Varsavia, Cracovia e Aushwitz
Polonia: un popolo che non ti aspetti!
Siamo partiti da Roma, con volo della LOT, alla volta della capitale Varsavia convinti di trovare lì condizioni climatiche che si sposassero bene con l'atmosfera natalizia di questo periodo dell'anno (5-8 dicembre).
Giunti in aeroporto, abbiamo scelto di spostarci con l'autobus n°175 che raggiungere il...
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Polonia: un popolo che non ti aspetti! Siamo partiti da Roma, con volo della LOT, alla volta della capitale Varsavia convinti di trovare lì condizioni climatiche che si sposassero bene con l’atmosfera natalizia di questo periodo dell’anno (5-8 dicembre). Giunti in aeroporto, abbiamo scelto di spostarci con l’autobus n°175 che raggiungere il centro di Varsavia in meno di 35 minuti. La città, distrutta completamente dai bombardamenti della II guerra mondiale, è stata ricostruita ex-novo. Il centro commerciale è costituito da alti grattacieli, e da grandi magazzini. Tra questi spicca, vicino alla stazione della ferrovia centrale, il Palazzo della cultura, che sarebbe un ricordo lasciato in eredità dall’ex regime Sovietico. Per vedere qualcosa di caratteristico, raggiungiamo sempre con il bus 175, la città vecchia (Stare Miesto), che poi tanto vecchia non è, in quanto anch’essa è stata ricostruita, ma con la differenza che è stata riprodotta fedelmente l’architettura dei tempi passati. Vale comunque la pena di visitarla. C’è da vedere in particolare il castello, alcune chiese, e la piazza del mercato, dove c’è anche un museo che ricorda la storia della ricostruzione. La nostra moneta, l’euro, ha un ottimo potere di acquisto in Polonia. Se il freddo lo permette, consiglio di passeggiare lungo la strada reale che parte dal castello e attraversa buona parte della città conducendovi fino in centro. Se volete mangiare senza spendere tanto, approfittate dei numerosi punti di ristoro che troverete nelle gallerie ricavate nel sottosuolo a causa delle rigide temperature invernali. Ci trovate di tutto la sotto. Il pomeriggio del 6 prendiamo dalla stazione centrale, il treno per Cracovia (2, 30 ore di viaggio). Troviamo subito sistemazione a ridosso del centro storico, a prezzi inferiori rispetto a Varsavia (39 euro in doppia con colazione a buffet, ma sitrova sistemazione anche a molto meno). Visitiamo la città che troviamo molto affascinante. Accediamo alla via principale (dove si svolgeva il corteo reale, perchè cracovia è stata capitale dell’impero per molti secoli) attaverso la porta di S. Floriano, che è incastonata in uno spendido bastione che loro chiamano barbacane. Si giunge nella piazza del mercato, che è immensa (200*200 metri). Al centro spicca un enorme palazzo (dove si commerciava il tessuto) e ai lati della piazza ci sono due chiese che consiglio di visitare perchè gli interni sono a dir poco eccezionali. Non ricordo i nomi di queste, perchè dovete sapere che la città è ricca di chiese monumentali, che sono situate a due passi l’una dall’altra e capirete dunque che dopo un pò cominci a non ricordarti più i nomi. Attraversiamo la piazza e raggiungiamo in 10 minuti a piedi, il castello. Si accede gratis all’interno, ma per visitare il museo bisogna pagare (poco). Si gode anche un’ottima vista sulla città e sul fiume che l’attraversa. Simbolo della città è un drago. In serata, per caso, assistiamo in una delle tante chiese ad un concerto di musica classica (gratis) che mette i brividi. In città nevica e l’atmosfera è proprio natalizia. In piazza c’è un mercatino di natale, come quelli che ho visto in Germania. In albergo ci accordiamo per un taxi che ci porterà ad Aushwitz. Il giorno dopo, in un’ora circa raggiungiamo, sotto la neve, il famigerato campo-museo di cui la storia ricorderà per sempre la memoria. L’atmosfera è cupa, il cielo grigio e un brivido corre lungo la schiena alla vista di quel che resta dei lager. Suppellettili, indumenti, oggetti vari, fotografie, documenti, e richiami storiografici fanno da contorno alle baracche in cui erano segregati i deportati. Ma questo è un posto che non si può descrivere con le parole, bisogna viverlo per capirlo e sentirlo dentro. E’ una esperienza davvero forte, ma che ti lascia qualcosa di importante dentro di te. Il ritorno a Cracovia è mesto. Stiamo in silenzio. Davanti agli occhi ci scorrono le immagini di quello che poteva esser stato lo sterminio di massa e le condizioni di vita di quei poveri sfortunati. In città, ci fermiamo a mangiare ad uno dei tanti posti di ristoro che fanno da contorno al mercatino di natale. Visitiamo anche il quartiere degli ebrei, dove sono state girate molte scene del film Schindler’s list. Molti sono i palazzi abbandonati e fatiscenti. Le sinagoghe ci sono, ma purtroppo, e non capisco il perchè, per entrare a visitarle devi pagare l’ingresso (non ne faccio una questione economica, ma di principio). Il freddo è pungente e l’indomani mattina dobbiamo ripartire, quindi decidiamo di concludere la serata bevendo una birra in uno dei tanti locali-pub, che si nascondono dentro gli androni dei portoni posti sulle strade principali. Delinquenza zero assoluto. Ma ciò non significa che non bisogna stare in guardia. Ritorno in treno a Varsavia (circa 15 euro) e poi a Roma con l’aereo. Lasciamo la Polonia, o quello che di essa abbiamo visto, con un sentimento di forte ammirazione e di solidarietà più profonda per tutti i polocchi che hanno dovuto lasciare la loro terra natia per venire a cercare fortuna in Italia. Credo e spero di poter tornare presto in Polonia. Ivano