Usa e Canada, il viaggio di una vita

In viaggio tra California, Arizona, Utah, Nevada, Niagara Falls...
Scritto da: iomete
usa e canada, il viaggio di una vita
Partenza il: 08/08/2012
Ritorno il: 01/09/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 4000 €
Eccoci qui… Dopo esser tornati ed aver sistemato un po’ di idee, fuso orario e quant’altro eccomi a tediarvi con il mio diario. Premettiamo alcune cose giusto per chiarire. Siamo partiti in 4 e non siamo persone che cercano il lusso o altro. Ecco perché per noi l’importante in un hotel non è il frigo bar, ma piuttosto la pulizia della stanza. Per il mangiare siamo andati poche volte al ristorante ma più semplicemente a mezzogiorno, visto anche il caldo, si andava soprattutto di insalata e frutta fresca mentre alla sera carne e pizza hanno fatto la loro bella figura. Dunque spesa totale, conti appena fatti, circa 8000 euro a coppia tutto compreso (voli, hotel, mangiare, regali, divertimenti, trasporti, benzina, ecc….). Sinceramente non mi sembrano tanti per un viaggio del genere se si pensa che praticamente quasi 4000 euro (a coppia) sono dovuti ai voli ed all’autonoleggio. Purtroppo come già accennato nel Viaggio in diretta, a Las Vegas siamo stati derubati di tutta l’attrezzatura fotografica e video e pertanto sino a metà viaggio le foto sono veramente poche. Comunque questo era il nostro programma: Mercoledi 8 agosto Volo Milano San Francisco (arrivo alle ore 12.30 locali).

Giovedì 9 agosto San Francisco – Venerdì 10 agosto San Francisco – Sabato 11 agosto San Francisco – Three Rivers Domenica 12 Agosto Three Rivers – Los Angeles Lunedì 13 agosto Los Angeles Martedì 14 Agosto Los Angeles Mercoledì 15 Agosto Los Angeles Giovedì 16 agosto Los Angeles – Williams Venerdì 17 agosto Grand Canyon Sabato 18 agosto Williams – Monument Valley Domenica 19 agosto Monument Valley – Page Lunedì 20 agosto Page – Las Vegas Martedì 21 agosto Las Vegas Mercoledì 22 agosto Las Vegas – Toronto Giovedì 23 agosto Toronto Venerdì 24 agosto Toronto – Niagara Falls Sabato 25 agosto Niagara Falls Domenica 26 agosto Niagara – Toronto – New York Lunedì 27 agosto New York Martedì 28 agosto New York Mercoledì 29 agosto New York – Washington – New York Giovedì 30 agosto New York Venerdì 31 agosto Volo New York Milano.

Il programma è stato rispettato in ogni sua parte ed anzi sono avanzate qualche mezza giornata qua e la per fare un pò di piscina. Comunque, tutto è stato programmato e prenotato con grosso anticipo da qui (alla fine di marzo avevamo già tutto prenotato) e per alcune località (ad esempio Monument Valley e Niagara) vi consiglio assolutamente di muovervi in anticipo e grazie anche ai consigli di tutti voi le cose hanno veramente funzionato al meglio. Dunque l’8 agosto alle ore 4 (FINALMENTE) ecco che suona la sveglia. Tempo 10 minuti ed ero già pronto vestito, lavato e stirato. Le valigie alla sera prima erano state adeguatamente pesate e misurate in ogni centimetro. Il figlio che ci accompagna a Milano Linate e come ci scarica come il più classico dei Giuda, scrive su facebook :”…bene la carovana della terza età è stata scaricata a Linate…finalmente non mi stresseranno più con il viaggio”….avevo una serpe in casa e non lo sapevo….dovrò ricordarmelo in sede di testamento. Il check-in viene svolto con l’Alitalia con assoluta tranquillità (il giorno prima, essendo il biglietto stato emesso dalla Virgin Atlantic, non era possibile farlo online) e ci assicurano che a londra non dovremo ritirare i nostri bagagli che troveremo (forse) a San Francisco. Io sono un diabetico e con me avevo quindi aghi e punture nel bagaglio a mano mentre mio cognato è portato di pacemaker. Bene a me in nessun controllo agli aeroporti ed alle dogane hanno mai chiesto niente a riguardo di aghi e punture mentre a mio cognato non hanno chiesto alcun tesserino ma gli hanno sempre fatto una perquisizione “manuale”. Alle 7.30 partenza del volo Linate – Londra ed arrivo alle ore 8.45 all’aeroporto di Heatrow Terminal 4. La coincidenza con il volo per San Francisco è al Terminal 3 dopo 1 ora e 50 minuti . Non è tanto ma vi assicuro che il tempo è sufficiente per imbarcarsi con tranquillità. Il volo della Virgin Atlantic parte in perfetto ora ma quando siamo su arriva il primo “problema” (per modo di dire). Le nostre valigie non ci stanno nelle “cappelliere” e le hostess, senza alcun problema, ci dicono di metterle sotto i sedili. Al ritorno ho capito il perché. Il nostro aereo è un Boeing 747 a due piani e per il volo di andata noi siamo al piano superiore (al ritorno in quello inferiore). Al piano superiore le “cappelliere” sono più piccole e non contengono le valigie con le misure standard da loro indicate, cosa che invece non accade per il piano inferiore dove le valigie entrano tranquillamente nel loro alloggiamento. Se potete scegliere io vi consiglio i posti al piano superiore in quanto ho potuto verificare che sono più larghi ed oltretutto hanno un appoggio vicino al finestrino che può servire da tavolino.

Un’altra cosa, non dannatevi troppo l’anima per il bagaglio che portate in cabina con voi, nessuno, almeno per quanto riguarda noi, ha misurato o pesato il suddetto bagaglio…. Purtroppo il viaggio è stato lungo….lungo….lungo….ma tanto si andava in ferie…. Sulla Virgin Atlantic non ci sono film in italiano e nemmeno le prese per ricaricare il pc portatile e pertanto o vi attrezzate con un buon libro…o dormite….o giocate a carte …. In aereo le hostess ci hanno riempito di mangiare e bere….cominciamo ad ingrassare ci siamo detti…. L’arrivo a San Francisco è avvenuto regolarmente alle 13,25 ora locale (22,25 ora italiana) e dopo le pratiche doganali (lunghissime) abbiamo atteso i nostri bagagli. Purtroppo una valigia mia ed una di mio cognato non erano arrivate e quindi abbiamo perso tempo anche a fare la denuncia. Un po’ contrariati siamo usciti dal Terminal e ci siamo recati verso la stazione Bart per prendere il treno che ci avrebbe accompagnato all’hotel. Primo intoppo le macchine automatiche non accettano le banconote superiori ai 20 $ quindi attrezzatevi di conseguenza. Mezz’ora di trenino shuttle ed eccoci arrivati alla stazione di Powell str. a San Francisco. Come siamo usciti subito una folla immensa di persone che attendevano composte il loro turno per prendere il cable car (Powell street è proprio un capolinea) e nemmeno il tempo di aprire la cartina per capire che strada prendere che subito una ragazza ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto e ci indica la strada per il nostro hotel. L’hotel è l’Union Square Plaza Hotel in Gearystr (80 euro a notte, colazione NON inclusa, Voto 6,5). A prima vista si capisce subito che l’hotel corrisponde a quanto ci aspettavamo. Niente di eccezionale, abbastanza datato ma, soprattutto e per quanto ci riguardava, pulito ed in centro. La camera è di dimensione modeste con un bagno molto piccolo. Paga il fatto di non aver colazione ma guadagna sulla posizione centrale. Attenzione alla connessione WIFI. La sera stessa chiedo al ragazzo alla recepition le credenziali di accesso per la connessione WIFI gratuita e lui, molto gentilmente (e come riportato anche sul sito) me le scrive su un foglietto. La sera successiva, non ricordando dove avevo messo il foglietto, chiedo ad un altro ragazzo la stessa cosa e lui mi risponde che costa 5 U$D al giorno. Ho fatto presente che sul sito era scritto diversamente e lui mi risponde che è scritto sbagliato. Nessun problema, torno in camera, cerco tra i miei appunti e ritrovo le credenziali del giorno prima….Quindi attenzione perché ci provano. Comunque dopo il check-in una veloce doccia e via fuori a visitare San Francisco. Il programma prevedeva il Tea Garden ma purtroppo alle 17 è già chiuso e quindi optiamo per una passeggiata in Market St. a zonzo. Subito cominciamo ad aver capito di aver sbagliato qualcosa…si perché all’uscita dall’hotel veniamo letteralmente investiti da un vento freddo. Accidenti questo non lo avevamo previsto e subito vengo rimbrottato da mia moglie per averle fatto lasciare a casa il maglione in pail (“ ma figurati ci sono 25° ..cosa vuoi che serva” le ultime parole famose prima di partire). Bene dentro ad un supermarket ed acquisto di un bel giubottino (così abbiamo anche il ricordo) di San Francisco. Dopo aver percorso interamente Market St. ci fermiamo a mangiare qualcosa al GOTT’S Roadside proprio all’angolo del Ferry Building MarketPlace. Un bell’hamburger con patatine e birra (13 $) e subito scopriamo che qui negli USA abbandono le salsine di ogni tipo che vengono tranquillamente propinate ai clienti. Bene è ora di riposarsi, tra una storia e l’altra siamo in piedi da circa 26 ore e la stanchezza comincia a farsi sentire….a domani…. 9 agosto La sveglia non suona nemmeno…..alle 8 siamo già belli pimpanti in piedi e pronti per la nostra avventura. La prima incombenza è trovare un locale per fare colazione e, tornando verso il capolinea di Powell St., ci imbattiamo nel Lori’sDiner (www.lorisdiner.com ). Ci ha sospreso soprattutto l’entrata. Il locale infatti è tutto al secondo piano e per salire c’è una scala ripida piena di oggetti. Arrivati sopra sembra di entrare in un episodio di Happy Days o nel film Grease. Colazione con cappuccino ed un muffin alla fragola. Mamma mia cominciamo a capire un po’ di cose. Qui nonostante tu chieda “small” non sanno cosa voglia dire. Il cappuccino ci viene presentato in un bicchiere enorme (non oso pensare come sono quelli che a listino prezzi vengono catalogati come double) ed anche il muffin è enorme…..ma entrambi buonissimi. Spesa 16 U$D ma ve lo consiglio.

Dobbiamo attendere le 9 per entrare al Visitor Center (proprio alla stazione della metropolitana di Powell) per ritirare i nostri CityPass che avevamo prenotato e pagato direttamente dall’Italia (http://www.citypass.com/san-francisco ). Lo consiglio vivamente. Si accede a diverse attrazioni a prezzi scontati. Dopo aver ritirato i nostri CityPass prendiamo un tram della linea F con destinazione PIER 39. La linea F è una tramvia che percorre tutta Market St. e giunti al Ferry Building, tutto il lungo mare sino al Fishermans Wharf. La particolarità di questa linea è che tutti i tram in servizio sono vecchi tram storici di varie città del mondo (Los Angeles, Bogotà, New York, Paris, Praga, Budapest) e tra questi c’è anche il mitico tram dell’ATM di Milano. Preso il suddetto tram siamo scesi al PIER 39.

La calma regnava ancora sul molo e così abbiamo fatto la nostra prima tappa: l’Acquarium. Molto bello, anche se niente a che vedere con quello di Genova. Quello che lascia a bocca aperta è il tunnel trasparente dove milioni di pesci nuotano attorno. Razze, mante, squali (piccoli), squali martello, ecc. Un bel luogo incantato. Alla fine vi sono poi delle vasche dove è possibile toccare con mano proprio questi pesci e le stelle marine. Merita andateci. All’uscita guardiamo il Golden Gate…e..è avvolto dalla nebbia…uffa e ora? E’ quasi mezzogiorno….cosa facciamo? Decidiamo comunque di seguire il programma e ci imbarchiamo per la nostra “crociera” attorno alla baia. Arrivati sotto il Bridge non si può restare ad ammirare questa opera immensa. Purtroppo la nebbia la fa da padrona e per tutto il nostro soggiorno non ci ha mai fatto vedere il GoldenGate. Riusciamo comunque a restare ammirati da tanta imponenza. Il viaggio dura circa un’ora ed una volta rientrati, sono quasi le 14, decidiamo di andare a mangiare in uno dei locali al Pier 39 e precisamente al FOG HARBOR (http://fogharbor.com/). Insalata mista con polpa di granchio. Attenzione al bere. Come già detto in varie discussioni negli Usa abusano di ghiaccio in maniera assurda. Se non lo volete ditelo prima. In molti locali si usa il Refill, in sostanza puoi bere quanto vuoi semplicemente riempiendoti da solo il bicchiere ai distributori automatici. Qui la Coca Cola o la Pepsi costano meno dell’acqua. Altra considerazione merita invece la birra. Non costa poco e raramente è alla spina. Molto buona quella californiana. Tenete presente che per un litro si possono spendere tranquillamente anche 16 U$D. Comunque la nostra bella insalata ci costa 25 U$D….mica male….ma i prezzi al PIER 39 non sono proprio a buon mercato…. Dalla finestra vediamo quella che doveva essere la colonia piena di leoni marini strillanti ma purtroppo sono pochi (massimo una decina) ma sono comunque buffi e divertenti. Dopo il nostro pranzetto decidiamo di prendere andare sino al Fishermans Wharf e prendere il cable car sinoall’inizio di Lombard St. I Cable Car sono dei vecchi tram storici che funzionano praticamente con una sorta di cremagliera. Molto divertenti, sono uno dei simboli di San Francisco, perché si possono prendere al volo e perché al capolinea vengono praticamente “girati” a mano dal manovratore per permettere al tram di rifare il tragitto al contrario. I tempi di attesa per salire su questi tram sono bibblici…anche 2 ore….però ne vale la pena. Fatta la nostra bella coda prendiamo il nostro tram e giunti in concomitanza con l’incrocio di Lombard St. scendiamo. Lombard Str. è un altro dei punti fondamentali della città californiana. Considerata, non a torto, la strada più ripida al mondo, è lunga 400 metri, a senso unico e piena di tornanti che le macchine devono percorrere alla velocità massima di 8 km/h. E’ stata creata per “alleviare” la pendenza della strada che in questo punto tocca il 27%. Le foto di rito sono doverose (sigh) e poi andiamo a prendere il bus 39 per andare alla Coit Tower. E’ uno dei due punti più alti dalla quale poter vedere la città dall’alto (l’altro è Twin Peaks). Onestamente mi aspettavo qualcosa di meglio. La salita sulla torre costa 7 U$D ma una volta saliti la delusione è tanta in quanto il panorama viene quasi completamente oscurato dalla vegetazione sottostante. Quindi se volete potete anche risparmiarvelo. Una corsa in hotel per una veloce doccia e poi di nuovo al Pier 39 per la cena. Questa volta scegliamo il Wipeout Grill (www.wipeoutbarandgrill.com ). E’ un bel locale tipico californiano con all’interno tanti surf appesi che richiamano uno degli sport preferiti di questa località. Un ottimo piatto a base di hamburger, patatine, insalata e birra (U$D 18). Un giro per vedere il Pier 39 illuminato e poi….a letto.

10 AGOSTO

Oggi è l’ultima giornata a San Francisco. Era la città che immaginavo mi sarebbe più piaciuta prima di iniziare il viaggio e devo sinceramente dire che, nonostante il freddo, anche al termine dello stesso il posto del gradino più alto dell’indicente di gradimento delle città spetta proprio a San Francisco. Dopo il rinnovo della colazione a Lori’s Diner ci dirigiamo verso Alamo Square. Alamo square è parte di un quartiere dove ci sono diverse case in stile vittoriano. La maggior parte sono tenute veramente bene e sono molto carine. Proprio di fronte alle “sette sorelle” (le famose sette case vittoriane riprese in tantissime foto), c’è un piccolo parco dove molti californiani, e non solo, si fermano a prendere un po’ di sole. Vista la giornata decidiamo anche noi di fermarci al caldo tepore del sole californiano e, con mia meraviglia, vediamo che il panorama sulla città è molto bello (migliore che non quello visto dalla Coit Tower). Il parco è molto animato da cittadini con i loro cani e da ragazzi che giocano a friesbe. Dopo un po’ di rilassamento ed aver approfittato per mangiare qualcosa in maniera frugale, richiamo la truppa all’ordine ed al rispetto dei tempi sul programma e ci dirigiamo in Hayes St. per prendere il bus n. 21 che ci porterà alla City Hall. Dopo circa 20 minuti eccoci davanti al cosidetto municipio. Molto imponente..grande…e molto bello. Con la sua cupola sulla quale svetta l’immancabile bandiera a stelle e strisce. La bandiera americana qui è, oltre che su tutti gli edifici governativi, anche su moltissime case private, grattacieli ed, addirittura, auto a dimostrazione del grande patriotismo che avvolge il popolo americano. Alla City Hall assistiamo ad un matrimonio di una coppia portoricana (o almeno di quelle parti) molto “coloriti”. A questo punto il programma prevedeva di affittare le bici elettriche per andare al Golden Gate, ma, in lontananza si vede il ponte immerso nella nebbia e decidiamo quindi di andarci in bus. La scelta non si rivela affatto positiva. Infatti per arrivarci con il bus impieghiamo quasi 2 ore ed una volta giunti lì veniamo investiti da un freddo che a Milano si vede solamente ai primi di febbraio. Non potevamo però esimerci dall’andare a fare due passi sul ponte, almeno arrivare al primo pilone e così, coperti come se dovessimo andare al Sestriere, ci incamminiamo. Ora, chiedo ai più esperti, ma com’è possibile che noi, e non solo noi, eravamo coperti completamente e c’era gente sul ponte che faceva footing in canottiera? Questi sono completamente matti…… Una volta fatte le foto di rito torniamo decisi a riprendere al più presto il nostro bus per il ritorno ma non prima di aver bevuto un cappuccino caldo. Il ritorno si rivela molto trafficato. Vero che è anche l’orario di punta (sono circa le 17,30) ma i bus che effettuano il tragitto son veramente pochi. Scendiamo nei pressi del Ghirandelli Market e proseguiamo poi per Powell St. Sinceramente il freddo preso oggi pomeriggio è veramente tanto e, siamo anche un po’ stanchi per il gran scarpinare di oggi. Ecco quindi che la proposta di mia cognata viene accolta con grande entusiasmo….comprare qualcosa da mangiare ed andare a mangiare in camera dopo una bella doccia calda….. Ci facciamo così dal Ferry Building tutta Market Str. a piedi…compriamo qualcosa..e poi hotel….Domani si viaggia verso Sequoia Park.

11 AGOSTO

Bilancio di San Francisco. Stupenda città. Lasciamo perdere il freddo ma la città merita tutto il fascino e la nomea che si è creata e che la circonda. Una cosa che volevo dire è che, a differenza di New York, qui il pedone è il RE della strada. Non c’è autista che si avvicina se un pedona ha intenzione di attraversare la strada. Insomma una vera politica del “attenzione al pedone”. Eccoci qui precisi alle ore 7,00 davanti alla Dollar Rent di san Francisco che dista dal nostro hotel esattamente 250 metri…il tempo di girare l’angolo…. La signora alla registrazione ci chiede se vogliamo la kasko ed al nostro “NO” ci convince che è meglio farla…e più avanti non smetteremo di ringraziarla. Firmiamo ed andiamo a ritirare la nostra auto….una Jeep che riporteremo… a Las Vegas, infatti è targata NEVADA. Il noleggio è stato effettuato tramite AutoEurope. Il costo è stato di 444 euro più 85 euro di kasko per 11 giorni. Carichiamo i bagagli e vediamo di capirci qualcosa. Non ho mai guidato una macchina con il cambio automatico e quindi meno male che prima di venire negli USA un collega mi ha fatto fare un paio di giri in un parcheggio. I primi due stop sono stati allucinanti con il cognato che per poco non prova di quale consistenza era il vetro anteriore. Bene, puntiamo il navigatore con destinazione San Matteo. Infatti la nostra intenzione è quella proprio di attraversare la baia di San Francisco proprio utilizzando il ponte. Prima però ci fermiamo a fare colazione in uno Starbuks sulla strada. Arrivati nei pressi del ponte restiamo meravigliati dalla bellezza. Questi fanno tutto in grande. Il ponte attraversa la baia nel punto più largo per un totale di oltre 11 km. Bellissimo…da fare. Proseguiamo il nostro tratto di autostrada percorrendo la Interstate 5 in direzione SUD fermandoci a mangiare in uno dei tanti snack-bar sulla strada. Ora, ricordo che tanti avevano detto di stare attenti perché i distributori lungo le autostrade non ci sono….che passano 100 km prima di trovare un distributore. Beh, direi proprio niente di più falso. I distributori forse non saranno così capillari come sulla nostra A4 o A1 ma vi assicuro che massimo ogni 40/50 km c’è un’area di servizio. Che spesso è volentieri queste aree di servizio sono complete di motel e diverse possibilità per mangiare. L’unica cosa è che non sono come in Italia sull’Autostrada ma bisogna percorrere “BEN” 200 metri uscendo dalla stessa. Per fortuna, grazie ai vari consigli presi dal forum, non faccio figuracce e giunto alla pompa di benzina mi filo dentro allo store indicando numero della pompa e controvalore in dollari da addebitare sulla carta di credito.

Una premessa sulle carte di credito. In circolazione ve ne sono di diversi tipi, quelle a STOCK, quelle NOMINATIVE, quelle PREPAGATE, quelle a SALDO, ecc. STOCK: carte PREPAGATE NON nominative, in sostanza non hanno né il numero PAN né il cognome e nome stampigliato in rilievo sul fronte della plastica PREPAGATE NOMINATIVE: carte prepagate con cognome e nome stampigliati in rilievo sulla plastica NOMINATIVE (A SALDO o NO) carte di credito con stampigliato in rilievo sulla carta sia il PAN che cognome e nome. Ora, in tutte le grandi città non ho avuto alcun problema con nessuna carta di quelle sopra indicate. Nei paesi piccoli invece ed in qualche distributore remoto, non viene accettata la carta prepagata a stock. Questo perché non essendoci nome e gnome stampigliato sono un po’ prevenuti. Ripeto è accaduto solo nelle piccole cittadine (Williams e Kayenta). Attraversiamo Fresno e Visalia e attraversando Three Rivers vediamo il nostro hotel prenotato per il pernottamento e puntiamo verso il Sequoia Park. Paghiamo il nostro biglietto di entrata e proprio in presenza del cartello di benvenuto ci fermiamo a mangiare un paio di panini. Sulla strada troviamo un brutto incidente (una coppia di anziani che con la macchina capottata) ma per fortuna sono tutti vivi e sono già presenti i soccorsi. Arrivati in cima cominciamo a vedere le prime sequoie ed invidio cognato, moglie e cognata che possono ammirare mentre io devo stare attento alla guida. Prima tappa una grossa radura dopo il Visitor Center con diverse sequoie abbattute dove si può ammirare la circonferenza del tronco. Seconda tappa l’immancabile Generale Sheerman. Se penso che questo tronco è grande quanto la mia casa….eppure non si direbbe… Meraviglioso. Foto di rito assolutamente. Trovo anche l’occasione per fare la foto con un gruppo di ranger americani molto gentili. Cominciano a scendere le prime gocce di pioggia e così decidiamo di ripercorrere la strada per tornare a Three Rivers. Il nostro hotel è il COMFORT INN & SUITES SEQUOIA (40820 Sierra Dr Three Rivers, CA 93271) (euro 65 a notte con colazione e WiFi compreso – Voto 9). La camera sembra una piazza d’armi con due enormi letti matrimoniali ed un bel bagno grande. Purtroppo la piscina è già chiusa e quindi….doccia. Vicino all’hotel ci sono alcuni locali ed un piccolo market. Per cena decidiamo di prenderci una pizza al PIZZA FACTORY (http://threerivers.pizzafactory.com/ sul sito possibilità di scaricare coupons sconti) dove fanno delle mega pizze enormi e devo dire anche buone. 20 U$D compreso il bere (per CocaCola, Sprite, ecc. anche refill). E così terminiamo la serata con una bella mangiata.

12 AGOSTO

Lasciamo il nostro hotel a Three Rivers con un po’ di malinconia e dopo una succulenta colazione ci dirigiamo verso Los Angeles. Ce la prendiamo con comodo fermandoci qua e là. Mia cognata, poco dopo il lago Kaweha vede sul ciglio della strada delle meravigliose sculture in legno. Non possiamo non fermarci e fotografarle. Qui sono esposte alle intemperie anziché custodirle con gelosia ed amore. Sono sculture in legno alte 2 metri (e oltre) che raffigurano scene delle tribù indiane. C’è un enorme capo indiano con un’aquila ed un lupo…un’altra con un lupo ed un orso. Sono stupende. Arriviamo a Los Angeles verso le 13 ed a questo punto decidiamo di andare direttamente al Griffith Observatory. Prima di imboccare la strada troviamo un bel parco e decidiamo di fare qui, visto che ci sono i tavoli, il nostro picnic con delle insalate acquistate in uno store. Per andare all’osservatorio bisogna lasciare la macchina un po’ a valle perché il parcheggio è molto piccolo e proseguire a piedi. Non è tanto. Arrivati su abbiamo il piacere di ammirare Los Angeles dall’alto. Avevo letto che la nostra vista non copra l’intera superfice ed infatti non si vede la fine di questa enorme città. Poi..girandomi…ecco che vedo la famosa scritta HOLLYWOOD ….accidenti è proprio lei…Quante volte l’ho vista nei film….Quante volte ho pensato “chissà se un domani….” Ed ora eccola lì…. Credo di aver fatto un centinaio di foto (sigh) usando tutte le focali a disposizione. Cosa facciamo ora?? Il caldo è tanto e l’idea balena subito in testa: “andiamo in hotel e…piscina?” Subito approvata all’unanimità. L’hotel scelto è all’HOLLYWOOD CITY INN (1615 N.Western Ave). http://www.hollywoodcityinn.net/. La spesa 70 U$D a notte a coppia compresa colazione. Voto 6,5. Premesso. L’hotel non è nulla di eccezionale, la camera piccola ed anche il bagno modesto, ma era pulito, aveva il wifi, una colazione discreta e una piscina stupenda. Come detto dopo il check-in …costume e…piscina. Siamo stati dentro 3 ore…non volevamo più uscire…. Ci siamo fatti violenza ma poi..fuori. Dopo esserci cambiati ecco che decidiamo di andare a cena. Come usciamo non siamo molto convinti della scelta della location dell’hotel. Capiremo poi che più che altro è una nostra sensazione. L’hotel infatti si trova vicino all’Hollywood Blv. ma nell’estrema periferia est. Il quartiere è popolato quasi esclusivamente da latino-sudamericani. A 100 metri dall’hotel c’è la fermata Hollywood Western (metro rossa) che risulta essere veramente comoda ed un bel centro commerciale con alimentari. Come usciamo dall’hotel la prima cosa che vediamo è l’arresto di ¾ sudamericani da parte di poliziotti in borghese. Insomma, non proprio un bel biglietto da visita, ma come ho detto sopra, è stata solo apparenza. Per cenare decidiamo di fare due passi e così, proprio in Hollywood Blv. troviamo Tommy’s Hamburger, dove mangiamo forse gli hamburger più buoni della nostra vacanza. Veramente ottimi. http://www.originaltommys.com/index.php (spesa 10 USD con bere). Ecco, la cos che ho notato qui negli USA e di cui non mi spiego la logica, è che nei MacDonald’s o anche Starbucks o Tommy’s non vendono la birra….Chissà con quale logica.

13 AGOSTO

Stamattina si sono divertiti dall’Italia. Incuranti della differenza del fuso orario (qui a Los Angeles siamo 9 ore indietro rispetto a Milano) hanno mandato SMS e chiamato per fare gli auguri di compleanno a mia moglie e mai cognata…si…si…sono gemelle….50 anni (non si dovrebbe dire per una signora…ma chi se ne frega… io ci sono passato prima). Dunque oggi è il loro compleanno e per festeggiarlo abbiamo deciso di portarle (come si fa con i bambini) al parco degli Universal Studios. Sveglia e colazione… a bordo piscina…che meraviglia. Gli Universal Studios (www.universalstudioshollywood.com/) si trovano a solo 4 fermate di Metropolitana dall’hotel e dove poi una navetta-bus conduce poi direttamente all’entrata. Noi abbiamo preferito fare il FRONT OF PASS LINE (129 $ contro gli 80 $ del biglietto normale) e devo dire che ne è valsa assolutamente la pena. In sostanza il PASS ti permette di saltare la fila per quelle attrazioni dove il tempo di attesa è superiore ai 10 minuti..e visto la ressa è stato proprio un bel guadagno di tempo. Inoltre per le attrazioni dal vivo la tribuna centrale è riservata proprio ai possessori di questi pass. Alle 8.30 siamo già all’entrata (orario apertura 9-22 in questo periodo) e così ne approfittiamo per fare qualche foto. Alle 9…dentro e subito, come sempre accade quando si visitano questi parchi a tema, ritorniamo bambini..bambini..bambini. Memori di quanto letto e dei consigli presi ci dirigiamo subito a fare quelli più “lontani” dall’entrata e quindi …via di TRANSFORMER. Stupendo…meraviglioso….poi JURASSIC PARK….e la MUMMIA (che delusione)……Quindi il tour con il trenino a vedere le scene dove sono stati girati diversi film tra cui CSI, LO SQUALO, PSYCO, ecc. Poi pranzo e di nuovo in pista con lo spettacolo degli effetti speciali, per poi passare agli animali attori, ai Simpsons, la casa degli orrori, i Blues Brothers, Marylin Monroe e finire con Waterworld (stupendo). Insomma….si decice di cenare qui ed in sostanza…apriamo e chiudiamo il parco noi (non ci hanno pagato per chiudere). Non contenti, ma non potevamo fare diversamente, decidiamo di fare anche un giro per la miriade di negozi che ci sono qui e dove lo sfavillio di luci è accecante. Tutto bello..tutto stupendo…Ora si torna in hotel..stanchi ma contenti… Auguri a Graziella e Renata… Buon Compleanno

14 AGOSTO

Oggi la giornata è dedicata interamente a Los Angeles dopo la consueta colazione bordo piscina. Prendiamo la metropolitana e ci dirigiamo subito verso Hollywood Blv. Sono le 9… praticamente in giro ci siamo solo noi. Per trovare un bar aperto per un caffè è stato un delirio… Cominciamo così a passeggiare per la Walk of Fame… vediamo le stelle dei nostri “idoli” cinematografici… musicali… Le foto si sprecano. Arriviamo davanti al Theatre Chinese e così vediamo anche le combinazioni mani+piedi+firma degli attori famosi. Sono ormai le 11 e finalmente Hollywood Blv. si anima come non mai. Sembrava quasi che tutti fossero nascosti ad aspettare il “VIA”. Ci perdiamo nella miriade di negozi e negozietti , nel centro commerciale accanto al Kodak Theatre dove ci fermiamo anche a pranzare in un locale. Proseguiamo poi con lo shopping in altri locali per poi prendere il bus ed andare a vedere la famosa Rodeo Drive. Rodeo Drive è una strana piccola che è considerata, non so se a torto o ragione, la strada più costosa del mondo. Sembra che tutte le griffe dell’universo si siano date appuntamento in questo minuscolo pezzo di Los Angeles per aprire i propri negozi. Moglie e cognata tentano una sortita da Tiffany mentre io ed il cognato stiamo fuori a guardarci la scena… Escono, come immaginavamo, sconsolate. Tutto quello che potete immaginare e pensare delle marche famose qui le trovate. Armani, Tiffany, Cartier, Lacoste, Luis Vuitton, Guess, Dolce & Gabbana, ecc. Insomma…portafoglio a fisarmonica. Un giro per ammirare una bellissima Bugatti davanti al negozio della Guess e poi torniamo in hotel e finiamo la giornata in piscina….che meraviglia…. Per la cena ci arrangiamo alla meglio in camera e poi prendiamo l’auto per vedere come Hollywood Blvd. Alla sera con tutte le sue luci. Accidenti è una cosa incredibile. Non ci si riesce nemmeno a muovere da quanta gente è presente sui marciapiedi e parcheggiare è impossibile. Si decide così che domani sera veniamo in metro.

15 agosto

Bene, oggi è Ferragosto… o almeno lo è in Italia. Non sapendo bene quindi se anche qui è festa o meno, decidiamo di muoverci per tempo per andare alla nostra meta per quest’ultimo giorno a Los Angeles: Santa Monica. Durante il tragitto, lo capiremo ancora di più al ritorno nel pomeriggio, proviamo cosa vuol dire guidare su autostrade a 6/7 e 8 corsie completamente intasate. Impieghiamo più di un’ora per arrivare. La mattinata è stupenda con un bel cielo azzurro. Troviamo senza intoppi un parcheggio proprio a ridosso della spiaggia e… subito sulla sabbia… La spiaggia è proprio come l’abbiamo vista in centinaia di film e telefilm. Spiaggia larga e lunga con la pista ciclabile dove centinaia di persone corrono con tutti i mezzi possibili (bici, pattini, monopattini, piedi, ecc). Cerco tra i gabbiotti dei bagnini se vedo qualche Bagnina, ma purtropp nemmeno l’ombra… Nemmeno il tempo di mettere giù gli asciugamani e… da Malibu si comincia a vedere qualcosa di strano… In 15 minuti non si riesce più a vedere nemmeno a 50 metri, tant’è la nebbia che ha invaso la spiaggia. Ma come? Le nostre foto… il bagno nell’oceano… le foto in spiaggia. Onestamente qualcosa ci aveva allertato; infatti quando siamo arrivati in spiaggia c’eravamo solo noi, i netturbini e quelli che facevano jogging. La nebbia resta densa sino a quasi mezzogiorno quando, come d’incanto, la spiaggia si anima di gente e aprono sia il luna park che i negozi sul molo. Capiamo solo ora che il fenomeno della nebbia è del tutto normale a Santa Monica… L’aria fredda che tira però ci sconsiglia dall’immergerci in acqua…meglio lasciar perdere. Pranziamo con una bella insalatona e dopo aver raccolto i nostri bagagli e facciamo un giro per il molo fermandoci a guardare i negozi ed a prendere un caffè per scaldarci. Visto che il tempo non ci permette di buttarci in acqua decidiamo di andare a vedere Malibu. Notiamo qualche bella villetta e dopo aver parcheggiato, facciamo una passeggiata sul molo. Le donne non resistono però alla tentazione e, tolte scarpe e calzini, si bagnano nell’oceano… brrrrrrrrrrrrrrrrr… Io trovo la scusa che devo fare le foto. Malibu è carina, molto diversa da Santa Monica. Qui la spiaggia è frastagliata e piccola e si capisce che sono le ville, che non si vedono, a renderla famosa. Bene è ora di rientrare anche perché vogliamo fare un giro a Beverly Hills. Per tornare impieghiamo quasi 2 ore… Giunti a Beverly Hills non possiamo che ammirare l’accuratezza dei particolari. I vialetti tutti con l’erba tagliata e ben curata, gli alberi tutti ben potati e di quelle ville che abbiamo potuto vedere solo nei film. Qui sembra facciano a gara a chi fa la villa più bella e più grossa. Macchine lussuose e potenti… Ci guardiamo in giro e restiamo a bocca aperta. Vabbè… lo immaginavamo… Nel tornare verso il nostro hotel capiamo che c’è qualcosa che non quadra. Alcuni cartelli luminosi ci dicono che Hollywood Blvd è chiusa e che sulla parallela Sunset Blvd il traffico è difficoltoso. Avrò tanti difetti ma anche qualche pregio. Uno di questi è che ho un ottimo senso dell’orientamento. Mi imbuco in una destra, una svolta a destra, due a sinistra, poi ancora a destra e poi ancora sinistra ed ecco che siamo proprio al McDonald’s vicino all’hotel. La decisione è subito presa. Si cena qui, doccia in hotel e poi prendiamo la metropolitana ed andiamo sull’Hollywood Blvd. Dopo tutto questo prendiamo la nostra bella metropolitana e scesi a Highland Station scopriamo il perché del trambusto. La strada è completamente bloccata. Decine e decine di energumeni a 6 ante impediscono anche solo di avvicinarsi (al loro confronto Tyson sembrerebbe un poppante). Decine di limousine e SUV con vetri oscurati attendono pazientemente il loro carico. Facendoci strada tra la folla riusciamo percorrendo il marciapiede opposto ad arrivare di fronte al Chinese Theatre dove capiamo che oggi è la prima mondiale del film “I MERCENARI 2” con una schiera impressionante di attori (Stallone, Lundgren, Schwarzenegger, Van Damme, Norris, Willis). Proprio in quel momento escono… e tutti cominciano ad urlare. Sinceramente non sono riuscito a vederne nemmeno uno da quanta folla che c’era. Bene dopo questo bagno di folla decidiamo di andare a dormire, domani ci aspetta un bel tragitto..finalmente gli USA che volevo e per cui son venuto: ARIZONA, NEVADA e UTAH.

16 AGOSTO

Stamattina lasciamo Los Angeles. Solita colazione a bordo piscina e poi via. Come in tutte le grandi città l’uscita dalla stessa al mattino non è difficoltoso… ma per entrare c’è una coda chilometrica e quando dico chilometrica non esagero… ci saranno stati 20 km di coda… Dimenticavo, qui le autostrade essendo molto larghe (abbiamo contato anche 8 corsie per ogni senso di marcia) hanno una corsia di emergenza sia a destra che a sinistra (mica stupidi). Inoltre la corsia più a sinistra è per le autovetture in car-sharing (vetture con almeno 2 persone a bordo). Le autostrade, almeno quelle che abbiamo preso noi, non sono a pagamento (mi sembra di aver letto in qualche topic che in Florida invece lo sono) ne consegue che la manutenzione delle stesse non sia proprio il massimo (buche a non finire…asfalto ormai ridotto all’osso, ecc.). D’altronde se sono gratis non è che si possa pretendere…. A me piace guidare ed in fatti per tutto il nostro viaggio ho sempre guidato io. Il viaggio di oggi è bello lungo (quasi 800 km) e ci porterà a Williams. Abbiamo deciso di fare i bravi e di rispettare i limiti di velocità (75 mph – circa 110 km/h) ma accidenti a volte veramente si fa fatica a tenere gli occhi aperti. Per fortuna il paesaggio ogni tanto cambia. Si passa da Los Angeles, alle montagne, alla pianura, al deserto, poi ancora montagne…almeno mi distraggo a guardare. Sulla strada incontriamo tir strapieni di cipolle (ora capisco perché la mettono in ogni piatto), SUV che trainano moto e camper o motorhome che trainano SUV (ma da noi non è mica proibito?). A lato dell’autostrada passa la ferrovia ed ogni tanto vediamo qualche treno merci trainato da diverse locomotive (3 o 4) che non finisce più…decine e decine di vagoni merci tutti insieme…. Nei pressi di Kigman incontriamo in un’area di servizio un gruppo di ragazzi toscani e così ci scambiamo un po’ di informazioni su Los Angeles, San Francisco-Grand Canyon. Ci fermiamo a mangiare in un McDonald. A 50 km dalla nostra destinazione il cielo comincia a farsi scuro…poi grigio..alla fine nero…nero..nero…e si cominciano a vedere in lontananza lampi e fulmini. Tutto ad un tratto acqua a catinelle e grandine. Si fa fatica a vedere ma i pochi posti coperti sotto i pochi ponti presenti sono già occupati. Con molta attenzione proseguiamo e dopo una ventina di chilometri finalmente smette di grandinare. Non potevamo certo pensare che in 3 settimane non piovesse mai ma per favore no in questi giorni al Grand Canyon ed alla Monumenti Valley….Credo che questi posti senza sole perdano molto del loro fascino (magari mi sbaglio e verrò subito ripreso da qualche forumista). Arriviamo a Williams ed andiamo subito al nostro hotel. L’hotel scelto è il Williams Grand Canyon Travelodge (Williams Grand Canyon Travelodge | Williams, AZ 86046 Hotel) 60 U$D a notte con colazione. La stanza non è nè grande né piccola ed anche il bagno è piccolino ma il tutto è molto pulito. Voto 7. Il tempo di farci una doccia, riposarci qualche minuto e poi decidiamo di uscire comunque a fare due passi nonostante stia ancora piovendo. Ecco che scopriamo così questa cittadina tutto sommato piccola ma molto molto graziosa. Williams è attraversata dalla mitica e famosa Route 66 ed ogni angolo della cittadina ricorda proprio questo. Il nostro hotel, come quasi tutti gli hotel di Williams, si trova proprio in fondo al paese e passeggiando scopriamo scorci stupendi. A pochi passi dall’hotel troviamo un piccolo pezzo di western con saloon e negozi in stile. Alla faccia della pioggia cominciamo a fare foto a non finire.

Vediamo poi una bella locomotiva a carbone in bella mostra per i turisti oltre ad altri locali in stile western o in stile anni 50 (Grease). Ricomincia a piovere forte e quindi torniamo in hotel. Ne usciamo verso le 19, questa volta in auto, e facendo un giro in lungo ed in largo cerchiamo un posto per mangiare. Gli accordi erano stati chiari: stasera steakhouse dove mangiare una bella bistecca con patatine ed una pinta di birra (mi sento molto Tex Willer). La nostra scelta ricade sul Cruiser’s Cafè (Cruisers Cafe 66) dove decidiamo di prendere il menu famiglia.

Dopo circa mezz’ora si presenta la gentilissima signorina con un vassoio stracolmo di carne alla griglia di tutti i tipi oltre a patatine, fagioli e birra. Non vi dico la nostra faccia alla vista di quel vassoio. Le donne (mi odieranno per aver postato la foto) ci chiedono come faremo a mangiare il tutto ma sta di fatto che alla fine non resta proprio nulla. La carne (quarti di bue, pollo, costine di maiale, braciole, ecc.) era tenerissima e molto gustosa. Insomma una vera delizia assolutamente da consigliare. Il prezzo? Beh alla fine abbiamo speso 170 U$D in 4 (compresa la mancia che era già scritta sullo scontrino) ma li valeva tutti. Beh, si decide di fare anche due passi per smaltire e le donne ne approfittano per entrare in un negozio di souvenirs dove acquistiamo alcune magliette per i ragazzi e le ragazze rimaste a casa (noi abbiamo due maschi e mia cognata due femmine) oltre ai regali per nonni, nonne, ecc. Alla fine, sono ormai quasi le 21, la signora chiude il negozio…segno forse che dobbiamo andarcene? Beh…buonanotte…a domani.

17 AGOSTO

Mi sveglio presto…corro alla finestra a vedere il cielo… Evviva! E’ sereno, sì, dai! Una delle giornate che, mi aspetto, sia tra le migliori del nostro viaggio. Colazione sotto il bersò (unico posto per fare colazione) e poi subito in auto. A mio cognato è tornato il sorriso e come saliamo in auto ha una genialata: ”Visto che ieri abbiamo fatto le foto con il cielo grigio, ed ora c’è il sole, perché non rifacciamo le foto qui a Williams?”. L’idea, visto che è anche presto, viene accolta con entusiasmo e così rifacciamo le foto al spicchio di villaggio western, alla scritta della Route 66, alla strada principale, alla scritta all’entrata di Williams, al treno storico… beh insomma, tutta un’altra cosa. Dopo le nostre foto ci avviamo verso il Grand Canyon. Da Williams sono circa 80 Km. Ci fermiamo a Tusayan, ultima cittadina prima dell’entrata, a fare rifornimento di acqua e prendere il nostro cibo per il pranzo. L’entrata al parco costa 20 U$D per auto. Mentre percorriamo gli ultimi km vediamo sul ciglio della strada un paio di cervi. Bellissimi. Arriviamo al parcheggio, lasciamo la macchina e ci mettiamo a consultare la cartina per capire quale bus prendere. L’organizzazione è veramente eccezionale. Il parco è servito praticamente da 3 linee circolari di bus. La linea ORANGE che effettua il giro a Est fino allo Yaki Point, la linea BLUE che effettua il centro e la linea RED che va ad Ovest sino al Hermits Rest. Prendiamo la linea Orange e dopo 5’ di strada (si può fare anche a piedi) scendiamo in prossimità del Mather Point. Scendiamo …percorriamo 50 metri a piedi e…..meraviglia….i brividi ….resto in silenzio…dalla bocca non esce una sola parola….non riesco a credere a quello che i miei occhi stanno vedendo… il Grand Canyon. Uno spettacolo che non può essere descritto nemmeno postando mille foto. La meraviglia che ti si apre d’avanti lascia veramente senza fiato. Restiamo più di mezz’ora in questo punto. Sono letteralmente in tranche. Mi sveglia di soprassalto un gruppo di italiani (non dico la regione se non qualcuno potrebbe offendersi) che esclama:” Beh…tutto qui? Niente di eccezionale”. :shock::shock: Cosa? Niente di eccezionale? Ma stiamo dando i numeri? No Mauro, stai zitto, è meglio… passa avanti e non ti curar di loro. Dal Mather Point decidiamo di andare a piedi sino al South Kaibab (ridendo e scherzando sono quasi 3 km) ma gli scorci che vediamo e che immortaliamo sono innumerevoli. Da qui poi proseguiamo in bus per Yaki Point dove c’è un area picnic e ne approfittiamo per pranzare. Dopo un attimo di respiro, riprendiamo il bus Orange e ci avviamo alla coincidenza con il bus BLUE che ci porterà alla fermata per il bus RED. Decidiamo infatti di prendere la linea RED e fermarci ad ogni point view e riprendere il bus successivo per scendere alla fermata dopo. I bus passano ogni 15/20 minuti per cui sono molto frequenti e comodi. Ecco quindi che vediamo Trailview, Maricopa, Powell, Hopi, Mohave, Abyss, Monument Creck, Pima…insomma li facciamo proprio tutti. Torniamo indietro che è quasi il tramonto e l’idea è proprio quella di prendere qualche panino ed attendere il calare del sole. Purtroppo però in poco tempo arriva un grosso temporale con tuoni e fulmini e dobbiamo desistere per tornare verso Williams. Bene, la giornata è stata unica ed indimenticabile. Per fortuna qualche foto con il cellulare l’abbiamo fatta e ci resterà. Chi dice che non è nulla di speciale forse abita in un atollo delle Mauritius e comunque, anche se fosse, sono comunque due bellezze diverse. E domani altro sogno: Monument Valley.

18 AGOSTO

La giornata appena trascorsa è stato qualcosa di indimenticabile. Mi sono addormentato avendo ancora davanti agli occhi il primo impatto del Mather Point. Questa sarà una cosa che credo mi resterà impresso per tutta la vita. Ma anche oggi la giornata dovrebbe essere molto interessante e regalarci scorci da restare indelebili nella memoria. Tanto per cominciare il tempo è stupendo. Ottimo. Finiamo la nostra colazione e ci dirigiamo verso la Monument Valley. La distanza da percorrere sono circa 330 km (circa 3,5 ore di viaggio). Direzione Kayenta dove ci fermiamo per prendere qualcosa da mangiare. Sulla strada per Kayenta ci fermiamo nei pressi di un vecchio post Office dove oggi sorge uno store gestito dagli indiani Navajo. Dentro potete trovare di tutto e roba anche molto carina. Dai gadget ad abbigliamento, a copricapi, a sopramobili. Arriviamo al cartello che segna il confine tra Arizona e Utah e così cominciamo a rifarci gli occhi. Scendiamo a fare qualche foto di rito e ci accingiamo all’entrata. Il prezzo dell’ingresso sono 5 U$D a persona. Una volta al parcheggio si può decidere cosa fare se affrontare il percorso con la propria auto o affidarsi agli indiani con i loro 4×4 (qualcuno può anche protendere per i vecchi e meravigliosi cavalli). Noi abbiamo la Jeep e, seguendo proprio i consigli dei forumisti, decidiamo che affronteremo il percorso con la nostra auto. Vediamo diverse macchine utilitarie e berline per cui ci diciamo che se fanno loro….figuriamoci noi. Attenzione perché la strada che si vede all’inizio può trarre in inganno perché SEMBRA liscia e lineare… non è così. Il consiglio che do io… se avete una macchina “bassa” non fatelo. Abbiamo visto un paio di macchine che ci hanno lasciato parte dell’anteriore. Le buche sono belle grandi…. Comunque prima di azzardarci è tempo di mangiare. Purtroppo qui posto per picnic non c’è. C’è un solo tavolo e pazientemente (veramente ci siamo messi di fronte facendo capire che era ora che si alzassero) aspettiamo che un gruppo di ragazzi, visto che stanno solo chiacchierando, si alzino. All’interno del locale c’è un ristorante…ecco spiegato il motivo dell’assenza di tavoli….Cominciamo il nostro viaggio. Una precisazione, i tour guidati dai Navajo hanno un percorso leggermente diverso rispetto a quello che possiamo fare noi in autonomia denominato Scenic Drive, loro hanno posti che noi non possiamo visitare. Comunque il giro in sostanza dovrebbe durare 1,5 ore….noi ci siamo riusciti a farlo durare 3 ore, foto, foto, foto… La Monument Valley, denominata Monument Valley Navajo Tribal Parco (http://navajonationparks.org/htm/monumentvalley.htm) è costituita da altopiani rocciosi che si sono formati nel corso di millenni ed è gestito in toto dalla tribù indiana dei Navajo che qui formano proprio la Nazione Navajo. Tutte queste formazioni rocciose che si trovano sul percorso hanno nomi di fantasia ideati proprio dagli indiani, ecco quindi che; ecco quindi che abbiamo le TRE SORELLE, L’ELEPHANT BUTTE, CAMEL BUTTE, THE HUB, ecc. sino ad arrivare al mitico JOHN FORD’S POINT, in onore del mitico ed indimenticabile attore americano protagonista di tanti film western che hanno accompagnato la mia infanzia. Arriviamo al parcheggio dell’entrata praticamente alle 18 e il sole comincia ad increspare di un rosso acceso la vallata e i monoliti. Restiamo così ancora un po’ di tempo ad ammirare il panorama che è di una bellezza incredibile. Qualcuno mi ha chiesto se mi ha più emozionato il Grand Canyon o la Monument Valley. Sinceramente sono due bellezze completamente diverse. Entrambe mi hanno emozionato ed entrambe sono assolutamente meravigliose e da visitare. Forse mi ha più emozionato il Grand Canyon ma semplicemente perché sino a che non ci sei sopra non lo vedi e quindi resti meravigliato, mentre la Monument Valley la gusti piano piano mentre ci arrivi. Dopo l’ammirazione decidiamo così di avviarci verso l’hotel per vedere il tramonto. Fuori dal parco c’è un solo ed unico STOP ed io, per un mio errore, riesco nell’impresa di fare un incidente con un’auta guidata da una ragazzina navajo (avrà avuto 17 anni). Lei scende tutta spaventata e facciamo una fatica incredibile a capirci. Viene chiamata la mamma ma anche con lei la comprensione è difficile. La nostra jeep non si è fatta granchè ma la macchiana della ragazzina invece ha il davanti bell’incidentato (ma tu guarda se devo venire qui a fare un incidente). Alla fine la mamma decide di chiamare la Polizia che, meno male che nessuno si era fatto male, arriva da Kayenta dopo circa un’ora. Il poliziotto chiede la dinamica, prende i documenti, fa le foto alle auto ed alla fine mi dice di informare l’agenzia di autonoleggio di mettersi in contatto con lui e mi lascia il suo nominativo ed il numero di telefono. E’ ormai buio quando arriviamo in hotel (esattamente a 300 metri dal luogo dell’incidente), il GOULDINGS LODGE MONUMENT VALLEY (http://www.gouldings.com/) VOTO 10. Registrazione veloce e ci danno una cartina, molto approssimativa, indicandoci quale e dove sia la nostra casetta. L’Hotel infatti dispone di un corpo centrale dove sono presente le camere dell’hotel con tutti i servizi (piscina, ristorante, ecc:) , 4 palazzine annesse con altre camere, ed alcune villettine prefabricate sparse per la vallata. Bene, ci mettiamo alla ricerca ma, il buio pesto, le strade completamente al buio, non ci aiutano nella ricerca e dopo mezz’ora ritorniamo alla reception dove un gentile e cortese addetto ci accompagna alla nostra casetta (che guarda caso c’eravamo passati davanti almeno 10 volte). Purtroppo non vi sono indicazioni da nessuna parte ecco pertanto che vi invito ad arrivare qui quanto ancora il sole è alto. Nei pressi c’è uno store di alimentari e, visto che ormai il ristorante è chiuso, ne approfittiamo per prendere qualcosa per mangiare. Bene, il tempo di scendere dall’auto, salire 3 gradini, aprire la porta e….. mamma mia ….Un salone immenso con cucina abitabile, tre divani, due camere da letto con bagno privato e vasca idromassaggio, lavanderia con asciugatrice, ma soprattutto, una bellissima veduta sulla monument valley. Prezzo? E’ stato l’hotel più caro del nostro viaggio: 275 U$D in 4 senza colazione…ma ne è valsa assolutamente la pena.

19 AGOSTO

Passata l’arrabbiatura per l’incidente di ieri, stamattina alle 5 mi sono svegliato. Volevo essere l’unico e quindi ho fatto in maniera che nessuno mi sentisse. Mi sono vestito e sono uscito con cavalletto, macchina fotografica e cinepresa. Nella casetta vicino alla nostra c’erano degli orientali, anche loro già fuori con tanto di attrezzatura fotografica. Non ho fatto in tempo a sistemarmi che subito dietro di me arrivano cognato, cognata e moglie. Accidenti volevo fargli una sorpresa e chiamarli dopo e invece… ma ecco che spunta il sole. Le ombre della Monument Valley vengono accecate da una palla rosso fuoco. Che spettacolo, che meraviglia: restiamo a guardare in silenzio. Sono le 5.30. Fa anche freschino. Il sole rende la montagna dietro la nostra casetta rosso incandescente, che meraviglia. Resto in silenzio e nella mia mente mi sembra di sentir ei canti Navajo, i canti indiani. E’ incredibile come questo posto ti porti fuori completamente dal mondo. Dopo le nostre foto rientriamo in casa. Sistemiamo le nostre cose e poi ripartiamo. Alle 11.00 dobbiamo essere a Page ma prima di prendere vogliamo andare a vedere il famoso luogo di Forrest Gump. Dista circa 5 km ed è forse uno dei wallpaper più famosi al mondo. Ci arriviamo e nello stesso posto incontriamo una compagnia di motociclisti tutti borchiati con giubbotti in pelle tutto rigorosamente Harley Davidson. Che bello così facciamo una bella foto ed una ripresa con questi motociclisti americani….si perché per me erano americani sino a quando non hanno aperto bocca “alora fioj andemo o cossa? Per un’ora che semo fermi qui”. Altro che americani erano veneti e così scambiamo qualche parola. Dopo dieci minuti partono tutti insieme sulle note del Boss “Born in the USA” e all’urlo unanime di “Ciao Mona”. Simpaticissimi. Facciamo le foto di rito e poi via per Page. Sono circa 200 Km e non di autostrada quindi il tempo non è proprio tanto. A Kayenta ci fermiamo per la colazione. Incontriamo diversi scorci che meritano di essere immortalati. Una cosa che abbiamo notato è che qui le gallerie non vengono utilizzate. Bisogna attraversare una montagna? Bene si taglia facendoci passare la strada. Arriviamo a Page alle 10.30 ed andiamo subito in centro al paese dove c’è l’ufficio della ANTELOPE CANYON TOUR (www.antelopecanyon.com/italian.html )con cui abbiamo prenotato il giro delle 11.30. Il prezzo è stato di 46 U$D a testa prenotato ad aprile. Mentre attendiamo facciamo un giro e ci prendiamo un caffè. Alle 11,30 saliamo su delle grandi jeep 4×4 che portano circa 15 persone cadauno e partiamo per l’ingresso all’antelope Upper. Pensavo fosse più corto il tragitto invece ci impieghiamo una buona mezz’ora prima di arrivare all’ingresso. Lasciata la strada asfaltata le jeep hanno preso il letto del fiume dove la sabbia è molto alta ed onestamente senza questi mezzi sarebbe impossibile transitare (a meno di non andarci a cavallo). Arrivati all’entrata la nostra guida ci riunisce ed incominciamo ad entrare in questo cunicolo molto stretto. Ora capisco perché in caso di pioggia qui non si può entrare…si farebbe la fine dei topi. In molti punti lo spazio è molto esiguo e si passa a stento uno per volta. Lo spettacolo però è meraviglioso. I giochi di luce che il sole contrastando la roccia riesce a riflettere sono unici. Si passa dal viola, al granata, al rosso, al giallo, stupendo. L’unica cosa è che qui i tour operator che organizzano il tour sono diversi e si susseguono uno dopo l’altro. Ecco il motivo per cui praticamente si ha pochissimo tempo per fare le foto. Accidenti. Il giro dura una mezz’ora circa ed è veramente bello e stupendo. Nel ripercorrere il tragitto a ritroso riusciamo a trovare un po’ di tempo per fare qualche foto in libertà. Alla fine veniamo riportati alla base dove arriviamo alle 13 circa e dove il cielo diventa nero scuro minacciando un bel temporale. Ci diciamo di essere stati fortunati perché i giri del pomeriggio credo siano a rischio e perché, senza sole, anche lo spettacolo dell’Antelope Canyon sarebbe molto ridimensionato. Per mangiare decidiamo una pizza da PIZZA HUT. Buona…tutto sommato buona. Sono ormai quasi le 14.30 e così proviamo ad andare in hotel a vedere se ci danno comunque la stanza. L’hotel scelto è l’HOLLIDAY INN PAGE LAKE POWELL ) che si trova al 751 SOUTH NAVAJO DRIVE . La receptionist è molto gentile e ci fornisce anche una piccola busta con dentro gadget e piantine della città. La stanza è molto ampia, grande e confortevole. Grande anche il bagno. WiFi gratuito senza limitazioni. Prezzo 83 U$D a coppia a notte con colazione. VOTO 9.

C’è anche la piscina ma sinceramente il tempo non mette voglia di utilizzarla. Il tempo di una rinfrescata e decidiamo sul da farsi. Non avevamo programmato nulla anche se una mezza idea già l’avevamo. Decidiamo cosi di andare a vedere il Lake Powell. Ho letto pareri discordanti sia su Page che sul Lake Powell. A molti sono piaciute entrambe e ad altri invece per niente… ad altri ancora non è piaciuta Page mentre invece è piaciuto il Lake Powell. Io posso dirvi che Page non è granchè ma che tutto sommato non è proprio malvagia. Certo, vive sull’Antelope Canyon e sul Lake Powell. Prendiamo la strada per andare al Lake Powell e dopo circa 10 minuti di strada arriviamo nei pressi della Glen Canyon Dam, la grande diga sul Lake Powell. Parcheggiamo l’auto e, grazie al passaggio pedonale che c’è sul ponte, lo attraversiamo per fare qualche foto. Intanto il cielo si è aperto e così è tornato il sole. Facciamo le nostre foto e godiamo anche del panorama che dal ponte si vede del Lake Powell. Torniamo alla nostra auto e ci dirigiamo verso Lake Powell. Ad un certo punto si incontra un bivio non le indicazioni di Wahweap Marina e dopo circa 500 metri un bel casello? Cosa? Non ci sono in autostrada… e sì, per andare a vedere il Lake Powell bisogna pagare. Sono 8 U$D ed il biglietto vale una settimana. Tutto sommato non tanto… se si resta una settimana. Questo probabilmente perché vogliono tenere il più lontano possibile forse i turisti giornalieri. Comunque, paghiamo ed entriamo. Arriviamo a Marina che altro non è che alcuni resort con annesso porticciolo. Qui si affittano le barche che sono delle vere e proprie case galleggianti. Più avanti scorgiamo la gente che fa il bagno e le nostre donne (manco fossero dei pesci….) ci chiedono di fermarsi e scendere. Posteggiamo l’auto e scendiamo in questa che è una vera e propria spiaggia di sabbia. C’è diversa gente che fa il bagno. Purtroppo, o per fortuna, non cui siamo attrezzati con il costume ma le donne ne approfittano comunque per bagnarsi almeno i piedi. Sorpresa. Contrariamente a quanto si poteva pensare ed a differenza dei nostri laghi, l’acqua è calda, ma calda sul serio. Ci prendiamo gli “insulti” delle mogliettine, ma ci fermiamo un po’, tanto abbiamo tempo. Nel tornare ci fermiamo in un paio di altri view point per fare qualche foto. Ecco il lago tutto sommato non è male. Certo, credo che la bellezza migliore si ha affittando una barca e navigandolo per vedere scorci che dalla strada sono invisibili, anche perché il lago è immenso lungo quasi 300 km. Torniamo verso il nostro hotel per uscirne più tardi per andare a mangiare. Mi ero segnato questo locale ed avevo promesso a cognato e donne, esperti ballerini, di portarli. Il locale è il KEN’S OLD WEST RESTAURANT al 718 Vista Avenue ) Il locale, in tipico stile western, è veramente carino. La signorina che prende le nostre ordinazioni è molto carina… così carina che appena ci porta le birre non trova di meglio che versarmene una addosso, ma chi se ne frega! Siamo in ferie. Poverina. Ci mangiamo la nostra bella bistecca alla griglia con patatine e birra. A buffet (quanti giri si vuole) la nostra spesa è di 25U$D a cranio. Alle 21 circa si anima il locale con un complesso che suona musica country e gli ospiti ne approfittano per ballare. Io vengo relegato dal trio infame di cognato, cognata e moglie, ad accudire all’attrezzatura fotografica… mentre loro vanno in pista a scatenarsi. Forse presi da qualche rimorso di coscienza o più semplicemente dal fatto che le chiavi della macchina le avevo io, tornano indietro dopo una mezzo’ora circa ed andiamo tutti a sederci al bar per ascoltare ancora un po’ di musica. Il fatto di avere due gemelle spesso non passa inosservato ed ecco che una coppia di signori ci chiede appunto informazioni e scambiamo così quattro chiacchere (quattro è proprio il numero giusto visto il mio scarso inglese). Riusciamo così a capire che hanno anche loro due figlie gemelle e ci fanno vedere le loro foto (25 anni) . Dopo qualche canzone ancora decidiamo di andare a dormire, domani ci aspetta un’altra bella sfacchinata.

20 AGOSTO

La colazione all’Holliday Inn è veramente abbondante e, visto anche il tragitto che ci attende, ne approfittiamo. Prima di imboccare la strada per Las Vegas dobbiamo però andare a vedere lo Horsoshoe Band. Praticamente quel punto del fiume Colorado che forma una sorte di ferro di cavallo visto in tantissime immagini. Dista pochissimo da Page, 4-5 km, basta prendere la statale 89 e si troverà l’indicazione del parcheggio sulla destra. Si percorrono 10 minuti in salita e poi… 20 minuti in discesa che,ovviamente, ritornando saranno al contrario. Vi assicuro che con il caldo anche alle 9 del mattino si fanno sentire eccome. Lo spettacolo merita, eccome! Ora qui si apre la diatriba su quando andare per fare le foto migliori con la luce migliore. Sinceramente non so cosa dirvi. Ho visto foto stupende fatte al tramonto con il sole contro ed altre fatte a mezzogiorno con il sole in picchiata, altre fatte all’alba. Credo dipenda soprattutto da cosa uno desideri. Noi abbiamo preferito farle al mattino con il sole ancora ad est. Comunque da fermarci una mezz’ora, ci siamo fermati oltre un’ora. Per fortuna proprio in cima alla salita c’è un piccolo bersò dove riposarsi cinque minuti… e vi assicuro che servono. Arrivati alla macchina ripartiamo con destinazione Las Vegas. Sbagliamo strada e così alla fine la allunghiamo un po’. Ci fermiamo a mangiare in un locale sulla strada a Kingman. Poco prima di Las Vegas sulla strada vediamo la Hoover Dam una enorme diga sul fiume Colorado al confine tra Arizona e Nevada. Usciamo dall’autostrada e ci fermiamo a vederla. Bella imponente sicuramente. Dopo questa pausa torniamo all’auto e ci dirigiamo verso il nostro hotel a Las Vegas. Prima di capire dov’è l’entrata facciamo 2-3 giri dell’isolato o dell’hotel stesso. L’Hotel che abbiamo scelto è l’Excalibur un hotel stile Neuschwanstein. Percorrendo la strada per arrivare l’hotel cominciamo a vedere la maestosità degli alberghi circostanti. Ecco quindi che ammiriamo il New York, il Mandalay, Il Luxor, l’MGM, tutti enormi. Una volta individuata l’entrata dell’Excalibur, lasciamo la nostra auto ed entriamo nella hall… e subito si spalancano gli occhi. Accidenti, ma quanto è grande. Capiremo poi che qui gli hotel sono tutti così. Impieghiamo poco meno di 10 minuti per fare il check-in e saliamo nelle nostre camere: 18 piano stanza 2508 e 2504. Entriamo… stanze enormi con doppio letto matrimoniale, bagno grande. Insomma, una signora stanza (http://www.excalibur.com/it/). La stanza è costata la “bellezza” di 35 U$D a camera a notte (no colazione, no wifi). Qui a Las Vegas le camere negli hotel costano veramente poco, in pratica sperano negli incassi al Casinò e bar. Ora facendo un rapido conto il nostro hotel ha circa 4000 camere. Il tempo di una veloce doccia e subito fuori… In strada c’è un’afa assurda. Negli hotel l’aria condizionata è al massimo… insomma, occhio a non prendersi un accidente. E’ quasi ora di cena ed così, per non perdere troppo tempo decidiamo di andare al Mc Donald proprio vicino all’hotel. Dopo cena facciamo un piccolo giro giusto per capire che Las Vegas è un luna park a cielo aperto. Vediamo così che al New York ci sono le montagne russe che entrano direttamente in hotel. Ogni albergo è immenso, con un proprio casinò immenso, con propri negozi e ristoranti (immensi). Insomma, tutto immensamente immenso. Un vero tripudio alla megalomania americana.

21 AGOSTO

Oggi sveglia con tutta calma…tanto passeremo la nostra giornata interamente a Las Vegas…dentro e fuori da hotel ed attrazioni. Scendiamo nella hall e subito ci viene da ridere. Gente con facce sconvolte dal sonno sono attaccate alle slot machine (probabilmente hanno fatto qui notte e lo si capisce anche dalle cicche di sigarette nel portacenere affianco). Noi non siamo giocatori e quindi non mi permetto nemmeno di giudicare. La cosa che però ci hanno colpito, e che già ieri sera avevamo notato, sono due: la prima è che qui in nessun hotel e nemmeno in strada vi sono orologi; non devi capire che ora è, devi giocare, bere, giocare e bere, e giocare e bere, ecc….; la seconda è che in tutti i bagni dai lavandini esce acqua calda…ma proprio calda… forse perché non vogliono che tu beva l’acqua potabile ma ti serve del bar dell’hotel?? Quanto spreco. Facciamo il biglietto bus valido per una giornata (3 USD) in maniera da poter girare come vogliamo. E cominciamo il nostro giro. Il nostro hotel, l’Excalibur, si trova a sud della strip di Las Vegas (la strada principale che taglia in due la città da nord a sud). Dopo di noi ci sono solo il Mandalay ed il Luxor. Optiamo per il Luxor, questo hotel a forma di piramide. Di notte dalla sua sommità parte un potente fascio di luce visibile a km di distanza. Dentro è proprio un susseguirsi di negozi. Dopo il Luxor prendiamo il bus ed andiamo a nord; l’idea è quella di fare colazione e poi scendere facendo il lato destro e nel pomeriggio il lato sinistro . Con il bus scendiamo al Fashion Show, una sorta di centro commerciale a nord sormontato da una vela ed andiamo a fare colazione da Starbucks. Tutto sommato siamo sempre andati sul sicuro con Starbucks, sia per quanto il caffè (italiano) sia per quanto riguarda il cappuccino. In questi mega hotel ci sono diverse attrazioni, spesso che danno direttamente sulla strada. Informatevi sugli orari in maniera da prendere i posti migliori perché, soprattutto alla sera, vi assicuro che sono molto gettonati in quanto anche molto belli. Ecco così che vediamo lo spettacolo dei pirati al Treasure Island. Molto bello e suggestivo con stupende ragazze ed un galeone che affonda. Bello. Proseguiamo poi nel nostro tour e così vediamo nell’ordine il Mirage, il Cesar Palace, Bellagio, il Montecarlo, il New York. Cosa dire? Tutti sono immensi. Tutti dentro hanno negozi non proprio alla portata di tutte le tasche e quindi dobbiamo anche “frenare” la voglia di shopping delle nostre donne. Il Cesar è molto bello con queste enorme scalinate in marmo. Il New York presenta grattacieli enormi con una riproduzione (non tanto in miniatura) del ponte di Brooklyn . Dall’interno dell’hotel parte una corsa mozzafiato stile montagne russe molto bella.

Mangiamo qualcosa al Mc Donald e poi ripercorriamo la stessa strada ma dal lato opposto. Entriamo all’MGM (purtroppo il davanti è in rifacimento e quindi le foto non sono granchè) dove un bel ristorante in tema foresta tropicale con animali (ovviamente finti) animati. Dopo l’MGM entriamo nel negozio della M&M (per la felicità di mia nipote che ha richiesto esplicitamente un gadget). Sono 5 piani tutti dedicati ai famosi confettini colorati ripieni di cioccolato. Verrebbe proprio voglia di fare una scorpacciata. Proseguiamo per la strip guardando tutti i vari negozi. L’Hard Rock, L’Harley Davidson, fino ad arrivare al Paris. La Tour Eiffel giganteggia imponente sull’hotel insieme all’Arc de Trionphe. Entriamo anche perché vogliamo vedere quanto costa salire sulla torre Eiffel stasera. Sono esattamente 16 U$D…però….ma comunque decidiamo che stasera lo faremo. L’interno è molto carino con tutti i negozi disposti come se si fosse nei vicoli di Montmatre con il cielo dipinto di un bell’azzurro e sotto i pilastroni della torre il casinò con tutte le sue slot e tavoli da giuoco. Dopo altri 2500 negozi (se li contavo mi sa che non sbagliavo di molto) si arriva al Venetian forse il più bel hotel, a mio modesto parere, visto qui a Las Vegas. Praticamente è una Venezia in miniatura con tanto di Piazza S.Marco con campanile e canali solcati da gondolieri americani che cantano “’O sole mio”.

L’interno, poi, è meraviglioso. Oltre ai già detti canali è pieno di vicoletti stile veneziano con sopra un cielo dipinto che sembra vero. Stupendo. Si è fatto quasi ora di cena e la nostra scelta ricade sull’Outback Steackhouse ) dove un cameriere ci istruisce su cosa prendere (“lasciate fare a me” ci dice) e noi lo accontentiamo. Si presenta con 4 bistecche alte due dita con patatine, salsine, insalata e 4 caraffe di birra. Una meravigliosa meraviglia. La carne tenerissima e gustosa. Il prezzo? 160 U$D… non proprio a buon prezzo ma vi assicuro che sono meritati così come la mancia a Joseph. Usciamo che diluvia. E come in tutte le grandi città quando piove si ferma il mondo. La strip si allaga completamente e camminare diventa problematico. Per attraversare gli incroci servirebbe un canotto. Aspettiamo all’interno di un casinò che smetta e poi decidiamo di andare al Paris per salire sulla Torre Eiffel e… nooooo, le salite causa il maltempo sono annullate e non riprenderanno. Va beh, allora andiamo a vedere al Bellagio lo spettacolo delle fontane danzanti…carino, come carino è alche il successivo spettacolo al Mirage del vulcano in eruzione. Bene è la nostra ultima notte a Las Vegas e sulla parte occidentale degli Stati Uniti… e’ il momento di tirare le somme. Stupendo… tutto stupendamente stupendo. Non riesco a trovare nulla che di questa parte del viaggio non sia stata di mio assoluto gradimento. Certo la parte del leone la fanno Grand Canyon e Monument Valley ma anche San Francisco,Los Angeles e Las Vegas non hanno deluso. Las Vegas non si può descrivere. Io avevo letto tutto quanto avevate scritto ma essere è un’altra cosa. Las Vegas si vive di notte…di giorno è un’altra città. Un ultima cosa…ma quante persone lavorano a Las Vegas e soprattutto negli hotel? A domani

22 AGOSTO

Eccoci qui… oggi è il giorno peggiore della nostra vacanza… del nostro viaggio. Che non era giornata lo si era capito già dal mattino. Infatti, avevamo programmato, visto che il nostro aereo per Toronto è alle ore 23.30, di passare la mattinata sdraiati ai bordi della piscina dell’hotel e, dopo pranzo, avviarci verso l’aeroporto passando però prima all’Outlet sud che è proprio sulla strada. Invece il tempo non è stato clemente e ci alziamo che diluvia. Decidiamo allora di prendercela con molto… ma molto comodo e recarci in mattinata all’outlet e prendere un po’ di roba da vestire per i ragazzi. Mio cognato odia questo genere di cose… da oggi le odierà ancora di più. Prima di lasciare l’hotel però decidiamo di fare una puntatina al casinò. Giusto per dire che c’eravamo stati ed immortalati anche da qualche foto. Accidenti… riusciamo anche in mezz’ora a vincere 125 U$D e, qui si vede il vero giocatore, decidiamo subito di intascare la vincita… pochi, sporchi, ma subito. Attendiamo che ci portino la nostra auto e partiamo alla volta dell’outlet. Diluvia e le strade sono allagate. Lo è anche il parcheggio dell’outlet con dei veri e propri laghi. Alla fine troviamo un parcheggio e lasciamo la nostra auto. Per no rischiare, ed anche perché gli zaini pesavano molto, spostiamo il tutto nel bagagliaio…forse proprio questa nostra azione non è sfuggita a qualcuno. Sta di fatto che dopo un paio di ore torno alla macchina per lasciare alcuni pacchetti e gli ombrelli e trovo la macchina aperta… No! Ci hanno rubato tutto: 3 macchine fotografiche, 3 videocamere, un notebook, oltre ad una valigia. Non vi dico il nostro morale dov’è finito da quel momento. Non avevamo più foto né film, del nostro “Viaggio della vita”. Ho cercato di raccogliere un po’ di idee (difficile in quel momento) e ci siamo avviati all’aeroporto. Lì abbiamo consegnato l’auto spiegando anche dell’incidente avuto alla Monument Valley e, dopo che l’addetto ci dice che non abbiamo nulla da pagare, ci dirigiamo verso il terminal. Mio cognato non parla più….mia moglie e mia cognata pure…. Capisco mio cognato, aveva acquistato la macchina fotografica nuova proprio per questo viaggio. Se fosse possibile vorrebbero tornare a casa…. Io rispondo che non ci penso nemmeno. E’ successo…siamo stati degli stiupidi, ma io il viaggio lo porto a termine… alla faccia loro. Ne approfitto così per andare all’ufficio della polizia per sporgere denuncia. Non vi dico le comiche: per fare la denuncia abbiamo impiegato solamente 2 ore, ma alla fine ci riesco. Facciamo il check-in e ci portiamo verso il gate. Devo mangiare qualcosa se no, visto il mio problema, vado in ipoglicemia. Con mia moglie quindi andiamo verso un bar “italiano”. Prendo un paio di piadine e poi chiedo un caffè espresso “single” e qui cominciano le risate. La signora che ci serve chiede ad un’altera come si fa a fare il caffè espresso; le fornisce le spiegazioni e torna con un latta da 25 kg di caffè in grani ILLY…”bene” mi sono detto”almeno il caffè è quello buono”. Nel mettere l a latta sopra la macchina del caffè gli cade per terra…le comiche…. Dopo averlo raccolto fa il rpimo caffè che mette dentro un bicchiere della Coca Cola..mi si avvicina e mi dice :” Thi’s is short?” “Yes, it’s very espresso short. Thanks”. Lei mi sorride torna alla macchinetta e mi riempie il bicchiere della Coca Cola di caffè schiacciando almeno 20/25 volte il tasto espresso. Io e mia moglie, intuendo quello che stava accadendo, cominciamo a ridere. Dopo qualche minuto torna e mi dà il bicchiere e mi dice “thi’s is very strong”. Torniamo alle nostre poltrone e comincio a guardarmi sul cellulare le foto che avevamo fatto… le uniche che ormai ci erano rimaste. Alle 23,30 prendiamo il nostro aere… destinazione Toronto. Insomma, una pessima giornata

23 AGOSTO

Sull’aereo della CanadAir ci forniscono di caffè e nient’altro. Qualunque cosa tu voglia….cash. Arriviamo a Toronto che sono le 7,30 del mattino in perfetto orario e ci dirigiamo così a prendere possesso della nostra auto presso la ALAMO in aeroporto (tramite ovviamente Autoeurope). Abbiamo una gradita sorpresa. L’auto che ci viene consegnata è una magnifica e grandissima FORD FLEX, in sostanza un 7 posti enorme con sedili in pelle, cruise control, telecamera parcheggio, assistente anteriore frena se sei troppo vicino ad altra auto,….insomma un’astronave messa su 4 ruote. Un’auto superiore alla categoria che avevamo scelto. Il prezzo? 355 euro + 95 CAD (assicurazione) per 4 giorni. Lasciamo l’aeroporto destinazione CASA LOMA http://www.casaloma.org/ un antica dimora molto vicina ad un castello. Il prezzo di entrata è di 21 CAD a testa. L’entrata però è alle 10 e così ne approfittiamo per andare a fare colazione in un bar vicino. Il quartiere dove sorge il castello è leggermente in salita rispetto alla città e pieno di villettine molto carine in un silenzio molto rilassante. L’edificio, patrimonio culturale canadese, è tenuto molto bene, così come le stanze con i mobili del fine XIX secolo ed inizio 1900. Molto bello il giardino principale con la fontana. Merita la visita…forse il prezzo è però un po’ eccessivo. Lasciato il castello andiamo verso l’hotel, l’HOWARD JOHNSON INN (14 Roncesvalles Avenue) http://www.hojo.com/hotels/ontario/toronto/howard-johnson-inn-toronto-downtown-west/hotel-overview . Alla reception ci dicono che la stanza sarà a disposizione alle 15 (sono le 12) e chiediamo almeno se possiamo lasciare l’auto al parcheggio (che avevo prenotato). Certo…il parcheggio è a 500 metri dall’hotel e costa 12 cad al giorno (questo non ci era stato detto alla prenotazione). Portiamo la macchina e ce ne andiamo via tram verso il centro. Si perché l’hotel è in periferia proprio alla fine del lungo lago. Arriviamo in centro ed andiamo a mangiare qualcosa da Sturbacks. Dopo esserci riposati un po’ decidiamo di andare sulla CN TOWER (http://www.cntower.ca) la torre simbolo di Toronto alta 553 metri e sulla cui sommità. I biglietti, ve ne sono di diversi tipi a seconda dei piani che si vogliono visitare, li abbiamo presi dall’Italia al costo di 41 CAD a testa (per tutti i piani). All’interno vi è un cinema 3D, un ristorante ma soprattutto dalla cima si scorge tutto il panorama meraviglioso di Toronto e, si dice, in giornate molto limpide si riesce a vedere sino alle Cascate del Niagara. Da lassù lo spettacolo è veramente bello. Impressionante il camminamento trasparente dalla quale si vede il fondo strada…mette un po’ di angoscia. Facciamo le nostre foto girando tutto attorno alla torre. Una volta scesi dobbiamo ci mettiamo alla ricerca di uno store di prodotti per l’elettronica: nel furto ci hanno rubato anche i carica batterie dei cellulari e quelli assolutamente servono. Facciamo così un giro per le strade ed i grattacieli e devo dire che Toronto è veramente molto movimentata. Trovato quello che cercavamo la nostra prossima meta è Center Islands le isole che sono proprio di fronte alla CN Tower. Attenzione, molti dei traghetti che portano a Center Islands chiedono dai 10 ai 15 CAD per il giro, se prendete invece il traghetto comunale che si prende a Ferrydocks at 9 Queen’s Quay W il costo è di 7 CAD. Il traghetto impiega circa 15/20 minuti per raggiungere Center Island. Cos’è? In sostanza è un’oasi di pace dentro la città. Oltre ad avere un’immagine stupenda dello skyline di Toronto, Center Island (dove nessuna macchina è ammessa) ha ottimi percorsi ciclo-pedonabili. Attraversata completamente si arriva ad una sorta di molo da dove si possono ammirare le spiagge che i canadesi hanno creato in maniera artificiali costruendo spiagge riparate dalle onde dove tutti possono fare il bagno. Prendiamo il battello di ritorno alle 19,00 per poi dirigerci in tram verso l’hotel dove arriviamo che sono le 20. Decidiamo di mangiare al McDonalds che si trova proprio affianco all’hotel per poi andare a prendere le valigie in auto. Ci danno le chiavi della nostra stanza e saliamo (3 piani a piedi su una scala piccolissima). Arrivati nella nostra stanza…l’incubo. La stanza è piccolissima…il bagno pure…i muri sono scritti con una biro per non parlare dei fili elettrici sparsi per la stanza. Insomma, uno schifo… doccia e poi a letto.

24 AGOSTO

Altra chicca del nostro pessimo hotel a Toronto. Scendiamo per fare colazione, sono le 8.30, bene non c’è più nulla da mangiare… le brioches sono finite e una inserviente ci guarda come se stessimo chiedendo la luna. Insomma in una scala di voto da 1 a 10 al nostro hotel oggi diamo: 2. Sì perché abbiamo trovato anche di peggio. Facciamo il check-out e ce ne andiamo. Prima di recarci alle Cascate del Niagara, vogliamo andare a vedere il Swaminarayan Mandir (http://toronto.baps.org/index.php ). Trattasi di uno stupendo tempio indù alle porte di Toronto costruito nel 2007 completamente a mano. Vedere per credere. L’opera è veramente molto bella con lavorazioni di marmo che lasciano stupiti. Entriamo nel tempio , l’entrata è gratuita, ma è ora di messa e pertanto non possiamo vedere la parte principale e ci accontentiamo così di vedere solo una parte. Ma basta per capire la meraviglia di questo tempio. Dopo la visita partiamo per Niagara Falls. L’autostrada che collega Toronto alle Cascate del Niagara è lunga circa 125 km….ma c’è un traffico incredibile. Impieghiamo praticamente 2,5 ore per arrivare ed arriviamo infatti al nostro hotel che è sono quasi le 13. L’hotel è il SUNSET INN NIAGAR A FALLS (5803 Stanley Avenue – Niagara Falls ) http://sunsetinn-niagara.com/ COSTO 70 CAD a notte compresa colazione. Chiediamo se possiamo fare il check-in e subito veniamo accontentanti. La stanza tutto sommato parrebbe non male. Abbastanza ampia ma il televisore non funziona. Scendendo lo faccio presente alla receptionist che mi dice che devo schiacciare il pulsante sulla televisione….Ma và? Davvero? Peccato che il pulsante di accensione manchi del tutto. Cominciamo bene. Per pranzo ci rechiamo al Dairy Quinn http://www.dairyqueen.com/ una sorta di McDonalds proprio vicino all’hotel. Ci prendiamo una bella insalata (fa caldo) con pollo alla griglia. Ottimo ..proprio buono. Costo 7 CAD. Dopo il pranzo ci dirigiamo verso le Cascate. Erano il sogno di mio cognato…Lo aveva sempre desiderato…Ma il suo stato d’animo è ancora sottoterra…. L’unica cosa positiva del nostro hotel, quelle negative le elencheremo poi, e che si trova a 10/15 minuti di camminata a piedi dalle cascate. Per sentito dire sembra che il parcheggio auto costi 10/15 CAD al giorno e quindi avere dove mettere la macchina è già un vantaggio. Facciamo la nostra camminata con calma sotto un sole cocente e, fiancheggiando la Skylon Tower arriviamo alle Cascate. Che meraviglia…che potenza…che impeto…. Cominciamo a fare le nostre foto ed a farci tutta la passeggiata camminando con calma e guardando questo spettacolo della natura in ogni aspetto. L’aria con l’acqua che viene alzata dalle cascate forma un arcobaleno stupendo che viene ovviamente immortalato. Una volta fatta la passeggiata decidiamo di fare il Maid of the Mist. In sostanza è il battello che ti porta proprio sotto la cascata. Le due rive delle cascate appartengono una al Canada ed una agli Stati Uniti. Ecco così che il prezzo del battello è differente:20 CAD dalla parte canadese e 15 U$D da quella americana. Ci danno i nostri impermeabili (che serviranno eccome) e scendiamo a prendere il battello. Sono circa le 17 e non c’è coda. Se potete vi consiglio di farlo a quest’ora perché alla mattina invece visto che c’è una bella coda chilometrica. Mentre scendiamo abbiamo la fortuna di vedere un piccolo castoro che si mette in posa per i turisti a farsi fotografare. Che carino. Saliamo sul battello e partiamo. In 10 minuti siamo sotto le cascate….Non bagnarsi è impossibile. Per fortuna, a differenza delle donne con noi, io non ho problemi di capigliatura (a volte è una fortuna…mettiamola così). La potenza dell’acqua è veramente impressionante…. Il tutto dura circa mezz’ora. Lasciato il battello ci avviamo verso il centro di Niagara City. Carino con diversi negozi di souvenirs e di luoghi per cenare. Stasera pizza e la scelta ricade su una pizzeria proprio vicino al Travelodge in Clifton Hill il PIZZA PIZZA. Fanno un’ottima pizza..e soprattutto enorme…. Si è fatto ormai buio e così tornando ci fermiamo a guardare in giro. Le donne cercano un po’ di gadget e souvenirs da portare a casa. Entriamo così nel negozio della Harley Davidson, dove io acquisto un coltellino multiuso che mai arriverà in Italia (me l’hanno fregato dalla valigia alla dogana). Ci fermiamo poi in un negozio dove un marocchino fa dei lavori incredibili con la sabbia…Restiamo a guardarlo e poi compriamo qualcosa…delle bottigliette multicolori raffiguranti le cascate fatte con la sabbia. Mentre ci avviamo verso l’hotel, sono le 22.00, sentiamo i fuochi artificiali provenire proprio dalle cascate…accidenti ci siamo scordati che ogni venerdì e domenica sera fanno uno spettacolo pirotecnico. Amen…ormai…ed andiamo in hotel, dove abbiamo i primi problemi. Per accendere la televisione devo prendere una penna, il wifi non funziona al piano superiore ma solo al piano inferiore. Va beh, buona notte.

25 AGOSTO

Oggi giornata dedicata interamente a Niagara Falls. Stanotte l’ho passata a fare l’idraulico. Lo scarico del water non ne voleva sapere di smettere di caricare acqua e ho dovuto ingegnarmi sul da farsi. Va beh…visto il periodo di crisi se dovessi lasciare il lavoro da impiegato. Comunque altra pecca dell’hotel… scendiamo per fare colazione e la colazione consiste in un bicchiere di caffè con delle stranissime palline colorate senza nemmeno una sedia per sedersi. Il latte solo su richiesta Che amarezza…. Comunque..finita la lauta ed abbondante colazione andiamo alle cascate. La mattina la dedicheremo ad attraversare la frontiera per andare a vedere le cascate dalla sponda americana. Sembrano vicine…sì certo…a occhio, ma poi alla fine saranno 4 km ad andare e 4 per tornare, alla faccia della passeggiata mattutina. Comunque ci prendiamo tutto il tempo richiesto e con calma ci incamminiamo. Vediamo la fila immensa che c’è stamattina per fare il Maid of the Mist e così ci complimentiamo a vicenda sulla scelta per averlo fatto il pomeriggio prima. Per lasciare il Canada bisogna pagare 50 Cents (si accettano sia CAD che U$D). Ci fermiamo a fare alcune foto proprio sulla linea di confine (mi aspettavo una bella targa, un monumento, invece una cosa misera misera, all’entrata negli USA altra trafila doganale, poi finalmente siamo dall’altra parte. Camminiamo per il parco mentre vediamo diversi scoiattoli scorrazzare sul prato. Raggiungiamo, con la dovuta calma, il belvedere Top of the Falls. Lo skyline della tower è stupenda. Merita l’essere immortalata in foto. Questi americani, pensate che i pali della luce sparsi per il parco delle cascate hanno tutti la presa della corrente per attaccarci il pc o ricaricare i cellulari, incredibile. Mio cognato finalmente si sta riprendendo dallo shock di Las Vegas e finalmente, non ne potevo più, si ricomincia a ridere e scherzare. La voglia finalmente è tornata, evviva! Torniamo verso la sponda Canadese e arriviamo dall’altra parte che è quasi mezzogiorno …me lo dice lo stomaco. Decidiamo così di pranzare al Wendy’s Hamburger in Clifton Hills. Una bella insalatona con pollo e birra….8 CAD. Con calma ci dirigiamo poi alla SKYLON TOWER, la torre che domina dall’alto le Cascate. Il biglietto costa 37 CAD e prevede un filmato in 3D (scandaloso…lasciate perdere) e la salita alla torre. Saliamo e da sopra si vede uno spettacolo meraviglioso .

Non si può non salire. La veduta delle cascate da quassù è meravigliosa. C’è un po’ di foschia e così non si vede l’infinito…. Scesi dalla torre torniamo a fare il percorso accanto alle cascate….abbiamo tutto il tempo per fermarci a guardare negozi e negozietti . Vediamo anche una cosa molto carina e caratteristica….una casa rovesciata…dove tutto dentro è al rovescio…carina e simpatica.

Per la cena torniamo al PIZZA PIZZA e poi un giro a vedere le cascate illuminate e lo skyline. Arrivati all’hotel troviamo un’altra chicca, la camera non è stata fatta e non sono stati cambiati gli asciugamani. Risposta? Non è un servizio contemplato, bisogna richiederlo. Ma siamo matti? Buona notte.

26 AGOSTO

Lasciamo il nostro hotel (senza alcun rimpianto) lasciando così anche le Cascate del Niagara (qui si con tanto rimpianto) e torniamo verso l’aeroporto. Ce la prendiamo con comodo anche perché il nostro volo per New York è alle 15.30. Arriviamo all’aeroporto (non è che ci siano molte indicazioni in autostrada per il Pearson International Airport) e consegniamo la nostra auto all’autonoleggio. Ci incamminiamo per il gate. L’aeroporto è molto grande e quindi facciamo anche qualche giro “turistico”. Il nostro volo con AirCanada parte in perfetto orario. La vista di Toronto dall’alto è stupenda. In poco più di mezz’ora arriviamo all’aeroporto La Guardia di New York. Venendo da nord sorvoliamo praticamente tuta New York, l’aereo infatti arriva proprio in fondo a Manhattan per poi risalire sino al Queens. Vediamo così tutta Manhattan, i grattacieli, Ground Zero, La Statua della Libertà, i vari ponti di Verrazzano, Brooklyn ,Williamsburg. L’aeroporto La Guardia, secondo aeroporto internazionale di New York dopo il JFK, è proprio costruito artificialmente sull’acqua della Flushing Bay..molto suggestivo l’arrivo. All’aeroporto solita trafila doganale; anzi…molto più lunga che non in California. Usciamo infatti che sono le 17,30…pieno caos e le strade sono intasate. L’aeroporto La Guardia non è servito dalla metropolitana e pertanto per andare al nostro hotel ci siamo serviti del servizio della NY Airport Service (http://www.nyairportservice.com ) dove con un pulmino da 9 persone e per la somma di 13 U$D a testa ci hanno portato a Manhattan. L’hotel scelto è stato il Pennsylvania ) all’angolo tra la settima e la 33^. Il costo è stato di 98 U$D a coppia (no colazione, no WIFI). Subito impressiona il caos che caratterizza questa zona. Siamo in pieno centro di Manhattan con la fermata della metropolitana linea 1 e la stazione delle ferrovie praticamente sotto l’hotel. Insomma siamo ben serviti. Entriamo nella hall dell’hotel che è enorme e molto bella. Il check-in dura poco meno di 10 minuti e siamo subito in stanza. Uscendo dall’ascensore il primo colpo d’occhio non è piacevole. Più che un hotel sembra un carcere con questi corridoi lunghi e tetri e le porte delle camere spesse come portoni. Su ogni porta c’è scritto che la stessa è del 1912, beh, potrebbero anche cambiarle. La stanza è molto ma molto grande ma anche molto buia e così accendiamo tutte le luci per vederci qualcosa. E’ però pulita e questo è quello che conta. Il bagno, nota dolente… anche la vasca deve essere quella del 1912 tant’è usurata. Comunque, una doccia veloce e giù in strada per andare a mangiare qualcosa ed ovviamente ripieghiamo sul classico McDonald vicino all’hotel. La prima cosa, dopo il caos automobilistico, che salta all’occhio è la puzza di mangiare etnico, insopportabile. Odore di fritto, di kebab, ecc. ad ogni angolo di strada, no non mi piace. Altra cosa che notiamo è che mentre in California il pedone era sacro, qui invece c’è il gioco del “Prendi il pedone”. I pedoni passano con il rosso ai semafori e le auto, soprattutto i taxi, fanno di tutto per beccarli in pieno. Dopo il nostro hamburger un giro gusto per digerire e capire dove siamo e così andiamo sulla 5th. Che caos… andiamo un po’ a zonzo, compriamo qualche souvenir carino e poi a nanna.

27 AGOSTO

Eccoci quindi a New York. Il tempo purtroppo non prevede nulla di buono. Intanto cominciamo ad andare a fare colazione che è importante. Bene la nostra scelta che si rivelerà azzeccata e che servirà per tutti i giorni seguenti, ricade sul CAFE’ “R” sulla 32^ a 50 metri dal nostro hotel Si tratta di un locale molto grande gestito da sudamericani dove fanno di tutto. Dai piatti già pronti (insalate, frutta, giapponese, cinese, carne) a piatti cotti al momento (carne, pizza, panini, hamburger, orientale, indiano, pasta) oltre a piatti al buffet (pasta, carne, verdure). Insomma ci siamo trovati molto bene ed abbiamo mangiato (visto che la metropolitana è molto vicina) sia a pranzo che a cena per tutto il soggiorno. Un piatto ENORME di patatine con petto di pollo o braciola di maiale alla griglia fatta al momento per due persone con bere costava mediamente 9 U$D. La colazione con cappuccino e muffin enorme… 4 U$D. Insomma, io ve lo consiglio anche per l’ampia scelta di piatti. Fatta la nostra colazione andiamo a prendere la metropolitana e decidiamo di andare a fare il giro in battello alla Statua della Libertà, incrociando le dita per il tempo. Facciamo l’abbonamento alla metrocard (27 $ il settimanale… assolutamente consigliato) ed andiamo a ritirare il nostro NYCITYPASS http://it.citypass.com/new-york Si anche qui abbiamo fatto il citypass. Sono 68 euro spesi bene. Nel pass sono compresi il giro in battello per la Statua della Libertà e Ellis Islands, la salita all’Empire Building ed al Top of the Rock, ecc. Insomma, tutto il necessario. Con la metropolitana , linea 1, scendiamo, sbagliando, alla fermata Rector non avendo proprio presente dove prendere il battello. Sta di fatto che ci facciamo tutta la passeggiata lungo la baia per poi arrivare, finalmente al battery park. Le misure di sicurezza sono impressionanti. Non ho mai visto tanta polizia come in giro per New York. Polizia ad ogni fermata della metropolitana, ad ogni incrocio, ad ogni monumento. Onestamente non so dire se è sicurezza o paura che possa capitare ancora un altro 11 settembre…Io sono più propenso per la seconda. Comunque ben venga. Passiamo i controlli “aeroportuali” e prendiamo il nostro battello. In 10 minuti siamo alla Statua della Libertà. Lo skyline di Manhattan è stupendo anche con le nuvole. Si vede la Freedom Tower, la torre eretta al posto delle torri gemelle, e tutti gli altri grattacieli. Ragazzi sono a New York. Mi vengono in mente i miei genitori… Che emozione. Fotografo la statua con il cellulare da ogni angolo di vista. Scendiamo sull’isola e ne facciamo il giro. Foto, foto, foto della Statua, di Manhattan, Ellis Island, ecc. Il cielo di è fatto nerissimo e secondo me è meglio se ci accingiamo a tornare al battello. Giusto il tempo di salirci sopra che si scatena un vero e proprio uragano. Si tratta di Isacc, l’uragano che ha fatto veri disastri a New Orleans ed in Lousiana. New York per fortuna verrà interessata solo da una piccola “coda”. Sta di fatto che sul battello restiamo circa un’ora…nessuno vuole scendere. Il diluvio universale. Alla fine scendiamo al battery che piove discretamente ma non diluvia. Tempo mezz’ora e torna il sole. Andiamo un po’ in giro per la città a zonzo per poi decidere alla fine di attraversare in metropolitana il ponte di Brooklyn. Prendiamo la linea 2 della metropolitana e scendiamo a Clark. Facciamo 300 metri e davanti, è già tramontato il sole, abbiamo uno spettacolo meraviglioso con lo skyline di Manhattan completamente pieno di mille lucine. E’ uno spettacolo impareggiabile.

Restiamo a guardare e a fare le foto per poi dirigerci verso il Brooklyn bridge Park da dove vediamo l’omonimo ponte visto come nelle famose gomme da masticare. Restiamo ancora un po’ a guardare e poi prendiamo la metropolitana con destinazione Time Square. La piazza è in sostanza il cuore notturno di New York. Gente di tutte le razze e colori si danno appuntamento in questa piazza che è praticamente illuminata a giorno dai grandi pannelli pubblicitari. Vediamo anche la famosa sfera che il sindaco di New York alla mezzanotte del 31 dicembre attiva per ufficializzare l’inizio del nuovo anno. Ogni tanto viene attivata una web cam indiretta sulla piazza ed anche noi, come quasi tutti, ci mettiamo in mostra come i più classici dei turisti. Si è fatto tardi, meglio andare a nanna. Buona notte New York.

28 AGOSTO

Dopo la nostra colazione al Cafè “R” prendiamo la metropolitana ed andiamo a Ground Zero. Abbiamo infatti prenotato la visita (www.911memorial.org/) obbligatoria e gratuita per le 10,00. Arriviamo in largo anticipo e così facciamo un giro andando a v, polizia. Alle 10, dopo i controlli “aeroportuali”, entriamo a Ground Zero. Guardo le due vasche con i nomi dei quasi 3000 morti di quel maledetto 11 settembre. Rivivo praticamente quella giornata… ricordo che ero al lavoro, tutto si è fermato. Sono tornato a casa ed ho passato le restanti ore a guardare tutti i canali televisivi possibili sperando forse che tutti si stessero sbagliando…restavo a guardare in silenzio, non volendo credere a ciò che vedevo. E’ la stessa cosa che ho fatto qui, sono stato in silenzio, ho riflettuto, ho pregato qualcuno affinchè non si possa più ripetere un 11 settembre. Qui esula dall’essere credente o meno, dall’essere americano o enti americani. Sta di fatto che 3000 persone (innocenti) sono comunque morte senza chiederlo… Almeno il silenzio mi sembra doveroso. Praticamente passiamo la nostra mattinata qui. Dopo Ground Zero andiamo nella vicinissima Wall Street… Facciamo le foto a quella che è considerata, a torto o a ragione, la borsa mondiale dell’economia. Ovviamente non può mancare il toro. Dopo pranzo andiamo a Central Park, il polmone verde di New York. Non ha niente a che vedere con il parco di Monza, però è molto carino e tenuto molto bene. All’interno ci sono addirittura diversi campi per giocare a baseball. Il parco è pieno di gente che fa footing, di nonni e nonne con i passeggini. Molto bello il Belvedere Castle da cui si può vedere ampi scorci del parco. Cerchiamo la stua di Balto, il cane dell’omonimo film, e facciamo le consuete foto. Poi costringo il parentame alla ricerca obbligata di “IMAGINE” il simbolo dedicato a John Lennon . Una volta trovata e fatte le foto proseguiamo per il Rockfeller Center, vediamo la famosa pista per il pattinaggio sul ghiaccio (onestamente me l’aspettavo più grande) e cominciamo la nostra salita al Top Of the Rock. Il biglietto è compreso nel citypass. Saliamo in cima dopo una coda di oltre mezz’ora, ma la coda vale la pena. Sopra il teatro apre il meraviglioso spettacolo a 360° su Manhattan e New York. Passiamo circa un’ora a guardare ogni guglia dei grattacieli, la Statua della lIbertà, l’Empire, il Chrysler, …. Prima di cena andiamo alla Penn Station, proprio di fronte al nostro hotel, per stampare i biglietti ferroviari che domani ci porteranno a Washington, domani sveglia presto e quindi a nanna presto.

29 AGOSTO

Stamattina la sveglia suona presto, molto presto… alle 5.30 abbiamo il treno che ci porterà a Washington. Per fortuna il treno parte proprio dalla stazione ferroviaria di fronte al nostro hotel. A differenza di quanto accade in Italia, qui la segnalazione su quale binario sarà il nostro treno viene indicata 10 minuti prima della partenza e si accede solo ed esclusivamente se in possesso del relativo biglietto. Nel frattempo facciamo colazione. Dunque partenza in perfetto orario alle 5.30 ed arrivo previsto a Washington alle 8.45,costo 98 $ a testa andata e ritorno (wifi su tutto il treno) acquistato online sul sito della Amtrak (www.amtrak.com). Le carrozze sono comode ed i posti discretamente grandi. Durante il tragitto passiamo per Philadelphia..e vediamo qualche grattacielo. L’arrivo è in perfetto orario alla stazione Union Station. Prendiamo la metropolitana perché la nostra prima meta è la Cattedrale di Washington e per arrivarci bisogna prendere metro e bus. Attenzione, l’abbonamento che viene fatto per la metro non comprende le linee bus di superficie. Ecco quindi che ogni corsa bus sono 1,80$. Comunque la metropolitana è nuova e si vede. Le stazioni sono molto molto grandi ma anche molto buie. Scendiamo alla stazione di Dupont Circle e poi andiamo in Massachusetts Avenue NWa circa 50 m e prendiamo il bus N4 (o anche N4-N2) fino all’incrocio tra Cathedral Avenue NW e Wisconsin Avenue NW tempo di percorrenza circa 30 min. La Cattedrale è veramente bella. Si erige sopra una collinetta ed è completamente bianca. La Cattedrale è la sesta più grande al mondo. L’apertura è alle 10 e così facciamo un giro dell’isolato. Questa zona è veramente molto carina, piena di verde con villettine basse monofamiliari e senza recinzione, cosa che per noi è molto strana. Alla 10 entriamo nella cattedrale. L’entrata è ad offerta libera. Facciamo il giro delle navate e devo dire che è molto ben curata. Dopo la Cattedrale il nostro giro prevede la visita all’ Iwo Jima ed al Arlington Cemetery. Dalla Cattedrale prendiamo in Wisconsin Avenue NW e prendere il bus 31 fino alla fermata della Metro Foggy Bottom e po la Metro arancione fino alla fermata Rosslyn per poi proseguire a piedi fino Iwo Jima Memorial tempo impiegato circa 45 min.

Il monumento dell’Iwo Jima me lo aspettavo molto più piccolo invece è molto grande. E’ il monumento della guerra in Vietnam. Da cui a piedi, molto vicino, andiamo a cimitero di Arlington. Accidenti quant’è grande. Un’intera collina dedicata a tutti i caduti in guerra americani. Ovviamente andiamo a vedere la tomba di uno degli uomini più importanti al mondo JF Kennedy. Il cimitero sorge su una collina dalla quale si ha una bellissima veduta di Washington coni suoi monumenti, il Pentagono, l’obelisco, il Lincoln, l’US Capitol. Unica pecca da qui a Washington city non c’è un solo mezzo per cui bisogna scarpinare e sono circa 3 km…insomma una bella passeggiata. Passiamo il Potomac che oltre a tagliare la città in due segna il confine anche tra gli stati di Disctrict Of Columbia e la Virginia. Attraversato il ponte è ora di pranzare con qualcosa e decidiamo per un hamburger in un chiosco all’aperto. Al tavolo vicino al nostro uno scoiattolo è salito sulla sedie e viene rifocillato con delle patatine. Una meraviglia..si sta bello tranquillo sulla sedia con la sua patatina da sgranocchiare. Dopo il pranzo proseguiamo per il Lincoln Memorial dove facciamo le foto di rito. Proseguiamo poi per il Memorial alla Guerra del Vietnam, dove praticamente ci sono tutte le bandiere degli stati che compongono gli Stati Uniti D’America con una bella fontana nel mezzo e l’obelisco. Alla sinistra dello stesso c’è la White House, la Casa Bianca (abbiamo fatto altro 3 km a piedi). Sul tetto si vedono i tiratori scelti che presidiano l’area e tutt’intorno polizia in assetto di guerra.

Da qui andiamo a prendere la metropolitana per scendere poi all’US Capitol. E’ veramente molto grande e merita le foto. E’ impressionante vedere lo spiegamento di forze ad ogni angolo. Washington mi è piaciuta molto. C’è molto verde e mi sembra, nonostante sia una capitale, molto a “misura d’uomo”. Oggi non abbiamo camminato quasi per niente e così andiamo alla stazione ferroviaria a piedi, alle 18.00 abbiamo il treno di ritorno. Il treno parte in orario ma dopo 5 minuti torna indietro in retromarcia, sì non mi era mai capitato… eravamo ormai fuori stazione da un pezzo ed è tornato indietro… Si parte con mezz’ora di ritardo e si arriva così a New York che sono quasi le 22. Andiamo a mangiare e poi a nanna, siamo un po’ stanchi.

30 AGOSTO

Giornata interamente dedicata a New York. Stamattina decidiamo di vedere lo skyline di Manhattan da Brooklyn al mattino. Ve lo consiglio se volete avere il favore del sole. Premesso che a tutte le ore del giorno e della sera ha il suo fascino, al mattino avete il sole alle spalle, nel pomeriggio o al tramonto lo avrete di fronte per delle foto da cartolina… Comunque scendiamo come l’altra sera a Clark ed in 5 minuti vediamo lo skyline. Bellissimo. Facciamo le nostre foto e poi andiamo al Brooklyn bridge Park e rifacciamo le stesse foto ma questa volta con il sole. Decidiamo poi di attraversare il ponte a piedi. Il Ponte di Brooklyn è possibile visitarlo per tutta la sua lunghezza a piedi, grazie alla passerella di legno sopraelevata che passa sopra le corsie riservate alle automobili. A Brooklyn l’entrata pedonale si trova in Tilary Street. Da un’entrata all’altra sono circa 2,36 km, insomma una bella passeggiata ma ne vale la pena. Ah, dimenticavo una cosa: attenzione ciclisti, sembra che qui il ponte lo abbiano preso per un velodromo e passano a tutta velocità. Una volta attraversato il ponte ci dirigiamo verso l’eliporto. Si i miei ragazzi per il compleanno mi hanno regalato un giro in elicottero su Manhattan. Carini vero? Non viene anche voi il dubbio che era invece un incentivo all’eredità? Scherzo…Grazie ragazzi. Il giro lo faccio da solo, gli altri hanno paura. E così mi fanno praticamente salire all’istante. L’elicottero è un 8 posti molto confortevole con sedili in pelle. Bello. Vai! si parte! L’emozione è veramente tanta. L’elicottero non lo avevo mai provato e devo dire che è molto piacevole. Passiamo sopra la Statua della Libertà e percorriamo Manhattan sino allo stadio del baseball dei New York Jets (grandi) per poi ritornare indietro. Il volo è durato circa 15 minuti ed è costato 175 $ compreso di assicurazione. Si insomma, capisco che è una bella cifra però…ne è valsa la pena….Grazie ancora ai miei ragazzi. Mia moglie ha detto che avevo la faccia di un bambino che scendeva dalle giostre. Dopo il nostro pranzo andiamo alla tramvia che porta a Rossvelt Island. E’ una teleferica che collega Manhatan a Roosvelt Island.Si prende alla Tramway Plaza ed è valido il biglietto della Metrocards. Su Roosvelt Island c’è un ospedale. Beh..insomma alla fine non ce l’ho più fatta..nel senso che il mio cellulare cominciava ad avere la memoria piena ed allora mi sono comprato una macchina fotografica….si lo so..potevo farlo anche prima….Me l’ha già detto mia moglie…non rimproveratemi anche voi. Ci restiamo quindi molto poco e torniamo verso Fifth Avenue. Moglie e cognata si sono messe in testa di cercare a tutti i costi il negozio di Tiffany…Mi viene subito la tentazione di chiamare al lavoro per far bloccare la carta di credito della consorte…poi desisto e decido invece di marcarla stretta stretta a uomo come fossi Bergomi al mondiale di Spagna 1982. Alla faccia del negozio…..potevano dirlo che sono 5 piani. L’energumeno alla porta ci apre sorridendomi..sembra quasi che mi voglia invitare a scappare finché sono in tempo. Per fortuna i prezzi sono impossibili (ma chi è che aveva detto che da Tiffany c’è da risparmiare?) e così quando arriviamo alla porta e l’energumeno di prima vede che non abbiamo alcun pacchettino…ci dice di aprirci la porta da soli… Beh…qui vicino che anche l’Apple Store…e qui sono io che mi ci ficco dentro…. Anche qui i prezzi sono però molto simili all’Italia e quindi perdo ogni velleità spendacciona. Alle 18 circa decidiamo di fare la salita sull’Empire State Building…in maniera da vedere tramonto e luci notturne…Non abbiamo però fatto i conti con la coda e così quando siamo in cima il sole è già tramontato. Sembra che tutti abbiano avuto la nostra idea e cosi ora aspettano l’imbrunire. Resto in attesa di un posto in prima fila che alla fine riesco ad ottenere, senza poche discussioni, mezz’ora dopo. Attendo che cali la sera e poi….vai di foto…foto…foto…. Dopo la discesa decidiamo di andare in Times Square dove dare fondo a qualche soldo (o meglio carta di credito) per far contenti i ragazzi a casa…Ecco quindi che entriamo all’Hard Rock Cafè ed all’Aeropostal dove compriamo magliette e felpe. Facciamo le foto ultime alla piazza e poi rientriamo…è la nostra ultima sera a New York…e ci dispiace non poco….

31 AGOSTO

Eccoci qui…siamo alla fine del nostro…VIAGGIO DELLA VITA. Oggi abbiamo il volo di rientro su Milano alle 17,20 e quindi abbiamo quasi tutta la giornata a disposizione. Liberiamo così la camera e lasciamo le nostre valigie comunque in hotel alla modica cifra di 4$ cadauna. Facciamo la nostra colazione e poi…mare a Coney Islands. Si abbiamo deciso di passarla così. Prendiamo quindi la linea Q della metropolitana e scendiamo proprio al capolinea. Sono circa 40 minuti di viaggio. Usciamo dalla metropolitana e l’aria che si respira è proprio l’inconfondibile aria del mare. Le donne ne approfittano subito per mettersi sdraiate sulla sabbia mentre io e mio cognato decidiamo di fare due passi. La spiaggia è molto grande con tanto di luna park (sembra una costante negli USA). Ci facciamo tutto il lungomare sino alla punta dalla quale, secondo il mio senso dell’orientamento, dovremmo avere una veduta stupenda del ponte di Verrazzano. Sono circa 2 km su un pontile fatto di assi che onestamente meriterebbe un po’ di manutenzione. Purtroppo all’arrivo alla punta estrema abbiamo una sorpresa. Tutta la punta è off limits. Infatti è costituita da un villaggio di villette private con tanto di entrata presidiata dalla polizia. Il ponte si intravvede solt… Maledizione. Vabbè, torniamo indietro con la coda tra le gambe… Ne approfittiamo così per fare qualche foto in spiaggia e poi sul molo. A mezzogiorno circa decidiamo che è ora di tornare verso Manhattan. Facciamo pranzo per l’ultima volta al Cafè “R” e poi andiamo a ritirare i nostri bagagli. In metropolitana (Linea A) arriviamo sino al capolinea di Ozone Park dove con la monorotaia sopraelevata arriviamo al nostro terminal. Mamma mia quanto è grande l’aeroporto. Facciamo la nostra trafila e imbarchiamo i bagagli. Tutti i regali (escluso il mio colettilo preso in Canada e che mai vedrà il sole italiano), li mettiamo nel bagaglio a mano. Alle 17,20 si parte e finisce così il nostro viaggio della vita. Cosa dire a parte la disavventura a Las Vegas tutto è andato meravigliosamente bene. Abbiamo visto posti che sempre resteranno impressi nella nostra memoria. Mi sono emozionato per il Grand Canyon e la Monument Valley per poi restare a bocca aperta alle cascate del Niagara. Città meravigliose come San Francisco e Williams e Las Vegas… e poi Washington e New York dove tutto sembra più grande. Un ringraziamento a voi tutti del forum per i consigli e i suggerimenti che tanto mi sono serviti… ciao a tutti.



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