Valencia e Madrid: cosa vedere in una settimana autunnale
Dopo qualche tentennamento, approfittando di una promozione della Ryanair ho deciso la meta del viaggio autunnale: Valencia e Madrid.
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Tappa 1 – Valencia
Sabato 4.11.2006 Partenza nel pomeriggio da Pisa (costo 2 biglietti a/r 120 euro!) ed arrivo verso le 17.00 a Valencia dopo circa un ora e quaranta minuti di viaggio tranquillo.
Giorno 1 – arrivo a Valencia
L’aeroporto di Valencia è collegato al centro con un bus (costo 2,50 euro a persona) che in circa 15 minuti vi porta nella piazza retrostante la stazione centrale. Le indicazioni sulla fermata del bus non sono chiarissime, infatti, dopo aver recuperato le valige, mi sono trovato a vagare per l’aeroporto con altri passeggeri in cerca di una qualche segnalazione. L’autobus infatti ferma al piano superiore rispetto agli arrivi, mentre i bus che passano all’uscita dell’arrivo portano unicamente ai parcheggi dell’aeroporto. La pioggia, che è caduta per tutta la giornata su Valencia, non è stata d’aiuto nella ricerca dell’albergo, ma dopo alcune indicazioni non proprio esatte siamo riusciti a trovare l’hotel, prenotato come al solito su internet; si tratta di un quattro stelle a meno di 100 metri dalla piazza centrale di Valencia, pulito e confortevole e soprattutto a soli 60 euro a notte (a camera).
A differenza delle aspettative il primo impatto con Valencia si è rivelato positivo; a differenza della mia prima visita risalente al 1994, quando siamo stati derubati di parte dei bagagli, la città appare pulita e tranquilla. Ogni albergo dispone di guide della città in quasi tutte le lingue, con indicate le principali attrazioni ed i percorsi consigliati; non mancano inoltre la guida gastronomica e quella dello shopping.
Dopo aver sistemato i bagagli e aver fatto una doccia veloce siamo andati alla ricerca del “Molinon”, osteria consigliata da tanti utenti di turistipercaso; passando dalla Plaza de Haiutamiento e dal Mercato Centrale si trova il ristorante, ma purtroppo essendo sabato sera il locale era strapieno. Decidiamo allora di andare a mangiare in qualche altro locale della zona e dopo aver letto attentamente i prezzi (siamo Liguri) optiamo per un locale frequentato unicamente da spagnoli.
Un’altra sorpresa della Spagna; infatti nonostante fossi già stato tre volte nella penisola iberica non avevo mai mangiato le tapas; per dare un’idea si tratta di assaggi di vario genere posizionati al centro della tavola dove ogni commensale, utilizzando le proprie posate assaggia quanto ordinato. Molto buono lo jamon serrano (prosciutto), le uova con patate ed i fritti in genere.
Finita la cena, poiché la pioggia non accennava a smettere, abbiamo fatto due passi nella zona intorno alla cattedrale (ci sono una moltitudine di locali gremiti da ventenni) e ci siamo diretti verso l’albergo confidando nel giorno seguente.
Giorno 2 – esplorazione di Valencia
Domenica 5.11.2006 Nonostante le previsioni meteo avverse, nel cielo si intravede un timido sole. Poiché la colazione non è compresa nel pernottamento mangiamo qualcosa in un bar adiacente la stazione centrale (costo 4 euro – paste meravigliose, mentre i capuccini erano appena decenti).
Il tour della città, rigorosamente a piedi, ha inizio dalla Plaza de Toros. La Plaza de Toros di Valencia è la terza per dimensione in Spagna, dopo Madrid e Siviglia, ma purtroppo in questo periodo è chiusa a causa della fine della stagione delle corride (si svolgono infatti da agosto a ottobre); poco distante si trova la stazione ferroviaria (caratteristica per la sua architettura) e la chiesa di San Agustin (niente di particolare). Successivamente visitiamo il Mercato Centrale, la chiesa di Los Santos Juanes e la Cattedrale (bella), nella cui piazza si svolge un saggio di flamenco. Verso le due, esausti, dopo esserci concessi il primo dei boccadillos (rigorosamente con calamari fritti o tortillas) che accompagneranno tutto il viaggio, su espressa richiesta di Elisabetta, ci rechiamo con l’autobus al Museo delle Scienze, la zona è veramente carina e ben costruita e merita una visita.
Prima di stramazzare al suolo visitiamo il Convento de Santo Domingo, il Museo Nacional de Ceramica e la Antigua Universitad.
Dopo un simile tour massacrante andiamo alla ricerca di un buon piatto di paella valenciana, ma avendo notato che tutti i locali che presentano il piatto sono i tipici posti da turisti (che sia come gli spaghetti alla bolognese da noi?) optiamo per una paninoteca con più di cento panini nel menu: la cena consiste nel scegliere un paio di panini a testa, che verranno serviti in un piatto stracolmo di patatine fritte; tutto buonissimo, peccato per i danni irreparabili al fegato.
Tappa 2 – Madrid
Lunedì 6.11.2006-12-29 La nostra permanenza a Valencia è finita e alle otto del mattino prendiamo il treno per Madrid.
Piccoli consigli sui treni: i treni veloci dispongono di poche carrozze (in genere due di seconda classe e una di prima) e sono sempre pieni; non essendo previsti posti in piedi conviene prenotarli con qualche giorno di anticipo. Io personalmente consiglio di prenotare ondine sul sito www.Renfe.es. Bisogna presentarsi almeno 10 minuti prima della partenza, perché è obbligatorio passare i bagagli nel metaldetector. Il viaggio è confortevole, i controllori forniscono auricolari per ascoltare musica o vedere il film e ogni tanto passano con un vassoio di caramelle. Inoltre se il treno è in ritardo (non so di quanto perché i due che ho preso erano in perfetto orario) ti rimborsano il biglietto.
Alle 11 in punto siamo alla stazione centrale (Atocha Renfe) e usando il metro raggiungiamo l’albergo situato nella prima periferia (stazione Marquez de Vacillo). Questa volta internet mi ha un po’ ingannato perché proprio in centro non è, ma comunque è un quattro stelle (meno bello di quello di Valencia) e questa volta la spesa a notte per camera scende a 55 euro! Dopo aver sistemato i bagagli ci dirigiamo in centro per iniziare la visita di Madrid. Prima tappa Puerta del Sol, antico centro della città e principale nodo della metropolitana. Famosa è la statua dell’orso (simbolo di Madrid) e l’insegna luminosa dello sherry Tio Pepe. Qui i madrileni il 31 dicembre si danno appuntamento per mangiare 12 acini d’uva, uno ad ogni rintocco della campana.
La visita prosegue per Plaza Mayor (molto bella), Plaza de la Villa (la piazza più antica della città), la chiesa di San Andreas e la chiesa di San Francisco El Grande (il nostro San Francesco d’Assisi). Niente male come primo giorno, considerando che ci siamo mossi sempre a piedi.
Ceniamo in una cerveceria “Cruz blanca” (o qualcosa di simile – ne abbiamo viste due o tre per Madrid) mangiando le solite porcate (patata bravas, calamares ecc..). I locali frequentati dagli spagnoli sono fumosissimi (ho rimpianto Sirchia) e soprattutto pieni di cartacce. Il proprietario del locale mi ha spiegato che i clienti gettano i tovaglioli di carta e la cenere per terra per far capire che il locale è di loro gradimento. Morale: più ci sono cartacce migliore sarà il locale (Obelix direbbe “sono pazzi questi spagnoli!”).
Giorno 2 – El Prado e shopping
Martedì 7.11.2006 Approfittando del brutto tempo ci rechiamo verso il Prado, famoso museo che contiene oltre 7000 opere dei maggiori artisti spagnoli e fiamminghi di tutti i tempi.
Durante il tragitto incontriamo uno Starbucks e ricordando il viaggio di nozze dell’anno prima negli Usa decidiamo di far colazione con l’immancabile cappuccino bollente da un litro e con il muffin ai mirtilli (spesa 12 euro in due, pari a 3 colazioni negli altri bar del centro).
Il museo del Prado è bellissimo e aiutati dalle audiguide in italiano (2 euro a persona) cerchiamo di capire i segreti dei principali dipinti; personalmente mi è piaciuto molto Goya e Velasquez. Unico neo si finisce il giro stremati con un mal di schiena pazzesco (avevo la borsa di Elisa stracarica) e due piedi come zampogne. Il peso della cultura! Usciti dal Prado ci dirigiamo verso il Parco del Buen Ritiro, ma poiché la pioggia continua a cadere incessante decidiamo di rifugiarsi in un altro museo. È la volta del Mueso Thyssen-Bornemisza (il Reina Sofia l’ho già visto cinque anni fa e l’arte moderna non la riesco a capire), inaugurato nel 1992 dopo la donazione della collezione da parte dei Baroni Von Thyssen. Ci sono circa 800 dipinti di tutte le epoche e di tutte le zone (non sapevo esistesse neanche la pittura americana). Dopo aver visto il Prado si rimane un po’ delusi (anche perché il biglietto di ingresso costa uguale e l’audioguida il doppio), ma la collezione è molto varia e bella e pensare che una famiglia possedesse tutti questi quadri francamente fa un po’ impressione.
Sono le 16 e non ho ancora pranzato! Tra una visione mistica e un’altra mi trascino per il Calle do Prado sino alla Plaza Santa Ana, caratteristica per i suoi locali. Dopo una cerveza e qualche tapas sono pronto a ripartire.
È la volta della Gran Via e delle strade adiacenti e soprattutto della visita al Corte Ingles, enorme magazzino dove si trova di tutto (odio questi posti, ma Elisa è già in pensiero sui regali ad amici e parenti). La giornata termina in Plaza de la Cibeles famosa per la sua statua e per il Palazzo delle Comunicazioni, ma soprattutto luogo di festeggiamenti per i tifosi del Real Madrid.
Giorno 3 – Palazzo Reale
Mercoledì 8.11.2006 Il mercoledì è il giorno di ingresso gratuito nel Palazzo Reale per cui secondo voi dove potevo andare? I miei perfidi piani naufragano ben presto, quando scopro che il 9 dicembre è la festa del santo patrono di Madrid e davanti al Palazzo Reale, come consuetudine, ci sono un migliaio di bambini che depongono mazzi di fiori vicino alla statua della Madonna. La coda per entrare nel palazzo è titanica, anche perché nel piazzale della reggia è in corso una parata militare e l’ingresso al Palazzo è limitato.
Modifico leggermente l’itinerario che mi ero prefissato e ci dirigiamo verso i Giardini de Sabatini e successivamente visitiamo la Cattedrale de la Almudena. Nel frattempo la coda per il palazzo Reale si è ridotta e disciplinatamente attendiamo il nostro turno per l’ingresso nella reggia.
Il palazzo Reale è veramente bello, inferiore forse solo alla reggia degli Asburgo a Vienna; con l’aiuto dell’immancabile audioguida riusciamo a districarci tra i vari saloni. Da segnalare l’Armeria Real che contiene armature appartenute alla famiglia reale spagnola.
La visita prosegue per la centralissima Plaza de Espana, da dove inizia la Gran Via. Qui è situato il monumento a Cervantes con don Chisciotte e l’inseparabile Sancho Panza. Presi dalla tipica frenesia che ci accompagna in tutti i viaggi ci dirigiamo verso Las Ventas, la plaza de toros più grande della Spagna, seconda al mondo solo a quella di Città del Messico. Come già avvenuto a Valencia anche questa è chiusa a causa del termine della stagione.
Dopo una breve sosta in un self service ci dirigiamo nei pressi della Gran Via per finire le compere dei regali e dopo qualche ora, sempre più stremati ci dirigiamo verso l’albergo.
Giorno 4 – Toledo
Giovedì 9.12.2006 Oggi è in programma la visita di Toledo. Come avevo precedentemente accennato il 9 dicembre è il santo patrono di Madrid e come in tutte le città del mondo la gente non lavora. Il treno per Toledo è completo, per cui optiamo per il pulman, che parte dalla stazione di Mendez Alvaro.
Il viaggio non è malaccio e dopo circa un’ora arriviamo a Toledo. Assolutamente da vedere! È come si immagina una città spagnola. Da non perdere la cattedrale, ma anche i restanti edifici sono piacevoli.
Il viaggio di ritorno in pulman è stato un calvario, perché l’autostrada era paralizzata dal traffico dei madrileni che tornavano in città dopo la gita fuoriporta.
Giorno 5 – Parchi e stadi
Venerdì 11.11.2006 Ultimo giorno a Madrid. Dapprima facciamo un ripasso veloce dei monumenti che ci sono piaciuti di più e nella tarda mattinata andiamo a visitare la zona della stazione; il giardino botanico non è granché (forse perché non so niente in materia), mentre qualche ora al Parco del buen Retiro la consiglio, soprattutto se la giornata è solare.
Dopo un breve pranzo Elisa si dirige verso il Museo Reina Sofia, mentre io, avendolo già visitato in passato, mi reco al Santiago Bernabeu, storico stadio del Real Madrid. Il museo dei trofei è affascinante, ma tutti quei giapponesi che fotografano ogni cosa e che comprano souvenir pacchiani mi hanno fatto un po’ perdere il fascino del mito.
Tra un giro e l’altro si è nuovamente fatto sera e non ci resta che andare in albergo a preparare le valige per il ritorno.
Giorno 6 – Rientro a casa
Sabato 12.11.2006 Sveglia alle sette e dopo una sequenza massacrante di autobus, metro, treno, autobus, aereo e macchina (quando sono arrivato ho fatto un giro in bici così tutti i mezzi di trasporto erano stati utilizzati nella giornata!) alle 20 ritorniamo a Ortonovo, già pronti a organizzare un nuovo viaggio.
Un grazie di cuore agli utenti che mi hanno fornito gli spunti per organizzare il viaggio e agli storici amici (Samba, Mara, Mustru, Fazzy, Topo, Boksic ecc..) che mi hanno fatto scoprire i viaggi low cost ben prima che fosse coniato il termine.