Valle della Loira: Bretagna, posti unici

1° giorno: Sono le 5 di mattina, la nostra fedele macchinina è già pronta, ci sta aspettando, gli ultimi istanti, prima di chiudere la casa, ci guardiamo, esitiamo, per cercare di godere appieno questo momento…Si parte destinazione Beauvais un piccolo paesino nelle vicinanze di Tours nella splendida valle della Loira. Prima tappa Chamonix,...
Scritto da: Silvina
valle della loira: bretagna, posti unici
Partenza il: 13/08/2006
Ritorno il: 03/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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1° giorno: Sono le 5 di mattina, la nostra fedele macchinina è già pronta, ci sta aspettando, gli ultimi istanti, prima di chiudere la casa, ci guardiamo, esitiamo, per cercare di godere appieno questo momento…Si parte destinazione Beauvais un piccolo paesino nelle vicinanze di Tours nella splendida valle della Loira. Prima tappa Chamonix, che già conosciamo bene, qui assaporiamo il nostro primo caffè creme petit e il nostro croissant, piove a dirotto…Incominciamo bene…!!! Arriviamo a Beauvais alle 18:30 dopo 1000 Km circa percorsi. La chambre, prenotata in internet da casa, è fantastica, doccina, mangiamo qualcosa e poi a nanna pensando all’itinerario di domani.

2° giorno: Dopo un’abbondante colazione ci dirigiamo verso il primo castello, c’è veramente l’imbarazzo della scelta, in qualsiasi strada ci sono indicazioni di castelli, piccoli, grandi ma tutti veramente irresistibili. La nostra scelta cade su quello di Villandry, costruito nel 1532 da Jean le Breton, ministro di Francesco I. Arriviamo presto per fortuna c’è poca coda e decidiamo di non visitare l’interno del castello, ma solo i giardini (per una questione di tempi, il prezzo è praticamente uguale). Che dire dei magnifici giardini, ricostruiti nella loro forma originaria all’italiana, disposti su tre terrazze, con fontane, canali, pergolati, aiuole a disegni geometrici e molto simpatico anche il labirinto…Dopo un attimo di panico all’uscita del castello (non troviamo più le chiavi…Della macchina…Da qui la decisione di metterle assolutamente in una tasca fissa dello zaino…), ci rechiamo al castello di Chenonceau. Qui purtroppo ci attende un bel codone (l’unico che abbiamo trovato all’ingresso dei castelli) di circa un’ora. L’attesa è stata premiata, il castello è veramente fantastico, è uno dei primi castelli del Rinascimento e gli interni sono ben ricostruiti, la zona della cucina/dispensa ci ha colpiti maggiormente. Ci stiamo dirigendo alla macchina quando incomincia a piovere, dopo un breve confabulazio, decidiamo di dirigerci verso il castello di Chambord. Il castello di Chambord sorge solitario al centro di un grande parco, è il castello più grande e fastoso della Valle della Loira e vi hanno soggiornato tutti i re di Francia. Molto influenzato dal gusto italiano, è una delle massime espressioni del Rinascimento francese. L’interno è molto spoglio e un po’ deludente: a parte la ricostruzione degli appartamenti di Francesco I e di Luigi XIV, la maggior parte delle 365 sale non contiene nulla. Al ritorno ci siamo fermati nella città di Blois, non ci piaciuta, il castello non l’abbiamo visitato. Prima di rientrare nella nostra chambre, ci fermiamo ad Amboise, dove è in corso una piccola festa, con i prodotti tipici della zona. Vediamo le mura esterne del castello, i piccoli negozietti intorno (è un paesino molto turistico), mangiamo qualcosa e poi torniamo di corsa in camera, per assaporare la tranquillità del tramonto.

3° giorno: Oggi è ferragosto, e ci attendono due castelli, Azay-le-Rideau e Ussé. Azay-le-Rideau è bellissimo. Costruito tra il 1518 e il 1529 dal finanziere Gilbert Berthelot, si specchia nelle acque dell’Indre, che gli fa da fossato naturale. E’ formato da due corpi ad L, che si uniscono nella facciata principale, al centro della quale si trovano la bella scalinata e un prospetto a loggette. All’interno si trovano mobili, arazzi e oggetti del periodo rinascimentale. All’uscita prendiamo la stradina che porta al piccolo borgo di Azay-le-Rideau, è molto caratteristico, con le piccole botteghe di artigiani e pittori, le case con mattoni a vista e alle finestre degli splendidi fiori. E’ quasi ora di pranzo, e decidiamo fare un vero pic-nic “all’italiana”. Ci fermiamo al supermercato (non mancano mai, ce ne sono veramente tanti) per fare provviste e poi ci dirigiamo al castello della bella addormentata del bosco. Troviamo un bellissimo tavolo da pic-nic sotto la chiesa del paese d’Ussé, dove ci fermiamo per gustarci e divorarci il nostro pic-nic. Dopo un caffè (non posso dire buono!!!) visitiamo il castello. E’ bellissimo dall’esterno con le torricelle, i tetti aguzzi e i camini sporgenti. Gli interni sono riccamente decorati. Sembra che Perrault si sia ispirato proprio a questo castello per la fiaba della Bella addormentata nel bosco. Alla favola è “romanticamente” (o turisticamente) dedicata una parte delle stanze del castello. Per oggi di castelli basta, andiamo alla scoperta della Loira, con i suoi scorci fantastici, i suoi paesini arroccati e la tranquillità dei vigneti. Noi prendiamo la strada verso Saumur. Ci imbattiamo anche in una festa dei viticoltori della zona, qui mangiamo qualcosa e poi chambre.

4° giorno: Salutiamo la nostra gentile padrona di casa, ci dispiace lasciare la quiete di questo posto meraviglioso, ma il morbihan ci attende…Per cui carichiamo la macchina e si parte. L’arrivo a Vannes, capoluogo del morbihan è previsto dopo circa 2/3 ore di macchina. Vannes ci attende con una pioggia e un vento fortissimo, armati di ombrelli, scarponi, giubboni antitutto affrontiamo la tempesta, fiduciosi in un cambiamento improvviso, ma oggi non è giornata. La città è bellissima, con tanti negozi, ma fa freddo non smette di piovere e decidiamo di ritornare in macchina. Prendiamo la strada per Carcac e il Quiberon, fiduciosi in un miglioramento del tempo, ma non solo il tempo peggiora, c’è una coda interminabile. Giriamo la macchina sconsolati, cosa fare? Ci fermiamo al primo supermercato per fare una scorta di viveri per la sera, prendiamo nuovamente la tangenziale verso Vannes, anche lì coda interminabile e imbottigliamento da ora di punta per entrare in città. Basta decidiamo di andare alla chambre (prenotata telefonicamente). Arriviamo alla chambre che soprannomineremo l’Africano. Non per il simpatico e cordiale padrone di casa, ma per il fatto che la stanza era in stile Africa, con tutte le statuette e gli arredi del caso. Decidiamo di riposarci e non ci crederete è uscito il sole…Non possiamo crederci, ma come!!!!, prendiamo la macchina e andiamo a vedere la Roche-Bernard, un bellissimo paesino con tanti negozietti di artigiani.

5° giorno: Partiamo presto, dopo un’abbondante colazione, prima tappa Pont-Aven. Bellissimo borgo, tanti scorci meravigliosi, tanti negozietti di pittori e biscottifici assomiglia vagamente alla Roche-Bernard visto la sera prima. Il tempo oggi è variabile, c’è il sole, poi piove insomma non è il massimo ma sicuramente meglio di ieri. Lasciamo Pont-Aven per dirigerci, a Concarneau. Entriamo in città e ci dirigiamo verso il porto, per poi prendere il mini battellino che ci porta nel borgo antico. Assomiglia vagamente a una piccola Saint Malo, il borgo è circondato dalle mura e al suo interno si trovano una miriade di negozi di souvenir, ristoranti e creperie. Il borgo è molto caratteristico, con le sue case antiche, colorate con tanti fiori, è tutto molto “colorato”. Decidiamo vista l’ora, considerato che non abbiamo comprato la nostra baghetta quotidiana e che non si trovano negozi di alimentari, di gustarci un bel piatto di moules&frites (cozze con patate fritte), lo so a sentirlo vi fa accapponare la pelle, ma vi garantisco che è veramente una squisitezza e che una volta lasciate queste zone vi mancheranno… Dopo un caffè, passabile, ci dirigiamo a una delle spiagge più grandi della zona, non ci entusiasma e non la consigliamo. Riprendiamo subito la strada diretti al faro di Eckmuhl. Il tempo peggiora e arrivati al faro incomincia a piovere. Il faro è fantastico, saliamo in cima e da lì si vede una vista che ripaga sicuramente dei gradini fatti per salirvi. L’oceano, la marea, il tempo minaccioso, il vento freddo che lo senti ovunque, tutto questo ti fa sentire in un luogo sperduto, davanti a te solo un’immensa distesa d’acqua è fantastico… Proseguiamo il nostro tour giornaliero con la Pointe du Raz. Pensavamo a un luogo “sperduto”, dove la natura la fa da padrone, invece parcheggio a pagamento, navetta gratuita che ti porta alla punta e una serie di negozi stile Minitalia (a Capriate). Naturalmente la navetta non la prendiamo, facciamo il percorso a piedi dura circa una mezz’oretta, Lì è fantastico, poi ha cominciato a piovere, anzi a diluviare, per cui abbiamo ringraziato la navetta…Infreddoliti e bagnati prendiamo un the prima dirigerci alla nostra fantastica (non sappiamo ancora cosa ci attende) chambre, e decidiamo per cena di sfruttare il nostro fornellino, per un piatto di pasta. Ripeto non sapevamo cosa ci attendeva, cioè un maniero, un letto a baldacchino viola, un camino quanto una parete, insomma una stanza degli orrori, fredda e tetra…Vi lascio immaginare le facce, dopo aver prontamente disdetto la seconda notte, usciamo alla ricerca di una creperia aperta. E’ tardi e lì chiudono presto, troviamo una pizzeria di una signora salernitana, la pizza è buona e anche la signora è molto simpatica. Purtroppo dobbiamo tornare alla chambre e BUONA NOTTE… 6° giorno: scappati dalla stanza degli orrori, ci dirigiamo a Locronan, un bellissimo paese, famoso perché le sue vie hanno fatto da sfondo a parecchi film. La macchina va parcheggiata al di fuori del paese, naturalmente a pagamento. E’ presto i negozi stanno aprendo adesso, non c’è la folla di turisti e questo ci permette di godere appieno dell’atmosfera medioevale del luogo. Ci spostiamo nella penisola di Crozon. Per prima cosa decidiamo di cercare un posto per la notte, andiamo in questo bellissimo albergo a Morgat, la stanza è normale ma dopo la nottata per noi è fantastica e poi c’è un bellissimo balcone proprio sull’oceano e decidiamo che stasera ceneremo proprio lì. Usciamo e ci dirigiamo a Cap de la Chevre. All’arrivo rimaniamo un poco delusi, non sentiamo l’emozione che ci ha trasmesso Pointe du Raz. Ripartiamo e dopo un pic-nic assieme a delle simpatiche nonnine francesi, siamo di nuovo in marcia verso Pointe du Penhir. Due sole parole è fantastico, si gode una vista su Pointe du Raz, ed è qualcosa che rimane dentro…Al ritorno ci fermiamo a fare merenda in uno dei tanti biscottifici presenti in Bretagna. Sono dei grossi magazzini di souvenir dove vendono di tutto dai gadget ai biscotti, alle sardine e quant’altro possa rientrare nella parola souvenir. In questi negozi è sempre presente l’angolo degli assaggi … Dopo un breve giro a Morgat, tipico paese di mare, ci rechiamo in albergo, per assaporaci il tramonto dal nostro bellissimo balconcino.

7° giorno: Lasciamo questa località incantevole con dispiacere (per il balconcino…) e ci dirigiamo a Quimper. Lungo la strada troviamo anche la nebbia e la nebbia ad agosto è veramente il massimo!!!! Quimper è veramente una cittadina graziosa, il centro storico è molto caratteristico e vi sono parecchi negozi di ceramiche. Il mercato coperto richiede una visita, come la stupenda cattedrale. Lasciamo Quimper e ci dirigiamo verso il faro di Saint Mathieu. E’ stato uno dei momenti più intensi del viaggio, il posto è meraviglioso, sorge vicino ai ruderi di un convento, i frati accendevano un grosso fuoco tutte le sere come segnale per le navi e da qui è nato il faro. Siamo saliti sul faro e in quel momento (orario di pranzo) non vi era nessuno, sembravamo i proprietari del faro e da su una vista magnifica. Noi abbiamo percorso anche la via dei doganieri che parte proprio dal faro, ci sono degli scorci meravigliosi. Vi consigliamo di passare una notte in un albero che è proprio dietro il faro, abbiamo saputo (purtroppo dopo) che è magico. Siamo in ritardo, abbiamo appuntamento per le 18 con la proprietaria della nostra nuova chambre, ci dirigiamo velocemente verso Lannion a nostro malincuore lasciamo il Finistere. Chambre fantastica anche se la proprietaria è un po’ esaurita. 8° giorno: Dopo una colazione non esaltante, ritorniamo nel Finistere e andiamo a St-Pol, capoluogo del cavolfiore. La cittadina è graziosa, vogliamo salire sulla campanile che sovrasta la città ma è chiuso e nessuno sa a che ora apre… Riprendiamo la macchina e ci dirigiamo alla vicina Roscoff, famosa per le cipolle, infatti da qui è nato il commercio e la scoperta delle cipolle. Si dice che Roscoff sia stata molto influenzate dalle abitudini inglesi per il commercio delle cipolle, infatti qui è molto sentito il rito del the e il gioco delle freccette. E’ molto bella e merita una visita, bello il porto e le stradine molto caratteristiche e i tanti negozi di souvenir che vendono sacchi di cipolle, trecce di cipolle e insomma il profumo (odore…) di cipolle è intriso in queste viuzze, soprattutto oggi dove è presente una manifestazione in tema. Troviamo in esposizione vecchi carri agricoli, attrezzi per lavorare la terra (ma non siamo in un posto di mare???) e infine un vecchio macchinario funzionante per la produzione del cidro. Naturalmente anche da mangiare e oltre alle classiche crepe anche zuppa di cipolle…Non ne possiamo più e ci spostiamo sul porto dove è presente un ponte utilizzato per gli attracchi dei battelli verso l’isola di Batz, in caso di marea. Siamo indecisi se recarci sull’isola (deve essere molto bella), ma domani ci aspetta un’altra isola e quindi soprassediamo. Ci spostiamo e lasciamo purtroppo per l’ultima volta il Finistere, dirigendoci a Perros Guirec. Classica cittadina di mare, a noi non è piaciuta, da qui parte il sentiero dei doganieri che ci condurrà alle scogliere di granito rosa. Molto turistiche, sinceramente è stata una tappa obbligata e se dovessimo ripercorrere il viaggio, sicuramente sarebbe la prima ad essere esclusa. Da qui proseguiamo verso la Treguier, famoso per la bellissima cattedrale. E’ un paese veramente tranquillo, che porta con sé anche un pizzico di malinconia (forse dipeso dal tempo, stava per venire un temporale), me è veramente bello. Stanchi ma soddisfatti per l’intensa giornata ritorniamo alla nostra chambre.

9° giorno: Partiamo presto, per non trovare coda all’imbarco, nel bellissimo porto di Paimpol verso l’isola di Brehart. Il percorso dura circa 10-15 minuti, dipende dalla marea, ma arrivati si entra in un’altra dimensione. E’ tutto piccolo, le strade, dove è vietata la circolazione delle macchine, sembrano sentieri e in realtà lo sono, è possibile noleggiare le bici, cosa che volevamo fare inizialmente, ma dopo abbiamo preso la decisione giusta di esplorarla a piedi. Lungo il percorso si ammirano dei paesaggi incantevoli, dove la natura la fa da padrone. Le persone che abitano l’isola hanno dei carrelli, agganciati alle bici o anche trascinati a mano, dove caricano la spesa e in tutto questo vi è un qualcosa di magico che ci ritorna in mente e che non è possibile tradurla a parole. Ritorniamo sulla terra ferma e ci dirigiamo verso Saint Malo, più precisamente in una fantastica chambre a metà strada tra Saint Malo e Mont-St Michel, che ci ha ospitato in un altro viaggio, venivamo dalla Normandia. Visitando luoghi già visti in precedenza, si pensa di rivivere la magia della volta scorsa, ma non è così. Mont-St Michel ci ha deluso, non ci ha trasmesso quella emozione magica provata la prima volta, quando l’abbiamo visto in lontananza e anche Saint Malo, bella, ricca di negozi ma… Non fraintendete sono posti unici, meravigliosi e assolutamente da visitare, stavamo parlando delle sensazioni… In partenza avevamo deciso di fermarci qui qualche giorno, ma intristiti decidiamo di proseguire dopo un solo giorno di sosta. 11° giorno: Facciamo una follia, decidiamo di andare a vedere la foresta di Broceliande, per i visitare la tomba del Mago Merlino. La foresta è immensa, incantata e tutto qui rievoca la leggenda di Merlino. Ci lasciamo incantare, anche se trovare i vari luoghi di riferimento non è così semplice. La tomba, ad esempio è ben nascosta e vi consigliamo di non perdere neanche un’indicazione. Sulla tomba c’è una specie di albero, sul quale sono legati un sacco di bigliettini di bambini, piccoli e adulti, come noi… La sciamo questo paesaggio misterioso per dirigerci a Rochefort En-Terre a circa 40 minuti, nel Morbihan, per cui vista la disavventura di qualche giorno prima incrociamo le dita.. Il gesto scaramantico ha, momentaneamente funzionato. Il paese è posizionato su una collinetta, è la tipica località medioevale, la sua caratteristica sono i fiori, su ogni finestra, ogni angolo, via o piazza sono presenti bellissime composizioni floreali. Vi sono tanti negozi di artigiani, chi lavora il legno, il sapone, la cera, ma la vera specialità è la ceramica. Vi sono piccole ma deliziose pasticcerie e riusciamo a scovare anche un mastro del cioccolato, il negozio sembrava una gioielleria, soprattutto per i prezzi (un mutuo a cioccolatino…). Cosa fare rimanere a dormire in questo piccolo angolo di paradiso?, ma no !!! è presto, quindi decidiamo di proseguire verso i posti che ci eravamo prefissi di vedere qualche giorno addietro. Da qui in poi va tutto storto e alla fine della giornata capiamo che fra noi e il Morbihan non c’è sintonia… In sintesi code, pioggia, e una stanza schifosa a Pontivy un paese squallido a circa 50 Km da Vannes. 12° giorno: Scappiamo di corsa e ci dirigiamo a Dinan, già vista in precedenza, ma che rivisitiamo con piacere soprattutto la zona vecchia del porto. Dopo un pranzo con baguette, formaggio fuso e prosciutto (una specie di pizzetta), ci dirigiamo ancora nella zona di Saint Malo, siamo stanchi dopo la nottata e vogliamo rilassarci prima di lasciare definitivamente la Bretagna.

13° giorno: Lasciamo la Bretagna, con dispiacere, per i suoi paesaggi che colpiscono nel cuore e perché un pezzo di vacanza se ne va… Arriviamo a Etretat, in Normandia per mezzogiorno. Etretat è molto graziosa, è famosa per le splendide falesie. Ci fermiamo a mangiare delle squisite moules e poi ci dirigiamo verso Le Treport. Lungo la strada troviamo un grazioso mercatino delle pulci, fatto dagli abitanti del paese. Vendono di tutto, in pratica hanno svuotato le cantine e le loro belle mansarde, Gianni compra come al solito qualche vecchio vinile, a prezzi veramente stracciati. Dopo questa breve parentesi commerciale, arriviamo a Dieppe, bellissima, sembra che il tempo si sia fermato. La caratteristica di Dieppe è la spiaggia, con i suoi sassi bucati. Arriviamo a Le Treport, non distante da Dieppe, ma la strada che li separa è fantastica, enormi spazzi con pale per il vento, l’oceano da una parte e distese infinite di campi di spighe dall’altra… Questa zona non è così turistica come la Bretagna o la Normandia, ma si respira un’atmosfera … indescrivibile. All’inizio pensi ma dove siamo finiti ma dopo il sapore di questo posto ti esalta, il mercato del pesce appena pescato, l’oceano, il forte vento del canale della manica il tramonto sulla spiaggia e il canto dei gabbiani tutto questo ti emoziona e ti fa capire che sei nel luogo giusto. Purtroppo in questi posti le chambre, così come le camere d’albero, sono ferme, come le città, per cui mettetevi l’anima in pace e accontentatevi (nella nostra c’era una vecchia TV in bianco e nero a valvole…).

14°giorno: Oggi il tempo è bruttissimo, piove a dirotto, prima tappa a Abbeville, è una cittadina di mare molto rinomata e località di vacanza per persone “facoltose”, l’atmosfera è l’opposto rispetto a quella di ieri, negozi griffati, boutique del cioccolato, caffè dove il solo sedersi è l’equivalente del nostro pranzo… Non ci è piaciuta per niente, prendiamo la macchina e sempre percorrendo la strada costiera, ci dirigiamo verso Calais e qui pensiamo a una piccola pazzia… Percorrendo questa strada si passa in due punti panoramici Cap Blanc e Nez, dove si osserva una vista meravigliosa e se il tempo lo consente si ha la possibilità di vedere la costa inglese. Troviamo un albergo molto carino, vicino a Cap Blank, e poi ci dirigiamo verso Calais. E’ la classica città portuale, ma a noi interessa avere informazioni sulla traversata per andare e tornare in una giornata (senza macchina) in Inghilterra. Il costo è interessante ma alla fine il tempo di permanenza nella city sarebbe di sole tre ore. Delusi ci domandiamo che fare? Il tempo si è voltato al bello e dopo aver pranzato con una baguette schifosa decidiamo di andare alla città europea, che si trova vicino al tunnel della manica. La “città” è un grosso ipermercato, dove ogni ingresso prende il nome di una nazione presente nella Comunità Europea, noi a caso entriamo proprio dall’Italia. Saturi di negozi e scale mobili, decidiamo di ritornare subito alla natura e andiamo ad ammirare uno splendido tramonto a Cap Blanc. Vento, tranquillità, nubi pittoresche, un cielo dipinto di arancione, blu e azzurro e in lontananza le luci dell’Inghilterra. Siamo rimasti lì parecchio cercando di immagazzinare in noi quel momento, quegli attimi che porteremo dentro di noi. 15°giorno: Ci svegliamo presto, convinti di proseguire il nostro viaggio verso il Belgio. E’ una giornata fantastica, ci guardiamo, basta uno sguardo e sappiamo cosa fare, colazione abbondante, conferma della camera per un’altra notte e di corsa al porto di Calais, per cercare l’imbarco. Trovare l’imbarco non è semplice, abbiamo la fortuna di chiedere l’informazione a due ragazzi delle consegne, che ci dicono di seguirli e ci portano proprio davanti alla biglietteria della SEA France. Li salutiamo e ringraziamo, parcheggiamo la macchina, strano ma vero non è a pagamento, facciamo i biglietti e poi incominciamo le procedure di imbarco come in aeroporto. Bisogna passare sotto il metal detector e poi c’è una poliziotta inglese che ti controlla la carta d’identità, la mia OK, ma quella di Gianni aveva delle graffette sulle foto e dopo averla passata al setaccio, finalmente ci da l’ok dicendoci SORRY. Arriviamo in questa saletta, nell’attesa che un autobus ci porti al traghetto. Sul traghetto si respira già un’altra aria, vediamo tutti gli inglesi che ritornano dalle vacanze, magari alcuni arrivano anche dall’Italia e si abbuffano della loro colazione English breakfast, noi la assaggiamo una in due…Un’esperienza… Ammiriamo le bellissime bianche scogliere di Dover sempre più emozionati e ci diciamo siamo in Inghilterra!!!! Il porto è enorme come quello di Calais. Arrivati un’impiegata della linea degli autobus nazionali, molto arrogante, ci informa che non è possibile andare e tornare da Londra, per mancanza di tempo, dovevamo prendere il traghetto prima. Delusi ci incamminiamo verso Dover (10 minuti dal porto), non immaginatevi una strada panoramica o che altro, sembra di camminare sul bordo di un’autostrada, con i camion, tir e macchine che si sorpassano sparati. Dover è la classica cittadina di porto, ma a noi sembra tutto fantastico, e notiamo tutte le differenze con la Francia, e soprattutto notiamo che è molto molto molto cara. Dover sarà anche simpatica, ma è presto, il traghetto di ritorno è alle 7:30, quindi decidiamo di prendere un autobus che ci conduce a Canterbury, andata e ritorno 15 sterline circa. Il tragitto dura circa 30 minuti, ridiamo pensando a quanti incidenti avremmo già fatto con la macchina, soprattutto alle rotonde…La cittadina è completamente diversa da Dover, è bellissima, il centro storico, i negozi, la cattedrale e l’atmosfera. Pranziamo con fish&chips, non è il massimo e rimaniamo delusi, anche perché una delle possibili mete era Inghilterra e Scozia e avevamo letto di questo piatto come di una prelibatezza… Ci sono tantissime caffetterie, bellissime, prendiamo due caffè 6 sterline, fate un po’ voi i conti…E’ arrivato il momento di ritornare in Francia, riprendiamo il traghetto, fortunatamente la dogana francese è molto sbrigativa e arriviamo in Francia alle 10:30. Sulla nave ammiriamo un bellissimo tramonto rosso sulle scogliere, questa esperienza è stata utile e anche se non siamo riusciti ad andare a Londra, abbiamo visitato e assaporato questa atmosfera così diversa dalla nostra e da quella francese, e consigliamo a tutti questa piccola deviazione, anche se un po’ cara… 16°giorno: Incomincia l’avvicinamento alla nostra amata e odiata Italia. Prossima tappa Strasburgo che dista a circa 5/6 ore da Calais. Arriviamo nel primo pomeriggio, purtroppo dobbiamo rimandare la visita alla città, c’è una coda stratosferica in ingresso (incominciamo bene), quindi andiamo in albergo (vicino all’aeroporto) e visitiamo i paesi vicini. Che squallore, veniamo da paradisi sull’oceano, posti incantati, tramonti mozzafiato e adesso ci sembra di essere a casa in periferia di Milano, traffico e casino a gògò…

17°giorno: visitiamo Strasburgo in mattinata. La petit France è molto bella con i suoi canali, i suoi magnifici palazzi, il ponte coperto, da dove si ammira un panorama fantastico. Visitiamo la cattedrale e il famoso orologio astronomico, dove assistiamo al carillon allo scoccare dell’ora. La zona della cattedrale è ricca di negozi di souvenir e da qui partono i battelli scoperti o coperti che attraversano tutta la città. Il percorso dura un’ora, noi non l’abbiamo preso, per questione di tempo, ma lo consigliamo. Pranziamo con una squisita crepe flambè, una specie di pizza/focaccia, la loro specialità e partiamo destinazione Germania Foresta Nera.

18°giorno: Rimaniamo tre notti in questa fantastica zona della Germania, famosa per gli orologi a cucù, certo completamente diversa dai luoghi visti finora in Francia, ma ugualmente affascinanti e misteriosi. Questa mini vacanza la descriveremo nella sezione Germania.

21°giorno: Traforo del San Gottardo, siamo a casa, ma come siamo appena partiti…!!??!!, pensate a 20 giorni di lavoro e di routine, non passano mai, invece…Allora ci domandiamo, siamo sicuri che il viaggio fa bene? quando si torna l’impatto è tremendo, poi pensiamo ai tramonti, alle persone conosciute, ai tanti momenti trascorsi, a un gabbiano, a un colpo di vento, a una pioggerellina che ci bagna il viso mentre andiamo alla scoperta di un panorama, ai nostri sguardi, alle nostre risate e perché no alle nostre litigate/indecisioni per un itinerario e allora SI il viaggio fa bene e da immancabili turisti per caso quali siamo ci rituffiamo fin da subito alla ricerca di un nuovo itinerario…BUON VIAGGIO A TUTTI!!!



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