L’amico è: una gita in val di Mello

Val di Mello
Scritto da: Bobos
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L’amico è: una gita in Val di Mello.

Gli ultimi giorni di questo maggio saranno ricordati per il caldo record che ci ha accompagnati. Di corsa abbiamo tirato fuori i vestiti d’estate che fino a qualche giorno prima sembrava non arrivare mai. La natura è un po’ sorpresa da questo caldo così forte e la neve in montagna la fa ancora abbastanza da padrona vista la quantità che ne è venuta quest’inverno soprattutto salendo di quota. È per questo e un po’ per curiosità che quando mi viene proposta una gita in Val di Mello accetto. La domenica è una domenica splendida. Cielo azzurro da cartolina, caldo proprio caldo e un gruppo di amici non proprio di primo pelo che hanno voglia di passare una giornata di relax.

Si parte abbastanza presto: non vogliamo trovare coda sulla Lecco-Colico (che come si sa è sempre una strada molto trafficata). Questa volta la fortuna è dalla nostra parte il viaggio va via liscio e in un attimo ci troviamo sulla statale per Sondrio dove passato Morbegno troviamo il bivio che indica la Valmasino. Arriviamo a San Martino dove lasciamo l’auto, perché si sa, la Val di Mello è una valle dove si può arrivare solamente a piedi.

Vista la bella domenica c’è tanta gente ma non da fastidio. Lasciata la macchina ci incamminiamo lungo la strada che ci porterà lungo la Valle. È una valle non molto alta (intorno ai 1000 metri) che termina addosso al Monte Disgrazia che si intravede già iniziando a camminare. Lo spettacolo che dopo poco ci si presenta davanti agli occhi è da lasciare senza parole: nonostante l’altitudine non sia elevata il paesaggio è da alta montagna: il fiume scorre impetuoso data la quantità di neve che si sta sciogliendo e l’aria che si respira sa di montagna, di pini, di pulito.

Il sentiero è praticamente una strada sterrata e a parte il Disgrazia che si troneggia davanti lateralmente ci sono belle pareti (se non mi sbaglio è un luogo dove ci sono belle vie di arrampicata). Noi avanziamo allegramente e facendo le classiche foto di rito. Lo spirito è quello della scampagnata non troppo impegnativa e la voglia è quella di lasciarci alle spalle i pensieri pesanti (infatti è d’obbligo per chi si inoltra per la valle portare uno zaino leggero – solo per per pensieri leggeri e felici). Una sosta con il Sig. Beniamino, simpatico gestore di rifugio che ci intrattiene raccontandoci un po’ di sé e poi via di nuovo allegramente. È vero che l’allegria e l’aria buona mettono appetito: meno male che il nostro capo-gita (eletto per l’occasione) ha prenotato un bel pranzo a base di prodotti locali.

Arriviamo che è quasi ora di pranzo e dopo un breve giro per vedere la cascata in fondo alla valle eccoci con le “zampe” sotto il tavolo (visto che anche il nostro cagnetto è con noi usare il termine “zampe” mi sembra consono).

Ci servono pizzoccheri, polenta, salamelle formaggi e salumi tipici. Il tutto è veramente spaziale (è contento anche il cagnetto che è riuscito ad avere un bell’osso). La polenta va iscritta negli annali: è spaziale. La tavola e un bicchiere di buon vino si sa riscaldano gli animi: per quello parate una solenne promessa: ritrovarci allo stesso tavolo tra 20 anni: è un augurio e una speranza. Dopo quattro chiacchere d’obbligo con il gestore è una breve sosta è purtroppo l’ora di rientrare. Il tragitto di ritorno visto la quantità di acqua è un po’ accidentato: il nostro capogita ama il brivido e quindi non mancano i guadi a piedi nudi nel fiume dove l’acqua ha veramente una temperatura un po’ proibitiva.

Alla fine prima di lasciare la valle un ultimo sguardo e un pezzo di cuore rimane lì. Ad aspettare che passino i 20 anni per la rimpatriata.

La canzone L’amico è ci ha accompagnato nella gita e devo dire che mai canzone fu più azzeccata: una valle così è da vivere in compagnia, in buona compagnia e se ci scappa l’imprevisto di qualche guado meglio ancora. Insomma gita per tutti ma soprattutto per chi ha il cuore ancora bambino e sa lasciare i pensieri pesanti all’imbocco della valle. Quando si ritorna non ci crederete, ma sono spariti!

Parola di giovane marmotta.

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