Varsavia e Toruń viste da una turista solitaria

Una viaggiatrice solitaria racconta la sua esperienza in Polonia
Scritto da: sekhmet
varsavia e toruń  viste da una turista solitaria
Partenza il: 06/12/2014
Ritorno il: 14/12/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €
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Come meta del mio ultimo viaggio in solitaria del 2014 ho scelto la Polonia, proprio perché, della Polonia, prima di partire, sapevo veramente poco e non immaginavo proprio cosa avrei potuto scoprire.

Primo giorno

Zainetto in spalla e trolley in mano sono partita dall’aeroporto di Fiumicino alla volta di Varsavia una domenica non troppo soleggiata di dicembre dall’aeroporto di Fiumicino.

In poco meno di due ore sono atterrata e ho preso il bus 175 che porta proprio nel cuore della città, dove avevo già prenotato un letto in un ostello.

Dopo il check in esco subito alla scoperta della città. Prima tappa: una ex latteria sovietica proprio vicino il Barbacane. Si entra e sembra di essere nella casa di una vecchia zia, con tavolini di legno, piastrelle alle pareti e un alberello di Natale un po’ spoglio. Dando uno sguardo alla cucina vedo delle signore anziane affaccendate nella preparazione dei piatti. Si ordina alla cassa, in questi piccoli ristoranti, anche se le signore con tanto di grembiule che vi fanno lo scontrino non sanno una sola parola di inglese. Non fatevi scoraggiare dalle loro espressioni un po’ seccate, ma sorridete, e vedete come vi verranno incontro per farvi capire cosa c’è nel menù. Con la pancia piena vado nella plac Zamkowy, dove era in corso la cerimonia dell’accensione dell’albero di Natale. Facevo fatica a camminare per quanto era piena di persone che ascoltavano il concerto di una star locale. Un po’ stanca decido di tornare in albergo a riposare: la vacanza era solo all’inizio.

Secondo giorno

Decido di spingermi un po’ alla periferia di Varsavia per visitare il palazzo Wilanow, che di domenica ha l’entrata gratuita. I visitatori possono entrare ogni 30 minuti, e, mi raccomando, non presentatevi all’entrata senza biglietto: dovete prima ritirare il biglietto gratuito all’estremità del parco del palazzo, in una piccola casetta gialla. Dopo aver visitato il palazzo ho visitato anche i giardini, che, anche d’inverno, conservano comunque il loro fascino, specie quando il fiume è ghiacciato e sull’altra sponda ci sono dei pescatori intrepidi che per scaldarsi accendono dei piccoli fuochi. Rientrata a Varsavia con l’autobus n.180 vado a visitare il museo di Chopin, gratuito anche questo di domenica. Al posto del solito biglietto cartaceo ho ricevuto una tessera magnetica che serve per azionare tutte le attrazioni di questo moderno museo multimediale. Si passa dalle semplici cuffie con cui ascoltare le più famose melodie, a vere e proprie scrivanie con sopra dei libri multimediali, a dei “bozzoli” nei quali ascoltare la musica lasciando all’esterno il traffico di turisti. Forse la cosa più poetica di questo museo è una sala dove ci sono dei cassetti da aprire, che contengono letteralmente musica (aprendo i cassetti viene azionata la musica). Uscita da questo museo decido di andare nel piccolo mercatino di Natale vicino la piazza principale per mangiare qualcosa di tipico: delle piccole formine di formaggio cotte sulla griglia con marmellata di mirtilli rossi, al piccolo prezzo di 3 zloty, cioè poco meno di 1 euro. Finisco la giornata guardando il muovere in tondo dei pattinatori sulla pista di ghiaccio allestita in Rynek Starego Miasta.

Terzo giorno

Mi sveglio di buon’ora per andare a vedere un museo un po’ distante dal centro città, ma facilmente raggiungibile a piedi, il museo dell’Insurrezione di Varsavia. Anche questo, come il museo di Chopin, non è il solito, a volte triste, museo pieno di cimeli. Qui verrete catapultati nel vivo della guerriglia, con tanto di bombe esplose, aeroplani che sembrano volare proprio sopra le vostre teste e grida di terrore. Passerete tra i vicoli distrutti della città e vi muoverete nella ricostruzione dei tunnel segreti. Poi per solo un euro in più potrete visionare il breve filmato in 3d che vi farà volare sui resti di una Varsavia completamente distrutta. L’esperienza vissuta in un questo museo può essere a tratti angosciante e claustrofobica, ma è comunque da visitare se ci si trova a Varsavia, per capire la storia della città. Poco distante da questo museo c’è il cimitero ebraico. L’entrata costa 5 zloty e ci si ritrova quasi in un vecchio film horror, con tanto di lapidi un po’ verdi per il muschio e per il tempo che passa e la leggera nebbiolina invernale.

Per riprendermi da queste due forti esperienze mi sono catapultata su un a delle vie principali, Krakowskie Przedmieście, per ritornare verso il centro della città, e il sorriso mi è tornato guardando le magnifiche luminarie della città. La mia pancia brontolava un po’ per cui ho deciso di andare in uno dei ristoranti della catena Zapiecek, con cameriere in costumi tipici e il menù pieno di pierogi (pasta simile ai nostri ravioli) cotti in ogni modo e con qualunque tipo di ripieno, dolce e salato.

Quarto giorno

Prima tappa della giornata: il piccolo museo di Giovanni Paolo II, poco distante dal teatro di Varsavia, nel retro di una banca. Trovarlo non è difficile, basta seguire il porticato e le indicazioni, in polacco, ma con tanto di frecce. Ero l’unica visitatrice e mi hanno accolto due simpatici vecchietti, uno dei quali mi seguiva per le sale accendendo e spegnendo le luci al mio passaggio. Poi, visto che la giornata era meno grigia delle precedenti, ho scelto di salire sopra al Palazzo della Cultura e della Scienza, ma la foschia intorno alla città non mi ha fatto godere appieno del panorama. Una volta scesa sono andata al Fotoplastikon, una sorta di antico cinema. Mi sono seduta e ho visto passare delle immagini d’epoca di Varsavia quasi tridimensionali. Quando l’ho visitato l’entrata era in restauro, e per questo non è stato semplicissimo da trovare. Dopo sono andata al Museo Nazionale, visto che l’entrata era gratuita di martedì, e lì ho passato un paio di orette passeggiando fra quadri di autori più o meno famosi, polacchi e non. La parte più interessante del museo è la Collezione Faras, dove c’è una ricostruzione di un’antica chiesa paleocristiana. Poi un giro nel ghetto di Varsavia è obbligatorio e ho visto il monumento agli Eroi del Ghetto ed il Monumento a Mordechaj Anielewicz, un blocco di pietra su un collinetta artificiale. Poi ho deciso di prendere il tram 26 e di attraversare il quartiere Praga (uno dei quartieri non proprio ben frequentati) e di andare a vedere il piccolo mercatino di Natale ai piedi dello stadio.

Quinto giorno

Sveglia prima dell’alba: oggi si va in Pomerania! Esco a prendere un taxi intorno alle 6 del mattino e una fitta nebbia inondava la plac Zamkowy. Vado alla stazione centrale e mi accorgo che in Polonia, per quel che riguarda i treni, sono organizzatissimi: sul biglietto c’è scritto in che vagone si trova il tuo posto e sulle banchine ci sono i segnali per indicare dove si fermerà precisamente il tuo vagone. Dopo aver osservato per circa 3 ore paesaggi irreali con caprioli che fuggono nella neve e piccoli villaggi deserti mi fermo alla piccola stazione di Toruń. Arrivo rapidamente in città, mi sistemo in albergo (questa volta ho preso una singola, tanto è solo per una notte) e inizio ad esplorare i vicoli della città e a visitare tutti i musei, che il mercoledì sono gratuiti. Ho visitato la Casa sotto la Stella e il museo di un celebre viaggiatore polacco, molto interessante. Ho fatto anche un giro intorno alle mura per vedere la torre pendente e i granai. A pranzo ho mangiato di nuovo pierogi in un bel locale, chiamato la Pierrogeria, vicino al centro. Nel tardo pomeriggio ha anche nevicato, e la piazza principale, con il suo asino di bronzo, il suo violinista con le rane e il piccolo cane con il cappello in bocca era ancora più magica. Ho anche seguito un breve corso sul come fare i biscotti al pan di zenzero, tipici di questa città, e ho riportato a casa anche un attestato che mi dichiara “Grande Maestra nell’arte del Pan di zenzero”. All’inizio pensavo fosse un po’ troppo per bambini questo laboratorio, ma mi sono dovuta ricredere mentre impastavo il miele, la farina e le varie spezie. Ho concluso la giornata in un ottima birreria, chiamata Jan Olbracht Old-Town Brewery, dove ho provato la birra al pan di zenzero.

Sesto giorno

Giornata dedicata al relax! Avendo già visto quasi tutto di Toruń nel giorno precedente mi sono concessa un giorno per girovagare nella città quasi senza meta, se non per vedere alcune chiese e il castello dei cavalieri teutonici. Poi, in serata, ho ripreso il treno e sono tornata a Varsavia.

Settimo giorno

Immersione nella natura al parco Łazienki Park. Appena metterete piede in questo parco verrete circondati da volatili e scoiattoli rossi che cercheranno di infilarsi nello zaino e verranno a controllare con i loro musetti direttamente nelle vostre tasche alla ricerca di cibo: è un’esperienza incredibile e imperdibile. Inoltre nel parco potrete visitare anche il palazzo, nel cui costo d’entrata è compresa un’audioguida del parco. Con una breve passeggiata ho raggiunto il Mausoleo della lotta e del Martirio, nel sotterraneo di un ministero. Queste stanze furono usate dalla Gestapo per i loro interrogatori.

Ottavo giorno

L’ultimo giorno l’ho dedicato alla visita del Castello della città, completamente ricostruito dopo la seconda guerra mondiale. Poi sono andata al museo della prigione di Pawiak. La serata l’ho passata passeggiando tra il centro e bevendo le tipiche birre polacche alla frutta che vanno bevute esclusivamente con la cannuccia.

Il giorno dopo sono rientrata a Roma, con in valigia tanti souvenir e tanta voglia di ripartire, sempre e comunque.



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