Varadero-L’Havana con bambini al seguito

Mini tour con auto vintage e pernottamento in casa particular
Scritto da: desertrose
varadero-l'havana con bambini al seguito
Partenza il: 18/08/2016
Ritorno il: 19/08/2016
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
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Inizialmente la nostra vacanza a Cuba sembrava così difficile da organizzare senza tour-operator ed invece si è rivelato più facile del previsto.

Abbiamo prenotato il volo di linea su Varadero e 16 notti al Sol Sirenas Coral di Varadero, hotel venduto come un quattro stelle, ma al di fuori dei soliti circuiti dei tour operator italiani. Questo ci ha consentito di vivere a contatto anche con famiglie cubane oltre che con altri ospiti da tutto il mondo.

Ma anche se siamo dei super patiti della spiaggia e del mare, volevamo coinvolgere i nostri figli, di 13 e 10 anni, in una vera esperienza “particular”. Ho quindi già organizzato dall’Italia un mini tour di 2 giorni da Varadero all’Havana. Sebbene non mancheranno le occasioni di contrattare anche a Varadero un’auto anni ’50 con autista che effettui il trasporto, siamo stati ben felici di aver organizzato già tutto dall’Italia. Navigando in internet avevo trovato la Varadero Tour Taxi di Matanzas che aveva ottime recensioni e che organizzava il trasfer su due giorni.

Così abbiamo contattato Alay con il quale abbiamo concordato il trasfer con un’auto “vintage” e tre soste all’Havana per visitare le attrazioni più difficili da raggiungere dal centro: il Castillo del Morro, Plaza de la Rivolucion e tutto il tour del Malecon.

Così il giorno prefissato il nostro autista alle ore 8,30 era già presso la Lobby del nostro hotel con una Playmouth del ’56 marrone scuro, dotata di stereo, aria condizionata e sedili in pelle color crema! Con la musica a palla di Chino y Nacho, Ricky Martin, Marc Antony e tanti altri cantanti cubani abbiamo lasciato alle spalle la caretera di Varadero per dirigergi verso Matanzas e quindi verso L’Havana. La “superstrada” attraversa Matanzas, grande città portuale, capoluogo della provincia ove è sito Varadero. Si costeggia il porto e poi ci si inoltra sulle colline di questa zona. Dopo una buona ora siamo arrivati alla meta obbligata per tutti i turisti: il Mirador de Bacunayagua. Qui si trova il ponte più alto (100 m) e più lungo (m 313) di Cuba, orgoglio dei Cubani e quindi occasione per ricavare dai turisti qualche Cuc. La vista dal bar panoramico è ottima e si vede tutto il ponte stagliato sulla Valle de Yumurì … ma le bibite sono eccessivamente costose per lo standard cubano.

Fatte le dovute foto, per la verità anche alle tante auto “vintage” lì parcheggiate, abbiamo ripreso la nostra corsa. La nostra auto sfrecciava ad altissima velocità…o almeno così mi sembrava…visto che mio marito sostiene che non abbiamo mai superato i 100Km orari. Ci è anche toccata una lunga deviazione tra stradine di campagna sperdute poichè la superstrada era interrotta per grandi lavori ad un ponte. E così, bloccati qualche volta da qualche carretto trainato da cavalli magrissimi, abbiamo osservato più da vicino qualche paesino ed i campi dove allevano il bestiame, anche questo magrissimo, che brucava su estensioni di pascolo inimmaginabili per le nostre povere bestie. Sarà che la carne a Cuba non è un granchè perchè dura per i nostri palati, ma per quello che abbiamo visto è certamente più genuina, quantomeno per lo stile di vita riservato al bestiame.

Dopo circa 2 ore il traffico si è intensificato, segnale che stavamo entrando all’Havana. Con il nostro autista che purtroppo parlava solo spagnolo, abbiamo deciso di andare immediatamente al Castillo del Morro. Per arrivarci siamo passati dal quartiere militare (Military Cantonment) dove c’è un museo all’aperto delle armi belliche, compreso un mitico MIG Sovietico. Poi siamo andati all’entrata della fortezza. Lì si è stagliata ai nostri occhi la vista di tutta la città dell’Havana. Mentre il nostro autista schiacciava un pisolino in auto, noi quattro l’abbiamo visitata. La cosa più particolare è lo stretto camminamento all’interno delle mura dove poi si accede alla vera propria entrata, da lì abbiamo costeggiato il museo e siamo risaliti dalla parte del faro, per poi riuscire. Abbiamo ripreso il nostro orgoglio di auto e siamo ritornati al tunnel di ingresso dell’Havana per poi costeggiare tutto il Malecon. Di semaforo in semaforo siamo arrivati ben oltre l’Hotel Nacional e da lì ci siamo addentrati in Avenida de los Presidentes, per arrivare direttamente a Plaza de la Revolucion. Estesa, caldissima, con alla destra l’immagine del Che ed a sinistra quella di un Fidel, quasi irriconoscibile. A ovest la grande statua di Josè Martì… insomma la storia cubana riassunta in 3 immagini dei suoi uomini più emblematici. Il caldo ci ha stroncato e così abbiamo deciso di farci portare alla meta finale del nostro tour in auto: il Capitolio. Concordiamo con Alay l’ora del pick up per l’indomani pomeriggio, paghiamo la nostra prima parte del trasfer e lo salutiamo, sperando ardentemente che l’indomani non ci abbandoni e torni a prenderci.

Ormai sono quasi le due ed Alice e Riccardo hanno giustamente fame. Dopo le foto di rito al Capitolio, che purtroppo è completamente chiuso per ristrutturazione, ci addentriamo nell’Havana Veja. Ci attira un locale posto sull’angolo tra avenida de las Misiones e calle Obrapia, pieno di musica e tavoli in legno e che ci attira per un pasto veloce. Dovrebbe servire anche hamburger e sandwiches ma ci va male: non hanno pane e quindi dobbiamo ripiegare su piatti diversi. Arrivano dei piatti a base di pollo e stufato cubano, deliziosi…se non fosse che il conto è un po’ costoso… con tanto di servizio non ben chiaro nel suo ammontare. Qui ci accorgiamo che all’Havana, se sei un turista educato, si paga tutto: paghi il servizio, paghi il bagno, paghi i musicos…insomma paghi tutto!! Lasciamo il famoso Bar Monserrate e ci inoltriamo nell’Havana Veja, in calle Obrapia. Qui avevo prenotato la nostra casa particular che ci deve accogliere per una notte. Quando si parla dell’Havana Veja si pensa sia un po’ vecchia… non è così… è proprio decrepita! Le case sono fatiscenti, si staccano anche gli intonaci, la pavimentazione è molto sconnessa… Io c’ero stata 25 anni fa e non mi sembrava così “Veja”…ora l’impressione è di passeggiare in una Beirut bombardata…ma qui i danni non sono di una guerra, ma del tempo…ho il terrore a guardare la mia prenotazione fatta alla casa particular e continuiamo a camminare nella speranza di vedere uno stabile completamente diverso dagli altri, nuovo e fantastico ed invece nulla…anzi…dobbiamo tornare indietro perchè il civico della nostra casa è stato superato…arriviamo al civico giusto con notevoli perplessità. Una volta entrati tutto cambia: già le scale a salire sono di un marmo lucido e nuovo, poi sbuchiamo al primo piano dove c’è la sala centrale tutta in art decò ed il patio interno su cui si aprono le camere. La ragazza ci assegna le due camere prenotate e tutto è stupendo! I bambini sono entusiasti: hanno una cameretta con due letti doppi, un bagno carino tutto per loro, frigobar con tutte le bibite a scelta, aria condizionata e ventilatore. A noi genitori la camera più bella: una matrimoniale con letto in muratura, un bagno ancora più grande e tutte le dotazioni della precedente. Ci riposiamo un paio d’ore perchè il caldo fuori ci ha stroncato e così verso le 17.00 usciamo alla scoperta dell’Havana Vieja. Calle Obrapia è di fianco al super centrale e movimentato Calle Obispo. Ci gettiamo tra la folla e percorriamo tutto calle Obispo, sbuchiamo in Plaza de Armas con tutte le bancarelle di libri, e da lì raggiungiamo la famosa Plaza de la Catedral e ci soffermiamo all’interno per visitarla. Da lì prendiamo calle San Juan de Dios ed arriviamo alla Bodeguita del Medio. I miei figli mi chiedono perchè tanta confusione in quel bar e così racconto di chi sia Ernest Heminguey e del fatto che quel bar è tanto famoso perchè lui ci andava a bere i mojotos. E così ci viene voglia di berlo anche noi…cerchiamo un bar che faccia dei buoni cocktail e arriviamo fino al Floridita ma anche lì c’è troppa gente. Ritorniamo su calle Obispo dove, alla fine assaggiamo della strana pizza da strada (non hanno il pomodoro ma una liquidissima salsa rossa…mah…) e ripieghiamo su un baretto da dove esce della simpatica musica cubana. Tra bibite e mojito ci riposiamo un poco e poi di nuovo in calle Obispo per dirigergi, percorrendo la via San Ignacio, a Plaza Vieja. Ormai è il tramonto e ritorniamo alla nostra bellissima casona di Obrapia per rinfrescarci per la cena. Ci consigliano il bar-ristorante Chanchullero, in plaza del Cristo, ma non lo troviamo! All’angolo di plaza del Cristo però ci facciamo convincere dal cameriere ad entrare al ristorante Hanoi, che -leggendo la guida – scopriamo essere tra i più famosi dell’Havana per cibo creolo-cubano ad un ottimo prezzo. E così è stato. Tra piatti di camarones e pollo, con riso e verdure, mojitos, cerveza e bibite, usciamo molto soddisfatti anche se lavati dal caldo e dalla quantità di umidità presente nel patio interno del ristorante. E’ buio pesto e ci dirigiamo verso il Capitolio, completamente illuminato come il vicino hotel Inglaterra. Risaliamo il Prado e poi rientrimao nell’Havana Vieja dove percorriamo tutte le stradine sino alla più lontana Plaza di San Francisco.

Da qui arriva una bella arietta dal canale e quindi attraversiamo la strada per sederci come alcuni cubani lungo il muretto del porto da dove poi rientriamo alla nostra Casona di Obrapia. La mattina ci aspetta sul patio del terrazzo una colazione spettacolare. Tavolini e bancone con allestito un buon buffet di succhi, frutta fresca, panini, formaggio, salume, bibite calde e, cucinata al momento, una frittata con due uova. Sul terrazzo più alto ammiriamo la vista di… Beirut… no è l’Havana! Poi usciamo. Il caldo è notevole. Voglio visitare la parte sud dell’Havana Vieja. Arriviamo fino al convento delle suore di Belen ed al famoso arco di Belen, ma torniamo indietro perchè qui la zona è veramente malandata. Anche i marciapiedi sono completamente impraticabili, ed in alcuni punti le vie sono interrotte perchè stanno rifacendo la pavimentazione, sempre in pietra. Ci alloggiamo in Plaza del Cristo, perchè vogliamo aspettare l’ora per mangiare qualcosa al famoso Chanchullero…ma…manco a dirlo…arrivano ben due camion dei vigili del fuoco a sirene spiegate ed entrano proprio nel palazzo del nostro ristorante. Nulla, non era destino. Ripieghiamo su calle Obispo dove assaggiamo uno spuntino, dolce e salato alla più famosa pasticceria dell’Havana: il Cafè Santo Domingo. Sostiamo in Plaza de Armas dove attiriamo anche due musicos nonnetti che finchè non ricevono la mancia non si allontano e continuano a suonare o “Bladì o bladà”. Poi visitiamo il piazzale della forteza. A pranzo torniamo in calle Obispo, al Ristorante Re Europa. Ripieghiamo sul solito menu turistico con camarones o pollo, deliziati dalla solita musica. Ce la prendiamo comoda ed osserviamo un poco i turisti vicino a noi. Mi colpisce un turista presumibilmente inglese: è solo e ha mangiato aragosta. Ma quando i musicos arrivano a chiedere la mancia di rito lui si rifiuta: è un turista “divergent”! Quindi si può! Ogni tanto si può anche rifiutare la mancia, sono d’accordo. E’ pomeriggio inoltrato. Rientriamo alla Casona di Obrapia a ritirare gli zaini. Salutiamo tutti a malincuore. Dobbiamo lasciare definitivamente il nostro rifugio a 5 stelle. Torneremo Raydel, torneremo. Andiamo al Campidoglio, punto concordato con Alay per il pick up di ritorno. Alle 16,30 spaccate compare la nostra mitica Playmouth del ’56 ed Alay ci segnala la presenza con i fari. Ci siamo. E’ ora di rientrare a Varadero. I bambini sono stanchi e si addormentano in auto. La musica è, come all’andata, a palla…ora però mi fa già nostalgia. Arriverderci Havana…

Il rientro è solo una copia più triste dell’andata. Lungo la strada ci sorprende anche un temporale. Ci vorranno due-tre giorni di villaggio per riprenderci dal mini-tour ma siamo tutti felicissimi di averlo fatto. Al rientro in Italia ho anche piacevolmente scoperto i miei figli, che durante il tour si sono spesso lamentati del caldo e della stanchezza per le ore trascorse a camminare, raccontare a nonni e parenti questo nostro breve tour con tanto di nomi ed informazioni sulla storia e la la cultura cubana, vissute ed assaporate in quei due giorni. Fantastico!

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