Veliko Tarnovo, la meno bulgara della Bulgaria

Veliko Tarnovo, la città meno bulgara della Bulgaria Titolo provocatorio? Forse... L'antica, famosa e celebrata capitale bulgara è stata direi l'unica piccola delusione del nostro viaggio nel Paese delle Rose. Il viaggio viceversa si è rivelato molto interessante, effettuato in una splendida settimana di agosto senza mai vedere una nuvola, e...
Scritto da: paoloalberto
veliko tarnovo, la meno bulgara della bulgaria
Partenza il: 11/08/2008
Ritorno il: 18/08/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Veliko Tarnovo, la città meno bulgara della Bulgaria Titolo provocatorio? Forse… L’antica, famosa e celebrata capitale bulgara è stata direi l’unica piccola delusione del nostro viaggio nel Paese delle Rose. Il viaggio viceversa si è rivelato molto interessante, effettuato in una splendida settimana di agosto senza mai vedere una nuvola, e ci ha fatto conoscere uno degli ultimi “dimenticati” d’Europa. Il Paese è ancora ricco di gente gentile e disponibile, percorribile in macchina senza alcuna difficoltà, e dove un italiano medio non deve fare continuamente i conti con il portafoglio, visto il costo medio della vita (mediamente un terzo rispetto a noi). Scrivo alcune considerazioni così come vengono, niente di cronologico, lasciando spero la voglia di visitare quest’area balcanica fortunatamente ancora abbastanza immune dalla globalizzazione selvaggia (fin che dura!).

Siamo partiti da Bergamo con la Myair (volo spostato in precedenza dalla mattina al pomeriggio, ritardo di un’ora nella partenza) ed arrivati a sera inoltrata a Sofia; trovato subito il taxi della compagnia OK che con 20 leva (il prezzo giusto sarebbe 15) ci porta allo Sveta Hotel, l’unico prenotato dall’Italia, in posizione perfetta per la visità a piedi della città. All’aeroporto, evitare il cambio euro/leva nello sportello adiacente al ritiro bagagli, che propone un cambio ad un tasso del tutto sfavorevole agli ancora ignari turisti; in tutto il resto del Paese si cambia invece in banca senza problemi ed anche la riconversione in euro dei leva avanzati alla fine del viaggio viene effettuata praticamente senza perdita. Con un euro si ottengono circa due leva, quindi il calcolo dei prezzi in Bulgaria è immediato. Il centro di Sofia è molto carino e la parte interessante della città si visita praticamente in una giornata; fare tutte le tappe consigliate da qualsiasi guida turistica non è un problema, a parte il Museo di Storia Nazionale e la chiesa di Boyana che sono molto fuori mano, alla periferia sud della città. Siamo riusciti a noleggiare una Clio per una settimana per soli 200 euro, grazie alla disponibiità di un dipendente dello Sveta Hotel che a forza di telefonate in bulgaro è riuscito a trovarcela (mancia guadagnata e assolutamente meritata!). Tutti i turisti bulgari o non bulgari (questi ultimi rarissimi, per questo la Bulgaria è ancora orignale) vanno inesorabilmente a Rila: il monastero è veramente magnifico e vale il viaggio; ci vogliono circa due ore di auto da Sofia. Controllare che l’auto sia munita di vignetta autostradale, altrimenti comperarla in uno dei numerosissimi distributori a 7 leva per una settimana. In pratica la vignetta è indispensabile non solo per i tratti “autostradali”, ma per qualsiasi altra strada, anche nei posti più sperduti. Le strade della Bulgaria sono famose per essere piene di buche e quasi impraticabili: non c’è niente di più falso, abbiamo fatto 1400 Km attraverso i Rodopi e nelle pianure e solo in pochissimi casi abbiamo trovato buche (però, dove c’erano, erano toste!) e strade mal tenute; viceversa direi che la rete stradale è buona, specialmente lontano da Sofia. Come dicevo a Rila bisogna andarci. Una altro monastero da non perdere è BachKovo, vicino ad Asenovgrad, ma bisogna esserci se possibile proprio nel giorno meno indicato dell’anno, esattamente a Ferragosto, come è capitato a noi turisti per caso. A Ferragosto c’è il pellegrinaggio degli zingari bulgari (diversi dai nostri) e di tutta la gente delle campagne proprio in questa specie di Gerusalemme bulgara, per niente turistica come Rila… Insomma un insieme di bancarelle, difficoltà di parcheggio e cerimonie non raccontabili ma estremamente suggestive e lontane anni luce dalla nostra “civiltà”. Però tutto ciò solo nel giorno di Ferragosto, negli altri giorni il monastero è semplicemente molto bello. In giro per la Bulgaria tenere sempre presente che almeno dieci volte al giorno si incontra una pattuglia della polizia lungo qualsiasi strada, e che i limiti di velocità sono spesso assurdamente bassi, quindi stare sempre all’occhio; non ci sono comunque autovelox e le pattuglie servono come efficacissimo deterrente; comunque non ho mai avuto l’impressione che ti vogliano fregare per qualche Km/ora in più (come da noi). Una cosa assolutamente da evitare a Ferragosto è invece tentare di raggiungere le coste del Mar Nero (Burgas o Varna): noi abbiamo impiegato un quarto d’ora solo per attraversare l’autostrada, a 120 Km da Burgas! Abbiamo immediatamente deviato verso l’interno, senza alcun rimpianto, e preso una sperduta strada di montagna verso Shumen e Madara, dove si trova il famoso Cavaliere scolpito sulla roccia e dove ci si può arrampicare fino alla sommità della montagna. Per chi vuole faticare un pochino, da fare proprio! Tutto da un’altra parte, sulle montagne da Blagoevgrad verso Velingrad si incontra una serie di contadini venditori di marmellate di frutti di bosco: una serie di prelibatezze limitate solo dal peso da riportare poi in Italia in aereo. Un miele da fiaba, come la marmellata di fragoline selvatiche! La segnaletica in Bulgaria è ormai quasi dappertutto bialfabetica, ma almeno saper leggere il cirillico sarebbe molto utile per una guida più spedita. A proposito, tutti i numerosissimi toponimi che terminano in -ovo non hanno l’accento sulla penultima “o”, ma prima: quindi per esempio Tarnovo si pronuncia Tàrnovo, non Tarnòvo. A Veliko Tarnovo si capisce subito, dalle auto parcheggiate, dal prezzo degli hotel a tutto il resto, che sono ormai abituati alla presenza nutrita di turisti anche stranieri; la parte antica della città è suggestiva e singolare, ma ci è piaciuta poco l’atmosfera che si respira, troppo turistica e pretenziosa. Appena svegliati, siamo ripartiti… Per la Bulgaria! Dimenticavo, la benzina costa 2,26 leva (1,15 euro, ottima cosa!). Bella la valle delle rose nella zona di Kazanlak, verso la quale si può scendere dal passo di Shipka (magnifico panorama alla sommità del monumento della battaglia, da vedere, come la chiesa russa poco sopra Kazanlak). A Plovdiv, con 37 gradi di temperatura, siamo riusciti lo stesso a raggiungere la sommità della collina della città antica, tra case e ombre riposanti, pochi turisti e atmosfere un po’ greche e un po’ bulgare. Carinissima la cittadina di villeggiatura dal nome impronunciabile, Koprivshtitsa, tra Karlovo e Sofia, dove c’è solo l’imbarazzo della scelta tra una miriade di piccoli hotel coloratissimi e pieni di fiori, dove con pochi euro si mangia e si dorme in una pace deliziosa. Non abbiamo mai avuto problemi per trovare da dormire, cercavamo una camera a tre letti (trojna staia) e l’abbiamo sempre trovata, anche al tardo pomeriggio, sempre per circa 60-70 leva. In Bulgaria si mangiano di regola pantagrueliche insalate e carne di vario tipo, quella alla griglia è la skara. Non esistono i primi come li intendiamo noi ed il pane direi che è un optional. Non abbiamo mai sofferto la fame, anzi mio figlio dice che in Bulgaria ha mangiato divinamente… In ogni caso al ritorno ci siamo fatti una spaghettata gigantesca, come ogni bravo italiano doc che torna dall’estero. In Bulgaria si parla il bulgaro e basta, poche persone (a parte negli hotel delle città principali) conoscono l’inglese, quindi bisogna arrangiarsi, ma per gli italiani questo non è certo un problema. Siamo tornati con la Wizz (alla quale darei un punto in più rispetto alla Myair), soddisfatti per la “conquista” di un paese interessante e inedito e per non aver avuto praticamente alcun problema durante tutto il viaggio.

Ciao a tutti!



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