Usa west coast: viaggio da sogno

Giovedì 16 Agosto 2007: Ed anche quest’ anno è arrivato il fatidico giorno della partenza: si parte da Pisa. Infatti dal Giugno 2007 è stata inaugurata la nuova tratta Pisa- New York con Delta e pur non essendo economicissima, è molto comoda per noi toscani, per raggiungere gli Stati Uniti. Il nostro volo parte alle 13:00 , ma andiamo in...
Scritto da: londonpaola
usa west coast: viaggio da sogno
Partenza il: 16/08/2007
Ritorno il: 03/09/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Giovedì 16 Agosto 2007: Ed anche quest’ anno è arrivato il fatidico giorno della partenza: si parte da Pisa. Infatti dal Giugno 2007 è stata inaugurata la nuova tratta Pisa- New York con Delta e pur non essendo economicissima, è molto comoda per noi toscani, per raggiungere gli Stati Uniti.

Il nostro volo parte alle 13:00 , ma andiamo in direzione aeroporto con 3 ore abbondanti d’anticipo. Sono ritardataria cronica, escluso quando devo andare in vacanza. Chissà perché… Effettuato il check-in e passati i controlli( fila diversa per chi va in Usa, molto più scorrevole), finalmente si parte.. Sarà un viaggio molto lungo.

Protagonisti della vacanza: Paola, che sta scrivendo, e Matteo, il mio ragazzo.

Volo di circa 9 ore tranquillo. Arrivo al Jfk Airport: qui facciamo immigration: abbiamo compilato il modulo verde I-94 w sull’aereo, per l’esenzione del visto, stando attenti a non commettere errori.

Andiamo poi a ritirare le nostre valigie imbarcate: al Jfk in scalo la prassi è che si riprendano le valigie e si reimbarchino nuovamente su un nastro apposito. Tutto molto veloce e facile.

Andiamo al gate d’imbarco per il volo interno dopo un nuovo controllo, visto che arriviamo dall’Italia. Il volo è in ritardo di un’ora, così ci armiamo di buona pazienza ed aspettiamo.

Il volo interno dura circa 5 ore ed atterriamo a San Francisco alle 10:30 pm. Siamo passati da 2 fusi orari, e non dormiamo da quasi 24 ore, comunque siamo carichi per affrontare la città.

Ritiriamo nuovamente i bagagli: fortunatamente arrivano sani e salvi a destinazione.

L’aeroporto è disseminato ovunque di bagagli non ritirati. Non ho mai visto tanta confusione.

Chiediamo in giro indicazioni per raggiungere la Bart, la linea metro che porta dall’aeroporto al centro città: potete trovare maggiori info al sito http://www.Bart.Gov/.

La linea che c’interessa si chiama Dublin/Pleasanton – SFO/Millbrae.

Nel nostro terminal di arrivo stavano facendo dei lavori e non era molto chiaro il percorso da fare.

Prendiamo la sopraelevata per la stazione bart, gratuita e scambiamo le prime battute con una signora americana che ci saluta cordialmente e ci augura anche buona fortuna per il nostro viaggetto, che era appena cominciato! Sono questi i lati degli Stati Uniti che amiamo: alle persone fa piacere il parlarti, il chiederti come va, l’aiutarti se ti vedono in difficoltà.. Senza chiederti nulla in cambio. Non siamo profondi conoscitori del popolo americano, ma questa è una caratteristica che si può notare appena si tocca il suolo americano.

Consiglio a tutti di prendere la bart: economica( il biglietto costa solo 5,15 $ a persona e si può comprare alle macchinette automatiche della stazione bart) e anche abbastanza veloce. Arriviamo a san Francisco, alla nostra fermata in circa 35 minuti.

Raggiungiamo a piedi il nostro hotel, visto che era vicinissimo alla fermata.

La città, intorno alla zona di Union square sembra spenta. I negozi sono chiusi, poca gente in giro: impatto nettamente diverso rispetto a quello che ha New york sulle persone, la prima volta che si vede da lontano.

Ho già capito: San Francisco è bella, ma New york è New york!!! Il nostro hotel si chiama Park. Sito: http://www.Parkhotelsf.Com/ Prenotato direttamente dal sito www.Venere.Com , utile per la prenotazione: da tenere sotto controllo, perché talvolta ci sono buone offerte! Facciamo il check-in, paghiamo e andiamo in camera: la stanchezza inizia a farsi sentire e vogliamo essere riposati per la visita della città, il giorno dopo.

L’ascensore ricorda quello visto in tanti film, con la porta di sicurezza in ferro, da aprire a mano.

Buonanotte!!!! … Continua… 17/08 Il fuso orario si fa sentire: mi sveglio intorno alle 5 del mattino. Ci alziamo ed andiamo in direzione downtown, passando da Union sq.

Stamani è una giornata bellissima: il buongiorno si vede dal mattino!!! La nostra vacanza è iniziata finalmente, c’è il sole, è caldo.. Tutto perfetto!!! Cerchiamo un posto per fare colazione e ci fermiamo nel nostro posto preferito: starbuck’s. Per noi è un must quando andiamo all’estero, siamo dei clienti affezionati!! Matteo prova il caffè espresso con la sua mitica donut ricoperta di glassa al cioccolato ed io mi compongo un bagel with creamcheese, col Philadelphia che mi danno insieme al panino!!!! Ben ritrovata America!!! Downtown è davvero bella, con questi splendidi grattacieli e palazzi. Ci sono molti negozi, quindi se volete fare acquisti questa è la zona che fa per voi! Decidiamo di comprare un abbonamento per i mezzi pubblici per 3 gg, il muni passport, al modico prezzo di18 $ a testa( considerando che una corsa in Cable car costa 5$ è conveniente), alla fermata del cable car in downtown: anche se era presto, c’era già fila per salire!!!Il giro con questo mezzo di trasporto è diventato una cosa tipica per chi va a san Francisco, al pari di un museo o del Golden Gate! Utilizziamo subito il nostro abbonamento e saliamo sulla linea F del tram: questa linea è famosa perché vengono utilizzati per le corse tram provenienti da ogni paese del mondo, donati alla città.

Ci capita proprio quello di Milano.

Scendiamo in zona Civic Center e vediamo il maestoso City Hall, che ci ricorda senza dubbio il Campidoglio a Washington D.C.

Qui intornosi può ammirare la Main Library e l’Asian Art Museum.

Decidiamo di non prendere subito il bus, ma di camminare un po’ per la città: è proprio bella, vivibilissima, molto europea.

Dopo una salita notevole( ma che ci volete fare, siamo a San Francisco) arriviamo ad Alamo Square e vediamo Postcard row, la serie di villette in fila, uno dei simboli di San Francisco. Credo sia uno dei luoghi più fotografati della città, infatti ci sono molti turisti che scattano qua e là. Più salite sulla collinetta davanti e più avrete una vista spettacolare sulla città. Si vede perfino la Transamerica Pyramid, un altro dei simboli della città.

Da qui un po’ camminando e un po’ prendendo qualche bus arriviamo ad haight Ashbury, quartiere per eccellenza dei figli dei fiori e della c.D. Summer of Love.. Giriamo per le strade, vedendo negozi, pubs e locali caratteristici: ogni luogo sembra dire fate l’amore ma non la guerra. Mi immergo nell’atmosfera tipica, anche se non sono per nulla il prototipo di quella generazione.

Decidiamo di fare una mezza maratona: il primo giorno di vacanza è sempre elettrizzante perché non essendo ancora stanchi, riusciamo a macinare km su km senza neanche accorgersene.

Ci dirigiamo verso il Golden gate park: passeggiare per i suoi sentieri, col sole, è bellissimo.Vediamo la Conservatory of Flowers, sullo stile dei kew gardens londinesi. Qui ci affianca una ragazza italiana, che si aggrega a noi ed andiamo a visitare il japanese tea gardens, anche se inizialmente non era nei nostri programmi, poiché pensavo che non c’ispirasse. L’intuizione era giusta: in effetti non ci ha detto un granchè: non era nemmeno curatissimo. Costo biglietto 4$, per circa 10 minuti di visita, però se siete in zona potete anche farci un salto.

La voglia di vedere il Golden gate Bridge incombeva su di noi: salutiamo l’amica italiana ed andiamo, questa volta in bus, al Ponte.

Semplicemente bellissimo, anche se i confronti col Brooklyn bridge sorgono spontanei ed il secondo batte tutti!!! Passeggiamo per qualche km sul ponte rosso, facendo un’infinita di foto. Troviamo moltissime persone con la bicicletta noleggiata: anche questa potrebbe essere una bella esperienza.

Da qui la nostra prossima direzione è il Fisherman’s wharf: a piedi!!!! Costeggiamo la strada chedà sulla San Francisco Bay e passiamo da presidio, uno splendido parco dove i cittadini di san Francisco vanno a prendere il sole e a leggere un libro in pace! Molto rilassante.

Arriviamo finalmente a Ghirardelli Sq, la nostra prima tappa, dopo essere passati davanti a Fort Mason.Vediamo i moltissimi negozietti caratteristici, ed i banchetti della famosa Zuppa di molluschi,, la Clam Chowder: pensavo fosse tipica di San Francisco, ma leggo esserlo anche di Boston, mah! Se volete, potete prendere anche il granchio al vapore, dovrebbe essere molto buono.

Noi ci accontentiamo della zuppa, anche se Matteo inizialmente non era molto convinto.

La prendo solo io, perché era una cosa troppo tipica da fare, ed anche se fosse stata orribile non potevo andare via da San Francisco senza averla assaggiata. E’ buona, così buona per Matteo che se la mangia quasi tutta lui! Immaginate una pagnotta di pane, scura, divisa a metà e riempita con questa zuppa, fatta con panna e molluschi immagino. Una volta che avrete mangiato l’interno, potrete cominciare col pane se lo vorrete! Comunque in questa zona potete mangiare di tutto, dal pesce fritto alle bancarelle al cibo prelibato dei vari ristorantini! Ora è arrivato il momento di vedere i leoni marini e così facciamo, dirigendoci al Pier 39: è una vera colonia. Interessante è vederli mentre lottano per buttarsi reciprocamente in acqua!!! Il Pier 39 è pieno di negozi di souvenirs, ristoranti, gelaterie, negozi caratteristici: il tutto è molto commerciale e forse a tratti finto, ma a noi è piaciuto molto.

C’è anche il ristorante di Forrest Gump, il Bubba Gump: la foto sulla panchina di Forrest è d’obbligo se siete infantili e puerili come la sottoscritta!!!! Qui potrete trovare anche giostre varie, tour organizzati in barca, ma non per Alcatraz e l’acquario.

Ora è finalmente giunto il momento di andare alla terza cosa fondamentale di San Francisco: il Cable car: il giro è da fare per forza, e col nostro Muni pass le corse sono incluse nel biglietto.

La fila da fare per prendere questo mezzo dal Fisherman’s wharf è abbastanza lunga a tutte le ore del giorno.

Una cosa intelligente sarebbe partire dalla fermata di Powell street, oppure semplicemente camminare un po’ in salita e prendere il cable car alla fermata successiva rispetto al punto di partenza del Fisherman’s wharf. La troverete piena, ma lo è comunque! Saliamo e l’esperienza è da rifare, specie quando si inizia a scendere! Vediamo uno scorcio di Lombard street, la strada più tortuosa al mondo.

Scendiamo al capolinea e facciamo un giro per i negozi, che oggi chiudevano dopo le 8pm. Siamo abbastanza stanchi, così mangiamo qualcosa in zona e dopo l’ultimo giretto in una Union sq ormai al buio, ritorniamo in hotel, per essere pronti per domani mattina!!! 18 Agosto 2007: Oggi abbiamo in programma la visita ad Alcatraz.

Ho prenotato circa un mese e mezzo prima tramite il sito http://www.Nps.Gov/alcatraz/ che rimanda a quello dell’unica compagnia ufficiale che effettua il tour sull’isola: http://www.Alcatrazcruises.Com/ Se andate in periodi caldi per quanto riguarda il turismo di massa, vi consiglio di prendere i biglietti online , da stampare comodamente a casa. Con questi biglietti si va direttamente in fila per imbarcarsi, senza doverli convalidare.Io avevo scelto come orario il primo disponibile, alle 9 am, così, essendo i primi ad andare sull’isola, non c’è poi molta fila.

Prendiamo un bus dal financial district che ci porta fino al pier 33 e dalla frenesia di arrivare in tempo per prendere il traghetto non facciamo nemmeno colazione.Sul bus chiedo informazioni ad un uomo, per il modo migliore di andare alla Coit tower: lui dice che a piedi è facilissimo arrivare.. Ci penseremo, non sono tanto convinta di fare quella salita a piedi!!! Oggi continua il bel tempo, anche se c’è un vento freddo, specie quando saliamo sul traghetto.

Anche l’isola di Alcatraz è ben ventilata.Arrivati sull’isola il ranger ci spiega come funzionano le cose: prendiamo la miniguida al costo di 1 $(c’è anche in italiano) e decidiamo di non aspettare gli altri ed iniziare il tour del carcere per conto nostro. Così facciamo, insieme a qualche altro turista. Siamo i primi ad entrare, ci consegnano le audioguide, molto utili per capire il tutto e partiamo col giro.Passando qualche ora lì capiamo perché qualche detenuto perse letteralmente la testa lì dentro, compreso Al Capone.

Solo il sentire i rumori dei gabbiani e della città di San Francisco, vedere il sole, le nuvole, sentire il vento, e dover stare chiusi lì dentro metteva tristezza per forza! Qualcuno è anche evaso: ci sono ancora i buchi nei muri delle celle: ad oggi non sanno ancora che fine hanno fatto questi tizi: non li hanno mai più ripresi! Finiamo il giro e ritorniamo sulla terraferma. Prossima destinazione: Coit tower.

Troviamo il bus giusto, che ci porta fino all’entrata, con una salita pazzesca. C’è1 po’ di fila saliamo, con l’ascensore: la vista da lassù è stupenda.Verso il golden gate c’è un po’ di nebbia, ma il ponte si vede benissimo lo stesso.

Scendiamo e andiamo a mangiare qualcosa da Denny’s, nella zona di Fisherman’s wharf. Dopo ci dirigiamo adesso verso Lombard street, questa volta a piedi.La salita per arrivare alla strada più tortuosa del mondo è notevole, ma ce la facciamo! Arriviamo finalmente. Ci sono molte case di residenti che si affacciano sulla strada: la cosa buffa è che hanno parcheggi interni per le loro auto e si ritrovano sempre migliaia di turisti che invadono il loro ingresso di casa.

Per completare la visita della città ci manca ancora qualcosa: dedichiamo le restanti ore al quartiere italiano di North beach e alla visita della Chinatown più famosa d’America.

North beach è carinissimo, se abitassi a San Francisco vorrei vivere qui: bar italiani ovunque: qui è nata la Bit Generation, con Keruac.Camminiamo lungo la Broadway e vediamo il City light bookstore, il caffè Trieste etc e ritroviamo anche la nostra amica italiana! Scendiamo verso Chinatown, trovandoci di fronte alla Transamerica Pyramid: imponente e molto caratteristica! Da qui scendiamo a chinatown: voglio cercare la Golden gate Fortune cookie factory. La troviamo in una stradina seminascosta. Entro e compro i mitici biscotti della fortuna, visti in moltissimi film: hanno il sapore del brigidino, che per noi toscani è molto familiare: quando li dividi in due si trova il biglietto con una delle tante frasi del destino.Costo 3 $.

Giriamo tra i negozietti: hanno delle fontane zen bellissime, che non costano davvero nulla.

Usciamo dalla Chinatown gate, passando da Grant avenue e ci ritroviamo vicino al nostro hotel.

Da qui ci facciamo l’ultimo giro nel financial district, entrando anche in qualche negozio: Matteo vede Abercrombie e fitch, il suo negozio americano preferito, ma gli dico che non è il caso di finire i soldi direttamente il 2° giorno.Vediamo anche Juicy couture, una delle mie marche americane preferite! Dopo aver preso un tea freddo,orribile perché senza zucchero e non zuccherabile perché freddo(anzi, se scoprite come si fa a far sciogliere lo zucchero mandatemi una mail) senza zucchero, torniamo verso l’hotel a prendere i bagagli per dirigersi a piedi alla Dollar, la nostra compagnia di noleggio auto. Infatti era vicinissima, circa 600 metri.Abbiamo prenotato tramite il sito http://www.Enoleggioauto.It/, un broker, che appunto ci ha assegnato questa compagnia.

La mattina avevamo lasciato i bagagli nel deposito dell’hotel.Ad attenderci troviamo la nostra amica alla reception, che ci vuole aiutare a tutti i costi: prima telefona alla dollar perché pensava avessero lo shuttle gratuito per portare i clienti al deposito auto, poi ci offre un passaggio, tanto staccava dal lavoro in quel momento.

Amo questa qualità degli americani: non è la prima volta che ci accade: danno il loro aiuto incondizionatamente!carichiamo le nostre mega valigie nella sua auto, tanto aveva un minivan superaccessoriato e ci lascia proprio davanti all’ufficio della Dollar. Qui, sbrigate le formalità, penso di scegliere l’auto: invece il ragazzo ci dice che ha solo una macchina della categoria prenotata. Pensiamo già che ci rifilino un’orripilante vecchia auto, invece.. Eccola là, ad attenderci, la nostra mitica Dodge avenger blu elettrico, targa Nevada.

Per scendere al deposito c’erano 3 rampe di scale, senza ascensore ed io ho 2 bagagli: come fare? Il tizio si offre di aiutarmi. Immagino che dopo aver fatto una rampa con 20 kg in mano volesse uccidermi, però non mi dice niente! Grazie mille allora, ho evitato a Matteo questa fatica di Ercole.

Non ci spiegano assolutamente nulla, ci fanno firmare, ci consegnano le chiavi: qui inizia la nostra avventura on the road.Accendiamo il navigatore e naturalmente il gps non trova il segnale.

Matteo è preoccupato, perché dobbiamo uscire da San Francisco ed è sabato pomeriggio: avevamo già visto che per le strade c’era molta confusione. Merito mio e del mio atlas stradale rand Mc Nally comprato mesi prima: usciamo velocemente, senza troppi problemi.

Arriviamo a Merced, dove avevo prenotato un motel per la notte, il Vagabond inn, catena perfetta per noi, pulita, abbastanza economica e con camere belle e spaziose.

Usciamo per la cena, andando a mangiare messicano da un tal Chalapeco: lì ho mangiato il burritos più buono e gigante della mia vita!! Buonissimissimo! Diventerò un’assidua frequentatrice dei ristoranti messicani, mi sono innamorata ormai.

Ce ne andiamo a letto dopo aver girato un po’ nella cittadina.Domani ci aspetta Yosemite Np e dobbiamo essere in forma.

19 Agosto 2007 Ci svgliamo di buon’ora e facciamo colazione con quello che ci mette a disposizione il motel: Cinnamon rolls, orange juice e caffè e latte. Si parte per Yosemite N.P. E fortunatamente il nostro navigatore adesso funziona alla perfezione. Vogliamo entrare dall’entrata sud del parco, in quanto vogliamo proprio vedere le sequoie a wawona. Piccolo inconveniente, ricercando la strada più veloce col nostro tom tom per arrivare al parco scavalchiamo un monte, passando da una strada bellissima, non asfaltata, dove sinceramente avevo quasi paura che arrivasse un orso. Rispuntiamo direttamente davanti al campo da golf di Yosemite. Prendiamo lo shuttle che ci porta alle sequoie: bellissime, e non avendo mai visto un panorama simile rimaniamo davvero colpiti dalla loro maestosità. Consiglio a chi non l’avesse ancora fatto di vederne alcune. Facciamo qualche passeggiata nella zona sud, riprendiamo lo shuttle, mangiamo qualcosa comprato al spermarket di wawona e via diretti verso una delle cose che più mi sono rimaste impresse nella mente del parco: Glacier point.. Uno spettacolo, dovete andare per forza: abbiamo una vista completa su tutto il parco: l’half dome,le cascate, la valle. Dopo scendiamo alla yosemite valley, ci facciamo un giro e qualche breve passeggiata e proseguiamo sulla strada per la death valley, fin dove ce la facciamo.La cittadina scelta è Bishop e proviamo a cercare un motel per la notte. A san francisco avevo trovato per la strada dei libretti di coupons per California, Nevada e Arizona. Presentando quelli, si dice che l’hotel ti farà uno scontoche varia dal 20 al 40%.Chiediamo ad un primo motel se accetta i buoni sconto, ma ci dice di no. Optiamo per un secondo che ce li accetta tranquillamente, anche se ci dà una camera superiore con3$ in più. (american best value inn) Per la sera mi ero segnata un ristorante mexicano, dove la mia amica only era stata qualche anno fa, la Casita mexican restaurant: mangiamo veramente bene spendendo sempre poco, circa 24$ in 2. State attenti con le porzioni messicane, sono abbondantissime e ciò che veramente vi fregherà nella vostra cena saranno le nachos portate al tavolo come accompagnamento ai pasti: non ne mangiate troppe, altrimenti sarete già sazi prima di cominciare la vostra cena! Ritorniamo al motel, non prima di aver visto un negozio di moto.

Domani sarà una giornata davvero impegnativa.

20 Agosto 2007 Stamani ci dirigiamo ad un Jack in the box, catena di fast food, e facciamo colazione. Decidiamo subito di mettere benzina ( qui costava 3,09 $/gallone: una delle più care trovate). Vi ricordo che un gallone = 3.7854118 litri, perciò fate voi i conti di quanto economico può essere viaggiare in Usa, anche con auto di cilindrata alta.

Tappa successiva: Death Valley N.P.: si viaggia molto all’interno di questo parco e le temperature non sono delle migliori, visto il caldo che si fa vivo sin dalla mattina. Infatti è il luogo più caldo degli Stati Uniti e nel 1913 si toccò il record di 56°C di temperatura! Il paesaggio è fatto di canyon, dune di sabbia, montagne maestose.

Troviamo molti punti panoramici e poi, magicamente sulla sinistra, ad un certo punto troviamo Sand Dunes, poco segnalato. Dune di sabbia spettacolari: camminiamo per un po’, ma il caldo adesso è diventato davvero opprimente. Vi consiglio di portare cappellino ed acqua e vestirvi con colori chiari, non neri, così il sole lo sentite meno.

Qualcuno prima di partire mi aveva detto alla Death Valley era come avere un Phon in faccia, ed in effetti devo confermare.

Il massimo caldo da sopportare è però a Bad Water: prima, se entrate da nord, come abbiamo fatto noi, troverete Fornace Creek, in posizione centrale: c’è anche un Visitor center dove chiedere info e consigli. Tutte le volte che si parla di Fornace Creek mi viene in mente Amber Moore di beautiful che abitava qui.

Ritornando a Bad water dovete per forza arrivare sin qui: si rimane senza parole: distesa di terra salata che crea un effetto surreale: è la località più bassa degli Stati Uniti a – 86 metri sotto il livello del mare.

Aspettiamo che una gita organizzata di italiani se ne vada ( li troviamo dappertutto) e ammiriamo le meraviglie intorno a noi.

Da notare il cartello posizionato sulla montagna davanti.

Percorrendo la strada al contrario per tornare sulla via principale facciamo il percorso del Gold Canyon: rocce verdi, rosa, ocra e una vista spettacolare su bad water.

Tappa successiva: Zabriskie point: anche questo lascia senza parole. Le evocazioni suggestive del film omonimo di Antonioni sono raggiunte in pieno.

Si sta facendo tardi, ma non possiamo lasciare la Death Valley senza andare a Dante’s view: la strada per arrivare va percorsa sia in andata che al ritorno. Durante l’ultima salita decidiamo si spengere per 5 minuti l’aria condizionata, per non far surriscaldare troppo la nostra auto.

Purtroppo la vista non è delle migliori, perché c’è molta foschia o nebbia che dir si voglia.. Almeno pensavamo che lo fosse. Poi scopriremo da una nostra amica di viaggio che un ranger le aveva detto che c’era stato un incendio e quello che a noi sembrava nebbia era invece fumo che non si era ancora disperso.

Matteo mi rinfaccerà per un po’ che ho fatto far lui 30 km in più senza vedere nulla! Ma se non ci fossimo andati non avremmo mai saputo del fattaccio e sarei rimasta con la voglia di vedere questo view-point. Qui è anche meno caldo-afoso,m si sta abbastanza bene.

Viaggiamo per un’altra ora abbondante ed il paesaggio non cambia. Giunti al confine col Nevada ci sembra di essere quasi arrivati a destinazione. Ci fermiamo a mangiare qualcosa, visto che era già tardo pomeriggio e facciamo benzina: perfino nel market del benzinaio ci sono le slot machines: Las Vegas, stiamo arrivando!!!!! Ed in effetti ci rimettiamo in moto ed arriviamo in Una las vegas non ancora illuminata.

Se potete, vi consiglio di cercare di arrivare a Las Vegas di sera, con le luci della notte.

Comunque l’impatto è forte anche di giorno, con questi mega-hotels dalle forme più bizzarre. Avevo visto il tutto miliardi di volte in foto, guide e depliants, ma esserci è tutt’altra cosa. Il nostro navigatore ci porta fino al parcheggio dell’hotel scelto per la notte, Lo Stratosphere. Consegnamo l’auto al valletto di turno e facciamo qualche minuto di fila per fare check-in. Avevo prenotato la camera dal sito web dell’hotel, usufruendo di una promozione che mi ha fatto spendere solo 35$ per una camera con letto king size bed, davvero comoda, funzionale e carina. Dopo esserci sistemati in camera ed aver fatto una doccia rigeneratrice usciamo alla scoperta della città. Prima visitiamo la parte dei negozi che si trova dentro lo Stratosphere e poi riprendiamo l’auto per dirigerci verso il punto centrale della Strip, la via principale e più famosa di Vegas. Lasciamo in camera il navigatore e non ci risulta facilissimo trovare il parcheggio dell’ hotel Paris, visto il traffico sostenuto, le persone che camminavano a piedi ed i lavori in corso nella zona. Comunque in 10 minuti parcheggiamo la nostra auto cercando di ricordare il numero del parking, altrimenti siamo fritti! L’interno del Paris è spettacolare, così come degli altri hotels. Vie in stile francese, con la pavimentatura in san-pietrini. E le basi della tour Eiffel nell’area delle slot machines. Esternamente il Paris è davvero bellissimo. La prossima volta dormiremo qui di sicuro.

Tra i negozi più bizzarri di Las Vegas c’è quello su coca-cola, M&M’s, dove c’è un’area completamente dedicata alle noccioline colorate, dove puoi comporre la tua bustina personalizzata, con tutti i colori e le forme che vuoi. (Matteo non sa resistere!), il negozio dell’harley davison etc etc.

Las Vegas va vista, è indescrivibile: siamo d’accordo, la patria del consumismo, della finzione, del gioco d’azzardo, però sapevo cosa aspettarmi, non sono rimasta sorpresa in negativo o sconvolta. Altri hotel bellissimi dove siamo entrati: il Bellagio, lo Wynn, che si vede che è di nuova costruzione, il Luxor, il Caesar palace e L’MGM. Da segnalare lo spettacolo delle fontane del Bellagio. Non ve lo perdete! Tra il Bellagio ed il Monte Carlo c’era un grosso cantiere aperto, dove i poveri operai lavoravano anche di sera, visto che il giorno Las Vegas è un forno vivente: caldissima, un’afa da far invidia alla death valley.

Il progetto si chiama City Center, una cosa modesta da 7 Bilioni di dollari. E dico Bilioni.

Di una cosa siamo rimasti sconvolti invece: di quanta gente gioca per ore ed ore consecutive alle macchinette dei casinò. Continuamente, a tutte le ore, grandi, anziani, giovani. E nelle slot machines si inseriscono subito i dollari, senza doverli cambiare, perciò è tutto più veloce ed i casinò guadagnano di più.

Abbiamo provato a pensare a quanto guadagneranno certe strutture in un minuto.. Mah!!! Anche noi ci lasciamo andare e giochiamo un po’, perdendo tutto velocemente. Non amo molto le slot machines, preferisco i tavoli da gioco, anche se non conoscevo tutti i giochi che si stavano tenendo.

La cosa che preferisco è la roulette, puntando sempre sul rosso o sul nero.

Ho visto tirar fuori fiches da 500$: li scambiavano in pezzi da minor valore e quando avevano finito tutto continuavano a tirar fuori altre fiches da 500$: sono rimasta davvero sconvolta di come il gioco faccia buttar via soldi .

E’ già notte inoltrata e così riprendiamo l’auto e torniamo al nostro hotel in fondo alla strip. Consiglio lo startosphere per spendere poco e per avere una camera perfetta. La posizione è l’unica nota stonata, visto che rimane nella parte della Off-strip e per spostarvi dovete per forza prendere l’auto. Se andate a Las Vegas fate le vostre considerazioni. Altri hotel economici da guardare sono L’excalibur, ed il luxor: con meno di 70$ a camera dormirete nella parte centrale della strip.

21 Agosto 2007 Oggi facciamo un break e cerchiamo di riposarci, o almeno pensiamo sarà così.

Rifacciamo i bagagli perché stasera si dorme in un altro hotel e andiamo a fare colazione ad uno Starbuck’s dentro allo Stratosphere. Nella mia tariffa era compresa anche la salita sulla torre dell’hotel e 10$ di credito gratis per le slot machines: li gioco ed in un attimo sono già finiti! Andiamo al desk della torre, ma già la fila è lunga e rinunciamo alla visita.

Oggi si dedica un giorno ai negozi ed outlets di las vegas: per chi non lo sapesse ce ne sono ben 3: http://www.Premiumoutlets.Com/outlets/outlet.Asp?id=58 che rimane a Primm http://www.Premiumoutlets.Com/outlets/outlet.Asp?id=61 Noi scegliamo l’ultimo ed almeno io inizio a comprare qualcosa: Tommy Hilfiger, Levi’s, Ck, Adidas per il mio babbo( Ovunque vada vuole una maglia dell’adidas) etc etc.

Usciamo dopo ore di shopping dentro locali con aria condizionata da temperature polari e fuori è un forno a cielo aperto. Andiamo sulla Strip poiché Matteo non ama molto gli outlets e non riesce a trovare quasi nulla.

Dopo un po’ di giri andiamo a fare il check-in al Venetian hotel: che dire, uno spettacolo.

Ho trovato un’offerta, arrivata per email ( consiglio a tutti di iscrivervi alla newsletter degli hotels) e non visualizzabile direttamente cercando nel sito. Ho pagato, comprese le tasse, 151,51 $, cioè 113 euro totali a camera. la camera è davvero bellissima, anche troppo per quanto siamo stati noi fisicamente nella stanza.. Per raggiungerla ti consegnano davvero la piantina dell’hotel, altrimenti ti perdi nel palazzo. Bagno strepitoso, camera con 2 letti queen beds (oppure potevo chiedere il king size), anticamera con divano, tavolo e fax per lavorare, 2 tv.

Dopo esserci preparati per la cena corriamo fuori a piedi, dovevamo raggiungere il Paris per le 8:30 pm ed erano già le 8:25pm circa.. Ritardataria cronica non per caso!!!! Ci troviamo davanti al buffet Del Paris, Les Village: abbiamo il miniraduno in terra d’america con dei nostri amici. A questo buffet c’è sempre fila, ma non per caso: è considerato uno dei migliori di Las Vegas. Con le tasse paghiamo circa 27$ a testa, ma si mangia all you can eat. C’è perfino l’aragosta, anche se non buona come mi aspettavo! Si mangia bene, ma il cibo non è eccellente. E’ stato un modo per ritrovarsi a chiacchierare con degli amici che non vedevamo da tempo, e per conoscerne di nuovi. Qui abbiamo il primo incontro con la mia amica Annalife e Ragno, con cui ci ritroveremo anche nei giorni seguenti, facendo lo stesso giro in pratica.

Claudio, Roby ed il, loro amico erano quasi alla fine della vacanza, noi quasi a metà: ci facciamo svelare come saranno i posti che visiteremo tra breve! Bella serata ragazzi.

Usciti vediamo per almeno 3 volte consecutive lo spettacolo delle fontane del Bellagio: è molto affascinante: l’ultima volta anche con in sottofondo l’inno americano.

Entriamo dentro al Bellagio perché stasera giochiamo un po’ qui: più che altro osserviamo le tecniche di gioco. Notiamo come i pavimenti vengano lucidati fino a brillare.

Da qui andiamo al nostro hotel e ci facciamo un giro: è bellissimo, all’interno della galleria dei negozi c’è persino il cielo pitturato sul soffitto e sembra vero.

Dopo un po’ andiamo in camera, siamo stanchissimi! 22 Agosto 2007 Stamani ce la prendiamo con calma. Decidiamo di fare la strada più bella per arrivare al Bryce Canyon, che poi è anche la più lunga: la UT-12 ,una delle Scenic Byways. Vi dico già che passiamo in mezzo a Zion N.P. : non era prevista una visita più accurata del parco e mi sono amaramente pentita di questo, perché anche solo vedendo il panorama dalla strada, sicuramente meritava. Tocchiamo la Dixie N. Forest e finalmente arriviamo al Bryce canyon, uno dei parchi più coinvolgenti che abbia mai visto, forse perché ciò che si vede è completamente diverso dalle cose viste fino ad oggi. In effetti prima passiamo dal red Canyon , che è un’anticipazione dello stesso Bryce) Facciamo tutti i view points ed un pezzo del navajo trail e rimaniamo lì in attesa del tramonto: vediamo lo spettacolo un po’ da sunset point ed un po’ da sunrise point, tanto sono vicini.: pinnacoli, gli hoodos sono ovunque, formati da rocce di vari colori e tonalità. Spettacolare è la vista della cattedrale. Cercate di individuare l’hoodos più famoso del bryce canyon: thor’s hammer.

Dopo andiamo nella vicina cittadina di Tropic ( non è che in queste zone si possa scegliere molto dove andare) e cerchiamo un motel per la notte, molto più economico di quello preventivamente prenotato da casa senza impegno. Ci sono soli 2-3 posti per mangiare: scegliamo il clarke’s restaurant. Qui ritroviamo per caso la nostra amica Annalife e passiamo una piacevole serata insieme. Spendiamo circa 15$ a testa. Trovo una postazione internet gratuita e mi collego per i saluti a casa.

23 Agosto 2007: Partiamo e raggiungiamo la zona di Moab dalla UT-12 e poi la UT-24.

Maggiori info potete trovarle qui: Percorriamo prima la UT-12:non ho mai visto una strada così bella. Si passa da Escalante, Boulder, fino ad arrivare a Torrey . Qui ci immergiamo nella UT-24 e si attraversa Capitol reef dove ci fermiamo per vedere pitture rupestri sulla roccia: c’era anche un posto dove si poteva cogliere frutta gratuitamente. Vediamo anche la deviazione per la Goblin valley, ma non ce la facciamo a vederla: peccato! Vi consiglio di passare per questa strada e non rimarrete delusi.

Arriviamo nelle vicinanze di Moab, e dopo esserci fermati a prendere qualcosa per pranzare in un supermarket andiamo in direzione Canyonlands, fermandoci prima al Dead horse point state park. Sono tanti i luoghi dove rimarremo a bocca aperta durante la vacanza, e questo parco è uno di quelli che non puoi dimenticare facilmente. La visita non porta via neanche troppo tempo, quindi è impedibile, anche se avete fretta. Questo è un parco statale, quindi si paga qualcosa per entrare:7$ a veicolo, ma sono soldi ben spesi. Qui abbiamo un altro incontro con una gita organizzata di italiani, che scendono ed iniziano a scattare foto ovunque, chiedendomi di spostarmi mentre stavo facendo una foto panoramica della zona. Credo che il rispetto venga prima di tutto, e questi non avevano certo rispetto, anzi, non sapevano neanche cosa stavano vedendo: sentendoli parlare pensavano di essere già dentro canyonlands N.P. Senza parole! Ci dirigiamo a Canyonlands N.P..: è uno dei parchi che mi è piaciuto di più, anzi, mi è dispiaciuto fare solo questa parte del parco, chiamata island in the sky. Infatti Canyonlands è diviso in 3 parti: island in the sky, needles and the maze, a distanza l’una dall’altra anche di molti km. Il parco è una sorta di riassunto di tutti gli altri: composto da pinnacoli, canyon, dirupi, fiumi che scorrono in basso, archi, ponti, guglie, crateri.. Facciamo vari hikes facili: l’Upheaval Dome Overlook Trail ( insomma, ce ne sono di migliori), Mesa Arch, e alla fine il Grand View Point Trail. Rimaniamo in contemplazione a vedere il tramonto. Andiamo a cercare un motel per la notte nella vicina Moab: è già tardi ed i prezzi sono saliti. Non abbiamo coupons di sconto e perciò troviamo una camera decente per circa 67$: comunque non molto.

Matteo vede un Pizza Hut e vuole provarlo: è la prima volta che ci entriamo e credo sarà anche l’ultima. Nella mia ignoranza abissale pensavo che la parola pepperoni fosse traslata dall’italiano, per rendere il tutto più italico: invece ci arriva una pizza con.. Salamino piccante. Colpa mia, lo so che pepper traduce anche la parola peperone, ma contavo sul fatto che avessero americanizzato il tutto. In più salame in inglese pensavo fosse qualcosa tipo spicy sausage: la parola pepperoni mi sa tanto di americano insomma, con di inglese puro. Ops… Odio questo salamino e lo tolgo da ogni fetta. Orribbbbbbile!!!! Spendiamo 22 $ per un menu con antipasto( schiacciata Bianca.. Schiacciata è una parola toscana che indica la pizza bianca, focaccia etc) , pizza e 2 cocacole.

Dopo un giro e la visita a qualche negozietto di Moab, compresa la meravigliosa galleria di tale Tom Till, gentilmente consigliata dal mio amico joethelion( grazie di tutto, non solo per questo ): foto spettacolari e galleria fotografica impedibile: molti dei libri sullo Utah hanno sue foto all’interno.Andiamo a letto.

24 Agosto 2007 Stamani mattina ci svegliamo abbastanza presto, facciamo una sana e discreta colazione, io a base di burrito leggero, come mi dicono al market, creato appositamente per il breakfast e quindi poco pesante ( da morire dico io..) ed andiamo ad Arches N.P. Vi dico subito che è uno dei parchi che mi è piaciuto di più, e forse è stato uno dei più desiderati, visto che uno dei motivi determinanti per essere arrivati fino a Moab è proprio questa visita.

Entriamo ed è ancora abbastanza presto, non ci sono molti turisti.

Reperiamo una mappa dal ranger all’entrata, che è a pochi km do Moab, ci facciamo consigliare sul percorso e mi dà conferma che il giro da me pensato è ok. Si parte senza fermarsi da nessun’altra parte,con destinazione Delicate arch, ma non il viewpoint. Lasciamo l’auto a Wolfe ranch e da lì iniziamo la nostra paseggiata mattutina per una delle meraviglie dello Utah, forse la più famosa, visto che questo arco è diventato il simbolo dello stato americano ed è inserito anche nelle stesse targhe automobilistiche. Il sole si fa già vivo ma il caldo è sopportabilissimo alle 9:30 am.

L’hike non è durissimo, anche se c’è una salita abbastanza dura, specie se fatta sotto un sole cocente del primo pomeriggio( evitate quindi). Dopo una parete rocciosa finalmente lo vediamo.. Wow!!! E’ davvero imponente e per niente delicato.. In effetti leggo sulla guida una curiosità, e cioè che questo arco prima si chiamava landscape arch, ed il landscape arch appunto delicate. (in effetti questo dal vivo avrà una parvenza molto più delicata e fragile).Avevano i nomi invertiti e per un errore di nomi sulle mappe del tempo si ha il Delicate arch. Voglio subito farmi milioni di foto con un panorama del genere.

Piccolo inconveniente, mentre faccio un salto felino per acchiappare il cappello lasciato sulla roccia e he il vento stava spostando, sento fare.. Crack!! I pantaloni.. Noooooo!!!!Cose che capitano, menomale che sono previdente e mi porto sempre in valigia più di un cambio! La guida dice: non c’è nessuna ragione fisica per cui non possiate andare proprio fin sotto all’arco.. E così Matteo fa: tutti gli altri lo seguono a ruota, compresa io, che stavo facendo l’indifferente per non far notare a questi poveri stranieri il mio pantalone rotto! Ritorniamo alla macchina contentissimi ed io mi cambio velocemente il pantalone appunto, onde evitare figuracce.La cosa più bella dei vari percorsi a piedi è che tutti quando t’incontrano salutano!!! Che bel clima..

In più per seguire i percorsi a piedi non avrete molti problemi perché sono segnalati dai c.D. Rock cairn, un modo per segnalare il tragitto fatto da 5 o 6 pietre abbastanza piccole una sopra l’altra. Utile.

Da qui andiamo a sand Dune arch e poi proseguiamo fino alla passeggiata per raggiungere landscape arch, che è così fragile, come dicevo prima, che non fanno accedere nessun escursionista neanche fin sotto all’arco, perché le vibrazioni potrebbero danneggiarlo, navajo arch e wall arch.

Stanchi ma contenti( è caldissimo oggi), ritorniamo al parcheggio a prendere l’auto e vediamo la jeep di Annalife: così le lasciamo un foglietto con un messaggio sul vetro dell’auto, visto che in questa zona i cellulari non trovano segnale: sarà così fino a Page purtroppo.

Da qui ci spostiamo a panorama point, vediamo Balanced rock, parade of elephants, e camminiamo fino ad arrivare sotto al double arch( percorso facilissimo).

Prossima tappa: park avenue, ma ne percorriamo solo un pezzo( va fatto lo stesso percorso sia in andata che in ritorno, a meno che non abbiate qualcuno che vi venga a prendere all’uscita), vediamo three gossips e a malincuore lasciamo questo meraviglioso parco, visto che è tardissimo, già pomeriggio.

Ci fermiamo a mangiare un’insalata a Moab e lasciamo questi bellissimi posti per avvicinarci sempre di più alla Monument valley.

Credevo di riuscire ad arrivare massimo a Bluff, ma decidiamo di non fare la sezione needles di Canyonlands ( troviamo la strada che conduce lì sul nostro tragitto, ma dai consigli ricevuti non vedrei molto solo dai viewpoints), perciò verso le 7 e qualcosa pm siamo a Mexican hat. Quasi all’entrata del paese vediamo la roccia che dà il nome al posto. Visto che non avevo prenotato nulla per la notte cerchiamo un motel e troviamo il Canyonlands motel che fa al caso nostro: abbastanza spartano ed economico:44 $ con tasse. Non so se consigliarlo o meno; niente di speciale, ma se volete spendere poco..

Lasciate le valigie in motel ho un’ultima cosa da fare in questa zona: vedere Gooseneck e mule point, due luoghi straordinari, ancora di più se come noi vi farete il tramonto lassù: eravamo in tre a vedere quello spettacolo, noi ed un motocicilista un po’ attempato che aveva piantato la sua tenda su quella vista.

Tutto questo ci lascia senza parole e fa dimenticare a matteo la strada a vortice, senza protezioni e non asfaltata, in salita, che ci fa praticamente scalare una montagna per arrivare fin lassù. E’ preferibile avere una jeep, ma noi con la nostra berlina abbiamo percorso la strada senza grossi problemi: si balla un po’, ma nella norma! Purtroppo rinuncio alla Valley of Gods e mi accontento di vederla dall’alto. Qui, dicono, è più pericoloso senza avere un’auto adatta, o meglio, è fattibile ma si rischia di picchiare la coppa dell’olio e ciò non è bello, mi sa! In più matteo non credo avrebbe sopportato un fuoriprogramma del genere.. Se fosse accaduto qualche previsto non me lo avrebbe perdonato facilmente.

Comunque Specie Mule point è super: si vede anche la Monument valley da lontano ! Torniamo a mexican hat ed andiamo a cenare: non è che ci sia molta scelta. Leggendo la mia guida ed escludendo la steak house, visto che non mangio bistecche, andiamo al San Juan inn: Matteo prende il Chili con carne e la carne alla griglia, io assaggio il mio primo navajo taco, pane ripieno di verdura, formaggio, fagioli rossi e se volete anche carne. Conto nella norma, sui 25$ in due, mancia compresa.

La doggy bag è d’obbligo! Continuo imperterrita a prendere il tea freddo: qui c’è anche il free refill, ma non è zuccherato! Vabbè..

Dopo l’ultimo giro in una cittadina ormai spenta andiamo a letto nella nostra dimora da tipico film di paura made in usa, con auto annessa davanti alla camera.

Buonanotte!Oggi ne abbiamo davvero bisogno.

25 Agosto 2007 Lasciamo di buon’ora mexican hat perché oggi ci aspetta La Monument valley. Già in lontananza un tuffo al cuore: ci siamo, è vero, la stiamo vedendo dal vivo.

Fermatevi a fare la classica foto con in sfondo la monument e davanti la strada solitaria prima dritta e che poi fa una curva inaspettata.

Poiché è un parco gestito dagli Indiani si paga una fee di ingresso a persona, di 5 $.Ci viene data una mappa. La monument è facilmente visitabile fai da te, quindi se volete fare il percorso classico non fatevi abbindolare al parcheggio principale, che troverete quasi subito dopo l’entrata, da gente che vuole offrirvi un tour della valle. Vi consiglio di fare un tour con una guida navajo solo se volete visitare zone non accessibili a tutti, quali la Mistery valley ad esempio. Potete anche fare un giro a cavallo dentro.

La mattina i colori sono un po’ sottotono, ma è bellissima ugualmente. Se dovete decidere, meglio fare al tribal park il pomeriggio e tramonto secondo noi.

Seguiamo il percorso sulla mappa, fermandoci continuamente a scattar foto. Diamo uno sguardo anche alle bancarelle dentro il parco, ma gli oggetti sono cari.

Usciamo in tarda mattinata, con direzione Page. Sulla strada ad un certo punto troviamo un mercato indiano del sabato e ci buttiamo dentro. Eravamo gli unici turisti, ma è bello anche così. Compriamo diverse collane, orecchini, ciondoli a prezzi irrisori. Siamo nell’ordine di 1 $ per collanine viste poi a 6$ su altre bancarelle.

Lungo la strada comunque potrete trovare moltissimi posti dove acquistare artigianato indiano,compresi i c.D. Trading post, a voi la scelta!Mi compro una collana di corallo con un ciondolo a forma di Kokopelli, simbolo navajo che rappresenta lo spirito guida, la felicità, la gioia. Poco prima di Page ci fermiamo a visitare il bellissimo ed indimenticabile Antelope Canyon. Esiste un upper ed un lower : il costo per entrambi è 6$ a testa, più 20 $ per il tour organizzato imposto che ti porta all’upper, il solo che noi abbiamo fatto. Ci caricano su una jeep con altre 5 o 6 persone e ci portano all’entrata del canyon, un percorso a piedi in mezzo alla roccia e ai giochi di luce.

Entriamo intorno alle 13, l’ora perfetta sarebbe intorno alle 11 am, ma lo spettacolo è comunque indimenticabile. E’ caldissimo e la guida ci suggerisce di non andare al lower perché , ci dice, lì il sole si sente anche di più. Ascoltiamo il suo consiglio e ci dirigiamo verso Page city a pranzare in un fast food. Dopo cerchiamo un motel utilizzando i coupons, ma il tizio dell’hotel mi fa la stessa tariffa senza che io gli dica che avevo lo sconto: tutto ciò perché era sempre presto e aveva ancora molte camere libere; perciò vi consiglio di cercare una stanza per la notte non troppo tardi, altrimenti le tariffe si alzano. Il motel da noi scelto è un rodeway inn e spendiamo 56$ a camera, inclusa piscina e colazione. La camera è davvero bella e spaziosa, nulla da dire.

Dopo aver portato i bagagli in camera andiamo all’horseshoe bend.. Questo luogo si trova anche nel libro di Giorgio Faletti, Fuori da un evidente destino, ma io lo conoscevo già da prima, grazie alla mia amica Cecilia che c’era già stata e l’aveva caldamente consigliato. Ed ecco che anche questo luogo è uno di quelli difficilmente dimenticabile. Per arrivare davanti all’ansa del colorado River a forma di ferro di cavallo c’è da fare una breve camminata.

Una volta nella vita c’è da vedere anche un supermercato americano, così andiamo in un wall mart: esperienza davvero da ripetere: da notare le dimensioni maxi di shampoo, dentifricio, bagnoschiuma, bistecche, bibite, ad un costo minore del nostro. Bella fregatura! Dedichiamo le ultime ore di sole alla vista della diga di Glen canyon e al lake powell: bel posto, ma non farei le gite in barca che propongono.Magari sarebbe stato da provare il bagno, ma invece lo andiamo a fare alla piscina del motel.

Ci prepariamo per la sera, è sabato, e andiamo a mangiare da Taco Bell. La ragazza al bancone era un po’ stralunata e non sapeva nemmeno dove fosse l’italia sulla cartina geografica: siamo bene! Un gruppo di ragazzi, all’apparenza teppistelli se ne stava furoi dal fast food, entrando ed uscendo dal locale e bevendo gratis al free refill. Quando usciamo c’erano 3 , e dico 3 pattuglie della polizia a parlare con loro.Abbiamo proprio scelto il luogo adatto, insomma. Facciamo un giro per la cittadina, che non sembra offrire molto a parte qualche motel e negozio, e vediamo di nuovo la jeep di Annalife: ci incontriamo di nuovo e a loro si era aggiunta un’altra coppia di ragazzi, che stavano facendo il loro viaggio in moto. Andiamo a bere qualcosa in un locale, dopo averne girati 3 senza successo, visto che erano o chiusi o molto malandati. Ci ritroviamo in un posto da tipico film americano, con biliardi, karaoke, gruppi che cantavano.

Dopo una chiacchierata andiamo a letto, non prima di aver convinto gli altri ad andare ad antelope canyon e horseshoe bend. Dovete sempre ringraziarmi! 26 Agosto 2007 Facciamo il pieno di benzina a 2,89 $ al gallone. Utilizzavamo questo sistema: quando il serbatoio era a metà rimettevamo il pieno e così via, evitando di rimanere a secco in mezzo al nulla.

La destinazione fondamentale di oggi è il Grand Canyon south rim.Entriamo dall’east entrance a Desert view, ma il tempo sta cambiando: è più freddo e sembra che fra poco arrivi un temporale. Scattiamo ancora qualche foto col sole, mangiando qualcosa comprato al market del G.C. (per me tacos). Percorriamo la kaibab trail route: uno dei più bei luoghi è Mather point. Purtroppo non vediamo yaki point, raggiungibile solo con uno shuttle dal villane.Vediamo anche cervi, scoiattoli ( a cui nn si potrebbe dare da mangiare, per non renderli domestici e lasciarli in cattività, ma una volta visti si capisce bene che il danno è fatto: scorrazzano tra i piedi della gente senza minima paura.) ed un povero cucciolo di coyote( secondo matteo era un lupo però) spaurito e tutto bagnato.

I rangers nella zona stavano compiendo incendi assistiti e questo povero animale si è trovato in mezzo.

Arriviamo al Grand canyon Villane e raggiungiamo l’hotel prenotato per la notte: il Bright angel lodge. Se volete dormire dentro al Grand canyon vi consiglio di prenotare prestissimo. Per Agosto mi sembra di aver fermato la stanza a metà Marzo. La prenotazione comunque può essere disdetta con un giorno d’anticipo senza penali, perciò se siete abbastanza sicuri di andare, bloccate la vostra stanza dal sito: http://www.Xanterra.Com/ Trovare parcheggio è difficile, visto che tutti gli alloggi sono pieni, ma abbiamo una fortuna sfacciata e troviamo un posto proprio davanti al lodge. Check-in veloce, personale gentile; ci sono due possibilità di sistemazioni: o la cabin, individuale oppure la camera all’interno dell’hotel. L’ubicazione è la medesima, sempre sull’orlo della falesia del Grand Canyon, a pochi passi da navetta per girare il parco, treno, ristoranti etc. Se dovessi ritornare sceglierei nuovamente questo posto.

Ci cambiamo vestendoci con abbigliamento più pesante, visto che il tempo era orrendo ed era già scesa qualche goccia d’acqua.

Per visitare la parte più famosa del G. C south rim, chiamata Hermits rest route si prende una navetta, questa parte non è accessibile in auto. Ci fermiamo ad ogni viewpoints, le navette passano indicativamente ogni 15 minuti. Inizia a piovere di più, è freddissimo: nooo, proprio adesso che potevamo vedere il tramonto.. Peccato!!! Ritorniamo sconsolati in hotel, facciamo una bella doccia ed andiamo a mangiare qualcosa. Eravamo rimasti d’accordo con Annalife di trovarsi al ristorante del nostro hotel, il bright angel restaurant, ma siamo in anticipo, leggiamo il menù+ e non ci ispira per nulla, così ripieghiamo sul Maswick lodge, dove c’è un self service con cibo internazionale, molto buono e abbastanza economico per essere dentro al Canyon.

C’è una navetta gratuita che ti porta da un lodge all’altro. Il ritorno lo facciamo a piedi,il tempo si era rimesso, passando in mezzo a cervi liberi, al buio, e ridendo come due bambini (io tanto lo sono sempre). Non potevamo avvertire Annalife perché non c’è linea per il cellulare, così l’aspettiamo al ristorante, chiacchieriamo un po’ con loro e andiamo a letto, sperando che il tempo migliori per poter fare il giro in elicottero, anche se Matteo non è molto convinto e mi ha detto che forse l’avrei fatto da sola! 27 Agosto 2007 Avevo messo la sveglia prima dell’alba, che era intorno alle 9 am. Provo a vegliare Matteo, ma dorme troppo bene, esco dalla camera e mi siedo sul Canyon e aspetto.. Con me altre persone. Purtroppo la visione migliore l’avrei avuta da mather point, ma non volevo prendere lo shuttle da sola e quindi rimango lì in contemplazione: non si vede benissimo il sole che sorge, perché rimane dietro ad una roccia, però è comunque un bello spettacolo. Ritorno in camera e mi rimetto a dormire altre 2 ore. Dopo prepariamo le valigie, Matteo non si era neanche accorto che fossi uscita, ma ho le foto che dimostrano la mia fuga! Mentre stavamo per uscire sentiamo che il temporale stava prendendo forza: eppure 2 ore fa non pioveva!Uffi..

Un signore di almeno 70 anni si offre di aiutarmi col mio bagaglio: che gentili questi americani, li adoro!E non è la prima volta che accade una cosa del genere. Io lo ringrazio, ma è Matteo che deve sopportare il peso enorme… Facciamo colazione con pancakes, uova e caffè a Tusayan, vicino all’aeroporto da cui partono i tour in elicottero del Gran canyon ma non c’è storia!!! Il tempo non vuol proprio migliorare, così procediamo verso la prossima tappa. Ci fermiamo a Williams, il bel tempo sta tornando e vediamo qualche negozio della cittadina.

Iniziamo il nostro percorso dedicato alla mitica Route66. Mi fermo al dirtibutore all’entrata del paese, come mi avevano consigliato, e compro delle targhe di auto, tutte originali e con bollino distintivo, pagandole circa 4 $ l’una.

Williams forse è rifatta, però è carina. Da vedere la stazione per arrivo della locomotiva che collega la cittadina al Grand Canyon ( noi avevamo visto la locomotiva al parco).

Da qui ci dirigiamo verso Selingman, Hackberry, fatta da 2 edifici, tra cui una specie di negozio museo sulla Route 66 e poi Kingman, dove pranziamo in un locale chiamato Dambar & steakhouse, segnalato anche dalla nostra guida Routard: sul tetto c’è una mucca. Da notare all’interno del locale la segatura in terra, che fa molto cowboy! Spendiamo circa 18$ in due, economico.

La Route 66 vive più di mito che di altro: non è rimasto praticamente più nulla, tra una cittadina e l’altra distese e campi sterminati, ma c’è poco da vedere. Non c’è modo di fare benzina su questa strada, perciò premunitevi. Anche i negozi sulla strada sono carissimi per ciò che vendono, tutti souvenirs, magliette, spille e di nuovo targhe da appendere.

Avevo pensato di dormire a Laughlin per la notte, ma non avevo prenotato nulla. Il bello di andare all’avventura senza prenotazioni è il poter essere liberi di decidere cosa fare e quando.

Arriviamo a Laughlin (NV, a pochi km a sud di Las Vegas)nel primo pomeriggio, ma è un caldo pazzesco, perciò tiriamo dritto fino a Barstow, dove decidiamo di fermarci per la notte. Il mio povero Matteo ha guidato anche troppo per oggi. Il motel Days inn accetta i nostri coupons di sconto e paghiamo la camera 54$. Stanotte saremo al sicuro, l’hotel è pieno di Marines: vicino c’è la scuola di addestramento. Fuori dalla camera è parcheggiata una jeep immensa, non riesco a capire come facciano a salire sopra senza una scaletta” Son strani questi americani, e a volte un po’ megalomani forse! Ma sono simpatici..

Andiamo all’outlet( a Barstow ce ne sono 2 o forse più ), ma non ci ispira molto. Da qui mangiamo dietro l’hotel un’insalata e coaccola. Matteo continua a prendere la sua amata Dr pepper, mah! Andiamo a letto 28 Agosto 2007 Non siamo passati da Oatman ieri, una ghost town che sembra molto autentica poiché allungavamo il percorso: tanto, pensavo io, c’è sempre Barstow da vedere.

Beh, non ve la consiglio per nulla. Il primo motivo è che invece questa è completamente rifatta e ristrutturata, c’è perfino l’asfalto in terra! Oddio.. L’entrata costa anche 5$ a testa, perciò evitate. La tappa di oggi, come al solito è lunga.. Vogliamo arrivare a San Diego, città che ci ispira molto. Arriviamo nel primo pomeriggio, cerchiamo un motel per la notte e dopo qualche tentativo ci fermiamo al Vagabond inn, una catena che ci piace molto, spendendo circa 69$. Nella zona hotel circe ci sono moltissimi motel, avrete solo l’imbarazzo della scelta. Il motel 6 ci ha chiesto 80$ e siamo venuti via, perciò provate a girare un po’ per confrontare i vari prezzi se non siete soddisfatti della tariffa. Io vi consiglio, se avete le idee chiare, di prenotare le città, almeno evitate la ricerca che potrebbe essere anche lunga, visto il traffico sostenuto e i vari quartieri abbastanza distanti l’uno dall’altro. Altra considerazione: munitevi di navigatore per le città, e vi salverà da molti guai.

Andiamo a vedere la zona di gaslamp Quarter, Seaport villane e giriamo a piedi per la città: è carina, ma non c’è granchè secondo noi. Non so se abbiamo fatto bene ad allungare il nostro giro in questo modo, ma ormai è fatta, ci siamo e ci godiamo la visita.

Matteo ad un certo punto vede un negozio di Abercrombie, dentro al centro commerciale Westfield Horton Plaza ,in cui c’era anche Macy’s. Si fionda dentro e passiamo qualche ora a fare shopping. Pranziamo sul tardi, rigorosamente cucina messicana qui, a La Salsa, catena ottima. Compro finalmente le mie crocs rosa, giriamo per la città decidendo di non andare a Coronado in quanto non c’ispirava.

Torniamo in hotel, ci cambiamo ed andiamo a cenare a Old town, in un consigliatissimo ristorante chiamato Casa Guadalajara, davanti al bazar de mundo: http://www.Bazaardelmundo.Com/ Ciò che ci mette ko sono le Nachos, ne mangeremmo all’infinito, ma quando ci portano i piatti scelti, fajita vegetariana e combo piatto con burritos, tacos e altre cose squisite, siamo pienissimi, perciò anche qui Doggy bags per due. Facciamo un giro a piedi per l’old town, ma non c’era poi molta gente, così ce ne andiamo.

29 Agosto 2007 Ieri abbiamo fatto anche un piccolo giro per Balboa park, ma la visita non ci aveva così entusiasmato, così oggi lasciamo la città e ci dirigiamo prima d Ocean beach e poi a La Jolla.. Questa sì che è stupenda!!! Spiagge meravigliose, così come le case: andateci se vi capita! Ci fermiamo nella spiaggia ad ammirare i surfisti.. I miti californiani ci sono tutti insomma! Anche se non è il periodo adatto per fare surf, comunque ci regalano qualche spettacolo.

Entriamo così nell’Ocean County e procediamo per Laguna beach: che luogo affascinante. Qui potrei anche trasferirmi! Il mare era anche più limpido, anche se l’oceano è freddissimo!!! Volevo fare il bagno, ma non ce la faccio proprio.

Arriviamo a Newport beach e vediamo in lontananza tutte le magnifiche residenze viste anche nel telefilm di Ryan e Marissa.

Da vedere qui c’è il Balboa Pier, un molo risalente al 1905 e pieno di divertimenti e molti negozi. Tutto ciò è al Balboa peninsula.

Non abbiamo problemi per parcheggiare. Ci sono moltissimi parcheggi a poco prezzo, con parchimetri. Con 4 monete da 25 cents di $ stiamo nella zona abbastanza a lungo.

Arriviamo fino ad Huntington beach, conosciuta come Surfcity,Usa: bella la costa californiana, davvero bella, come me l’aspettavo, salvo per il mare che non è granchè, però ci si può accontentare.

Arriviamo ad Anaheim, dove avevo prenotato un Vagabond Inn executive per circa 48$ a camera. Hotel perfetto e vicino al parco.

Andiamo al supermercato a comprare il nostro snack preferito, la carne secca, buona e che non sa di carne! Mangiamo qualcosa, facciamo un bagno in piscina e andiamo a dormire.

30 Agosto 2007 La colazione consisteva in ottimi waffles all you can make, alla reception. Io mi faccio insegnare da quelli dell’hotel, non vorrei far danni!!! Ebbene sì, è la prima volta che li assaggio!!! Lasciamo l’auto all’hotel che gentilmente ce la custodisce e prendiamo lo shuttle che ci porta fino all’entrata del parco Disneyland ( 3$ a/r a testa). Decidiamo di fare il biglietto da 83$ per entrambi i parchi, Disneyland, e il california Adventure, situati l’uno davanti all’altro, anche se divisi.

Entriamo verso le 9 e facciamo ogni possibile gioco fino alle 10 am: decidiamo di andare al California adventure, visto che apriva 1 ora più tardi. Facciamo bene, ci dirigiamo alla Tower of terror, un gioco strepitoso, e visto che siamo i primi della giornata ad entrare, con una fortuna pazzesca ci consegnano un fast pass per entrare più velocemente alle varie attrazioni saltando la fila. Benissimo!( ce l’ho sempre se non credete alle mie parole eh, ve lo fotografo!) Comunque la fila massima che abbiamo trovato è stata di 15-20 minuti, (e noi lì abbiamo utilizzato il pass), perciò è fattibilissimo il fare più giochi nell’arco di una sola giornata! Nei parchi italiani ho fatto anche file di 1 ora, quindi in California non si possono lamentare! Vi consiglio di andare nei giorni feriali.

Vi consiglio: Soarin, spettacolare, compreso il profumo di pino, sempre al California adventure.

Vediamo anche una parata dei personaggi Disney. Verso le 6 pm usciamo, in quanto dovevamo cercare un posto per dormire. Ci dirigiamo a Los Angeles ( santo navigatore) muniti di buoni sconto che ci rifiutano tutti, visto che Agosto è alta stagione. Troviamo un motel in Hollywood Boulevard, trattiamo col proprietario che assomigliava tanto ad Apu dei Simpsons, il proprietario indiano del supermarket e alla fine prendiamo una camera, spendendo circa 65 a notte. La zona non è delle migliori, sporcizia in terra e luogo abbastanza degradato, per essere a poco più di un km dal Walk of fame. Ceniamo in uno dei pochi posti aperti lì intorno, kfc.

31 Agosto 2007 Universal Studios. I biglietti li avevo acquistati su internet, con sconto di circa 8$ ciascuno.

Ci dirigiamo a fare il tour degli Studios. Neanche qui c’è molta gente. Carino, specie perché vedo il set di Wisteria lane, dove girano Disperate housewives, la casa di Psycho, il set dello squalo e di ritorno al futuro etc. Ci sono molti effetti speciali .

Ci spostiamo nella lower lot e facciamo le attrazioni di Revenge of the mummy e jurassic park. La mummia mi è piaciuta così tanto che voglio fare il secondo giro.. Piccolo inconveniente: si blocca per mezz’ora la giostra mentre noi siamo sopra: rimaniamo al buio, chiusi dalle protezioni, senza che nessuno venga a spiegarci l’accaduto. Sembra ci sia stato un cortocircuito. Per scusarsi dell’accaduto ci regalano un fast pass ticket valido per una sola attrazione ( anche di questo ho prove fotografiche, non racconto balle) , che noi sfruttiamo subito a Return to the future. Carino anche il gioco 3d di shrek. File di massimo 5-10 minuti, solo per ritorno al futuro leggermente più lunga.

Usciamo nel pomeriggio, anche se non sono riuscita a farmi la foto con spongebob!! Andiamo a vedere qualche negozio al City walk, lì davanti.

Verso sera ce ne torniamo in motel, prendendo una mega pizza margherita da mangiare davanti alla tv, pagata circa 7$ e con cui farò anche colazione la mattina successiva.

1° Settembre 2007 Questo è il nostro ultimo giorno purtroppo: la vacanza è quasi giunta al termine, ed oggi bisogna correre. Cerchiamo un punto panoramico per vedere la più famosa scritta di Hollywood ( avevo reperito info su internet per sapere dove è la strada migliore). Non esiste un punto preciso e non ci sono strade per arrivare alla scritta comunque. Dopo andiamo al Chinese theater a vedere le mani e i piedi nel cemento degli attori famosi, e percorriamo un pezzo del walk of fame. Non trovo Brad Pitt, possibile? Dietro c’è un centro commerciale, in cui è incluso anche il Kodak theater, famoso per la consegna degli Oscar. Ci fermiamo ad uno Starbucks a prendere un frullato e ci facciamo fare il timbro sullo scontrino, così da avere il parcheggio ad un costo basso ( se c’era ricevuta di acquisto dentro il centro commerciale il parcheggio costava circa 1$ all’ora).

Dopo aver mangiato qualcosa andiamo a Beverly Hills. Qui se mettete l’auto ai parcheggi comunali potrete anche pagare 7$ ogni 15 minuti, quindi vi consiglio di stare bene in guardia. Parcheggiamo l’auto a 150 metri da Rodeo drive, in una via di case bellissime e facciamo un breve giro. Breve perché finisco gli ultimi soldi da Tiffany, per l’acquisto di un braccialetto visto anche l’anno prima a new York ma che non presi, e che in Italia costa circa 100 euro in più.

Soddisfatta del mio acquisto decido di darmi una calmata e non spendere più nulla, ma non appena andiamo a Santa Monica e rientriamo da Abercrombie è fatta..!!! Gli stati uniti sono per forza la patria del consumismo: quando vedi i prezzi irrisori che hanno per magliette, borse americane, jeans ed altro devi per forza mettere mano al portafogli, non puoi proprio lasciare lì cose che in Italia pagheresti il triplo.

Riprendiamo l’auto e arriviamo fino a Malibu ( Dylan Mckay andava a fare surf qui..): c’è moltissima fila sulla costa, verso nord. Ritorniamo a Santa Monica, stasera sarà una lunga sera… Vediamo il Santa Monica pier e ci facciamo una foto con le vedette dei Guardaspiaggia: qui c’è la postazione di Mitch di Baywatch ( anche se la maggior parte delle scene sono state girate alle Hawaii in verità).

Mangiamo rigorosamente in un Mc Donald’s e giriamo per i negozi, vediamo artisti di strada, ci infiliamo in un supermercato. Qui c’è un bel clima, la gente si diverte, c’è molta vita. Verso mezzanotte andiamo verso l’aeroporto di Los Angeles, Lax, facciamo il pieno di benzina e riconsegnamo l’auto all’ufficio della Dollar, tutto okay, e il comodo shuttle gratis della compagnia ci riporta al nostro terminal per il volo del ritorno.

2 Settembre 2007 Passiamo la notte in aeroporto, visto che avevamo il volo alle 7:00 am. Alle 4:30 del mattino la gente si mette già in fila davanti al check-in, e anche noi facciamo così. Mai scelta è stata più azzeccata, si forma una fila enorme: unico desk per tutti i voli interni in partenza dall’aeroporto.. Dico interni perché il nostro faceva scalo a Nyc, perciò oggettivamente si può considerare volo interno. Per spedire i bagagli c’è una nuova fila, in quanto i singoli passeggeri devo portarli al desk spedizione.

Volo tranquillo, vedo anche Manhattan dall’alto: non vediamo l’ora di tornarci!!! Volo di rientro perfetto, arriviamo a Pisa in perfetto orario.

Scusate se mi sono dilungata troppo, la mia passione per gli Stati Uniti si percepisce.

Solo una precisazione: fuso orario rispetto all’Italia in Agosto: Arizona, California e Nevada -9;Utah e Monument valley -8 perché territorio Navajo.

Non correte in auto, le multe potrebbero essere salate, con tanto di processo.

Questo viaggio è uno dei più belli mai fatti e lo consiglierei a chiunque.

Spese: 832 euro volo 70 euro assicurazione sanitaria, annullamento e bagali 1000 euro tutti i motels, benzina ( 260 euro per circa 5000 km), pasti e vizi.

In questo non c’è compreso lo shopping.. Che in Usa è fondamentale. Con quello arriviamo sui 2400 euro all inclusive.

Buona america a tutti!!! Per contattarci o avere maggiori info vieni a trovarci sul nostro sito www.Paomatte.Altervista.Org



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