USA Rocks! 3 settimane fai da te in coast to coast
Partenza 25 luglio 09 rientro 17 agosto 09.
Itinerario New York Philadelphia Washington DC S. Francisco Monterey Los Angeles Phoenix Gran Canyon ( Tuba city) Monument Valley Page Bryce Canyon- Zion Park Las Vegas New York Siamo partiti prenotando solo il volo di A/R per New York e le prime notti nella grande mela oltre ai due voli interni. Tutto il resto lo abbiamo prenotato man mano online. (Scelta ottima).
Il Visto lo abbiamo fatto qualche settimana prima tramite il sito dell’esta e l’assicurazione medica l’abbiamo fatta tramite il nostro assicuratore che ci ha proposto una polizza con filodiretto. Il volo a/r con scalo ad Amsterdam l’abbiamo prenotato intorno a metà giugno tramite edreams pagando 1392 Euro per due persone. Se avessimo prenotato la settimana precedente avremmo risparmiato 180 euro a testa. Con Klm abbiamo volato benissimo, i voli sono sempre stati puntualissimi, anche se al ritorno siamo partiti con più di un’ora e mezzo di ritardo l’aereo ha recuperato lo scarto in volo facendoci atterrare puntualissimi per le coincidenze. 25 Luglio NEW YORK Partenza da Malpensa in perfetto orario, scalo ad Amsterdam dove bisogna fare un check in ai terminali e partenza per New York per un volo di 8 orette senza il minimo disagio.
Arrivati in aeroporto a Newark abbiamo fatto il controllo passaporti, impronte e foto in pochissimi minuti. Eravamo preoccupati di incontrare enormi code, come molti di voi hanno scritto nei racconti, ma invece siamo stati fortunati.
Usciti dall’aeroporto decidiamo di andare in città in taxi, eravamo abbastanza provati dalle ore di volo e soprattutto dalla levataccia del mattino. Prendiamo il taxi che per 65 $ ci porterà a destinazione. Questi soldi per il taxi sinceramente li ho considerati troppi, ma tra le valigie e la stanchezza abbiamo deciso così. In meno di un’ora arriviamo nel cuore della big apple, e io già sono partita tra i miei entusiasmi. Arriviamo in albergo, il Grand Union Hotel ( 34 E 32nd St) e scopriamo essere a pochi passi dall’Empire S.B.
La stanza è abbastanza piccola, ma ha il bagno privato, cosa rara per NY, soprattutto se parliamo di prezzi onesti. L’albergo lo abbiamo trovato tramite edreams che proponeva 4 notti al prezzo di 3 per un totale di 342,88 Euro ( occhio alla valuta, alle voltde riporterò i prezzi in euro e alle volte in dollari). La zona dell’albergo è l’ideale. A 30 metri dalla fermata della metro e a due isolati dall’Empire, quindi in centrissimo. Lasciati i bagagli in albergo e dopo una doccia rigenerante ci fiondiamo a curiosare nei dintorni dell’albergo. Decidiamo che per oggi saremmo rimasti tranquilli senza farci lunghe maratone per la città, dopotutto il fuso si sente e per noi è già sera. Ci incamminiamo dunque nelle vie proseguendo a caso, e ci troviamo dopo un quarto d’ora ( forse meno ) di cammino con il naso all’insù al Madison Square Park. In giro c’è molta gente, è sabato. Il parco è piccolo ma pieno di ragazzi e gente sdraiata che prende il sole. Decidiamo di fermarci anche noi ad assaporare un po’ di vita newyorkese. Pochi passi e scorgiamo il Flatiron Building, il famoso ferro da stiro. Le foto iniziano a sprecarsi. Giriamo ancora un po’ nei dintorni, troviamo mercatini e bancarelle. Il clima è davvero rilassato. Dopo qualche ora torniamo in albergo e ci prepariamo per mangiucchiare qualcosina. Rientreremo presto ( ma per il nostro fuso…È tardissimo ) e crolliamo a dormire.
26 Luglio NY: Harlem e Central Park e 5th Avenue Oggi è domenica e abbiamo in programma di andare ad Harlem per assistere alla messa gospel. Obiettivo: Abissynian Baptist Church. Il suggerimento per questo evento lo abbiamo trovato su un racconto di viaggio in questo sito che abbiamo utilizzato di più. Di buon’ora siamo già in piedi. Il primo impatto con la rete metropolitana di NY è disarmante. Ci sono un sacco di linee uptown downtown e capire diventa sempre più difficile poiché il clima è soffocante. Nella banchine tira un aria caldissima, ci saranno 40 / 50 gradi senza esagerare…E poi nei treni l’aria condizionata è alle stelle. Una cosa da pazzi. I newyorkesi se ne stanno lì sulla banchina in giacca e cravatta mentre tu stai per svenire e poi altrettanto impassibili in metro mentre tu batti i denti dal freddo. Per giungere ad Harlem sbagliamo metro e finiamo nel Bronx dove vaghiamo a piedi un po’ preoccupati e divertiti al tempo stesso fino alla fermata della metro più vicina che andasse verso Harlem. Comunque, arrivati alla chiesa ci rendiamo subito conto che sarebbe stato molto più furbo prenotare i posti da casa. La coda è chilometrica, inoltre il signore all’entrata ci dice molto francamente che con i pantaloni corti non saremmo potuti entrare. In coda c’era gente in gonna e infradito, probabilmente avranno voluto tentare ugualmente. In ogni caso non ce la siamo sentita di affrontare tutta quella coda non sapendo nemmeno se saremmo entrati. Abbiamo abbandonato nostro malgrado l’idea dello spettacolo gospel e ci siamo diretti verso Central Park. La scelta è stata azzeccatissima. E’ stata la nostra giornata più bella nella grande mela. Arrivati nel parco immenso abbiamo visto che era in corso una gara, una maratona. C’era tantissima gente a tifare e ci siamo messi anche noi tra gli spettatori a urlare parole di supporto ai corridori stanchi che passavano. Nel frattempo il cielo si è aperto regalandoci una giornata di sole stupenda. Abbiamo deciso di affittare due biciclette e girarci il parco così. E’ assolutamente una scelta ottimale, il parco è enorme e a piedi non si riesce di certo a vedere tutto, e nemmeno in bici se è per questo, ma è comunque piacevole girare su delle cruiser meravigliose tra le strade del parco, fermarsi a guardare un po’ una partita di baseball, mangiarsi un hot dog, farsi le salite e le discese. Il parco è meraviglioso. Immenso, con scorci di natura molto suggestivi da cui spuntano all’orizzonte impetuosi i grattacieli. E’ pomeriggio inoltrato, decidiamo di uscire dal parco e dirigerci verso la 5th Avenue, gironzoliamo un po’ al negozio della Apple e tra i negozi della famosa via newyorkese. In realtà ben presto ci accorgiamo di stare percorrendo tutta la Avenue a piedi..E arriviamo fino al nostro albergo. Siamo stanchi, quindi è proprio l’ora della doccia. La sera giriamo nei dintorni dell’albergo. E saliamo in camera abbastanza presto ancora un po’ provati dal jet lag.
26 Luglio NY: Middletown L’obiettivo di oggi è Middletown. Di buon ora ci alziamo ancora grazie al jet lag, e dopo una colazione esagerata fatta al Silo Cafè ( di fronte all’albergo) andiamo a visitare l’Empire State Building, grattacielo simbolo di NY. Siamo tra i primi a salire e c’è pochissima gente. Arriviamo fino all’86° piano, gli ascensori sono dei fulmini. La vista della città dall’alto è impagabile. Meravigliosa. Giriamo sui quattro lati e rimaniamo a fare foto. E vediamo per la prima volta Lady liberty. Decidiamo di gironzolare fino all’ora di pranzo dove mangeremo alla food court della stazione centrale. La central station è molto bella e il soffitto colorato d’azzurro con le costellazioni è davvero originale, ci vengono subito in mente i film girati in stazione e gli ultimi telefilm che ho visto. La giornata la passiamo tutta sulla Fifth Avenue, dove visitiamo la Public Library, passiamo a vedere il Chrysler Building, il palazzo delle Nazioni Unite, la St Patrick’s Cathedral e Rockefeller Center. Sul R.C. Decidiamo di non salire, ma ci gustiamo tutta la folla cittadina seduti su una panchina. Sono moltissimi i turisti. Camminiamo ancora in lungo e in largo e decidiamo di rientrare in albergo per prepararci alla serata.
Mangiamo in un ristorante in Times Square, e restiamo ammaliati e incantati da tutte le luci che brillano qui, mi meraviglio di quanto sia bella l’atmosfera e mi perplimo al tempo stesso per l’enorme spreco di energia. Ma questa è NY. Giriamo per i tanti negozi, si fa fatica a camminare tanta è la folla. Sono le 22 passate è lunedì e decidiamo di andare nel locale che ci hanno consigliato: l’Arlene’s Grocery, 95 Stanton street ( ). Un localino piccolo ma suggestivo dove il lunedì si esibiscono cantanti a caso ( in una sorta di karaoke), le canzoni sono tutte classiconi rock, meraviglie suonate in modo eccellente dal gruppo fisso del lunedì che accompagna i cantanti che si iscrivono per cantare. Tutti i ragazzi che salgono sul palco sono bravissimi. Ci divertiamo un sacco, nonostante la stanchezza. Qui si entra solo se si hanno 21 anni. Esibire il documento è d’obbligo. 28 Luglio NY: Moma e Lowertown Oggi dormiamo un po’ di più avendo fatto tardi la sera precedente… Ci aspetta una giornatina intensa al MOMA e in Lowertown. Al Moma ci tiriamo una bella pacca sulla spalla perché scopriamo che abbiamo fatto benissimo a consentirci di dormire un po’ di più dato che l’apertura del museo è alle 10.30. Giriamo facendo un milione di foto e assaporandoci l’arte moderna. Purtroppo gli ultimi due piani li facciamo di corsa perché io ho un principio di assideramento. L’aria condizionata è al massimo e con un maglioncino a maniche lunghe ho freddissimo lo stesso. Usciamo e mi metto al sole per riacquistare le mie capacità motorie. Poi ci dirigiamo in metro verso lower manhattan dove abbiamo visto Ground Zero e la St Paul’s Chapel, ci prende un nodo alla gola, è incredibile immaginare che l’intero quartiere potesse essere sepolto e avvolto da una coltre di fumo e polvere, quando oggi è tutto così pulito. Gironzoliamo a piedi e ci mangiamo un panino nel parco davanti alla City Hall, il municipio, poi camminiamo fino a Wall Street. Torniamo a piedi verso il porto dove poter andare a vedere la statua della libertà, ma la fila è immensa. Optiamo per noleggiare altre cruiser e biciclettare sul ponte di Brooklyn e dintorni. Facciamo un giro di due ore sotto il sole cocente, ma ci divertiamo come bambini con queste biciclette stupende. Arriviamo fino a metà del ponte dove iniziamo a fare foto a raffica, poi portiamo indietro le bici. Camminiamo ancora…Fino alla metro che ci porterà in albergo. La serata passa tranquilla nei dintorni dell’albergo e ceniamo in un ristorante fast food messicano, dove devo abbandonare sul vassoio il cibo perché il tutto era dannatamente piccante. 29 Luglio: Philadelphia Oggi la sveglia suona prestissimo. Dobbiamo abbandonare la mela alla volta di Philadelphia. Ci rechiamo con un bus preso alla stazione centrale verso il JFK Airport, dove c’è la Dollar, agenzia da cui abbiamo prenotato due giorni prima un’auto dal sito di enoleggio. Ci rendiamo conto che la nostra carta di credito non va bene essendo una Visa Elektron e inizia l’ansia. Forse non possono darci l’auto, a loro serve una carta di credito normale, non elektron appunto, senza non è possibile per via dell’addebito per il deposito. Questo incubo ci accompagnerà per tutta la vacanza, soprattutto ad ovest ( dove dobbiamo prendere un’altra auto!). Dopo molte peripezie riusciamo a prendere l’auto pagando in contanti ( 50$ al giorno + 10$ al giorno per il navigatore) e lasciando anche il deposito in contanti ( mi sembra sui 200 $), che ci restituiranno tramite assegno spedito direttamente in Italia ( è arrivato.) Prendiamo l’auto, munita di navigatore, e ci si risolleva il morale, se non fossimo riusciti a prenderla avremmo avuto sicuramente problemi anche per il secondo noleggio più avanti. Comunque ci dirigiamo verso Philly con il sorriso stampato in faccia, anche se in ritardo sulla tabella di marcia… La distanza è poca, tuttavia arriviamo ormai nel pomeriggio dato il tempo perso all’agenzia. Abbiamo prenotato il giorno precedente tramite edreams l’albergo Rodeway Inn (ww.Rodewayinn.Com) 1208 Walnut Street, importo non superiore ai 70 dollari per una doppia con colazione. L’albergo è carino, ma la hall ha una temperatura polare a causa dell’aria condizionata…
Il tempo di chiedere all’albergo dove fosse il parcheggio gratuito per l’auto e ci becchiamo una bella multa di 76$, tempo di sosta circa 4/5 minuti. Incredibile. Parcheggiamo e sistemiamo i bagagli in camera. Il tempo inizia a peggiorare e fa anche freddino. Ci armiamo di ombrelli e decidiamo di girare la città, abbiamo solo oggi pomeriggio per Philly. Vaghiamo a piedi fino alla Liberty Bell, poi è la volta della Indipendence Hall ( vista da fuori) facciamo qualche foto e decidiamo di andare alla famosa scalinata di Rocky. Il tempo peggiora e inizia a diluviare, quindi prendiamo un taxi fino alla scalinata. Facciamo un sacco di foto e notiamo molta gente intenta a farsi la scale di corsa, chi per una bella risata, chi per allenarsi…Pochi metri più in là e scorgiamo la statua di Rocky. Tra una risata e l’altra facciamo un paio di foto. Torniamo in albergo per cambiarci e metterci dei vestiti asciutti dopo tutta quest’acqua. Per cena scegliamo un ristorantino vicino all’albergo. Dopo un giretto nei dintorni torniamo in camera.
30 Luglio: Washington D.C.
Arriviamo a Washington con qualche peripezia. In mattinata dobbiamo restituire l’auto all’agenzia dell’aeroporto. Sul navigatore impostiamo l’aeroporto sbagliato e perdiamo un sacco di tempo. Constatato alla fine che la meta corretta è il Dulles e non il Reagan, arriviamo e consegniamo l’auto. In città andremo in bus perdendo quasi un’ora e mezza. Arriviamo alla stazione e prendiamo al volo un taxi che ci porta all’albergo, scelto il giorno precedente tra le offerte di edreams o expedia. Arriviamo al Capitol Skyline Hotel ( 2 notti 179 EURO totali, un po’ altino ma non troviamo di meglio) , non proprio in centro, ma ci rendiamo conto che è un albergo molto carino che dispone di wifi, lavanderia, piscina, ristorante e bar. Doccia al volo e si parte verso la cittadina più pulita e bianca tra quelle visitate! Andiamo a piedi alla metropolitana non distante dall’albergo e giungiamo come prima meta al grande obelisco ( monumento a G.Washington). La coda per salire è molta e ci dicono che i biglietti sono esauriti ( per chi volesse salire è meglio prenotarli tramite internet), ci accontentiamo di qualche foto e ci dirigiamo verso il memoriale della seconda guerra mondiale, vediamo anche il Vietnam Memorial, l’impressionante muro di granito nero dove sono scritti tutti i nomi dei caduti americani in Vietnam appunto, oltre 50mila nomi. Proseguendo attraversiamo il parco fino al Lincoln Memorial dove svetta la statua di Abramo Lincoln, qui è stato girato il pezzo di film di Forrest Gump, e più importante Martin Luter King ha tenuto il suo famoso discorso, sulla scalinata c’è anche un’incisione. C’è un sacco di gente e nemmeno un italiano a parte noi, o comunque non ne incontriamo, la giornata è caldissima e splendida. Dopo una breve pausa ad ammirare il parco, la gente che suona, che passa e scatta foto proseguiamo verso la casa bianca. Oggi non ci si può avvicinare alla casa, ci sono poliziotti che impediscono il passaggio e transenne che fanno fare ai turisti un giro più largo per poter vedere e fotografare la casa, la distanza, più di 200 mt, consente ugualmente delle belle foto. In cima, sul tetto ci sono molti cecchini. Davanti alla Whitehouse c’è un bel prato molto curato dove, oltre ai turisti che fotografano ci sono anche molti giocatori di baseball o softball che si allenano. Ci sediamo su una panchina e rimaniamo a guardarli, anche perché il caldo inizia a pesare sulla stanchezza. Decidiamo quindi essendo tardo pomeriggio di andare in albergo e farci un tuffo in piscina. La serata passa tranquilla a bordo vasca.. 31 Luglio: Washington D.C.
Oggi abbiamo in programma di vedere il Campidoglio. La giornata sembra bella, c’è un’afa pazzesca e qualche nuvoletta. In metro ci avviamo verso la meta, sbagliando a scendere gironzoliamo un po’ nelle strade fino a quando passando di fianco a un ristorante self-service decidiamo di mangiare. Consiglio i posti così ( ce ne sono parecchi nelle grandi city) si possono mangiare cose sane come verdure e frutta a volontà e il prezzo lo fanno in base al peso dei piatti. Quasi tutto costa uguale. Si può trovare anche cibo etnico ( cinese, giappo italiano (?) e altro). Finito il banchetto ci avviamo verso il campidoglio dove ci sorprende un vento fortissimo, facciamo qualche foto al volo e ci incamminiamo verso un riparo, ma il vento si placa, siamo in zona Congress Library e decidiamo di entrarci. Il giro è stato molto interessante, non sappiamo come ma siamo finiti in mezzo a un gruppo con guida e senza volerlo siamo stati inglobati tra loro mentre salivano delle scale fino a una stanza soppalco con vetrata che dava sulla biblioteca, qui la guida ha spiegato le rappresentazioni sul soffitto. Finalmente liberati dal gruppo abbiamo continuato il nostro giro in solitudine, eheh. Quando usciamo ci sorprende un acquazzone che ci blocca sulla porta fino al suo esaurirsi, dopo ci regalerà un sole molto caldo. Ci dirigiamo verso il Museo Nazionale dell’Aria e dello Spazio che, dal 1976, anno della sua apertura, è il museo più visitato al mondo. Il museo è completamente gratuito. Usciti dal museo ci avviamo a caso non sapendo bene cosa fare, finché incontriamo un simpatico uomo, che lavora al campidoglio, a cui chiediamo l’ora, scambiamo due chiacchiere mentre “passeggiamo” a passo spedito, infine ci consiglia di andare nel tardo pomeriggio a un parco lì vicino dove ci sarebbe stata della musica jazz e della sangria. Senza farcelo ripetere ci andiamo subito. Troviamo un sacco di gente attorno a una grande fontana, tutti seduti sul bordo, chi con i piedi a mollo e tutti con un bicchierozzo di sangria alla mano. I bicchieri sono enormi, praticamente da mezzo litro, e tutto per pochi $. La musica è piacevole e il clima rilassato e gioiso. Sono molto pacati, qui a W.DC si divertono, forse nessuno balla, ma si divertono, purtroppo la sangria non è per niente buona! 01 Agosto: San Francisco Sveglia prima dell’alba, fuori è ancora buio. Ci dirigiamo in aeroporto tramite il servizio taxi blue, uno shuttle con 8 posti che raccoglie più persone direttamente in albergo.
Fatto il check in automatico ci imbarchiamo. Il volo è tranquillo anche se mi sembra lunghissimo. Attraversiamo gli states in 6 ore e 50′. Poco meno che da Amsterdam a NY praticamente… Arriviamo in San Francisco e subito ci rendiamo conto del cambiamento di temperatura. L’aria qui è frizzante e i gradi mooolto al di sotto ( forse siamo sulla quindicina) della costa est da cui veniamo. Decidiamo di recarci in città in trenometropolitana (Bart) dove recuperato l’orientamento ci fiondiamo in albergo. Abbiamo alloggiato al Knight Inn Downtown ( 240, 7th street 94103 S.Francisco). L’albergo non è male, purtroppo non dispone di internet come invece c’era scritto nel sito ( forse un guasto) e la colazione è una presa in giro ( caffè nel termos e brioches confezionate, per nulla buone). La stanza non è ancora disponibile quando arriviamo poiché il check in è alle 15.30. Siamo in piedi già da dodici ore, abbiamo freddo e fame quindi ci chiudiamo in un localino vicino all’albergo. Questo posto si è rivelato il nostro porto sicuro della città. L’atmosfera è molto rock e viene frequentato solo da gente del posto, per lo più giovani, è sia cafè che lavanderia sul retro, internet è free e ogni sera c’è qualcuno che suona o racconta poesie. Per chi volesse uno sguardo da vicino c’è il sito con tanto di menu e webcam www.Brainwash.Com.
Dopo la doccia decidiamo di fare un primo giro per San Francisco andiamo a piedi verso Market Street e prendiamo un tram ( caratteristici qui a S.F) verso il pier 39 per un assaggino. Gironzoliamo tra i vari bazar decidendo di comprare solo all’ultimo giorno. Ci fermiamo in un chioschetto e ci gustiamo la tipica zuppa di gamberi nella ciotola di pane. Stiamo in giro a prendere confidenza con la città per poi arrivare in albergo distrutti.
San Francisco non è così pulita e gli homeless in giro sono tantissimi, per lo più innocui, magari è meglio evitare certe zone in certi orari, ogni buona guida può fornire info in merito. Nella zona del nostro albergo comunque abbiamo girato tranquillamente anche in serata. 02 Agosto: San Francisco Sveglia con calma per recuperare un po’ di fuso e poi maxi colazione al solito brainwash. Io mi sono accontentata di cioccolata calda con panna e coockies mentre lui maxi breakfast con uova, bacon insalata, pane, tostato e burro + aranciata. La giornata parte molto bene. Ci dirigiamo ancora al Pier 39 in tram volenterosi però di scorgere i leoni marini che tutti ricordano di S.F. ( ieri non li abbiamo visti). Li raggiungiamo, subito veniamo colpiti dall’odore che emanano, ma poi sono una bellezza. Sono tantissimi, ammassati uno sull’altro, vediamo cuccioli e maschi che lottano… Sarebbe bello se non fossero costretti a stare su delle zattere artificiali, ma loro sono lì e resistono. Il tempo oggi è brutto, il cielo è coperto e fa freddo. Per fortuna abbiamo portato dei giubbotti, la temperatura di oggi sarà a 12/13 gradi e c’è vento sulla baia. Decidiamo di andare a visitare Alcatraz, ma purtroppo è tutto prenotato fino al 2 settembre. Delusi optiamo di consolarci con shopping sfrenato. Andiamo al pier 39 e iniziamo a acquistare souvenir da portare a casa. Nel frattempo il cielo si libera e esce il sole a scaldare la temperatura, qui non si sa mai come vestirsi, al mattino fa freddo, ma poi se esce il sole si suda…
Decidiamo di andare verso Powell St Station per poter salire sui Cable Car ( unico mezzo di trasporto al mondo considerato monumento storico!) e facciamo su e giù per le strade caratteristiche di San Francisco un sali e scendi continuo e iniziamo a captare con la macchina fotografica le case più belle delle città, dove lo stile vittoriano si respira a pieni polmoni. I biglietti del cable car si acquistano a bordo, la singola corsa costa 2$, ma è possibile fare anche il biglietto valido per tutto il giorno a 6$. Sul cable riusciamo a stare sia seduti che in piedi appesi dall’esterno, nonostante tutti i sacchetti che avevamo in mano. Arriviamo in Lombard Street, nel quartiere di Russian Hill, la caratteristica e originale stradina tutta curve, e ne facciamo un pezzo a piedi per poi risalire nel Cable car. Si dice sia la strada più tortuosa del mondo. Più tardi ci dirigiamo verso le pasticcerie di Ghirardelli e verso il Fisherman’s Wharf, dove ci sono ancora molti negozi e bancarelle. E’ tardo pomeriggio e decidiamo di rientrare, ceneremo al brainwash con maxi hamburger e musica dal vivo.
03 Agosto: San Francisco Oggi dopo la solita colazione decidiamo di farci una scarpinata a piedi fino all’agenzia dell’Alamo per capire dove fosse e chiedere all’addetto se ci fossero problemi per il deposito in contanti ( maledetta carta di credito!). Ci rassicura e felici decidiamo di proseguire a piedi verso Alamo Square, ossia verso una delle attrattive turistiche più conosciute della città: le sette sorelle, sette case in legno dell’epoca vittoriana. Sono molto carine e caratteristiche, anche se agli occhi di un turista che viene dal vecchio continente può stupire il fatto che gli americani le ritengano di così importante valore artistico e storico… In ogni caso dalla collina su cui si trovano si può approfittare di un bel panorama della città. Come al solito però il tempo al mattino è brutto e non si vede oltre la baia.
Ci fermiamo un po’ nel bel parco cittadino di Alamo Square, per poi decidere di andare verso Union Square per pranzare e passare il pomeriggio. Mangiamo in uno dei molti ristorantini della zona e passiamo il pomeriggio a gironzolare per i negozi, Macy’s e Levi’s Store. Qualche mese dopo mi hanno riferito che i jeans della Levi’s li vende anche un piccolo negozietto a fianco a Macy’s con prezzi competitivi e forse minori dello store dall’altra parte della piazza. Durante il pomeriggio è uscito il sole quindi soddisfatti prendiamo il bus che ci porterà al Golden Gate Bridge che possiamo ammirare nella sua bellezza poiché le nuvole e la nebbia che spesso lo avvolgono sono sparite, decidiamo di percorrerne un pezzo a piedi per godere della vista della città. Verso il tardo pomeriggio andiamo in albergo già infreddoliti per la discesa della temperatura. Mangeremo pizza vicino all’albergo in un locale molto carino, nel tavolo a fianco al nostro stanno cenando un gruppo di cops, sembra scuola di polizia! 04 Agosto: Monterey Oggi sveglia presto e passo spedito fino all’agenzia dell’Alamo per il ritiro dell’auto. Dopo un bel po’ di coda finalmente ritiriamo la nostra Yaris Berlina, da noi non ne abbiamo mai viste in giro, comunque è davvero spaziosa per essere considerata la più piccola e il baule è immenso, abbiamo cambio automatico, cruise controll e autoradio con porta USB. Questa volta non ritiriamo il navigatore, ma decidiamo di acquistarlo, pagare 10$ al giorno di noleggio per 10 giorni sarebbe stato assurdo dato che nuovo ci è costato 130$ ( Tom Tom One). L’auto l’abbiamo prenotata tramite il sito di easycar.Com due giorni prima. Il costo si aggira intorno ai 320 EURO per 10 giorni, provate a fare qualche preventivo dai siti di noleggio.
Dopo una colazione esagerata al brainwash ( per me oggi pancakes ai mirtilli!) ritiriamo i bagagli lasciati in albergo e iniziamo la nostra parte di viaggio on the road. Oggi inizia il nostro viaggio attraverso la California per raggiungere Los Angeles. Per andare da S.F a L.A. In auto ci sono 3 possibilità: l’autostrada I-5, la Route 101 ( segue l’andamento della costa e attraversa San Josè, San Luis Obispo e Santa Barbara) oppure la famosa Highway 1 ( si dice sia la più bella strada costiera dello stato). La strada attraversa scenari di natura mozzafiato, scogliere e oceano alla nostra destra da lasciarci ipnotizzati e a voler continuamente fermarci per scattare foto. Questa strada è molto bella, però è la meno indicata se si vuole raggiugere L.A. In giornata. E’ abbastanza tortuosa in alcuni tratti, ma nemmeno molto, comunque la marcia non è sostenuta. Decidiamo di fermarci a Monterey, piccola cittadina a 125 miglia da San Francisco, alloggiamo in un Super8 spendendo poco, intorno ai 50 dollari ( molto meno rispetto alle città), le camere dei Super8 sono spaziose dotate di internet free, frigo, microonde e ogni motel ha una piscina. Ci rilassiamo infatti nella piscina, c’è il sole ma non fa troppo caldo, lui riesce a farsi un discreto bagno mentre io rimango a bordo piscina a leggere un libro, pensando a come mi immaginavo la California, molto più afosa e calda…
Verso sera andiamo a cena sul porto, dicono che nel weekend in questa cittadina raddoppino i prezzi sia dei motel che dei ristoranti. Mangiamo discretamente del pesce senza spendere cifre folli, anzi…Io prendo della birra e lui vino che risulterà pessimo. Gironzoliamo un po’ intorno e ci rendiamo conto che i negozi in una sera di piena estate sono già tutti chiusi. Torniamo in stanza, pronti per proseguire il viaggio l’indomani.
05 Agosto: Monterey – Los Angeles Oggi decidiamo di passare le prime ore della mattinata in Monterey, facciamo colazione e gironzoliamo per il molo e avvistiamo qualche lontra marina che nuota. Il tempo è brutto e fa un po’ freschino, ma a breve uscirà il sole. Decidiamo di proseguire in auto verso L.A. E con Routard alla mano siamo pronti a fermarci in qualche posticino interessante lungo il percorso. Nei pressi di Carmel ( 2 miglia a sud) decidiamo di fermarci al Point Lobos State Riserve ( www.Ptlobos.Org ). L’ingresso è di 10$ per auto, il numero di visitatori è limitato e quindi alle volte può capitare di dover attendere che qualcuno esca dal parco. Vi consiglio di avere contanti, le carte qui non le prendono, noi stavamo per rinunciare quando un signore giapponese si è offerto di pagarci l’ingresso, abbiamo provato a dargli gli 8$ che avevamo cash ma non ha voluto, davvero gentile… Abbiamo scelto questa attrazione al posto della 17 mile-drive in quanto la Routard la indicava come migliore e più interessante. Effettivamente è stato un bello spettacolo, la natura ci ha regalato un senso di pace e meraviglia che ricercavamo, è possibile ammirare le otarie, le scogliere a picco sul mare, i sentieri della riserva… Se si è fortunati tra dicembre e gennaio si possono avvistare le balene grigie…
Dopo 2 piacevoli orette, decidiamo di rimetterci in viaggio fermandoci a prendere nel primo market qualcosa da mangiare. Prendiamo il necessario per farci dei panini spendendo una fesseria. Il viaggio scorre tranquillo ammirando i paesaggi e fermandoci nei punti che ispiravano curiosità, abbiamo fatto foto e persino visto una colonia numerosa di elefanti marini, animali giganti che invadono le spiagge della costa. Il sole è alto e scalda, ma l’aria che tira è freddina, con una felpina sto bene. Arriviamo a Los Angeles ormai in serata, raggiungendo il nostro Super8 verso le 22. Questo Super8 è davvero grande e si trova al 2863 E. Colorado BLVD, Pasadena, non spendiamo proprio poco ma 70$ a notte. Mangiamo a un ristorante giapponese di fianco al motel, incredibilmente ancora aperto ( i ristoranti chiudono presto negli USA) e mangiamo bene con 20$ ( in due!). 06 Agosto: Los Angeles La sveglia non è mai all’alba, anzi ce la prendiamo abbastanza comoda. Dopo la colazione a base di cereali di ogni tipo decidiamo che la prima tappa della giornata sarà casa Walsh, dal telefilm Beverly Hill 90210. L’indirizzo esatto l’ho trovato grazie al racconto di un altro turista per caso! Dunque impostiamo il navigatore e via verso il 1675 Altadena Drive a Altadena, notiamo subito il quartiere residenziale e le case meravigliose che lo popolano. La casa Walsh è lì che aspetta di essere fotografata da noi, non c’è nessuno. Una 50ina di metri a sinistra (al numero 1605) si trova anche la casa che era la residenza di Dylan nel telefilm e mi accorgo di quanto sia in realtà enorme! Le altre residenze non siamo riusciti a vederle, in ogni caso riporto gli indirizzi per chi fosse interessato: casa sulla spiaggia di Kelly e Donna si trova al 3500 Strand a Hermosa Beach e il college si trova al 2200 Carson Street, Torrance.
Decidiamo dunque di avventurarci verso Hollywood, che si riduce a una via in poche parole. C’è davvero tantissima gente e si può iniziare a vedere il classico sfondo dei tanti film visti al cinema con le strade larghe e costellate da palme e il sole californiano. Rimaniamo nella walk of fame, vediamo il Chinese Theatre e Kodac Theatre transennati perché alla sera ci sarebbe stata la prima di qualche film. Decidiamo di buttare via un po’ di soldi nel Madame Tussauds (http://www.Madametussauds.Com/Hollywood/ ), il costo all’ingresso è sui 25$, con sconto studenti abbiamo avuto 5$ in meno. Abbiamo fatto un sacco di foto con le riproduzioni degli attori e abbiamo riso tantissimo, ma razionalmente ammetto di aver sprecato 50$.
Decidiamo di mangiare in un ristorantino nel centro commerciale in Hollywood dove spendiamo una sassata. Per la cronaca anche il parcheggio ci è costato 20$. Decidiamo che Hollywood non fa per noi e che in una mattinata abbiamo speso troppo per non aver fatto praticamente nulla. Nel pomeriggio decidiamo di girovagare in auto per le strade di Beverly Hills, Bel Air e dintorni ammirando le ville più grandi che abbiamo mai visto. Finiamo in Rodeo Drive tra lo sfarzo delle Boutique, seguiamo a casaccio le strade fino a quando decidiamo di andare verso Venice Beach. La spiaggia è enorme e sulla via con le bancarelle e negozi di souvenirs e tattoo c’è tantissima gente. Mi sembrano scene già viste, in ogni film e telefilm… Ci divertiamo camminando, fermandoci a vedere qualche strana esibizione, compriamo qualche stupidata e ci incuriosiamo per il negozio/ambulatorio che prescrive ricette per la marijuana. Per 130$ un medico compiacente elargirà ricette per prendere nei negozi la quantità desiderata, a patto, ovvio ( ma mica tanto!), che il richiedente ne abbia un bisogno reale ( che soffra dunque di alcune patologie tra cui asma, anoressia, ecc ). Ci facciamo una risata e andiamo verso il mare per toccare l’acqua gelida e il vento è forte qui sul bagno-asciuga. Passiamo in tranquillità parte del pomeriggio e ci dirigiamo verso Santa Monica per vedere dalla spiaggia il molo con sopra il luna park, è il tramonto e lo passiamo sulla sabbia, sulla pista ciclabile passa gente in bici e altri sui roller, qualche gabbiano e arriva l’ora di metterci in marcia per andare verso il motel. I km da percorrere sono molti. Los Angeles è una città grandissima e spesso tra una tappa e l’altra passano più di 50 km.. E oltre a ciò è, nelle ore di punta, davvero trafficata. Decidiamo di fermarci da qualche parte a mangiare qualcosina per cena, optiamo per un ristorante in stile USA e ci mangiamo carne e patatine. I prezzi come sempre sono onesti e i camerieri davvero cordiali. La tip ovviamente è d’obbligo! 07 Agosto: Los Angeles, Universal Studios e l’odissea del crick.
Oggi la destinazione sono gli Universal Studios! All’ingresso ci sono code e perdiamo più di un’ora, il prezzo singolo è 69$, non certo regalato, per fortuna al motel abbiamo preso due depliant che contenevano sconti per 8$ a testa, li troverete in tutte le hall di motel e alberghi. A tutto ciò vanno aggiunti i 12$ del parcheggio. La giornata trascorre serenamente, purtroppo il tour per i set cinematografici chiude alle 16.00 e noi ce lo siamo ovviamente perso presentandoci alle 16.30. In ogni caso rimaniamo nel parco almeno fino alle 19.00. Usciti dal parco, eravamo già in strada, ci accorgeremo grazie alla segnalazione di un simpatico messicano che la nostra gomma davanti è a terra. Iniziamo a imprecare. Ci fermiamo al primo parcheggio che troviamo e iniziamo a darci da fare. Dobbiamo smontare la ruota, mettere il ruotino e pensare a come e dove sistemarla. Iniziano SUBITO i problemi dal momento che la nostra auto NON, ripeto NON, possiede il crick. Come caspita si dirà crick in inglese??? Nel mentre ben 4 persone si avvicinano chiedendoci se potevano essere d’aiuto. Un ragazzo ci dice che non è legale non avere il crick in auto. Per la cronaca il crick si chiama jack! Ecco! E’ il jack che ci manca. Ce lo presta un ragazzo e si offre addirittura di cambiarcela lui la ruota. Montato il ruotino e salutato la coppia di giovani aiutanti decidiamo il da farsi. Siamo nervosissimi, anche perché è stato un bene sia successo in città, ma se fosse successo l’indomani in mezzo al deserto?? Decidiamo di recarci verso la più vicina Agenzia dell’Alamo, per reclamare e farci sostituire il ruotino. L’agenzia in cui ci rechiamo è quella dell’aeroporto, aperta fino a tardi e a 10 miglia di distanza. Spieghiamo l’accaduto e si offrono immediatamente si sostituirci l’auto con una della stessa categoria. Accettiamo con un sorriso perché la disavventura si sta concludendo. Ecco che arriva l’auto sostitutiva, prima cosa che controlliamo è che ci sia il jack. Bagagliaio aperto e non solo non è presente questo jack, ma nemmeno la ruota di scorta. Ci lamentiamo e innervosiamo parecchio, il tizio che consegna le auto dopo aver controllato altre 5 auto tutte senza crick e ruota, ci dice che questa è l’America ( ma che significa? ). Torniamo al banco dell’agenzia a reclamare, di nuovo. Ormai sono le 22, non abbiamo mangiato e siamo stanchi dalla giornata passata nel parco. Ci consegnano una nuova auto. Ha il jack/crick e ruota, montiamo su e siamo quasi all’uscita quando ci accorgiamo che siamo su un’auto che non ha nemmeno i vetri elettrici, men che meno il cruise controll ed è un po’ una merdina. Siamo a fil di nervi. Vogliamo una macchina della categoria per cui abbiamo pagato e che sia dotata di ruota di scorta e crick. Il problema era che NON avevano auto per la nostra categoria dotate di crick! Verso le 23 riusciamo a uscire dal parcheggio dell’Alamo con un’auto dotata di ciò che volevamo e appartenente a una categoria superiore allo stesso prezzo. Soddisfatti, incavolati e stravolti scattiamo in motel per una doccia e poi via verso Sunset Boulevard, mangiamo in auto al McDonald’s e passiamo la serata nel locale storico Whisky a Go GO dove suonarono i Doors. 8 Agosto: Verso Phoenix, Arizona Oggi ci svegliamo con calma dato che ieri abbiamo fatto tardi. Facciamo le valigie e andiamo a farci un brunch come si deve per salutare L.A. Questa città mi è piaciuta tantissimo, differente dalle altre 2 big viste nei giorni passati ( S.F e NY), così totalmente diversa così familiare per certi aspetti e così estranea per altri. La gente è gentilissima e si respira proprio vita, vita da vacanza. Oggi ci mettiamo in marcia per raggiungere Phoenix che costituirà solo una tappa per spezzare il viaggio. I km che ci separano sono 560, non molti ma nemmeno pochi dato che la velocità va tenuta nei limiti che di solito si aggirano intorno alle 70 miglia orarie. Il viaggio procede tranquillo, intorno a noi c’è solo deserto e sole, il caldo fuori è soffocante il cruscotto segna i 103 gradi Fahrenheit! Durante la strada ci siamo fermati a fare foto a dei cactus giganti oltre i 10 metri, pochi minuti e già ci mancava il fiato per il caldo che comunque non è per niente umido, e quindi più sopportabile. Per Phoenix non abbiamo prenotato nulla, abbiamo deciso di provare i Motel 6, che ci hanno consigliato essere un buon compromesso. Arriviamo verso le 18.00 al motel 6 che si trova al 1113 Grand Ave, Youngtown. Paghiamo 50$ per una stanza con due letti matrimoniali. Fa un caldo pazzesco e vorremmo buttarci in piscina, ma non ci sembra molto pulita, mentre la camera all’apparenza sembra tutta ok. Solo a sera le lenzuola mi hanno lasciato un po’ perplessa dato che erano messe sul materasso al contrario, e sono sempre stata terrorizzata da mia suocera che sostiene che le lenzuola per non essere lavate vengano girate. Le controllo al microscopio, mi sembrano pulite, non odorano e non trovo capelli… Faccio un respiro. Alla sera siamo andati a cena in una steakhouse la Outback ( 14225 Grand Ave, Phoenix ), mangiamo carne e beviamo birra spendendo 44$. Serata in motel a prenotare l’albergo per Las Vegas.
9 Agosto: Grand Canyon Dopo una sostanziosa colazione con uova bacon toast burro per lui e apple pie e latte al cioccolato per me ci mettiamo in marcia verso il Grand Canyon. L’emozione è a mille! Optiamo per una deviazione nel tragitto, come suggerito in un racconto di viaggio di un turista per caso, fermandoci al Montezuma Castle ( 25 miglia a sud di Sedona), un monumento nazionale che consiste nella visita di una costruzione indiana incastonata nella roccia e del piccolo parco creato intorno. Visita non impegnativa che porta via un’oretta. Il costo è di 5$ a testa e è aperto dalle 8 alle 18. Il caldo si sente e il sole picchia, non dimenticate le creme solari! Riprendiamo la marcia e arriviamo al Grand Canyon verso le 14.30 siamo elettrizzati, l’ingresso al parco costa 25$ a auto. Se visiterete molti parchi converrà fare una sorta di abbonamento che noi non faremo. Rimarremo nel parco fino a dopo il tramonto. Il primo impatto con il Grand Canyon per chi non l’ha mai visto è meraviglioso, lascia senza fiato, ero commossa. Sì, forse sono esageratamente emotiva, ma è una sensazione che non si può descrivere quella che ti investe mentre guardi una natura infinita. Peccato che ci sia così tanta gente. Dev’essere impagabile ammirare lo spettacolo in silenzio. Purtroppo durante il pomeriggio mi capiterà anche una piccola disavventura che mi metterà parecchio di cattivo umore. Ho appoggiato la mia Routard su una roccia per poter scattare più liberamente qualche foto poi spostandomi l’ho dimenticata per un po’ forse mezz’ora, ma magari un’ora. Tornando sul posto dove l’ho appoggiata mi sono resa conto che era sparita, volata. Ci siamo recati al chioschetto a 20 metri dal posto dove per altro c’era la box degli oggetti smarriti, ma della mia guida nulla. Ovvio era in italiano e il G.C. È pieno di italiani oggi. Mi convinco che alla fine me l’abbiano proprio rubata. Ok, distratta io, ma o la lasci dov’è o la porti nel chioschetto, quanto meno io avrei fatto così. Si è rivelato un problema, perché nella guida avevo tutto l’itinerario dei successivi giorni, con indirizzi, distanze annotazioni. Un nervoso enorme. Con quest’umore mi godo il tramonto più meraviglioso che io abbia mai visto. Una volta calato il sole il parco affoga in un buio fittissimo. Le strade si vedono a malapena e ci perdiamo un paio di volte prima di trovare l’uscita. Ci impiegheremo un’ora.
Sono le 20 e non abbiamo prenotato nulla. Decidiamo di fermarci nel primo motel. La prima città non è affatto nei paraggi e giriamo parecchio prima di trovare alcune case, sono le 23 ( scopriremo poi che c’è un’ora in più di fuso), ma siamo contenti di esserci portati avanti con la strada per il giorno successivo. Arriviamo a Tuba city. I primi 2 motel/hotel che incontriamo sono al completo, ci facciamo una risata e ci diciamo che nel caso ci fermiamo a dormire in macchina nei paraggi di una stazione di polizia! Alla fine chiediamo a un motel gestito da Indiani che ci danno una stanza enorme, di almeno 30 metri quadri con due letti matrimoniali per 61$ (44 euro!). Accettiamo, scoprendo in seguito di non avere il bagno in camera, poco male sappiamo adattarci e siamo contenti della sistemazione. I bagni sono pulitissimi e enormi, c’è poca gente e posso farmi la doccia e sistemarmi per la notte senza che incontri mai nessuno, idem la mattina seguente. Il motel sembra una scuola e infatti si chiama Greyhills Academy High. Purtroppo qui non c’è internet…
10 Agosto: Monument Valley Alle 9.20 lasciamo Tuba city alla volta di Monument Valley, la distanza non è molta. Poco prima di giungere alla meta ci fermiamo in un supermarket per comprare il necessario per il pranzo e un po’ di frutta. Arriviamo alla Monument e paghiamo 5$ a testa per l’ingresso (li pagherete anche se avete il pass per tutti i parchi), passiamo almeno 2 ore e mezza a girare con l’auto nella valle ammirando questi enormi ammassi di roccia e sabbia rossa e l’orizzonte infinito. Il caldo è molto anche qui. Ci fermiamo a mangiare della frutta sotto un alberello e respiriamo tutta la pace e il silenzio che emana questo posto. Non c’è molta gente e ne siamo felici. Sarebbe bello ammirare anche qui il tramonto ma non possiamo permetterci di trascurare la nostra tabella di marcia. Usciti, ci rimettiamo alla guida verso Page che dista 200km. Una volta arrivati constatiamo che è TUTTO sold out. Non immaginavamo di trovare una magnifica cittadina che offre una moltitudine di meraviglie. Troviamo alloggio in un motel a 15miglia ( forse anche meno) dalla città nella strada che porta a Big Water, è un motel gestito da veri cowboy. Si tratta di un prefabbricato con stanze piccole, ma deliziosissime, forse le migliori di tutta la vacanza. L’arredamento è incentrato sui cowboy e i gestori sfoggiano cappelli enormi, il clima è familiare. Purtroppo sanno che siamo lì perché la cittadina è in Sold out e gonfiano i prezzi…Prendiamo la loro ultima camera per 75$ ( corrispondenti a 54 euro, nemmeno tanto a ben vedere). Il nome è il Cowboy In Motel. Dopo una doccia e un po’ di relax, dalla finestra abbiamo un panorama meraviglioso e ci sono anche i cavalli, andiamo a Page per la cena. Mangiamo in un affollato bar che ci offre posti al bancone, chiacchieriamo con un uomo che cerca di fare breccia nel cuore della barista che ad un certo punto imbraccia la chitarra e ci regala due stupende canzoni country suonate davvero bene! Il clima è rilassatissimo e ci gustiamo le nostre bistecche e patatine. Il locale è il Ken’s all west. 11 Agosto: Page – Antelope Canyon – Horseshoe Bend – Lake Powel – Kanab Oggi sveglia presto. Ci sono un sacco di cose da fare! Prima di tutto cercare una lavanderia, ormai è ora. Mentre i panni si lavano e asciugano noi facciamo colazione al baretto a fianco, che poi è un fastfood. Finito il bucato ci avviamo verso l’Antelope Canyon, descritto da molti come uno degli spettacoli naturali più belli del loro tour USA. Questo canyon si divide in 2 tronconi l’upper e l’under e entrambi si visitano solo con guide indiane che sono sul posto. Noi ci siamo limitati all’upper. Il momento migliore per il giro a questo canyon è mezzogiorno, così da godere della particolare angolazione del sole che filtra nelle rocce creando meravigliosi giochi di luce. Consigliamo di essere lì molto prima, o prenotare il giorno precedente se avete possibilità. Siamo lì alle 11 ( portatevi i contanti!!!), vogliono 6$ a testa ( assurdo!) per il parcheggio e 25$ a testa per il tour, io ho sempre dietro la tessere dell’uni e ho uno sconto di 4$. Partiamo con il tour di mezzogiorno che durerà 1 ora e ½. Lo spettacolo è stupendo, una tra le cose più belle mai viste o sicuramente ai primi posti! Rimarrete meravigliati. Finita la visita mangiamo dei tramezzini al volo avanzati dal giorno precedente mentre ci dirigiamo alla seconda tappa della giornata: l’Horseshoe Bend. E’ il ferro di cavallo del Colorado, famoso per comparire in tantissime foto, trovarlo può essere complicato perché non ci sono molti cartelli, aiutati dal navigatore e dalle cartine trovate al motel riusciamo ad arrivare, di fatto conoscendo la strada è a 5/10 minuti dall’Antelope. Parcheggiamo e ci prepariamo ad affrontare un percorso nella sabbia in salita e poi discesa fino al punto d’osservazione; il ritorno sarà più faticoso perché ci sarà più salita (portatevi acqua!!), sarete distrutti ma tutto passerà nel momento in cui guarderete in basso scorgendo una delle meraviglie della natura che più lasciano senza fiato. I colori sono meravigliosi. Senza parole sorridiamo allo spettacolo e, se non fosse stato per il caldo saremmo rimasti lì a lungo… Ma un’altra tappa ci attende. Il lago Powell! Vorremmo affittare una barchina , ma ovviamente è agosto e tutto è sold out, proviamo addirittura in più punti del lago, ma ci accontentiamo di entrare nel parco (15$ dura una settimana il biglietto) e cercare una spiaggia per fare un bel bagno nel lago. Passiamo un paio d’ore in relax, arrivano le 18.00 e dobbiamo metterci in marcia per fare qualche miglio e cercare un posto per la notte. L’indomani ci aspetta il Bryce Canyon. Optiamo per fermarci a metà strada a Kanab (Utah), piccola cittadina. Anche qui è tutto soldout…Le persone che ieri erano a Page si saranno mosse verso Kanab? Non ci diamo per vinti e alla fine riusciamo a trovare la penultima stanza in un motel un po’ strambo, il Sun-n-Sand Motel, gestito da un ex (?) hippye e la moglie, Wayne e Terry, personaggi singolari e simpaticissimi. Ci danno una stanza e prima colazione per 36$, accettiamo subito temendo di trovare chissà cosa, ma la stanza era semplicissima e pulita, dispone anche di wifi gratis, microonde, frigo e aria condizionata. Oggi è stata una giornata intensa, siamo stanchi. Facciamo una doccia e andiamo a mangiare qualcosa in una steak house vicino al motel consigliataci da Wayne perché convenzionata, ci farà 10% di sconto. Siamo gli ultimi a cenare insieme a dei ragazzi spagnoli, e sono solo le 21.30. Alle 22 già chiudono! 12 Agosto: Bryce Canyon – Zion Park Colazione e via verso il Bryce Canyon. Il paesaggio che incontriamo inizia a mutare, non è più il deserto e orizzonte infinito, ma inizia a essere costellato da alberi e pare un paesaggio di montagna. Stiamo salendo e la temperatura si abbassa. Oggi il cielo è coperto di nuvole e incontriamo anche pioggia durante il percorso. Arriviamo al Bryce intorno alle 11.00, ci abbiamo messo pochissimo. Mentre raggiungiamo il Bryce passiamo in mezzo al Red Canyon, terra rossa e rocce dalla forma stranissima ci circondano, sulla strada incontriamo anche il Natural Bridge, un arco naturale di pietra dalla forma perfettamente circolare che sembra finto… Per entrare al Bryce paghiamo 25$ ( prezzo a auto) e iniziamo a girare i vari vista point. Il Bryce è molto particolare, ha la forma di un anfiteatro ed è costellato da infinite guglie dal colore arancione vivo, o marrone o rosso a seconda dell’orario. Per mancanza di tempo non facciamo la discesa alla base dei pinnacoli, ma ci gustiamo il magnifico panorama dall’alto. Prima di entrare nel parco abbiamo prenotato per le 14.00 un giro a cavallo ai bordi del Bryce e nel bosco attorno, la prenotazione l’abbiamo effettuata all’interno dell’albergo Ruby’s Inn, che si trova alle porte del parco per chi volesse sistemarsi per la notte. Per il giro a cavallo abbiamo speso 55$ a testa, forse parecchio ma il giro è durato più di un’ora e per me è stato fantastico non essendoci mai salita prima… Durante la cavalcata ci ha sorpreso una pioggia fitta dalla durata brevissima e anche un vento gelido. Armati di felponi e kway ce la siamo cavata discretamente. Abbiamo visto anche una famigliola di daini ( o cervi?). Finito il giro abbiamo mangiato pizza in un fastfood lì vicino e dopo esserci scaldati un po’ abbiamo ripreso a guidare. Prossimo stop Zion Park! La distanza è di circa 110 km. Più ci avviciniamo allo Zion più ci accorgiamo che la temperatura sta ricominciando ad aumentare e infatti stiamo affrontando tornanti in discesa. La strada che percorriamo è la Highway 12 Scenic way. Il panorama che si può ammirare è magnifico, il cielo si è liberato dalle nuvole ed è uscito il sole. Arrivati allo Zion percorriamo solo la via panoramica che attraversa il parco. Il parco si può visitare solo con delle navette e merita una sosta se si dispone di molto tempo per percorrerlo a piedi dato che esistono molti sentieri che costeggiano il fiume. Noi optiamo per la vista panoramica attraversando la valle e gustandoci il meraviglioso panorama fatto del verde del bosco e rosso della terra, anche la strada ha l’asfalto rosso per rispettare i colori del luogo, sembra un tappeto. Stiamo qui un’oretta scarsa, ma siamo contenti di esserci passati, riusciamo ad avvistare anche un uccello abbastanza grande tutto blu! Ci rimettiamo in marcia…Stanotte si dorme a Las Vegas!!! In strada riusciamo a goderci un bellissimo tramonto nel deserto i colori sono indescrivibili e come ci auguravamo arriviamo in Las Vegas quando ormai il sole è calato, all’orizzonte ci scontriamo con una miriade di luci e solo allora realizzo quanto vasta sia questa città nel deserto. All’interno troviamo il caos, trafficatissima la Strip la attraversiamo per arrivare ormai stanchi al nostro albergo, il New York NewYork ( 146$ tot per due notti). Cerchiamo di capire dove sia l’entrata e soprattutto la reception. L’albergo è molto grande per andare in stanza ci forniscono di piantina. La stanza è gigante, abbiamo anche qui due letti matrimoniali, ( spessissimo ci sono capitate stanze così allo stesso prezzo delle stanze con un letto matr. Solo) da un lato abbiamo la vista sulla piscina che ci ospiterà l’indomani e da un lato abbiamo vista garage…
Ci fiondiamo in doccia e scendiamo per mangiare e iniziare a sbirciare la città più caotica degli states. Riusciremo a tirare l’una e mezza, poi ci trascineremo stanchi in camera. La macchina la consegneremo domani.
13 Agosto: Las Vegas Oggi sveglia con calma, vogliamo una giornata di solo relax dopo quasi 3 settimane di grandi camminate e giri immensi. Dopo aver consegnato l’auto scendiamo in piscina rimanendoci per gran parte del pomeriggio, concedendoci bagni, lettura e relax. Iniziamo a attivizzarci solo in vista della cena che la passeremo in un giapponese all’interno del Planet Hollywood, mangiamo benissimo e paghiamo poco! La serata prosegue sulla strip, curiosiamo negli hotel, cerchiamo di capire chi sta perdendo di più tra i presenti, beviamo birre, andiamo ad ammirare le fontane del Bellagio con il loro spettacolo e veniamo scombussolati letteralmente per il caldo torrido che c’è in città, anche di sera, e per i casinò che sono celle frigorifere con le loro a/c al massimo. Non ci stanchiamo mai di camminare su e giù, giochiamo anche i nostri 20$ alla roulette per vederli volare via in meno di 2 minuti! Incredibile. Notiamo la tizia a fianco a noi, visibilmente sbronza e supponiamo si sia bruciata il corrispettivo del mio reddito annuale in poche ore… 14 Agosto: Las Vegas Ci svegliamo pronti a rifare le valigie per l’ennesima volta in questo lungo viaggio… Oggi voleremo per New York, ma solo in serata, quindi passeremo tutta la giornata in giro. Lasciamo i bagagli custoditi in albergo e iniziamo a vagare, giriamo i centri commerciali dei più grandi alberghi e facciamo qualche compera di souvenir pacchianissimi. La giornata scorre lenta, tra un albergo e l’altro e tra la rappresentazione di Venezia e quella di Parigi… Fa un caldo che ti staccheresti la pelle se potessi e gli spostamenti all’aperto sono necessari. Pranzeremo stupidamente sul tardi perché prima non eravamo molto affamati, e ci accorgiamo che alle 15 per loro è già cena di conseguenza i prezzi del “All you can eat” ( quota fissa e cibo finché scoppi) sono più alti. Va beh ormai siamo lì e entriamo lo stesso. Veniamo accolti da un enorme buffet che contiene di tutto. Mangiamo più che possiamo sentendoci quasi esagerati accorgendoci solo successivamente che le altre persone intorno a noi ci avevano doppiato, triplato e oltre… Passiamo il pomeriggio ancora a ciondolare facendo considerazioni sulla città, troppo calda, troppo traffico, troppo esagerata, qui è tutto finto. Considerate che arriviamo da una settimana in cui la natura ha dominato i nostri occhi, quindi trovarci in questo mondo così costruito è come un pungo in un occhio. C’è divertimento, quanto meno alla sera. Di giorno puoi stare in piscina, ma se non hai un albergo d’appoggio ti annoi davvero. A saperlo avremmo passato un giorno in più a Page a sguazzare al lago con un panorama da urlo! Volevamo addirittura sposarci, ma una litigata nei giorni precedenti ci ha fatto cambiare idea! Lasciamo Las Vegas con il nostro volo per Newark prenotato da casa prima di partire, tramite expedia spendendo 240 Euro in due ( con CONTINENTAL).
Il volo procede benissimo e arriviamo a NY che sono le 5 del mattino. Errore di calcolo commesso all’atto della prenotazione. 15 Agosto: New York Stanchi per le 5 ore di volo e per la notte in bianco dovremo aspettare il check in dell’albergo che sarà alle 14. Prendiamo uno shuttle che per 18$ a testa ci porta davanti all’albergo prenotato qualche giorno prima. Il prezzo è sui 90$ a notte e abbiamo il bagno in camera. È il Days Hotel Broadway, 215 west 94th street, come posizione preferivo quello in cui abbiamo alloggiato all’inizio, qui siamo vicino a Central Park ma un po’ troppo in Uppertown, andare a sud implica troppo tempo per gli spostamenti. Comunque non avendo trovato offerte migliori questo va più che bene essendo comunque in Manhattan. Aspettando che la stanza si liberi andiamo a fare colazione allo starbucks più vicino per poi attendere su una panchina verso Central Park. Ci rilassiamo un paio d’ore. Sono le 8 del mattino, e osserviamo la gente che porta a spasso i cani, si fa una corsetta o passeggia semplicemente. Finalmente entrati in camera decidiamo di appisolarci un paio d’ore dato che per noi è notte fonda..Quasi l’alba e vorremmo recuperare un po’ di forze per la serata. Una volta svegli e docciati ci buttiamo a passeggiare per le strade newyorkesi. Giriamo molto nelle vie principali occupando il tempo a fare tutti gli acquisti rimandati nei giorni precedenti. Abbiamo comprato souvenir per il parentado, per noi, abbiamo acquistato qualche regalino e fatto un buono shopping. Abbiamo gironzolato per le strade che all’andata non avevamo visto come per esempio il Greenwich Village, dove ci siamo fermati a mangiare molto presto. Abbiamo cenato in un giapponese, vicino agli edifici della NYU. Dopo cena ci siamo recati verso Washington Square Park dove abbiamo potuto ascoltare della musica suonata da ragazzi seduti a cerchio, abbiamo osservato uno spettacolo di strada messo in piedi da 3 ragazzi che facevano capriole e numeri vari coinvolgendo il pubblico ( numerosissimo), e siamo finiti nel mezzo di una discussione relativa all’11/09. C’erano dei ragazzi che con foto, relazioni scientifiche e cartelloni raccontavano la loro verità sull’accaduto, vista da vicino. Si confrontavano con i passanti che chiedevano e si incuriosivano e dibattevano con chi non era loro d’accordo. In modo civile, senza alzate di voce. E’ stato un bellissimo momento e esempio di America che spesso non si conosce.
La serata è proseguita a Times Square per altri acquisti dell’ultimo giorno.
16 Agosto: New York Oggi non abbiamo molto tempo. L’obiettivo è tornare al 21st Century per acquistare un cappotto di CK avvistato i primi giorni ad un prezzo RIDICOLO. Attraversiamo tutta la grande mela e all’ingresso ci accorgiamo che è chiuso. Oggi è domenica e aprono con calma più tardi. Non possiamo perdere tempo. Sbrighiamo altre commissioni, sempre con il naso all’insù ad ammirare per l’ultima volta questa fantastica città. Siamo con gli orari tirati. Alle 17.40 partirà il nostro volo per Milano. Riusciti finalmente ad entrare nel centro commerciale ci accorgiamo che il cappotto è sparito, venduto, non c’è più nulla che gli somigli se non di altre marche ( Hugo Boss) a costi assurdamente più elevati. Ci innervosiamo perché abbiamo perso un sacco di tempo nella nostra ultima giornata, ma in ogni caso comprarlo all’inizio del viaggio avrebbe reso gli spostamenti più difficoltosi dato il volume che può portar via un cappotto da uomo…
Torniamo alla svelta in hotel, abbiamo prenotato uno shuttle che ci porti all’aeroporto per le 14.40. Ovviamente essendo scesi alla fermata della metro più lontana, decidiamo di dividerci: io terrò un passo sostenuto con le borse mentre lui inizierà ad andare in albergo correndo per cercare di beccare lo shuttle. Mancano 2 minuti. Nel frattempo il sole mi picchia in testa e fa un caldo allucinante, tanto caldo che arrivata all’albergo non lo riconosco e proseguo per la mia strada a passo spedito e le pulsazioni alle stelle. Solo dopo un po’ mi accorgo che la strada non è quella giusta, ma sono stanca e per la prima volta nella mia vita perdo l’orientamento. Proprio io..Che sono un navigatore ambulante!! Non mi capacito e mi ripeto che è impossibile e non è da me..E che se io mi sono persa, sicuramente l’ha fatto anche lui e lo shuttle ormai sarà partito… Il tempo passa e io non trovo l’albergo, chiaramente non ho il cellulare dietro perché ha tutto lui, e nemmeno i soldi. Ho solo 2 dollari. Dato che l’albergo dovrebbe essere a pochi metri decido di prendere un taxi. Ne fermo uno e mi ci fiondo dentro, almeno mal che vada respiro un po’ con l’aria condizionata, ormai sono lavata. Salita nel taxi il tachimetro segna già 2.5$, cavolo io ne ho solo 2! Spiego tutta concitata al tizio che mi sono persa e che il mio ragazzo mi sta aspettando all’hotel che dovrebbe essere nei dintorni, nel frattempo il tizio guida nella direzione che a me sembra quella errata e mi fa allontanare da dove per me dovrebbe essere l’albergo. Gli rispiego la faccenda e gli consiglio di non allontanarsi troppo dalla zona, gli dico anche il nome della via dell’albergo, ma sembra che lui non capisca bene quale sia la questione. Forse è il fatto che sono agitata perché è tardissimo, perché sono stanca, perché per via del caldo sembro una schizzata con il fiatone per la corsa sotto il sole…Ma il tizio accosta mi urla dietro e mi dice di prendere un altro taxi. Sbigottita lo fisso. Non so cosa fare, mi sembra la fiera delle assurdità. Esco, lo mando a quel paese anche io e sbatto la portiera. Siamo andati 2 isolati a sud, e ora mi tocca di nuovo correre per tornare dove ero prima. Corro, ancora, con borse al seguito. Mi fermo a respirare cercando di capire cosa stessi facendo. Un lampo di lucidità mi coglie. Riprendo fiato, vado all’ombra del tendone di un fruttivendolo che mi guarda allibito e divertito, gli chiedo indicazioni. Dove caspita è l’hotel? Mi indica non convinto una traversa, non è sicuro ma io gli credo e corro verso l’albergo. Meno male che le gambe mi reggono…E finalmente arrivo in albergo, esausta e provata. E sì, lui è lì che mi chiede dove fossi andata, che si stava preoccupando. Mi accorgo che ha i nervi a fior di pelle e capirò che il nostro shuttle arrivato alle 14.30, con 10 minuti di anticipo, non vedendoci è partito prima, comunque ne era in arrivo un altro richiesto con non poca fatica da lui…
Circa 15 secondi dopo il mio arrivo al hotel arriva lo shuttle e una volta su, posso iniziare a ridere rumorosamente per l’odissea degli ultimi 20 minuti. Lui non si capacita di quello che sia successo, non crede possibile che mi sia potuta perdere a 10 metri dall’albergo…E sinceramente anche io faccio fatica a capire cosa sia successo. Il nostro volo starà fermo sulla pista 2 ore prima di partire, ma recupererà in volo per farci arrivare a destinazione in tempo per la coincidenza per Milano. Dove ci aspetterà un viaggetto di un’ora di treno, con anche un cambio prendendo la coincidenza al volo correndo come disperati con valigie enormi al seguito. Arriveremo stremati, ma talmente soddisfatti con il nostro viaggio on the road nel cuore.
La nostalgia per gli usa non arriva subito, piano piano si sedimenta tutto ciò che si è vissuto e dopo un po’ inizia a mancarti. Le mie conclusioni operative: prenotare giorno per giorno le sistemazioni si è rivelata una scelta azzeccata, poiché ci ha consentito di stravolgere l’itinerario e modificare la permanenza nelle tappe a seconda di come ci trovavamo e di quanto impiegavamo per raggiungerle. Importante è prenotare prima magari nelle grandi città, in particolare New York, soprattutto se ci sono week end di mezzo.
Page merita sicuramente più tempo di quanto le abbiamo concesso noi, e Las Vegas ne merita molto meno.
Se volete visitare Alcatraz prenotatela tempo prima, idem per la messa Gospel ad Harlem.
La carta di credito è molto MEGLIO averla e che non sia Elektron! Patente internazionale, nessuno ce l’ha chiesta, ma nemmeno ci hanno mai fermato nonostante tutti i km percorsi. In ogni caso noi ne eravamo sprovvisti, abbiamo deciso di seguire i consigli di molti altri turisti che han scelto di usare la sola patente nazionale.
Per qualsiasi informazione aggiuntiva sono disponibile alla mail: ylenit@yahoo.It Enjoy!