USA, go West

On the road tra Arizona, Utah e Nevada con partenza e arrivo in California
Scritto da: GILLY
usa, go west
Partenza il: 01/06/2014
Ritorno il: 19/06/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Come ogni volta, a inizio anno, il mio orologio vacanziero si risveglia e comincio a spulciare mentalmente la mia lista delle possibili mete da visitare. Essendo rimasti in Europa lo scorso anno, la voglia di un bel volo intercontinentale si fa sentire e comincio a guardare varie destinazioni oltreoceano. L’idea del New England si affaccia, come quasi tutti gli anni, ma viene subito accantonata in quanto, dovendo organizzare il viaggio per l’inizio di Giugno, ho necessità di trovare un luogo dove sia sicuramente già estate. Nello stesso periodo parlo con una mia amica che sta per partire per un viaggio negli Stati Uniti…California e Parchi rossi di Arizona e Utah, la lampadina di accende, un breve controllo della condizioni climatiche nel mese di Giugno e ormai è deciso…Southwest, here we come!.

Avendo la fiducia illimitata, come sempre, del mio compagno per quanto riguarda l’organizzazione del viaggio, parto in quarta e quello che segue è il risultato di quasi 4 mesi di programmazione che ci hanno portato in un mondo fatto di spazi sconfinati, colori abbaglianti, autostrade infinite e cattedrali nel deserto.

Itinerario:

1-2 giugno Los Angeles (CA)

3 giugno Williams (AZ)

4 giugno Gran Canyon National Park (AZ)

5 giugno Monument Valley (AZ)

6-7 giugno Page (AZ)

8 giugno Zion National Park (UT)

9 giugno Bryce National Park (UT)

10-11 giugno Las Vegas (NV)

12 giugno Death Valley National Park (CA)

13 giugno Fresno (CA)

14-18 giugno San Francisco (CA)

Volo

Air France € 930 a persona (acquistato tramite agenzia di viaggio a Febbraio)

Andata Firenze-Parigi-Los Angeles

Ritorno San Francisco-Parigi-Firenze

Assicurazione

Yes Code € 140 per due persone (copre spese sanitarie e annullamento viaggio)

Noleggio auto

Alamo € 423 (categoria mid-size)

Prenotato tramite Rentalcars: 11 giorni di noleggio – Assicurazione – Guidatore extra – GPS – Pieno di carburante alla consegna – Drop off)

Hotel /Motel

Tranne l’alloggio a Los Angeles, prenotato tramite agenzia, gli altri tutti prenotati in anticipo autonomamente (prenotando in anticipo si risparmia notevolmente).

ESTA

Effettuata on line al costo di $ 14,00 a persona (validità 2 anni).

Patente Internazionale

Non è obbligatoria, noi l’abbiamo fatto per stare più tranquilli. Costo circa € 75 (validità 1 anno).

Diario di viaggio

1 giugno 2014 Firenze-Parigi-Los Angeles

Il volo è previsto per le 7:05, la sveglia suona alle 4 così possiamo tranquillamente chiudere le valigie, fare colazione e controllare maniacalmente che tutti i documenti siano in ordine così come i vari caricabatteria diventati oggetti di vitale importanza!. Il giorno prima ho prenotato il taxi che arriva puntuale alle 5 e che velocemente ci porta in aeroporto; al check-in c’è già una discreta fila ma, avendo fatto la procedura online, imbarchiamo i bagagli e andiamo ad aspettare l’orario d’imbarco.

Il volo per Parigi passa in un attimo e, una volta atterrati, riusciamo facilmente a raggiungere il terminal giusto per il prossimo volo. Partiamo alle 11 con il gigante dei cieli, l’airbus A380, l’aereo è veramente immenso e silenziosissimo tanto che in alcuni momenti ci si dimentica quasi di essere in volo. La tratta è abbastanza lunga, 11 ore e mezzo, ma riusciamo a far passare il tempo tra film, passeggiatine, snack e stretching.

Atterriamo puntuali a LAX, la fila ai controlli non è molto lunga ma è lenta quando è il nostro turno passiamo senza problemi, recuperiamo i bagagli e ci troviamo davanti un serpentone di gente per il controllo alla dogana, superiamo anche questo e dopo più di un’ora siamo fuori.

Il nostro Hotel è a Downtown (Millennium Biltmore – € 229 per 2 notti senza colazione/senza Wi-Fi) e lo raggiungiamo con il Flyaway Bus fino a Union Station ($ 8 a persona) poi in taxi fino all’hotel (altri $ 8).

L’idea era di approfittare dell’accesso gratuito alla piscina coperta dell’hotel ma come potete ben immaginare siamo crollati, abbiamo “ripreso conoscenza” verso le 11 di sera giusto per metterci i pigiamini e sprofondare nel sonno profondo!.

2 giugno 2014 Los Angeles

Come era immaginabile, all’alba siamo già svegli e con i morsi della fame! Ci prepariamo con calma e prima delle 8 siamo alla stazione della metro con destinazione Hollywood Boulevard (Metro Card $3 + $1,50 a tratta); facciamo una colazione veloce da Starbucks e acquistiamo i biglietti per il bus turistico, di solito non utilizziamo questo tipo di bus ma avendo solo un giorno a disposizione ed essendo senza macchina abbiamo pensato fosse la soluzione migliore. La giornata è molto bella, il clima è piacevole e riusciamo a vedere tutti i luoghi più famosi della città fino ad arrivare a Beverly Hills dove cambiamo tragitto e ci dirigiamo verso Santa Monica. Decidiamo di fermarci per il pranzo in questa famosa località di mare, facciamo una passeggiata sul molo dove finisce la Route 66 e sulla spiaggia, naturalmente scattiamo diverse foto alle famose torrette dei guardaspiaggia e ci bagnamo i piedi nell’oceano pacifico. Nel pomeriggio torniamo verso Hollywood attraverso le zone di Westwood e Melrose, ci fermiamo a vedere un po’ di stelle e torniamo in hotel per riposarci. Per cena ci spostiamo verso Olvera Street, ovvero il centro originario di LA, dove è presente un mercatino che vende prodotti e souvenir tipici messicani. Ceniamo lì vicino da Philippe’s, un locale specializzato in panini con l’arrosto che avevamo visto in uno dei numerosi programmi televisivi a tema gastronomico. Buono ed economico!

3 giugno 2014 Los Angeles – Williams (448 miglia)

Oggi lasciamo LA e ci spostiamo verso l’Arizona. Dobbiamo tornare all’aeroporto per ritirare l’auto a noleggio, sbrighiamo le pratiche molto velocemente e poi andiamo verso il parcheggio dove le macchine sono divise per categoria e possiamo scegliere quella che più ci piace. Avendo due trolley abbastanza grandi la nostra scelta cade su una Chevrolet Cruze, nel cui bagagliaio entrano perfettamente sia le valigie che gli zaini; giusto in tempo di inserire la destinazione nel GPS, che si è rivelato un aiuto fondamentale, e partiamo in direzione I-15. Il traffico è molto scorrevole, le autostrade sono enormi e in meno di un’ora riusciamo a uscire da LA e andiamo incontro al deserto del Mojave, il verde sparisce piano piano e mentre la temperatura inizia a salire solo i Joshua Tree ci fanno compagnia lungo la strada. Lasciamo la I-15 per la I-40 e decidiamo di fermarci a Ludlow per il pranzo. Il paese si trova sulla Route 66 ed è formato da un distributore con annesso shop, nel quale compriamo il frigo di polistirolo per l’acqua, e da un tipico diner…sembra di stare dentro un film. La strada è affascinante, si alternano rettilinei infiniti a salite e discese improvvise, quando arriviamo a Needles facciamo il nostro primo incontro con il fiume Colorado e con il clima desertico, un vento caldo fa balzare il termometro a 45°C. Il sole comincia a calare abbastanza presto da queste parti e, grazie anche all’altitudine che aumenta, quando verso le 18:30 arriviamo a Williams la temperatura è di circa 25 gradi, non ce ne rendiamo conto ma siamo a quasi 2000 metri!. Il paese è una delle tappe principali per chi percorre la Mother Road e per questo motivo è pieno di alloggi e ristoranti oltre a numerosi negozi di souvenir. Per le prossime due notti soggiorneremo al Lodge on 66 ($200 x 2 notti con colazione e Wi-Fi – consigliatissimo), ci viene assegnata la stanza n°15 Springfield, un nome una garanzia. Siamo abbastanza provati, ceniamo in un ristorante visto su Trip Advisor, il Pine Country Restaurant, consigliato soprattutto per le torte…la Pecan Pie me la sogno la notte. Gironzoliamo un po’ per questa sorta di Radiators Spring e poi torniamo in camera. La notte la temperatura scende notevolmente quindi la felpa è d’obbligo e si dorme con la trapunta sul letto.

4 giugno Williams – Gran Canyon – Williams (120 miglia)

Sempre sotto l’effetto del fuso orario ci svegliamo molto presto, approfitto dell’orario per chiamare a casa con Skype e per preparare l’itinerario della giornata. Alle 7 andiamo a fare colazione, c’è una bella scelta, e poi ci rechiamo al market per comprare un po’ di provviste e soprattutto per fare una bella scorta d’acqua. Il frigo di polistirolo è stato rifornito di ghiaccio preso gratuitamente in hotel ed è pronto all’uso. Giusto il tempo di fare il pieno, la benzina costa in media sui $3,80 al gallone, e siamo on the road verso il versante sud del canyon. Quando arriviamo sono quasi le 10, facciamo il nostro primo incontro con i ranger e acquistiamo la tessera annuale dei parchi ($80 valida per l’intestatario più altre 4 persone sullo stesso veicolo), se si ha in mente di visitare più parchi è la soluzione più conveniente. La temperatura è piacevole, decidiamo di percorrere il Bright Angel Trail, il sentiero completo arriva fino al fiume Colorado, noi effettuiamo il percorso di 3 miglia fermandoci a mangiare insieme ad altri visitatori in una delle resthouse e cercando di resistere ai tentativi di furto da parte dei numerosi e coraggiosissimi scoiattoli. Al ritorno ci aspetta una bella salita, è essenziale avere scarpe da trekking o da ginnastica in quanto il sentiero è sabbioso, di sabbia rossa, alla fine del tragitto scarpe e calzini avevano cambiato colore. Torniamo “in superficie” e ci spostiamo con lo shuttle bus all’interno del parco per fare un po’ di foto dall’alto; il percorso lungo il cosiddetto Rim è accessibile a chiunque e può essere abbastanza affollato, se volete un po’ di pace incamminatevi lungo uno dei sentieri; da quello che abbiamo intuito in questa vacanza il turista medio arriva dove lo porta lo shuttle e va poco più in là. Torniamo verso Williams e anche stasera ceniamo al Pine Country Restaurant e cedo ad una americanata, ordino Spaghetti with meatballs e, devo essere sincera, non sono neanche male.

5 giugno Williams – Kayenta – Monument Valley – Kayenta (228 miglia)

Anche stamattina non abbiamo bisogno della sveglia, il tempo di fare colazione e ci rimettiamo in marcia sulla I-40 fino a Flagstaff e da qui sulla US-89 e US-160 fino a destinazione. C’è poco traffico e riusciamo a goderci il paesaggio che varia dalle vette ancora innevate dello Humphreys Peak alle pianure brulle e desolate che ci accompagnano quasi fino a Kayenta dove a contrastare l’azzurro del cielo cominciano a stagliarsi i primi rossi Mesa. La bellezza della natura fa a cazzotti con la desolazione dei paesi, siamo sempre in Arizona ma all’interno della Navajo Reservation, spostiamo la lancetta dell’orologio avanti di un’ora e ci guardiamo intorno…siamo nella cittadina principale della zona e sembra di stare in un campo profughi, la tribù Navajo, come tutte le altre tribù native, ha abbandonato la vita nelle tende o nelle case di terra e paglia per vivere nei container circondata da fast-food. Dopo questa piccola riflessione sull’ingiustizia sociale, facciamo il check-in al motel (Wetherill Inn $ 158 a notte con colazione e Wi-Fi – uno dei meno cari della zona!), mangiamo un boccone veloce in un cafè e ci dirigiamo verso la Monumenti Valley (ingresso $ 20 – non rientra nel circuito dei parchi nazionali). La valle si può visitare in autonomia con la propria auto, ma non si può andare in giro a piedi per rispetto del territorio, noi avevamo una normale berlina e non abbiamo avuto grossi problemi, bisogna stare attenti nei punti più ripidi ai massi sporgenti o agli accumuli di sabbia, magari in una giornata piovosa la cosa può diventare più impegnativa. Il posto è comunque bellissimo, noi abbiamo avuto la fortuna di vederlo con un meraviglioso cielo azzurro che faceva risaltare ancora di più il rosso dei mesa, abbiamo fatto delle foto molto belle e scambiato anche due chiacchiere con i proprietari delle bancarelle lungo il percorso dove abbiamo comprato qualche ricordino. Mai come in questa occasione siamo stati contenti di aver la macchina color rosso ruggine così da mimetizzare la coltre di sabbia che la ricopriva. Tornando verso Kayenta ci siamo fermati a fare un po’di spesa e abbiamo deciso di mangiare in camera mentre i nostri vestiti venivano lavati e asciugati nella comoda ed economica lavanderia a gettoni del motel. Ci teniamo a dire una cosa, prima di partire, avevamo trovato nei vari racconti opinioni negative sui Navajo e il loro comportamento verso i turisti, sinceramente noi non abbiamo avuto alcun problema e le persone con le quali abbiamo avuto a che fare si sono dimostrate sempre carine e disponibili.

6 giugno Kayenta – Page (100 miglia)

Partiamo verso Page subito dopo colazione e dopo aver acquistato qualche ricordino Navajo anche al negozio del motel. La strada è praticamente deserta se non per qualche pick-up e per qualche gruppo di bikers, anche qui gli spazi sconfinati ci accompagnano lungo la AZ-98 e, grazie al fuso orario che torna indietro di un’ora, arriviamo a Page molto presto. Facciamo una capatina al motel per vedere se fosse possibile fare il check-in ma ci dicono di tornare più tardi, per le prossime due notti alloggeremo al Motel 6 ($ 161 per 2 notti solo pernottamento), catena di motel senza infamia e senza lode ma almeno c’è una bella piscina molto utile visto che le temperature raggiungono facilmente i 38/40 gradi senza scendere molto durante la notte. Abbiamo ancora gran parte della mattinata a disposizione e decidiamo di visitare uno dei due luoghi più conosciuti del posto: l’Horseshoe Bend. Si arriva a questo spettacolo della natura da un anonimo parcheggio lungo la strada e si percorre un sentiero di circa 2 km sotto il sole, arrivati in fondo ci si trova su uno strapiombo, senza alcuna recinzione, affacciato sul fiume Colorado che in questo preciso punto forma una curva a ferro di cavallo. Il panorama è meraviglioso così come il contrasto tra i vari colori, dal verde del fiume a tutte le varie sfumature di rosso della roccia, vale sicuramente la pena e il percorso è abbastanza accessibile, occhio al caldo e alle vertigini. Per pranzo ci fermiamo al Sonic Drive-in, mangiamo due gelati che ci vengono portati in macchina da una cameriera sui pattini!. Per ingannare il tempo facciamo un giro lungo il Lake Powell fino alla Wahweap Marina, l’ingresso nel parco è a pagamento ma è compreso nella tessera annuale, ci sono dei bellissimi scorci e, essendo il fine settimana, c’è moltissima gente in barca. Il caldo comincia a essere insopportabile e finalmente la nostra camera è pronta così, dopo esserci riposati un po’, io decido di fare un bagno in piscina. Seguendo sempre le recensioni online per cena andiamo da Fiesta Mexicana, ambiente molto carino e porzioni esagerate compresa quella del Margarita!. Facciamo due passi per digerire e per farmi passare l’effetto della Tequila e poi torniamo verso il motel…anche Page non è proprio uno splendore ma è un po’ più vivace.

7 giugno Page – Antelope Canyon

Oggi facciamo riposare la macchina, abbiamo infatti prenotato, con largo anticipo, la visita guidata dell’Upper Antelope Canyon. Questa meraviglia della natura è un cosiddetto slot canyon scavato dalla forza dell’acqua che si è aperta un passaggio attraverso la roccia tipica del luogo, chiamata dai nativi sandstone. Il canyon è in territorio Navajo ed è visitabile solo con la guida. Ci sono diverse agenzie che organizzano le visite, noi ci siamo affidati alla Antelope Canyon Tours che ha la sede sulla strada principale di Page, molte altre agenzie si trovano direttamente all’ingresso del canyon, il tour più ambito è quello delle 11:30 ed è anche il più caro ($96 per due) ma è quello che riserva i migliori giochi di luce. Il tragitto verso l’ingresso è molto avventuroso, si percorre una strada di sabbia a bordo di camioncini scoperti 4×4 arrivando al canyon già coperti di sabbia. È un’esperienza bellissima, una volta entrati in questo stretto cunicolo viene spontaneo guardarsi intorno per cercare l’impianto di illuminazione tanto è forte l’effetto del sole che filtra attraverso le aperture, abbiamo fatto tante foto ma nessuna rende l’idea come la realtà. L’unico inconveniente è l’altissima affluenza di persone, è fondamentale prenotare per poter scegliere il tour migliore per le proprie esigenze, anche se le guide riescono a mettere tutti nella condizione di fare delle ottime foto. Per pranzo decidiamo di tornare al motel e di mangiare qualcosa in camera, dopo ci rilassiamo a bordo piscina in attesa dell’ora di cena. Stasera ci aspetta il BBQ, al Big John Texas, simpatico ristorante ricavato da una vecchia stazione di servizio. Tavoli comuni e carne ottima, e anche stasera ce la caviamo con meno di 30$. Approfittiamo della luce del tramonto per fare un po’ di foto al Lake Powell dalla diga costruita negli anni 50 e che rifornisce gran parte dell’Arizona e dello Utah fino ad arrivare al Nevada, facciamo una breve passeggiata fino ad una terrazza panoramica prima che cali il buio e poi torniamo in camera.

8 giugno Page – Zion N.P. – Kanab (134 miglia)

Ci svegliamo abbastanza presto, dopo una veloce colazione e dopo aver fatto un po’ di spese al supermercato, lasciamo Page e l’Arizona e, percorrendo la US-89, entriamo nello Utah. Si capisce subito che il confine non ha solo un carattere amministrativo ma un vero e proprio cambiamento anche a livello morfologico. La tipica terra rossa dell’Arizona lascia piano piano spazio a terreni più rigogliosi dove non è difficile scorgere animali al pascolo. Stamani dobbiamo spostare la lancette dell’orologio un’ora in avanti e, nonostante la distanza da percorrere non sia molta, riusciamo ad arrivare a Zion solo in tarda mattinata dopo aver percorso la strada di Mount Carmel che si snoda tra tornanti e tunnel scavati nella roccia e regala degli scorci mozzafiato. Per la prima e unica volta durante la vacanza abbiamo difficoltà a trovare posteggio, l’orario ed il fatto che sia domenica non ci aiuta ma, dopo un paio di giri andati a vuoto all’interno dei parcheggi del Visitor’s Center, ci spostiamo e posteggiamo negli spazi previsti lungo la strada principale. La giornata si prospetta molto calda all’interno del parco quindi riempiamo uno zaino d’acqua e l’altro di cibo e ci avviamo verso la fermata dello shuttle bus. Dopo un breve tragitto, durante il quale ascoltiamo le varie caratteristiche del parco, giungiamo allo Zion Lodge e da qui prendiamo il nostro sentiero che ci porterà fino alla Upper Emerald Pool, il piccolo specchio d’acqua non è molto color smeraldo ma la passeggiata è piacevole e, alla sommità, è possibile fermarsi in una zona ombreggiata per riposarsi un po’. I sentieri sono molto ben segnalati e per la discesa imbocchiamo il Kayenta Trail che ci riporta verso la strada principale, è veramente molto caldo e lungo il corso d’acqua è possibile vedere alcuni cervi che si dissetano. Il parco di Zion forse ha un impatto minore rispetto agli altri, si sviluppa infatti lungo una gola circondata da montagne e, per questo motivo, è molto più verde rispetto agli altri. Dopo esserci fermati a bere qualcosa e a curiosare nel negozio del parco, ritorniamo verso la macchina e riprendiamo la strada per Kanab dove alloggeremo per le prossime due notti presso l’Aikens Lodge ($ 141 per 2 notti solo pernottamento). La struttura è quella del classico motel da film, le camere sono spaziose e c’è una bella piscina che ci ritempra dopo la calura del giorno. Ceniamo da Rocking V, consigliatissimo, con bistecca e tortina di mais e dopo andiamo a visitare una specie di set cinematografico ricostruito; Kanab ha vissuto negli anni ’50 un periodo d’oro in quanto molti film western sono stati girati qui.

9 giugno Kanab – Bryce N.P. – Kanab ( 151 miglia)

Come nella maggior parte dei Motel, la mattina sono a disposizione dei clienti caffè e tè, basta quindi rifornirsi di biscotti e la colazione è pronta in pochi minuti. Ci mettiamo in marcia sulla US-89 per raggiungere l’altro parco della zona, Bryce Canyon. La strada è piacevole anche se ci sono un po’ di interruzioni per lavori ma riusciamo a giungere al Visitor’s Center prima delle 10, sono circa 16°C… non ci saremo vestiti un po’ leggerini? Posteggiamo senza problemi e saliamo sullo shuttle bus, riusciamo subito a vedere i simpatici cani della prateria e qualche famigliola di cervi. Arriviamo a Sunset Point e rimaniamo senza parole, davanti a noi si presenta un panorama meraviglioso. Anni e anni durante i quali la forza degli elementi ha plasmato questo luogo rendendolo unico; i famosi hoodoos sembrano castelli si sabbia rossa che contrastano con le chiome verdi degli alberi. Percorriamo il sentiero lungo il rim da Sunset Point fino a Sunrise Point e da qui scendiamo lungo il canyon imboccando il Navajo Trail, scattiamo foto a ripetizione anche se non rendono assolutamente l’idea dei colori e della bellezza del paesaggio, intanto il sole ha cominciato a scaldare l’ambiente e la giornata si fa piacevolissima. La nostra passeggiata continua tranquilla tra scorci suggestivi e alberi colpiti da fulmini, ogni tanto ci fermiamo ad ammirare gli scoiattolini di terra che corrono e giocano tranquilli tra i piedi dei visitatori. Prolunghiamo la passeggiata prendendo il Queen’s Garden Trail e cominciamo a risalire verso il rim da Wall Street lungo il quale si stagliano alcuni abeti centenari altissimi. Una volta arrivati in cima ci fermiamo in una delle aree di ristoro giusto per pranzare e riposarci un po’ ma ripartiamo quasi subito per tornare verso l’auto percorrendo il sentiero panoramico lungo il rim. A differenza di Zion, all’interno di Bryce è possibile spostarsi autonomamente con la macchina e possiamo così raggiungere il punto panoramico di Bryce Point a 2500 metri s.l.m. dal quale ci gustiamo la vista sul sottostante anfiteatro naturale. Anche oggi siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo visto e, visto che il caldo comincia a farsi sentire, ci avviamo sulla strada del ritorno verso Kanab per un bel tuffo in piscina e per fare il bucato. Il tempo di cambiarci e siamo pronti per la cena, seguiamo le indicazioni del proprietario del Motel, e andiamo da Escobar’s Mexican Restaurant che consigliamo per l’ottimo cibo a prezzi vantaggiosi. Facciamo due passi a piedi per smaltire le porzioni giganti della cena ma la stanchezza comincia a farsi sentire e torniamo verso la camera.

10 giugno Kanab – Las Vegas (200 miglia)

La prima parte del viaggio, dedicata esclusivamente ai parchi e alla natura è finita. Oggi lasciamo lo Utah a malincuore e ci dirigiamo verso il Nevada. La strada statale scorre tranquilla zigzagando tra l’Arizona e lo Utah, lungo il percorso attraversiamo anche un paese fondato nel 1985…ci sentiamo un po’ vecchi, quando giungiamo a St. George imbocchiamo la I-15. Lungo la interstatale c’è un po’ più di traffico soprattutto di camion enormi che arrivano a trainare fino a tre rimorchi; ci accorgiamo subito di essere entrati in Nevada in quando lungo la strada cominciano a sorgere i casinò come vere e proprie cattedrali nel deserto. Las Vegas appare all’improvviso quasi nascosta dalla nebbiosa aria del deserto, la temperatura è già sopra i 40° C ed essendo ancora presto per il check-in decidiamo di passare qualche ora al Premium Outlet Las Vegas South dove riusciamo anche a fare qualche buon acquisto. Verso le 3 di pomeriggio ci rechiamo al Circus Circus Hotel and Casino dove alloggeremo per 3 notti ($27 + $15 di resort fee a notte), il termometro dell’auto arriva a toccare i 51°C quindi decidiamo di passare il pomeriggio a gironzolare all’interno dell’hotel. Essendo giorni infrasettimanali soggiornare nei casino è molto conveniente e si ha la possibilità di usufruire dei vari servizi offerti dalle strutture. Verso le 7 decidiamo di andare a cena, cercando su Internet avevamo visto un ristorante Thai, Lotus of Siam, nelle vicinanze e ci rechiamo lì, c’è una bella coda ma nel giro di una ventina di minuti ci fanno sedere e gustiamo una buonissima cena con meno di $40. Per finire la serata, fin troppo fiduciosi, decidiamo di lasciare l’auto al hotel e di fare una camminata lungo la Strip ma il caldo è ancora insopportabile e riusciamo a malapena ad arrivare al Venetian per poi trascinarci stancamente verso la nostra camera.

11 giugno Las Vegas

Oggi girovaghiamo in lungo e in largo per la Strip, in macchina naturalmente, rimanendo colpiti dalla grandezza e dallo sfarzo veramente esagerato degli edifici. Dopo aver immortalato l’iconico cartello di Fabulous Las Vegas ci spostiamo verso Downtown e andiamo a visitare il negozio di Pawn King (Affari di Famiglia) dove riusciamo a vedere il mitico Chumlee che esce a salutare e a fare qualche autografo. Il caldo comincia ad essere veramente insopportabile e decidiamo di tornare al Circus Circus per mangiare qualcosa, peccato che l’aria condizionata all’interno dei locali sia tenuta a delle temperature polari e ne guadagno una bella congestione!. Dopo esserci ripresi dal freddo facciamo un giretto tra vari negozi di dischi e ci spostiamo verso il Caesar’s Palace, posteggiamo nel self parking, e mangiamo qualcosa allo Starbuck’s interno. Verso le 9 ci piazziamo davanti al Bellagio e ci godiamo il bello spettacolo delle fontane d’acqua dopodiché passeggiamo lungo la Strip visitando diversi casino, verso mezzanotte torniamo al parcheggio provati dal caldo, il termometro non è ancora sceso sotto i 38°C, e andiamo a letto perché domani la sveglia suonerà presto.

12 giugno Las Vegas – Death Valley N.P. – Las Vegas (240 miglia)

La sveglia suona all’alba, giusto il tempo di “riprenderci dal coma” e siamo già in macchina verso il nulla! Basta uscire poche miglia da Las Vegas per trovarsi nella desolazione del deserto, dopo aver percorso una sessantina di miglia fino a Pahrump, attraversiamo il confine e siamo in California. Incontriamo poche auto, qualche bikers e anche un viaggiatore a piedi…chissà che fine ha fatto!. Prima delle 9 siamo a Zabriskie Point che ci offre un primo assaggio della valle sottostante, la temperatura è sopportabile ma si avverte da subito un alto tasso di umidità che risulta essere molto fastidioso. Facendo molta attenzione a non surriscaldare l’auto raggiungiamo il Badwater Basin a 855 metri sotto il livello del mare, facciamo qualche foto e una breve camminata sul bacino di sale prima di rimetterci in marcia e guidare lungo l’Artist’s drive per ammirare i colori della Artist’s palette. Cominciamo ad essere un po’ stanchi e la strada per tornare a Vegas è abbastanza lunga, ci fermiamo al Walmart a fare un po’ di spesa e torniamo verso l’hotel dove crolliamo fino alle 6 di pomeriggio. Belli rigenerati dalla dormita, per cena decidiamo per uno dei numerosi buffet, noi scegliamo quello del Paris al prezzo di $30 a persona bevande incluse. Dopo ci spostiamo al Bellagio dove ci divertiamo a guardare un po’ di avventori del casinò, ce n’è veramente per tutti i gusti e compriamo anche un mazzo di carte e i dadi utilizzati ai tavoli da gioco. Anche questa giornata volge al termine e torniamo verso il Circus Circus.

13 giugno Las Vegas – Fresno (400 miglia)

Sistemiamo i bagagli, anche con gli ultimi acquisti, e cominciamo la tappa odierna di avvicinamento a San Francisco. Inizialmente pensavamo di arrivare a Fresno passando dal Sequoia N.P. ma sarebbe diventato un viaggio di circa 10 ore e non ce la siamo sentita. Per spezzare un po’ le 400 miglia che ci separano da Fresno decidiamo, nei pressi di Barstow, di fermarci a visitare Calico Ghost Town dove è possibile vedere ricreata una tipica cittadina di minatori di fine ‘800 (ingresso $6), attrazione molto turistica ma se si passa di lì può essere un’idea. Nelle vicinanze ci fermiamo per pranzo al Peggy Sue Diner, locale carinissimo in stile anni ’50, cibo nella media ma l’ambiente vale la pena. Il viaggio è lungo e dobbiamo percorrere un tratto abbastanza lungo si strada secondaria con limiti di velocità molto bassi. Mentre ci avviciniamo a Fresno l’ambiente circostante cambia notevolmente, il deserto è ormai un ricordo e le aziende agricole con le loro coltivazioni colorano i bordi della strada. Nonostante il verde rigoglioso la situazione nella zona è tragica, sono circa 20 anni che non piove e, a causa delle basse precipitazioni nevose dell’ultimo inverno sulla Sierra Nevada, le riserve idriche sono al minimo storico tanto che, se continua così, molte aziende chiuderanno nel giro di due anni…e pensare a quanta acqua viene sprecata a Las Vegas!. Verso le 6 arriviamo a Fresno, alloggiamo al Motel 6 ($69 solo pernottamento), camera un po’ squallida, menomale stiamo solo una notte. Facciamo un giro in un centro commerciale e troviamo un localino dove fanno cucina asiatica per mangiare un piatto di noodles con la carne. Dopo una veloce sosta a Starbuck’s torniamo al Motel e crolliamo.

14 giugno Fresno – San Francisco (181 miglia)

Stamattina ci svegliamo come sempre abbastanza presto, oggi è l’ultimi giorno on the road e dobbiamo recarci a San Francisco per restituire la macchina. Abbandoniamo il nostro fedele frigo che ci ha accompagnato in questi ultimi giorni e imbocchiamo la CA-99. In confronto a ieri, il viaggio è relativamente breve anche se, per la prima volta, troviamo un po’ di code in avvicinamento alla città ma giungiamo al deposito della Alamo in perfetto orario, salutiamo un altro fedele compagno di viaggio, il GPS, e ci riposiamo un po’ in aeroporto usufruendo del Wi-Fi gratuito. Il nostro alloggio sarà pronto per le 16, per raggiungerlo prenotiamo con Super Shuttle che per $29 ci porta proprio davanti alla porta di casa (prenotando online si risparmia qualcosa). Per la prima volta ci siamo affidati ad AirBnB, un’esperienza che ci sentiamo di consigliare. Il nostro Studio si trova nella Noe Valley, per le prossime 4 notti avremo a disposizione un piccolo appartamento con salottino e cucina (Atelier Noe 25 Studio $397 per 4 notti). approfittando della comodità dei mezzi pubblici facciamo un breve giro al Guitar Center in Van Ness Av. Dopodiché, fatta un po’ di spesa, torniamo a casa dove ceniamo.

15 giugno San Francisco

Oggi è domenica e decidiamo di prendercela comoda, ci svegliamo verso le 9 e facciamo colazione in camera. Nel Walgreens più vicino acquistiamo i Muni Pass ($27 a persona per 3 giorni) che ci daranno libero accesso ai mezzi pubblici della città, tranne la BART. Prendiamo la linea F, che utilizza i Tram storici, percorrendo tutta Market Street arriviamo fino a Embarcadero; è una bella giornata anche se la temperatura è molto più bassa rispetto alle altre zone visitate. La zona è molto carina e, oltre ai turisti, ci sono moltissime persone del luogo che passano la giornata di festa all’aperto. Facciamo un giro al Pier 39, pieno di negozi e ristoranti, da dove scorgiamo i leoni marini che sonnecchiano sui moli e riusciamo a dare una prima occhiata alla baia; c’è un ottima visuale che spazia dall’isola di Alcatraz al Golden Gate. I locali sono molto affollati, dopo una breve attesa troviamo posto al Pier Market Restaurant dove mangiamo una N.Y. Steak e astice, non male ma c’è di meglio. Camminando arriviamo fino al Fisherman’s Wharf e tentiamo di salire sul Cable Car, la coda è improponibile così ci spostiamo più avanti lungo il percorso e riusciamo a fare un giro lungo le strade più caratteristiche. Scendiamo a Union Square per fare un giro per negozi e torniamo verso la Noe Valley. Per cena, seguendo le indicazioni della padrona di casa, ci lasciamo tentare dalla pizza di Patxy’s ($ 13 – consigliato).

16 giugno San Francisco

Anche oggi la giornata comincia all’insegna della calma, dopo colazione prendiamo l’autobus per il quartiere di Haight Ashbury dove passiamo parte della mattina, a parte qualche negozio di musica, la zona non ci ha entusiasmato molto così decidiamo di tornare verso Embarcadero per pranzare (The Plant Cafè – buono), dopo pranzo sosta da Starbuck’s e poi sali scendi con cable car e a piedi, non stupisce che a San Francisco ci siano molte meno persone con problemi di obesità rispetto agli altri posti visitati. Foto di rito a Lombard Street e poi a casa a piedi, altro che palestra. Per cena rimaniamo sempre nel nostro bel quartiere e proviamo i gustosissimi hamburger di Barney’s Gourmet (consigliato – ottimo rapporto qualità prezzo e ampia scelta).

17 giugno Alcatraz Island N.P.

Alle 9:10 abbiamo l’imbarco per visitare l’isola e l’ex penitenziario di Alcatraz (prenotato da casa $30 a persona), quindi ci svegliamo abbastanza presto e con bus e metro arriviamo agevolmente al molo indicato. E’ una bellissima giornata, temperatura piacevole, ma sempre ventilata. La traversata è veloce e, una volta arrivati sull’isola, ci incamminiamo verso la struttura centrale del carcere dove ci vengono consegnate le audioguide. La visita segue un percorso guidato durante il quale si ha la possibilità di conoscere sia i fatti salienti che la normale routine all’interno del penitenziario; sono visitabili anche alcune zone all’esterno sempre rimanendo dentro i percorsi segnalati. La permanenza sull’isola, che è anche parco nazionale, è libera, si può quindi decidere quanto trattenersi tenendo presente gli orari dei traghetti per San Francisco. La visita ci impegna per quasi tre ore al termine delle quali decidiamo di tornare sulla terra ferma e cercare un luogo per mangiare. Torniamo verso il Pier 39 e pranziamo da Fog Harbor, ristorante specializzato in pesce, assaggiando il “Cioppino” specialità del posto e Mac’n Cheese con astice. Tutto veramente molto buono, prezzo un po’ sopra la media ma uno dei migliori pasti della vacanza. Nel pomeriggio facciamo gli ultimi giri per negozi, compriamo degli ottimi cupcakes a Ghirardelli’s Square e ci avviamo verso casa, questa volta con il bus!. Per cena torniamo alla pizzeria Patxy’s e poi cominciamo a sistemare i bagagli.

18 – 19 giugno San Francisco – Parigi – Firenze

Stamani sistemiamo le ultime cose e diamo una pulita all’appartamento, il Super Shuttle prenotato per le 10:30 arriva alle 10:15!!, per fortuna siamo già pronti. Arriviamo in aeroporto verso le 11, stampiamo le carte di imbarco e, dopo aver imbarcato i bagagli, procediamo verso i controlli di sicurezza, molto precisi ma non invasivi. Passiamo un po’ di tempo per negozi, facciamo uno spuntino e alle 15 cominciamo l’imbarco. Anche questo volo scorre molto tranquillo, purtroppo non riusciamo a dormire molto e arrivati a Parigi la stanchezza comincia a incombere. Alle 13:20 del 19 giugno decolliamo verso Firenze, personalmente non posso dirvi come è andato il volo perché sono crollata quasi immediatamente, mi sveglio giusto in tempo per l’atterraggio, che a Peretola è sempre una grande emozione, sigh!. Alle 16 siamo a casa, stanchi morti ma con nuove esperienze e ricordi tutti da conservare.

Conclusioni

E’ stato un viaggio ricco di emozioni ed esperienze; anche se non si è appassionati della natura non si può rimanere insensibili davanti allo spettacolo che questa offre in luoghi come Bryce Canyon o Monument Valley. Gli Stati Uniti sono un paese che ha fatto della diversità la sua ricchezza principale anche se ci sono delle contraddizioni che ci è risultato difficile comprendere.



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