Valencia dai mille volti

Una città ricca di storia, arte, futuristiche architetture e moderni musei, incantati giardini in cui rilassarsi e cibi che ti sorprendono facendoti scoprire la vacanza esaltando ogni senso
Scritto da: luca.bimbatti
valencia dai mille volti
Partenza il: 01/05/2012
Ritorno il: 05/05/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Ci serviva qualche giorno per staccare la spina e visitare una città spagnola ci sembrava l’ideale, ma non volevamo spendere una fortuna. La scelta è caduta su Valencia, ci sembrava una città interessante e l’offerta di Ryanair, a/r a soli 41 euro a testa tasse comprese era imperdibile! Prenotato su internet l’Hotel Continental, piccolo (anche la camera ed il bagno), ma carino, molto centrale e conveniente, dietro il bellissimo edificio de Correos (il palazzo delle poste), in Plaza de Ayuntamiento, al costo per 4 notti in doppia con colazione di 240 euro, non ci restava che fare le valigie e partire.

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Finalmente il primo maggio si parte, volo da Bologna in perfetto orario, atterriamo a Valencia alle 10 e 30, dove al turist info (all’interno dell’aeroporto) comperiamo 2 Valencia card, che al costo di 25 euro cadauna permette di viaggiare gratis su tutti i mezzi pubblici, per 72 ore, compresa la metropolitana, che sarà il nostro mezzo di trasporto più usato per tutto il viaggio, inoltre da diritto a sconti in vari musei, ristoranti e negozi. L’aeroporto è direttamente collegato con la metropolitana (veramente comodo) che prendiamo x scendere dopo 20 minuti alla fermata Xatia, qualche centinaio di metri dal nostro Hotel. Sistemate le valige usciamo subito x mangiare qualcosa, la Piazza però si sta riempiendo di manifestanti che protestano contro la piaga della disoccupazione, quindi anche se la manifestazione sembra pacifica decidiamo che il primo giorno è meglio non visitare il centro storico.

Con le nostre due guide tascabili (Giunti e Lonely Planet) organizziamo la nostra prima meta che decidiamo essere il Bioparc, per la felicità di mia moglie Rosy che adora gli animali, infatti si tratta di uno “Zoo” dove, merito di una progettazione molto curata non si percepiscono barriere, infatti non ci sono recinti, ma spazi con divisori quali corsi d’acqua, dislivelli altimetrici o vetrate, dove il visitatore in un percorso obbligato a volte è a diretto contatto con gli animali, quali lemuri, uccelli acquatici e persino giraffe, unico neo il caldo che nel primo pomeriggio era davvero soffocante… risultato, molti animali, compreso il leone erano sdraiati all’ombra degli alberi a schiacciare un pisolino! Finita la visita al Bioparc, affaticati e accaldati troviamo ristoro in un bar affacciato sul bellissimo parco del Turia, un polmone verde della città che un tempo era il letto dell’omonimo fiume che attraversava il centro di Valencia e che dopo la disastrosa alluvione del 1957 venne deviato e al posto del suo corso è stato progettato un bellissimo parco urbano lungo ben 9 km. Ceniamo in un ristorante che non ci lascia del tutto soddisfatti e andiamo a dormire.

secondo giorno

Decidiamo di girovagare all’interno del centro storico per scoprire le piazze e gli edifici più importanti della città, da Plaza de Toros, dove è ancora possibile poter assistere allo “spettacolo” crudele delle corride, a cui naturalmente non decidiamo di partecipare dato il nostro grande amore per gli animali, proseguendo per l’Estacion del Norte (la bellissima Stazione dei treni), dove è possibile visitare gratuitamente la sala dell’orologio decorata con mosaici e piastrelle dipinte a mano compreso il soffitto, passando per la caratteristica Plaza Redonda, a forma circolare con al centro una fontana e tutt’intorno piccoli negozi di artigianato locale, fino a raggiungere il Mercado Central, un mercato coperto in un meraviglioso edificio modernista con al suo interno quasi mille bancarelle di prodotti alimentari, (il più grande mercato coperto d’Europa) dove ci si perde in un tripudio di colori e profumi, e dove si incontra la popolazione locale che ancora oggi, ogni mattina, a dispetto dei grandi supermercati, si reca qui a fare acquisti. Anche noi non abbiamo resistito ed abbiamo acquistato dei tipici dolci, di cui non ricordo il nome, veramente squisiti, e bevuto una cerveza (birra) con l’imbarazzo della scelta tra le centinaia di birre di ogni provenienza possibile immaginabile, in mostra nelle bancarelle dedicate! Infine terminiamo la nostra lunga passeggiata raggiungendo Plaza de la Virgen dove si trova l’omonima basilica, intorno vi sono giardini curati e ricchi di piante fiorite, al centro della piazza domina una grande fontana che fa venir voglia di tuffarsi, ma sappiamo che non si può, quindi ci bagniamo solo il viso x trovare un poco di refrigerio. Passeggiando si è fatto tardi, sono già quasi le 21, infatti qui il sole inganna, le giornate non sembrano mai terminare, ma lo stomaco non sbaglia, e ci dice che è giunta l’ora di cenare, anche se i locali iniziano solo ora a riempirsi, qui infatti colazione, pranzo e cena, sono proiettati in avanti di alcune ore rispetto i nostri abituali orari. Decidiamo di entrare in un tipico locale dove vengono servite le tapas, c’è solo l’imbarazzo della scelta, il bancone è un tripudio di invitanti tapas, ne prendiamo qualcuna e ci sediamo al tavolo, ordiniamo anche un paio di sangrie, che insieme ad altre tapas finiscono in fretta e quindi si opta per un bis, per il conto vengono conteggiati gli stecchini rimasti nel piatto (rigorosamente vuoto) il prezzo varia a seconda delle dimensioni dello stecchino, alla fine si spende come un normale ristorante ma ci sentiamo comunque soddisfatti e lo stomaco ringrazia. E’ ora della nanna, il nostro Hotel non è molto distante ma Rosy che non è abituata all’alcool dopo una birra e due sangrie quasi non si regge in piedi, così devo sorreggerla e a fatica riusciamo a raggiungere il nostro albergo.

terzo giorno

Decidiamo di dirigerci verso la Ciudad de las Artes y las Ciencias, in un percorso di circa 2 km nel cuore del parco del Turia, passando di fronte il Palau del la Musica e sotto ponti alcuni nuovi ed altri storici che incantano il visitatore per l’insolita prospettiva. Appena si intravedono le avveniristiche architetture della Ciudad de las Artes y las Ciencias, del famoso architetto Santiago Calatrava non si può rimanervi indifferenti, l’osservatore ne ne resta incantato, quasi rapito, man mano che ci si avvicina ci si rende conto di come delle forme cosi futuristiche siano un tutt’uno quasi in simbiosi con l’ambiente naturale che le circondano e sembrano quasi anch’esse create dalla natura. Qui decidiamo di visitare il museo delle scienze che coinvolge il visitatore con molteplici macchinari e pannelli interattivi per sollecitare la curiosità non solo dei bambini, c’è persino un tunnel che simula il viaggio e la vita di bordo delle missioni spaziali, con lancio finale all’interno di una navetta. L’ultimo piano è interamente dedicato ai cultori della Marvel con tutti i personaggi a grandezza d’uomo e bellissimi dipinti degni di un museo d’arte moderna. Il tempo scorre veloce ed è già ora di pranzo, così decidiamo di entrare nel grande centro commerciale “El Saler” che si trova proprio di fronte la città delle Arti e della Scienza, sono quasi le 14 e i ristoranti devono ancora aprire… dobbiamo ancora abituarci agli strani orari degli spagnoli, così per la gioia di mia moglie c’è anche la scusa per fare un po’ di shopping.

Dopo mangiato, non abbiamo voglia di visitare l’Oceanografic (l’acquario) ma decidiamo di visitare la zona del porto dove ci dirigiamo a piedi e ci imbattiamo in un secondo centro commerciale “Aqua”, a dire la verità molto piacevole, si tratta infatti di una struttura a gallerie aperte su diversi piani con negozi e molti locali carini, una sbirciata veloce ed eccoci sulle strade dove si svolge il Gran Premio di Formula Uno, fino ad arrivare al porto e subito dopo al lungomare, non è ancora la stagione balneare ma ci togliamo le scarpe e passeggiamo per qualche centinaio di metri sul bagnasciuga, è una sensazione piacevolissima e se non fosse per l’acqua ancora troppo fredda ci scapperebbe anche un bel bagno.

Decidiamo di sederci in uno dei tantissimi locali che si affacciano sulla spiaggia dove ordiniamo la famosissima agua de Valencia, un coktail a base di succo d’arancia, cava, vodka e gin, servito rigorosamente in caraffa, (buonissimo)! È ormai tardi e con la metro (perché stanchissimi per la lunga camminata) rientriamo in Hotel, dopo una rigenerante doccia decidiamo di andare a cenare, stasera optiamo x un ristorante che si chiama “El Bandeja” in calle San Vincente Martir, il cibo è a dir poco ottimo e quello che colpisce sono le centinaia di prosciutti che pendono dalle travi del soffitto del locale, spettacolare. Il quarto giorno decidiamo di dedicarlo alla visita del Jardin Botanico, non grandissimo e visitabile in poco più di un’ora e a fare qualche acquisto particolare, come i bellissimi ventagli fatti a mano che si possono trovare nel negozietto della famiglia “Abanicos Carbonell”, in Calle de Castellon, regalo che è stato molto apprezzato al nostro ritorno.

È giunto il momento di assaggiare la vera paella valenciana in uno dei locali più rinomati di Valencia, il ristorante si chiama “La Pepica” e si trova sul lungomare in Paseo Neptuno, appena entrati il locale trasuda di storia, vuoi per l’arredamento vuoi per le centinaia di foto di artisti e personaggi famosi di tutto il mondo che sono passati di qui, vuoi perché qui la paella la preparano ancora all’interno di pentole riscaldate sul fuoco a legna come usavano fare gli antichi contadini di un tempo, fatto sta che appena ci portano la nostra padella di paella all’astice che avevamo ordinato restiamo estasiati tant’è la bontà e il sapore di questo piatto.

Il pomeriggio lo trascorriamo gironzolando per negozietti fino ad infilarci in uno dei tanti palazzi del famoso gruppo della catena spagnola “El Corte Ingles”, dove dopo otto piani di articoli d’abbigliamento ed un piano dedicato solo alla ristorazione decidiamo che gli acquisti sono terminati. Ahimè è terminata anche la nostra breve vacanza e questa per noi è l’ultima sera a Valencia, decidiamo di mangiare per l’ultima volta le mitiche e buonissime tapas, accompagnate dalla solita sangria e con un po’ di malinconia ma felici e contenti di aver scoperto una città poco pubblicizzata ma ricca di fascino cultura divertimenti ed attrazioni, andiamo a dormire, certi di portare dentro di noi non solo l’arte e le bellezze visitate ma anche i sapori che ci hanno accompagnato e reso questo viaggio indimenticabile.

Guarda la gallery
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la stanza dell'orologioo alla stazione dei treni

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il Palazzo delle poste

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il Porto

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ponte adornato con miglialia di gerani

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Giraffe al Bioparc

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Io e Rosy nel parco Turia

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Città delle Arti e della Scienza

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la Paella del ristorante La Pepica

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ventagli dipinti a mano in un negozio di artigianato

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Plaza de toros

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Città delle Arti e della Scianza

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prosciutti all'interno di un ristorante



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