Ungheria meravigliosa

Eccoci a raccontare del nostro viaggio in Ungheria. Un’esperienza indimenticabile. Siamo partiti il 3 settembre e siamo tornati il 19 settembre, per un totale di 16 notti e 17 giorni. Abbiamo soggiornato per 8 notti a Budapest, per 4 a Szilvasvarad (Monti Bukk), per uno a Tokaj e per gli ultimi 3 a Debrecen. La spesa totale è stata di 2600...
Scritto da: Antonio Trivelli 1
ungheria meravigliosa
Partenza il: 03/09/2005
Ritorno il: 19/09/2005
Viaggiatori: in coppia
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Eccoci a raccontare del nostro viaggio in Ungheria. Un’esperienza indimenticabile.

Siamo partiti il 3 settembre e siamo tornati il 19 settembre, per un totale di 16 notti e 17 giorni.

Abbiamo soggiornato per 8 notti a Budapest, per 4 a Szilvasvarad (Monti Bukk), per uno a Tokaj e per gli ultimi 3 a Debrecen.

La spesa totale è stata di 2600 euro circa per 2 persone, compreso di tutto e non ci siamo fatti mancare nulla! Il tempo è stato molto clemente con noi: ha piovuto soltanto l’ultimo giorno e solo negli ultimi 3 giorni ha cominciato a fare un po’ freddino, mentre per il resto sempre sole e temperature piacevoli.

C’è subito da dire che Budapest è una realtà, mentre l’Ungheria è un’altra realtà: non si nota molto la differenza tra Budapest ed una grande città italiana, mentre fuori Budapest è tutta un’altra storia.

L’Ungheria è ancora molto arretrata economicamente, anche se sta facendo passi da gigante e dei paesi del vecchio blocco sovietico è sicuramente quella più avanti. Per fare degli esempi, un cuoco guadagna mediamente 60000 fiorini (circa 250 euro) al mese, un addetto alla reception di un grande albergo 120000 fiorini (circa 500 euro). Con questi soldi riescono a vivere dignitosamente, perché non conoscono cosa sia lo spreco: hanno vissuto 40 anni di comunismo sulle loro spalle e hanno imparato a spendere bene quello che guadagnano. Con quei soldi fanno vivere dignitosamente anche i loro figli: ci hanno dato una grande lezione. Non abbiamo visto segnali di povertà, bensì tanta gente con la voglia di vivere con quel poco che hanno e che per loro è già tanto.

La benzina costa come da noi, mentre il cibo ne costa un terzo; quando vanno a fare la spesa comprano cartoni di uova, patate, polli di tutti i tipi e tagli, latte, mentre raramente abbiamo visto carrelli pieni, come facciamo noi, di prodotti che poi ci scadono in frigo! Forse sto dando l’idea di un paese da terzo mondo, ma in realtà è tutt’altro! E’ un paese bellissimo, composto di gente cordiale, orgogliosa della loro Ungheria, ma anche molto ospitale, aperta e solidale: è un paese che ti rimane dentro.

E’ l’esperienza di viaggio più bella che abbiamo vissuto e ci sentiamo di consigliarla a tutti; consigliamo soprattutto di non fermarsi solo a Budapest, che tra l’altro è meravigliosa, ma di esplorare il resto del paese con lo spirito di chi vuole imparare, senza ostentare ricchezza.

Passiamo ai consigli di viaggio.

Non comprate la Budapest Card: sono soldi sprecati! Basta un semplice abbonamento ai mezzi pubblici, mentre gli ingressi ai musei è meglio pagarli separatamente, anche perché alcuni sono gratis per i cittadini dell’Unione Europea e quelli a pagamento costano molto poco.

Viaggiate sempre muniti di biglietto o abbonamento: i controlli sono frequentissimi! A Budapest i mezzi pubblici funzionano a meraviglia (raramente si aspetta per più di 2 minuti), ma ricordate che la metro chiude alle ore 23,00, così come la maggior parte dei mezzi di superficie. Ci sono dei bus notturni, ma sono molto poco frequenti.

Come in Italia, evitate i ristoranti nei quali non vi portano il menu: c’è di mezzo la fregatura al momento del conto. Se non specificato sulla ricevuta, il servizio non è incluso nel prezzo: è di norma lasciare il 10% in più e bisogna specificarlo bene. Se ad esempio il conto è di 6700 fiorini, pagate anche con una banconota da 10000 ma bisogna dire “ti puoi prendere 7500 fiorini”, altrimenti il resto non ve lo portano. Non è un modo di truffare i turisti, bensì è la loro norma. Qui in Italia paghiamo pane e coperto, mentre in Ungheria non lo paghiamo, ma decidiamo noi quanto pagarli.

I ristoranti costano in media un 30% in più a Budapest che nel resto dell’Ungheria.

In Ungheria non vige il divieto di fumo nei locali, ma se chiedete un posto non-smoking, di solito vi accontentano.

L’acqua costa quasi quanto la birra: la loro birra, la Dreher, è molto buona. Consigliamo, però, di provare il loro vino: è eccellente. Se amate il vino dolce, provate il Tokaj Formint. Come bianco, vi consigliamo il Pinot Grigio di Eger, mentre il famoso Tokaj Aszù è un passito eccellente anch’esso. Il famoso Sangue di Toro di Eger (Egri Bikaver) a noi non è piaciuto.

Sconsigliato ai vegetariani! La base della cucina è la carne: la sanno cucinare in tutti i modi e sempre ottimamente. Altri ingredienti base sono la cipolla e la paprika (peperoni, peperoncini e paprika, per loro è tutta paprika).

L’acqua negli hotel è sempre potabile.

Di solito i bagni pubblici sono a pagamento, ma non sempre sono puliti. La carta igienica quasi mai è dentro i bagni: ce l’ha l’addetto e bisogna chiedergliela. Non esitate a chiederne più di un quadratino, ma consigliamo di portarsi delle salviettine proprie. A volte gli addetti possono sembrare un po’ molesti, soprattutto con le donne; in realtà non è così, perché ti aspettano fuori dalla porta solo per mostrarti il lavandino, l’asciugamano e il sapone come se fosse un museo, quindi è meglio fargli capire di allontanarsi Capita spesso, soprattutto in alcuni quartieri di Pest, si incontrare sbandati che a prima vista potrebbero sembrare pericolosi: il 99% di questi sono innocui, perché si tratta di povera gente che è rimasta senza lavoro alla caduta del comunismo (all’epoca chi non lavorava era nemico del partito: il lavoro te lo dava il partito) e che non ha trovato la forza di riprendersi, buttandosi poi sull’alcool. E’ chiaro: la delinquenza esiste, ma è paragonabile a quella di Roma o di Milano. Noi non abbiamo avuto mai problemi, nonostante siamo stati spesso in giro di notte.

A Budapest attenzione alle scale mobili della metro! Sono velocissime e ripidissime!! Se avete problemi, guardate come le prendono i budapestini! Per telefonare a casa conviene comprarsi una scheda telefonica da 800 fiorini e una scheda per le chiamate internazionali. Noi siamo andati all’ufficio del turismo e ne abbiamo comprata una di 1500 fiorini che ci ha consentito di fare 150 minuti di telefonate per l’Italia e ci è bastata per tutta la vacanza. Il traffico è molto limitato: Budapest è trafficata principalmente perché i camion arrivano fin dentro la città, ma il traffico di Budapest non è paragonabile al nostro; nelle altre città il traffico è scarso.

Le strade sono in via di miglioramento: ci sono 4 autostrade, più un raccordo autostradale, ma ce ne sono in costruzione altre. Per circolare in autostrada è necessario acquistare un abbonamento ed attaccarlo sul parabrezza; si acquistano nelle aree di servizio autostradali, perché i controlli li fanno all’uscita.

Le strade statali sono mediamente buone, ma alcune, soprattutto le direttrici dei camion, non sono in buono stato, quindi prudenza! Se vi fanno i fari, il significato è l’opposto che da noi; vuol dire “passa”! Per i parcheggi a pagamento conviene comprare una carta prepagata oppure avere sempre in tasca molti spiccioli; consigliamo la prima.

Andate sempre in giro con il vocabolario ungherese: a parte i vocaboli necessari quali bejarat, kijarat, ferfi, noi, ecc. (scriviamo senza dieresi e segnetti vari sulle vocali, perché non ce le ricordiamo), è necessario per interpretare alcuni segnali stradali con le descrizioni sotto oppure per chiedere informazioni nelle località di provincia.

Esercizi commerciali: tranne rare eccezioni, come i centri commerciali, aprono la mattina molto presto e chiudono al pomeriggio alle 18, mentre il sabato fanno mezza giornata e la domenica sono chiusi. Considerate che per loro il weekend inizia il venerdì alle ore 14 e che, a parte Budapest, la sera, il sabato pomeriggio e la domenica le città sono pressoché deserte.

Racconto di viaggio (eviteremo di descrivere i luoghi dettagliatamente, ci sono molte guide per questo: consigliamo la Rough Guide, tradotta in italiano) Sabato 3 settembre Partenza alle ore 15,20 dall’aeroporto di Fiumicino con un volo della Sky Europe. Arrivo a Budapest alle ore 17,00. Costo del volo circa 30 euro a persona, tasse incluse! Consegna dei bagagli immediata, nel vero senso della parola: siamo arrivati al nastro ed i bagagli erano già li! Conviene cambiare soltanto una piccola cifra all’aeroporto, a causa del tasso elevato (noi abbiamo cambiato 50 euro), e poi utilizzare sempre i bancomat per cambiare i soldi.

Per raggiungere il centro città il modo più economico è con i mezzi pubblici: si prende il Repterbusz appena usciti dall’aeroporto (seguite i cartelli, è semplice), passa ogni 15 minuti; si fanno i biglietti direttamente dall’autista, costano 150 fiorini l’uno. Attenzione che non da il resto, quindi premunitevi; inoltre, il biglietto è da timbrare! Il Repterbusz arriva al capolinea della linea blu della metropolitana (Kobanya-Kispest) in circa 20 minuti. E’ qui che conviene fare l’abbonamento ai mezzi. Questa stazione da un’idea un po’ falsa di Budapest: sporcizia, sbandati e puzza ovunque, ma nessun pericolo. E’ questo il posto peggiore di tutta la vacanza. Per fare l’abbonamento, si percorre tutto il tunnel che porta alla metro ed all’entrata c’è un piccolo gabbiotto, aperto tutti i giorni fino alle 20, con un impiegato addetto alla vendita. A noi è capitata una signora che parlava solo ungherese, ma a gesti ci si capisce bene! Attenzione, l’ingresso della metro è diverso da quello che siamo abituati a vedere da noi: ci sono le obliteratrici, ma non ci sono i tornelli. Inutile fare i furbi, la probabilità di incontrare i controllori è molto alta! In circa un’ora dall’aeroporto siamo arrivati all’hotel, con una spesa irrisoria. Il Minibus ci sarebbe costato 2300 fiorini a testa, mentre il taxi… Lasciamo perdere, c’è più mafia che a Fiumicino! L’hotel ce l’avevamo di fronte ad Hosok Tere (piazza degli Eroi), vicino alla fermata della metro. A 5 minuti dal centro, anche se potremmo considerare centro anche quello! Il nome dell’hotel è Delibab, che per 70 euro circa a notte, ci ha riservato una stanza tranquilla, silenziosa e abbastanza pulita e una colazione a buffet stile ungherese, quindi una colazione che valeva come un pranzo! Sapevamo che era un hotel abbastanza rumoroso a causa della posizione, con le pareti sottili e con i letti matrimoniali da una piazza e mezza ed abbiamo chiesto una stanza il più possibile tranquilla e ce l’hanno data. Non so se tutti possono avere questa fortuna. Lo staff è cordialissimo e composto da tutti giovani. Le lenzuola ce le hanno cambiate solo sotto richiesta. I letti non avevano il coprimaterasso, ma solo un lenzuolo appoggiato sopra; questo però lo abbiamo riscontrato ovunque, tranne che a Szilvasvarad. La zona è assolutamente tranquilla: si trova nella zona delle ambasciate, tra quella del Vietnam e quella della Serbia.

A cena siamo stati al ristorante Bagolyvar, vicino all’hotel: siamo rimasti sorpresi per quanto abbiamo mangiato bene ed abbiamo speso poco. Il locale è molto tranquillo e il personale è molto cordiale. Tutte queste qualità le abbiamo trovate ovunque. Il Bagolyvar, però, alla fine del viaggio è risultato essere ultimo nella nostra classifica dei ristoranti! Immaginate quindi quanto siamo stati soddisfatti delle nostre cene! Qui, per una cena completa e abbondante abbiamo speso circa 14 euro a testa.

Domenica 4 settembre Isola Margherita: abbiamo affittato un risciò e ci siamo fatti il giro dell’isola. Molto divertente, ne vale la pena, soprattutto con una bella giornata. Al pomeriggio siamo andati alla Basilica di Santo Stefano (se avete in programma una visita a Buda o alla Cittadella, evitate di salire sulla cupola, dove la vista, anche se stupenda, è limitata) e a fare una passeggiata al West End City Centre, un centro commerciale enorme (forse paragonabile per ampiezza a quello di Rivoli, Torino) pieno di negozi con nomi italianizzanti, ma che di italiano non hanno nulla. Ci sono anche negozi di marca “vera” (come Geox, Samsonite, Valleverde, ecc.), ma anche di marche “italiane” inesistenti e divertenti (come Adolfo, Lino Citrulli, ecc.). Questi centri commerciali sono una passerella per ricchi o finti ricchi ungheresi, perché i prezzi sono molto oltre le capacità di un ungherese medio… Ma anche di un italiano medio! Alla sera abbiamo fatto il giro in battello, ma non il classico giro! Abbiamo preso i biglietti per l’Operetta Hajo, la nave operetta. E’ uno spettacolo che si tine solo d’estate, i cui protagonisti sono dei cantanti e ballerini del Teatro dell’Opera di Budapest. Lo spettacolo, di altissimo livello, dura 2 ore, la cena è a buffet e intanto ci si gode anche la vista di Budapest notturna. Costo circa 55 euro: straconsigliato! Lunedì 5 settembre Al mattino abbiamo visitato il Parlamento. Attenzione: anche se avete già prenotato la visita prima di venire, come abbiamo fatto noi, c’è comunque da fare la coda, quindi conviene presentarsi almeno 40-45 minuti prima dell’orario previsto. La visita è gratuita ed con guida parlante italiano (anche se la guida parlava allo stile di Natolia di Aldo, Giovanni e Giacomo) e il palazzo all’interno è bellissimo.

Al pomeriggio siamo andati alla terme Szechenyi. Biglietto di ingresso dal costo irrisorio, si può entrare in coppia e se chiedi aiuto al personale sono pronti a spiegarti tutto (le scritte all’interno sono tutte in ungherese). Si ha diritto anche alla sauna… Anzi alla szauna! All’uscita, ti rimborsano la differenza se sei uscito entro 3 ore dall’orario di ingresso. Anche queste le straconsigliamo! Cena al ristorante Hild, vicino a Deak Ter; a dispetto dell’aria turistica, non è assolutamente una fregatura. Il servizio è lento, ma tutto il resto è impeccabile, hanno anche il menu in italiano: cena “riempipanza” al costo di 12 euro a persona.

Dopo cena una bellissima e romantica passeggiata sul Ponte delle Catene di notte.

Martedì 6 settembre Mattino passato al grande mercato coperto, il NagyCsarnok. E’ una struttura enorme! Al piano interrato ci sono dei grandi vasconi con il pesce “fresco” dentro, da scegliere al momento; il pesce, però, è stipato e per lo più agonizzante. Al piano terra c’è di tutto di più, tra dolci, frutta, verdura e quintalate di salumi e di paprika. Al piano superiore, quello che possiamo considerare il piano turistico, ci sono chioschi di souvenir, di ricami e di abiti caratteristici e tavole calde dove mangiano i budapestini. Attenzione, anche se potrebbe sembrare diversamente, i ricami ed i vestiti che vendono qui sono originali, alcuni ricamati a mano, quindi se programmate un viaggio solo a Budapest e volete portare qualche regalo a casa, il posto giusto è questo: difficilmente troverete le stesse cose in giro a prezzi inferiori. Certo, fuori Budapest si trovano ad un prezzo decisamente inferiore.

Al pomeriggio ci siamo dati appuntamento con una guida ungherese che parlava italiano benissimo, un’amica di Nora, la ragazza che scrive spesso sui forum di turistipercaso.It. Ci ha fatto vedere Buda e la Cittadella: siamo stati con lei 4 ore e mezza e ci ha raccontato tutto, l’abbiamo bombardata di domande e alla fine eravamo stanchi quanto lei. Siamo rimasti molto soddisfatti. Alla fine ci ha pure consigliato un ristorante vicino al Ponte Elisabetta; ovviamente cibo ottimo e quantitativamente esagerato e servizio eccellente; spesa 15 euro a persona, ma purtroppo non ci ricordiamo come si chiama! Mercoledì 7 settembre Visita di Szentendre con andata e ritorno in battello. Sconsigliato! Il viaggio in battello è molto bello, ma la cittadina di Szentendre non è altro che un agglomerato spennaturisti. La cittadina è indubbiamente bella, ma è piena di turisti: troppo piccola per accoglierne così tanti. Eravamo al 7 settembre, cosa poteva essere ad agosto? Ci sono chiese cattoliche e serbe: sono tutte belle dall’esterno, ma spoglie all’interno. Di rilevante c’è il Museo del Marzapane e una Mostra di Miniature, quest’ultima temporanea. Se avete intenzione di fare un’escursione di una giornata e volete andare in qualche paesino sull’ansa del Danubio, mi hanno consigliato Visegrad oppure Vac.

Tornati a Budapest, siamo poi andati a cena alla pizzeria Marxim, nei dintorni del Parco del Millenario: è un locale con arredamento e murales ricchi di insulti al comunismo. Molto divertente e pizza abbastanza buona, ma attenzione, non è la pizza italiana, ma la pizza alla maniera che piace a loro, infatti è pieno di ragazzi ungheresi. Spesa 9 euro a testa. Consigliato! Giovedì 8 settembre In mattinata siamo andati sulla ferrovia dei bambini, sui monti di Buda. E’ una ferrovia a scartamento ridotto gestita da dei bambini: è bello vedere questi marmocchietti che fanno i bigliettai, i controllori, i capostazione, tutto molto bello. Ovviamente il macchinista è un adulto. Il trenino passa proprio in mezzo ai boschi di Buda. Era un fiore all’occhiello delle vecchie ferrovie ungheresi ed aveva il nome di Ferrovia dei Pionieri. Anche oggi è molto bello, però una sistematina alle stazioni la potrebbero anche dare.

Siamo scesi alla fermata Szepjuhaszne ed abbiamo fatto un’escursione al Parco della Selvaggina di Budakeszi: sconsigliato alla grande! Non è un parco, ma uno zoo con animali trattati malissimo, meglio evitare. Al ritorno siamo scesi alla fermata del trenino di Janoshegy e siamo saliti fino all’osservatorio della Torre Erzsebet, il punto più alto di Buda, che però era in ristrutturazione e quindi chiuso; da li siamo scesi tramite la seggiovia fino alla fermata dell’autobus che ci ha riportato alla stazione della metro. La sera siamo andati nei giardini del Palazzo Reale perché c’era l’inaugurazione del Festival del Vino: sane mangiate e sane bevute a prezzi sempre abbordabili.

Venerdì 9 settembre In mattinata siamo andati a visitare il vecchio palazzo delle Croci Frecciate prima e della Polizia Segreta poi, ora trasformato in museo, ribattezzato a ragione “Casa del Terrore”. Un’esperienza agghiacciante; se avete tempo e voglia per leggere le varie brochure in inglese, si riesce ad immaginare benissimo quello che possono aver passato i prigionieri politici. Dedicateci almeno 2 o 3 ore. Alle ore 14, appuntamento davanti al nostro albergo per la consegna della nostra Suzuki Ignis. Abbiamo affittato una macchina dall’agenzia Fox Autorent (prendete nota, è la più economica), per 10 giorni, con chilometraggio illimitato alla cifra di 33 euro al giorno! Fatemi sapere se trovate qualcosa di più economico. Inoltre, ve la consegnano dove volete e se la vengono a riprendere dove volete. Meglio di così! Inoltre, le macchine sono nuove! Con la nostra nuova macchinina ce ne siamo andati in giro in periferia e poi ce ne siamo andati a cena al ristorante Udvarhaz sulle colline di Buda: mangiata eccezionale, prezzo irrisorio (17 euro) e posto magnifico! Si può raggiungere però solo in auto! Dopo cena ci siamo fatti un giro di Budapest by night in auto.

Sabato 10 settembre Giornata dedicata ad una escursione in auto verso il sud, seguendo il corso del Danubio.

Prima tappa Dunaujvaros, circa 70 km da Budapest. E’ una città dormitorio costruita negli anni 50, con acciaieria annessa; l’acciaieria è una città nella città, non è visitabile perché è tuttora attiva ed impiega ancora circa un terzo dei residenti, ma vale la pena fare una visita all’esterno. E’ incredibile di come sia oggi una città gradevole: ce l’avevano descritta come un mostro del comunismo, mentre ai nostri occhi è sembrata un quartiere sullo stile di Centocelle, ma molto più a misura d’uomo: ogni palazzo ha il suo giardino, il suo parco ed è molto pulito. Sicuramente fino a 20 anni fa le condizioni di vita erano al limite della schiavitù, ma gli abitanti di Dunaujvaros oggi si ritrovano a vivere in una bella cittadina. C’è anche un piccolo parco sul Danubio con delle sculture fatte con gli scarti dell’acciaieria. E’ interessante vedere la “Statua dell’operaio che riposa” che il regime non voleva far scoprire perché rappresentava un operaio in un momento di pausa dal lavoro.

Non può essere questa la meta di una escursione, ma solo un punto di passaggio: se vi capita di scendere verso Szeged o Pecs, fate una sosta qui.

Qui e nel resto dell’Ungheria si vedono circolare una notevole quantità di Trabant (abbiamo visto spesso anche le vecchie Zastava, Lada e Skoda). Alcune vengono rimesse a nuovo (un po’ come la nostra 500), altre vengono utilizzate come “mulo” per la campagna, altre sono proprio dei gioiellini da museo. Ci hanno detto che molte persone ne comprano una seconda per i pezzi di ricambio, mentre altri si portano sempre dietro il kit per le riparazioni. Il rumore della Trabant è poi unico, c’è anche chi la usa come suoneria del cellulare! Dopo Dunaujvaros, siamo andati ancora più a sud in direzione Kalocsa, 150 km a sud di Budapest, descritta dalle guide come “paese immerso tra distese di campi color rosso acceso”. Il rosso acceso doveva derivare dalle coltivazioni di paprika; il 10 settembre la paprika è nel momento clou della maturazione (la raccolta inizia tradizionalmente l’8 settembre), ma di questi campi non abbiamo visto traccia, se non in pochi casi.

La città in compenso è carina: è storicamente una città di vescovi, quindi c’è un bella cattedrale con vicino arcivescovado, e c’è anche una bella passeggiata. Peccato che, essendo sabato pomeriggio, i negozi erano chiusi e sembrava di essere in una città fantasma. Dopo circa un’oretta ce ne siamo tornati indietro, un po’ delusi.

Abbiamo deciso, per cena, di fermarci a Rackeve, 50 km circa da Budapest: questo è un paese molto bello, vale anche una giornata! E’ un piccolo paese sul Danubio, una Szentendre in piccolo, ma con pochissimi turisti. C’è una bellissima chiesa serba-ortodossa, oltre a quella cattolica e un bel palazzo barocco (Palazzo Savoia). Quello che più ci è piaciuto è l’atmosfera rilassata e la bellissima passeggiata sul Danubio, dove si può anche andare i barca a remi o a vela e dove, dicono, si può anche nuotare.

Per cena siamo andati nel ristorante-pub nella piazza principale, di fronte al ponte sul Danubio: con circa 10 euro a testa ed in un atmosfera assolutamente rilassante, abbiamo mangiato anche qui tanto e bene! Domenica 11 settembre Lasciamo Budapest con molti rimpianti e con la promessa di tornarci molto presto, magari in inverno per ammirarla immersa nelle neve ed anche per visitare qualche museo in più. Con il caldo, infatti, abbiamo preferito stare all’aria aperta. Inoltre, tornare ci costerebbe meno di un weekend in Italia in macchina.

Prendiamo la nostra Ignis e andiamo a Godollo, a visitare il Palazzo Reale. Consigliamo di comprare al negozietto di souvenir un libricino guida in italiano, come abbiamo fatto noi, dato che le visite sono libere e che, quindi, non si ha l’obbligo di procedere velocemente “alla giapponese” con la guida. Dopo la visita, è bello fare un giretto nel parco annesso al palazzo.

Nel pomeriggio andiamo verso Szilvasvarad, nel Parco Nazionale dei Monti Bukk, dove abbiamo alloggiato all’Agriturismo Grignani. Laura e Paolo Grignani sono una coppia di italiani che hanno lasciato l’Italia e se ne sono venuti in questo bellissimo villaggio per aprire questa attività. Sono 9 anni che sono in Ungheria e l’attività va alla grande. Loro sono molto simpatici, molto accoglienti, ci hanno fatto sentire a casa e ci hanno consigliato sulle escursioni da fare (inoltre ci hanno anche dato il loro pass per girare il parco in auto). Potete decidere se volete stare a cena con loro o meno e si mangia, ovviamente, cucina italiana. Dopo 8 giorni di Ungheria, un po’ di sana cucina italiana ce la siamo concessa. Inoltre, si beve in quantità e… Attenzione a dire di no! Le stanze sono carine e molto spaziose: le utilizzano per gli ospiti soltanto l’estate, mentre d’inverno le utilizzano per le festicciole dei figli, d’altronde li d’inverno si arriva a -20 gradi, quindi di ospiti non ce ne sono molti! Una camera con colazione inclusa l’abbiamo pagata 39 euro al giorno. Consigliamo di stare a cena da loro, magari un giorno si e un giorno no, perché ci si sente veramente a casa; con 15 euro si mangia e si beve in quantità e si sta tutti insieme, nella stessa tavolata con gli altri ospiti.

Lunedì 12 settembre Passeggiatina per il villaggio per vedere i cavalli lipizziani, tipici della zona.

Poi, con il pass che ci hanno dato i Grignani, abbiamo fatto il giro del parco in auto; abbiamo fatto varie soste qua e la per inoltrarci nei boschi a piedi. Ci sono delle distese di faggi infinite ed ogni altopiano nasconde qualcosa di diverso. Siamo arrivati dall’altra parte del parco, a Lillafured, altro piccolo e delizioso villaggio. Al pomeriggio volevamo andare alle terme di Miskolctapolca, ma siamo arrivati tardi (chiudevano alle 18 e siamo arrivati alle 17), così abbiamo ripiegato per Miskolc, terza città dell’Ungheria in quanto a popolazione, per visitare il Castello della Regina: anche qui conviene armarsi di guida all’ingresso. Ogni mezz’ora parte una visita guidata, ma non vale la pena perché ti fanno entrare dentro le varie torri dove hanno ricostruito scene di vita dei castellani e nulla più; se volete, fatela tanto è gratis. La visita guidata non ci è piaciuta, il castello più o meno sì :è del XIII secolo, è stato distrutto durante le guerre di indipendenza del 1700 e il restauro è stato sommario, ma è molto suggestivo.

Siamo tornati all’agriturismo per cena.

Martedì 13 settembre Un amico dei Grignani, proprietario di un ristorante a Szilvasvarad, organizza regolarmente un picnic nella Valle Szalajka per dei gruppi di tedeschi. Ci siamo “infilati” in un gruppo ed abbiamo fatto questa esperienza molto divertente. Si prende il trenino della valle, molto suggestivo, si arriva al capolinea e li ti aspettano gli organizzatori. Appena arrivi ti danno un bel bicchiere di Palinka, la loro grappa (loro devono grappa alle 10 di mattina, proprio così!), dopodiché ti spiegano come cucinarti la trota e come condirla con il lardo. E’ molto divertente ed anche molto faticoso, ma alla fine il risultato è squisito! Si beve vino in quantità. Costa 4000 fiorini, circa 16 euro: in effetti il prezzo è relativamente alto, ma ne vale sicuramente la pena. Consigliato! Dopo il picnic, per smaltire, abbiamo fatto una mini scalatina per andare a vedere la grotta di Istalloskoi, una grotta dove viveva l’uomo preistorico.

Siamo tornati a Szilvasvarad a piedi: un’oretta circa di piacevole passeggiata tra laghetti, ruscelli e allevamenti di trote.

Volevamo andare a vedere il Museo dei Cavalli Lipizziani, ma alle 17 era già chiuso! Cena sempre dai Grignani.

Mercoledì 14 settembre Visita di Eger: un piccolo gioiellino, dall’aria festosa e, cosa molto piacevole, con tante isole pedonali, ma incredibilmente calda! Abbiamo patito molto il caldo: faceva 30 gradi! Consigliamo una salita sul minareto ma solo se non soffrite di claustrofobia e di vertigini. Una volta saliti abbiamo pensato di essere stati dei pazzi, ma quando siamo scesi ancora di più! E’ uno “stuzzicadenti” alto circa 60 metri con un diametro alla base di meno di 4 metri, che si restringe man mano che si sale. Il panorama che si gode da lassù è però impagabile.

Vale la pena anche una visita al castello, che purtroppo non c’è più perché è stato distrutto dai turchi e sono state ricostruite solo le mura e le gallerie, però è ricco di storia. Abbiamo comprato qui ad Eger i nostri regalini da portare a casa: c’è un negozietto nascosto che vende ricami e porcellane provenienti da tutta l’Ungheria a prezzi decisamente bassi. Se volete vi do le indicazioni per arrivarci; anche questo negozio però chiude presto, quindi premunitevi.

A cena siamo stati al ristorante HBH, nella piazza principale: anche qui ottima cena per meno di 14 euro a testa.

Giovedì 14 settembre Lasciamo Szilvasvarad per andare a Tokaj, con deviazione per le grotte di Aggtelek. Le grotte sono belle, sono patrimonio Unesco, ma le visite sono solo in ungherese, quindi non si gode appieno della bellezza perché non capiamo nulla di quello che dice la guida. Sarebbe forse preferibile evitare questa escursione perché, anche se le grotte sono magnifiche, in Italia ne abbiamo altre allo stesso livello, come Frasassi o Castellana.

Arriviamo a Tokaj nel pomeriggio, ma non riusciamo a trovare la pensioncina che abbiamo prenotato. Chiediamo ad una persona, la quale ci dice di seguirlo in macchina e ci scorta così fino alla pensione. Questo gesto di gentilezza non è assolutamente isolato: ci sono capitate cose del genere anche in altri posti, oltre che a Budapest.

La Vasko Panzio, così si chiama la pensione, sembra essere una vecchia cantina adattata anche a pensione. Le stanze sono piccolissime, così come i bagni, e abbastanza pulite; per 34 euro circa, colazione compresa, non potevamo chiedere di più. Per una notte ci siamo adattati, ma se contate di stare di più a Tokaj, consigliamo il Millennium Hotel oppure il Toldi Fogado, cha da fuori sembrano essere molto belli.

Tokaj sembra essere un paese un po’ anonimo, perché il suo tesoro non si vede da fuori, ma è nascosto sottoterra! Peccato che le cantine chiudano tutte alle 18, comprese le famose Rakoczi, quindi non abbiamo potuto fare il tour enologico che ci eravamo preposti di fare, ma abbiamo ripiegato su una cena con grande bevuta compresa: ci siamo fermati in un delizioso ristorante sul Tibisco, di fronte al Millennium Hotel, dove abbiamo mangiato e soprattutto bevuto in quantità spendendo 16 euro a testa! Non oso immaginare in Italia una cena così quanto l’avremmo potuta pagare.

Venerdì 15 settembre Abbiamo lasciamo Tokaj per andare a Debrecen, dove abbiamo trascorso gli ultimi tre giorni della nostra vacanza. Prima di arrivare a Debrecen, abbiamo fatto delle deviazioni per i paesini di Nagykallo e Nyirbator, due piccoli paesini sulla strada.

A Nagykallo siamo stati a visitare un campeggio molto particolare, il Kulturalis Tabor Harangod: progettato durante il regime, è un insieme di edifici in legno dalle forme più stravaganti, che vale una deviazione di qualche minuto per fare soprattutto delle bellissime foto.

Ci siamo rimessi in auto ed abbiamo raggiunto il punto più ad est del nostro viaggio: il paesino di Nyirbator, con le sue due bellissime chiese, una calvinista e una cattolica. La chiesa calvinista è molto accogliente, con il suo campanile di legno a forma di cappello di mago. La chiesa cattolica è piena di sculture in legno molto belle, ma anche molto cupe. Se avete tempo, vale la pena visitare questo paesino.

Arriviamo a Debrecen nel pomeriggio inoltrato; qui alloggiamo al Grand Hotel Aranybika, un quattro stelle che dicono sia il più antico d’Ungheria. L’hotel è bellissimo all’esterno, ma all’interno è impressionante. Non è facile spiegarlo a parole, se volete vi mandiamo le foto. Sicuramente all’inizio del novecento era qualcosa di unico, ma tante cose sono rimaste come allora e, soprattutto, il mobilio delle stanze è ancora quello di stile socialista! La stanze sono enormi, il bagno è minuscolo e non esistono letti matrimoniali ma solo letti doppi attaccati. La vista che si ha dalla stanza è in compenso meravigliosa, sulla piazza principale di Debrecen.

Il lounge sembra essere quello di un palazzo reale, mentre il ristorante è simile a un museo, anche se il tetto è orribile: vale la pena anche solo dare un’occhiata a questo hotel. L’hotel ha anche una piscina con sauna e jacuzzi, gratis per gli ospiti. La colazione, poi, è veramente esagerata! Tutto questo per 100 euro a notte, il prezzo di un 3 stelle da noi! Il consiglio è di soggiornare in questo hotel, perché è sicuramente una bella esperienza, ma solo per una o due notti.

Per cena e per le successive cene siamo sempre stati al Lucullus Etterem, in Piac Utca 41 vicino al Kistemplom, che tra l’altro ha anche il menù in italiano scritto benissimo (Debrecen è città universitaria per stranieri); una sera come sottofondo musicale abbiamo trovato anche la musica di Toto Cutugno! E’ forse qui che abbiamo mangiato meglio in tutto il viaggio.

Sabato 16 settembre Finalmente la puszta! Abbiamo finalmente fatto la famigerata escursione in carrozza che piace tanto ai turisti, ma che ci è stata sconsigliata da più di un ungherese. Ed infatti… Ci è piaciuta tantissimo! Non ci siamo fermati ad Hortobagy, ma abbiamo proseguito per Mata, un villaggio poco distante, e li abbiamo visto delle carrozze in partenza alle quali ci siamo uniti. L’escursione è divertente, ma è anche culturalmente interessante: la fattoria che organizza queste escursioni possiede una distesa sterminata di terreno, nelle cui stalle ci sono i vari animali tipicamente ungheresi, che sono allevati principalmente per le loro carni. Abbiamo assistito anche all’esibizione dei mandriani, che ormai hanno ragione di esistere solo per i turisti; è interessante farsi spiegare però perché i cavalli venivano fatti sdraiare a terra e perché venivano guidati in quella particolare maniera.

L’escursione di quasi 2 ore ci è costata solo 8 euro a testa.

Al ritorno ci siamo fermati a fare una passeggiata nel villaggio di Hortobagy con il suo ”famigerato ponte a nove archi”.

Domenica 17 settembre Arriva il freddo! Temperatura massima 10 gradi, ben 15 in meno rispetto al giorno prima.

Visitando Debrecen la domenica, abbiamo scoperto che di domenica è una città fantasma: è tutto chiuso ed i musei sono aperti solo di mattina. Abbiamo visitato il Collegio Calvinista e la bellissima Chiesa Calvinista. Volevamo andare anche nella parte nord della città, ma faceva troppo freddo. Abbiamo quindi ripiegato in albergo, dove ce ne siamo andati in piscina.

Lunedì 18 settembre Oggi si torna a casa. Sapevamo che i 200 chilometri che ci separavano da Budapest si potevano percorrere in non meno di 3 ore e mezza, ma quello che abbiamo incontrato per strada ha superato le nostre aspettative: la statale era un cantiere senza fine (stanno costruendo l’autostrada) e c’era un via vai di camion mai visto. Per fortuna ce l’abbiamo fatta e siamo arrivati in tempo all’appuntamento con l’impiegato della Fox Autorent per la riconsegna dell’auto. Questi era li puntualissimo ad attenderci. Ci soffermiamo ancora un po’ su questa compagnia di autonoleggio: prima di partire, non sapevamo neanche che esistesse! Siamo abituati alle lunghe code per la consegna e riconsegna delle chiavi dell’auto, quindi a rischiare di perdere il volo! Questa compagnia non ha un ufficio all’aeroporto, quindi siamo noi clienti a decidere dove e quando ricevere e riconsegnare l’auto. Forse il questa maniera riescono ad abbattere i costi: 30 euro circa al giorno sono veramente pochi.

Abbiamo preso il volo della Wizz Airlines delle 15,30 al costo di 40 euro circa a persona, tasse incluse. Consigliata anche la Wizz anche se non effettua assegnazione dei posti al check-in, quindi bisogna essere fortunati o mettersi in fila ad aspettare l’apertura del gate.

Ed eccoci tornati in Italia, con l’Ungheria e gli ungheresi nel cuore e con la consapevolezza di essere stati molto fortunati per aver scoperto questo meraviglioso paese.



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