Valencia: città e dintorni
Giovedì 03 Aprile
La partenza è prevista dall’Aeroporto di Ciampino con il volo Ryanair FR 9677 per Valencia delle ore 12:05.
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Utilizziamo il parcheggio Alta Quota per lasciare in custodia la nostra vettura al prezzo di € 26,00 per 6 giorni. Comodissimo: una navetta ci porta in aeroporto e una navetta ci verrà a riprendere al nostro rientro.
Il volo parte in orario e atterriamo all’aeroporto di Valencia alle ore 14:10. Come da accordi presi con Carmen, la direttrice del residence dove alloggeremo, troviamo ad attenderci Matias con il suo taxi che in circa 20 minuti ci porta in città al prezzo di € 20,00.
Questa volta, non avendo trovato di nostro gradimento la maggior parte degli hotel visionati, abbiamo scelto di alloggiare in un appartamento e precisamente nell’Edificio Palomar (www.edificiopalomar.com) in Calle Palomar, nel caratteristico quartiere Barrio del Carmen, cuore del centro storico di Valencia. Ci accoglie la simpatica Carmen e ci conduce all’appartamento 3B: bello, nuovo, pulito, spaziosissimo, strutturato su due livelli, con grande salone e cucina a vista, due camere da letto e un bagno al primo livello, scala interna a giorno, due camere, servizi e terrazza interna al secondo livello. Veramente molto accogliente per noi che siamo in quattro con due posti letto ciascuno a disposizione! Come da regolamento, paghiamo anticipatamente il soggiorno per l’importo di € 770,00 per cinque giorni. Ci sistemiamo e usciamo subito per rifocillarci: per fortuna, su Carrer de Quart, che si imbocca appena usciti dall’appartamento, si incontrano numerosi locali e noi scegliamo “Il Bocconcino”, che, neanche a farlo apposta, è gestito da Italiani e serve gustosissimi tranci di pizza, insalate, arancini ed altre specialità. Spendiamo in due € 7,00.
Proseguiamo lungo il Carrer de Quart che ora diventa Carrer Caballeros dove si affacciano palazzi storici, tra cui, proprio in fondo, il Palau de la Generalitat, sede dell’amministrazione regionale valenciana. Si apre di fronte a noi la Placa de la Virgen, una piazza bellissima pavimentata in marmo, chiusa sullo sfondo dalla Basilica de Nuestra Senora de los Desamparados, una chiesa barocca che ospita la statua della Vergine patrona della città, custodita in una cappella a cui si accede tramite una scala, ma che è fissata curiosamente su un perno, di modo che alternativamente si mostra anche ai fedeli in preghiera nella navata centrale. In un lato della piazza si erge una magnifica fontana e la figura distesa rappresenta il fiume Turia. La piazza che era l’antico foro romano, è vivacissima in ogni ora del giorno e fino a notte fonda: nel corso del nostro soggiorno, ci siamo passati innumerevoli volte, e sempre ci ha dato l’idea del salotto buono della città.
Gironzoliamo un po’ nelle vie adiacenti: Calle Almirante, l’Almudin, Plaza de la Almoina, Plaza del Arzobispo da cui si accede alla cripta de la Carcel de San Vicente Martir, patrono della città: si tratta di scavi con resti di varie epoche che si ritiene sia stata anche la prigione del Santo. La presentazione dei vari ambienti è multimediale e interessante. Ritorniamo verso la Placa de la Virgen per accedere poi alla Cattedrale di Santa Maria la cui facciata principale, in stile barocco, si affaccia su Plaza de la Reina. In realtà, la cattedrale, all’interno barocca, è un misto di vari stili: ogni portale è stato costruito in uno stile diverso. Magnifico è quello romanico.
Plaza della Reina non appare molto attraente, forse perché troppo caotica: se venisse eliminato il traffico, risulterebbe gradevole, se non altro perché vi si affacciano comunque bei palazzi e ha un giardino rigoglioso al centro. Approfittiamo che nella piazza c’è l’Ufficio Turistico, così compriamo i biglietti per l’Oceanografico che abbiamo intenzione di visitare domani: € 30,00 a persona, comprendente l’ingresso anche al Museo della Scienza Principe Felipe.
Adiacente alla Piazza, da cui si ammira il bel campanile della cattedrale, detto il Miguelete, si trova la Plaza de Santa Catalina, su cui si affaccia l’angusto ingresso della chiesa omonima e due famose horciaterias, El Siglo e l’Horciateria de Santa Catalina, forse la più famosa della città, ma conosciuta anche fuori Valencia, che serve la deliziosa e fresca bevanda, l’horciata, a base del latte di un tubercolo particolare (la chufa), acqua e zucchero, nulla a che vedere con l’orzata come l’intendiamo noi.
Arriviamo poi fino alla Piazza dell’Ayuntamiento, cioè del Municipio, ampia e abbellita da grandi fontane.
Si è fatta intanto l’ora di cena e ci fermiamo alla Taberna Antonio Manuel, in San Vicente Martir, 42: spendiamo € 13,00 a testa, ma non lo reputiamo un granché.
Per ritornare al nostro appartamento, ripercorriamo Carrer de Caballeros e Carrer de Quart, animatissime di sera con l’apertura di numerosi ed eterogenei locali e prima di concederci il meritato riposo, un ultimo strappo poco oltre Calle Palomar per ammirare la Torres de Quart, una delle due torri rimaste a testimonianza della cinta muraria che circondava Valencia in epoca medievale.
Venerdì 04 Aprile
Oggi ci dedicheremo alla visita della Città delle Arti e delle Scienze, il famoso complesso di vari edifici progettato dall’architetto valenziano Calatrava. Dal nostro appartamento, ci si arriva con l’autobus 95 che andiamo a prendere sul Carrer Guillem De Castro, oltrepassata la Torres de Quart, dopo esserci procurati un carnet di biglietti al costo di € 10,00. Il percorso è piuttosto lungo, causa anche il traffico intenso, e costeggia il vecchio letto del fiume Turia, oggi prosciugato e trasformato in chilometri di giardini: inoltre oggi fa parecchio caldo.
Scesi dall’autobus, il colpo d’occhio su questo complesso architettonico è notevole: sei edifici diversi uno dall’altro, con funzioni differenti e dalle forme avveniristiche, il Palazzo delle Arti somigliante all’elmo di Darth Vader di Guerre Stellari, l’Hemisferic ad un occhio, il Museo delle Scienze ad uno scheletro di balena, l’Agorà con il suo blu intenso ad un fiore di loto, senza parlare dell’Umbracle, lungo 300 metri, dove sono presenti piante di ogni genere, anche tropicali e finalmente l’Oceanografico con la sua immensa voliera ed altri edifici tra cui spiccano quelli che ospitano un ristorante e l’accoglienza, che assomiglia ad una cuffia delle monache medievali.
Abbiamo già il biglietto di ingresso e iniziamo immediatamente il nostro giro, così come consigliato dalle guide; ogni padiglione ricrea un ambiente marino con le sue varietà di abitanti: dai mari polari con l’immenso beluga, un ambiente con i pinguini su cui scendono fiocchi di neve, vasche con le foche o con i leoni marini, a quelli tropicali con pesci coloratissimi, coralli, stelle marine.
Spettacolari sono i corridoi sottomarini, dove si può passare da un ambiente all’altro, mentre lo squalo e una enorme razza ti passano intorno e sopra la testa.
Ad orari prestabiliti, si può assistere allo spettacolo dei delfini ammaestrati. Ma piacevole è anche vedere i cormorani, oppure gli aironi rosa e le tartarughe immobili sotto il sole. La visita all’Oceanografico vale da sola il viaggio a Valencia.
Il tempo passa veloce e non ti accorgi che è ora di pranzo: niente paura, sono disponibili dei punti ristoro dove ci si può rifocillare in maniera soddisfacente, spendendo € 20,00 in due.
È ora di ritornare in centro: riprendiamo il bus 95 e decidiamo, visto il caldo e la stanchezza, di riposarci un po’ nell’appartamento, prima di incontrare gli altri amici che alloggiano altrove, e dopo una puntata al supermercato “Consum” per acquistare bevande e altri generi sfiziosi.
Ceniamo in un locale vicino a casa, davanti alla Torres de Quart, che avevamo individuato ieri sera e che ci aveva ispirato: “Canela”, in Calle de Quart n. 49, un simpaticissimo ambiente, dove mangiamo una paella favolosa, accompagnata da vari stuzzichini e un ottimo vino rosso, al prezzo di € 23,00 a persona.
Sabato 05 Aprile
Oggi vogliamo fare un’escursione fuori città e precisamente al Parco Naturale dell’Albufera, una vastissima laguna d’acqua dolce a circa 10 chilometri a sud di Valencia (sembra che sia il luogo dove per primo è stato coltivato il riso in Europa). Arrivarci con i mezzi pubblici è possibile, ma molto scomodo e perciò, almeno per il viaggio di andata, siamo rimasti d’accordo con il tassista Matias che, prendendo due taxi per 6 persone, avremmo usufruito di uno sconto (€ 20,00 a taxi, anziché 25,00) e in venti minuti saremmo arrivati a destinazione. Accettiamo questa proposta e concordiamo che alle 10:30 due taxi sarebbero venuti a prelevarci davanti all’appartamento.
Nel frattempo, però, approfittiamo di un’oretta a disposizione per visitare due siti nei paraggi di casa: il Mercato Central, attivo fin dal Medioevo con la sua profusione di colori e odori, come solo i mercati delle città spagnole sanno offrire; ci accorgiamo, gironzolando per le bancarelle, che i prezzi della frutta e della verdura sono decisamente più bassi che in Italia, peccato che non possiamo fare una scorta da portare a casa. Del resto, si vanta di essere il mercato coperto più grande d’Europa. Mah, altri mi sono sembrati anche più grandi.
Di fronte all’ingresso del mercato, merita di essere visitata la Lonja della Seda (€ 2,00 il biglietto di ingresso), uno dei palazzi più suggestivi del gotico civile spagnolo, che fu costruita nel XVI secolo con la funzione di luogo di incontro di mercanti e per ospitare la Borsa Merci e una banca.
In fretta ritorniamo in Calle Palomar, dove, nel frattempo, sono arrivati i due taxi prenotati: noi signore saliamo su quello guidato da Carmen (qui si chiamano tutte così), i signori sull’altra vettura. La guidatrice non parla italiano, eppure siamo riuscite a conversare del più e del meno, ed ottenendo anche diverse preziose informazioni sulla zona.
Il taxi ci ferma in località El Palmar, un piccolo centro, formato da casette basse di pescatori riunite intorno ad una minuscola piazza e dove dicono sia nata la paella (il che spiega come mai un borgo così piccolo abbia un così elevato numero di ristoranti): ovviamente, per prima cosa, prenotiamo per pranzo nel ristorante che ci era stato consigliato da Matias, “Canas y Barro” (1° Premio Nacional de paellas), in Caudete, 7, www.arroceria-canasybarro.com.
A questo punto, è imperdibile una gita in barca sulle acque della laguna. La barca è tipica di questa zona, si chiama barquet, ed ha il fondo piatto per evitare che si areni sui bassi fondali. Il giro dura circa un’ora e costa € 4,00 a persona. Si percorrono i canali in mezzo ai canneti, dove si avvistano uccelli acquatici tra cui gli aironi e i germani reali, finché non si arriva in piena laguna, vastissima e punteggiata dalle reti per la pesca delle anguille. Lungo le sponde, si possono ammirare alcune barracas, le tipiche case dei pescatori con i tetti di paglia, oggi ristrutturate anche elegantemente come case di vacanza.
Alle 13:00 in punto, ci presentiamo al ristorante e mangiamo un’ottima paella di pesce, preceduta da stuzzichini vari, spendendo € 23,00 a persona.
Intorno alle 16,00, decidiamo che è ora di rientrare a Valencia e andiamo alla fermata dell’autobus n. 190b che arriva con quasi un’ora di ritardo e scendiamo al capolinea in Gran Via Germanias: a piedi, in breve, costeggiando la grande Plaza de Toros, raggiungiamo la bellissima Estacion del Norte, in stile liberty con uno stupendo atrio rivestito in legno e decorato con i trencadis (mosaici realizzati con maioliche spezzettate e colorate, ideate da Gaudì e oggi molto utilizzate da Calatrava). Essendo alla stazione, approfittiamo per informarci sul viaggio verso Xativa, dove vorremmo andare domani.
Uscendo dalla stazione, sulla sinistra, si trova la Plaza San Agustin con una bella chiesa romanica. Ci incamminiamo a piedi, attraverso l’Ayuntamiento, San Vicente Martir, Plaza de La Reina, Placa del La Virgen, fino all’imbocco di Calle de Caballeros, dove, meritatissimo, ci concediamo un gelato in una gelateria italiana “Muuu…..mungi il gelato”, aperta appena il giorno precedente, dove il gelato si può prendere da soli a peso.
Lungo Calle de Caballeros scopriamo un vicoletto, in fondo al quale, nascosta in mezzo agli edifici, si trova la chiesa di San Nicolas, veramente bella.
Ci riposiamo un po’ e poi ceniamo davanti alla Torres de Quart, in un locale già adocchiato ieri sera, La Pizca de Sal, in Plaza Santa Ursula: anche stasera, la cucina è da consigliare, ottima anche la sangria, il tutto a € 17,00 a persona.
Non contenti della stanchezza accumulata, ci concediamo una passeggiata lungo il Carmen, fino alla Torres de Serranos, l’altra porta superstite dell’antica cerchia muraria medievale, suggestiva nella sua illuminazione notturna.
Domenica 06 Aprile
Come già preventivato, oggi faremo una gita fuori città, a Xativa, precisamente. Ripercorriamo ancora una volta tutte le stradine e le piazze fino all’Ayuntamiento, in una Valencia ancora addormentata in una magnifica domenica di sole. Eccoci di nuovo alla Estacion del Norte dove acquistiamo i biglietti al costo di € 8,50 a persona a/r.
Arriviamo intorno alle 11:15 nella cittadina che ha dato i natali alla famiglia Borgia: sì, proprio i famosi Borgia da cui sono discesi Papa Alessandro VI, Cesare e Lucrezia. La meta è il castello che sovrasta la città dall’alto di una collina e che, se non si vuole scarpinare per ore in ripida salita sotto il sole, è raggiungibile con un simpatico trenino simile a quelli dei luna park per i bambini. Aspettando l’orario di partenza, alle 12:30 circa, e acquistati i biglietti (€ 4,20 a persona a/r), gironzoliamo un po’ nel centro storico ammirando la bellissima cattedrale di Santa Maria, costruita a cominciare dal 1596 in un arco di tempo molto ampio in stile manierista. Molto gradevole la piazza su cui affaccia e sulla quale prospetta l’antico ospedale e il palazzo dell’arcidiacono.
Saliamo sul trenino che, tra uno sballottamento e l’altro, attraverso belle vedute sulla cittadina sempre più in basso, ci ferma nei pressi dell’ingresso al castello. Il biglietto costa 2,20 a persona. Il complesso, distinto in “castello alto” e “castello basso”, appare come un unicum lungo la collina, se visto dal basso, mentre è separato da un avvallamento, per cui i due castelli si fronteggiano. Il complesso non consta di molti ambienti da visitare, al di là delle mura che lo circondano, di qualche sala ora adibita a scopo museale, alla cappella di San Giorgio e alle prigioni di Stato dei Re d’Aragona: più che altro attira visitatori per la sua posizione a guardia delle valli sottostanti. Il tutto mi è risultato abbastanza faticoso, forse per il gran caldo (ad aprile qui siamo già così), forse perché dobbiamo riprendere il trenino assolutamente alle 14:00 (ultima discesa).
Ritornati in paese, pranziamo in un locale storico dell’epoca dei Borgia, El Campanar, in Abad Pla, 5, una stradina a lato della cattedrale: senza infamia e senza lode, spendendo € 15,00 in due.
Nel pomeriggio, ritornati a Valencia, prima di rientrare a casa, gironzoliamo un po’ per il Barrio del Carmen, incontrando piacevoli piazzette, vicoli e la grande chiesa del Carmen, che però troviamo chiusa.
Ricompattato il gruppo, ceniamo in una taperia che ci è stata consigliata: Bodeguilla del Gato, in Calle Catalans, 10, abbastanza vicina al nostro alloggio. Carino il locale, buona la cena al costo di € 18,00 a persona.
Lunedì 07 Aprile
Oggi vogliamo spingerci sul litorale, per ammirare le spiagge di Valencia. Prima di prendere a San Vicente Martir l’autobus n. 19 che ci fermerà al porto, visitiamo il Mercato di Colon, altro bell’esempio di architettura liberty, in gran parte ora in corso di ristrutturazione.
Dopo un lungo giro, scendiamo finalmente al porto turistico costruito per ospitare le regate della American’s Cup nel 2007: ancora sono visitabili l’edificio Veles e Ventes, dell’architetto inglese David Chipperfield, adibito a centro direzionale e ufficio stampa della manifestazione, attualmente abbandonato, come la maggior parte delle rimesse delle imbarcazioni. Sono leggibili ancora le scritte su ciascun hangar: ci soffermiamo davanti a quello di Luna Rossa.
Qui si snoda anche il circuito automobilistico su cui si svolge annualmente il Gran Premio d’Europa di Formula Uno: se ne può percorrere un tratto, prima di attraversare la strada e trovarsi direttamente di fronte alla spiaggia di Las Arenas.
Le spiagge sono immense e non sono nascoste alla vista dalla sequela infinita degli stabilimenti balneari.
Le spiagge si susseguono per tre chilometri lungo il Paseo Maritimo fino alla Playa Malvarrosa e oltre, abbellito da fontane e palmizi, ricco di locali di tutti i generi.
Si è fatta l’ora di pranzo e decidiamo di ritornare in città con l’autobus n. 32: ci fermiamo in uno dei locali consigliato dalla Lonely Planet, La Riuà, in Calle de Mar, 27, nei pressi de la Plaza de la Reina, dove ancora una volta gustiamo un’ottima paella, spendendo € 20,00 a persona.
Nel pomeriggio, un po’ di shopping e la visita ai Giardini Reali, magnificati su tutte le guide, ma che non mi sono sembrati niente di eccezionale. Rientriamo percorrendo un piacevole tratto dei Giardini del Turia.
Essendo lunedì incontriamo difficoltà a trovare un locale aperto per cena e siamo quasi costretti a ritornare alla Taberna Antonio Manuel, dove eravamo stati la prima sera e che è stato il locale che ho apprezzato di meno.
Martedì 08 Aprile
Saremmo dovuti partire intorno alle 18:00 e quindi avere ancora una mezza giornata a disposizione. Il volo è stato però anticipato alle 7:50, il che ci costringe ad uscire all’alba dall’appartamento: per fortuna, possiamo usufruire ancora una volta del servizio taxi a domicilio e al costo di € 20,00, sempre con la nostra tassista Carmen, raggiungiamo facilmente l’aeroporto, in una Valencia deserta ancora avvolta dalla notte. A dispetto della levataccia, essendo calata una fittissima nebbia, non usuale per queste zone, siamo costretti a rimanere per circa un’ora sull’aereo, fermo in pista per la chiusura dell’aeroporto.
Finalmente a Ciampino, ritiriamo la nostra auto e ci dirigiamo verso casa, soddisfatti di questa frizzante vacanza.