Vacanze estive in Polonia

Una piacevole scoperta. Città accoglienti, vivaci, interessanti da vivere e da visitare. La gente è preparata ad accogliere i turisti, oltre che gentile e sorridente. I prezzi sono convenienti e i servizi ottimi
Scritto da: CRIBER70
vacanze estive in polonia
Partenza il: 21/07/2014
Ritorno il: 30/07/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

1° GIORNO

Per le nostre vacanze estive, nel luglio 2014, mio marito ed io siamo piuttosto indecisi sulla scelta della destinazione e, come già accaduto in passato, decidiamo di basarci sulle offerte di voli che troviamo online. Cracovia, Varsavia, entrambe economicissime partendo con una compagnia low cost da Bergamo ma… cosa faremo in Polonia? Ci sarà qualcosa da vedere? Ci piacerà? Sarà un Paese accogliente ed organizzato per il turismo? In fin dei conti, altre volte abbiamo scelto delle destinazioni a caso e ci sono sempre piaciute… tentiamo! Il giorno della partenza ci dirigiamo a Bergamo sotto una pioggerellina autunnale. Parcheggiamo l’auto, mangiamo qualcosa di veloce e facciamo il check-in. Alle 15.45 inizia l’imbarco del nostro volo per Cracovia, pienissimo!

Atterriamo puntuali alle 18; cambiamo un po’ di soldi e ritiriamo l’auto a noleggio (per risparmiare l’abbiamo prenotata con un noleggio polacco che non conosciamo e che ci preoccupa un po’, ma in realtà si rivela essere preciso ed efficiente). Viaggeremo su una Suzuki Alto, quasi nuova ma senza chiusura centralizzata e con le manovelle per aprire i finestrini… come la vecchia Panda che guidavo da neo-patentata a 19 anni, bellissimo! Mio marito rifiuta di ascoltare le mie indicazioni per raggiungere il centro (da sempre lui è l’autista ed io il navigatore) e sbagliamo strada. Torniamo indietro e finalmente imbocchiamo la strada giusta. Poco prima di entrare in città vediamo lungo la strada un ristorante tipo birreria, con i tavoli all’aperto nel cortile (fa decisamente più caldo che in Italia!). E’ ora di cena e decidiamo di fermarci. Ottima idea! Siamo in un locale frequentato prevalentemente da gente del posto; mangiamo dell’ottima carne con contorno ad un prezzo ridicolo. Dopo cena proseguiamo ed arriviamo in hotel, appena fuori dal centro storico. Rifiutiamo di parcheggiare nel loro garage a pagamento e troviamo un posto in una via laterale, chiedendoci se sia un posto sicuro; scopriremo nei giorni seguenti che la Polonia è molto sicura e che parcheggiare un’auto per strada in una via un po’ fuori centro non è affatto pericoloso. La camera è moderna e spaziosa, con tanto di bollitore per te e caffé. Ci prepariamo una tisana, parliamo di cosa visitare domani e ci addormentiamo.

2° GIORNO

Dopo una notte insonne per via della temperatura in camera e di un lenzuolo stretto e corto… alle 7.30 ci svegliamo e vediamo che, contrariamente alle previsioni, splende il sole. Dopo un’ottima colazione, con tanto di lamponi freschi a volontà, partiamo a piedi per il Castello Wawel. Troviamo i cancelli stranamente chiusi e molti turisti stupiti quanto noi; circola voce che sia successo qualcosa all’interno e che forse riaprirà più tardi. Decidiamo allora di proseguire per le vie del centro, fino al arrivare alla Piazza del Mercato ed ai Bastioni. La città è ordinatissima, il centro storico è tutto pedonale, con case colorate e chiese stupende; ci ricorda molto Salisburgo o Praga. Ci si avvicinano diversi ragazzi a proporci delle escursioni, ma quando rifiutiamo non insistono, si fermano semplicemente a chiacchierare con noi. La prima impressione di Cracovia è ottima, ci sentiamo a nostro agio e l’atmosfera è molto allegra. Il sole picchia ed alle 12.30 decidiamo di fermarci in una sorta di birreria all’aperto a mangiare qualcosa. Mio marito assaggia il Bigos, un piatto tipico con carne e crauti, molto gustoso. Io sono ancora sazia dalla colazione, mi limito ad un caffé. Dopo pranzo ritentiamo la visita al Castello, ma all’ufficio informazioni ci spiegano che c’è stato un allarme bomba e riaprirà più tardi nel pomeriggio; ci consigliano di tornare domani dato che prevedono una grande folla alla riapertura. Va bene, cambiamo programma. Prendiamo l’auto e, dopo aver comprato una scheda sim per la navigazione internet, utilizziamo il tablet come navigatore (io sono amante delle cartine, ma ammetto che farsi guidare dalla tecnologia è comodo…) e ci dirigiamo alle Miniere di Sale, poco fuori Cracovia. Ci rifiutiamo di posteggiare nel parcheggio a pagamento per turisti. Proseguiamo verso il centro della cittadina e troviamo posto su una piazza che sicuramente non è a pagamento, ma dove c’è un cartello scritto solo in polacco… decidiamo che non conoscendo il polacco, siamo in automatico autorizzati a lasciare lì l’auto! Compriamo i biglietti per la visita guidata in italiano, che partirà tra circa 45 minuti. Un gelato per ingannare l’attesa e all’orario previsto incontriamo la guida, con la quale scendiamo parecchi gradini, fino ad arrivare a circa 60 m. sotto terra. La temperatura è di circa 14° e ci dicono che l’aria satura di sale è molto salubre… respiriamo a pieni polmoni! La visita dura circa due ore e si scende fino a 130 m. sotto terra, passando da una galleria all’altra, da una sala all’altra, con sculture di sale e rappresentazioni delle scene di vita dei minatori. Arriviamo all’attrazione principale: una vera e propria chiesa scavata nella roccia, con tanto di altare e lampadari decorati con cristalli di sale; uno spettacolo! Alla fine siamo piuttosto stanchi della camminata e degli scalini. La visita è stata indubbiamente interessante, ma devo ammettere che ci aspettavamo qualcosa di più emozionante; in fin dei conti non è così diverso dalla miniera di talco in Val Chisone, vicino a casa, oppure delle varie grotte viste sia in Italia che all’estero. Torniamo in hotel e ci fermiamo a cena in un ristorante vicino. Si tratta forse di un’associazione ricreativa, è vicino a dei campi sportivi; anche in questo caso è frequentato prevalentemente da polacchi ed è esattamente cosa piace a noi. Il problema questa volta è che hanno il menu solo in polacco… ordiniamo a caso, con l’aiuto del cameriere che tenta di spiegarci cosa sono i piatti. Ci ritroviamo della carne impanata e fritta, con un fortissimo gusto di burro. Non è male, ma è piuttosto pesante. Ovviamente spendiamo pochissimo anche questa sera. Siamo ormai veramente distrutti ed andiamo a dormire presto.

3° GIORNO

Oggi dobbiamo assolutamente riuscire a visitare il Castello! Ci svegliamo alle 8 e dopo colazione ci mettiamo in coda per comprare i biglietti. In mezz’ora ce la caviamo, ma scopriamo che non esiste un biglietto unico, ogni area ha un ingresso separato ed è impensabile vedere tutto. Nell’indecisione più totale, decidiamo di acquistare gli ingressi per gli Appartamenti Reali, gli Appartamenti Privati e per vedere la Dama con l’Ermellino di Leonardo da Vinci (esposta qua temporaneamente, dato che il museo che la ospita abitualmente è in ristrutturazione). Iniziamo con gli Appartamenti Reali, visitabili liberamente; sono interessanti sia le stanze che il mobilio, in buona parte italiano. Proseguiamo con la Dama con l’Ermellino e ci emoziona, al di là della bellezza del dipinto, il fatto che all’estero si dia così importanza ad un’opera italiana e ci sia così tanta gente interessata a vederla! La visita agli Appartamenti Privati è obbligatoriamente con la guida e siamo prenotati per le 13.20. E’ presto e decidiamo di vedere intanto la Cattedrale che si trova all’interno del complesso. Compriamo i biglietti a parte, per poi scoprire che servono solo per il museo della Cattedrale… la chiesa di per sé è gratuita! Pazienza; è imponente, ricchissima di opere d’arte, forse un po’ troppo sfarzosa e, soprattutto, troppo affollata! Saliamo sulla torre con la campana di Sigismondo, dopodichè decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa di veloce. Nella birreria accanto al Castello, dove siamo stati ieri, vista la temperatura ordiniamo due insalate, dopodichè torniamo per la visita degli Appartamenti Privati. Abbiamo la guida in italiano e le spiegazioni sono decisamente interessanti, ma c’è ben poco da vedere… siamo un po’ annoiati. Prima di uscire ci fermiamo alla caffetteria interna del Castello a prendere un caffé, poi decidiamo di separarci. Io voglio ancora visitare il quartiere ebraico di Cracovia; mio marito non ne ha voglia e decide di tornare in hotel. La mia perseveranza da turista instancabile non viene premiata. Scoppia un temporale e per un po’ cammino sotto la pioggia, poi mi rifugio in un negozio di oggetti per la casa carinissimi, dove la giovane proprietaria mi invita ad entrare non per vendermi qualcosa, ma solo per non bagnarmi. Chiacchieriamo un po’ (qua tutti parlano inglese senza problemi!), poi decido di proseguire per il famoso quartiere Kazimierz. A dire il vero mi aspettavo qualcosa di meglio; stradine strette ma non particolarmente caratteristiche, case fatiscenti, negozi e locali dall’aria vecchia e sporca… decido di tornare anch’io in hotel. Un po’ di riposo, poi verso le 18 decidiamo di tornare in centro per cena, ma siamo veramente troppo stanchi per camminare. Proprio di fronte all’hotel c’è una fermata di tram e autobus; perchè non sperimentare i mezzi di trasporto polacchi? Chiediamo informazioni ad una ragazza alla fermata, che in perfetto inglese ci consiglia quale mezzo prendere. Compriamo i biglietti al distributore automatico alla fermata, che accetta addirittura le carte di credito per i pagamenti. Sull’autobus chiediamo altre informazioni su dove scendere ed un altro ragazzo, sempre in perfetto inglese, ci dà le spiegazioni. Ci dispiace molto ammetterlo, ma quanta differenza rispetto all’Italia… In centro troviamo un ristorante che ci ispira ed entriamo. Io assaggio i Pirogi, dei ravioli tipici al vapore; non male, ma sembrano i ravioli cinesi! Come secondo, mio marito prende un ottimo spiedino di carne con riso e verdure ed io assaggio il Bigos, che qua è decisamente migliore di quello della birreria all’aperto dove abbiamo pranzato ieri e viene servito in una pagnotta croccante. Spendiamo anche qua molto poco e siamo decisamente soddisfatti. Tornando verso la fermata dell’autobus passiamo davanti ad un bar-pasticceria che ha in vetrina delle coppette di frutti di bosco con la panna… come rinunciare? Un caffé e siamo pronti per tornare in hotel (tempo di attesa dell’autobus: 1 minuto, la sera, quindi non in ora di punta!).

4° GIORNO

Sveglia alle 7. Colazione e siamo pronti per partire da Cracovia. Ci spiace un po’ lasciare questa bellissima città, ma oggi ci aspetta una visita impegnativa: andremo ad Auschwitz. Impieghiamo circa un’ora e mezza a raggiungere la nostra destinazione e siamo molto soddisfatti del nostro tablet/navigatore, peccato ci porti a Birkenau (chiamato anche “Auschwitz II”), che visiteremo in seguito, perchè il tour guidato parte da “Auschwitz I”… Ci spostiamo in fretta e furia in auto, ci facciamo largo tra una folla di turisti per comprare i biglietti ed alle 10.30 iniziamo il tour in italiano. Due ore di pellegrinaggio tra i luoghi ed i locali che ospitavano i deportati, le teche che raccolgono oggetti personali dei prigionieri, il forno crematorio; l’atmosfera è cupa, il gruppo si muove in silenzio, tutti ascoltano esterrefatti la guida. Verso le 12.30 terminiamo la visita di Auschwitz I e la guida ci indica un bus navetta per spostarci a Birkenau. Nel nostro gruppo c’è una famiglia che vorrebbe fare una pausa per pranzare e quando la guida spiega che non c’è tempo, che potremo pranzare tra due ore al termine del tour, si mostra piuttosto seccata. In queste situazioni odio dover seguire per forza un gruppo, dove insieme a gente attenta e rispettosa ci sono persone la cui priorità è pranzare, magari con pizza o spaghetti. quando da due ore ci stanno raccontando di persone torturate, fatte vivere in condizioni terribili, lasciate senza cibo, poi uccise barbaramente… La visita di Birkenau termina alle 14.30. Siamo senza parole per il livello di atrocità che gli uomini sono riusciti a compiere, poi salendo sulla navetta che ci riporta al parcheggio di Auschwitz I ci ritroviamo in mezzo alla folla che spintona e sgomita per salire per prima… ci rendiamo conto che passano i decenni, cambiano le situazioni, ma il genere umano è purtroppo sempre uguale!

Non abbiamo molto appetito; decidiamo di mangiare un hamburger in un bar vicino al parcheggio, poi partiamo in direzione Breslavia. Arriviamo verso le 18.30 e questa volta il navigatore ci porta in un batter d’occhio all’hotel. Siamo in un 3 stelle di una catena francese e la differenza rispetto al 4 stelle di Cracovia si vede… il personale parla un inglese pessimo, chiediamo una cartina e ci danno una fotocopia malfatta, ci indicano malamente la strada per il centro e la camera, seppur carina e pulita, è minuscola. Ci avviamo a piedi verso il centro, con l’intenzione di fermarci a cena lungo la strada. In realtà troviamo solo dei pub o dei ristoranti italiani e greci, ma noi vogliamo mangiare polacco… Breslavia inizia ad innervosirci! Arriviamo alla piazza principale ed ormai stanchissimi decidiamo di fermarci in un locale a caso, proprio dietro al Municipio. Spendiamo il doppio rispetto alle sere precedenti, ma è comunque un prezzo più che accettabile per essere in pieno centro e per mangiare un’ottima bistecca di filetto per mio marito e del pollo con salsa al ribes per me. Anche questa sera siamo soddisfatti della nostra scelta. Altra scarpinata di mezz’ora circa per tornare in hotel, in mezzo a vie buie ed edifici trasandati… ci manca Cracovia!

5° GIORNO

Ci svegliamo alle 7.30. Incredibilmente abbiamo dormito meglio in questo 3 stelle dalle stanze minuscole, piuttosto che nel 4 stelle di Cracovia con il lenzuolo stretto! Anche il buffet della colazione ci soddisfa parecchio ed alle 9, dopo aver lasciato i bagagli alla reception, siamo pronti per visitare il centro di Breslavia. Decidiamo di prendere il tram che passa proprio di fronte all’hotel. Acquistiamo i biglietti dal distributore automatico che c’è direttamente a bordo ed anche in questo caso paghiamo con carta di credito. Una volta in centro, ripercorriamo con calma le vie che abbiamo visto un po’ di corsa ieri sera e prolunghiamo l’itinerario fino alla Cattedrale. Notiamo in vari angoli della città delle statuette di bronzo che rappresentano dei nani; ci incuriosiscono parecchio ma non ne capiamo il significato. Scopriremo poi documentandoci su Internet che i nani di Breslavia, oggi pura attrazione turistica, hanno una storia che risale agli anni ’80, quando un movimento che si opponeva al regime comunista usava dei graffiti raffiguranti dei nani come protesta. Nel 2001 le autorità della città decisero di realizzare una prima statua di un nano per commemorare il movimento. Da allora vennero realizzate moltissime altre statuette e sistemate in vari luoghi del centro.

Iniziamo a sentire un po’ la stanchezza accumulata nei giorni scorsi e decidiamo di concederci una sosta in una caffetteria molto carina nella zona della Cattedrale, dove c’è pochissima gente e molto silenzio intorno; ci piace! Tornando verso la fermata del tram ci accorgiamo di avere di fronte il mercato coperto… non possiamo lasciarcelo scappare! Ci colpiscono in particolare i banchi di frutta, che vendono frutti di bosco e ciliegie in abbondanza. Compriamo dei lamponi, che mangiamo subito, e delle ciliegie, che portiamo via. Torniamo in hotel a recuperare le valigie e partiamo in auto. Ci aspettano 170 km. di strada statale fino a Poznan. La strada in realtà è perfetta, ma attraversa paesi e cittadine ed è piena di camion, quindi si procede lentamente. Verso le 13.30 ci fermiamo a fare benzina e mangiamo qualcosa in un bar/ristorante vicino al benzinaio. Il posto è carino, ma il menu è solo in polacco… riconosciamo il Bigos ed i Pirogi; anche oggi non moriremo di fame! Arriviamo a Poznan poco prima delle 17 ed andiamo subito in hotel. Questa volta la nostra camera è enorme, ci piace molto! Un caffé solubile preparato in camera e partiamo a piedi per il centro di Poznan. La prima impressione è ottima: grandi palazzi e bei giardini, gente a spasso, un’atmosfera perfetta. Arriviamo nel centro storico che, devo dire, assomiglia molto a Cracovia e Breslavia, ma che a prima vista ci piace ancora di più. Passeggiando per le vie e le piazze del centro notiamo una sorta di risciò a pedali trasformato in caffetteria ambulante; in sella c’è una ragazza carina e sorridente. Non abbiamo voglia di caffé, ma chiediamo se possiamo farle una foto. Scopriamo che si tratta di un franchising vero e proprio di caffetterie su due ruote… che idea fantastica! Anche questa sera siamo decisamente stanchi. Decidiamo di non arrivare fino alla Cattedrale; sarà bellissima, ma sicuramente a quest’ora è chiusa e , soprattutto, in fondo le chiese si assomigliano tutte. Cerchiamo un posto in cui cenare e decidiamo di fermarci in un ristorante sulla piazza principale. Anche questa sera il cibo è ottimo e la spesa minima. Vorrei ancora una fetta di torta in una pasticceria, ma dopo cena sono tutte chiuse. Decidiamo quindi di tornare in hotel e ci accontentiamo delle ciliegie comprate a Breslavia.

6° GIORNO

Ci svegliamo alle 8. Il nostro letto era perfetto, abbiamo dormito profondamente e siamo veramente riposati. La colazione è all’altezza dell’hotel, con salmone affumicato, vari tipi di formaggi e salumi, frutta di ogni genere, il tutto esposto in “isole” in modo da non creare affollamento al buffet. Verso le 9.30 partiamo in direzione Torun. Ci siamo alzati col sole, ma lungo la strada inizia a piovere a dirotto; questo è il clima polacco!

Dopo una sosta in una sorta di autogrill (stiamo percorrendo una strada statale, oggi poco trafficata in quanto è sabato), arriviamo a Torun verso le 12.30. Abbiamo qualche incertezza su dove si possa parcheggiare ed in che direzione sia il centro storico, ma alla fine ci ritroviamo a passeggiare nelle vie pedonali del centro. Decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa, ma non vogliamo perdere troppo tempo a cercare il locale giusto, quindi entriamo a caso in un ristorante che fa cucina spagnola e marocchina. Io mi limito ad un’insalata, mentre mio marito prende del pollo che è stato completamente annegato in una salsa al formaggio, buono ma decisamente pesante. Ora siamo pronti per visitare Torun e, nel frattempo, è uscito un sole caldissimo. La città è molto carina, ma devo dire che anche questa assomiglia molto a quelle viste in precedenza: la piazza del mercato con le casette colorate, il palazzo del Municipio in mezzo alla piazza, le mura esterne e qualche chiesa imponente. Alla fine della camminata io ho ancora in mente la torta che non ho trovato ieri sera e guarda caso passiamo proprio di fronte ad una caffetteria-pasticceria con un dehors molto tranquillo e ombreggiato. Ci accomodiamo su delle poltroncine con dei cuscini comodissimi ed ordiniamo un affogato al caffé (di una nota marca italiana!) per mio marito ed una fantastica cheesecake ai frutti di bosco per me… ora sì che sono felice! Finita la pausa e la merenda, verso le 16 ripartiamo.

Questa notte dormiremo a Chelmno, una cittadina a circa 40 minuti da Torun, in direzione nord. Abbiamo prenotato un appartamento ed all’arrivo, come da accordi, chiamiamo la proprietaria che ci deve consegnare la chiave. Lei in realtà è fuori città e manda il fratello ad accoglierci. L’appartamento, in un palazzo ristrutturato del centro storico, è favoloso: travi a vista, pareti di mattoni, arredamento modernissimo… che meraviglia! Peccato che, una volta salutato il signore che ci ha accolti, ci accorgiamo che il bagno è stato usato da qualcuno e non pulito (c’è una cicca di sigaretta nel water e non è stata tirata l’acqua) e c’è un capello lungo e biondo sul divano… va beh, puliamo e ci rassegniamo, per il resto va tutto bene. Usciamo a spasso per questa cittadina, che non viene segnalata sulle guide turistiche ma che in realtà è molto carina. Entriamo in un piccolo supermercato per comprare qualcosa per colazione domani; l’appartamento è convenzionato con un ristorante per la colazione, ma non è vicinissimo e non vogliamo perdere troppo tempo. Continuando la passeggiata troviamo un ristorante molto carino e decidiamo di fermarci per cena. Assaggiamo la zuppa di barbabietola, che secondo la nostra guida è uno dei piatti tipici polacchi. Ha un gusto agrodolce, speziato e leggermente piccante, sicuramente originale ma non credo la riproveremo nei prossimi giorni. Dopo cena ci fermiamo ancora a prendere un gelato, poi torniamo all’appartamento. Facendo la doccia allaghiamo il bagno… nuovissimo e modernissimo, ma a quanto pare lo scarico non funziona molto bene! Un po’ innervositi, ci addormentiamo.

7° GIORNO

Ci alziamo alle 7 e ci prepariamo la colazione “fai da te”. Ci piace sentirci in una casa e non in albergo per una volta, ma il te che abbiamo a disposizione lascia uno strano deposito sulle tazze… che le bustine fossero vecchie? Oppure che il bollitore non fosse ben pulito? Sinceramente mi dà fastidio che i proprietari si vantino, sia su Internet che di persona, di questo appartamento modernissimo, ma che non facciano attenzione ai particolari. Decido, prima di andar via, di lasciare due righe scritte con le nostre impressioni su quello che non va, dato che lasceremo la chiave nella porta e non ci sarà nessuno presente al check-out. Alle 8.30 partiamo in direzione Danzica, sotto un sole cocente già di prima mattina. All’arrivo in città ci dirigiamo per prima cosa al Westerplatte, il luogo dove ci fu il combattimento che diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale. E’ un museo a cielo aperto, ma non c’è un granchè da vedere; rimaniamo un po’ delusi. Mentre torniamo alla macchina mi assale un dubbio… per domani avevamo previsto di visitare il Castello di Malbork, a circa un’ora di auto da Danzica ma… domani è lunedì, sarà aperto? Ormai siamo tecnologici, con Internet a portata di mano; controlliamo ed effettivamente ho sbagliato in pieno a programmare questa visita, domani è chiuso! Non ci resta che anticipare ad oggi la visita, rimandando eventualmente a domani mattina il centro di Danzica. Partiamo e verso mezzogiorno siamo al castello. Questa volta siamo obbligati a pagare il parcheggio e, per di più, ci spiegano che la sosta minima è di 4 h. Sarà vero o ci stiamo facendo fregare? Non ci sono cartelli e non capiamo neanche se il parcheggiatore sia autorizzato o abusivo… dobbiamo rassegnarci. Decidiamo di pranzare prima di iniziare la visita. Ci avviciniamo ad una birreria sul lungofiume e per prima cosa chiedo della toeletta. Mi indicano un bagno chimico; apro la porta e scappo… credo di non aver mai visto nulla di simile, neanche in Cina o in India! Sono arrabbiatissima e convinco mio marito ad andarcene, non voglio pranzare in quel posto! Ci fermiamo quindi alla caffetteria interna del castello, affollatissima ma decisamente più ordinata e pulita. Mio marito prende del pollo, io un piatto dal nome impronunciabile, costituito da würstel, pancetta e cipolle, il tutto servito su un crostone di pane… perfetto considerando che ci saranno 30°! Dopo pranzo entriamo al castello e scopriamo che non esiste nè una mappa del percorso, nè delle indicazioni sulla direzione da seguire, nè tantomeno delle spiegazioni in inglese… insomma, se non si paga la visita guidata si vaga senza capire cosa si sta vedendo, peccato che nessuno alla biglietteria ce l’abbia detto, quindi ora ci arrangiamo. Mentre gironzoliamo senza meta, scoppia un temporale che fa aumentare l’umidità in un modo incredibile… questo posto inizia ad innervosirci! Nel frattempo riceviamo una telefonata; è la proprietaria dell’appartamento di Chelmno che ha letto il mio biglietto e non sa come scusarsi dell’accaduto. Mi spiega che hanno fatto fare dei lavori nell’appartamento a fianco e che per abitudine lasciano le chiavi nelle porte degli appartamenti vuoti, quindi sospetta che gli operai abbiano usato il nostro bagno senza dire nulla. Per quanto riguarda il capello sul divano, ha cambiato da poco la signora che si occupa delle pulizie ed a quanto pare non va bene e nessuno le aveva detto prima che lo scarico del bagno non funzionava. Mi ringrazia molto delle segnalazioni ed a tutti i costi vuole restituirci i soldi del pernottamento. Mi sembra talmente sincera e rammaricata, che non ritengo giusto farci rimborsare. Le spiego che in fondo non è successo nulla di terribile e che apprezziamo molto la sua telefonata. Ci salutiamo con la promessa che se mai torneremo da quelle parti, saremo suoi ospiti gratuitamente!

Dopo questa chiacchierata ed un caffé tremendo preso alla caffetteria del castello, ripartiamo ed arriviamo in hotel a Danzica.

Siamo in pieno centro e ci accorgiamo subito che c’è una gran confusione per le strade. Ci spiegano che c’è la Fiera di S. Domenico e la città è in festa; ci sono bancarelle per tutte le vie del centro ed una folla incredibile che passeggia, fa acquisti, mangia, beve…

Ci buttiamo nella mischia e cerchiamo di vedere qualcosa. Le vie ed i palazzi sono stupendi, peccato che le bancarelle rovinino la visuale e che camminare in mezzo alla folla ci stanchi parecchio.

Verso le 19 ed esausti ci sediamo nel dehors di un ristorante. Sarà per la festa ed il gran numero di clienti, sarà perchè i camerieri non sono capaci, ma dobbiamo aspettare più di mezz’ora per essere serviti ed alla fine dimenticano di portarci la zuppa che avevamo ordinato. Pazienza, mangiamo il secondo e ci stupiamo un po’ del fatto che, pur essendo sul mare, come pesce offrano solo salmone e merluzzo.

Stasera siamo un po’ insoddisfatti della cena, ma guarda caso nel tornare verso l’hotel passiamo da una via carinissima con molti negozi di ambra, tipica in questa zona, e… una caffetteria con uno splendido dehors attorniato da fiori; non ci è proprio possibile ignorarla! Torta al cioccolato e lamponi per mio marito, apple pie con panna e gelato per me, ottimo caffé italiano… ci vuole poco per farci tornare il buon umore!

Ci fermiamo ancora un attimo sulla passeggiata lungo un canale a vedere le barche ed i battelli che riportano i turisti dalle escursioni nel mar Baltico. E’ pieno di yacht lussuosissimi; se capiamo bene la zona è molto frequentata da ricchi turisti russi, a cui poco importano i monumenti e che spendono molto in alcolici di ogni genere.

Si è fatto tardi, torniamo in hotel.

8° GIORNO

Ci svegliamo alle 7.30 e ci facciamo largo al buffet per la colazione in mezzo ad un rumoroso gruppo tedesco. Alle 9 siamo pronti per partire e, visto che alla fine ieri sera siamo riusciti a vedere quello che volevamo di Danzica, decidiamo di lasciare la città. Ci dispiace un po’ di essere sul Mar Baltico ma di non aver visto il mare… sembra un controsenso, ma Danzica è collegata al mare attraverso dei canali, non è sul mare aperto. Decidiamo di fare una deviazione al nostro itinerario che oggi ci porterà verso la regione dei laghi e ci dirigiamo a Frombork. La cittadina è carina e vediamo finalmente il mare. La temperatura è peraltro più simile al sud Italia che non al nord Europa ma… qua la vegetazione arriva fino all’acqua, non c’è spiaggia. Siamo a circa 20 km. dal confine con la Russia e si iniziano a vedere auto con targa russa… quanta strada abbiamo fatto! Non siamo entusiasti della nostra deviazione e decidiamo di ripartire subito in direzione Mragowo, da dove inizia la regione dei Laghi Masuri. Lungo la strada notiamo dei pali di legno su cui sono stati costruiti dei nidi enormi e ci accorgiamo che ci sono delle cicogne che volano e si fermano in questi nidi. Sempre grazie ad Internet scopriamo che questa è una delle zone in Europa più popolate dalle cicogne e che gli abitanti del luogo sono molto attenti a non disturbarle ed a mantenere in buone condizioni i nidi. Ci fermiamo a pranzo in una sorta di autogrill e verso le 15 siamo in mezzo a foreste e laghi. Il paesaggio è splendido, molto rilassante; peccato che la strada non costeggi i vari laghi, che si intravedono in lontananza. Ad un certo punto vediamo un gruppo di auto parcheggiate lungo la strada e capiamo che siamo vicini alle sponde di un lago. Decidiamo di fare una sosta e vediamo dei turisti locali che fanno il bagno nel lago; a me i laghi fanno un po’ paura, ma la tranquillità del luogo e la temperatura invitano sicuramente… peccato non abbiamo i costumi a portata di mano!

Proseguiamo fino a Mikolajki, una località di villeggiatura situata su uno dei laghi principali. Parcheggiamo e facciamo due passi; il posto è molto carino, ma fin troppo turistico per i nostri gusti. Compriamo dei lamponi in un banchetto e ripartiamo. Arriviamo a Gizycko, dove pernotteremo. Anche questa è una località di villeggiatura sulla riva di un lago molto grande e qua ho trovato l’unico hotel in zona che abbia l’aria condizionata; ero in dubbio se ci servisse in Polonia, invece oggi è utile eccome! Si tratta di un hotel ricavato da un vecchio castello ristrutturato, un 4 stelle molto elegante ad un prezzo accettabile, con facchino che ci porta le valigie, mobili in stile, piscina e centro benessere ma… la nostra camera è minuscola, c’è moquette ovunque, non ci sono piani d’appoggio e la fornitura di bagnoschiuma è minima… insomma, tanto fumo e niente arrosto!

Lasciamo le valigie in camera ed usciamo a fare due passi. Il lungolago, il canale che fiancheggia l’hotel ed il centro sono molto carini e siamo incuriositi da un ponte apribile sul canale, manovrato a mano da un signore minuto con i capelli bianchi.

Cerchiamo un ristorante dove cenare (il nostro hotel ha un ristorante interno, ma abbiamo visto prezzi alti e l’ambiente ci sembra troppo elegante per le nostre abitudini e, soprattutto, per il nostro abbigliamento!). Siamo sul lago, dovremmo mangiare pesce? No… il pesce di lago non ci attira, quindi mio marito opta per una bistecca ed io assaggio dell’anatra arrosto con prugne e mirtilli rossi… spettacolare!

Tornando verso l’hotel vediamo un banchetto che vende gelati e gaufres… come non fermarsi? Tentiamo di ordinare in inglese, ma le ragazze che ci servono fanno fatica a capisci e quando una di loro sente che tra di noi parliamo in italiano ci dice sorridente: “Ho vissuto in Italia, possiamo parlare in italiano!”.

Ne approfittiamo per fare due chiacchiere mentre gustiamo i nostri gaufres con gelato e panna. Ci spiega che molti polacchi che vivevano in Italia stanno tornando a casa loro, perchè in Italia non c’è più lavoro e la vita è troppo cara; in Polonia non si sta molto meglio, ma chi ha voglia di lavorare se la cava e le tasse sono basse. Come la capiamo!

Torniamo in hotel e mio marito si appassiona di un film trasmesso in tv in polacco con sottotitoli in inglese, che lui non conosce…

Io mi addormento all’istante!

9° GIORNO

Puntiamo la sveglia alle 7, ma questa notte non abbiamo riposato molto; faceva caldo ed il condizionatore era molto rumoroso. La colazione è in una sala molto elegante, con ottima scelta sia di cose salate che di dolci. Al momento del check-out dobbiamo discutere sul parcheggio, che è un piazzale non sbarrato, senza alcun avviso del fatto che sia a pagamento (in realtà sembra più un parcheggio pubblico cittadino, che non il parcheggio privato dell’hotel). Alla reception ci chiedono 50 PLN (circa 12 EUR), ma alle nostre rimostranze rispondono “ok, no problem”. L’impressione è che ci provino con i turisti sprovveduti… Partiamo in direzione sud, verso Varsavia. Attraversiamo ancora per qualche chilometro la zona dei laghi e ci godiamo il paesaggio molto rilassante. Ad un certo punto la strada passa in mezzo ad bosco e vediamo in lontananza un animale enorme con le corna che attraversa… forse un alce? Sì… è proprio un alce! Dopo parecchi chilometri di strada statale, che a mano a mano diventa sempre più trafficata avvicinandosi alla capitale, verso le 14.30 siamo in hotel a Varsavia. Questa volta eravamo un po’ preoccupati, perchè ho prenotato un 2 stelle che, seppur facente parte di una nota catena francese, costa veramente poco. Ci ricrediamo immediatamente: l’albergo è modernissimo, il personale alla reception è gentile ed efficiente, la nostra camera comoda e decisamente più grande di quella nel 4 stelle lussuosissimo di ieri sera! Ci riposiamo un’oretta, poi decidiamo di visitare il Parco Lazienki, prendendo un autobus per raggiungerlo. Si tratta di un bellissimo giardino, molto ombreggiato e, dato che ci sono 30° e soffia il vento caldo, non è niente male! All’interno ci sono laghetti, statue, palazzi. Passeggiamo un po’, ci fermiamo a prendere un caffé nella caffetteria all’interno del parco, poi ripartiamo in autobus verso il centro della città nuova (il centro di Varsavia è diviso in “città vecchia” e “città nuova”). Ci sono corsi larghissimi con palazzi monumentali, negozi eleganti, ristoranti e locali di ogni genere. Sarebbe molto piacevole camminare qua, se non fosse per la temperatura… Arriviamo fino alla Piazza del Palazzo Reale, imponente e molto vivace, senza però essere caotica. E’ ora di cena e troviamo un ristorante che ci piace, con un bel dehors. Io decido di limitarmi ad ordinare un’insalata con strisce di pollo alla griglia, dato che nel menu ho adocchiato i Pirogi dolci, ovvero i ravioli al vapore che abbiamo già assaggiato ripieni di carne o verza, in questo caso ripieni di fragole. Peccato che solo dopo aver mangiato l’insalata mi dicano che i Pirogi sono finiti… che tristezza! Ci consoliamo con un gelato, peraltro neanche molto buono, e riprendiamo l’autobus per tornare in hotel. Per tutta la sera abbiamo visto macchine della polizia di pattuglia per le vie del centro, dove gente normalissima passeggia e prende l’autobus tranquilla, nonostante sia ormai buio e non più prestissimo. Quanto avremmo da imparare in Italia…

10° GIORNO

Ultima mattina in Polonia. Ci rimane da visitare la città vecchia di Varsavia, ma prima ci tocca lottare per riuscire ad accaparrarci qualcosa in una sala colazioni affollatissima e molto male organizzata. Usciamo dall’hotel verso le 9 e raggiungiamo a piedi la città vecchia. Il sole è caldo anche stamattina, ma all’ombra soffia un piacevole venticello fresco. Per la strada non c’è ancora quasi nessuno e bar e negozi stanno aprendo con calma; ci godiamo questa tranquillità. Anche questa zona della città è molto bella, meno monumentale e con più atmosfera rispetto alla città nuova. Ci dispiace parecchio dover andare via… Ci sediamo nel dehors di un bar e facciamo amicizia con dei passerotti che, per niente impauriti, vengono a mangiare le briciole dei biscotti che ci hanno servito insieme al caffé. Torniamo in hotel, chiudiamo le valigie e verso le 11.30 partiamo. Siamo decisamente in anticipo, ma il nostro volo parte da un aeroporto secondario della città e non siamo sicuri delle tempistiche per raggiungerlo. Ci fermiamo a fare il pieno nell’ultimo distributore prima dell’aeroporto e vediamo che vicino c’è un self-service. Abbiamo ancora degli Zloty e decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa. Il locale è gestito da una signora gentilissima, che però parla solo polacco… capiamo che ci decanta i vari piatti e ci fa segno che li prepara lei personalmente; ormai neanche il polacco ha più segreti per noi! Mio marito prende una sorta di spezzatino con patate e funghi; io degli involtini di verza con riso e carne, che mi ricordano i “capunet” piemontesi che preparava mia nonna e che tanto decantava mia mamma! Consegniamo l’auto, facciamo il check-in, passiamo il controllo passaporti e ci sediamo pazienti, in attesa del nostro volo. Circa un’ora prima della partenza ci fanno spostare di gate e mio marito dimentica sulla sedia la tracolla con portafoglio e documenti… panico! Non possiamo più tornare indietro, perchè c’è una postazione di controllo della polizia tra un gate e l’altro. Mi faccio coraggio e cerco di spiegare l’accaduto ad un poliziotto, che accompagna mio marito fino alla sedia in cui era seduto e… miracolo, la tracolla è ancora là, intatta! L’imbarco del volo inizia con mezz’ora circa di ritardo, Saliamo su un aereo sporchissimo (a quanto pare le compagnie low cost risparmiano anche sul servizio pulizia…) e finalmente decolliamo. Arriviamo a Bergamo alle 19 e ci imbattiamo nei passeggeri atterrati poco prima dal Cairo, con relativi famigliari che tentano di entrare dall’esterno nell’area ritiro bagagli e la polizia incapace di gestirli… Recuperiamo l’auto e, dopo esserci fermati in autogrill a mangiare un trancio di pizza, verso le 22.30 siamo a casa.

CONCLUSIONI

Siamo ormai certi che le destinazioni scelte a caso per le vacanze si rivelino essere sempre le migliori! Ci aspettavamo un Paese un po’ grigio, vittima di anni di comunismo e distrutto dalla guerra. Abbiamo invece trovato una Nazione che ha saputo rimboccarsi le maniche, rinnovarsi ed adeguarsi perfettamente ai Paesi più sviluppati. Le città sono accoglienti, vivaci, interessanti da vivere e da visitare. La gente è preparata ad accogliere i turisti, oltre che gentile e sorridente. I prezzi sono convenienti ed i servizi ottimi.

Vorremmo spargere la voce… la Polonia è poco conosciuta come meta turistica e spesso sottovalutata, merita invece assolutamente di essere vista!



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