Valencia: sole, relax e cultura
Una volta atterrati a Valencia, raggiungere il centro è semplicissimo perché sotto l’aeroporto partono due linee della metropolitana, la rossa e la verde. Noi abbiamo fatto l’abbonamento da 10 viaggi alla macchinetta automatica (7 euro), valido per bus e metropolitana. È molto comodo perché se, come nel nostro caso, siete due persone a fare sempre lo stesso viaggio, ne potete comprare uno e ogni volta obliterarlo due volte. Inoltre, è molto conveniente (soprattutto se paragonato ai costi dei trasporti UK). La metropolitana di Valencia funziona come tutte le altre, quindi non abbiamo avuto nessun tipo di problema. Chiedete una mappa della metropolitana e soprattutto dei bus in uno dei numerosi uffici turistici (quelli in Plaza de la Reina e in Calle Poeta Querol sono i due più grandi).
Per spostarci abbiamo sempre usato la metropolitana, tranne i due giorni che abbiamo dedicato alla Ciudad de las Artes y las Ciencias: la linea che fermerà lì è infatti ancora in costruzione, quindi è necessario prendere il bus.
Per quanto riguarda l’alloggio, su internet ho trovato una stanza in centro storico tramite l’hostal Orange www.Orangevalencia.Com. Abbiamo pagato 300 euro per una tripla (anche se eravamo in due ci hanno dato una tripla) per 6 notti in calle Don Juan de Austria (è una via dello shopping che si trova tra il Corte Inglés vicino alla metro Colon e il Municipio). La stanza era ampia, con parquet e pulita. Il bagno era nel corridoio accanto alla nostra stanza, ma lo usavamo solo noi. Fra l’altro, se non sapete lo spagnolo mandate pure una mail in italiano perché lo parlano benissimo (info@orangevalencia.Com). La posizione è ottima perché alla sera basta camminare 5 minuti per trovarsi immersi nella movida del centro storico.
Non si può dire di essere stati a Valencia senza vedere almeno da fuori la Città delle Arti e delle Scienze: noi siamo stati all’Hemisfèric (cinema IMAX, 7.50 € x un cartone-documentario di circa un’ora, comunque non imperdibile), al Museo de las Ciencias Principe Felipe (7.50 €, museo interattivo che per un’umanista come me può risultare a tratti noioso) e soprattutto all’Oceanográfic (22 €, si tratta dell’acquario più grande d’Europa e secondo me è ancora più bello di quello di Genova). Se avete intenzione di visitare più di un’attrazione, anche in giorni diversi, esistono biglietti cumulativi scontati. Un altro suggerimento: per visitare l’Oceanográfic andate dopo le 15 per evitare di fare lunghe code all’ingresso (noi abbiamo fatto più di un’ora in coda), tanto l’acquario chiude minimo alle 20 e in tre ore si visita tranquillamente.
Il centro storico si visita tranquillamente a piedi: le cose da vedere sono parecchie ma noi, al contrario di quanto facciamo di solito, ci siamo limitati a camminare per le strade ammirando i monumenti dall’esterno perché abbiamo dedicato molto tempo alla vita da spiaggia. A questo proposito, il mare di Valencia è pulito ma non aspettatevi fondali blu, pesci colorati o cose di questo tipo. È comunque l’ideale per chi vuole alternare la vacanza culturale a momenti di puro relax e soprattutto è perfetta per gli amanti della tintarella: infatti, c’è sempre il vento piuttosto forte e quindi ci si scotta che è un “piacere”, se come faccio io, non state mai sotto l’ombrellone (a settembre c’erano 30-35 gradi). Inoltre, se avete intenzione di andare al mare a Valencia, non portatevi da casa stuoie, materassini, ombrelloni perché i costi sono veramente irrisori, se paragonati a quelli di molte spiagge italiane (3.50 € al giorno il lettino, 3.80 € al giorno l’ombrellone). Consiglio anche di fare un giro al tramonto nel porto dell’America’s Cup.
Va detto che i prezzi dei pasti non sono bassi come in Andalusia, comunque si trovano i classici menù del giorno tipo insalata + paella + dolce a 10-15 euro. Tuttavia, se non fate come noi che abbiamo assaggiato tutto il mangiabile, riuscirete a cavarvela anche con molto meno. Inoltre, consiglio di bere l’horchata (è una bevanda analcolica tipica che troverete ovunque; come consistenza ricorda un po’ il latte) e l’agua de Valencia (bevanda tipica alcolica a base di vino bianco). Ovviamente da provare assolutamente la paella (io l’ho mangiata tutte le sere…) preparata nei vari modi, da accompagnare con la sempre ottima sangría.
Infine, per quanto riguarda le mie impressioni sulla città, innanzitutto devo ammettere che Valencia dal punto di vista strettamente artistico e architettonico può non avere il fascino delle città dell’Andalusia (vedi Siviglia), ma è comunque una bella città e soprattutto trovi lo spagnolo come te lo sei sempre immaginato: spiritoso, gentile, simpaticone e sempre pronto a aiutarti e a diventare tuo amico.