Vallonia e dintorni
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E così che per la terza volta prendiamo un volo per Charleroi; dopo le Fiandre e il Pas de Calais in Francia, dove possiamo andare? Ci manca la Vallonia! Detto, fatto: combiniamo un bel giro ad anello, in senso antiorario, per visitare il sud della Vallonia, il Lussemburgo, Acquisgrana in Germania e Maastricht in Olanda.. 4 nazioni in 3 giorni, è il nostro record personale!
DA CHARLEROI A CITTà DEL LUSSEMBURGO
Partiamo da Torino con un comodo volo alle 8.30; due ore più tardi siamo già al volante della ns VW Polo che per 120 euro tutto incluso ci porterà a spasso; è coperto e freddino, ma sarà l’unico giorno senza sole. Direzione? Boullion, al confine con la Francia, paesello che diede i natali a Goffredo da Buglione, per l’appunto, eroe delle Crociate in Terra Santa. Ci arriviamo in circa 1 ora e mezza, abbandonando l’autostrada (gratuita, come sempre in Belgio) dopo Dinant per goderci lo splendido paesaggio di colline coltivate alternate a bellissimi boschi di faggio. D’altronde il traffico è praticamente inesistente, e il percorso è davvero godibile.
Arrivati a Boullion lasciamo l’auto sul lungofiume e facciamo due passi, approfittandone anche per mangiare qualcosa in un pub e soprattutto… bere la prima di una lunga serie di ottime birre belghe!
A stomaco pieno, riprendiamo l’auto per salire al castello, davvero bello e imponente, in un’imprendibile posizione su una rocca contornata da un’ansa del fiume. Volendo, si visita anche l’interno, ma noi ci limitiamo al cortile e al panorama.
Lasciamo Boullion verso Orval, poco distante, dove una grande abbazia, ancora in attività, produce una rinomatissima birra trappista. Il luogo è davvero bello: l’abbazia vera e propria non è visitabile, ma si può visitare il sito, molto affascinante, dell’antica abbazia gotica, parzialmente distrutta durante la Rivoluzione francese, un piccolo museo che raccoglie varie testimonianze della storia dell’abbazia (allestito negli splendidi sotterranei della chiesa nuova) e un’interessante spiegazione interattiva delle fasi della produzione della birra in generale, e di quella di Orval in particolare. In più, poco prima dell’abbazia un piccolo laghetto, con tanto di cigni, in cui si specchia un castelluccio settecentesco è così fotogenico che diventerà la nostra “cartolina” preferita!
Dopo un’altra mezz’oretta di colline e boschi, rientriamo in autostrada e lasciamo la Vallonia per il Lussemburgo. C’è molto traffico, ma per fortuna il navigatore ci fa uscire appena prima …della classica coda del venerdì! Parcheggiamo vicino al centro in un silos sotterraneo; ci sono grandi allestimenti in corso perchè nel week end nel Granducato c’è festa nazionale. Anche Città del Lussemburgo è costruita su uno sperone di roccia, dove si trova il centro storico; il resto della città si è ampliato oltre, ai lati dei due fiumi che corrono in una gola intorno alla rocca, fino al nuovo quartiere futuristico che accoglie le strutture della Corte di Giustizia e di altre istituzioni europee.
Visitiamo le viuzze intorno al palazzo granducale, molto caratteristiche, la cattedrale, imponente ma internamente poco significativa, e il belvedere pedonale che corre tutto lungo lo strapiombo dei due fiumi; dal belvedere si vede la sede della Banca Centrale del Lussemburgo, grande più del doppio del palazzo granducale…tanto per sottolineare ciò che è ovvio! La parte meno “storica” della città è piacevole e ben tenuta, con un grande parco cittadino curatissimo, ma ci dice meno. In ogni caso,una passeggiata di un’oretta o due in questa città è comunque da fare, se si è in zona.
Raggiungiamo l’hotel, è un 4 stelle a circa 1 km dal centro: il Lussemburgo è una destinazione business, quindi nei giorni festivi gli hotel sono semivuoti e fanno ottime offerte. Facciamo una doccia, poi c’è la partita dell’Italia a cui L non può mancare…io ne approfitto per un riposino per recuperare la levataccia del mattino. Alle 20.00 torniamo in centro per cenare. I ristoranti di cucina internazionale hanno prezzi inavvicinabili.. noi scegliamo un vietnamita molto consigliato, nel quartiere della stazione ferroviaria: è un locale moderno, molto carino, dove mangiamo bene per circa 30 euro a testa.
DAL LUSSEMBURGO AD ACQUISGRANA
Lasciamo Città del Lussemburgo sotto un cielo azzurrissimo; a pochi km dal centro c’è già una splendida foresta di faggi e abeti. Il Lussemburgo è un paese verdissimo e molto poco costruito, più grande di quello che si potrebbe pensare, decisamente montagnoso verso il confine con la Germania. Noi andiamo a nord, tra le colline, fino a Vianden, dove uno splendido castello domina un paesino da cartolina davvero grazioso. Facciamo colazione su una panchina al sole, con i dolci acquistati in una panetteria,e scattiamo un pò di foto. Riprendiamo l’auto fino a Clervaux, pochi km oltre: altro paesello graziosissimo, stavolta il castello è bianco ed ancora più fiabesco. In più, sulla collina in alto c’è un’enorme abbazia, e il castello viene improvvisamente invaso da un’ottantina di mini-moto cavalcate da omaccioni vestiti con tute di pelle nera.. strano che riescano a starci sopra!
Subito dopo Clervaux, tra ondulate colline coltivate a cereali usciamo dal Lussemburgo e rientriamo in Belgio. Ci fermiamo a Stavelot, dove pare si siano fermati tutti i motociclisti della zona, già seduti al sole ai tavolini dei bar con un bel birrozzo davanti. Il paese è molto grazioso, ricco di fontane e fontanelle; c’è una bella piazza acciottolata, stranamente in salita, con case settecentesche, e dai lampioni pendono, oltre a molti fiori, anche delle maschere carnevalesche dal naso rosso che sono tipiche di qui.
Riprendiamo la strada verso Acquisgrana, Aachen in tedesco, che raggiungiamo passando attraverso un parco nazionale che ospita gli ambienti di torbiera e palude più ampio d’Europa… il paesaggio però ci delude un pò: essendo un altopiano boscoso, non si vede granché. Probabilmente è un posto più godibile se girato in mountain bike, lungo i mille sentieri forestali che si vedono qui e là. Ad Acquisgrana passiamo prima in hotel: abbiamo prenotato in uno dei nostri beneamati Etap, che ora sono diventati Ibis Budget, spartani ma dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. Un riposino, e poi andiamo in centro, a pochi km (siamo accanto allo stadio). La città ci piace subito moltissimo: è ricca di case antiche e belle piazze, e poi c’è la cattedrale, una delle Meraviglie della Cristianità, nel Medioevo.. ed è vero, è ME RA VI GLIO SA ! Fortuna vuole però che ….solo una volta ogni sette anni – ed è questo l’anno – solo per una settimana – ed è questa la settimana – siano esposte in cattedrale alcune reliquie: le fasce di Gesù bambino, un abito di Maria e il perizoma di Gesù in croce. Vabbè. Risultato: centinaia di pellegrini assiepati in coda per entrare, e dentro c’è un percorso obbligato, fendendo la folla, che lascia poco spazio e poco tempo al turista. Peccato non aver potuto godere meglio della visita, sarà per un’altra volta.. ma quel poco che abbiamo visto …. mosaici, vetrate gotiche, lampadari di alabastro… siamo senza parole!
Arriviamo fino alla piazza del Municipio, enorme, molto gotico (certo una ripulitura dallo smog ormai è più che necessaria) e poi avendo saltato pranzo la fame incalza decisamente.
Sono solo le 17, ma chi se ne frega, il bello del nord è che si può cenare presto, proprio come fanno loro! E allora ci sediamo in piazza e ordiniamo una bella birra (ovvio) e un pentolino di patate e carne più che discreto. Le vie sono affollatissime di gente, d’altronde è sabato pomeriggio, l’ora internazionale dello shopping. Riempito lo stomaco, completiamo la passeggiata e poi riprendiamo l’auto per il nostro Secondo Obiettivo Tedesco: le terme! Acquisgrana era famosa già all’epoca romana per le sue acque termali, e noi abbiamo proprio intenzione di ….passare la serata a mollo!
Raggiungiamo le Carolus Thermae (vicino allo stadio anch’esse) e per soli 12 euro possiamo stare fino a 4 ore (proprio gli stessi prezzi italiani, vero?) La struttura è nuova, molto bella e curata, e ci sono sia piscine esterne (un pelino freddine, a dir la verità) che vasche interne a diverse temperature, con e senza idromassaggio. Volendo si può anche mangiare e fare vari tipi di saune. C’è poca gente… poi ci ricordiamo che sta giocando la Germania.. difatti allo stadio c’è il maxischermo per vedere la partita. Tre ore dopo, macerati e rilassati come non mai, crolliamo di stanchezza.. ci ritiriamo nel ns motel, e buonanotte!
DA ACQUISGRANA A LIEGI
Acquisgrana ci è piaciuta così tanto, ieri, che decidiamo di fare ancora un giro prima di lasciarla. In centro c’è un palco dove si stanno esibendo delle corali religiose, e passano una trentina di figuranti in costume settecentesco e grandi stendardi. Facciamo colazione davanti al Municipio, e poi l’ultimo giretto: Aachen, ci sei piaciuta!
Con l’auto in direzione Maastricht usciamo dalla Germania nel giro di pochi km.. praticamente, la periferia di Acquisgrana è parte in Belgio e parte in Olanda.. chissà che casino, dal punto di vista amministrativo!
Arriviamo a Maastricht tra verdi colline; la città è sui due lati del fiume Mosa. Lasciamo l’auto in un silos in centro, e siamo subito nel Vrijthof, l’immensa piazza dietro la cattedrale. E’ gigantesca, ma un po’ senza senso, visto che è proprio vuota.. Riusciamo a dare una sbirciata alla cattedrale tra una messa e l’altra, ma non ci colpisce più di tanto (d’altronde, dopo Acquisgrana…). Lungo vie pedonali che si stanno affollando di gente arriviamo in un’altra piazza grandissima, quella del mercato.. un po’ più graziosa, perchè perlomeno è affollata di tavolini. In mezzo c’è un municipio molto carino, che però sembra dimenticato lì da qualcuno che voleva in realtà trovargli un altro posto, e la statua di uno scienziato locale che aveva lavorato sul tema del gas, che hanno dotato ….di una specie di lanciafiamme, attivabile con una moneta da un euro! Che strana città.
Arriviamo al lungofiume, che pensavamo pittoresco.. in realtà è abbastanza squallido. Visitiamo ancora una chiesa cattolica, famosa per l’effigie della Madonna del Mare, che è molto ricca e decorata, e poi decidiamo di unirci alla popolazione locale nel loro sport domenicale: mangiare uno spuntino ai tavolini all’aperto (insieme ad una congrua dose di birra, è ovvio). Bene, Maastricht l’abbiamo vista. Davvero non merita nulla di più di un’oretta, secondo noi. E che dire dei NOVE euro di parcheggio per poco più di 2 ore di sosta?
Sono le 14; stasera dormiremo a Liegi per avvicinarci a Charleroi, e anche per scampare ai prezzi folli degli alberghi olandesi (e meno male, perchè di Maastricht ne abbiamo abbastanza). Che fare nel pomeriggio? Una rapida consultazione della LP e decidiamo di arrivare a Liegi passando da due paesi delle Fiandre (anche quel confine è vicinissimo) ovvero Tongerem e St. Truiden, che paiono graziosi. Attraversiamo la campagna belga, che qui è già del tutto pianeggiante, come nelle Fiandre appunto, e arriviamo a Tongerem. C’è una bella cattedrale gotica, che purtroppo è ancora chiusa, la statua di Ambiorix, l’eroe celtico che combattè l’invasione romana a cui si ispirarono per il fumetto di Asterix, e un beghinaggio molto ben conservato, ovvero un quartierino dove alloggiavano le donne nubili; dietro una facciata di devozione laica, si trattava in fondo dell’unica via per le donne dell’epoca che non avevano intenzione nè di sposarsi, nè di entrare in convento.. meno male che avevano i beghinaggi!
A St. Truiden, pochi km oltre, la piazza è molto bella, ci sono due campanili e poi una torre civica, ma è impraticabile: c’è il maxischermo per la partita, e a giudicare dalla folla che si sta raccogliendo, gioca il Belgio! Facciamo un giro tra gli stand di gadget calcistici, i bar temporanei che sfornano ettolitri di birra e tonnellate di patatine fritte (l’odore si sente già dalla periferia) e consideriamo che a differenza di casa nostra, qua vediamo bandiere ovunque, sulle case, ai balconi, nei cortili…persino sulle auto, che hanno quasi tutte delle specie di “calze”, sugli specchietti retrovisori, coi colori nazionali. Da noi tutto questo fervore patriottico non c’è affatto.. vediamo anche spesso bandiere italiane: l’immigrazione italiana in Belgio si vede ancora.
A Liegi passiamo dal ns IBIS Budget per una doccia e un riposino (e L ovviamente vede la partita in TV).. il Belgio vince! A questo punto vorremmo andare in centro a cenare, ma abbiamo fatto i conti senza l’oste: le strade sono affollatissime di gente che gioisce per la vittoria, partono auto stracolme di bambini nonne e bandiere, i clacson a palla fanno un casino incredibile.. si direbbe abbiano già vinto la finale! Verso il centro, il traffico ovviamente si blocca. Dopo un buon quarto d’ora fermi dentro un sottopassaggio, decidiamo di mollare l’auto nel primo parcheggio e proseguire a piedi, non ci sono alternative. Così facciamo, e in una decina di minuti siamo nella piazza del mercato. Tra la folla, vediamo il palazzo arcivescovile, forse l’unica vestigia del passato di un certo interesse a Liegi, e poi ci cerchiamo un posto per mangiare qualcosa. Sediamo fuori, ma alla fine mi infilo il kway perchè fa proprio freddino.. i locali invece hanno ingerito una tale dose di alcool da non accusare alcuno sbalzo termico. Mangiamo un hamburger appena discreto, e soprattutto praticamente freddo.. perlomeno le birre sono ottime, e assaggiamo anche la Orval! Facciamo ancora due passi tra la folla che ancora si assiepa nelle vie, e poi risalendo la collina ritorniamo alla nostra auto e poi al motel.. siamo distrutti.
DA LIEGI A CHARLEROI
Prima di abbandonare Liegi, vogliamo vedere la nuova famosissima stazione ferroviaria Liége-Guillemin, disegnata da Calatrava. In circa un quarto d’ora siamo lì, è molto vicina ma è ora di punta di un giorno lavorativo, non l’avevamo considerato.
La stazione è meravigliosa, bianca e ad onde come sempre nelle opere dell’architetto spagnolo, e ci ricorda molto la Città della Scienza a Valencia. Dopo qualche foto, prendiamo l’autostrada verso Charleroi. Dato che il volo è alle 12.30, abbiamo tempo per una deviazione veloce fino ad Huy, che ha un castello e una cattedrale addossati ad una cresta montagnosa che si specchia nel fiume. Decidiamo di far colazione lì e poi andare in aeroporto.
C’è molto traffico pesante e qualche lavoro in corso, ma alla fine siamo ad Huy. In effetti ha un’urbanistica davvero eccentrica: la cattedrale è appoggiata su un fazzoletto di terra costretto tra il fiume e la rocca del castello.. ora che il paese si è espanso anche sull’altra riva, sembra davvero strana questa disposizione. La cattedrale è gotica e sembra interessante, ma è davvero tardi e decidiamo di riprendere la strada; d’altronde, non c’è traccia né di panetterie, né di bar aperti e quindi salteremo pure la colazione. In un’oretta siamo all’aeroporto, lasciamo l’auto e riusciamo perlomeno a farci un panino che ci taciti lo stomaco fino alle 15.00, quando rientriamo a casa, a Torino.
Anche stavolta, lo zonzo-tour ci ha fatto vedere con poca spesa un angolo poco conosciuto d’Europa, ma che davvero merita una visita… alla prossima offerta, abbiamo già in mente un giro per la degustazione della birra!