Vacanze alle Canarie

Le bellissime isole di Fuerteventura e Lanzarote
Scritto da: beretz
vacanze alle canarie
Partenza il: 09/08/2015
Ritorno il: 28/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Che indecisione quest’anno per le vacanze di Agosto! Scartate alcune mete che ci piacerebbe visitare a causa della stagione avversa, cerchiamo ispirazione sul Magazine e sul sito di Turisti per Caso, dopo aver tanto letto e tanto cercato ci concentriamo sulle Canarie, isole vulcaniche nell’Oceano Atlantico, al largo della costa marocchina. Resto affascinata dai diari di viaggio dell’isola di Lanzarote, che subito inseriamo nell’itinerario, Fuerteventura la scegliamo per motivi logistici essendo quella più vicina a Lanzarote.

Suddividiamo i nostri 18 giorni di vacanza da trascorrere sulle due isole, 12 giorni a Fuerteventura e 6 a Lanzarote.

Come è mia consuetudine preparo il viaggio scegliendo gli itinerari, le località, le spiagge e i ristoranti consigliati, aiutata anche da due guide, per Fuerteventura la guida Dumont e per Lanzarote la guida di Marco Polo, sono economiche e ben strutturate, tutte e due munite di mappa.

L’estate calda ci fa ben sperare di trascorrere una bella vacanza, i miei timori sono soprattutto per Fuerteventura avendo letto che l’isola è molto ventosa e che qualcuno, anche ad agosto, non ha fatto il bagno.

Arriva il 9 agosto e al pomeriggio siamo pronti per imbarcarci sul nostro volo Iberia, faremo scalo a Madrid per una notte e domani mattina faremo la tratta Madrid Fuerteventura, per il ritorno abbiamo il volo da Lanzarote sempre con scalo a Madrid per una notte, e Madrid Milano il giorno successivo, abbiamo speso compresa l’assicurazione e il bagaglio da stiva 776 euro, a Madrid abbiamo prenotato le due notti all’hotel Diana.

All’arrivo, a Madrid, c’è il bus navetta dell’hotel Diana pronto a caricarci, sbrighiamo le pratiche del check in, chiediamo il servizio bus per l’indomani mattina e poi andiamo a gustarci la prima paella della vacanza al ristorante El Pato Mudo, all’interno dell’hotel. Il costo della camera, dotata di ogni confort, è davvero economico 49 euro compreso il servizio bus.

Il 10 agosto proseguiamo il nostro viaggio, sempre con Iberia, e atterriamo in perfetto orario alle 10,45 a Fuerteventura. Una volta sbarcati, ritirati i bagagli, avevo qualche timore viste le pessime recensioni per questa compagnia ma è andato tutto bene, ci rechiamo allo sportello della Cicar per il ritiro dell’auto, prenotata on line per 12 giorni e spendendo 288,59 senza sorprese di costi aggiuntivi. Ci consegnano una Opel Corsa di colore blu che ci accompagnerà alla scoperta dell’isola.

L’aeroporto dista solo 6 km. da Caleta de Fuste, abbiamo le indicazioni per raggiungere la struttura Castillo Playa, ma avendo imboccato la rotonda sbagliata ci ritroviamo a dover chiedere informazioni.

Finalmente arriviamo all’hotel, ci danno subito la chiave del nostro bungalow che è situato in posizione tranquilla, l’appartamento è discreto, ha davanti un patio spazioso con due sdraio. La piscina e il bar sono nelle vicinanze. La posizione del Castillo Playa è ottima, a pochi passi c’è la spiaggia, una grande insenatura di sabbia fine con il mare calmo in cui facciamo il nostro battesimo dell’acqua. Sempre a pochi passi c’è la piazza centrale con i negozi, un supermercato e numerosi ristoranti.

Dopo aver trascorso qualche ora in spiaggia ed aver fatto un po’ di spesa al Superdino ci prepariamo per la sera.

Passeggiamo fino al porto dove ci sono i ristoranti del Barcelò, troviamo posto al Camarote dove gustiamo un’ottima paella. Passeggiata sul lungomare e per i negozi del centro e poi a nanna, di sera c’è abbastanza movimento e numerosi pub offrono spettacoli con musica dal vivo.

11 agosto

Oggi comincia l’esplorazione dell’isola, lasciata Caleta ci dirigiamo verso le Saline del Carmen, dopo l’agglomerato urbano la strada attraversa un paesaggio brullo, ci inoltriamo nella vera natura dell’isola, la sua origine vulcanica determina la mancanza di vegetazione rendendola una terra aspra, la lingua di asfalto attraversa i rilievi vulcanici dove raramente si incontrano centri abitati. I colori sono malinconici e il paesaggio che ci circonda incute un po’ di timore, sembra che si vada incontro al nulla e che sia impossibile trovare luoghi accoglienti.

Arriviamo alle Saline e ci accingiamo a trascorrere un’oretta da dedicare alla visita. Immortaliamo lo scheletro della balenottera, lungo 19 mt. si è piaggiata sulle coste di Fuerteventura nel 2000. Da lontano mio marito scorge un animaletto in fuga e pensa sia un topo, invece facciamo il nostro primo incontro con gli scoiattoli, non ce ne sono molti ma mi scateno con la macchina fotografica cercando di immortalarli.

Ritorniamo sulla strada principale, la FV-2, procedendo verso sud per raggiungere Pozo Negro, lungo la strada troviamo le indicazioni per raggiungere il villaggio di Atalayita, dove sono stati rinvenuti i resti di un villaggio preistorico, si percorre una strada sterrata fino ad arrivare al Centro de Interpretacion che però è chiuso per manutenzione. Siamo i soli turisti, e il paesaggio vulcanico che ci circonda è inquietante! Si può ugualmente fare la visita visto che il villaggio è all’aperto, c’è un percorso numerato e impieghiamo circa una ventina di minuti a visitarlo. Volendo si può salire sul cono vulcanico, utilizzato nell’antichità per avvistare le navi nemiche, dall’alto si può vedere il panorama.

Pozo Negro mi ha rapita, un paesino di pescatori, ci sono quattro case, un ristorante, una spiaggia di sassi e sabbia nera. Il mare, freddo e un po’ agitato, è stupendo. C’è pochissima gente e soprattutto pochi turisti. Ci avrei trascorso tutta la giornata, ma dopo qualche ora, un po’ per il vento forte e un po’ per la scomodità dei sassi ci rimettiamo in viaggio.

Il paesino successivo è Las Playitas, per raggiungere la spiaggia si attraversa un resort con campo da golf, la spiaggia è di sabbia nera e sul lungomare si affacciano le poche case bianche con le persiane blu e qualche ristorante. Per la sera abbiamo prenotato un tavolo al ristorante La Frasquita, un localino senza pretese che però si affaccia direttamente sulla spiaggia di Castillo. Il proprietario si avvicina al tavolo con un vassoio dal quale scegliamo il pesce che ci serviranno cotto alla griglia. Una buona cena spendendo 31 euro. Prima di rientrare facciamo una passeggiata per il centro pieno di turisti.

12 agosto

Il tempo è un po’ nuvoloso, ne approfittiamo per andare a visitare Puerto del Rosario. Al porto troviamo un ampio parcheggio gratuito e nelle vicinanze c’è l’ufficio informazioni dove, una gentilissima signora, ci dà qualche suggerimento sull’itinerario. Di fronte al porto c’è il mercato, piccolo e poco interessante, proseguiamo verso il centro dove c’è la Chiesa di Nostra Signora del Rosario, quando usciamo dalla chiesa comincia a piovere, ci ripariamo alla Casa di Umanamo, ingresso gratuito. La casa dello scrittore spagnolo che visse qui in esilio conserva gli arredi e documenti fotografici dell’epoca.

Il centro pedonale è proprio bruttino, pochi negozi, case senza particolare bellezza, ci sono pochissimi turisti. Sul lungomare e in alcune vie del centro si possono ammirare le sculture moderne che fanno parte del Parque Escultorio, alla cui realizzazione hanno partecipato diversi artisti.

Ha ripreso a piovere e troviamo riparo al centro commerciale, ne approfitto per acquistare una scheda dati per il tablet, in hotel la connessione è a pagamento e poco vantaggiosa. Ci attardiamo ancora un po’ a vedere le vetrine poi riprendiamo la strada del porto.

Vicino al mercato ci imbattiamo in una friggitoria con qualche tavolo all’esterno, la Friggitoria Tino, un locale alla buona con pochi piatti, pesce fresco e prezzi decisamente bassi.

Nel frattempo il vento ha spazzato via le nuvole ed un cielo azzurro ci sovrasta. Facciamo una bella passeggiata sul lungomare, fino ai resti dell’antico forno di calce che avevamo scambiato per un castello.

Decidiamo poi di fermarci alla spiaggia Playa de los Pozos, una piccola insenatura con sabbia quasi bianca e un mare turchese che ricorda i colori dei caraibi.

Alla sera dopo aver cenato a casa ci facciamo il solito giro per le strade di Caletta.

13 agosto

Ancora nuvole che minacciano pioggia, dobbiamo cambiare i nostri programmi, decidiamo di visitare la zona centrale di Fuerteventura, un itinerario impegnativo ma che ci regalerà delle emozioni indimenticabili.

Raggiungiamo Antigua e prima di fare un giro per il paesino andiamo a visitare il Molino De Antigua e Il Museo del Queso Majorero. Il mulino è stato ristrutturato ed è stato adibito a museo, è visitabile ed è possibile vedere il meccanismo che lo azionava. All’interno del sito c’è l’abitazione padronale che ricorda molto le case messicane viste in tanti film western, da una delle terrazze è possibile vedere una coltivazione di palme che crescono nella terra nera vulcanica.

Al museo del Queso sono esposte una serie di immagini e alcuni strumenti tradizionali nella produzione del formaggio tipico della regione, si possono guardare dei video che raccontano la storia dell’isola.

Ad Antigua degna di nota è la biblioteca comunale, posta di fronte alla Chiesa di NS de la Antigua, è costituita da una serie di costruzioni in pietra, ognuna di esse è una sala lettura e tutto intorno un bel giardino.

Da Antigua prendiamo la direzione per il Mirador de Morro Velosa. Il panorama cambia, siamo circondati dalle cime dei vulcani e si ha la sensazione di viaggiare all’interno di un cratere, percorrendo la strada tortuosa arriviamo al Mirador. Un paesaggio lunare ci appare dalla vista della terrazza, soffia un vento fortissimo, ma resistiamo e immortaliamo con numerose foto questo sconvolgente panorama. All’intermo del Mirador c’è un piccolo museo, sono illustrate le varie ipotesi sulla formazione delle isole Canarie.

Poco distante dal Mirador de Morro Velosa c’è il Mirador de Betancuria con le famose statue in bronzo di Ayos e Guize, i due sovrani che strinsero un’alleanza per scacciare i Conquistadores spagnoli nel 1400.

La strada prosegue verso Betancuria, l’antica capitale di Fuerteventura, è un gioiellino incastonato tra le montagne, è piacevole percorrere le stradine che conducono alla piazza principale dove c’è la chiesa di Santa Maria di Betancuria, l’ingresso per la visita costa 1.50 euro.

Dobbiamo raggiungere Pajara e da lì prendere la strada per Ajuy. A metà strada c’è il Santuario della Vega che non riusciamo a visitare perché chiude alle 15, poco dopo c’è Degollada de Los Granadillos, una bellissima sosta panoramica dove incontriamo numerosi scoiattoli, attraversiamo il piccolo paesino di Pajara dove la Chiesa di Nostra Signora de Regla è chiusa e ci accontentiamo di fotografarne la singolare facciata.

Raggiungiamo Ajuy, un piccolo villaggio di pescatori, dove c’è una splendida baia di sabbia nera, Playa de los Muertos, la costa è caratterizzata da rocce calcaree che hanno formato diverse grotte, nonostante la pioggia decidiamo di percorrere il sentiero, con diverse terrazze panoramiche, che conduce alla Caleta Negra, una bella passeggiata di quindici minuti con degli scorci stupendi, arriviamo alla grotta di pietra vulcanica dove i flutti del mare penetrano attraverso la scogliera.

Al ritorno riusciamo a stenderci un po’ sulla spiaggia, il paesino è piccolo e abbarbicato sulla scogliera, peccato che alle 18 i ristoranti e i bar chiudano per cui la cena a base di pesce fresco che volevamo gustarci salta. E’ stato uno dei giri più soddisfacenti di Fuerteventura, panorami selvaggi, alture dove difficilmente si vede un po’ di vegetazione, e Ajuy che è un piccolo gioiello, mi sono scatenata con le foto.

Torniamo a Caleta e gustiamo una buonissima cena al KOBE STEAK HOUSE a base di carne.

14 Agosto

Un’altra giornata alla scoperta delle spiagge dell’isola! Ancora verso il sud, Gran Tarajal e Tarajalejo. Facciamo una piccola deviazione a Las Playitas per andare a vedere il Faro de la Entallada. Per arrivarci si percorre una strada stretta e in alcuni punti anche un po’ pericolosa, ma si può fare, soprattutto per non perdersi il panorama che si gode da questo punto, reso ancora più suggestivo dal forte vento che soffia (fischia) quassù. Il faro è una costruzione in mattoni rossi e calce bianca, peccato che non sia visitabile, c’è una stradina sterrata che, una volta vinta la lotta contro il vento che mi impedisce persino di fare le fotografie, porta ad un punto panoramico strabiliante.

Spiace andar via ma altre scoperte ci aspettano!

Gran Tarajal è una città abbastanza grande ma senza attrattive, lasciamo la macchina al porto dove troneggia lo scheletro di un cetaceo, c’è una lunghissima spiaggia libera di sabbia nera, con un lungomare pieno di locali. Prima di andare a stenderci facciamo un giro per il paese e ne approfittiamo per acquistare un piccolo ombrellone per ripararci dal sole che oggi picchia forte.

Nel primo pomeriggio ci spostiamo verso Tarajalejo. Borgo di pescatori con spiaggia di sassi e dove senza le scarpette è praticamente impossibile fare il bagno. Pomeriggio dedicato all’abbronzatura e al mare. Per cena ci fermiamo al Ristorante La Barraca, terrazza sul mare e cena sublime! Da non perdere.

15 Agosto

Corralejo, arriviamo! E’ la spiaggia più famosa di Fuerteventura, quella da non perdere assolutamente e oggi ci andiamo.

E’ sorprendente come lo scenario cambi repentinamente quando ci avviciniamo al Parco Natural de Corralejo. La strada che lo attraversa è sferzata dal vento che porta con sé la sabbia del deserto invadendo l’asfalto, sulla sinistra spettacolari dune di sabbia e a destra il mare impetuoso. Fermiamo la macchina nel primo spazio libero che troviamo e ci incamminiamo sulle dune di sabbia, viene voglia di rotolarsi nella sabbia, ma, un po’ di contegno, non siamo più ragazzini. Allora mi scateno a fotografare da ogni angolazione lo stupendo panorama.

Questo è il paradiso per i surfisti, e la spiaggia è invasa dalle scuole di surf, è praticamente impossibile fare il bagno per le onde e le correnti forti, riesco a malapena a bagnare il piedi sul bagnasciuga, mi godo il sole e osservo i surfisti che fanno evoluzioni tra le onde. Quando non riusciamo più a sopportare il vento ci spostiamo verso il centro di Corralejo. Parcheggiamo l’auto nelle vicinanze della spiaggia e dopo una passeggiata per le vie del paese trascorriamo ancora qualche ora al mare, ma qui non è la stessa cosa della spiaggia selvaggia del Parco. In compenso però si riesce a fare il bagno.

Tornati a Caleta decidiamo di trascorrere la serata a casa.

16 Agosto

Oggi ci dirigiamo verso Costa Calma, ma prima di approdare alla spiaggia ci siamo fermati al mercato. Arrivando a Costa Calma sulla destra c’è uno spiazzo con le bancarelle, speravo di trovare prodotti dell’artigianato locale ma si trovano in vendita tutti gli articoli taroccati delle grandi firme, borse, occhiali e abbigliamento, per cui, dopo un veloce giretto, torniamo sulla strada per raggiungere la baia di Sotavento, 11 chilometri di spiaggia con un bellissimo mare turchese. Il vento, nonostante il nome, soffia forte e le onde sono piuttosto forti. Nel pomeriggio dopo una passeggiata per il lungomare ci spostiamo sull’altra costa a La Pared che dista circa dieci minuti. Le due spiaggette di La Pared sono invase dal mare, è impossibile raggiungerle. Ci fermiamo sulla scogliera ad ammirare la costa a strapiombo sul mare. C’è una scaletta per raggiungere un bellissimo punto panoramico dove le onde del mare si infrangono sulla scogliera e i cui spruzzi arrivano a bagnarci. Restiamo un po’ ad ammirare questo luogo piuttosto selvaggio.

Ritorniamo sulla costa est e ci fermiamo a La Lajita a goderci ancora un po’ di sole sulla spiaggia deserta. Ceniamo ancora alla Barraca a Tarajalejo e godendoci la vista sul mare ci gustiamo un’ottima cazuela de pescado.

17 agosto

Il tempo da queste parti cambia repentinamente e dopo la bellissima giornata di ieri oggi il cielo è coperto da spesse nuvole. Facciamo un giretto per i paesini dell’interno spingendoci fino a Tuineje, a Tiscamanita visitiamo, guidati da un simpaticissimo ragazzo, la fabbrica di Aloe Vera dove, alla fine del giro, facciamo un po’ di acquisti, il mulino ristrutturato e trasformato in museo è chiuso. Per pranzo portiamo a casa due belle porzioni di carne di capra.

Nel pomeriggio il cielo si libera un po’ e andiamo alla spiaggia di Caletta.

18 agosto

Oggi è il mio compleanno e lo festeggiamo in uno dei posti più belli dell’isola, El Cotillo.

Prima di raggiungere la località ci fermiamo a fare un giro a La Oliva. La città è situata nell’entroterra al nord dell’isola. Turisticamente, a parte il Castello del Capitano non c’è altro, nella chiesa, al centro del paese, c’è in corso un funerale e non possiamo entrare a visitarla. Riprendiamo il nostro viaggio verso la baia. Prima di raggiungere la spiaggia si attraversa il paese di El Cotillo, che rispetto a tanti altri è un po’ più vivace, ci sono molti negozi e tante strutture per le vacanze. C’è molto movimento e un po’ di traffico. Arriviamo ad un ampio parcheggio dove lasciare l’auto. La spiaggia è molto bella, sabbia fine bianca e qua e là dei separé fatti con i sassi neri. Sono tutti occupati, per fortuna c’è una leggera brezza che non dà fastidio, i colori del mare sono stupendi, turchese trasparente e alcune insenature costeggiate dalla roccia lavica che arriva fino al mare. E’ il paradiso terrestre, peccato che sia affollatissima. Trascorriamo una bellissima giornata tra bagni di sole e di mare. Verso sera ci rimettiamo in macchina per andare a visitare il Faro di El Torton che dista pochissimo dalla spiaggia. E’ affascinante il contesto in cui è stato eretto questo faro, costa selvaggia con delle insenature dove le onde si infrangono sulle rocce nere. Il museo, che si può visitare all’interno del faro, è chiuso.

Per la cena restiamo a El Cotillo, vogliamo goderci un bel tramonto. Troviamo posto al Roque De Los Pescador, da qui si può vedere la torre El Torton, e gustandoci un’ottima paella ci godiamo uno dei più bei tramonti di Fuerteventura.

19 agosto

Un cielo azzurro ci dà il buongiorno, peccato che dopo mezz’ora lo stesso cielo si sia ricoperto di nuvole. Oggi andiamo alla scoperta delle belle spiagge della penisola di Jandia.

Prima tappa a Esquinzio, il cielo nel frattempo è di nuovo tornato blu e splende un caldo sole. La spiaggia è molto bella, sabbia bianca circondata dalle nere rocce laviche. Ci sono delle piccole lagune formate dalla bassa marea dove veleggiano un po’ di windsurf. Riusciamo per un po’ a goderci la spiaggia poi l’alta marea ci costringe ad abbandonare il nostro posto. Riprendiamo l’auto e facciamo un giro fino a Morro Jable, poi torniamo indietro e ci fermiamo a Jandia. Qui si concentrano il maggior numero di alberghi e villaggi turistici e anche la via principale che costeggia il mare è piena di negozi, boutique e ristoranti. La spiaggia è enorme e lungo il percorso per raggiungerla si incontrano tanti scoiattoli.

Dopo cena andiamo al centro commerciale a fare acquisti di souvenir e terminiamo la giornata da Piero’s Bar ad ascoltare musica dal vivo.

20 Agosto

Penultimo giorno a Fuerteventura, facciamo ritorno a El Cotillo. Per raggiungerla percorriano la strada più lunga per fermarci a Tefia e Villaverde. Due villaggi dell’entroterra, a Tefia c’è un museo e l’Eremo di San Augustin mentre a Villaverde ci sono le cave de LLano, piccola delusione per le cave che sono chiuse per problemi di sicurezza, si può visitare solo il piccolo museo. La strada che conduce al El Cotillo passa vicino alla montagna Tindaya, uno dei rilievi più alti di Fuerteventura. Ci consoliamo con la bella spiaggia e il bel mare di El Cotillo, oggi poi la spiaggia è meno affollata e si sta benissimo.

Serata a cena al Fado Rock Stack House a Caletta, che gode di ottima fama, c’è fuori la fila ad aspettare il tavolo, ma la cena è stata sotto la media. Dopo cena lunga passeggiata sul lungomare.

21 Agosto

Oggi giornata di relax e preparativi per la partenza di domani. Concludiamo la nostra permanenza a Fuerteventura con una buona cena al Ristorante Camarote.

22 Agosto

Oggi lasciamo Fuerteventura per proseguire la nostra vacanza a Lanzarote.

Ci svegliamo presto, facciamo colazione e in auto andiamo al porto di Corralejo, dove restituiamo l’auto alla Cicar, al botteghino della compagnia Romero ritiro i biglietti per il traghetto, li ho prenotati on line, è la più economica per chi non deve traghettare l’auto, abbiamo speso 24 euro per due persone.

Il viaggio dura circa 35 minuti e al porto di Playa Blanca ci rechiamo subito all’agenzia della Cicar a ritirare la nostra auto, una Fiat Bravo grigia. Senza intoppi arriviamo a Puerto del Carmen all’appartamento Aloe.

L’isola di Lanzarote è molto simile a Fuerteventura, stesso paesaggio brullo, stessa terra scura e rispetto all’altra isola qui sono più evidenti i segni lasciati dalle eruzioni, si incontrano spesso vaste zone con rocce laviche. Si ha però l’impressione che tutto sia stato armonicamente costruito per renderla più accogliente.

Si attraversano piccoli paesini con edifici bassi tutti rigorosamente bianchi con persiane verdi, e non è raro vedere rigogliosi giardini. Un’altra particolarità sono le rotonde, ognuna è ben curata e con delle belle sculture, tante fanno parte del patrimonio artistico lasciato da Cesar Manrique. Anche il nostro appartamento rispecchia le costruzioni tipiche dell’isola, si trova in un piccolo complesso con piscina a dieci minuti dal centro e dalla spiaggia, nei paraggi ci sono piccoli supermercati.

Dopo aver sistemato i bagagli raggiungiamo la spiaggia. Una lunga striscia di sabbia dorata a ridosso della strada principale, rocce laviche formano delle insenature che riparano dal vento, il mare è un po’ più caldo.

Serata a casa.

23 Agosto

Cominciamo il nostro giro da Arrecife, capitale dell’isola. Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio dell’Arrecife Grand Hotel, unico “grattacielo” dell’isola e ci incamminiamo verso il castello. La passeggiata lungo il molo è piacevole e si incontrano tanti pescatori. Dopo la visita del castello ci concediamo una lunga passeggiata per il centro, tante stradine acciottolate sino a raggiungere la Chiesa di San Gins. In macchina andiamo al Castello di San Josè, che fa parte dell’itinerario artistico di Manrique, acquistiamo il biglietto per la visita delle sei attrazioni e visitiamo la mostra permanente di arte moderna con l’ausilio dell’audioguida. Spettacolare il ristorante all’interno del Castello.

Continuiamo il nostro itinerario raggiungendo San Bartolomè, visibile dalla strada il Monumento al Campesino, visita del centro con i negozi di souvenir artigianali e del ristorante costruito in una cava formata dalla colata lavica, suggestivo!

Raggiungiamo Timanfaya, dopo aver fatto la foto sotto il diavoletto simbolo del vulcano percorriamo il viale che conduce al parcheggio, ci mettiamo in coda ad attendere il bus che ci porterà a fare il giro sul vulcano. Abbiamo la fortuna di trovare due posti dietro all’autista, la posizione è ottima per vedere il panorama e per provare qualche brivido, sembra di essere sulle montagne russe, ogni qualvolta il bus affronta le curve dà l’impressione di andare oltre il ciglio dei precipizi. Lungo il precorso il bus fa delle soste per permettere ai turisti di fare delle foto. Il tour dura circa 45 minuti. Ritorniamo al ristorante, anche questo opera di Cesar Manrique, dove mangiamo le salsicce cotte con il calore del vulcano e poi come tanti turisti ci accalchiamo nei punti dove, per dimostrare l’attività sotterranea del vulcano, alcuni addetti versano dell’acqua in alcuni tubi per generare dei geyser, in un altro punto inseriscono della sterpaglia in una specie di fornace che dopo qualche minuto prende fuoco. Sulla strada del ritorno abbiamo la fortuna di incontrare una carovana di dromedari che fanno rientro, suggestive immagini immortalate da bellissime foto.

Serata al porto di Puerto del Carmen dove sono concentrati il maggior numero di ristoranti, ottima cena alla Confraternita del Pesce.

24 agosto

Giornata dedicata alla scoperta delle opere di Cesar Manrique. Iniziamo con la Fondazione, non è compresa nel biglietto cumulativo e l’ingresso costa 8 euro. La Fondazione è una esposizione permanente allestita nella casa dell’artista. Un esempio di architettura che ha adattato l’abitazione alle forme della natura, in questo caso sono camere ricavate in bolle d’aria create dalla lava. E’ una bella esperienza. Proseguiamo con il Jardin de Cactus, un orto botanico dedicato a questa pianta, ce ne sono tantissime e provengono da tutto il mondo. A pochi chilometri si trova Jameos del agua. Qui si è formato un lago sotterraneo dove vivono i granchi albini e il famoso auditorium costruito nella cavità della roccia.

Ultima opera la Cueva de los Verdes, qui la natura ha fatto tutto. Un percorso guidato di 45 minuti nelle profondità della terra, la guida, in inglese e spagnolo, ci precede lungo un percorso accidentato illustrando le varietà di rocce che si sono formate. Quasi alla fine del percorso sono stata protagonista della sorpresa finale.

La nostra giornata prosegue con il Mirador del Rio, altra opera architettonica di Cesar Manrique, dalle terrazze del ristorante si gode di un bellissimo panorama sull’isola La Graziosa. Poco distante c’è il paesino di pescatori di Orzola, tanti ristorantini sulla strada principale e il porto da cui partono i battelli per raggiungere l’isola La Graziosa.

Rientriamo percorrendo la statale LZ1 che costeggia un litorale selvaggio con le spiaggette lambite dalla lava, il mare è piuttosto agitato. Facciamo una breve sosta ad una spiaggia ad Arrieta, il mare è troppo agitato per i miei gusti mentre Valter non ha nessuna esitazione a fare il bagno, nei pressi della spiaggia c’è un ristorante e ci arriva un profumo di carne alla brace.

Dopo una giornata così intensa siamo troppo stanchi per uscire per cui ceniamo a casa.

25 agosto

Davanti al nostro appartamento c’è la piscina, appena sveglia mi concedo una nuotata solitaria, dopo sveglio Valter e facciamo colazione nel patio sotto un bellissimo cielo azzurro e un sole splendente.

Giornata ideale da dedicare alla spiaggia. Le più belle spiagge di Lanzarote si trovano al sud. Dopo Playa Blanca c’è un parco naturale, il Monumento Natural de los Ajaches, per accedere al parco e alle spiagge si paga un biglietto di ingresso di 3 euro, sono tante le calette alle quali si arriva percorrendo le strade sterrate. Noi scegliamo Playa Papagayo. Lasciamo l’auto al parcheggio, un promontorio con uno stupendo panorama, da qui si possono vedere alcune delle spiagge. Percorrendo una stradina in discesa si arriva alla spiaggia. Siamo arrivati presto e la spiaggia è ancora quasi deserta, dopo qualche ora si riempirà ed essendo piccola diventa un po’ caotica. Ci godiamo queste poche ore di pace, il mare è una tavola azzurra, e la spiaggia, costeggiata dalla roccia lavica, è una bellissima insenatura. Quando l’orda caotica degli altri bagnanti rompe l’idillio del luogo abbandono Valter ai suoi bagni di sole e salgo sul promontorio per scattare le foto del panorama. Dopo sette ore di spiaggia decidiamo che è giunta l’ora di andare. Per il ritorno decidiamo di fare il giro lungo in modo da passare per le Salinas de Janubio, dove ci fermiamo solo per una sosta fotografica, avendo già visitato quelle di Fuerteventura, proseguiamo fino a Los Hervideros. Qui si possono ammirare le onde che si infrangono fragorosamente contro le spaccature e i canali delle rocce laviche, c’è un sentiero che conduce fino ad una piattaforma dove vedere lo spettacolo da vicino.

Ultima tappa El Golfo dove, parcheggiata l’auto davanti al primo ristorante che si incontra arrivando al paese, si percorre una strada sterrata fino ad arrivare ad una piattaforma dalla quale ammirare la laguna di Charco de los Clicos. Un lago di un intenso colore verde che si trova in fondo ad un cratere, incastonato tra la roccia lavica e la sabbia nera, poco distante l’azzurro del mare che in parte ha sommerso il cratere.

Decidiamo di fermarci per la cena al ristorante Bogavante, con una bella terrazza sulla spiaggia dalla quale c’è una spettacolare vista del tramonto, reso ancora più suggestivo dalla moltitudine di gabbiani che si posano sulla spiaggia attirati dal cibo che una anziana signora dà loro. Il ristorante era segnalato sulla nostra guida e devo dire che abbiamo mangiato dell’ottimo pesce fresco.

E’ stata una giornata splendida con il sole tutto il giorno, il rientro è stato tranquillo, le strade sono poco trafficate e le indicazioni sono ottime, non si può sbagliare.

26 agosto

Tempo nuvoloso, facciamo quindi qualche visita che avevamo in programma. Ci dirigiamo verso Tequise, poco prima di arrivare in paese prendiamo la direzione per Nazharet dove visitiamo LagOmar, la villa che fu per un giorno di Omar Sharif, dopo averla comprata la perse a bridge la sera stessa, non sapeva che l’avversario era un campione in questo gioco di carte.

Tequise è un paesino caratteristico con un centro storico e tante viette su cui si affacciano numerosi negozietti di oggetti artigianali, facciamo una bella passeggiata, ammirando i monumenti segnalati lungo il percorso. Sempre a Tequise, su un promontorio, sorge il Castello adibito a Museo dei Pirati, attraverso disegni e piccole riproduzioni viene raccontata la storia dei pirati che hanno attraversato questi mari saccheggiando le città, carino da visitare.

Nel primo pomeriggio raggiungiamo Famara, una bellissima spiaggia di sabbia del deserto con un mare agitato e con correnti pericolose, è molto sorvegliata per evitare che i bagnanti vadano oltre le zone delimitate per il bagno.

Ultima serata a Lanzarote, torniamo al porto con l’intenzione di cenare alla Confraternita, ma stasera non avevano molte varietà di pesce per cui siamo andati alla Casa Roja dove ci ha servito una carinissima ragazza sarda consigliandoci alcune pietanze. Dopo cena abbiamo raggiunto a piedi il lungomare, due ore di passeggiata andata e ritorno. Tanti negozi di souvenir, tutti di cineserie, e tanti ristoranti soprattutto etnici.

27 agosto

Ultimo giorno, con venti euro teniamo l’appartamento fino alle 16 per poter fare le cose con calma.

Spiaggia a Puerto del Carmen, pranzo a casa per svuotare il frigo e partenza verso l’aeroporto che dista pochissimo da qui. La riconsegna dell’auto all’aeroporto è stata un po’ difficoltosa e penso di averla lasciata nel parcheggio sbagliato, rendo le chiavi e poi voliamo verso Madrid dove passeremo la notte.

Queste due isole ci hanno sorpreso per la morfologia del territorio così aspro, paesaggisticamente offrono scorci sorprendenti. Fuerteventura è da preferire per le spiagge mentre Lanzarote per la natura e soprattutto per le opere di Cesar Manrique che ha saputo renderla unica.



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