricordatevi di lasciare zaini e borse ingombranti presso il deposito che trovate nel vicolo Cà Basso (guardando la basilica lo trovate alla sua sinistra). Ci facciamo un giro all’interno ammirando i bellissimi mosaici di ispirazione bizantina e ci dirigiamo verso la visita delle terrazze e della Loggia dei Cavalli (5 euro a persona).
La fame inizia a farsi sentire e facciamo l’errore di andare a mangiare al ristorante “Al Theatro” accanto alla Fenice, il teatro lirico più famoso di Venezia, dove per un calzone, una pizza, 2 caffè e l’acqua paghiamo ben 43,50 euro.
Cerchiamo di riprenderci dallo stordimento e ci spostiamo verso la zona di Dorsoduro da cui si possono godere ampie vedute della laguna sia dalla punta orientale vicino alla Salute sia dalle Zattere di fronte all’isola della Giudecca.
Il punto nevralgico di Dorsoduro è Campo Santa Margherita intorno alla quale si estende una tranquilla zona in cui si susseguono deliziose piazzette e intricati vicoli.
Degno di nota è il Ponte dei Pugni, vicino alla singolare chiatta che vende frutta e verdura, riconoscibile per due paia di impronte bianche impresse nel selciato che indicano la posizione da prendere all’inizio degli scontri che si svolgevano, su questo stesso ponte, tra fazioni rivali.
Il nostro girovagare prosegue verso il Ghetto, il più antico del mondo, che si trova nella zona di Cannareggio, una delle zone più affascinanti e cariche di storia di Venezia. Il sestiere di Cannaregio rappresenta forse l’area più modesta della città dove la semplicità della vita quotidiana si può toccare con mano e dove il bucato steso ad asciugare congiunge i due estremi degli stretti vicoli e inonda l’area circostante di un profuno di pulito che riporta alla mente gesti antichi carichi di significato.
Dopo aver assaggiato dei buonissimi dolcetti ebraici presso il panificio “Volpe” che si trova in Calle del Ghetto Vecchio, decidiamo di andarci a godere il tramonto alla “Dogana di Mare” un promontorio da cui si gode di una splendida vista sul Canal Grande e sulla Chiesa di S. Maria della Salute, la grande chiesa barocca fatta costruire in segno di ringraziamento per la fine della peste del 1630. Il cielo inizia a dipingersi di rosa dalle mille tonalità e sembra quasi ringraziare il sole che si congeda lasciando la scena ad una timida luna che rende l’atmosfera ancora più suggestiva.
Per ammortizzare la spesa del pranzo scegliamo di mangiare una cosa al volo e di tornare in albergo per mettere in ordine emozioni e pensieri.
Il terzo giorno girovaghiamo a piedi nei sestieri di San Polo e Santa Croce delimitati dal tratto superiore del Canal Grande.
La zona, vivace cuore commerciale della città, pullula di vita ed è caratterizzata dai Mercati di Rialto dove i veneziani comprano ortaggi e frutta fresca (per visitare il mercato andate dal lunedì al sabato entro le 12). Oltre al mercato, padrone indisturbato di questa zona è il Ponte di Rialto dalla cui balaustra si gode di una bella vista sul Canale.
Terminata la nostra passeggiata tra vicoli e campielli decidiamo di trascorrere il pomeriggio nell’isola lagunare più variopinta: Burano.
Dopo circa 40 minuti di navigazione con la line LN (potete salirci tranquillamente con l’abbonamento che avete fatto) da Fondamente Nuove arriviamo in questa piccola isola i cui canali sono fiancheggiati da casette multicolori. Si dice, infatti, che i colori aiutassero i pescatori a riconoscere la propria abitazione quando rientravano dalla giornata di pesca e Burano appariva avvolta da una fitta nebbia.
Ci fermiamo a mangiare velocemente ai “tre ponti” e riprendiamo la nostra esplorazione di questo piccolo gioiello, considerate che per girare l’isola non occorre più di un’ora di tempo, ma tanto basta per assaporare l’unicità di questo luogo. Il sole rende ancora più brillanti e accesi i vivaci colori delle abitazioni che sembrano fare a gara per mettersi in posa e lasciarsi scattare una foto ricordo. I negozi che vendono i famosi e bellissimi merletti di Burano sono ad ogni angolo a ricordare un’arte antica.
Acquistiamo qualche piccolo ricordo e decidiamo di tornare a Venezia, ceniamo a “La Patatina”, un piccolo, affollatissimo ma gradevole locale in Ponte San Polo.
Il nostro ultimo giorno di permanenza decidiamo di trascorrerlo in un’altra delle famose isole lagunari: Murano. Per arrivare a Murano prendiamo la linea DM che da P.le Roma ci porta direttamente, in circa 20 minuti, sull’isola resa famosa dalla lavorazione artistica del vetro dove numerose sono ancora le fornaci dalle quali escono piccole e grandi opere d’arte.
Appena sbarcati sulle banchine un signore ci invita a seguirlo per mostrarci una dimostrazione dal vivo della lavorazione del vetro. Appena capiamo, però, che chiede 3 euro a persona ci allontaniamo e scegliamo il nostro percorso. Quasi tutte le fornaci, infatti, offrono dimostrazioni gratuite dei mastri vetrai.
I canali dell’isola sono fiancheggiati da piccoli e grandi negozi che vendono oggetti in vetro di ogni tipo, un tripudio di forme e colori che ipnotizzano. L’idea di vedere all’opera un mastro vetraio ci alletta per cui cerchiamo una fornace che ci ispiri. Entriamo da “AZ vetri” in Fondamenta Venier 38/A dove possiamo vedere come una piccola palla di pasta di vetro si trasformi in un rampante cavallino! Acquistiamo qualche piccolo oggetto direttamente in questa fabbrica e scambiamo quattro chiacchiere con il mastro vetraio che ci spiega come sono stati penalizzati dalla crisi economica e dall’avvento del vetro cinese, a basso costo, utilizzato per le lavorazioni. Se acquistate qualche oggetto accertatevi che riporti il marchio di autenticità di Murano, solo così daremo la possibilità a questa arte meravigliosa di continuare a vivere.
Ci fermiamo a pranzo all’osteria “Al Duomo” in Fondamente Maschio 20/21, un posto molto accogliente con tavolini all’aperto in un giardino interno gradevolissimo.
Terminato il nostro giro per l’isola scattiamo ancora qualche foto prima di fare ritorno a Venezia.
Per cena decidiamo di fermarci nella zona del Ghetto a mangiare un’ottima pizza a “Il Faro”, una pizzeria di quartiere lontano dal caos turistico, il posto ideale per concludere nel migliori dei modi questa bellissima esperienza veneziana.
Perchè come diceva Carlo Verdone nel film “Viaggi di nozze”: Venezia è sempre Venezia!