Vacanze in Malesia fai da te

In viaggio tra Kuala Lumpur, Kuching, Perhentian e Redang
Scritto da: onlyonething
vacanze in malesia fai da te
Partenza il: 18/08/2012
Ritorno il: 04/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Ciao, siamo Marco e Chiara e vogliamo raccontarvi la nostra esperienza di questa vacanza in Malesia organizzata interamente da noi due sperando di dare dei consigli e suggerimenti utili a tutti i turisti per caso che vorranno in futuro visitare questo bel Paese… Avevamo a disposizione 16 giorni e ci siamo organizzati così: 18.08 Volo KLM da Firenze (per nostra comodità) per Kuala Lumpur con scalo velocissimo ad Amsterdam e 12 ore di volo, costo con assicurazione 1105 € a testa.

19.08 arrivo a K.Lumpur alle ore 15

Dall’aeroporto abbiamo preso la Klia Express per K.Lumpur Sentral e da qui un taxi che ci ha accompagnati all’hotel Renaissance prenotato su booking.com. (totale pagato per una camera vista Petronas con colazione myr 868.80 per 2 notti ). L’hotel a 5 stelle si è dimostrato davvero un ottima scelta, oltre le nostre aspettative: super lusso, anche grazie al ragazzo della reception che ci ha affidato una super camera al piano 23esimo che oltre ad essere bellissima e con vista Petronas ci ha consentito anche l’accesso al sala lounge dove potevamo usufruire di qualsiasi bibita a qualunque ora e dalle 17 alle 19 open bar e buffet illimitato con cibo ricercato e preparato appositamente da uno chef… meraviglioso! E meravigliose anche le colazioni con un buffet internazionale e con il cuoco che cucinava direttamente le uova secondo i propri gusti. La camera poi disponeva di tantissimi optionals: scrivania con sedia in pelle, bloc notes, dolcetti di benvenuto in camera, frigo, ferro da stiro…ed il bagno bellissimo con doccia centrale e con parete trasparente in vetro, dotata di tenda elettrica che volendo si poteva alzare dando una visuale della camera! Mai vista una cosa così! Per quanto riguarda la città come altri hanno già detto sui vari racconti non è che ci sia molto da vedere a parte il fascino delle Petronas e del caratteristico mercatino di Chinatown in Petaling Street (dove acquistare roba tarocca a buon prezzo) anzi l’abbiamo trovata anche piuttosto sporca e spesso maleodorante di fogna. Kuala Lumpur come tutte le grosse metropoli è una città sempre illuminata ed in movimento. Noi siamo saliti sulla Menara Tower myr 94 per 2 persone) che offre una visuale più alta dello Sky Bridge delle Petronas, dove abbiamo potuto ammirare la città dall’alto. Con la metro abbiamo raggiunto Merdeka Square, una grande piazza, ex campo da cricket degli inglesi, poi abbiamo fatto un giro ai Lake Gardens dove siamo entrati nel Bird Park (myr 96 per 2 persone) e dove abbiamo visto uno spettacolino con pappagalli e aquile ammaestrati (uno show più per bambini che per adulti a dir la verità) inoltre le aquile sembravano tutt’altro che ammaestrate! Da non perdere anche un giro ai centri commerciali nella zona di Bukit Bintang,vedete voi quale vi ispira di più perchè c’è da perdersi, vi passerà la voglia di fare shopping: anche troppi negozi e sinceramente i prezzi non è che siano così convenienti rispetto all’Italia! Bellissimo ed immenso il centro commerciale Suria situato sotto le torri. 21.08 partenza nella mattina per Kuching la città Gatto con volo Air Asia andata/ritorno a Kuala Lumpu, prenotato sul sito della compagni dall’Italia e con largo anticipo al costo di € 98 a testa. Qui abbiamo soggiornato al Tuna Hotel per 3 notti (myr 214.44 in totale) che avevano prenotato sempre dall’Italia ad un prezzo piuttosto economico. L’hotel è situato vicino al fiume, davanti all’Hilton ed è un’ottima base di partenza per visitare la città. La camera era abbastanza piccola, ma tutto sommato funzionale: bastava pagare pochi myr per aggiungere gli optionals (aria condizionata, wi fi, cambio asciugamani ect). Tuttavia rispetto al Renaissance siamo passati dalle stelle alle stalle!!! Il centro di Kuching si visita velocemente con una passeggiata di una mezz’oretta ed anche qui non è che ci sia molto da vedere…sarà che siamo capitati in giorni di festa (probabilmente la fine del Ramadam) ma molti negozi ed attività erano chiusi ed anche al Main Bazar descritto dalla Lonely Planet come colmo di bancarelle, era totalmente desolato.

La mattina successiva siamo andati a prenotare c/o un agenzia che si trova sotto il Singgahsana Lodge la visita al Semenggoh Wildelife Centre per andare a vedere gli oranghi, abbiamo fissato per le 14 del pomeriggio stesso (costo 93 myr entrata + tragitto per 2 persone ) e nel giro di un’oretta scarsa siamo arrivati al centro dove alle 15 abbiamo assistito alla nutrizione degli oranghi… noi ne abbiamo visti solo 4, 3 adulti ed un piccolo, ma se siete fortunati potrete vederne anche molti di più. Noi siamo stati lì un’ora ed è bastata anche perché il centro nella foresta è molto piccolo e non ci si può assolutamente avventuare da soli, quindi un’ora basta ed avanza. Rientro con il solito autista che ci aveva accompagnati. La stessa agenzia ci ha spiegato poi come raggiungere il Bako National Park, escursione che volevamo fare per il giorno seguente: partenza alle ore 8 con un grande autobus rosso nr. 1 che ci avrebbe portati fino al jetty (terminal d’imbarco per il Bako). La mattina successiva poi, mentre aspettavamo insieme ad altri turisti l’autobus che era già in lieve ritardo si sono fermati 2 furgoncini che ci proponevano di accompagnarci al jetty. Il primo lo abbiamo rifiutato, ma per il secondo in accordo con gli altri turisti abbiamo deciso di accettare il passaggio per 5 myr a testa (anziché 3.5 myr del bus). Il viaggio è stato anche più veloce rispetto all’autobus, quindi ci possiamo fidare di questi “autisti locali privati”. Arrivati al jetty poi c’è la biglietteria per prendere l’imbarcazione che ti porta direttamente all’entrata. Il costo di 94 myr è da dividere solitamente con altri turisti che normalmente sono sempre presenti (le barche che abbiamo visto noi sono da 4 posti + l’autista). Il Bako National park (myr 40 in 2 persone) onestamente ci ha un po’ delusi. Prima di partire eravamo indecisi se restare a dormire oppure no, dato alcuni racconti entusiasmanti. Abbiamo provato quindi a mandare un’email trovata sul sito del Bako e ci hanno risposto che avevano camere con bagno in comune e quindi abbiamo deciso di non soggiornarvi. Una volta arrivati al parco abbiamo capito che è stato meglio così perché almeno che non si è veramente appassionati di trekking, lì non è che ci sia molto da fare. Il personale ti fornisce poi delle cartine con i vari percorsi da fare, si può anche scegliere la guida, ma noi abbiamo optato per percorsi più brevi e ci siamo incamminati da soli: abbiamo scelto di fare il percorso “Paku” che dava la possibilità di vedere le scimmie nasiche e che sicuramente è uno tra i più battuti, ma di scimmie nasiche nemmeno l’ombra! Alla fine del tratto solo una spiaggietta con un mare che di mare aveva ben poco. Il secondo percorso che abbiamo fatto “Pandau Kecil” dava la possibilità di vedere i macachi. E’ stato un po’ più lungo rispetto al primo (circa 2.8 km) ed anche questo conduce ad una spiaggia dove ci siamo risposati un po’ (ne avevamo moooolto bisogno!) ed abbiamo fatto un breve bagno, anche se l’acqua era torbida e la sabbia fangosissima! Anche stavolta comunque nessun macaco in vista…Mah??? Per il ritorno abbiamo optato per un “taxi boat” con il barcaiolo che per 35 myr (che noi abbiamo diviso con altri 2 turisti) ci ha riportati all’entrata per l’ora che avevamo fissato per il rientro al jetty. Durante il secondo percorso ci siamo presi anche un bell’acquazzone e anche mentre facevamo ritorno al jetty è cominciato a diluviare, ma pare che in questo parco sia una cosa frequente..E’ consigliabile portarsi dietro qualcosa da mangiare e soprattutto da bere per affrontare i percorsi. Per quanto riguarda le cene a Kuching noi sconsigliamo vivamente i locali e bancarelle nominati dalla guida Lonely Planet. Le bancarelle specialmente non ispirano per niente a mangiare con cucine e tavoli sporchi eppure siamo 2 persone che sul cibo si adattano abbastanza. Al top spot invece decantato sia dalla guida che dai vari racconti che avevamo letto siamo andati la prima sera e a parte il caos totale di tavoli e banchetti pieni di persone del posto, non c’era nessuno che ci considerava od invitava a sederci. Ne abbiamo scelto uno e quando ci hanno portato il menù non sapevamo cosa scegliere né c’era verso capire con loro che non parlavano una parola di inglese. Alla fine ci sono arrivati un pesce cucinato in maniera stranissima e delle verdure affogate in una brodaglia assurda! Per non parlare del conto salatissimo (89 myr) rispetto sia agli standard malesi che del posto in sé!! I ristoranti citati dalla Lonely ci sono sembrati troppo cari per i piatti che offrivano, sicuramente perché se ne approfittano sapendo di essere riportati su una guida molto famosa e quindi per principio ci siamo rifiutati di andare, ma questa ovviamente è stata una scelta personale. Passeggiando per una strada dietro al SInggahsana ci siamo fermati in un localino semplice “Borneo Delight” gestito da una signora malese molto gentile dove per davvero poco abbiamo mangiato 2 zuppe e deliziosi noodles e quindi ci siamo tornati anche la sera successiva (myr 28 in 2 persone) quindi ve lo consigliamo se amate il genere.

24.08 partenza per le isole Perhentian

Il viaggio è stato una maratona!! Il taxi ci ha accompagnati fino all’aeroporto di Kuching (myr 30) da qui volo per Kuala Lumpur e poi successivo volo per Kota Baru (solo andata € 36 a testa). Tutti i voli sono stati prenotati con la compagnia Asia Air in largo anticipo dall’Italia. Arrivati a Kota Baru il tassista ci ha portati fino al porto di Kuala Besut (75 myr con possibilità di dividere con altri turisti come abbiamo fatto noi) in 40 minuti circa. Da Kuala Besut poi si prende il piccolo motoscafo (35 myr a testa solo andata) che aspetta di essere pieno e che poi fa il giro dei vari resort accompagnando i turisti. Il resort da noi scelto è stato il P.I.R. anche questo prenotato su booking.com con largo anticipo (costo myr 1896,60 per una camera Deluxe, ma si può spendere anche meno volendo). Vi consigliamo di prenotare con mesi di anticipo la sistemazione perché almeno nel mese di agosto tutte le strutture delle isole registrano il tutto esaurito. Noi prima del P.I.R. ci eravamo rivolti al Tuna Bay e all’ Abdul’s chalet, ma non c’era più possibilià. Il P.I.R. è sicuramente la struttura più grande dell’isola situato sulla spiaggia più bella e più grande dell’isola Besar e ci possiamo ritenere abbastanza soddisfatti della scelta, anche se definirlo lussuoso (come scritto sulla Lonely) ci sembra quanto mai azzardato. Il resort sembra infatti un po’ trascurato: i bungalows all’interno sono carini, ma niente di speciale ed il bagno è ai livelli di un ostello, una risistemata non farebbe male. Inoltre abbiamo conosciuto dei turisti che ci erano stati anche l’anno precedente e ci hanno confermato il netto peggioramento generale della struttura. Tuttavia le colazioni sono ricche ed abbondanti ed è presente la connessione wi-fi gratutita dappertutto. Anche la manutenzione della spiaggia, che comunque è bellissima, potrebbe migliorare (sempre i soliti turisti ci hanno detto che l’anno scorso era più curata) i lettini a disposizione sono pochi e scomodi e non sono situati nemmeno direttamente sulla sabbia, ma all’inizio dove ci sono un po’ di erbacce. Dalla spiaggia del P.I.R. si può accedere facilmente attraverso una scalinata costruita sugli scogli ad un’altra spiaggia dove sono situati il Coral View, Il Watercolors, il Mama’s e forse anche un altro, ma non ricordiamo il nome. In particolare i bungalows del Coral View sembrano davvero belli almeno da fuori, ben tenuti e situati direttamente sulla sabbia e tutti dotati di veranda con lettini e tavolino. Alcuni però invece della spiaggia hanno davanti grossi scogli, comunque basta spostarsi di pochi metri verso il Watercolors o verso il P.I.R. o chiedere per dei bungalow non davanti alle rocce. Superato il Mama’s si ha la possibilità di percorrere un breve tratto di giungla per raggiungere la spiaggia dove sono situati il Cozzy (bungalows letteralmente abbarbicati sulle rocce) il Cocohut e il Tuna Bay con bungaolows che sembrano davvero belli e moderni. Dopo il Tuna, passato un pontile si trova l’Abdul’s chalet, anch’esso con bungalows carinissimi. Inoltre il tratto di spiaggia sul quale si trovano questi resort è molto bello. Tornando a parlare delle Perhentian concordiamo con i tantissimi racconti che descrivono queste isole come un paradiso terrestre con acqua cristallina come una piscina naturale, la sabbia così soffice e bianchissima che sembra borotalco, vegetazione rigogliosa e fauna ricca (p.s. e qui abbiano visto anche le scimmie, sia sugli alberi del nostro resort, sia nella giungla raggiungendo il Tuna, sia sugl’alberi situati dietro agli chalet del Tuna!) e possibilità di fare snorkeling soprattutto nella barriera corallina davanti al Tuna Bay, dove oltre a numerosissimi pesci colorati abbiamo visto anche una tartaruga. Davanti al P.I.R. abbiamo avvistato anche numerose razze e anche qui una bella varietà di pesciolini. Queste isole sono più uniche che rare nel suo genere: anche noi vogliamo ricordarvi che oltre ai resorts e ai ristoranti dei resorts non c’è davvero niente! I taxi boat sono presenti ovunque e ti portano e riportano per e dalle varie spiagge che si vuole visitare. I prezzi non sono poi così bassi ( si parte da 10 myr fino a 35 myr a persona a tratta) e dalle 19 raddoppiano! La prima sera che eravamo arrivati volevamo andare al ristorante del Tuna, ma quando abbiamo fatto i conti e realizzato che dal P.I.R. spendevano 48 myr abbiamo optato per il Mama’s (48 myr sono quasi mezza cena e più o meno il livello dei ristoranti è il solito).

Per i ristoranti invece abbiamo provato sia quello del Coral View che ci è piaciuto più degli altri sia come servizio che come varietà di cibo, sia quello del Watercolor e del Mama’s (più confusionari) anche se più o meno il livello è simile. Abbiamo mangiato dal pesce alla griglia, al riso con il pesce, ai calamari fritti. Ogni sera prendevamo 2 piatti a testa e da bere succhi o frullati (solo al Watercolor puoi comprare la birra al barrettino accanto gestito dai cinesi e portartela dietro per la cena) e la media di spesa era circa 100 myr in 2…Tutti i locali sono assolutamente informali con tavolini sulla spiaggia dove accomodarsi senza infradito ai piedi. (per la vacanza abbiamo utilizzato solo le mitiche hawaianas!!!). Al ristorante del P.I.R. invece non siamo mai andati perché non ci ispirava e poi era in seconda fila rispetto alla spiaggia.

In questa fantastica isola abbiamo passato 5 notti e devo dire che sono state più che sufficienti anche perché dopo un po’ la noia può iniziare a farsi sentire specialmente se il cielo sembra quello di Londra (come è capitato spesso durante il nostro soggiorno). Tre sere è anche piovuto ed ogni mattina ci siamo svegliati con il cielo completamente nuvoloso, durante la giornata poi si rischiarava, ma il velo di nuvole restava. Un pomeriggio siamo andati a vedere la spiaggia di Turtle Beach, bella e solitaria, un altro pomeriggio siamo andati a Long Beach che si trova a Kecil che dobbiamo dire è stata una rivelazione! Siamo rimasti affascinati ancora di più da questa isola più piccola: la spiaggia era piena di alberghi-capanna, negozietti, localini molto informali e finalmente un po’ di musica in sottofondo che a Besar non abbiamo mai sentito. Le persone nella maggior parte dei racconti scelgono Besar, ma noi ci sentiamo di consigliare anche Kecil che nonostante sia tranquilla e selvaggia ha comunque un’atmosfera più vivace e felice. In ogni spiaggia, dove ci sono i “tassisti” dei taxi boat troverete anche una lavagnetta con la mappa delle 2 isole, le spiaggie più belle ed il costo del viaggio. Ce ne sono davvero tante da visitare… Noi abbiamo scelto di vedere solo Long Beach e Turtle beach (a parte quelle raggiungibili a piedi accanto al PIR)soprattutto perché eravamo poco invogliati dal tempo e poi perché a vederle tutte diventa anche un costo!

29.08 Partenza per Redang

Per la traversata dalle Perhentian a Redang ci eravamo informati sul costo dai tassisti dei taxi boat, uno ci aveva sparato la cifra di 500 myr da dividere eventualmente con altre persone (ma chi?) un altro invece probabilmente più organizzato ci ha chiesto 120 myr a persona e così ci siamo accordati per la partenza direttamente dal piccolo pontile accanto al P.I.R. La traversata è durata circa un’oretta. Qui a Redang avevamo prenotato via email dall’Italia un bungalow presso il Coral Redang per 4 notti camera superior con colazione inclusa (1680 myr tasse incluse). Appena arrivati siamo rimasti incantati dal paesaggio, dalla spiaggia, dalle palme e dalla bellissima acqua trasparente. Qui siamo arrivati direttamente sulla spiaggia davanti all’albergo e il personale è accorso subito in nostro aiuto prendendoci la valigia. Dopo un cocktail di benvenuto ed una piccola presentazione dell’albergo ci hanno condotto verso la nostra “casina” al secondo piano. Non sapevamo cosa aspettarci, ma siamo rimasti davvero contenti di questa camera che rispetto al PIR può considerarsi di lusso! Mobilia moderna, camera grande, spaziosa, ottima pulizia ed un bellissimo bagno nuovo! Unica pecca la mancanza del bollitore (era utile perché potevamo farci il caffè) ma il caffè potevamo prenderlo al ristorante dell’albergo. Facendo poi un giro per la lunga spiaggia abbiamo dato un occhio anche alle altre strutture, quasi tutte (a parte il Laguna che era davvero bello) ci sono sembrate più spartane ed informali rispetto al nostro, comunque in questo caso la Lonely Planet è abbastanza attendibile circa la descrizione degli alberghi.

I quattro giorni a Redang sono letteralmente volati, qui il tempo è sempre stato bellissimo, 3 sere su 4 ha comunque piovuto, ma la mattina il sole splendeva nuovamente (peccato che il sole tramonti alle spalle e alle 18 già si nasconde dietro la giugla). Dopo una buonissima colazione (salato e dolce) ci mettevamo sui lettini e le ore passavano tra una lettura ed un bagno. Quando ci veniva fame andavamo al ristorante dell’albergo per uno snack veloce (ma c’era la possibilità del buffet a prezzo fisso) e poi di corsa nell’acqua. Non abbiamo fatto nessuna escursione in quanto altre coppie che hanno fatto quella organizzata dal resort (e più o meno è la solita che organizza ogni altro resort qui) ci hanno detto che non era un granchè e che la quantità di pesci è minore e meno varia rispetto alle Perhentian. Abbiamo fatto un po’ di snorkeling un po’ più a destra della nostra spiaggia e visto un po’ di pesciolini e anche qualche baby shark. Sicuramente questo è anche un posto strategico per le immersioni, molti infatti ( perlopiù cinesi) partivano con le bombole da sub. Per la cena siamo sempre rimasti nel nostro albergo ordinando con il menù a la carte. Si mangia abbastanza bene ed i prezzi sono giusti e finalmente si può bere tutta la birra che si vuole!! D’altronde non è che ci fossero molte altre scelte, gli unici ristoranti erano quelli degli altri resort e ci ispiravano di meno. Inoltre anche da fuori venivano a cena nel nostro perché lo consideravano migliore..Inoltre dopo cena ci si poteva fermare anche al bar per una bevuta o un gelato ed ascoltare un po’ di musica (che tanto ci è mancata a Perhentian Besar) insieme anche ad altri turisti (sempre in maggioranza cinesi).

Se decidete di venire in questa isola aspettatevi quindi di passare giornate in tutta tranquillità, perché oltre alle varie attività marine, letture (portatevi tanti libri!) e mangiare non c’è molto altro da fare: come alle Perhentian niente mercatini né bancarelle, al massimo 2 o 3 negozi di souvenirs. L’isola ci è sembrata ancora più “selvaggia” rispetto alle precedenti. Fermo restando che Redang è una perla che merita di essere visitata e vissuta, almeno per qualche giorno, ci sono alcune cose di questa isola che non ci sono piaciute. La spiaggia non è per niente curata ed è lasciata andare a sé stessa, ci sono poi profondi solchi lasciati dalle ruote dei trattori e delle ruspe che spesso vanno su e giù per i resort trasportando bagagli, vivande e quant’altro. Ogni tanto abbiamo avvistato qualche rifiuto in acqua o in spiaggia, inoltre preparatevi al via vai di barche che senza alcuna regola di limitazioni scorazzano vicinissimo a riva noncuranti dei bagnanti e potrebbe essere anche pericoloso… Molte di queste sono quelle delle escursioni che portano sull’isola centinaia di turisti (soprattutto cinesi che fanno anche un bel po’ di casino disturbando la pace generale) e poi ripartono facendo un bel po’ di fumo e depositando in acqua scie di gasolio che rovinano per un po’ l’acqua cristallina e disturbano i bagnanti.

02.09 partenza per Kuala Lumpur e rientro in Italia

Volo da Rendang a Kuala Lumpur € 63 a testa, solo andata, con la compagnia Berjaya Air prenotato dall’Italia con largo anticipo. Abbiamo raggiunto l’aeroporto di Redang con il taxi boat fissato dal nostro albergo (40 myr a persona) arrivati a destino un piccolo taxi (e qui abbiamo ripagato myr 25 la tratta) ci ha accompagnati fino al minuscolo aeroporto. Abbiamo fatto rientro a Kuala Lumpur arrivando all’aeroporto di Sultan Abdul. Da lì la maggior parte delle persona opta per il taxi (myr 40 a tratta) che ti accompagna direttamente all’albergo eventualmente scelto. Il nostro per questa ultima sosta era il Prescott Inn: camera abbastanza grande e carina, solo un eccessivo odore di tappezzeria che dava fastidio appena entravi. Il bagno era piuttosto anonimo, ma considerando il prezzo che abbiamo pagato (€ 60 per 2 notti) è stato un buon affare. Anche se abbiamo passato solo una notte a Kuala Lupur, il nostro volo partiva alle 23 del giorno dopo e quindi prenotare una notte in più ci serviva come base. Anche al Prescott, come in tutte le altre strutture abbiamo sempre fatto delle super colazioni.

L’ultimo giorno e mezzo a Kuala Lumpur lo abbiamo praticamente dedicato allo shopping. Prima di partire pensavamo che ci saremmo concentrati maggiormente sui centri commerciali ed infatti avevamo prenotato al Prescott perché la descrizione diceva che era proprio nella zona commerciale di Bukit Bintang, in realtà era a 2 fermate di metro. I centri commerciali ed i negozi in generale sono però piuttosto cari e allora ci siamo sbizzarriti con le contrattazioni in Petaling street (Chinatown) dove rimpiangevamo di non aver preso l’albergo! Per questa zona vi consigliamo lo Swiss Inn, l’hotel Geo oppure il 5th Elements che sono centralissimi.

Piccole considerazioni sulla Malesia

Avendo una grande passione per i viaggi ci piace visitare quanti più Paesi possibili. Il mondo è pieno di meraviglie e quindi siamo del parere di non tornare nei luoghi già visti, quindi non sappiamo se torneremo mai in Malesia, anche se è un paese che ci ha davvero affascinati. L’unica delusione se così si può dire è stata il non godersi a pieno il paesaggio delle isole Perhentian a causa del tempo nuvoloso, ma questi sono inconvenienti che possono capitare ovunque senza essere previsti. Vogliamo consigliarvi questo paese soprattutto se siete alla ricerca di relax con acqua cristallina, spiaggie meravigliose, luoghi incontaminati desolati e selvaggi e giungla da esplorare. I servizi per il turista sono di gran lunga meno sviluppati rispetto agl’altri paesi limitrofi. Esistono si le gite organizzate, ma l’attrezzatura è quanto mai spartana e l’organizzazione approssimativa, infatti noi non ne abbiamo mai fatte. Ci siamo trovati comunque benissimo sia a livello climatico (il giorno era caldo, ma la sera si stava benissimo perché si alzava una brezza leggera) sia con le persone locali (a volte ti guardano ma solo per curiosità) che nelle strutture scelte. Non abbiamo mai avuto problemi di furti o di sicurezza in generale. Certamente non si visita la Malesia per la cultura: qui di culturale c’è ben poco, solo a Kuala Lumpur abbiamo visto qualche moschea qua e la e piccoli tempi cinesi non troppo interessanti. Nel nostro racconto abbiamo indicato tutti i prezzi delle strutture, dei voli e dei servizi usufruiti, ma ci teniamo a precisare che si può spendere molto meno scegliendo anche strutture alberghiere meno costose di quelle che abbiamo scelto noi (dove ogni camera scelta era la migliore disponibile“deluxe o superior” e non mancava mai l’aria condizionata). Insomma, accontentandosi e prenotando per tempo la soluzione si trova! Prima di terminare vorremo fare anche un grande saluto a Giovanni e Loretta, una simpatica coppia conosciuta a Redang, anche loro turisti fai te e assidui lettori di “Turisti per Caso”, che ci avevano promesso che avrebbero letto ed eventualmente commentato il nostro racconto. Adesso è davvero tutto.

A presto con il prossimo viaggio! Marco & Chiara



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