Vacanza SAFARI

Quest’anno per le vacanze di Natale io con la mia famiglia (io, mio figlio Lorenzo, il mio ragazzo Mirko, i miei genitori Lucia e Massimo, mia sorella Manuela ed i miei suoceri, Cinzia ed Antonello) abbiamo deciso di andare in Puglia a vedere lo zoo di Fasano. Il primo di Gennaio all’ una circa siamo partiti con i nostri camper dal casello...
Scritto da: lolipoppe
vacanza safari
Partenza il: 01/01/2009
Ritorno il: 06/01/2009
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
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Quest’anno per le vacanze di Natale io con la mia famiglia (io, mio figlio Lorenzo, il mio ragazzo Mirko, i miei genitori Lucia e Massimo, mia sorella Manuela ed i miei suoceri, Cinzia ed Antonello) abbiamo deciso di andare in Puglia a vedere lo zoo di Fasano. Il primo di Gennaio all’ una circa siamo partiti con i nostri camper dal casello autostradale di Chiusi, piccolo paesino in provincia di Siena al confine con l’Umbria, e dopo circa sette ore di viaggio e 670 km di strada finalmente siamo arrivati. La mattina seguente siamo andati alla cassa a fare i biglietti, ma lo zoo era chiuso a causa del maltempo e avrebbe aperto la mattina seguente, però noi senza perderci d’animo siamo andati a vedere le grotte di Castellana, una cosa mai vista. 3 km percorsi tra stalagmiti e stalattiti che creavano forme ed immagini di ogni tipo. La Grave, imbocco naturale delle Grotte, era chiamata Grava Civarola. Questo nome gli venne dato a causa delle storie e delle leggende che nacquero quando, ancora prima della scoperta, gli abitanti di Castellana videro per la prima volta l’imbocco della grotta. Il contadino di Castellana che rientrava a tarda ora dalle fatiche dai campi, passando accanto alla Grave, intravedeva – nell’intrico dei rami di leccio che ancora oggi occultano l’imbocco della cavità, bianche figure diafane sollevarsi lentamente e poi scendere nuovamente nell’abisso.

Ben presto, corse voce che si trattava delle anime inquiete dei suicidi le quali, appesantite dal peccato, non riuscivano a salire in Cielo.

Ma come si era aperta quell’orrenda cavità? Il popolo immaginò si fosse trattato di un qualche castigo divino, giusta punizione per la cattiveria umana.

Si raccontava che un contadino fu travolto nella grave improvvisamente apertasi sotto i suoi piedi, poiché aveva tentato di frodare suo fratello, non vedente, nella divisione dei proventi ricavati dal raccolto del grano.

Altri narravano di un avaro agricoltore del luogo il quale negò l’elemosina di un pugno di grano a Gesù Cristo, apparsogli nelle vesti di un frate. Probabilmente, da questa leggenda derivò il nome di Grava Civaròla, la grave delle civarie, le cibarie.

E poi neri uccelli, gufi e pipistrelli: c’era di che temere in un mondo nel quale il soprannaturale era intimamente legato al quotidiano, un contesto sociale e culturale nel quale, a malapena, si distingueva tra miracolo, magia e realtà.

Nel 1937, l’Ente Provinciale per il Turismo di Bari commissionò all’Istituto Italiano di Speleologia di Postumia un sopralluogo alla Grotta di Putignano, rinvenuta nel 1931. Franco Anelli viene a sapere dell’esistenza di cavità limitrofe ancora inesplorate. Quindi il 23 gennaio del 1938 si cala nella Grave di Castellana e realizza ben presto di trovarsi di fronte ad un vasto complesso carsico ipogeo, di estremo interesse scientifico e turistico. Scopre, così, quasi per caso, le famose Grotte di Castellana destinate ad assumere un ruolo fondamentale nel suo futuro. Dal 1939, con la scoperta della Grotta Bianca (chiamata così per il candore delle concrezioni. Allo stato attuale, nella candida grotta si arriva attraverso una porta scavata in uno spesso diaframma d’alabastro) della Caverna della Cupola,(per la forma del “soffitto” che ricorda la cupola di una chiesa), della bellissima colonna di Pisa, del corridoio del serpente, della grotta della Civetta ed i lavori di sistemazione le Grotte divennero un’ambita meta turistica. Un’altra caratteristica delle grotte è la percentuale di umidità, infatti dato che la grotta si trova a circa 60/70 mt sottoterra l’unico posto nel quale avviene il ricambio dell’aria è nella Grave, cioè nella prima grotta, hanno riscontrato un’umidità che va dal 70 fino ad arrivare al 99% con temperature che arrivano massimo a 18°C.

Finito il nostro giro all’interno di queste grotte (circa 3 ore) siamo andati a vedere i Trulli di Alberobello e , nonostante la pioggia, armati di ombrello ci siamo messi a visitare queste case particolarissime, con i tetti che sembravano toccare il cielo e le nuvole. La storia della nascita di queste case è molto affascinante, infatti nacquero ai tempi dei feudatari i quali vietavano ai contadini di avere delle case, quindi i contadini realizzarono questi tetti con dei sassi incastrati, così che quando arrivava il padrone non dovevano far altro che togliere i sassi, non facendo risultare alcuna abitazione. Mentre passeggiavamo siamo entrati in un negozio posto all’interno di un trullo nel quale una ragazza , molto gentile e simpatica, ci ha offerto qualche assaggio di alcuni dolci tipici e di alcuni liquori come ad esempio il liquore al fico d’india, al melone bianco, alle rose, oppure tra i dolci i baci di dama ed altre leccornie che abbiamo comprato. Inoltre passeggiando per le vie non si può fare a meno di notare gli artigiani che modellano i trulli che poi venderanno nei propri negozi. Altro particolare souvenir che si può comprare ad Alberobello sono i fischietti di argilla e ceramica realizzati in ogni forma e tipo, ce ne sono a forma di gallo, di cane , di presepe, addirittura ne hanno fatto uno che rappresentava il Presidente della Repubblica Napolitano che rammenda la Bandiera Italiana. Finalmente è ora di cen, ce ne torniamo quindi ai nostri camper ceniamo e ci mettiamo a dormire, frenetici perché la mattina successiva avremmo visitato finalmente lo zoo di Fasano ed anche Lorenzo, che ha tre anni e mezzo, non vedeva l’ora di poter vedere da vicino gli animali, tanto che la mattina seguente era già sveglio alle sette e mezzo e ha iniziato a svegliare tutti e a buttare giù dal letto i miei suoceri perché voleva andare a vedere gli animali. Dopo una bella colazione siamo partiti e dopo circa una mezz’ora siamo arrivati, si fanno i biglietti e via, inizia il nostro SAFARI. I primi animali che ci accolgono sono tutti della famiglia dei cervidi, cervi, daini, caprette, caprioli e via dicendo ed invece di scappare si avvicinavano alle vetture e si facevano addirittura accarezzare, Lorenzo era completamente in estasi, guardava ovunque con due occhi sgranati, non ci credeva, non aveva mai visto tanti animali libero che gli gironzolano intorno. Finito questa prima parte passiamo per i leoni, il suo animale preferito, ed è stato bellissimo poter vedere da vicino questi micioni, uno di loro ha addirittura leccato il porta biciclette del camper dei miei genitori, elettrizzante. Poi è stata la volta delle tigri, orsi, elefanti ect, ma la cosa che a tutti è piaciuta tantissimo è stata la giraffa, perché per mangiare un pezzo di pane che avevamo noi in mano è entrata con la sua testona dentro il camper e con la sua lingua nera e ruvida ci ha preso il pane di mano e tutta contenta se ne è ritornata a mangiare per gli affari suoi. Invece il pezzo dove eravamo tutti in tensione è stato quando c’erano per strada i bufali, erano veramente enormi e ci puntavano, non per farci del male, solo per guardarci, ma ti mettevano una paura addosso che non abbiamo nemmeno aperto i finestrini per attirarli a noi con il pane, ma erano completamente innocui. Invece il fatto più esilarante è stato quando un cammello non voleva più uscire dal camper dei miei perché voleva altre carote, il mi babbo infatti cercava in tutti i modi di tirare fuori dal finestrino la testa del cammello, ma non c’è stato verso, se lo sono portato dietro fino all’uscita. Una volta usciti da questo safari siamo entrati allo zoo per andare a fare il giro con il trenino in mezzo a circa 300 babbuini liberi. Come siamo entrati ci siamo visti arrivare babbuini da tutte le parti e si attaccavano al trenino, che ovviamente era protetto da una rete fittissima, per avere le noccioline, ovunque ti giravi ne vedevi uno, c’erano anche mamme con i piccoli attaccati alla schiena o alla pancia, dolcissimi. Finito questo giro tra le scimmie, siamo andati a vedere gli altri animali dello zoo, il rettilario, gli animali tropicali e poi, dato che era freddo e tardi siamo ritornati al camper per poi iniziare il viaggio di ritorno a casa il mattino seguente. E’ stata un’esperienza d’avvero entusiasmante e colgo l’occasione di dire a tutti coloro che hanno dei bambini sia piccoli che grandi di andare a vedere questo zoo, perché non solo ti diverti, ma vieni anche a contatto con la natura e ti fa apprezzare di più tutto ciò che finora hai osservato con distacco.

Bardini Arianna



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