Vamos a Madrid. 2
Ormai sono le 13.00 e ci fermiamo a mangiare in un fast-food. Con nostra grande sorpresa non c’è nessuno. A quest’ora del sabato a Milano è una giungla, c’è da combattere per riuscire a mangiare qualcosa. Il locale inizia a riempirsi verso le 14.00. Gli Spagnoli mangiano molto più tardi rispetto a noi. E ovviamente io e Juri ringraziamo. In tre giorni non abbiamo mai dovuto fare code o aspettare, i nostri pasti sono stati davvero fast. Dopo pranzo riprendiamo a gironzolare. Continuiamo a camminare lungo la Gran Via e arriviamo al Palacio Metropolis, per intenderci quello che è sempre presente nelle foto di Madrid, con la grande cupola nera. Poco più lontano c’è il Banco de Espana, che ha sede in un edificio antico e sfarzoso, e il Ministero delle Comunicazioni. Passata, questa bellissima piazza “istituzionale” ci si ritrova davanti alla Puerta de Alcalà. Le giriamo intorno e troviamo l’entrata per il Parque del Retiro. In questo splendido parco proprio nel cuore della città si possono visitare l’Estanque, con il bellissimo laghetto davanti (volendo si può anche affittare la barca, per una gita romantica), il Palacio de Velazquez e il Palacio de Cristal. Quest’edificio completamente di vetro che conserva una mostra di piante mi ha veramente affascinato, sembra essere uscito da un libro di favole. Girovaghiamo nel parco senza accorgerci che il tempo passa e che è ora di tornare in albergo per una doccia e per prepararci per cena. Usciamo dall’hotel e siamo pronti per gustarci una buona Paella, ma purtroppo non riusciamo decidere in quale ristorante entrare, e non vogliamo allontanarci troppo visto che la stanchezza inizia a farsi sentire. Entriamo comunque in un locale tipico spagnolo, molto carino, peccato per il fumo (in Spagna si può ancora fumare nei locali e noi non siamo più abituati). Prima di ordinare ci portano un piatto di (strana) carne e delle specie di grissini. Juri affamato si butta subito sul piatto. Quando la cameriera viene a prendere le ordinazioni ci dice che quelle che stiamo mangiando sono le orecchie di maiale. Rimaniamo basiti, e rinunciamo a continuare, anche se il sapore era gradevole. Dopo questa piccola “disavventura” facciamo un giro by night di Madrid e andiamo nella zona dei locali, per vedere come si svolge la famosa Movida. Tantissimi ragazzi si radunano intorno a questi locali per passare la serata, ma noi siamo troppo stanchi e decidiamo di andare a dormire. Il tempo non è clemente con noi, e appena ci svegliamo vediamo che il cielo è veramente di un brutto grigio minaccioso. Poco male, il programma della giornata prevede la visita al Palazzo Reale. Appena scesi dall’autobus inizia a piovere e il vento è veramente gelido e andiamo diretti verso il Palazzo. Dal cortile si può ammirare meglio la facciata della cattedrale e credo che sia veramente bella nella sua particolarità. La visita al Palazzo è molto interessante e rimaniamo incantati nella farmacia, perfettamente conservata, e dalle bellissime stanze decorate da dipinti e arazzi. Nella stanza della musica sono conservati oltre agli altri strumenti tre violini Stradivari. Visitando il Palazzo si può anche accedere all’armeria. Solitamente non sono interessata a questo tipo di esposizioni, ma sono stata piacevolmente impressionata dalle armi e armature medievali esposte. Soddisfatti della visita, che ci ha impegnati tutta la mattina, andiamo a mangiare qualcosa. Dopo pranzo finalmente smette di piovere e possiamo continuare la nostra visita di Madrid. Prossima tappa il Museo del Prado, e poi il Parlamento e la Puerta del Sol, famosissima piazza madrilena. In questa piazza si trova il monumento “El Oso y el Madrono” simbolo della città. Ci sbizzarriamo con qualche foto buffa e poi inizia il giro degli stadi. Sì, perché Juri da buon tifoso di calcio colleziona le foto e le maglie delle squadre delle città che ha visitato. Ovviamente il primo stadio che andiamo a vedere (e che è anche riportato sulle guide turistiche) è il Santiago Bernabeu, dove l’Italia ha vinto i mondiali nel 1982, e dove gioca il Real Madrid. Seconda tappa è lo Stadio Vicente Calderon, che si trova proprio vicino al nostro hotel, e dove gioca l’Atletico Madrid. Soddisfatto il mio “tifoso”, ci regaliamo una doccia bollente e qualche minuto di relax, la giornata è
stata intensa. La nostra guida consiglia un ristorantino che fa solo Paella proprio nel centro di Madrid. Non è stato facilissimo trovarlo, ma dentro è veramente particolare. Sulle pareti è rappresentato un prato verde con dei tori al pascolo. Il ristorante è praticamente vuoto e ci servono subito. Decidiamo di assaggiare la Paella alla Madrilena, con pollo, verdura e salsiccia, e devo dire che la scelta è sta proprio azzeccata. La Paella è veramente buona, le porzioni abbondanti, e il prezzo giusto. Per smaltire la quantità impressionante di cibo ingurgitato, facciamo una bella passeggiata prima di tornare in Museo della Reina Sofia albergo e dedicarci al meritato riposo. Terzo e ultimo giorno a Madrid. Il sole è bellissimo e torniamo al Palazzo Reale per visitare i giardini che non abbiamo ancora visto perché pioveva. Da Plaza de Espana prendiamo la metro per andare alla funicolare e vedere il panorama di Madrid, ma purtroppo il lunedì in inverno è chiusa (per la gioia di Juri che soffre di vertigini). Torniamo sulla Gran Via per comprare qualche souvenir e pranzare. Ultima tappa del nostro viaggio la stazione di Atocha, vittima del terribile attacco terroristico di qualche anno fa, e il, dove sono esposti numerosi capolavori di Picasso, compreso Guernica. Purtroppo il tempo a nostra disposizione è finito e dobbiamo andare in aeroporto, anche se ci sarebbero ancora tante cose da fare e da vedere. Dentro di me sento emozioni contrastanti: tristezza (nel lasciare questa bellissima città), soddisfazione (per aver avuto la possibilità di essere stata a Madrid), eccitazione (perché sto già pensando alla prossima meta e al prossimo viaggio…).