Usa on the road parte iii

Giugno 19 – Ore 08.00 St. George – Death Valley Come al solito ci svegliamo mattinieri, anche perchè non potremmo fare altrimenti..dormendo in macchina, e dopo il solito caffe’ decidiamo di fare un giro per i negozi del centro commerciale, che sinceramente non offrono granche’, a parte un negozio dove ci sono le Nike Shox per mio nipote,...
Scritto da: Ric. A.
usa on the road parte iii
Partenza il: 04/06/2004
Ritorno il: 28/06/2004
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
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Giugno 19 – Ore 08.00 St. George – Death Valley Come al solito ci svegliamo mattinieri, anche perchè non potremmo fare altrimenti..Dormendo in macchina, e dopo il solito caffe’ decidiamo di fare un giro per i negozi del centro commerciale, che sinceramente non offrono granche’, a parte un negozio dove ci sono le Nike Shox per mio nipote, ma decido di aspettare fino a San Francisco dato che il prezzo di $120 mi pareva ancora eccessivo per il posto. Corinna compra per soli $20 una piscina gonfiabile gigantesca, del peso di Kg 10, minimo, per suo nipote. Io gia’ immaginavo al momento di partire i kgs in piu’ derivanti dai vari acquisti ma di questo ne parleremo dopo. Per nostra fortuna questo Centro Commerciale che da qualche sventurato era stato nominato Outlet, si trovava lungo la direzione iniziale senza portare cambiamenti alcuni al nostro tragitto Finiti i vari acquisti, decidiamo di fare rifornimento alla nostra fedele Jeep? Casa? Dormitoio?? Vi premetto che le condizioni esterne/interne di tale veicolo erano veramente disastrose. Ci fermiamo vicino ad un distributore situato accanto ad un Motel con piscina, jacuzzi all’aperto e servizio di Lavanderia Self-service. Quindi in modo a dir poco losco, abusivo, aum..Aumm…Decidiamo di fare la lavatrice, addirittura cambiando i quarters alla reception, ci mettiamo in costume e ci tuffiamo in piscina e utilizziamo un po di jacuzzi. Inoltre usando del sapone, che ci portavamo sempre dietro come ricordo dei nostri soggioni ci siamo fatti un bel bagno sano, potete immaginare voi la scena. Uscivo dalla vasca, mi insaponavo e poi giù in acqua facendo finta di niente. A dir la verita’ la nostra intenzione era quella di entrare furtivamente in una camera del Motel, al momento in cui un’ospite partiva, ma purtroppo tutti chiudevano la porta prima di partire e cio’ ci indusse all’uso improprio della piscina e i suoi annessi e connesi. Ben lavati io e Claudia ci dirigiamo verso la macchina a cambiarci, col il sapore di cloro addosso ma almeno ben puliti, mentre Corinna decide di rimanere a prendere ancora un po’ di sole, che sfacciata!! Allora noi 2 facciamo un salto da Best Buy, famosa catena di piccoli e grandi elettrodomestici che ha negozi in tutta l’america, quindi dopo un giro veloce in cui vorremmo comprare tutto, optiamo per delle memory cards per le nostre rispettive macchine digitali, che costano sempre la meta’ che da noi in Italia. Recuperiamo Corinna e ci dirigiamo verso la mitica Death Valley, passando per la famosa area 51, dove non incontriamo nessun alieno. Facciamo rifornimento all’ultimo avamposto possibile Amargosa Valley dove la benzina costa $3 a gallone una rapina pensando che al nord l’abbiamo pagata $1,80 a gallone, ma facciamo il pieno per evitare di rimanerci nella Death Valley. Infatti la strada e’ ancora lunga per la NE173, caldo e deserto intorno a noi, abbiamo la gola secca, ma per fortuna acqua fresca non manca. Arriviamo all’entrata della Death Valley, e invece del solito Visitor Center troviamo un cartello, una Box automatico dove pagare $5 a testa per ritirare il biglietto d’ingresso, chissa’ quanti lo fanno, noi abbiamo il nostro pass, e a farci compragnia 2 corvi che prontamente caccio via. Ci addentriamo, dopo un po’ arriviamo a Zabriskie Point, un punto d’osservazione da dove si vede la distinsione della valle con i suoi colli, prima tutto cio’ era ricoperto dal mare, pazzesco. Da li andiamo a Badwater il punto piu’ basso degli Stati Uniti, 86 metri sotto il livello del mare, una grande distesa di sale, con una piccola pozzanghera, sembra l’inferno, dato che ci saranno minimo 50 gradi e non e’ agosto. Vediamo Dante’s View e infine ci rifocilliamo a Furnace Creek con una bella bibita e ghiacciolo, un Motel costruito in mezzo al niente. Al ritono facciamo la Artist Drive, una sorta di strada su e giu’ con controni di roccia di colori incredibili. Rinunciamo ad andare a vedere il Castello di Scott (Scotty’s Castel) dato che era dall’altra parte della Valle della Morte e per di piu’ eravamo in riserva, si signori in riserva nonostante il pieno prima di entrare nella Valle, senza neanche usare l’aria condizionata. Purtroppo nei parchi le distanze sono enormi, in alcuni trovere un benzinaio, ma in questo no!!!!! Nelle discese mettevo in folle per cercare di consumare meno benzina possibile. Poco prima dell’uscita della Valle mi fermo all’improvviso ad ammirare delle dune di sabbia poco distanti dal ciglio della strada, non posso evitare di andare a farci una camminata. Riprendiamo il nostro cammino sapendo che prima o poi ci sarebbe stata un’uscita, rimanendo fissi con lo sguardo alla spia della benzina. Per fortuna appena fuori troviamo un benzianio Tesco, $1.99 il gallone, ma felici di rivedere anime vive. Quindi ci dirigiamo verdo Lone Pine, Keeler e dali verso Barkersfield dato che l’entrata del Sequoia Park era dall’altra parte. Come al solito ci accampiamo alle in un distributore alle porte di Three Rivers, entrata del parco, come al solito stanchi, ma felici.

Giugno 20 – Ore 08.00 Three Rivers – Sequoia Park La nostra sveglia fisologica fa il suo dovere come al solito mangiamo qualche residuo di Muffin e Donuts con un caffe’ caldo. La strada che ci porta al parco e’ di un verde incredibile, si sente il profumo degli alberi, un contrasto incredibile, se si pensa alla poco distante Valle della Morte, ma questi sono gli States, un ‘insieme di paesaggi quasi inimmaginari. Dopo svariati kilometri di curve a U, a zig e zag, arriviamo all’entrata del parco. Sequoie gigantesche, mi fermo per farmi una foto, in confronto sembro uno gnomo, incredibile mai visti alberi cosi’ enormi. Arriviamo al Visitor Center, che ci indica la strada per vedere il General Sherman, la sequoia piu’ grande del parco con un diametro di 11 metri!!!! In ogni caso facciamo un giro esplorativo, dato che abbiamo tempo. Arrivamo in cima a delle roccie con delle scale per ammirare un paessaggio incredibile, da li ci facciamo delle foto accanto ad una radice di uno di questi giganti caduti. Anche in questo caso siamo piccolissimi, la differenza e’ notevole. Infine passiamo sotto un arco costrutio stto un albero che inizialmente istruiva la strada. Infine ci dirigiamo a vedere il Generale Sherman, Corinna forse annoiata dei parchi decide di rimanere in macchina, io e Claudia decidiamo di approffitare di questi momenti fino alla fine. Ci troviamo di fronte una sequoia gigantesca. La devo fotografare a pezzi, incredibile. Torniamo alla macchina soddisfatti, questo parco e’ uno dei piu’ belli, alla fine faremo una graduatoria. Dimenticavo che oltre a turisti in macchian durante tutto in viaggio siamo stati accompagnati da Riders, motociclisti con le loro Hearley & Davidson, i quali davano quel tocco americano in piu’. Infine ci dirigiamo verso in Visitor Center di Lodgepole, il quale offre servici igeneci, doccie, negozio di alimentari. Con $2.50 ci facciamo la nostra meritata doccia, ogni volta e’ un orgasmo!!! Belli puliti, faccio un giro come al solito al Souvenir shop, dove compro come al solito una Fridge Magnet ( calamita che si attacca al frigo) di cui faccio, o almeno provo a collezionare dei posti visitati. Il nostro occhio cade su di un annuncio “ Questa sera BBQ (Barberque) per $20 mangiando fin quando potete ore 06.00pm (18)” Dopo una consultazione veloce, ma veloce, decidiamo di aggregarci. Chiediamo il posto dove si terra’ il BBQ e ci dirigiamo li. Arrivati alle 17.30 decidiamo di aspettare, non ce la facciamo piu’, la fame chiama, alle 17.45 ci sediamo, non siamo i primi ma ci manca poco. Ci aspettano Salsicce, Costolette, Pollo, Pannocchie, Insalate, Hamburgers, The, Limonata, Apple Pie. La carne condita con una salsa Barbeque deliziosa, che abbiamo riprovato a farla in Italia senza successo. Noi prendiamo posto in una panchina in modo da poter ammirare il parco, ma alla fine ammireremo solo il nostro piatto ed i suoi resti. Credetemi e’ stato come dare a dei Piranha un pezzo di carne. Na Guerra. Come al solito, e non so dove la metteva, Corinna si spazzola Costolette (Ribs) e Pannocchie all’infinito, anzi imponeva a noi di mangiare fino alla sazieta’!!!! Cosa fa la fame. In nostro ruminare e’ stato interrotto solo in un’occasione da una Ranger che ci invitava a partecipare all ore 19.15 ad un’escursione guidata nel parco. Alla fine verso le 19 raggiungiamo il gruppo, Corinna dopo aver chiesto se dopo si poteva tornare a mangiare, il cuoco sbalordito, rispondeva che NO!!! Noi si che li abbiamo spesi bene i nostri $20!!!! Il Ranger si presentava come Melanie, ragazza tipica americana, un bel visino tipo barbie, ed un po’ pienotta!!! La seguiamo, in lontananza ci fa vedere un’orso, ci spiega che gli alberi caduti vengono lasciati in quel punto per rispettare il ciclo naturale del parco. Ci insegna ad ascoltare i diversi suoni, usando le mani, coprendo le orecchie ( non avete capito, andateci chiedete di Melanie!!!!) tutto molto interessante. Alla fine foto di rito noi 3 e lei. La cosa che mi sorprendeva nei rangers era il loro cappello rigido, un pezzo di pietra come nei fumetti o cartoon, non lo piegavi neanche con il vento. Anyway, lasciamo il parco che e’ notte fonda quindi decidiamo di andare vicino il Visitor Center del parco e dormire al suo interno, tanto non fa cosi’ freddo. Io verso le 23 di sera cerco di fotografare un altro daino che si e’ avvicinato, senbra una caccia al ladro, alla fine faccio 2 foto e mi rompo, vince lui.

Giugno 21 – Ore 06.00 Fresno – Yosemite – Sacramento Come al solito ai primi raggi di sole mi sveglio, ormai sono diventato dipendente. Fortunatamente Claudia & Corinna dormono. Prendiamo un caffe’con lo scopo di eliminare il torpore che soprattutto mi circonda. Se il caffe’ non fosse bastato a svegliarmi ci pensano di sicuro le curve a Zig& Zag per la via del ritorno, certo tutto suggestivo, in quanto una strada in mezzo ad alberi secolari non si era ancora vista. Incredibile si era passati dal deserto alla fitta vegetazione. Direzione Yosemite, finalmente l’ultimo dei nostri 12 parchi, alla fine eravamo diventati dei provetti Rangers. Passiamo per Fresno arrivando a Yosemite Village. Ancora presto, quindi il traffico e’ abbastanza limitato. All’entrata come al solito salutiamo il Rangers che ci riempie di carte e cartine, ormai la macchina ne e’stracolma. Siccome il posto e’ famoso per il Rafting vorremmo provarlo anche noi, purtroppo durante il percorso tutte le agenzie o kioski sparano cifre assurde, anche perche’ il costo era da dividere in 3 disgraziati. In un parcheggio incontriamo un lupo, bagnato e mezzo spelacchiato che ci fa pena, ci sbadiglia in faccia, vorrei scendere per vederlo da vicino, ma vatti a fidare, quindi preferiamo lanciargli dei biscotti al cioccolato, che divora in un solo boccone e ne approfittiamo per fargli qualche foto. Sconsolati arriviamo a Yosemite Village, un via vai di gente. Lì trovo la possibilita’ di fare rafting per soli $15 a persona, avverto le ragazze, che accettano immediatamente, firmiamo moduli che declinano la responsabilita’ del parco, giubbotto di salvataggio, remo, sembra tutto bello, prendiamo il canotto dal camioncino, e ci dirigiamo felici dal punto dovre avremmo dovuto iniziare. Dopo un periodo di calma piatta del fiume, aspettiamo le vere onde, e un pizzico di pericolo, ma la calma piatta continua, a parte 2 dondolii…Alla fine risultera’ piu’ una gita in barca, che vero rafting. Pazienza abbiamo apprezzato il Parco e trovato un paio di occhiali. Ci riportano al punto di partenza. Oggi e’ un giorno di relax assoluto, quindi dopo una sbirciatina veloce ai 2 famosi monolitici, El Capitan e Half Dome, decidiamo di andare nella piscina del parco. Accanto all’area ospiti ci sono dei bauli chiusi con lucchetti dove la gente mette al sicuro dagli orsi la spesa fatta e loro cibarie, dato che non esiterebbero ad sdradicare auto e tende all’odore del cibo. Noi che non abbiamo niente da mangiare, come al solito, non dobbiamo usufruirne. Entrata $2 per persona per i non campeggiatori, con uso delle doccia (Evvai!!!) e asciugamano incluso. Prendiamo il sole e dormiamo, finalmente dopo tanto viaggiare un meritato riposo. Il sole scotta, infatti alla fine risulteremo belli abbronzati o per meglio dire rossi pomodoro. Prima di rimmeterci in cammine sul tardo pomeriggio, ci fermiamo per uno snack accanto alla piscina, dando l’ennessima occhiata al Grocery-Souvernir shop. Uscendo dal parco, una folla ammira degli scalatori, ed inoltre da un ciglio della strada si vedono 2 Alci che prontamente vengono immortalati, gli animali selvaggi che si vedono negli States sono davvero tanti!!! L’arrivo dei Rangers, fa rimettere in cammino tutte le auto ferme al ciglio della strada per ammirarli. Adesso che fare??? Siamo 2 giorni in anticipo sulla tabella di marcia, dato che il nostro arrivo a San Francisco era previsto per il 24. Be decidiamo di dirigersi verso la Napa Valley, famosa per il vino e andare a trovare, un parente? Zia? Amica della zia? Della mamma? di Corinna. Attraversando un paesino finisco per essere accostato da un pattuglia di polizia, in quanto non stavo rispettando la segnaletica.. Senza fare nessuno scatto inopportuno e rimanendo fermo, aspetto che il polizziotto con la torcia in mano mi illumini, tipo i film alla Clint Eastwood, chiedendomi la patente. La porgo e spiego che siamo vacanzieri, ci augura buone vacanze e ci suggerisce di stare attenti. Sembra tutto finito, quando finalmente decido di fermarmi ad un distributore per dormire un po’, altre 2 pattuglie ci fermano, vedendo che con la macchina eravamo indecisi nel dafarsi. I polizziotti questa volta indossano l’uniforme nera, e io seguo le solite procedure, mostrando la patente e stando fermo e rispondendo alle loro domande. In ogno caso in entrambi i casi i poliziotti sono sempre stati cortesi e gentili. Vista l’ora tarda, e per non essere fermati anche dai pompieri, decidiamo come al solito di sostare al solito distributore di benzina, dove ormai siamo di casa. Ultimo giretto, dello stesso, hanno anche le doccie per $3, ma siamo puliti stasera. Quindi tutti a nanna.

Giugno 22 – Ore 07.00 Sacramento – Napa – Sonoma – Petaluma I rumori dei camion e la luce del sole ci svegliano e come zombi, entriamo al distributore e prendiamo un caffe’. Oggi, dopo vari tentativi andati a vuoto, decidiamo di fare colazione all’americana. Quindi nei pressi di Napa, dove dopo aver parcheggiato la macchina decidiamo di dare un’occhiata a diversi Cafe’ e Bar. Decidiamo per uno stile Happy Days – Diners – con le famigliole all’interno. La cameriera stile anni 60, che risultera’ anche lei dell’Est, ma come entrano facilmente questi!!!!! Ci serve le nostre pietanze, Scramble Eggs (uova sfrittelate), Ham (prosciutto alla griglia) Pancakes (frittelle) per me. Corinna Uova, French Toast, Claudia Pancakes, di cui va matta, uova e altro di terrificante. La cameriera affascianata dal nostro racconto temerario, continua a versarci caffe’, dato che lo fanno di loro abitudine. Spazzoliamo tutto alla grande soddisfatti, del nostro American Style. Dopo aver pagato lasciando la solita mancia, decidiamo di andare al Napa Valley Outlet, anche qui un grande parcheggio circondato da negozi vari. Reebook, Nike, Ralph Lauren, etc. Incredibilmente io non compro niente, idem Claudia, mentre Corinna da un’altra mazzata al suo budget incolpando noi di queste spese!!! Be e’ ora di chiamare la sconossciuta parente avvertendo del nostro arrivo. Dopo poche miglia, rispetto i nostri tragitti, ed aver attaversato varie case vinicole, arriviamo a Sonoma. Ci fermiamo da Safeway, dove Corinna vuole prendere una torta, di quelle alte 25 cm, che sono mattoni calorici! Inoltre ci fermiamo da un fioraio per un mazzolin di fiori. Dopo varie svolte, destra, sinistra, destra arriviamo davanti la casa, o almeno speravamo dato che eravamo stanchi di girare. Si suona!!! Dopo un po’ appare la vecchietta, Elvira, che tanto vecchietta non e’. Arzilla come non mai, ci fa accomodare, nel salotto, dove i mobili risulteranno della stessa eta’ della signora. Ci viene offerto del caffe’ parlando del piu’ e del meno. Elvira si rivolge a noi in un Italiano americanizzato, comprensibile dopo anni e anni passati in USA. Sembra felice della nostra presenza finalmente un po’ di Italia. Dopo un po’ ci raggiunge, il figlio di Elvira con la figlia. Tutti felici della nostra presenza, ci mostrano delle foto dei loro soggiorni in Italia, spiegando che ormai quelle macchine non c’erano piu’, e fanno domande a destra e sinistra, soppratutto il filgio di Elvira, che semba Mike Bongiorno in Lascia e Raddoppia, miriade di domande e risposte. Ci fa una foto nel giardino e poi decide di farci da guida per Sonoma. Cittadina deliziosa, con il suo mercatino, le case basse, e ci spiega che nel passato, la California, il New Mexico, Arizona e Nevada fino a 100 anni fa, apparteneva tutto al Messico, infatti ci fa notare un loro fortino, e la casa del Governatore di quei tempi, adesso museo. Queste notizie risultano alla fine interessanti. Incredibile come una Nazione giovane, neanche 200 anni come si sia evoluta in modo cosi’ veloce. Ritornando a casa incontriamo un’altro Italo-Americano che rimpiange l’Italia, speigando che in America si e’ piu’opportunisti ma meno socievoli. Non si usa dalle loro parti andare dai vicini a mangiare, incontrarsi con gli amici per un caffè in un bar. Notiamo che lo dice con molta malinconia e gli crediamo, dispiaciuti di uan realta’ a noi fino allora sconoscita. Una volta tornati a casa, ci fanno vedere la macchina di Elvira una Cadillac, bellissima, enorme, ma enorme, troppo forte la vecchietta. Elvira aveva preparato una cena all’Italiana, Zuppa di verdure, Gamberi con verdure, arrosto, finalmente qualcosa di caldo. Aiutiamo ad apparecchiare, usando il servizio per occasioni speciali. La nostra presenza aveva riscaldato l’ambiente. Inoltre Elvira ci racconta di 3 generazioni di Italiani. La 1ma era disprezzata dagli Americani. I primi italiani arrivati erano isolati, dato che venivano visti come inferiori, senza cultura e non sapendo l’inglese, quindi si creavano le comunita’ per rimanere uniti. Poi la 2nda generazione, i figli di immigrati che si vergognavano di esserlo e di avere origini italiane, quindi evitavano di parlare in italiano e avere nomi tali, triste ma vero. Infine la 3rza generazione, quella di Elvira, che voleva riscoprire le loro origini, visitando il nostro paese. Una bella chiaccherata. Alla fine prendiamo anche un bell’espresso. Decidiamo di andare a prendere un drink con la nipote di Elvira, ragazza che sembrava timida. Nel Pub ci racconta che studia nel Wyoming, che si diverte nel campus ed felice di stare li. Gia’ immaginiamo il perche’, lontano dal padre che sembrerebbe vecchio stile, anche troppo un po’ obsoleto. Altro che timida la ragazza sapeva il fatto suo, be come tutte le americane, davanti ai genitori delle sante e poi…

Torniamo a casa, pensando che stasera avremmo dormito sotto un tetto, invece la bella sorpresa. Elvira comunica a Corinna che solo lei puo’ rimanere, dato che domani ricevera’ delle visite, accettiamo la decisione non volendo creare problemi, anche non capendo il motivo, dato che ce ne saremmo andati via all’alba e non avremmo scombussolato la casa. Corinna imbarazzata della situazione non sa che dire. Ci dispiace, dato che sapendolo non saremmom andati a bere qualcosa e forse neanche a cena, ma saremmo andati direttamente a Sausalito. Salutiamo tutti anche la nipote che conferma la stranezza e imbarazzo della decisione della nonna. Pazienza salutiamo e ringraziamo. Con Corinna decidiamo che ci saremmo rincontrati a San Francisco in albergo. Salutiamo e ringraziamo!!!! Io e Claudia decidiamo di dirigersi verso Petaluma, dove avremmo dormito li e poi visitato un ultimo Outlet, prima di andare a Sausalito e poi SFO!! Giugno 23 – Ore 07.00 Petaluma – Sausalito Dopo la sveglia mattutina, ci dirigiamo verso il Premioun Outlet di Petaluma, inutile dire che eravamo i primi o quasi. Anche se non aperti del tutto i negozi si puo’ entrare. Facciamo colazione in un bar, consueto Caffe’ bibitone e Muffin. Be penso che sia uno dei migliori Outlet per fare affari. Da Guess, che sta facendo anche ulteriori sconti all’interno, compro un paio di jeans con $12, che costavano $20, un paio di pantaloni con tasche laterali estivi per $6, Claudia 3 T-Shirt per $15!!!!!!!!!!! Inoltre dalla Puma compro le classiche Puma ma alte, a $29.90, prezzi incredibili comparati a quelli Italiani!!!! Infine Claudia per non essere da meno si compra 2 giacche di renna per meno di $80 totale. Felici per i nostri acquisti, adesso mi mancavano solo le Shox-Nike per mio nipote. Arriviamo a Sausalito passando per San Rafael, finalmente il mare, ci fermiamo in spiaggia ma dobbiamo andarcene il vento cosi’ forte che non si resiste. Infine una visita ad un altro Best Buy, ma diamo solo un occhiata sapendo che eventuali acquisti sarebbero stati fatti a SFO. Arriviamo a Sausalito, grazioso paesino di mare che da sulla baia di San Francisco, bellissimo, case carine, pensiamo che sarebbe bello viverci per un po’, anche se lo abbiamo detto per diversi posti. Abbiamo fame e decidiamo di fare spesa in un Supermercato, dove c’era tutto e di piu’ con roba raffinata, banconi di carne gia’cotta, bancone per la preparazione di insalate, tutto carino. Facciamo una strage, anche per la fame. Claudia vuole pagare con la carta di credito ma non va!!! Alla fine dopo varie supposizioni, ci accorgiamo che la banca non aveva alzato il massimale mensile. Quindi fa una chiamata in Italia, sperando di risolvere tutto, domani a SFO e senza poter di acquisto sarebbe stata persa. Decidiamo di rimanere a dormire, indovinate dove?? Esatto in macchina, dato che non conveniva arrivare a SFO di sera, meglio l’indomani presto.

Giugno 24 – ore 06.30 Sausalito – San Francisco Questa volta la sveglia mattutina era piu’ che voluta, eravamo rimasti nel parcheggio del Supermercato. Entriamo che sembriamo degli Homeless (senzatetto) chiediamo della toilette, con cui almeno ci diamo un’aggiustata, compriamo dei Muffin appena sfornati, giganti e ottimi, prendiamo il caffe’ ed in un tavolino fuori al fresco facciamo colazione, eccitati dall’idea di arrivare a SFO, finalmente. Faccio pulizia nel bagagliaio, e buttiamo tutta la roba che non ci serve piu’, dato che da qui fino alla fine staremo al Westin St. Francis, 5 stelle lusso, e quindi ultimi giorni da normali vacanzieri. Diciamo addio al nostro fido box/frigo di polistirolo, agli asciugamani che ci hanno aiutato durante tante battaglie e a vari bicchieri e bicchierini. Siamo pronti, il tempo di 10 minuti e siamo di fronte al Golden Bridge, nella sua immensa maestosita’, al casello paghiamo $5 di Toll, se eravamo in 3 non c’era bisogno, Grazie Corinna!!! Claudia fotografa tutto il ponte anche i bulloni, e via per SFO. Non e’ difficile trovare l’albergo situato in Powell Street nella Union Square. Il tempo di scaricare la macchina e Claudia all’hotel e tento di trovare parcheggio, dato che il Garage era $36 al giorno ed in ogno caso domani avremmo dovuto ridare la macchina indietro. Capisco subito, ed ero stato avvertito, che SFO per parcheggiare, almeno al centro e’ quasi impossibile, con vari cartelli e parchimetri, lascio la macchina il tempo di dire a Claudia di fare il check-in e per dirle che avrei ridato alla Hertz la macchina indietro. Arrivo alla Herz, giusto dietro l’albergo, do le chiavi della macchina e mi danno la ricevuta. Tutto qui in 2 minuti, saluto la nostra macchina-casa, tristemente, certo le condizioni tra quando ricevuta e restituita, erano ovvie, il prezzo di valore sara’ sceso di qualche migliaia di dollari!!! Aveva ancora traccie della sabbia rossa della Monument Valley. Avevamo percorso alla fine: 5500 miglia!!! Gentilmente in albergo ci dicono che la camera sara’ pronta per le 10:30. Essendo le 9 decidiamo di far eun giro veloce di Union Square. Vediamo il negozio della Nike Town, Ufficio Turistico dove ci informiamo per un City Pass per l’uso dei trasporti del costo di $15 per 3 giorni, compreso l’uso dei famosi Trolley, che se usati senza il pass, costano $3 per persona one-way. Torniamo in albergo e la camera e’ pronta come promesso, anzi danno una di quelle nuove ai piani alti. L’albergo e’ molto bello, se avete possibilita’ di andarlo a vedere fatelo. Noi abbiamo avuto la possibilita’ di permettercelo grazie alla tariffa dipendenti, altrimenti avremmo ripiegato sul classico Motel. Arriviamo in camera, portano le valigie, diamo la mancia, e poi una doccia da sogno finalmente. Speriamo che Corinna arrivi in tempo, o almeno arrivi, per non perdersi questo spettacolo, e noi poi doverci sobbarcare la sua piscina!!! Tempo di vestirci e presentarci al mio collega Concierge, che con gentilezza ci indica dove andare, i maggiori punti di interesse, e chiediamo se possibile prenoatrci Alcatraz, dato che non c’era posto. Lui mi dice No problem Riccardo, troppo forte il mio collega. Vi premetto che la visita di Alcatraz va prenotata in anticipo, altrimenti la vedete solo in cartolina o dalla baia. Dalla mappa decidiamo che tutto e’ percorribile e piedi, infatti decidiamo di non fare nessun pass, scelta che risultera’ esatta e vantaggiosa, a piedi si scopre tutto. Prima di tutto passiamo per China Town, sempra di stare in Cina, infatti a SFO c’e’ la piu’ grande comunita’ cinese del mondo. Assaggiamo delgi Spounge dolci tipici cinesi, che non costano neinte e ne facciamo fuori una dozzina al ritorno!!!! Tutto in cinese , le scritte, tutto, appena fuori dal quartiere di China Town siamo in North Beach quartiere italiano, per un cappuccino, pieno di ristoranti Italiani e Caffe’, tutti intrepidi a vedere le partite dell’Europeo, tutti ragazzi giovani, cammianiamo meravigliati da tutto cio. Arrivati a Fisherman Wharf decidiamo di assaggiare la famora Clams Chowder, zuppa con le vongole, vedendola sembra disgustosa, ma e’ buona, soppratutto quella versata all’interno di un panotto svuotato di mollica, il lungo mare e’ un insieme di negozi di souvernir, di caffe’ arriviamo la molo 39 (Pier 39) da dove partono i battelli per Alcatraz, e dove c’e’ un piccolo agglomerato di negozi su 2 piani su di un molo, con vari negozi, e leoni marini che sbraitano in acqua, fotografati dai turisti e curoisi. Tutto bello sopratutto la giornata soleggiante ci aiuta a riparraci dal vento. Decidiamo di andare a vedere la Coit Tower, dopo l’ennesimo Sali e scendi dato che SFO e’ famosa per le sue salite e discese ripide. Da li uan statua di Cristoforo Colombo che indica Genova e poi davanti a noi la Baia in tutta la sua immensita’ con in mezzo l’isolotto di Alcatraz. Le case sono fatte in modo da risultare piane, nonostante collocate in discesa/salita tute in stile vittoriano, molto belle. Ci accordiamo in una targa di macchina, con scritto ciao Italia, adesivo della nazionale e della Juventus, un patriota. Decidiamo di ritornare in albergo, attraversando la City, di ogni citta’ americana, banche e uffici, il centro della Borsa e Commercio. Alle 20.00 stanchi morti decidiamo, di riposare per poi andare a Mission. Notiamo la borsa di Corinna, quindi e’ in giro. Purtroppo la stanchezza fara’ si, che c addormenteremo vestiti, fino alle 9.00 del giorno dopo.

Giugno 25 – Ore 09:00 San Francisco Tempo di una doccia, che scendiamo a fare la colazione a buffet dell’albergo all’americana!!! E per tutta la durata del soggiorno tutte le mattine abbiamo dato un mazzata ai nostri stomaci, mangiandoci tutto e di piu’del buffet, compreso il famigerto Bacon fritto.!!!! Chiedo al mio collega Concierge che mi conferma la prenotazione per Alcatraz per il giorno dopo. Corinna decide di non venirci, dato che raccomandata dal filgio di Elvira, ci spiega che e’ una perdita di tempo. Noi decidiamo di andarci lo stesso, in fin dei conti con soli $12 a testa, abbiamo la visita audio guidata. Dedichiamo questo giorno alla visita di un’altro pezzo della citta’. Ci dirigiamo verso Mission da Market Square, accorgendoci anche dei lati negativi di SFO, piena di vagabondi e senza tetto, nel pieno centro, e Mission District, sembra un quartiere messicano trapiantato a SFO. Ci fermiamo da Starbucks e rifamiano folgorati dal loro Frappuccino, che alla fine, senza successo, tenteremo di imitare anche a Milano. Da Mission dopo una grande, ma grande camminata arriviamo da Best Buy dove Caludia si compra un lettore Dvd per $39 che mediante un codice che lo sblocca , possiamo leggere anche i DVD italiani. Io alla fine tentenno e decido di non comprarlo, anche se poi mi tocca ritornare li il giorno dopo, e quindi questa volta decidiamo di prendere la metro, che risultera’ un vantaggio, e rischiare lo stesso.Vi premetto che funziona tuttora, la marca (CyberHome – CH-DVD-300) per chi fosse interessato. Decidiamo di quindi di abbandonare il quartire di Mission, dato che non ci sembra dei piu’ sicuri e piacevoli per dirigersi a Japan Town, anche qui una comunita’ , questa volta di Giapponesi. Entriamo nel loro centro commerciale, pieno di ristoranti e artigianato locale e decidiamo di venirci a mangiare prima di partire. Passimo per Lombard Street, tutta a piedi, incrociamo la famosa strada a Zig& Zag per quanto e’ ripida, ed infine via verso l’albergo. Facciamo un salto da Macey, nel negozio di Puma, dove i prezzi sono molto alti rispetto all’Outlet, ma sempre meno cari che da noi ed infine nel negozio Apple, immenso di 2 piani, dove e’ possibile, usare i loro notebook (Portatili) facendo uso gratuito di Internet, quindi quel negozio, accanto all’albergo era diventato tappa fissa giornaliera. Stanchi ci dirigiamo in albergo.

Giugno 26 ore 08:30 San Francisco Ormai e’ un piacere svegliarsi presto, approfittare della giornata, e dormire su letti, che piano piano rimodellano le nostre schiene. Solita colazione a buffet, Corinna ci invita a mangiare di piu’, e come al solito sfacciatamente si porta via anche un paio di Muffin, io sono pieno. Prima di uscira, abbiamo la conferma del Tour di Alctraz per il 27 mattina come da richiesta, quindi anche oggi giornata libera da impegni. Decidiamo di andare di nuovo verso il porto, facciamo una passeggiata nel parco del Presido, ci fermiamo in un parco a mangiare un mega panino farcito da Safeway, riposino di un’ora. Decidiamo di andare a Japan Town stasera per mangiare qualcosa di leggero!!! Facciamo un’altro giro largo per tornare in albergo, passando per Ghirardelli Square, famoso per il cioccolato, di nuovo per China Town ormai tappa fissa giornaliera insieme con North Beach. Ci accorgiamo che San Francisco e’ molto piccola, e che l’ideale e’ visitarla a piedi e i 4 giorni preventivati sono piu’ che sufficenti. Ritroviamo Corinna in albergo e comunichiamo la notizia di andare a mangiare giapponese, sapendo che l’avremmo presa per la gola, infatti accetta senza esitazione. Anche Corinna rimane estasiata dal posto e scegliamo un ristorante nel piano basso. Alla fine saranno $20 a testa. Al ritorno di nuovo tutto a piedi, ormai e’ tardi, siamo stanchi, sveglia presto e a letto tardi. Giugno 27 – ore 7:00 Noi abbiamo l’appuntamento per la gita ad Alcatraz, verso 10:30, quindi ci dobbiamo sbrigare e questa mattina saltiamo la colazione a buffet, mentre Corinna decide di farla, augurando buona fortuna al Buffet. Dato che e’ l’ultimo giorno, questa volta decidiamo di prendere il Trolley che passa davanti all’albergo e ci porta direttamente a Fisherman Wharf. Il Vetturiere ci indica che e’ proprio quello che sta passando, quindi facciamo una corsa e lo prendiamo al volo. Paghiamo i $3 a testa. Uno spasso, siccome i posti seduti sono finiti, rimaniamo in piedi sporgendoci come e’ di consuetudine, facendoci delle foto e stare attenti a non cadere e e non fare la figura degli idioti. Arriviamo puntuali a Fisherman Wharf. Tempo di un Muffin con uva passa, che siamo all’imbarco. Sul molo un kiosko di un ex detenuto di Alcatraz che vende una sua biografia. Durante il tragitto dal Molo ad Alcatraz, vediamo SFO nella sua bellezza, con lo sfondo del Golden Gate e non esitiamo a fare le ennesime foto, santa macchina digitale!!! Arriviamo ad Alcatraz ed un brivido mi attraversa, siamo nella famigerata prigione. Prendiamo un piccolo opuscolo in italiano che descrive in breve la storia. Facciamo una salita e arriviamo all’ingresso del palazzo delle celle, dove all’entrata prersentando il biglietto, riceviamo le nostrie cuffie per la spiegazione Audio. Se doveste decidere di fare il tour, prendete anche voi le cuffie, altrimenti senza spiegazione, non apprezzerete tutta la storia, anche perche’ nessun’altro ve lo spiega, e quei pochi che non hanno le cuffie, sono li impalati a chiedere agli altri turisti. La spiegazione, con rumori e voci di sottofondo e’ eccesionale, vediamo tutto: dalle celle, quella di Al Capone, al refettorio, al giardino dove i detenuti avevano la loro mezz’ora di pausa, le doccie, stanza visite, barbiere, bliblioteca, il corridoio chiamato Broadway, l’orologio Time Square, alla cella della fuga dei 3 detenuti mai ritrovati. Alla fine soddisfatti della decisione di vederla, anzi sarebbe stata una grossa perdita della nostra vacanza, ed ancora ci domandiamo come mai Corinna non sia venuta, sicuramete confusa da consigli di quel lontano parente!! Una volta a terra io e Claudia commentiamo ancora quello che di Alcatraz ci ha più colpito. Claudia fa una scappatina al Souvernir shop sul molo e compra una maglietta, gli sta a pennello, meglio ancora dietro le sbarre della prigione. Tornando per il centro passiamo di nuovo per China Town, prendiamo il nostro consueto frappucino da Starbucks, faccio un giro di negozi, compro le scarpe per mio nipote alla Nike Town, mentre per me alla fine dopo una disperata ricerca, dato che la mia misura del 41 era introvabile, le abbiamo trovate in un negozio di sport del Pier 39. Siamo tristi ma felici, ormai e’ quasi tramonto, la vacanza e’ giunta alla fine e domani si parte. Ultimi acquisti e poi a fare la valigia.

28 Giugno – ore 07.00 Questa mattina tristemente facciamo la valigia, che alla fine riultera’ piu’ pesante, per non parlare di quella di Corinna con la sua famosa piscina, pesa un botto, speriamo nella clemenza dell’addetto al check-in, vedremo. Intanto dopo averla preparata e raccolto il tutto, andiamo a fare per l’ultima volta la nostra colazione all’americana dal buffet. Sicuramente sara’ felice la capo sala, che non ci vedra’ piu’ sbranare il Buffet. Sono le 10:00 e ci sbrighiamo. Scendiamo con i bagagli, salutiamo i nostri colleghi, sperandoli di rivederli, sapendo che sara’ pura utopia, ma lo facciamo lo stesso. Uscendo dall’albergo ci dirigiamo verso la metropolitana, dato che con $4.50 prendiamo la metro che arriva direttamente all’aereoporto per prendere il nostro aereo che parte alle 12:30 per Amsterdam via Memphis. Arrivati all’aereoporto chediamo se dobbiamo fare il check-in agli internazionali o nazionali, dopo varie consultazioni andiamo ai nazionali, al desk della NorthWest per imbarcarci sul volo per Memphis. Arrivati al desk, con piacevole sopresa, l’addetta ci dice, che per motivi tecnici, siamo stati ri-prenotati sul volo diretto per Amsterdam delle ore 16:00, senza bisogno di fare scalo. Quindi ci dirigiamo nuovamente agli internazionali, peccato non aver chiamato prima, avremmo potuto passare altra mezza giornata a San Francisco, invece ci tocca aspettare all’aereoporto, che a prima vista non offre niente, neanche minimamente paragonabile con quello di Amsterdam. E’ il nostro momento di fare il check-in, fortunatamente per noi, l’addetto della NorthWest, gentile signora di mezz’eta’, non nota, o fa finta di non notare, i kgs in sovrappreso, infatti Corinna che stava sudando freddo, riprende il suo colorito. Bene sbrigato il check-in, ci tocca aspettare ancora 3 ore, una palla, il Duty Free e’ misero, quindi ci riposiamo prendendo possesso di svariati sedili, e aspettiamo il nostro imbarco, che ci riportera’ in Italia. Purtroppo questa vacanza e’ finita, sicuramente ci ha fatto vedere paesaggi e vivere situazioni, che forse possono essere vissute solo attraverso i libri.

Se avete bisogno di consigli non esitate a contattarmi.

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