Usa, da New York a San Francisco e dai parchi naturali dell’ovest a San Diego

Un viaggio sognato da tanto tempo, studiato e organizzato per lo più su Internet, lungo 51 giorni
Scritto da: Daniela Colombi
usa, da new york a san francisco e dai parchi naturali dell'ovest a san diego
Partenza il: 21/08/2011
Ritorno il: 12/10/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Prima parte: da New York a Monument Valley

Il viaggio sognato da tanto tempo, studiato e organizzato per lo più in Internet da gennaio 2011, finalmente si è realizzato ed è durato 51 giorni. A un anno e mezzo dal ritorno eccovi il diario e ringraziamo quelli che ci hanno preceduto per tutti i suggerimenti. Ci hanno aiutato moltissimo e sicuramente hanno reso più consapevoli le nostre scelte. Si è rivelato il miglior viaggio fatto sinora, ha superato tutte le nostre aspettative, tanto che pensiamo di ritornare negli States appena possibile.

21 agosto 2011

Partenza per la grande avventura negli Usa il 21 agosto 2011 da Bologna nel primo pomeriggio; arrivati a Francoforte in orario, non troviamo problemi nel transito anche se veniamo perquisiti sia personalmente che nei bagagli a mano (a campione, ma perché proprio noi? Comunque ci imbarchiamo per New York e all’arrivo in aeroporto (Newark) Marco si vede perquisire un’altra volta; dopo la fila per l’ingresso negli USA, cerchiamo e troviamo lo shuttle che ci porta al nostro albergo a Manhattan.

22 agosto – New York

A piedi verso Central Park cominciamo ad “assaporare” il caffè americano, a vedere i grattacieli, Grand Central Terminal e St Patrick’s Cathedral. Affittiamo due bici ed entriamo in Central Park, wonderful. Sbirciamo da un’uscita e scorgiamo il Guggenheim Museum, poi usciamo per andare a visitare la Cathedral of St John the Divine. Rientriamo nel parco, ci fermiamo a prendere fiato sulle sponde del Reservoir e poi “pellegrinaggio” a Strawberry Fields, il luogo dove e’ stato assassinato John Lennon. Usciamo a Columbus Circle, riconsegnamo le bici poi, a piedi andiamo alla Apple e di seguito, sempre a piedi a visitare l’ American Museum of Natural History. Usciti dal museo, via all’Empire State Building per salire all’86’ piano e vedere NewYork dall’alto; la fila è enorme e, sebbene all’ingresso fosse ancora pieno giorno, arriviamo su all’imbrunire. In ogni modo lo spettacolo è grandioso.

23 agosto – New York

Crociera intorno a Manhattan, quella lunga; il tempo è buono ed il mare calmo, purtroppo lo speaker parla esclusivamente inglese e non c’è audio guida, comunque i nostri occhi si godono lo spettacolo di Manhattan, Ellis Island, Lady Liberty, ponte di Brooklyn, Brooklyn, Battery Park, New England, ecc.

Dopo lo sbarco andiamo a visitare il Moma. Usciti dal Moma passiamo davanti alla New York Publik library . Cena al ristorante girevole del 48′ piano al Mariott : una buona bottiglia di vino, buffet di sfizi vari al formaggio e di dolci accompagnati da un panorama stupendo per festeggiare il nostro anniversario di matrimonio (meglio non specificare). Dulcis in fundo, nel tornare all’albergo, Times Square!

24 agosto – New York

Raggiungiamo a piedi Soho, Little Italy e China Town poi andiamo verso Ground Zero, visitando prima la St.Paul’s Chapel; Ground Zero è diventato un grande cantiere dove grattacieli sono in avanzato stato di costruzione; hanno trasferito le memorie della tragedia in un edificio adiacente adibito temporaneamente a museo. Poi vediamo la Trinity Church con antico cimitero (dove la gente si ferma tranquillamente fra le tombe per consumare il lunch). Doveroso il passaggio in Wall Street, dalla quale si vedono scorci che non hanno niente a che vedere con la finanza! Arriviamo in fondo a Lower Manhattan, a Battery Park, carezza di rito alle “palle del toro” (c’è la fila… coi tempi che corrono!) e poi via, ad attraversare il ponte di Brooklyn; passeggiata a Brooklyn e nella Promenade attesa del tramonto di fronte allo sky-line di Manhattan, dopodiché cerchiamo di andare a mangiare una pizza da Grimaldi’s ma la fila è davvero troppo lunga per cui preferiamo un’altra pizzeria (siciliana) . Per digerire rifacciamo il ponte di Brooklyn a piedi, poi metro fino alla Grand Central.

25 agosto – New York

Passeggiata per vedere il palazzo delle Nazioni Unite , visita all’ interno del Grand Central Terminal, metro e visita al Metropolitan Museum. Il tempo è nuvoloso e mentre siamo dentro si scatena un temporale! Aspettiamo un po’ e poi usciamo, compriamo un bell’ombrello grande e ci dirigiamo con la metro verso il Rockefeller Center per salire sul Top of the Rock; nel frattempo la pioggia se ne sta andando ma resta nuvoloso; nuova salita “super” e spettacolo ancora una volta fantastico nonostante il grigiore della giornata. Giro al Rockefeller Center ma non sono riuscita a vedere la pista di pattinaggio e mi dispiace. Ironia della sorte: usciamo dal Top of the Rock e dopo 10 minuti esce il sole, questa volta la fortuna non ci ha aiutati. Visto che non piove più, facciamo una camminata fino al Madison Square Garden, poi andiamo da B&H; per comprare le memory per la videocamera ed il binocolo. in Herald Square ci fermiamo a riposare ed io vado a fare un giro da Macy’s. Ultima notte a New York.

26 agosto San Francisco

Arriviamo nel primo pomeriggio e prendiamo uno shuttle per l’albergo; qualche problema per la camera che risolveremo il giorno dopo, quindi partiamo in fretta a piedi per andare a prenotare il tour di Alcatraz che scopriamo non compreso nel ns. Citypass perchè acquistato c/o altra compagnia (per cui attenzione quando si prenota on-line dall’Italia). Facciamo comunque in tempo sia a ritirare ii City che a prenotare per il 30, prima data libera ed ultimo giorno a Frisco per noi. Cenetta al Pier 39 in ambiente molto country e giovane: calamari fritti, patatine e insalata russa con birra enorme. Fortunatamente per tornare all’albergo dobbiamo fare una bella camminata.

27 agosto – San Francisco

Dopo il cambio di camera e sistemati i bagagli, partiamo alla scoperta di San Francisco; è un po’ tardi rispetto alla nostra tabella di marcia ma non è un problema, dato che comunque stiamo rivedendo il programma preventivato in base alla nuova data per la visita ad Alcatraz; lungo il percorso che ci porterà ad Alamo Square ammiriamo i palazzi City Hall, Opera House e Symphony Hall e percorriamo Grove Street.

In Alamo Square ci fermiamo un po’ e chiacchieriamo con alcune persone di un gruppo italiano; sempre a piedi raggiungiamo il Golden Gate Park dove passiamo il resto della giornata: ammiriamo prati, piante e scoiattoli, mangiamo un buon pretzel, visitiamo il De Young dalla torre del quale si ammira la città (9′ piano) e la California Academy of Science. In quest’ ultima oltre all’ambiente tropicale ed all’acquario, possiamo vedere le cupole sul tetto progettate dal “nostro” Piano. Autobus per avvicinarci all’albergo e sosta in una pizzeria per la cena.

28 agosto – San Francisco

A piedi alla Grace Cathedral e poi a Chinatown (Grant Avenue e dintorni); qui ci compriamo le felpe che porteremo praticamente per tutta la nostra permanenza in Usa poi scendiamo a piedi verso la marina; lungo il percorso ammiriamo la Transamerican Piramid e guarda qui, guarda là, invece di arrivare al Pier 39 finiamo nella zona del Ferry Building …poco male, la volevamo vedere! Qui, alla confluenza di Market Street, ci sono tante bancarelle con articoli diversi (souvenirs ma anche tanto artigianato locale), che voglia di far man bassa. Dentro al Ferry Building c’è un vivace mercato alimentare con prodotti per tutti i gusti. Da lì ci spostiamo al Pier 39 per fare la bay cruise compresa nel Citypass (si passa sotto il Golden Gate, sotto il Bay Bridge ed accanto ad Alcatraz). Sbarcati, ci dirigiamo verso la zona del Presidio e del Golden Gate per vedere se vale la pena una puntatina da Ghirardelli, famosa cioccolateria, in Ghirardelli Square, una piazza fra edifici portuali restaurati; per quanto riguarda la cioccolata, vale la pena! Da lì con il cable car andiamo sul tratto a serpentina della Lombard Street ed infine ritorniamo giù per l’ ultima tappa: acquario del Pier 39.

Oggi abbiamo veramente girato in lungo e in largo e visitato tanto, così ci fermiamo a cenare al Pier con granchio e vino. Poi a piedi da Ghirardelli per un gelato (buono).

P.S. i leoni marini sono sempre al Pier 39 a godersi il sole ed a costituire la colonna sonora di quell’angolo di Frisco.

29 agosto – San Francisco

Andiamo ad affittare le bici: un freddo cane… percorriamo tutto il Golden Gate, e poi proseguiamo (finalmente tutta in discesa!) per Sausalito: carina, tipico centro turistico sul mare, da dove rientriamo con un traghetto. Riconsegnata la bici, ci fermiamo al Hard Rock Cafè al Pier 39 (un’atmosfera… non ho parole, fra musica, cimeli di cantanti e gruppi dei nostri tempi e manifesti degli stessi, vado in estasi) e poi non resistiamo e ceniamo al volo presso le bancarelle del Fisherman Wharf. Prima di rientrare ci fermiamo in Union Square .

30 agosto – San Francisco

Andiamo ad Alcatraz, che ora fa parte del parco naturale di San Francisco: qui il tour interno è assistito da audioguida anche in italiano e possiamo dire che il tutto è ben congegnato. Sbarcati, facciamo 4 passi per andare a prendere un autobus che ci porti al Presidio godendoci lungo i Pier artisti, fantasisti, musicisti e cantanti che si esibiscono continuamente creando un’atmosfera magica. Vediamo il Presidio a piedi ed in autobus, poi con il cable car andiamo a China Town per cenare. Infine ancora Pier 39 e shopping al Hard Rock Cafè

31 agosto da San francisco a Merced

Andiamo a ritirare l’auto (prenotata dall’Italia via Internet) con le valigie al seguito. Ci danno una Jeep al posto della Rav 4 – ci propongono assicurazioni varie che rifiutiamo – aggiungiamo il pieno pagato così possiamo arrivare a Los Angeles senza far benzina; le spiegazioni sono un po’ frettolose. Chiaramente sbagliamo subito strada ma, ritornando al punto di partenza, riusciamo a prendere la 101. Ci dirigiamo verso Monterey senza fare la costa come previsto perché è un po’ tardi; anche là vento e temperatura bassa per cui dopo una breve sosta ripartiamo per Merced dove arriviamo ad un’ora decente: hip hip hurra’.la temperatura e’ tornata a livelli estivi.; depositiamo i bagagli e poi ci sfiondiamo in un ristorante ( qui chiudono presto) per scoprire che ne abbiamo beccato uno aperto 24 h.

1 settembre da Merced a Elko

Ci dirigiamo subito allo Yosemite con l’intenzione di vederlo mentre lo attraversiamo perché la strada da fare oggi e’ molta. Fatto il Pass per i parchi nazionali, ci addentriamo ma il tempo vola; fortunatamente, usciti dallo Yosemite e dopo ancora un po’ di montagna prendiamo una strada più scorrevole e, visto che recuperiamo tempo, quando arriviamo a Winnemucca, decidiamo di fermarci a mangiare per poi proseguire fino a Elko. A Winnemucca mangiamo giusto in tempo, dopo di noi chiudono il locale….e quando ripartiamo incorriamo nella nostra unica infrazione stradale e veniamo fermati dalla polizia. Mani sul volante, immobili, attendiamo il poliziotto che ci chiede la patente e ci domanda perché andavamo così forte; capisco che è un ispano-americano così mi spiego meglio in spagnolo; gli consegno patenti e passaporti e, dopo averne riscontrata la regolarità, ci raccomanda di rispettare i limiti e non ci fa la multa.Nel ringraziare spiego che abbiamo viaggiato tutto il giorno nei limiti e che eravamo distratti a cercare la strada da prendere, mi scuso, gli assicuro che rispetteremo i limiti e risalgo in macchina, fiuhhh… scampata bella! A Elko ci fermiamo in un tipico motel che si rivela comunque comodo pulito e fornito di tutto, colazione compresa.

2 settembre da Elko a Twin Falls

Partiamo per Twin Falls, e con una sola deviazione sbagliata, arriviamo in mattinata, andiamo alla ricerca di un albergo e subito dopo a vedere le Soshone Falls: sono inserite in un parco e, seppure ridotte dalla centrale elettrica, sono belle e facciamo un paio di sentieri attorno per guardarle da vari punti; il parco è attrezzato per pic-nic. Poi andiamo al vicino lago, dove si fa il bagno ma l’acqua e’ abbastanza fredda. Più avanti ci sono le Twin Falls che però non sono all’altezza delle precedenti: anche qui parco e area per fare il bagno. L’ingresso a tutto ciò è costato 3$ ed una piacevole conversazione con il tipo del cancello, anziano e molto gentile. Andiamo in albergo per una piccola sosta e poi a mangiare in un ristorante cinese raccomandato dalla segretaria dell’albergo: won ton fritti e pollo in salsa, con gelato finale, tutto veramente buono.

3 settembre da Twin Falls a Yellowstone

Partiamo per lo Yellowstone, facciamo sosta a Idaho City, dove capitiamo proprio nel viale delle cascate ( dovute ad una centrale elettrica ma suggestive in pieno centro abitato). Andiamo anche al Farmer market (assaggio di pannocchie che non ci entusiasmano) e ripartiamo.

Una volta entrati dalla West Entrance, dobbiamo ancora fare diverse miglia per arrivare a Lake Yellowstone e lungo la strada incontriamo il primo geyser; non resistiamo, per cui ci fermiamo al Lower Geyser Basin, d’altra parte non è tardi. Poi ripartiamo verso l’albergo perché il driver comincia a risentire di una giornata di guida : siamo in una cabin, di fianco all’ edificio principale, vicini al lago; è più spartana di quanto ce l’aspettassimo, non c’è phon ne’ frigo ma i letti sono ok come pure il bagno e siamo praticamente in una casina singola. Che pace rispetto ai motel precedenti!

Ci informiamo su lavanderia e cena : la prima è nel lodge vicino e per la cena possiamo scegliere fra lo store, il self service del lodge o il ristorante dell’hotel che lavora solo su prenotazione : optiamo per quest’ultimo e per fortuna non siamo particolarmente affamati: prenotati per le 21,45! Intanto facciamo doccia ed un giro di perlustrazione . La cena è buona: prendiamo un piatto misto di tre carni del luogo, accompagnate da panino, verdura e patate… innaffiato da una mezza bottiglia di buon merlot, mica male per essere negli Usa; anche il servizio è buono ed il prezzo accettabile. Tornati in camera ci infiliamo nel letto senza renderci conto di dover accendere il riscaldamento.

4 settembre – Yellowstone

Finalmente ci accorgiamo dell’esistenza del termostato per il riscaldamento ed almeno ci laviamo e vestiamo al caldo: è veramente insolito per noi il cambiamento di temperatura nelle varie fasi della giornata: freddo di notte, mattino e sera, ma verso mezzogiorno/l’una e fino alle sei del pomeriggio è proprio caldo e passi da pantaloni lunghi, felpa, scarpette a maglietta con pantaloni corti e sandali e viceversa. Partiamo un po’ tardi diretti al primo itinerario preparato a casa con aggiustamenti da cartina del parco: ci fermiamo a Bridge Bay, sul lago, dove c’è un imbarcadero, a West Thumb Geyser Basin, poi a Old Faithful dove ci sediamo ad aspettare l'”eruzione” di quest’ultimo, tanto decantata nelle guide e nei resoconti e dopo più di 1 ora di attesa, finalmente eccolo alzarsi verso il cielo, ma ci aspettavamo uno spruzzo molto più alto, comunque sempre un fenomeno naturale da vedere; continuiamo il giro di questo ” Basin” e vediamo altri geyser molto interessanti, alcuni dei quali con gli orari dei prossimi spruzzi. Finito il sito dell’ Old Faithful, proseguiamo: ci fermiamo prima al Biscuit Basin e poi al Grand Prismatic Spring nel Midway Geyser Basin e secondo noi anche questi meritano la fama dell’Old Faithful. Saltiamo il Lower con la Fountain Paint Pot e la Great Fountain Geyser che avevamo fatto ieri e ci dirigiamo verso Norris.

Non rileviamo niente da visitare lungo la strada per cui raggiungiamo direttamente il Steamboat Basin dove ci sono anche due musei, ma questo sito non ci entusiasma troppo per cui decidiamo di tornare al cottage e adesso viene il bello: per un motivo incomprensibile la macchina non ne vuole sapere di partire. Chiediamo aiuto al ragazzo della macchina accanto ma anche lui non ci capisce niente, arriva una Jeep fuori strada ed il proprietario ed anche lui non risolve nulla, allora, non essendoci campo per i cellulari, sua moglie, gentilissima, si presta ad aiutarci a chiamare dal posto telefonico di emergenza per un carro attrezzi. Tanti ringraziamenti alla signora che è stata davvero gentilissima, ma non è finita: durante l’attesa Marco prova e riprova a sbloccare l’auto che alla fine riparte ed io devo riutilizzare quel telefono d’emergenza per disdire il carro attrezzi: che fatica spiegarmi nel mio scarsissimo inglese!

5 settembre -Yellowstone

Dopo una notte al caldo, stiamo meglio entrambi e vediamo di risolvere il problema della macchina: telefoniamo all’autonoleggio con il riassunto del fattaccio già pronto in inglese, ma il suo sistema è veramente buono : dal numero verde in inglese mi hanno passato un’operatrice ed una interprete, così mi sono potuta spiegare bene; morale della favola: ok per un cambio di auto a Salt Lake City, in strada verso Moab, nostra prossima tappa. Tutto ciò, una mezz’ora di telefonata, non ci è costato nulla. Tranquillizzati, partiamo per il giro verso Mammoth Hot Springs. Prima tappa Mud Volcano e Sulphur Caldron; proseguendo per Canyon Village troviamo la strada occupata da bisonti; viaggiamo a lato dello Yellowsytone River, ci fermiamo a Artists Point, decantato nelle guide e veramente eccezionale con vista su cascate (Lower Falls), river e canyon; facciamo anche un piccolo trail per cercare di vedere, almeno da lontano, un orso ma niente da fare. Le Upper Falls sono molto belle, proseguiamo per Tower-Roosevelt, facciamo tappa nel Dunraven Pass, 2700 mt., per godere del panorama e poi continuiamo per Mammoth. Qui, dopo un buon caffè , andiamo a vedere le formazioni di minerali derivanti dalle sorgenti calde: colpisce la diversità dei colori e la somiglianza delle zone più chiare a Pamukkale in Turchia. Torniamo al Lake Village facendo alcune soste per riprendere bisonti e pronghorn, ci fermiamo prima a Tower Falls e poi a Upper falls zona Canyon: per queste ultime ne valeva veramente la pena perché vedere la cascata a monte è uno spettacolo grandioso.

6 settembre – Yellowstone

Ultimo giorno a Yellowstone: riprendiamo a vagare in questo parco eccezionale e lungo il percorso incontriamo una mandria di bisonti, poi puntiamo dritti su Norris, la zona vista in fretta e parzialmente l’altro ieri. Percorriamo i sentieri non fatti e si rivela meglio di quel che ci era sembrato. Proseguendo incontriamo un pronghorn poi ritorniamo all’Old Faithful: riposino alla caffetteria, giro allo Store e nuova ripresa dell'”eruzione” del Geyser che questa volta si è rivelata più alta e lunga. Tornando all’albergo ci fermiamo anche alle Kepler Cascades.

7 settembre – Da Yellowstone a Scipio

Passiamo dal Grand Teton con un paio di soste panorama (Jackson Lake) e ci fermiamo a Jackson, piccola town dal sapore antico. Ripartiamo e percorriamo la 89 South a velocità regolare, una macchina ci sorpassa e due/tre minuti dopo ecco la polizia che la ferma: si conferma la leggenda della “polizia dietro l’albero”.

Il viaggio è lungo e la velocità bassa perché ci sono dei lavori; attraversiamo molte piccole town, fra cui Geneve, Montpelier e Paris e finalmente imbocchiamo la 15, highway veloce ma quando arriviamo a Salt Lake City il traffico e’ congestionato, comunque siamo bravi ad arrivare senza errori all’aeroporto ed alla Hertz: tanto di cappello a quest’ultima: cambio auto senza storie e veloce e finalmente ci danno una Rav 4 come avevamo prenotato. Scaricati e ricaricati I bagagli, ripartiamo contenti di poter fare un po’ di strada in avvicinamento a Moab; ci fermiamo a Provo,facciamo spesa al supermercato e ceniamo nel parcheggio. A Scipio ci fermiamo nell’unico hotel/motel che troviamo: ottimo, con gestori gentili, camera a 2 queen fornita di tutto.

8 settembre da Scipio a Moab

Doccia, colazione, saluti alla signora dell’hotel e partenza: passiamo per Salina ed imbocchiamo la panoramica I 24, consapevoli di fare una cinquantina di miglia in più; ci fermiamo al visitor center di Torrey dove prendiamo la mappa del Capitol Reef e ci addentriamo. Fermate per foto e video non finiscono mai, percorriamo anche la Scenic Drive e poi torniamo verso la 24 che ci porterà alla 70 con la quale raggiungeremo Moab. Poco prima di Moab prendiamo la 313 per entrare nel Dead Horse Point (scopriamo che è parco statale, non nazionale, per cui paghiamo 10 $). E’ molto piccolo, alla fine del percorso in auto si continua a piedi: l’inversione a U del Colorado è sotto di noi e fa un certo effetto; i panorami sono bellissimi. A Moab, l’albergo già prenotato via internet non è dei migliori, comunque i letti sono OK, il bagno pure; ci sono il frigo (rumoroso) e la macchina per il caffè. Per cena proviamo un ristorante messicano: buono ma peso.

9 settembre – Moab – Arches

Lo spettacolo comincia subito ed è impossibile descriverlo a parole. Le tappe sarebbero tantissime con diversi trail più o meno lunghi: mi limito a segnalare quelle fatte in macchina e a piedi in ordine progressivo (scarpinate non da poco): Balanced rock, Delicate Arch con sosta lunch, Sand Dune Arch., Brocken Arch, Skyline Arch, Tunnel Arch, Pine Tree Arch e finalmente Landscape Arch, veramente eccezionale perché molto sottile (infatti è a rischio di crollo). Tornando verso l’uscita ci fermiamo in alcuni punti nella zona delle Windows: buchi-archi-rocce particolari. Oggi abbiamo scaricato la batteria della videocamera! Cena da Smitty’s consigliato dal tipo dell’albergo: una bella T-Bone Steack da dividere in due con insalata, patata al cartoccio e condimenti niente male.

10 settembre – Moab – Canyonland

La zona è molto vasta e divisa in tre aree con ingressi lontani fra loro, noi andiamo a Island in the sky, la più vicina a Moab. Dopo una sosta al visitor center ci dirigiamo direttamente al Grand View Point Overlook: grandioso! Facciamo un trail e cerchiamo di catturare nella videocamera quello che vediamo. Seconda tappa: Buck Canyon Overlook; terza tappa: Green River Overlook e poi arriviamo fino a Upheaval Dome da dove partono trail di diversa lunghezza, tutti un po’ impegnativi per cui, essendo fiacchi, ritorniamo indietro per andare a Mesa Arch. Ultima tappa: Shafer con vista da due Overlook, il primo recintato ma il secondo no. Quest’ultimo fa proprio impressione. Usciamo da Canyonland e, dopo un caffè, facciamo la 128 lungo il Piccolo Colorado: bella strada, comincia con una gola e poi si allarga un po’: andiamo alla ricerca di Castle Valley; ci becchiamo un acquazzone, giriamo un po’ a vuoto ma ne approfittiamo per provare l’auto sullo sterrato. incontriamo un piccolo branco di deer poi continuiamo per le Fisher Towers. Stasera cena al Thai.

11 settembre – Mesa verde

Brutto anniversario per gli Usa e per il resto del mondo. Partiamo da Moab dove nuvoloni neri preannunciano pioggia, a Monticello facciamo benzina e beviamo un caffè (che freddo, 52 f. -eravamo abituati a min.70 max 83). Continuiamo e pian piano l’aria si riscalda tanto che a Mesa Verde fa veramente caldo (93 f). Al Visitor Center prenotiamo una visita guidata al Cliff Palace (dopo le 12) e risaliamo in auto per la nostra visita individuale. La visita al Cliff Palace ci permette di entrare nel sito ed è interessante. Alla fine siamo proprio cotti., andiamo a Cortez a cercare l’albergo già prenotato via Internet: e’ un piccolo motel sulla strada principale, però abbiamo anche la colazione e, volendo, la possibilità di un tuffo in piscina. Non sappiamo cosa mangiare, la cittadina sembra già addormentata. Così optiamo per Pizza Hut.

12 settembre – Monument valley

Volevamo partire presto ma alle 7 la colazione non e’ ancora disponibile. La prima tappa verso Monument Valley è Four Corners (Marco non voleva fermarsi ma, una volta qui, bisognava farla). Più avanti passiamo di fianco a Mexican Hut, fotografiamo questa roccia a forma di sombrero e ci godiamo il paesaggio che ci porta alla Monument. Pagando 10 $ perché emtriamo in territorio Navajo, arriviamo al nostro albergo, punto di partenza per la visita della valle e overlook dei famosi 3 Mittens. Non essendo ancora pronta la camera facciamo il giro sullo sterrato fermandoci nei punti più interessanti: 3 Mittens, Three Sisters, John Ford Point, Totem Pole ed Artists Point.

Avuta la camera (bella, curata con frigo, microonde, phon e balcone sui 3 Mittens) scopriamo che Wifi è fruibile solo nella lobby però c’è anche il computer, così Marco puo’ scaricare filmati e foto sul disco esterno.

Nel tardo pomeriggio sembra debba scatenarsi un gran temporale: restiamo in camera per ammirare il tramonto dal balcone e in effetti piove un po’ ma, sorpresa, al tramonto smette, sbuca il sole e illumina i Mittens!



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