Vacanza rilassante tra Strasburgo e dintorni

Piazze circondate da abitazioni residenziali lussuose e da imponenti palazzi, paesi che conservano il volto più tipico dei paesi alsaziani e cattedrali in stile gotico
Scritto da: mau14
vacanza rilassante tra strasburgo e dintorni
Partenza il: 01/06/2017
Ritorno il: 04/06/2017
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
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Quattro amici e una bassottina in luoghi da riscoprire

Strasburgo. Già, un viaggio programmato dallo scorso anno quando quattro copie “storiche” di amici decidono una vacanza “tutti insieme” e scelgono come meta di visitare il capoluogo dell’Alsazia insieme a due simpatici cagnolini. Purtroppo motivi familiari hanno impedito la vacanza. Che fare allora: proponiamolo per quest’anno! Ahimè, sembra che la meta scelta non sia particolarmente fortunata e alla fine delle quattro coppie ne rimangono due: Tiziana, Laura, Maurizio, Arrigo e la piccola bassottina Sumi, la nostra mascotte!

Partiamo intorno alle 7,30 di giovedì primo giugno. Tempo perfetto, traffico limitato e in poco tempo raggiungiamo il confine svizzero, dove, ci fermiamo per l’acquisto della vignetta (euro 42,00) che ci consente di viaggiare sulle autostrade rossocrociate.

Arriviamo al tunnel del Gottardo, lungo diciassette chilometri, non c’è traffico e il passaggio seppur lungo e un po’ claustrofobico, avviene in assoluta tranquillità. Passiamo Lucerna, Basilea e siamo in Alsazia. Il paesaggio è molto rilassante, campi coltivati a frumento, altri cereali e soprattutto distese di coltivazioni di fragole.

Intorno alle 13,30 siamo in vista di Strasburgo. Con il navigatore raggiungiamo senza problemi il nostro hotel, prenotato tramite Booking, l’Hotel Diane Dauphine situato in rue de la 1ere Armée. Esternamente si confonde con gli altri edifici, l’interno è semplice ma accogliente. L’addetto alla reception è gentilissimo, ci assegna le camere e ci consente di lasciare l’auto nel parcheggio dell’hotel. Un po’ scomodo per le manovre ma utilissimo visto che nei dintorni è impossibile parcheggiare. Saliamo al quinto piano. Le camere sono spaziose, bagno moderno, doccia super. Il tempo di disfare le valigie e siamo pronti per scoprire la città che ci ospiterà nei prossimi giorni. La posizione dell’hotel è strategica per raggiungere il centro della città.

In circa dieci minuti siamo già nella zona pedonale dove attraversato il ponte sull’Ill, ci fermiamo in una piccola panetteria, vicino alla Vecchia Dogana, per degustare un trancio di “tarte flambée”. Da lì passando per rue Mercière raggiungiamo la Piazza della Cattedrale di Notre-Dame. Il monumento è imponente e bellissimo. Costruito in arenaria rosa dei Vosgi, presenta una facciata con un magnifico rosone che sormonta il portale centrale. Ha una sola guglia, alla sinistra, alta 142 metri e terminata nel 1492. La piazza davanti alla facciata è molto ristretta mentre si allarga ai lati, in particolare dalla parte destra dove si può ammirare il Palazzo Rohan, ora sede dei musei di Arti Decorative e Belle Arti.

Ci proponiamo di visitare la Cattedrale il giorno dopo e ci dirigiamo verso il negozio di “Batorama”, vicino all’Ufficio del Turismo, per sapere se la piccola Sumi può salire sul battello per la crociera fluviale sull’Ill. Purtroppo gli addetti sono irremovibili. Nessun animale, anche se di piccola taglia, può salire sul battello. Un vero peccato!

Ci addentriamo nelle vie del centro, ritorniamo lungo il fiume Ill, dove vicino al palazzo della vecchia dogana, ora ristorante, nuota una famigliola di cigni con mamma, papà e sette piccolini. Passeggiamo lungo Quai St-Nicolas, ammiriamo splendidi palazzi sino a raggiungere la chiesa di Saint-Thomas, il principale tempio luterano della città. All’interno, molto austero, si può ammirare il mausoleo del maresciallo di Sassonia, capolavoro del XVIII secolo. Dalla chiesa, lungo rue de Dentelles, in pochi minuti raggiungiamo uno dei quartieri più caratteristici della città: “La Petite France”. Caratterizzata da case in graticcio molto ben conservate, in passato abitato da pescatori, conciatori e mugnai. Deve il nome all’ospedale che fu istituito nel XVI secolo per i soldati di Francesco I.

Percorrendo strette vie, incominciamo a farci qualche idea sui ristoranti per la cena e raggiungiamo Place Beniamin Zix, ricca di locali, che affaccia sul fiume. Proprio in quel momento è in arrivo un battello che giunto davanti ad una chiusa aspetta che il livello del fiume si alzi affinché possa proseguire la navigazione. Attraversiamo Pont du Faison, un ponte mobile che si apre al passaggio dei battelli e raggiungiamo la zona dei “Ponti coperti”. Tre ponti attraversano i bracci dell’Ill, tutti dotati di una torre quadrata e massiccia, vestigia degli antichi bastioni del XIV secolo. Tra il primo a sinistra e la prima torre, detta la Torre del boia, si può raggiungere la terrazza panoramica sopra il Barrage Vauban. Saliamo sopra e ammiriamo un panorama spettacolare, in primo piano i ponti coperti e le loro torri, dietro i canali della Petite France e alla destra, sullo sfondo, la cattedrale.

Nel frattempo l’immancabile battello raggiunge il “Barrage” e inverte la rotta verso un’altra diga che, a differenza dell’altra, fa scendere il livello dell’acqua per consentire all’imbarcazione di proseguire la navigazione. Scendiamo dalla parte opposta della terrazza panoramica, attraversiamo un altro ponte e passeggiando lungo la Grande Rue, una delle vie più eleganti della città, raggiungiamo Piazza Gutemberg e nuovamente la piazza della Cattedrale. In pochi minuti siamo all’hotel. Un breve riposo, una doccia ristoratrice e siamo pronti per la cena. Abbiamo scelto il ristorante “Chez Tante Lisiel”, in rue del Dentelles, che tanto era piaciuto alle nostre consorti. Il locale è piccolo, ma molto caratteristico, adornato da manufatti tipicamente alsaziani. Il servizio è cortese e i piatti scelti ottimi e abbondanti. Un’ottima scelta, assolutamente da consigliare.

VENERDì 2 GIUGNO

Oggi dedicheremo l’intera giornata alla visita della città e poiché il giorno prima avevamo ammirato la zona storica, oggi inizieremo la nostra visita dalla zona del Parlamento Europeo. Dopo un’abbondante e ottima colazione siamo pronti per affrontare le “fatiche” della giornata! La gentile signorina della reception ci omaggia di una dettagliata cartina della città e ci spiega quale e dove prendere il tram che ci porterà al Parlamento. Prendiamo il tram “E” e dopo circa una decina di fermate scendiamo a “Robertsau Boecklin”. Siamo davanti all’imponente costruzione del Parlamento Europeo. Gioiello di architettura contemporanea, fu costruito nel 1999 ed è caratterizzato da diversi volumi che formano l’incrocio di un cerchio e di un’ellisse. All’interno ospita l’emiciclo più grande d’Europa con una capienza di 750 posti, che consente l’accoglienza dei deputati europei nelle sessioni mensili.

Di fronte il Palazzo dei diritti dell’Uomo e il Palazzo d’Europa. Passeggiamo tutto in torno e ci addentriamo nelle tranquille strade che circondano il complesso. Sono tutte villette individuali, circa 120, per la verità un po’ trasandate, che scopriremo poi, furono costruite intorno al 1920 quali abitazioni sociali. Ritorniamo sui nostri passi, costeggiamo l’Ill, passiamo un caratteristico ponte di ferro e all’incrocio con Avenue de l’Europe entriamo nel Parco de l’Orangerie. Avevamo letto che qui si potevano ammirare le cicogne, ma lo spettacolo che dopo pochi minuti si presenta davanti ai nostri occhi, è qualcosa di assolutamente inaspettato. Alziamo gli occhi ed ecco un bellissimo esemplare di cicogna che riposa sopra un albero. E poi eccone un’altra e un’altra ancora. Sopra alcuni alberi, degli enormi nidi costruiti con ramoscelli di legno intrecciati tra di loro. Famiglie intere di cicogne con i genitori che si alternano per nutrire i piccoli. E sopra i camini del “Pavillon Joséphine” altri splendidi nidi. Le ammiriamo volteggiare nel cielo, atterrare sui nidi e riprendere a volare. Uno spettacolo emozionante che da solo “vale il biglietto”! Il parco è tenuto benissimo, pulito con aiuole fiorite. Raggiungiamo il piccolo zoo, qui una zona è riservata alla cova delle cicogne mentre intorno, fenicotteri rosa, esemplari di scimmie e altri piccoli animali si lasciano ammirare. Poco più lontano un piccolo lago con una romantica cascatella e le immancabili cicogne in volo. Saremmo rimasti lì ancora per ore, ma il programma è ancora pregno e dopo una bella corsettina di Sumi nei verdi prati del parco usciamo verso Rue de Verdun. Passiamo la chiesa cattolica di San Maurizio, chiusa. Camminiamo lungo Avenue de la Foret Noire, Avenue d’Alsace e raggiungiamo la chiesa protestante di Saint Paul che avevamo ammirato nella mattinata passando con il tram. Purtroppo anche questa è tristemente chiusa! Non ci resta che ammirare la bellissima facciata e le due guglie dal Pont d’Auvergne e dirigerci verso Place de la Republique. Edificata tra il 1871 e il 1918, questa piazza, è caratterizzata da larghi spazi e da un imponente monumento ai caduti, situato al centro, che rappresenta una madre e due figli, di cui uno morto per la Francia e uno per la Germania. Situazione che molti alsaziani hanno purtroppo vissuto durante le due Guerre Mondiali quando l’Alsazia passò più volte sotto il dominio delle due nazioni. La piazza è caratterizzata da giardini in stile francese ed è circondata da abitazioni residenziali lussuose e da imponenti palazzi quali il Teatro Nazionale, la Prefettura, il Palazzo di Giustizia e la Biblioteca universitaria. Attraversiamo la piazza, e percorrendo vie sempre da caratterizzate da splendidi palazzi raggiungiamo la zona della Cattedrale. Decidiamo una breve sosta ristoratrice per poi visitare la Cattedrale nel primo pomeriggio. Ci accomodiamo al “Caffè Pinocchio”, dove degustiamo due enormi coppe di frutta e gelato e due freschi succhi di pompelmo. Una volta ristorati raggiungiamo la biglietteria della Cattedrale situata sul lato destro. Qui acquistiamo quattro biglietti convinti che l’entrata in Cattedrale fosse a pagamento, invece, i biglietti (cinque euro), servono solo per la salita, l’entrata in chiesa è gratuita! Che cosa facciamo, perché la piccola Sumi non può ne salire, ne entrare in Chiesa? Decidiamo di dividerci. Arrigo rientra nel piccolo ufficio e sul biglietto si fa indicare che l’entrata, causa cagnolino, sarà divisa due a due, poi mentre Tiziana e Laura iniziamo la salita dei 332 gradini, io Arrigo e Sumi attendiamo nella piazza. Dopo una buona mezz’ora le vediamo arrivare dal lato opposto alla piazza contente dell’esperienza ma un po’ stravolte. Ci raccontano le difficoltà della salita poi entrano per la visita alla Cattedrale. Ora tocca a noi maschietti! Affidiamo Sumi a Laura e iniziamo la salita della scala a chiocciola che ci porterà, appunto dopo 332 gradini, a un’altezza di 66 metri. Arriviamo con il fiatone ma sicuramente lo spettacolo ci appaga della fatica. Strasburgo è ai nostri piedi, ammiriamo tutte le antiche case con le caratteristiche mansarde, la vista spazia sino al Parco dell’Orangerie e al Parlamento Europeo. Riconosciamo le chiese e i monumenti visti nella mattinata poi, dopo aver scattato un po’ di foto, iniziamo la discesa e la successiva visita all’interno della Cattedrale. L’interno è a tre navate, caratterizzato da splendide vetrate, realizzate fra il XII e il XIV secolo, e da un rosone centrale. L’organo principale è collocato nella terza campata della navata centrale, lungo la parete di sinistra, conserva ancora la cassa originaria in legno scolpito policroma, risalente al 1384. Sulla parte destra il transetto del Giudizio Universale e l’Orologio astronomico, un vero capolavoro che ricostruisce perfettamente quelle che erano le conoscenze astronomiche dell’Ottocento. La struttura dell’orologio è composta dalla cassa, alta 18 metri, che poggia su un basamento di più di 4 metri e largo 7,30 metri, su quale s’innalzano anche una scala a chiocciola per accedere al quadrante esterno e a una torre entro la quale scorrono i cinque pesi che forniscono la forza motrice ai meccanismi contenuti nella cassa; la ricarica avviene automaticamente ogni settimana, tempo impiegato dai pesi a compiere l’intera discesa. Il tutto è ornato da pitture e sculture di legno. Non c’è molta gente e la visita si svolge con tranquillità e con la possibilità di ammirare con calma le varie opere. All’uscita ci attendono Tiziana, Laura e Sumi che nel frattempo si erano riposate dalle fatiche della salita. Anche se loro, spavalde, smentivano spudoratamente…

Sono le sedici e a questo punto decidiamo di dividerci. Io e Tiziana ci rechiamo allo show room di Batorama per acquistare i biglietti per la gita sul fiume Ill, mente Laura, Arrigo e Sumi decidono per una passeggiata verso la Petite France. La gita in battello (euro ventitré a persona) dura circa un’ora, ci imbarchiamo dal molo C e muniti di un audio guida in italiano, percorriamo tutto il tratto fluviale intorno alla città. Passiamo la Petite France, attendiamo l’apertura della chiusa, raggiungiamo i ponti coperti, passiamo la seconda chiusa, poi la zona del Parlamento Europeo e ritorno alla partenza. Il tutto mentre l’audioguida spiegava la storia sia della città e le vicissitudini vissute in passato, sia la storia dei vari monumenti che man mano passavano sotto i nostri occhi. Molto interessante, peccato che Laura e Arrigo non abbiano potuto condividere con noi questa esperienza!

Rientriamo in hotel passeggiando nella vie del centro, ricche di eleganti locali, boutique e vari negozi di dolciumi, biscottini e “pains d’epices”, specialità dolciaria della zona. Laura e Arrigo ne approfittano per acquistare una scatola di biscotti con il coperchio raffigurante una cicogna, da regalare alla figlia Claudia, da pochi mesi in dolce attesa! Per cena scegliamo un ristorante della Petite France, “Maison des Tanneurs”. Locale caratteristico, cibo buono ma non eccezionale.

SABATO 3 GIUGNO

Oggi le previsioni danno cielo variabile con improvvise precipitazioni e temporali. Quando ci alziamo, però il cielo è terso, senza nuvole. Promette bene, speriamo! Il programma prevede di raggiungere Colmar e successivamente visitare qualche altro paese alsaziano. Colmar dista circa settanta chilometri da Strasburgo e in circa un’ora, percorrendo la A35, raggiungiamo la cittadina alsaziana. Parcheggiata l’auto in un comodo parcheggio, poco distante dal centro storico, ci addentriamo nella zona pedonale. Case a graticcio, balconi fioriti, colori pastello, insegne di ferro battuto di locali e attività a ogni angolo. Forse un po’ troppo commerciale ma comunque piacevole. In Place Unterlinder, all’Ufficio del Turismo, recuperiamo una piantina della città in italiano. Passiamo davanti alla Case delle Teste ed entriamo nel “Musée Hansi“, un luogo “magico” dove tutto parla di Alsazia. Tovaglie ricamate, teiere, tazze da caffè, piatti, teglie in ceramica ricamata e souvenir di ogni tipo, a prezzi nel complesso accettabili. Da lì passiamo davanti alla Chiesa dei Domenicani, che non visitiamo, e raggiungiamo la Piazza della Cattedrale. La cattedrale o, Collegiata di Saint-Martin, in stile gotico, costruita a partire dal 1237 è costruita in arenaria rossa e ha il portale principale affiancato da due torri: quella sud ospita una meridiana. L’esterno è maestoso e imponente mentre l’interno si presenta un po’ buio, nonostante le ampie vetrate sui lati. Lasciata la piazza della cattedrale, ci dirigiamo verso la Petite Venice, caratteristico quartiere con canali navigabili. Nel frattempo, incominciamo a sentire in lontananza, il rumore di alcuni tuoni, e in pochi minuti, proprio mentre stavamo visitando il mercato coperto si scatena un violento acquazzone. Non ci resta che aspettare al riparo dalle intemperie, poi, dopo una mezz’ora, lasciamo il nostro provvidenziale riparo, passeggiamo nelle viuzze della cittadina e raggiungiamo l’auto.

Da Colmar raggiungiamo Riquewihr. Immersa tra le vigne conserva il volto più tipico dei paesi alsaziani. Una città fiorita che ha conservato intatte le viuzze, i palazzi e le mura cinquecentesche. Parcheggio comodissimo fuori dalle mura della città e attraverso rue Général De Gaulle entriamo nel paese. Non piove più ma il cielo è sempre minaccioso. Un pozzo, una fontana, case a graticcio, fiori dovunque, winstub, ristoranti e birrerie a ogni angolo. La cittadina ci piace molto. È anche tempo di una sosta “pappa”. Individuiamo la “Creperie du Vieux Pressoir” ma, con grande sorpresa siamo respinti per via di Sumi. Siamo molto sorpresi e amareggiati, ma… “morto un papa se ne fa un altro”. Poco più avanti ci accomodiamo a “La Terrasse” dove gustiamo quattro ottime “tante flambée”, classica e con formaggio muster. Ricomincia a piovere e salutati i gentili ristoratori, proseguiamo la nostra passeggiata sino all’estremità nord del paese, dove si ammira la Torre Dolder. Risale al XIII secolo ed è una delle porte di accesso del paese. È alta 25 metri e domina dall’alto tutto il paesino. Pochi metri indietro siamo attratti da un’insegna a forma di albero di Natale. Cos’è? Guardiamo all’interno del negozio… e come per incanto ritorniamo bambini. È il negozio di Kathe Wohlfahrt, “Feerie de Noel”! Sembra di essere in una fiaba. Alberi di Natale addobbati, personaggi di ogni tipo, soffitti stellati, Babbi Natale a grandezza naturale, addobbi natalizi per tutti i gusti e tutti i prezzi. C’è solo l’imbarazzo della scelta, fantastico! Lasciamo la “fiaba” e la realtà ci propone ancora una fitta pioggerellina. Ripercorriamo la strada principale, scoprendo angoli sempre più caratteristici e pagato il parcheggio, raggiungiamo Ribeauvillè. Dista pochi chilometri da Riquewihr e la raggiungiamo percorrendo una comoda strada immersa nelle vigne. Purtroppo continua a piovere, anzi l’intensità della pioggia aumenta e percorriamo la strada principale, attorniata da case in graticcio, balconi fioriti, statua del pifferaio e l’immancabile cicogna, sotto l’ombrello. Raggiungiamo l’estremità della Grande Rue, anche qui la strada finisce con una grande torre, detta dei macellai. Troviamo riparo per qualche minuto sotto l’ampio portico poi, a malincuore, decidiamo di rientrare, Purtroppo la pioggia ci ha impedito di godere appieno della ridente cittadina. Ci soffermiamo a osservare vetrine ricche di prelibatezze culinarie, manufatti artistici e souvenir vari e raggiungiamo il parcheggio. Nel ritorno ammiriamo in lontananza, avvolto nella nebbia, il Castello di Haut-Koenigsbourg, che avremmo visitato molto volentieri. Per cena prenotiamo un ristorante nelle vicinanze dell’hotel, “La Coccinelle”. Ottima scelta. Locale piccolo ma accogliente. Servizio gentile e veloce. Ottimi piatti che ci soddisfano appieno.

DOMENICA 4 GIUGNO

È il giorno del rientro. La giornata si presente senza pioggia con un bel sole splendente. Decidiamo quindi, prima del rientro a Milano, di visitare un altro paese della “via dei vini” e la scelta cade su Obernai. Il paese è molto tranquillo, tutto racchiuso tra le vecchie mura. Visitiamo l’ampia e luminosa cattedrale, la piazza del mercato, circondata da case in graticcio, ci addentriamo nelle viuzze, acquistiamo gli ultimi souvenir poi, dopo alcune foto tutti assieme, riprendiamo l’autostrada per il rientro. Sino al Gottardo viaggio tranquillo, poi, prima della lunga galleria, si forma una coda di parecchi chilometri determinata dai semafori rossi posti prima del passo per regolare l’afflusso di auto nel tunnel.

Rientriamo nel pomeriggio soddisfatti di questa esperienza che ha consolidato una bella e sincera amicizia.



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