Vacanza norvegese

Viaggio di gruppo con auto a noleggio percorrendo circa 2000 km a tappe, dormendo negli ostelli o nei campeggi e visitando cascate, fiordi e laghi e ammirando paesaggi magnifici, quasi sempre baciati dal sole, facendo trekking
Scritto da: Gianpietro
vacanza norvegese
Partenza il: 10/08/2018
Ritorno il: 19/08/2018
Viaggiatori: 16
Spesa: 2000 €
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Fiordlad Norvegia estate 2018

Quando arriva l’estate mi domando sempre cosa mi piacerebbe visitare e cosa di un viaggio mi rimarrà nella mente.

In un viaggio non ci sono solo i paesaggi importanti ma tutto un insieme di fattori che contribuiscono a far sì che il viaggio ti rimanga in mente, o almeno parte di esso.

A volte, forse il paesaggio, è quello che ti dimentichi prima, se non hai dei ricordi fotografici vivi, ma a far si che il viaggio sia piacevole, le persone che hai conosciuto e gli stati d’animo che hai provato insieme a loro, non te li dimenticherai, almeno a me capita così.

Però certo il tipo di luogo che andrai a visitare deve essere interessante, o almeno sarai tu che lo sceglierai e quindi saprai che quello sarà così, le persone che incontrerai invece non le conosci, non saprai quasi niente di loro neanche dopo il viaggio ma per 10/15 giorni che staranno assieme a te dovrai cercare di dare il meglio di te stesso per far si che la vacanza sia piacevole al massimo per vivere con loro, e lo stesso lo dovranno fare loro, ci si augura sempre. Con questa premessa ora vado a raccontarvi la vacanza dell’estate 2018 nei paesaggi e nell’incantata Norvegia alla scoperta dei suoi fiordi, delle sue cascate e non solo. Così come da qualche anno succede, mi iscrivo ad un viaggio dal sito di “Avventure nel Mondo”. Decido quindi per “Fiordland Norvegia”: “Viaggio nel paese dei fiordi, tra mare, monti, selve, ghiacciai e la musica delle cascate. Da Oslo a Bergen in auto”. Ma andiamo con calma.

Il viaggio prevede il pernottamento in bungalow o ostelli e il trasporto dei partecipanti con auto prese a nolo e durante il percorso una serie di visite ai luoghi di maggior interesse quali cascate, fiordi, città, chiese, in base al tempo disponibile. Tutto quello che dal programma era stato previsto è stato rispettato, in una maniera o nell’altra.

Ho condiviso il mio viaggio con Dino, Federico, Stefano, Fabio, Graziano, Fedele, Iside, Clelia, Romina, Angela, Annamaria, Giovanna, Silvia, Caterina ed Elena.

10 agosto ’18

Il gruppo per motivi organizzativi si incontra a Oslo, perché le partenze sono divise tra gli Aeroporti di Milano Malpensa e Roma Fiumicino, questo in base alla provenienza dei partecipanti.

L’attesa di conoscere queste persone è grande e finalmente il sogno si realizza verso la fine della prima giornata nei locali del noleggio auto dell’aeroporto di Oslo. L’emozione è grande ma associare 15 nuovi nomi ad altrettante facce sconosciute provoca nei primi giorni un po’ di simpatico imbarazzo.

Sistemate le pratiche con il noleggio si parte con i nostri mezzi alla ricerca del nostro Ostello nella città di Oslo. Le macchine dotate di ogni confort sono 2 Ford SW, una Golf SW e una Skoda Fabia blu, che purtroppo non ha come optional il navigatore e decisamente il bagaglio piccolo per far posto alle 4 valigie degli occupanti , ma gli stessi nominati i “Puffetti “sapranno essere all’altezza di ogni aspettativa per quanto riguarda la navigazione durante tutto il tragitto , tra cartina geografica e il navigatore di Google Maps .Addirittura più volte saranno loro che si faranno carico di guidare a destino gli altri equipaggi.

Arriviamo all’Anker Hostel di Oslo, ma tutti pensavamo di entrare al Anker Hotel! (una bella differenza). Comunque sistemati nelle stanze a 3, 4, 6 posti letto a castello si decide con di riposo dopo il lungo viaggio e di iniziare con una cena autogestita dato che dall’ Italia ognuno si era fatto carico di portare, secondo il programma, pasta, riso, sughi di vario genere, tonno ecc. dato che come ben si sapeva i prezzi per mangiare in Norvegia sono abbastanza proibitivi. Ben apprezzate da tutti quindi le orecchiette della cuoca Iside!

Successivamente un giro fino al porto ci da la possibilità di vedere un po’ la città con le luci della sera e non senza una sosta per una birretta un pub dove all’interno l’arredamento è molto simile ad un negozio di dischi in vinile. Molto caratteristico.

11 agosto ’18

La mattina e fino alle ore 14 circa abbiamo la possibilità di visitare la città un una vera giornata calda, quindi chi si organizza per visitare il porto nuovamente, chi alcuni musei, come il Museo Munch e la Galleria nazionale, chi la fortezza di Akershus, chi la Cattedrale o il teatro dell’Opera.

Io preferisco un giro sempre all’aria aperta iniziando a fotografare i siti più importanti della città ma mi soffermo principalmente sul porto e sulla Cattedrale.

Finalmente si parte con i quattro equipaggi sistemati al meglio nelle macchine con valigie e zainetti il più delle volte posizionati in modo che l’autista non abbia assolutamente visibilità, specie nella nostra piccola macchinina! Destinazione a circa 4 ore il paesino di Kvam al Vertshuset Sinclar con una tappa intermedia per visitare nel comune di Ringebu la bella chiesa purtroppo solo esternamente con il suo cimitero.

All’hotel ci sistemiamo nuovamente nelle camere, sempre da 4 letti per camera ma velocemente ci rechiamo nella sala ristorante per la cena, un piatto di carne con patate e verdura e del salmone affumicato sono le specialità del posto, sorseggiando birra, naturalmente.

Il paesino certo non è una città, facciamo due passi lungo l’unica strada principale, prima di rientrare nelle camere.

12 agosto ’18

Alcuni del gruppo dopo aver preso il necessario per una colazione al sacco preparata dal gestore si avviano per un trekking nel vicino Parco nazionale di Rondane.

Il resto invece dopo l’ottima colazione in albergo si avvia con le macchine verso la strada dei trolls, un’emozionante avventura lungo un percorso che si inerpica sulla montagna con cascate e paesaggi mozzafiato. È la famosa Trollstigen, strada turistica con 11 tornanti stretti con pendenze del 12%, un po’ simile alla nostra strada del Passo dello Stelvio con la differenza che la strada Italiana (la più alta d’Europa) si arriva a quota mt 2757 invece quella Norvegese appena a mt 620. Sulla sommità si può godere del paesaggio sottostate grazie ad una piattaforma che quasi sembra sospesa nel vuoto, un po’ di arcobaleno sullo sfondo dà alle foto un pizzico di fantasia e maestosità. A questo punto un po’ il tempo si rompe, ci raggiungono anche l’altro gruppo e da lì a poco si riparte verso la successiva ad Alesund.

Le strade in Norvegia hanno un buon asfalto e si percorrono abbastanza bene, bisogna stare attenti ai limiti di velocità continuamente monitorati da telecamere con postazioni fisse. E la strada segue il paesaggio tra fiordi, piccole colline, ma anche qualche montagna fino a circa 1300 mt. Numerosi sono i punti panoramici segnalati per scattare fotografie sul fiordo sottostante, per esempio, la cascata come quella che scendendo la strada dei trolls, si incontra senza quasi scendere dalla macchina si può osservare dalla passerella la potenza dell’acqua e il suo classico frastuono.

Proseguiamo quasi senza sosta fino al campeggio di Alesund e un paio di uomini temerari fanno anche il bagno nelle acque non caldissime del fiordo proprio di fronte.

Si decide per un giro della città prima della cena autogestita in uno dei bungalow.

Quindi visitiamo la parte vecchia della città che sorge nella parte settentrionale dei fiordi, su piccole isole collegate tra di loro. È uno dei porti pescherecci più attivi della Norvegia. Alcuni salgono fino al Fjellstua Aksla, punto di osservazione della città tramite una scalinata da 418 scalini si gode di un paesaggio e nel nostro caso anche di un bel tramonto. Da vedere. Riesco a fare qui delle foto panoramiche unendo più scatti in sequenza poi unite con i programmi di fotoritocco.

Si rientra al camping per la cena grazie alle cucine dei bungalow e all’esperienza delle cuoce si riesce a cucinare una buona pasta.

13 agosto ’18

Il tempo si mantiene soleggiato e non eccessivamente freddo, questo aiuta molto negli spostamenti giornalieri anche se ogni tanto un temporale o uno scroscio d’acqua ci sorprende quasi all’improvviso ma in queste regioni è abbastanza normale.

È la giornata in cui prendiamo due traghetti perché non sempre è possibile raggiungere le mete proposte senza la comodità dei traghetti porta macchie e camion.

Il primo dopo pochi chilometri dal campeggio è di breve durata, infatti la caratteristica del paesaggio e per il tipo di strada che dobbiamo percorrere nella giornata odierna, in circa 15 minuti siamo dall’altra parte del fiordo. Più lungo e decisamente più suggestivo è il secondo traghetto che prendiamo a Hellesjlt fino a Geiranger nel Geirangerfiord appunto. Una traversata al centro di un magnifico fiordo che dura oltre un’ora durante la quale osserviamo le meraviglie della natura tra le sponde il fiordo e salutiamo altre imbarcazioni di varie dimensioni che incontriamo nella navigazione. Si costeggiano ad un certo punto delle casate molto suggestive, le Seven Sisters illuminate dal sole offrono numerosi spunti fotografici. Sono per lunghezza le 39° cascate della Norvegia, dagli altoparlanti della nave una musica che è una melodia aiuta ad immergersi nell’atmosfera ovattata del paesaggio.

Successivamente con le macchine saliamo per una strada stretta per raggiungere la partenza di un trekking che ci porterà a vedere una cascata con un buon salto e scattare qualche foto fin dietro di essa e consumare il nostro pranzo al sacco sul prato. Ovvero dal Wersras Restaurant parte un sentiero per lo più a gradoni che in circa un’oretta sale fino alla Storseterofossen. In poco tempo riscendiamo alle macchine e di nuovo si sale dalla parte opposta per un altro punto panoramico mozzafiato. Attraverso la strada saliamo fino a quota 1500 mt (gli ultimi km strada a pagamento) del Dasnibba Geiranger. Lo sguardo si perde a 360 gradi con il fiordo e le navi da crociera da cui poco prima eravamo passati a fianco, da una parte e da un ghiacciaio perenne dall’altra. Una sorta di balcone sul tetto del mondo, una serie di laghetti color turchese durante la discesa completano il quadretto.

Ci dirigiamo successivamente al campeggio per la sera, sbagliando anche ingresso! È il Kleivenens Camping sulla riva del fiordo che per la sua posizione ci regala un tramonto e un’alba emozionante. Sistemati nei bungalow ci rechiamo a fare un po’ di spesa nella vicina cittadina di Stryn e, grazie alle cuoche e ai fuochisti, ceniamo anche con delle ottime bistecche di maiale cucinate sulle braci precedentemente preparate. (Fabio top dei fuochisti)!

14 AGOSTO ’18

Si parte nuovamente con macchine e zaini per un nuovo trekking con visita ravvicinata del ghiacciaio. In un’ora scarsa di macchina arriviamo al Briksdal Montain Lodge, ovvero il parcheggio per la camminata verso il ghiacciaio che si raggiunge comodamente lungo un sentiero asfaltato prima e poi leggermente sterrato poi fino alla sommità dove le acque gelide del ghiacciaio che scarica il ghiacciaio formano un elegante laghetto. Questa è solo la punta finale del Jostedalsbren National Park e del suo ghiacciaio sovrastante, irraggiungibile. La foto di gruppo con autoscatto non può mancare posizionando la digit su una roccia in equilibrio poco stabile! Sul percorso un’imponente cascata irrompe il silenzio e l’acqua cristallizzata crea un’incredibile arcobaleno.

Il tempo sempre clemente con noi ci regala colori e paesaggi assolutamente incontaminati che mi ricordano lo Yosemite National Park della Sierra Nevada, California.

La strada da percorrere nella giornata odierna è lunga ma molto divertente, si costeggiano i fiordi a momenti, in altri si sale su colline con paesaggi brulli ma lo spirito del gruppo è alto e nella macchina dei puffetti succede cose che non si possono raccontare, complice la musica della mia chiavetta, l’atmosfera è spumeggiante e allegra! Dal commento degli altri equipaggi sembra che la macchina facesse strane evoluzioni sulla strada a momenti a ritmo di samba, a momenti più dolcemente quasi come un lento struggente. Hahaahahah.

Ma in discesa bisogna stare attenti altrimenti i freni si surriscaldano e le pastiglie si consumano.

Una nave da crociera che naviga sullo sfondo del fiordo è una cartolina dal vivo e gli scatti con le pose migliori delle nostre donne si moltiplicano.

Si scende di altezza fin a quota zero e si prosegue ancora per chilometri e chilometri con destinazione Myrkdalen Camping. Qui succede di tutto per la scelta delle camere nei bungalow, nessuno vuole dormire con nessuno, tutti vogliono dormire con tutti o con tutte, si arriva allo scontro. Inoltre inizia a piovere. Si arriva ad un accordo: maschi nel bungalow grande con bagno e doccia, le ragazze in quelli più piccoli ma senza bagno, i ragazzi costretti a cucinare il risotto, che tra l’altro risultato buonissimo! La serata procede con un po’ di festina nel bungalow, si tenta qualche ballo di gruppo, qualche tentativo di trenino, con Angela provo il salto da un piccolo sgabello al passo sulle note della canzone Jump dei Wan Hallen ma rischio di spaccarmi la testa e il vetro dietro di me ! Ma ci si diverte comunque.

15 AGOSTO ’18

Si riparte nuovamente, per un altro trekking sotto la cascata. Attraverso una bellissima strada a volte in salita a momenti dentro la montagna, a momenti che sale ellittica, costruzione magnifica di alta ingegneria, raggiugiamo Voringfoss, punto di partenza dell’escursione a volte anche difficile per la presenza di faticosi passaggi con grossi massi a momenti anche scivolosi, si prosegue attraversando un piccolo ponte per arrivare davanti alla maestosa casata dove anche in questo caso le gocce d’acqua cristallizzate non lasciano scampo sui vestiti, capelli e occhiali di chi faticosamente tenta l’ascesa oltre il consentito sotto la super visione dei nostri maestri delle montagne, Stefano e Fabio.

Alla fine dell’escursione un bel temporale ci raggiunge ma siamo già in macchina, sudati contenti e anche un po’ stanchi. Proseguiamo sempre in direzione sud passando la città di Odda e la casata di Latefossen per uno scatto veloce e la classica sosta ai bagni (che non manca mai). Destinazione finale della giornata sarà l’ostello nei pressi del rifugio Perikestolen. È chiamata così la falesia di granito alta 604 mt che termina a strapiombo sul Lysefiord. È uno dei siti più popolari della Norvegia.

Nella cucina dell’ostello cerchiamo di organizzare una cena con le nostre risorse di cibo ma il problema del forno a cui non arrivava più il gas forse perché qualcuno lo aveva chiuso getta il gruppo nel panico, addirittura qualche ragazza avrebbe tentato scene esclusivamente per pubblico adulto per farsi dare in prestito il fornellino da campeggio da un bel biondo norvegese, ma fortunatamente (be’….eravamo tutti adulti hahaha) non c’è ne è stato bisogno in quanto la situazione si è risolta velocemente rialzando il grosso interruttore del forno. Cena, (frittata e spaghetti) quindi assicurata e di ottimo livello come sempre.

Il problema dell’ascesa al grosso masso di granito della mattina successiva diventa un caso nazionale dato che le previsioni meteorologiche erano assolutamente pessime. Si fanno le ipotesi più disparate, si consultano i migliori scalatori del pianeta, mentre si sorseggia un’acquavite da 40° ma la situazione non cambia, il tempo rimane pessimo con nessuna possibilità di schiarite.

Si va a letto con l’unica preoccupazione del tempo la mattina seguente, nessun rimpianto se la notte qualcuno russa!

16 AGOSTO ’18

E come da previsioni, ormai note a tutti, ci svegliamo sotto il diluvio più totale. Un po’ amareggiati a gruppi andiamo a fare colazione molto nutrita. Qui succede di tutto, telefoni che scoppiano per messaggi che continuamente dicono il vero e poi il falso, persone che scappano dal rifugio, gente che parte e che non ritorna se non dopo quasi 6 ore. Una diaspora totale fino alle prime ore del pomeriggio quando quasi tutto il gruppo si riunisce sotto l’unica doccia calda che rimane o dentro una zuppa dei locali per il pranzo. Tutti sembrano comunque soddisfatti per aver visto e/o intravisto quello spazio vuoto davanti a loro, tanto acclamato causa quel maledetto tempaccio. L’unico, ma dico l’unico, che non ne ha tirato fuori niente ma neanche cippa per gatti è stato il sottoscritto… ma ormai è acqua passata e di acqua ne è venuta giù tanta ve lo assicuro!

Alcuni invece con la macchina hanno proseguito fino alla tappa successiva ammirando il famoso megalite da sotto comodamente seduti sul battello, al coperto.

Loro ci raggiungono verso sera direttamente in hotel a Stavangher, un hotel all’interno di un ospedale, bel posto, belle camere, finalmente dormo senza che nessuno russa, tutta la notte!

Ma dato che gli altri avevano già perlustrato il centro si decide di uscire per una passeggiata e di cenare fuori, l’ultima cena pagata con la cassa comune.

Quindi ceniamo allo Skagen Restaurant con a scelta piatti di salmone affumicato, chi invece preferisce invece la zuppa di cozze, e chi si fa anche il desser! Tutti soddisfatti, comunque.

Non cessa di piovere, è uno scroscio dietro l’altro ma poco importa, in questi ultimi giorni di viaggio ci stiamo facendo l’abitudine anche alla pioggia.

Si rientra e si dorme di sasso.

17 E 18 Agosto ’18

Con un altro traghetto dove in poco tempo riusciamo a vedere un temporale in lontananza ma anche un bellissimo sole che comunque durerà poco, ci accingiamo a percorrere gli ultimi chilometri in macchina fino a Bergen, ultima meta del viaggio per passarci le ultime due notti e visitando la stessa in lungo e in largo anche se praticamente sempre sotto una battente pioggia che non poco ha rovinato i nostri piani, ma il tempo non lo puoi fermare, si sa.

L’ostello in centro è proprio comodo per gli spostamenti a piedi dato che praticamente è dietro al porto, centro nevralgico della città.

Abbiamo tempo per visitarla bene, con tutta calma, salire tramite la funivia a cremagliera, forse in quell’ora che la pioggia dava un po’ di tregua e visitare anche il famoso quartiere Bryggen sul lungomare della città costruito da case di legno edificate in linea e sede dei commercianti costruite tra il 1070 e il 1360. Gli edifici ospitano ora attività legate al turismo, negozi, ristoranti e musei, classificato dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

Come città turistica c’è anche un bel mercato del pesce a fianco del porto e la prima sera ceniamo proprio lì grazie ad un amico di Fedele ma non è che ci fa lo sconto…! Ahahah

La giornata successiva dedicata principalmente alla ricerca dei souvenir, viene sfruttata anche per visitare da alcuni qualche museo, da alcuni per riposarsi, sempre sotto la pioggia quasi incessante.

Non manca per tutto il gruppo un po’ di svago in una bella birreria la prima sera e in un locale stile americano anni 60’ la seconda. Nota del sottoscritto dove un po’ lanciato dal gruppo, un po’ di sua iniziativa prende posizione al centro della pista per iniziare una serie di scatenati balli semiseri con le ragazze del gruppo complice l’alcol che faceva effetto. Ho sempre cercato di mantenere un comportamento di rispetto, non so se ci sono riuscito, ma dopo tutto se mi togliete il ballo, la musica, e qualche tentativo di creare una situazione allegra, non mi resta niente, e allora senza ritegno o quasi ho dato spettacolo. Ahahah, ma questo fa parte di me, non riesco e essere sereno altrimenti, non me ne vogliate.

Ma si può far diventare un #cocajak il tormentone dell’estate! Eeeeee

19 AGOSTO ’18

Alla fine abbiamo percorso quasi 1900 km in tutta tranquillità senza che, per fortuna succedesse un che minimo inconveniente che potesse causare ritardi o problemi, con le macchine, ad esempio. E poi arriva il giorno che si deve anche tornare a casa e salutare quelle persone che hanno fatto la vacanza insieme, salutare e forse ripercorrere in pochi minuti tutto quello che hai condiviso con loro e trovare assieme a loro quelle parole il più delle volte senza senso che solo in certe situazioni si creano. Poi succede che ad alcuni di loro ti affezioni perché hai trovato in loro persone positive.

Cosa rimane di un viaggio così.

Per quel che mi riguarda sono stato bene con tutte le persone del gruppo e da ognuna porto a casa qualcosa, un insegnamento, un modo di vedere che mi allarga la mente.

Porto a casa anche dei ricordi fotografici per la mia ricerca.

Solo loro potranno dire lo stesso di me, io ho cercato di essere spontaneo e naturale, di essere educato e rispettoso.

Comunque li ringrazio tutti, loro che hanno condiviso con me una nuova esperienza di vita.

Un saluto a tutti da Gianpietro, il vostro fotografo, ballerino, autista e quant’altro aggettivo anche divertente mi è stato attribuito scherzosamente in questo viaggio.



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