Uzbekistan soft
maledetto spamming …
BUONO A SAPERSI QUANDO: mai ad Agosto; fa talmente caldo che dalle 12 alle 16 qualsiasi attività va interrotta. Meglio Maggio-Giugno e Settembre-Ottobre. Poi la neve e -20° SOLDI: ad Agosto 2006 1€ = 1553 SUM (scritto CYM in cirillico), cambiato a 1500 nei negozi e ristoranti; 1$ = 1227 SUM, cambiato a 1200 nei negozi e ristoranti. Una corsa in taxi a Samarcanda varia tra i 500 e i 2000 SUM, una bottiglia d’acqua tra i 300 e i 1000 (dipende da quanto è turistico il luogo), un pranzetto veloce con 2 spiedini di carne, birra e pane sui 3000 SUM.
ELETTRICITA’: come in Italia (220 V, 50 Hz), prese a 2 poli tondi (come in Italia) CIBO: spiedini di montone, spiedini di montone ed ancora spiedini di montone. A cena, la tavola sarà SEMPRE imbandita con gli antipasti locali (caponatina di melanzane, carote all’agro, cetrioli in vari modi, spaghetti di riso) frutta secca e frutta fresca (meloni e uva soprattutto); il pane è fantastico. Poi arriva la zuppa (carne, patate, carote) ed un piatto principale che varia tra spiedini, polpette, ravioli di carne super-cipollati.
GENTE: Una sorpresa … davvero molto molto molto molto gentili ed amichevoli; mai uno sguardo storto o una situazione losca. A me è sembrato che abbiano preso il meglio dei popoli che (nei secoli) hanno scorazzato da quelle parti, ovvero Russi ed Arabi. Si vedono le lezioni di educazione civica dei soviet (pulizia, mezzi pubblici) … ma anche i danni che hanno lasciato (Lago d’Aral per citarne uno). Sono musulmani veramente moderati (gli Imam appena alzano la voce li sbattono in galera senza troppi complimenti … il velo lo hanno buttato via alla fine dell’800 dopo l’invasione dei Russi). E poi hanno una venerazione per Michele Placido (in TV danno la Piovra) ed Adriano Celentano, considerato uno dei migliori attori del mondo.
ALTRO: si guida come in Italia, circolazione piuttosto ordinata, traffico davvero leggero. Le città sono molto pulite, ci sono cestini ovunque.
DOVEROSA PREMESSA Sul web non si trovano tanti racconti di viaggio sull’Uzbekistan e quasi tutti sono antecedenti il 2003; bene, bisogna prenderli e buttarli via, dato che, su tanti fronti, il paese deve aver fatto passi da gigante negli ultimi 5 anni. Già l’arrivo all’aeroporto non è come sperimentato da altri. Iniziamo con una menzione d’onore alla compagnia di bandiera, che sfoggia aerei nuovi (almeno sulle tratte intercontinentali), prezzi bassi (anche se senza film) con posti comodi ed un ottimo pasto anche in classe economica. I moduli per la dogana spesso finiscono in aereo, o restano quelli solo in russo … niente panico, ci sono in aeroporto; compilarne 2 copie. Il previsto attacco dei facchini che “quasi ti rapiscono la valigia, pretendendo grosse somme per il trasporto” non c’è stato, però qualcuno ci ha chiesto se volevamo il trasporto della valigia fino all’auto … più o meno come in tutto il mondo. Mi attendevo circa 500 controlli doganali da parte di corrotti e loschi funzionari … e invece solo 2 timbri da parte di una poliziotta non bellissima ma con 2 splendidi occhi e da parte di un doganiere con l’aria annoiata ma molto solerte nell’ispezionare i pacchi dei suoi concittadini (più o meno come la Finanza a Roma). All’uscita non ho trovato nessun tassista che mi ha strappato la valigia di mano caricandola sul suo taxi, ma solo tante persone con un cartello, tra cui il nostro uomo. Benvenuti in Uzbekistan !!!! BRANDELLI DI SOVIET – MAR 08-AGO-06 Viaggiamo di giorno ed arriviamo alla sera, per cui ci dirigiamo direttamente in albergo; non male, anche se si trova in una traversina (quasi un vicolo) di una delle strade principali. Il ROVSHAN HOTEL (www.Rovshanhotel.Com, tel. +998 71 1207747) ha anche il pregio di essere nella cartina della Lonely Planet e (in teoria) ci si può muovere in tram o filobus (abbondanti ed efficienti, come in tutte le metropoli ex-sovietiche). Abbiamo anche la forza di cenare ad uno dei tanti ristorantini all’aperto sulla KUNEAVA St.: 2 spiedini, salsa allo yogurt, pane e birra per circa 2 euro a testa. Al mattino seguente il nostro mini-bus ci porta a spasso per qualche ora, in attesa dell’aereo pomeridiano per Urgench. Prima impressione: vialoni alberati, ottimo trasporto pubblico, palazzoni stile soviet (ma con decorazioni Uzbeke), pulizia, statue stile soviet (ma quelle dei grandi leader comunisti sono state tutte rimosse) niente mendicanti o bambini. Eh si, c’è proprio l’impronta del soviet. Passiamo la mattinata tra i pochi monumenti salvatisi dal terremoto degli anni 60 e dalla furia degli architetti sovietici, tra cui la Madrassa Kukuldesh e poi ci perdiamo per un paio d’ore nel mercato Chorsu, davvero un bel mercato, enorme, con tutto, dalle patate agli elettrodomestici.
Al pomeriggio ci attende il volo interno per Urgench, un mitico Tupolev turboelica da 40 posti … poteva andare peggio. Da Urgench verso Kiwa, dove ci sistemiamo all’ISLAMBEK HOTEL (www.Islambekhotel.Nm.Ru, tel. +998 362 3753023), in un’ottima posizione, il luogo ideale per iniziare qualsiasi tour di Kiwa, anche se qualche miglioramento non guasterebbe. Mangiamo mediamente medio in hotel, inaugurando la serie delle cene tradizionali Uzbeke, con antipasti locali, frutta fresca e secca, brodo e piatto principale con the verde da bere (saranno tutte cene fotocopia, con la sola variante del piatto principale) e poi ci concediamo una passeggiata per catturare la magia notturna di Kiwa.
BENVENUTI NEL MEDIOEVO – MER 09-AGO-06 Kiwa ci coglie di sorpresa, al buio, dietro un angolo, all’improvviso, appena rischiarata dalla Luna. Subito le prime 2 madrasse che si fronteggiano con i loro portali e le loro torri … poi altre torri e bastioni e minareti … al chiarore di Luna, il tripudio di architettura timuride è ancora più suggestivo, poca illuminazione e tutti gli edifici storici racchiusi all’interno delle mura … non vedo l’ora che sia mattina.
E la mattina arriva, troppo presto, inaspettata, col canto del gallo artificiale del mio Nokia che si confonde tra quello dei galli non artificiali del pollaio di fianco alla finestra, e si confonde talmente bene che non sento la sveglia.
Kiwa appare ferma nel tempo e sicuramente ha subito restauri pesanti; è però un gioiellino, nella sua dimensione di borgo (o poco più) medievale perfettamente conservato che ti lascia a bocca aperta ad ogni angolo di strada, e non è difficile immaginare il via vai di mercanti di 700 anni fa.
Il caldo è devastante e tra l’1 e le 4 siamo praticamente costretti a riparare in albergo, inaugurando l’ottima abitudine della pennica pomeridiana. Lo stop a qualsiasi attività tra l’1 e le 4 mette un limite alla vita, ai mestieri, alle faccende della gente locale, insomma ai soggetti delle mie foto. Fortuna vuole che all’uscita dall’hotel, vs le 4, trovi 4 famiglie che hanno letteralmente “apparecchiato” per il the nel vicolo di fianco, bloccando la circolazione. Ci sono 7/8 donne ed un numero impressionante di bambini, tutti seduti attorno ad un tappeto, con frutta, biscotti e the. Di fianco un uomo della famiglia mette su un pentolone per cuocere le carne (e sorvegliare le famiglie). Mi “costringono” a prendere il the con loro … sono ben felice, scatto tante foto, mi lasciano l’indirizzo, do il mio contributo monetario. Bellissimo. La cena tradizionale la consumiamo in una casa Uzbeka (che poi è anche Bed & Brekfast).
ATTRAVERSO IL KYZYLKUM – GIO 10-AGO-06 6 ore di bus ci separano da Bukara, 6 ore attraverso il deserto sabbio-cespuglioso del Kyzylkum, una strada che è una linea retta, sotto un sole a 50° che sconfigge anche l’aria condizionata, ma che non sconfigge le signore del gruppo che riescono ad intonare Battisti … pazzesco !!!! Alle 17 siamo a Bukara, compresa sosta lungo il deserto ad un “autogrill” per camionisti con ottimi spiedini, spaparanzati a terra. All’arrivo a Bukara ci sistemiamo al NODIRBEK HOTEL (email: nodirbek_hotel@yahoo.Com, tel: +998 65 2246615) un hotel carino, su due piani, che sembra un antico caravan-serraglio, ristrutturato da pochissimo, che ha un grande pregio: si trova nell’epicentro di Bukara, ovvero una piazzetta circondata da alberi con al centro una grossa vasca, la piscina, circondata da bar e ristorantini e molto animata di sera. Da qui poi partono gli itinerari suggeriti dalla Lonely Planet per la visita della città. Perfetto!! Ho ancora tempo per un bagno turco.
L’HAMMAM: Il posto è quasi introvabile, bisogna chiedere in giro varie volte per trovare il barbiere sul cui retro una porticina anonima conduce ad un bellissimo hammam antico … tante stanze, ognuna con 4 nicchie per i massaggi ed una stanza per il vapore; dai piccoli lucernai sul tetto filtra una luce che accarezza. Per l’equivalente di 10€ servizio de-luxe: sauna, massaggi ed olii aromatici. Passo 10 minuti nella sala vapore e faccio la più grande sudata della mia vita, poi si presenta un ragazzino per il massaggio che avrà si e no 15 anni, abbastanza mingherlino … mi aspetta un massaggio leggero. Il giovane però è rodato e tira fuori parecchia forza … prima del massaggio c’è però il lavaggio con strofinamento (volgarmente detto scrub) … è incredibile quanto (io) sia sporco … mi viene da pensare che non mi sono mai lavato seriamente in vita mia. Inizia il massaggio e qui tornano utili tutte le tecniche di judo imparate da bambino; il tipo è mingherlino, ma tosto con le leve e gli avvitamenti. Alla fine esco rinvigorito e, soprattutto, pulito.
BUKARA – VEN 11-AGO-06 Bukara è abbastanza piccola da poter essere visitata a piedi in un paio di gg senza fretta. C’è anche una cittadella fortificata che fu rasa al suolo dai russi durante l’invasione di fine 800, ma soprattutto è punteggiata di Madrasse (le scuole coraniche) e Moschee che fanno la parte del leone, fronteggiandosi a formare delle piazze. Bellissime le 2 madrasse Uluq-Bek e Abul-Azziz-Khan, le 2 semi-sconosciute ai turisti di Madar-Khan e Abdullah-Khan, ma meravigliose, da ammirare per ore sono la Madrassa Miri-Arab e la Moschea Kalan con annesso minareto che sembra un gigantesco macinino da pepe. Il governo ha praticamente svuotato di qualsiasi significato religioso tutte le madrasse ed il 90% delle moschee per non fare la fine del vicino Afghanistan. Quando, dopo l’indipendenza dall’URSS alcuni Mullah hanno alzato la voce, il governo li ha sbattuti in galera, ha chiuso le scuole coraniche e le moschee, convertendo quelle monumentali in negozi e marcatini e vietando il richiamo alla preghiera dei Muezzin. Risultato: ogni volta che si visita una madrassa o una moschea, ci si imbatte in un bazar (sta’ cosa dei mercanti nel tempio l’ho già sentita …). Però il paese, da un punto di vista religioso, è tollerante, tollerantissimo, uomini e donne pregano insieme, i non-musulmani non sono visti come infedeli. Insomma, alla fine, meglio così che BIN !!!!!! … E DINTORNI – SAB 12-AGO-06 Per occupare il tempo ci facciamo una mezza giornata in balia della guida. Iniziamo con un gioiellino, il Chor-Minor, una bella e piccola moschea con 4 minareti color turchese, ovviamente trasformata in negozietto. Proseguiamo con un mausoleo di Baha al-Din al-Naqshbandi (per gli amici Naqshbandi), luogo di pellegrinaggio per i musulmani sufi non solo locali (pare che molti arrivino appositamente dalla Turchia), che mi permette di scattare qualche foto con argomento “la devozione”. Proseguiamo per il palazzo estivo dell’Emiro di Bukara per finire con Chor-Bakr, una bella necropoli in stile timuride, purtroppo visitata alle 13, 30, sotto un caldo impossibile. Rientriamo per ora di pennica, dopo essere passati per il bel Bazar di Bukara, con annesso spiedino in una locanda frequentata più da batteri che da uomini. Il pomeriggio va via corrompendo guardiani vari per accedere ai bastioni della cittadella, oppure al minareto chiuso in cerca dell’inquadratura perfetta. Alla cittadella un bell’Uzbeko (a detta delle mie compagne di viaggio) ci apre il cancello della zona distrutta in modo da poter scattare qualche foto dai merli delle mura fortificate. Alla Moschea Kalan ci provo in tutti i modi a farmi aprire il minareto chiuso, ma niente da fare “… al limite vi faccio salire sulla cupola, se vi piace, 2000 SUM a testa, altrimenti niente”. Ma sei un grandissimo, caro guardiano, la vista è fantastica ed “inedita” ti lascio volentierissimo i 2000 SUM.
IL BRODODOTTO: per la cena, l’hotel ci ha organizzato una cena tipica in una casa tipica. Ambientazione tipica, seduti a terra attorno al tavolo basso, super-imbandito di antipasti, frutta, noccioline, frutta secca e pane, ma per il quarto giorno consecutivo ci propinano il brodo di carne (più precisamente patata, carota e pezzo di carne). Oramai ne siamo convinti: oltre al gasdotto trans-uzbeko, deve essere stato realizzato (magari con lo sponsor della Knorr) anche un brododotto che arriva in tutte le case. Tre rubinetti in casa: acqua calda, fredda e brodo; basta aggiungere patata e carota! OH OH CAVALLO OH OH – DOM 13-AGO-06 Con molta calma partiamo alla volta di Samarcanda, 4h di bus, saltando la prevista visita a Shakrisabz, la città natale di Tamerlano, a causa delle cattive condizioni di salute di una compagna di viaggio. Lagna di gruppo all’arrivo (l’hotel è buono, ma non in centro) ma stavolta abbiamo una signora stanza all’HOTEL KAMILA (www.Hotelkamila.Com, tel: +998 366 2354039 / 7345). La corsa in taxi costa tra i 500 e i 2000 SUM (a seconda di quanto sia figlio di buona donna il taxista) e allora … La visione della piazza del registan è sconcertante, da mozzare il fiato, parte la balbuzie accennando qualsiasi commento, col naso all’insù. Approfitto dell’ora tardo-pomeridiana e vado a zonzo, a zonzo, a zonzo, mi perdo tra una madrassa e una moschea, un negozietto ed un teatro all’aperto … fantastica. Una guardia si propone per essere corrotto e per 2000 SUM a testa ci fa salire sul minareto chiuso per lavori … lo freghiamo: saliamo in 11 e paghiamo per 9: mai fidarsi degli italiani !!! Alla sera l’hotel Kamila ci prepara una signora cena … senza brodo.
ALLA SCOPERTA DEL MITO – LUN 14-AGO-06 La guida che ci attende per il giro di Samarcanda è giovane e carina; visitiamo, nell’ordine: – L’osservatorio di Ulug-Bek (una boiata, non ne vale la pena) – Lo Shak-i-Zinda, la necropoli, fantastica.
– La moschea della moglie più vecchia di Tamerlano, di fianco al Bazar. Bella nella sua imponenza; all’epoca della sua costruzione era la più alta del mondo.
– Il Mausoleo di Tamerlano, piccolo e bello e non ancora trasformato in negozio.
– Il bazar di fianco alla moschea suddetta, con annesso spiedino.
Lo Shak-i-Zinda, la città dei morti, o il “Profeta vivo” secondo la traduzione letterale, è un luogo di culto e venerazione, essendovi sepolto il cugino di Maometto. Lungo la salita tante belle tombe ed in fondo una porticina che si apre su un lungo corridoio che conduce alla sempre molto affollata camera mortuaria del cugino. Sono l’unico turista in mezzo ad una 50-ina di Uzbeki; all’improvviso uno di loro intona una litania … tutti si dispongono lungo le pareti, palmi delle mani rivolti verso l’alto … mi trovo mio malgrado “imprigionato” nel mezzo di una funzione islamica. Mi appiattisco sulla parete, scrutando i volti dei fedeli (uomini e donne) alla ricerca di sguardi ostili o seccati … niente di tutto questo … bellissimo … anzi, uscendo molti mi sorridono.
Come al solito, dalle 2 alle 5 pm siamo in hotel e poi di nuovo al Registan, stavolta con la guida, attendendo il tramonto e fotografando tutte le tonalità del giallo sole che si fondono con l’azzurro della madrassa. Alla sera cena tipica in una finta casa (ha n stanze, ognuna con una tavolata di turisti); cena davvero strepitosa, la migliore di tutto il viaggio.
IL MATRIMONIO: la cena strepitosa richiede 4 passi per essere digerita, per cui rientriamo a piedi per fotografare in notturna il Mausoleo di Tamerlano ed il Registan. Di tornare non ne ho proprio voglia, ed insieme a 3 compagne di viaggio dirigiamo verso un ristorante da cui proviene della musica a bomba. Ci avviciniamo e vi troviamo un matrimonio in pieno svolgimeno; la porta è aperta, entriamo e vi troviamo anche un gruppo di turisti italiani che s’è fatto tutta la cena. Subito ci accerchiano, a ballare sono solo maschi, ma ci offrono da bere, stringono mani, sorrisi, foto, vodka, insomma, siamo anche noi della festa. Lo sposo ha 25 anni, lei 19 (ma lui deve chiedere in giro quale sia l’età della moglie); entrambi un muso lungo da funerale. Conosciamo il fratello dello sposo e ci facciamo convincere a seguire il gruppo a casa di lui. Ad un paio di km dalla casa la comitiva si ferma, gli uomini scendono dall’auto, la sposa resta in una macchina al seguito e viene accesa una torcia sulla sommità di un palo di 3 metri, che viene portato a braccia dallo sposo e da altri invitati, fino alla casa dello sposo, accompagnato da canti, grida e fili della luce bruciati lungo il cammino. Arrivati a destinazione, c’è un vero e proprio rito per tirare la sposa fuori dall’auto: tutti gli uomini accerchiano la macchina e stringono d’assedio la sposa; lo sposo interviene (stile Superman), la tira fuori (tra questa finta folla di facinorosi), la prende in braccio e varca la soglia di casa, tra gli applausi di tutti. In casa la sposa viene affidata alle donne di famiglia che la ornano ancor di più, le tendono una Suzanna (un tipo di stoffa decorata locale) sulla testa e l’accompagnano nei 3 giri rituali attorno al fuoco, dopodichè la si accompagna in camera da letto. A nanna, stop, tutto finito per la sposa stasera. Vabbè almeno gli uomini tutti a ballare?! Macchè, tutti a nanna. Solo il fratello dello sposo vuole fare una festa privata con noi 4 (io + 3 amiche) in discoteca. Francamente, preferiamo augurargli una buona e tranquilla notte.
SHAKRISABZ – MAR 15-AGO-06 Il gruppo recupera la visita perduta durante il trasferimento da Bukara a Samarcanda alla città natale di Tamerlano. Io sono kaputt per la troppa cipolla nella cena della sera precedente e per la troppa vodka del matrimonio. Me ne sto solo soletto in hotel; al ritorno mi confermano che il sito era “poco più di 2 pietre” e che “si poteva fare se era di strada, ma andarci appositamente non ne vale la pena”. Ceno a riso in bianco.
URGUT – GIO 16-AGO-06 Prima di dirigere il muso verso Tashkent, deviamo vs sud per 40 minuti circa, per visitare il mercato di Urgut, uno dei più grandi (se non IL più grande) dell’Asia Centrale. Cosa aspettarsi da un mercato?! Forse di vedere i locali ed il loro stile di vita? E in questo Urgut ci prende! Ancor meglio se lo stile di vita si riflette in una serie di manufatti tipici, caratteristici della zona, artigianali; allora Urgut non ci prende!! Il mercato è una serie infinita di bancarelle che vendono prodotti industriali made in China (magliette, scarpe, piccoli elettrodomestici, pantaloni, etc etc), il tutto in una bolgia infernale di bancarelle un po’ troppo a ridosso l’una dell’altra … insomma, si può evitare, magari in favore dell’escursione a Monyaq sul lago d’Aral (che noi non abbiamo fatto).
Alla sera siamo di nuovo a Tashkent, per concederci (sta diventando un’abitudine) la botta di vita di fine viaggio. Scegliamo il miglior locale secondo la LP: il CARAVAN, che, manco a farlo apposta, è a 10 minuti a piedi dall’hotel. Bel negozio annesso, bel locale ed una cucina che va un po’ oltre lo spiedino di montone. Alla fine per una cena a base di antipasto, piatto principale e birra, spendiamo circa 9$ a testa, con una cucina che potrebbe essere un pochino più curata, ma dopo 10 gg di brodo e spiedini va benissimo. L’aereo ci attende … si torna.