Valencia-Madrid y la ruta del Quijote
Viaggio on the road seguendo la rotta di Don Chisciotte e Sancho Panza.
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L’idea di questo viaggio nasce dall’esigenza di una vacanza che coniughi bene il relax con il divertimento e così decidiamo di prenotare un volo di andata per Valencia con soggiorno di una notte e uno di ritorno da Madrid la settimana successiva. Nel mezzo una gita on the road alla scoperta della Castilla La Mancha, sulle orme di Don Chisciotte e Sancho Panza. Questa regione ha avuto la capacità e la bravura di rendere turistico un percorso descritto da uno dei suoi più autorevoli scrittori, Miguel de Cervantes e, tra l’altro, ha dei siti internet dai quali si possono scaricare gratuitamente depliant che suggeriscono e descrivono perfettamente tutti i percorsi, turistici e naturali, che si possono affrontare in questa rotta. Prima di partire infatti avevamo già in mente le tappe fondamentali dalle quali non poteva prescindere questo giro e cioè: – Valencia con la sua Ciudad de las Artes y las Ciencias, – Albacete, famosa per la “cuchilleria”, cioè la fabbricazione di lame, in particolare per coltelli a serramanico (c.d. “navajas”) e il 3° centenario della sua ferìa; – Argamasilla de Alba (Ciudad Real) con la Cueva de Medrano (dove secondo la tradizione venne imprigionato Cervantès e iniziò a scrivere la sua geniale opera letteraria); – Campo de Criptana, dominata dai maestosi mulini a vento contro i quali combattè Don Chisciotte; – Toledo, antica capitale di Spagna e attuale capoluogo della Regione – Madrid che, casualmente, è anche l’ultima tappa della vuelta 2010. Il percorso finale segnava 900 km. Nessuno dei quali percorso in autostrada. Il 14 Settembre arriviamo a Valencia ed effettuiamo in check in all’hotel Melìa Plaza **** in Plaza del Ayuntamiento (in Spagna possiamo concederci questi lussi perchè i prezzi sono notevolmente inferiori a quelli dell’Italia). Dopo una doccia rinfrescante ci avventuriamo nel centro storico della città, che avevamo avuto il piacere di visitare già 10 anni fà, con un obiettivo ben preciso: la paella valenciana e del buon vino tinto… La città conserva intatto il suo fascino e la gente è cordiale e tranquilla. La mattina successiva non poteva mancare una colazione al coloratissimo Mercato Centràl dove abbiamo il piacere di chiacchierare con un calzolaio del posto che ci spiega, tra le altre cose, quanto i primi insediamenti iberici (che erano catalani) in Sardegna abbiano influenzato il dialetto, tant’è che ad Alghero si parla ancora il catalano. Noleggiamo una macchina e ci dirigiamo verso la Ciudad de las artes y las ciencias, situata nel letto in cui scorreva il fiume Turia, prosciugato negli anni sessanta dopo una devastante inondazione. Dieci anni fa l’opera di Santiago Calatrava era un cantiere aperto, oggi è un colpo d’occhio eccezionale, curato nei minimi dettagli, ma ancora in via di completamento. Entriamo all’Oceanogràfic, il parco marino più grande d’Europa e le aspettative non vengono assolutamente deluse, anzi, l’emozione che si prova assistendo allo spettacolo dei delfini ripaga il prezzo del biglietto. Consiglio vivamente a tutti i genitori di fare una vacanza a Valencia con i propri piccoli. Inizia qui il viaggio on the road e ci dirigiamo subito verso Albacete, città di c.ca 150.000 abitanti situata a 70 km. A sud di Valencia. Non appena arrivati cerchiamo subito una sistemazione per la notte e, dopo averla trovata, ci andiamo a tuffare nel caos della ferìa (dichiarata di interesse turistico internazionale) che quest’anno festeggiava il III centenario. La mattina successiva invece assistiamo dapprima alla “parada” a cavallo in abito d’epoca e, successivamente, andiamo a visitare il museo della “cuchilleria” (cuchillo= coltello) dove sono esposte lame di ogni tipo e di ogni epoca, realizzate per le più svariate occasioni e personalità e assistiamo anche a vecchi filmati sulla loro fabbricazione. Riprendiamo il nostro cammino e ci dirigiamo verso Balazote, che deve la sua fama alla presenza de “la bicha di Balazote”, capolavoro dell’arte iberica che raffigura un toro a riposo con la testa di un uomo barbuto. Il paese conta c.ca 2.000 abitanti ed è veramente uno dei posti più deserti che abbiamo incontrato in questo percorso. Vale lo stesso discorso per Alcaraz, paese posto sul colle di San Cristobal ai piedi della Sierra de Alcaraz (prolungamento orientale della Sierra Morena). Sulle onde di Radio La Mancha proseguiamo il cammino con l’alternarsi di alcune tra le zone più umide della Spagna, allevamenti di tori, parchi naturali, lagune, santuari sconfinati in paesaggi mozzafiato (vedi Santuario de Nuestra Senora de Cortes), sagome in ferro battuto dei due avventurieri e veramente poche ma poche automobili! Le tappe successive sono: Villanueva de la Fuente, Villahermosa, Villanueva de los Enfantes, La Solana, Manzanares e Tomelloso, paesi costituiti da terreni aridi, con pochi alberi, dove si estendono piantagioni di viti, cereali e ortaggi vari. Ogni piazza di questi paesi è caratterizzata dalla presenza di sculture che raffigurano l’hidalgo con il suo fedele Sancho e l’amata Dulcinea. La sensazione è quella di trovarsi in villaggi messicani di poche anime ma comunque veramente cordiali. La cosa che più mi ha colpito in questi paesi è la presenza, evidentemente radicata e ben integrata, di una mescolanza di razze assolutamente pacifiche. Caratteristica la Locanda de los Portales in plaza del Ayuntamiento a Tomelloso. Prima di andare in albergo gustiamo un’ottima cena a base di carne e del buon vino tinto della zona. La mattina seguente sveglia presto con direzione Argamasilla de Alba (nei pressi di Ciudad Real) e Campo de Criptana, “Tierra de gigantes!”. Nella prima visitiamo la Cueva di Medrano, grotta in cui, secondo la tradizione, venne imprigionato Miguel de Cervantes che iniziò a scrivere la sua geniale opera (Don Chisciotte de la Mancha). Dirigendoci verso Campo de Criptana, invece, lo spettacolo che si prospetta all’orizzonte è a dir poco unico e rende alla perfezione l’idea che Cervantes volle trasmettere ai suoi lettori.. La sensazione che si prova standosene seduti accanto ad uno dei tanti giganti a vento che dall’alto dominano questi paesini è quella di libertà assoluta e tranquillità interiore. Non a caso lo scrittore Jean Cucteau, scrutando l’orizzonte sconfinato della Castilla la Mancha esclamò: “finalmente ho visto il pianeta!”. Anche qui gustiamo ottimi piatti della casa come il formaggio fritto o le patate con uova, panna e peperoni, il tutto sempre accompagnato dal loro tinto! È la volta di El toboso, paese dove viveva la bella Dulcinea e dove ora, nel museo dedicato a Cervantes, si possono ammirare numerose edizioni del Don Chisciotte. A questo punto decidiamo di concludere la nostra rotta all’interno della Mancha raggiungendo Toledo. Questa città meriterebbe molti commenti ma al tempo stesso nessuno perché rischieremmo di tralasciarne altri. Va vista e basta. Per me era la seconda volta che la visitavo ed è sempre un vero piacere perdersi per le stradine del suo cento storico, ammirarne il panorama unico e fissare di notte il flusso del fiume Tago che la circonda, l’imponente Alcázar, teatro di una sanguinosa battaglia durante la guerra civile spagnola, i tantissimi negozietti di spade e ceramiche e, per la gioia dei nostri palati, cervezas e tapas a volontà. La rotta all’interno della Castilla la Mancha si conclude qui ma la nostra avventura continua a Madrid, metropoli europea che offre di tutto di più, con la sua movida veramente unica, piazze, parchi e monumenti bellissimi, l’adorata Gran Via (sulla quale vediamo sfilare la Vuelta), il Prado, le famose colazioni alla Mallorquina in Plaza del Sol, i bocadillos con los calamares, e ancora cervezas y tapas.. Ci rivedremo presto Spagna, tierra caliente!