VIAGGIO VALENCIA ALICANTE CAPODANNO 2008 Sabato 29 dicembre partiamo alle 8 da Quarto d’Altino per arrivare alle 10 all’aeroporto di Bergamo Orio al Serio, parcheggiando all’ottimo e comodo “park to fly”, che pratica uno sconto del 10% ai soci del touring club. Come sempre, c’è un gran caos, tutti giovani che partono per capodanno, e alla Ryanair riservano una zona apposita di check in per tutti i voli. Partiamo alle 1240 con 40 minuti di ritardo alla volta di Valencia, dove arriviamo alle 1416, con 21 minuti di ritardo. Noleggiamo la nostra bella kia picanto 1.0 nera e ci dirigiamo, navigatore alla mano, all’hotel husa dimar. Questo hotel è un quattro stelle Lo giudico molto economico: infatti, con venere.Com, abbiamo pagato solo 59,92€ una doppia: mi sembra pochissimo per un quattro stelle, non trovate? Come ben sapete in Spagna gli alberghi sono inferiori all’Italia, quindi questo bel quattro stelle lo paragonerei a un bel tre stelle italiano, o a un quattro stelle di Riccione (anche a Rimini, infatti, gli alberghi sono molto modesti!). Vecchiotto, ma molto bella e grande la camera, tutta in legno, con vista su un cortile palazzone di cemento, insomma, pessima! Faceva un caldo infernale, ma per fortuna c’era il termostato per cui abbiamo subito spento tutto. La colazione, come sempre accade in Spagna, non è inclusa nel prezzo e costa 11,77€. Ovviamente, non l’abbiamo fatta in albergo! Conviene comprare latte e cacao e biscotti e con 1€ mangi alla grande!! La posizione non è proprio ottimale, perché non è vicinissimo al centro, cmq ci sono mezzi, basta informarsi degli autobus. La metro è un po’ distante (a Valencia è bella ma modesta). Girare in macchina, come in tutte le grandi città, è un inferno, specie trovare parcheggio, che l’albergo non ha!! Il personale è gentile, le camere spaziose e pulite, a 50 metri ci sono i giardini del Turia. Valencia è tanto brutta in periferia (palazzoni fatiscenti) quanto bella al centro (monumenti, luminarie e moltissimi locali). Purtroppo non riusciamo a mangiare a pranzo, in quanto le cucine dei ristoranti alle 16 chiudono e noi ci siamo presentati alle 1601! Abbiamo dovuto ripiegare su un take away che con 1 € ci ha dato un ottimo bocadillo al chorizo e 1 zumo de naranja!. Alla sera, stessi problemi per cenare: abbiamo iniziato la ricerca alle 22, ma il sabato sera c’era il pienone: tutto intasato. Inoltre, a differenza dell’Italia, lì i ristoranti sono tutti piccolissimi, per cui si intasano subito! Siamo riusciti a trovare un posto a mezzanotte alla “Taberna del Carmen” (calle caballeros 35), in centro, zona Plaza della reina, dove era tutto molto buono, anche se molto costoso (60,20€ in due: due bicchieri di birra più un litro, una tabla de ibericos, una pechuga de pollo rellenas e una entrecot grill). Alla notte ci sono moltissime discoteche in centro, tutte piccole e fumose, come pure i ristoranti, dove regna una cappa di fumo che rende l’aria irrespirabile. Abbiamo optato per la discoteca Venial in calle Quart 26: Marco era talmente a suo agio tra fumo e alcol che è pure caduto in discoteca a centro pista, tanto era cotto! Usciti dalla discoteca alle 5, trovi in giro più gente che di giorno! Le strade erano piene di gente e per tornare a casa abbiamo preso un taxi al volo: ce ne sono moltissimi e si fermano per strada come nei film, alzando la mano. La corsa sarebbe costata 3,45€, ma l’autista ha arrotondato a 5€ (che sia il prezzo minimo?) Non caro, cmq, visto che in metro si spendono 2,50€ in due! Domenica 30 dicembre ci svegliamo baciati da un bel sole e tanto caldo, per cui l’aria ispira una passeggiata nei bellissimi giardini del Turia. Questi giardini sono stati creati utilizzando il letto del fiume Turia, che dopo una inondazione nel 1957 è stato deviato a sud della città. Ora c’è un lungo giardino che circonda tutta la città: c’è il pienone di gente che fa footing, cammina, porta i bimbi e i cani a spasso a fare la cacca…Alla domenica mattina potete camminare o correre per chilometri nel verde, insomma, è un piccolo paradiso non trovate?Arriviamo fino al Palau della musica e nella modernissima Ciudad de las Artes y la Ciencas. A pranzo andiamo molto presto, alle 13, in modo da anticipare gli spagnoli, che pranzano alle 14. Infatti troviamo posto al Ciscar 26, dove avevamo tentato la sera prima invano. Purtroppo, niente paella: va prenotata 24 ore prima! Alla faccia di quei postacci dove te la danno riscaldata…Questa si sarebbe stata la vera paella! Mangiamo cmq bene in calle Ciscar 26, vicinissimo all’albergo. E partiamo alle 15 per Alicante, lasciando Valencia, la patria della paella, senza averla mangiata. Il viaggio per Alicante è molto bello, il nostro macinino ci porta per la n322, una strada che probabilmente d’estate è tutta intasata, essendo la costa blanca, ma in inverno merita di essere percorsa se non si ha fretta, in quanto si passano dei paesini fatiscenti, delle prostitute lungo pista come lungo l’Aurelia e tanti aranceti e risaie. Ecco il perché della paella alla valenciana e delle arance valenciane! Lungo la strada ci sono degli omini che vendono sacchi di arance: ci fermiamo a prenderne uno! Il signore ci dice “mucho frio!” e noi “ma come freddo? Se c’è un sole fortissimo, guidiamo in maglione e coi finestrini aperti perché fa troppo caldo! Arriviamo in tre ore al nostro hotel Albahia, un 3 stelle fronte mare ad Albufereta, a pochi km dal centro di Alicante. E’ fronte mare, la camera carina e grande, anche se facente parte di un vecchio palazzone fatiscente, tipico mostro ecologico della costa spagnola, e siamo quasi in cantina, vista garage, o, meglio, vista campi da tennis, dove giocano in maglietta e calzoncini, come in piena estate da noi! Alla sera raggiungiamo il centro città (Barrio Antico), con Calle Mayor. Il centro antico è fantastico, pieno di localini louge, ristoranti, bar e discoteche piccolissime. Vi consiglio di mangiare alla mason dei labradores, in via dei labradores, consigliata dai turisti per caso (è senza insegna e quindi introvabile altrimenti!!). Ma con mappa e navigatore a mano, la troviamo e ceniamo! Mangiamo tantissimo, dal chiupy chiupy consigliato dal sito (in pratica è un montaditos, tipico di alicante, una specie di toast con dentro una specie di arista di maiale, molto buono), poi io faccio scorpacciata di piernas de cordero, patate unte e tante altre tapas buonissime. Il tutto condito da un pessimo vino maderizzato imbevibile (mi raccomando: in Spagna non ordinate mai vino, ma prendete sempre cerveca, molto più buona ed economica). Il ristorante è accogliente e informale: la classica bettoletta spagnola, molto caratteristica. Ovviamente, non esiste tovaglia: tutto è buttato in malo modo sulla tavola molto sporca. Lunedì 31 continua il sole e il caldo: al mattino ci facciamo la doccia e poi usciamo in terrazzo in asciugamano ad asciugarsi senza aver freddo! Molti inglesi, unici turisti di Alicante, si abbronzano sul terrazzo a petto nudo. Qualcuno fa anche il bagno in spiaggia. Ci sono 20 gradi all’1! Andiamo al porto turistico, tutto nuovo e moderno, con discoteche e ristoranti, e pranziamo alla Darsena, ristorante di lusso molto costoso, consigliato dalle varie guide, situato nella Marina deportava, dove finalmente mangiamo una paella alicantina, davvero squisita! Era dal 2000 che non mangiavo una buona paella in Spagna. Insomma, in questo viaggio siamo passati dalle bettolacce fumose ai ristoranti con il cameriere che ti versa l’acqua incravattato!! Al pomeriggio passeggiamo per l’Esplanada de Espana, una bella passeggiata, meraviglioso viale pedonale circondato da palme, che ricorda la Costa Azzurra, soprattutto la Croisette di Cannes. La spiaggia è di sabbia, c’è una zona con esercizi fisici per anziani e Marco cade nuovamente per farmi una foto…Tutta la spiaggia ride! Oggi ci muoviamo con il tram, che si può prendere dall’albergo (La isleta) e ti porta fino in centro (Mercato o puerta del mar), che è comodo e bellissimo, corre sul bordo del mare, peccato che il 31 dicembre sopprimano la corsa delle 2233 (l’ultima corsa) e siano soppressi pure gli autobus notturni, per cui dobbiamo andare in città in macchina. Poco male: alle 23 per strada non c’è nessuno, e alle 24 arriviamo puntuali per la mezzanotte in Plaza dell’Ayuntamento. Ci consegnano gratis un sacchettino con 12 chicchi d’uva (è usanza spagnola mangiare 12 chicchi ai 12 tocchi della mezzanotte e mettersi un cappello nuovo in testa) e festeggiamo in piazza, a misura d’uomo, con bella gente giovane (niente beduini e nessuno che ti spara e nessun rischio per la vita come l’anno precedente a Barcellona) e musica dance, dagli anni 90 a Raffaella Carrà. Dopo andiamo a cena per un ottimo kebab libanese (ovviamente i ristoranti fanno cenoni da 50€) e poi in giro per bar, tantissimi e affollatissimi. Alicante, infatti, per essendo piccolina, offre un centro con moltissimi bar, pub inglesi, ristoranti e discoteche, uno appresso all’altro. Attendiamo le 3 per andare in discoteca, al Byblos e, anche questa volta, siamo i primi. Quando ce ne andiamo, verso le 6, sta per arrivare l’animazione e iniziare la festa! Le ragazze spagnole presenti in disco sono tutte grassissime, delle vere balene in minigonna e canottiera, con seni e salsicciotti enormi. Martedì’ 1 ci sveglia la cameriera per rifarci la camera…E al sole e all’aria fresca tentiamo la salita al Castillo di Santa Barbara, con degli scalini impervi e altissimi e sconnessi…È una bella faticaccia, e, ad un certo punto, la strada si interrompe. Purtroppo ad Alicante non c’è nessuna indicazione di niente…E quindi, non riuscendo a trovare la strada giusta, dobbiamo rinunciare alla salita a piedi. A fatica, sempre senza indicazioni, troviamo l’ascensore, ma è chiuso. Rinunciamo così alla visita del castello. Alla sera si alza un bel venticello fresco e andiamo a cena in una taverna dove mangiamo molto bene, di fronte alla taverna dei labradores. Purtroppo fa molto freddo, non essendoci il riscaldamento e degli spifferi molto forti. Poi in un bar dove una heineken costa solo 3,30€ Mercoledì 2 guardiamo i soliti tg del mattino, dove ripetono sempre le stesse cose, e andiamo al grandissimo aeroporto. Alle 1155 ci sarebbe il volo, che parte alle 1240, e arriviamo a Bergamo alle 1420 con 20 minuti di ritardo.
Concluso il viaggio ad Alicante, città molto bella, a misura d’uomo, che considero un paradiso d’inverno per il clima, mentre in estate penso sia tutto un caos: le strade sono poche e strette, in salita, la città vecchia e fatiscente in periferia, immagino ci saranno i soliti odoracci da piscio, visto che la gente la fa per strada (non noi ovviamente!!).
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