Unforgettable honeymoon australiana

Questo diario è un modo di ripercorrere con voi lettori del sito le tappe della nostra meravigliosa avventura australiana, raccontandovi nel modo più semplice i momenti emozionanti ma anche quelli divertenti. Il tutto condito, naturalmente, da una bella manciata di verace nostalgia del tipo…avete presente la pubblicità della Costa Crociere in...
Scritto da: Dilight
unforgettable honeymoon australiana
Partenza il: 08/05/2005
Ritorno il: 04/06/2005
Viaggiatori: in coppia
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Questo diario è un modo di ripercorrere con voi lettori del sito le tappe della nostra meravigliosa avventura australiana, raccontandovi nel modo più semplice i momenti emozionanti ma anche quelli divertenti. Il tutto condito, naturalmente, da una bella manciata di verace nostalgia del tipo…Avete presente la pubblicità della Costa Crociere in cui la tipa si dispera alla cassa del supermarket ripetendo ossessivamente “VOGLIO TORNARCI”??? ;-))) Domenico e Francesca 8 maggio Partenza da Fiumicino ore 12:50. Meta: Hong Kong. Valigia fatta abbastanza alla rinfusa (dimenticati entrambi gli spazzolini!!!), ma capirete… Sposati da poco più di 24 ore!!! 9 maggio …Un giorno di volo a dormire e mangiare, e vedere film (lingua a scelta tra inglese, cinese, cantonese e giapponese…) e poi mangiare e dormire di nuovo, per arrivare nella coloratissima e caotica HONG KONG. Alloggiamo all’Harbour Plaza Hotel. Voto: 9 (5 ristoranti, una scalinata di marmo da film all’ingresso, camere iper accessoriate e un servizio impeccabile). Con un piccolo sovrapprezzo, facciamo il primo upgrade della nostra honeymoon, ottenendo una suite con king size e vista mozzafiato sulla baja illuminata… Unico neo, la posizione non proprio centrale. Ma possiamo usufruire della navetta gratuita dell’hotel che ci porta velocemente in centro. Così, dopo un po’ di ninne, siamo in strada per quella che ci sembra essere colazione (in realtà è primo pomeriggio…): ci fermiamo nel familiare Starbucks per un coffee ed il mio primo muffin!!! Il tempo fa abbastanza pena (diluvia per l’esattezza) e così siamo “costretti” a chiuderci in tutti i centri commerciali che incontriamo. Qui scopriamo che l’euro va fortissimo…Ci avvaliamo, quindi, della nostra Lonely Placet per consigli su dove fare acquisti di elettronica. Risultato DAVID CHAN COMPANY (shop 15, Champagne court, 16 Kimberley road): lettore mp3, memory card, batteria e cavalletto per la nostra Nikon, cassette e batteria per la nostra Canon!!! Per cena decidiamo di provare la vera cucina cinese e mangiamo, rigorosamente con le bacchette, uno strano antipasto misto di verdure (non capiamo di che si tratta!), noodles di riso e di uovo in quantità enormi, con carne e verdure, e ravioli al vapore ripieni di carne, il tutto innaffiato da thè servito a getto continuo dai camerieri (n.D.R. Il ristorante è al 78 di Canton Road, Tsimshatsiu, quartiere di Kowloon). A cena facciamo una gaffe troppo divertente…Ma la raccontiamo solo a voce su espressa richiesta!!! Finito di mangiare, torniamo in albergo, a goderci il nostro king size… ;-9 10 maggio Il giorno seguente, ci alziamo con l’intenzione di goderci più da vicino le mille luci della città ma continua a piovere, tanto che dobbiamo rimandare di qualche ora la breve tratta in traghetto per l’attraversamento della baja in direzione Central (ci vuole circa un quarto d’ora ed è l’acuqa è la via più breve, anche rispetto alla metro). Così ci dirigiamo di nuovo a Kowloon, percorrendo stradine caotiche piene di colori e di contrasti: negozi di alta moda (italiana) e miniristoranti che vendono anatre laccate appese all’aria, bazar che vendono tutto-e-niente e megastore di elettronica iper tecnologici!!! A pranzo, ci fermiamo a mangiare in un ristorante dove promettono un sacco di tipi diversi di dim sum e, in effetti, il menù conferma le aspettative…Solo che noi siamo un poco confusi dalla quantità di piatti e così commettiamo il piccolo errore di ordinare una porzione di chicken leg stufate…E arrivano in tavola fumanti non le attese cosce di pollo ma delle zampe dello stesso volatile, di quelle che in Italia nemmeno si usano più per il brodo!!! Dopo pranzo, il tempo migliora e possiamo finalmente passeggiare a Central,dove visitiamo (per caso) un bel parchetto in mezzo ai palazzoni, prima di arrivare a rinomato LADY MARKET: un mercato tutto griffes false, dove si fanno ottimi acquisti a pochi soldi! Risultato: tanti regali,due paia di sandali e una borsa per Dilight!!! Prima di avviarci in aeroporto, abbiamo un po’ di tempo per cenare in hotel e scegliamo il ristorante barbecue-japponese, dove, a vista, grigliano l’impossibile … 11 maggio …Un’altra mezza giornata di volo, ed arriviamo finalmente in Australia.

Ritiriamo la nostra auto in aeroporto e, dopo un apprendimento veloce della tecnica di guida all’inglese (!), ci dirigiamo verso la vicina ADELAIDE. Parcheggiamo davanti all’AYERS HOUSE e camminiamo fino al centro città.

Adelaide ci sembra subito molto ordinata e pulita, piena di giardini, di ristorantini e…Di negozi!!! La zona della ROUNDLE MALL, che è il cuore della vita cittadina, una lunga via pedonale dove si passeggia davvero con piacere. Il ritmo che si percepisce è decisamente più lento e meno caotico di quello hongkonghese…Insomma, più piacevole! Per pranzo ci rechiamo verso il fiume, una zona splendida che ci fa gustare il sole di primavera come non mai!!! Il ristorante consigliato dalla nostra Lonely è bellissimo ma…Chiuso, e così riprendiamo l’auto e ci fermiamo al GARAGE BAR (www.Garagebaranddining.Blogspot.Com) per due enormi insalate: decisamente un’ottimo “ripiego”.

E’ il momento di dirigerci fuori città, in direzione CAPE JERVIS: da qui partono i traghetti per KANGAROO ISLAND. Ci incamminiamo e ci rendiamo conto che la strada è molto più lenta del previsto (n.D.R. La guida ce lo diceva che i sobborghi di Adelaide sono molto trafficati e un po’ caotici, ma…Non ci siamo fidati!). Per l’isola ci sono solo due traghetti al giorno, pomeriggio alle 18 e mattina alle 10: perdere il nostro significa perdere la notte già prenotata. Non resta che…Correre!!! Così Domus si veste da Schumacher e arriviamo al porticciolo un secondo prima che la nave ci lasci a piedi!!! La traversata è un’ora rilassante di mare sotto le stelle…Intorno a noi il buio del cielo si confonde con quello dell’acqua e quando arriviamo all’isola quasi non ce ne accorgiamo. Fa più freddo che sulla costa, ma si sta benissimo con un maglioncino di cotone. Alloggiamo a PENNESHAW, al SEAFRONT HOTEL (www.Seafront.Com.Au): da qui possiamo andare a piedi al centro naturalistico da cui partono le gite per vedere i pinguini…Ci sono due orari: 20.00 e 21.00 circa. Noi facciamo appena in tempo a posare le valigie ed andare col secondo gruppo! Dopo un’introduzione dei ranger, si cammina su una piattaforma sopraelevata rispetto alla spiaggia e loro sono lì…Piccoli piccoli (meno di 30 cm), a vederli in acqua sembrano uccelli ma quando camminano sono inconfondibili!!! Ogni sera, lasciano il mare per rifugiarsi sulla brughiera e i turisti possono stare, in silenzio, ad osservarli da vicino…È uno spettacolo!!! Si corteggiano, tubano, litigano oppure semplicemente dormono: non ci si stanca mai di guardarli. Al termine dell’escursione, abbiamo un incontro ravvicinato con un gruppo di piccoli canguri: Domus fa subito amicizia!!! Tornati in albergo, scopriamo che gli australiani sono molto inglesi e cenano prestissimo. In breve, a letto senza cena!!! 12 maggio Che dormita!!! E la nostra camera affaccia direttamente sull’oceano, che si perde a vista d’occhio…Naturalmente, non facciamo in tempo a fare colazione e, un po’ morti di fame, ci dirigiamo verso AMERICAN RIVER alla ricerca di un posto dove mangiare. E’ così che scopriamo quanto è deserta quest’isola…Sono circa 115km a percorrerla da una parte all’altra, ma in mezzo non c’è praticamente nulla! Dobbiamo andare nella “capitale” per trovare qualcosa: ci fermiamo all’OZONE HOTEL, a Kingscote (www.Ozonehotel.Com). Il posto è molto carino e, per certi versi, lo consigliamo in alternativa al Sea Front, a dire il vero (anche se è più lontano dai pinguini e dal porto, il che si rivela utile per la partenza mattiniera dall’isola…). Mangiamo in abbondanza e Domus prende per la prima volta il filetto di kangaroo…Di light, invece, comincia la saga del chicken… Sazi ed in pace col mondo, ci dirigiamo verso un’altra attrazione memorabile: SEAL BAY. Su questa spiaggia, una colonia di leoni marini si riposa dalle lunghe giornate in mare a cercare cibo e prende placidamente il sole. I ranger (preparatissimi anche in questo caso) ci guidano in mezzo a loro e sostiamo più di un’ora sulla sabbia, quasi immobili, a sentire i suoi strani che producono, a fare foto, a guardare increduli lo spettacolo che ci svela davanti agli occhi… Solo il sole che inizia a tramontare ci spinge a venire via, per dirigerci verso REMARCABLE ROCK (n.D.R. Una roccia enorme, in bilico al mare, che non si sa come è finita lì…), ma quando terminiamo la nostra ultima gita…È già buio. Intorno a noi, la natura si muove. E ci mettiamo tre ore per tornare al primo centro abitato utile per cenare…Guidando a 50kn orari per evitare di uccidere gli animali che prendono possesso delle strade buie: canguri, wallabies, opossum, un’echidna, uccelli di vario tipo e un diavolo della Tasmania!!! Per un pelo, ci accolgono a cena al QUEENSCLIFFE FAMILY HOTEL (57 Dauncey Street, Kingscote): un po’ caro ma si mangia benissimo e fanno dei dolci squisiti!!! Dopo cena, di nuovo sulle strade buie fino a Penneshaw…A ninnaaaa!!!! 13 maggio Alle 10 del mattino riprendiamo il traghetto per la terra ferma. Tappa nuovamente ad Adelaide, dove passiamo la giornata (o quel che ne resta) a cercare una nuova macchinetta fotografica…La nostra Nikon, infatti, non ha retto all’emozione di Seal Bay e si è catapultata giù dal cavalletto hongkonghese!!! Siamo stanchi e questo ci rende un po’ nervosi: finora non ci siamo fermati un attimo!!! Ci riprendiamo con una bella doccia in hotel e poi ci regaliamo una bella cenetta greca all’ouzeri EROS (277 Roundle Street), nel cuore della vita notturna della cittadina. E’ pieno di ragazzi per le strade, nonostante sia autunno per loro e sono tutti vestiti molto bene: quasi quasi c’è da rimpiangere che le vetrine dei negozi sono chiuse!!! ;-999 14 maggio Lasciamo Adelaide con tanta curiosità per quello che ci attende…Un primo volo sino ad ALICE SPRINGS e poi uno più breve fino ad AYERS ROCK..

E mentre l’aereo percorre km verso nord, noi capiamo il senso del nome RED CENTRE: sotto di noi, in ogni direzione si guardi, una distesa di sabbia rossa senza dune, né altre interruzioni!!! Quando scendiamo ad ALICE, il clima è completamente diverso e fa molto più caldo e c’è una luce fortissima. Il piccolissimo aereoporto sembra perso nel nulla…Il volo verso Ayers Rock è uno dei peggiori del viaggio; le correnti nel deserto non hanno barriera naturali e noi balliamo un’agitata “samba” per tutta la durata del trip…E qui scopro che mio marito ha lo stomaco di un cyborg: in tutto l’aereo è l’unico che chiede doppia razione del tremendo thé col latte che passano le hostess!!! L’atterraggio, molto gradito, avviene in un luogo ancora più sperduto, dove, però,la “monotonia” del deserto ha un bello scossone…Come un meteorite rosso fuoco, assurdamente tondeggiante, caduto dal cielo secoli fa, YULARA troneggia all’orizzonte (n.D.R. È il nome aborigeno originale per Ayers Rock).

Alla Hertz, ci attende un’auto troppo divertente (RAV4), col cambio automatico e un sacco di accessori spassosi, tra cui un’inutile radio (n.D.R. Non ci sono frequenze nel deserto…Ricordate l’importanza di portate i vostri cd???). Poca strada comoda e siamo al resort del gruppo VOYAGES (www.Voyages.Com.Au). Si tratta dell’unico complesso di tutta la zona (fatta eccezione per il supermegalussuoso Latitude 131° sempre della compagnia Voyages), all’interno del quale ci sono 5 diverse sistemazioni per dormire, che variano per prezzo e, naturalmente, comfort, servizi ed estetica. Noi siamo al SAILS IN THE DESERT ovvero l’alloggio più bello di tutti…Abbiamo appena il tempo di chiudere la bocca spalancata dallo stupore per la vista di quest’oasi meravigliosa, che ci vengono a prendere per portarci a cena: ci attende il SILENT DINNER. Si tratta di un’esperienza indimenticabile (che vale il suo costoso prezzo) che prevede un aperitivo al tramonto nel cuore del deserto, allietato dal suono del DIDGERODOO (n.D.R. Si tratta di uno strumento musicale a fiato tratto da un unico ramo di eucalipto intagliato, dal suono tipo “pernacchia”), seguito da una cena BBQ elegante sotto le stelle, con annessa spiegazione sui misteri delle costellazioni che invadono, letteralmente, il cielo buio-pesto e possibilità di vedere le stars dagli appositi cannocchiali (per info, www.Landandsky.Com.Au). Il tutto, in una “babele” di lingue parlate dai turisti provenienti da ogni parte del mondo… Torniamo al Sails stanchi, ma decisamente ancora increduli per le fantastiche sorprese di questa prima giornata nel Red Centre.

15 maggio L’idea di goderci una notte in più di Sails è troppo invitante, così come quella di avere un po’ di tempo per bere la bottiglia di champagne che ci hanno portato in camera come honeymooners. E così, cambio di programma: prenotiamo una notte in più e decidiamo di saltare la tappa al King’s Canion Resort! E facciamo benissimo…Perché trascorriamo una giornata veramente divertente alla scoperta del deserto, che comincia con la visita al cultural centre di Yulara, interessantissimo per le molte notizie sul tradizioni, usanze e modi di vivere degli aborigeni. E’ qui, infatti, che cominciamo davvero a capire il senso della “montagna sacra” e delle leggende sul Dreamtime, oltre a renderci conto di quanto vi sia una nettissima separazione tra la popolazione australiana di derivazione inglese, presente sulle coste e nelle rare cittadine dell’interno, e quella originale aborigena, che continua ad abitare gli impervi luoghi del centro continente e dei parchi naturali (n.D.R. Ottimo per comprendere questi temi Bruce Chatwin, Le vie dei canti, ed. Adelphi).

Ci dirigiamo, quindi, a Yulara, ma decidiamo di non scalarla per rispetto ai legittimi proprietari aborigeni e ci “limitiamo” alla passeggiata intorno alla base. La temperatura è perfetta, nonostante siano le ore più calde (sembra una primavera romana). Unico neo: la quantità industriale di mosche, che ci porterà la sera stessa ad acquistare le inizialmente derise retine-antinsetti da mettere in testa!!! Proseguiamo fino ai promontori delle Olgas (Kata Juta in lingua aborigena) e qui facciamo una splendida e faticosa passeggiata, che ci porta fino al secondo lookout. La vista è mozzafiato durante tutto il percorso e il silenzio fitto rende tutto ancora più bello e maestoso. Due note. La prima: ogni raro turista che incontriamo ci saluta amabilmente in inglese (e riflettiamo che in Italia fai fatica anche a veder ricambiato il saluto coi vicini di casa). La seconda: continuiamo a vedere coppie e famiglie che vanno in giro con bimbi anche molto piccoli (pochi mesi) in questi luoghi solitati e un po’ scomodi ed è una notevole lezione di vita sul nesso “famiglia italiana-stanzialità”!!! Al ritorno presso il resort, continuiamo a pensare che la temperatura è impeccabile…Lo champagne che innaffia il nostro aperitivo, infatti, va giù che è una meraviglia…Così come la deliziosa cena a buffet di pesce, che ci godiamo con pochissimi ospiti, molte risate e…Altrettante coccole! Siamo o non siamo in honeymoon??? ;-))) 16 maggio E l’Avventura sia.

Lasciamo lo splendore del Sails per la nostra prima tappa: il KINGS CANION. Qui ci attende una bella (ma non troppo lunga né faticosa) passeggiata, durante la quale l’uso delle nostre retine-antimosca ci danno l’idea di essere entrati a pieno nella parte del “perfetto turista esploratore”!!! Un consiglio sul canion: potete visitarlo facendo due percorsi, uno più lungo che passa in alto e uno più corto che passa in basso tra le rocce della foresta; noi, per motivi di tempo, abbiamo fatto il secondo ma tutti ci hanno detto che quello più lungo è ancora più bello! L’abbondante colazione fatta al Sails ci permette di saltare il pranzo e di ripartire immediatamente in direzione Alice springs, dove dobbiamo arrivare prima del tramonto (n.D.R. Ricordate, vero, che in Australia non si viaggia di notte? ;-9). Questo non ci vita di sgranocchiare durante tutto il percorso le seguenti cibarie: crackers all’acqua (il pacchetto ci seguirà per altre due tappe e verrà gettato solo a Cairns), bastoncini di formaggio che sembra quello delle sottilette (sono della Kfrats infatti e ne abbiamo ancora tre in frigo per ricordo…) e frutta (rubata in hotel).

Per rendere tutto più facile, invece, di fare la superstrada, imbocchiamo per la MERENIEN LOOP, una strada non asfaltata che passa in mezzo alle riserve aborigene partendo, più o meno, dal Kings Canion Resort e per la quale abbiamo dovuto chiedere un giorno prima l’apposito passi (n.D.R. Ci sono regole un po’ di ferro per percorrerla, tipo che non ti puoi mai fermare a bordo strada od uscire dal tracciato principale per imboccare stradine laterali). Qui, è tutto un ballare (ma sul serio), tanto che all’inizio ci guardiamo e ridiamo come pazzi, indecisi se tornare indietro o meno!!! La RAV4, però, regge benissimo, nonostante sollevi enormi nuvole di polvere e nonostante noi facciamo finta di non vedere i copertoni bucati a lato strada… Ci mettiamo un secolo ad arrivare alla fine, ma è troppo divertente!!! Poco prima di Alice, ci fermiamo in un piccolo villaggio aborigeno in cerca di souvenir, ma è deserto (n.D.R. Qui dopo le 17 non si vede mai nessuno in giro…Anche se non è che prima ci fosse cmq molta folla nelle strade!!!). Così tiriamo dritti fino alla meta ed arriviamo all’AURORA ALICE SPRINGS (www.Auroraresorts.Com.Au) col buio. Abbiamo comunque tempo per un giro nella mall della cittadina (i negozi ovviamente sono chiusi) ma facciamo una chiacchierata con un tipo che vende dipinti per strada: si tratta di un italiano della Sicilia, venuto qui più di trenta anni fa, ora sposato con un’artista aborigena che fa dei quadri meraviglio ma molto cari (n.D.R. AUDREY MARTIN WILLIAMS, phone 88963562 cui aggiungere i prefissi locali). Segue una cenetta buona buon al ristorante sotto l’hotel, il RED OGRE GRILL, che poi scopriremo essere una catena. Domus mangia una bella bistecca con purè e un quintale di cipolle rosse e Dilight del delizioso barramundi (n.D.R. È un pesce squisito con enormi filetti, che sembra un merluzzo di acqua dolce) su un letto di verdure ed un cereale (che sembrerebbe orzo) saltato nel burro.

17 maggio Ci svegliamo molto presto perché ci attende l’aereo per Darwin ma anche perché abbiamo serie intenzioni di riportarci a casa un didgerodoo…Domus ha imparato a suonarlo nel deserto e, oramai, non possiamo più farne a meno!!! ;-))) Facciamo un giro dei raffronti tra i vari negozi, mentre Dilight si gusta per colazione un enorme muffin al cioccolato, tra i più buoni del viaggio. La nostra impresa ha successo: ci facciamo spedire in Italia un didge e due piccoli dipinti aborigeni fatta da un’artista locale!!! E poi…Di corsa in aeroporto! Ancora felici per l’acquisto del nostro Didgerodoo, ci godiamo il tranquillo volo di un paio d’ore e, subito dopo essere atterrati, ci accorgiamo di una cosa…Qui sì che fa veramente caldo!!! L’aria è molto più umida che nel deserto e la temperatura elevata, anche se è mattina presto. Ma c’è un sole limpido e pieno alto nel cielo e poi…Si prendono un sacco di belle stazioni alla radio!!! 😉 Ritirata l’auto, partiamo subito in direzione del parco, perché la strada da fare è un po’ lunga. Quando arriviamo all’ingresso del KAKADOU NATIONAL PARK il sole sta quasi tramontando. Ci attende il primo di alcuni spettacoli mozzafiato: un’immensa distesa di verde di cui non riusciamo a vedere la fine, punteggiata qua e là di incendi che levano alte colonne di fumo. Tutto intorno, un silenzio spesso, interrotto solo da strani ed irregolari suoni di quelli che a noi sembrano uccelli… NATIONAL GEOGRAPHIC:, puntata n.1: i nostri eroi si chiederanno perché gli incendi? Il parco è ricoperto da un’enorme savana che, nella stagione secca, prende fuoco molto facilmente causando gravi danni a piante ma anche (e forse di più) agli animali. Per evitare questo, qualche tempo prima che arrivi il gran caldo, i ranger appiccano dei fuochi controllati che bruciano solo le piante più piccole e le sterpaglie, evitando danni ben maggiori nei mesi a seguire.

Appena cala il sole, una marea di insetti invadono l’aria e noi ci “tappiamo” in macchina e, a parte un leggero fuoristrada di Dilight (n.D.R. Le strade sono strette, senza gard rail ovviamente, senza luci e, nell’altro senso, si incontrano praticamente solo immense jeep che vanno molto veloci …), arriviamo “sani e salvi” al nostro hotel di JABIRU, il GAGUDJU CROCODILE HOLIDAY INN (n.D.R. Rassegnatevi: qui nel Kakadou i nomi sono tutti praticamente impronunciabili!!!). Si tratta di una struttura molto particolare, situata nell’unico piccolo villaggio presente dentro al parco, che è famosa per avere la forma di…Un grande coccodrillo!!! C’è da dire che, nonostante sia il posto più costoso della zona, le camere sono un po’ anonime, ma si mangia bene e il servizio è buono: c’è anche una lavanderia a gettoni, utilissimo accessorio dati i prezzi del lavaggio per singolo capo solitamente proposti dai resort!!! E poi, prima di andare a dormire e dopo qualche risata alle spalle della coppia di italiani in assetto da film di Verdone avvistati in hotel, vicino alla camera ci attende una sorpresa…Un enorme rospo!!! Indecisa se lasciare il neo marito per baciare lui, alla fine Dilight torna sui suoi passi per onore della famiglia… ;-))) 18 maggio Decidiamo di non fare colazione in albergo e ci dirigiamo a piedi al “centro commarciale” di Jabiru. C’è poca scelta, e così facciamo un american-bush breakfast a base di uova, pancetta, pane tostato e un po’ di frutta. Poi ci accorgiamo di due cose: ci sono un sacco di aborigeni anche qui e quelli che sentivamo ieri non erano uccelli. Gli aborigeni, a dire il vero, stanno in strada senza fare nulla, uomini, donne e bambini, ed hanno un’aria assente ed annoiata. Oltretutto, non è che poi ci sorridano più di tanto (n.D.R. Ci poniamo un po’ di domande sulle loro abitudini, ma non è che ci siano molte notizie in giro…) Poi alziamo al testa, per fotografare gli strani uccellini che ci sono sui grandi alberi tutti intorno alla strada. E capiamo che sono dei BAT impellicciati che dormono e, pigramente, ogni tanto si spostano da un ramo all’altro!!! Ecco cos’era quell’odore così…Particolare!!! Prendiamo l’auto e facciamo una bellissima passeggiata al sito rupestre di NOURALGIE ROCK, dove si possono ammirare dei dipinti aborigeni molto antichi e un bel lookout della zona circostante. Qui la retina antimosche non serve più, ma l’Autan e i pantaloni lunghi sono d’obbligo (e noi non siamo nemmeno nella stagione peggiore per le zanzare…).

Purtroppo, per due minuti due perdiamo la barca che ci doveva portare in crociera sull’ALLIGATOR RIVER.. Recuperiamo alla grande con un’escursione che rimarrà tra le più belle del viaggio: partenza dal sito di UBIRR per un’ora a piedi, in cui possiamo vedere alcuni dei dipinti più belli della zona, e poi una piccola scalata, che ci conduce su una rocca da cui si domina letteralmente tutto il Kakadou… Intorno a noi, il silenzio assoluto, rotto solo dalle ali e dalla voce degli uccelli che si spostano tra gli alberi oppure dal crepitio del fuoco che in lontananza scoppietta. Sembra di essere nell’era preistorica. Lunghe distese verdi, intervallate a zone acquitrinose ed a fiumi, poi alberi e rocce, poi ancora arbusti e, in fondo, lontano-lontano ma visibile senza barriere, l’oceano…Non ci sono strade, non ci sono fili della luce, non ci sono antenne.

Non c’è l’Uomo.

Questo è forse lo stupore e, insieme, la meraviglia più grande. Esistono luoghi al mondo, dove non siamo arrivati, non abbiamo costruito, abbattuto, modificato, rovinato, programmato e inquinato. Non c’è prezzo per questo spettacolo, che ci resterà nel cuore come un tatuaggio indelebile per tutto il resto del viaggio… Ce ne andiamo solo dopo il tramonto, quando anche i ranger si avviano, per tornare al nostro Crocodile. Cenetta romantica e ninne presto, che domani, lo sappiamo, ci attende una nuova lunga giornata.

19 maggio Alle 8.30, in anticipo di mezz’ora per non sbagliarsi, siamo all’imbarco della mini crociera sull’Alligator River, che si rivela più interessante del previsto. Non ci vuole molto a capire, infatti, che, a causa del gran caldo, gli animali non sono molto attivi durante il giorno mentre si spostano parecchio di notte e la mattina presto. E così, mentre la competente guida ci spiega (nell’incomprensibile inglese che parlano qui…) diverse usanze aborigene relative alla caccia ma anche alle abitudini tribali, scorriamo lentamente sull’acqua piatta del fiume avvistando uccelli e strani alberi, nonché salti improvvisi nell’acqua davanti a noi (n.D.R. Sono i barramundi, il pesce-like-cod che a Di light piace un sacco). Fino a quando…Un enorme coccodrillo esce placido dall’acqua, forse disturbato dalla nostra barca e si va ad arenare sulla riva davanti a noi!!! È un maschio adulto ci dicono, più grande di quelli che vedono di solito, che ci fissa coi suoi occhietti anfibi e, diciamolo, fa Paura! Ci avviciniamo il più possibile per osservarlo meglio e la cosa più divertente è che, ad un certo punto, la barchetta sembra non ripartire…Ma poi lo fa!!! Pensa che storia: giovani sposini in viaggio di nozze diventano colazione per coccodrillo affamato!!! ;-9 Al termine della crociera, ci dirigiamo l’auto e guidiamo fino alle famose YELLOW WATER, dove arriviamo all’ora di pranzo (n.D.R. Ricordate quando vi abbiamo detto che ci sono parecchi spostamenti tra un’escursione e l’altra? Sono tutti “tempi morti” che vanno calcolati nel fare il vostro planning del trip australiano!). Anche qui vediamo un sacco di animali, compresi degli stranissimi uccelli dalle gambe lunghe che sembrano camminare sull’acqua! Questa crociera è forse la più famosa della zona ma, a dire il vero, l’abbiamo trovata meno suggestiva dell’altra. Sarà che le barche sono molto più grandi ed affollate e che la guida parla con l’altoparlante o magari che siamo andati nell’orario più caldo? In compenso, facciamo un breve percorso a piedi su una piattaforma sospesa sulla palude alla ricerca (improbabile a quest’ora del giorno) di qualche Green Tree Frog: molto suggestivo! Di nuovo in auto di filata sino alla cittadina di Katherine, dove ceniamo in un posto consigliato dalla nostra Lonely Placet. Si tratta del KATIE’S BISTROT, il ristorante del Knotts Crossing Resort (www.Knottscrossing.Com.Au): tutto molto buono e porzioni enormi!!! La nostra guida cartacea non sbaglia un colpo!!! 20 maggio Avevamo proprio bisogno di un po’ di sonno in più!!! ;-))))))) Anche per la colazione ci affidiamo alla Lonely e ci fermiamo sulla strada per le Gorge al KUMBIDGEE LODGE TEA (Gorge Road Katherine, tel. 08-89710699, salvo prefissi da verificare in loco). Qui facciamo il “drammatico” errore di ordinare una colazione bush style. Dopo esserci riforniti da soli di latte e cereali e dopo aver goduto la vista del bel giardino con laghetto e stranissime papere (con cui facciamo subito amicizia!), ci arriva un enorme piatto con: bistecca (!), pomodori, funghi, bacon, uova, pane tostato e fagioli!!!!!! Naturalmente, pensiamo di saltare il pranzo… Anche la gita alle KATHERINE GORGE è tra le più famose della zona ed è da fare. Solo che forse, anche qui, conviene prenotare per la mattina presto e fare il percorso più lungo che dura quasi un’intera giornata. Si tratta, infatti, di 7 gole di roccia in mezzo alle quali scorre un fiume su cui si passa in barca e le gite sono di varia durata in rapporto al numero di gole che si decide di visitare. C’è anche la possibilità di prendere le canoe e girare da soli nel fiume.

Noi, per mancanza di tempo, abbiamo visto le prime due, facendo una gita standard. Molto belle, ma ti viene troppo voglia di vederle tutte e 7!!! Abbiamo anche fatto amicizia con due simpatici honeymooners di Milano, già incontrati in precedenza.

Torniamo in direzione Katherine per prendere la strada che ci condurrà nuovamente a Darwin e, dato che siamo senza fondo, ci fermiamo in un fast food dove fanno tutto a base di pollo e prendiamo panino, crocchetta e insalata da mangiare in auto…Il viaggio è piacevole e, per fare benzina, sostiamo in un piccolo villaggio “fantasma” che è sulla strada in cui mancava solo la balla di fieno per rendere il set western completo! A Darwin ci attende un albergo bellissimo, con bottiglia di champagne e colazione al buffet inclusa nel prezzo! Siamo molto felici, fino a che non ci ricordiamo che l’aereo della mattina seguente per Cairns decolla alle 5.45 circa. Ciò, tradotto, vuol dire: che non faremo in tempo a fare il nostro breakfast offerto, oltre al fatto che dormiremo solo pochissime ore!!! Ci consoliamo con una bella passeggiata per la cittadina, molto piacevole e vivace, nonché piena di localetti e ristorantini: quasi quasi non ci dispiace un po’ di rumore umano!!! 😉 Dopo lunga indecisione, ci fermiamo al DUCK & NUTS (www.Ducksnuts.Com.Au n.D.R. Annesso al risto-locale c’è un vodka bar stupendo, dove ti viene troppo voglia di sederti a bere un drink. A Darwin ci sono dei locali molto belli e curati, anche quando aperti solo di giorno o per prendere un caffè e dove ti servono sempre con grande cortesia e rispetto. Ad averli in Italia posti così…) dove, ovviamente , mangiamo piatti a base di anatra ed ascoltiamo un po’ di discreta musica live guardando i modi di fare dei giovani australiani intorno a noi. Dopo il secondo bicchiere di pink wine ed un cosmopolitan, ci sembra tutto ancora più divertente ed il gruppo che suona spettacolare … 😉 21 maggio Pochissime ore di sonno e siamo di nuovo in strada diretti all’aereoporto. Per strada ci fermiamo a fare benzina e notiamo che non si vedono tante differenze tra noi e la coppia di ragazzi post-disco che incontriamo al drugstore del distributore: loro comprano patatine e noi caramelle, ma tutti e 4 sembriamo sbronzi da morire…Solo che noi non abbiamo bevuto niente!!! ;-9 In compenso, mentre voliamo verso la SUNSHINE COAST, le correnti d’aria sono tranquille e conciliano un meritato sonnellino… Giunti a destinazione il tempo è un po’ incerto, ma l’atmosfera è davvero vivace: tanti giovani, tanti negozietti e una passeggiata lungo laguna davvero bella (n.D.R. Qui la bassa marea si fa sentire un sacco, tanto che in questo periodo l’oceano si ritira molto, lasciando scoperta la sabbia umida per un bel tratto davanti alla cittadina. In lontananza, quindi, vedi l’azzurro dell’acqua, ma dietro i parapetti del “porto” tutte dune umide piene di piccoli granchietti!).

Anche qui il nostro hotel è molto bello e noi abbiamo una stanza immersa nel giardino tropicale da cui si domina la bellissima piscina…Mettiamo subito il costume con l’idea di sedere sugli sgabelli sottomarini che si intravedono vicino al bar della pool, ma una nuvola si piazza sopra l’hotel e il bar apre nel pomeriggio! Non ci perdiamo d’animo e usciamo a fare una bella passeggiata lungo l’ESPLANADE, dove ci godiamo anche delle bancarelle ricche di oggettini graziosi. Dilight avrebbe comprato quasi tutto, se Domus non l’avesse fermata con la questione dell’eccessivo peso delle valigie… Di fronte alla Lagoon c’è un’enorme piscina artificiale all’aperto, con una forma molto cool e dei grandi pesci di alluminio in mezzo, che è piena di bagnanti, i quali, non potendo sfruttare l’oceano, si divertono e rinfrescano in quest’altro modo! La stanchezza della notte in bianco comincia a farsi sentire, così ci fermiamo in un chioschetto per un piatto di noodles e poi torniamo in albergo per un po’ di ninne.

Al risveglio è già tardo pomeriggio, ovvero giusto in tempo per una doccia e per goderci un aperitivo a base di champagne nella nostra daintree room (n.D.R. Nello zaino abbiamo ancora la bottiglia dell’hotel di Darwin, che non siamo riusciti a bere…). Dopodiché, ci divertiamo un sacco a scegliere che tipo di cena degustare e sembra un po’ di essere tornati negli States, dove puoi mangiare qualunque cosa vuoi fino a tardi…Ci decidiamo per la CASA DE MEZE (www.CasaDeMeze.Com.Au), dove servono una buona cucina spagnola (ma non solo) accompagnata da divertente musica live!!! Un’altra passeggiata chiude una delle pochissime giornate di città di questa nostra honeymoon… 22 maggio Abbondante ma non eccezionale breakfast in hotel, per poi riprendere l’auto in direzione CAPE TRIBULATION ovvero nel cuore di uno dei rarissimi luoghi al mondo in cui la foresta tropicale raggiunge direttamente la spiaggia…Sarà una delle giornate più emozionanti del nostro long trip australiano… Man mano che lasciamo le zone abitate, a sinistra si avvicinano scorci dell’oceano, mentre in tutte le altre direzioni (compreso sopra alla nostra testa) gli alberi crescono sempre di più…È inevitabile ogni tanto fermarsi nelle spiagge lunghissime e deserte che incontriamo: non ci sono bagnanti, non ci sono stabilimenti, non ci sono rumori se non il vento e le onde. Ovunque, cartelli premurosi avvisano che la stagione non è buona per tuffarsi: queste acque limpide sono in realtà meta per diversi mesi all’anno di velenosissime jellyfish (meduse), il cui tocco ferale è in parte contrastabile con l’aceto, presente in apposite cassette di sicurezza lungo tutte le beaches che incontriamo!!! La strada prosegue più nell’interno e attraversiamo zone di campagna verdissima, con alberi di banano e coltivazioni di canna da zucchero ovunque…Sembra un po’ di essere nelle praterie dei grandi Stati agricoli americani. Lungo i campi corre una strana ferrovia di ferro, con pochi carretti arrugginiti sopra: scopriamo che si usa solo per far transitare il raccolto da un centro all’altro. Qui, infatti, il solo collegamento con la città è la strada che stiamo seguendo che, ad un certo punto, si interrompe a causa di un largo fiume che è poi anche l’accesso alle zone più interne della foresta…Lo attraversiamo a bordo di una chiatta che funge da “ponte mobile” e in pochi minuti siamo sull’altra sponda (n.D.R. Per il passaggio si paga una tassa statale, applicata senza eccezioni anche alla gente locale che è costretta a prendere la chiatta anche due volte al giorno e che, giustamente, ha un certo astio per la faccenda…).

Dopo qualche altro km immersi nel buio filtrato di luce degli alberi, raggiungiamo la CANAPY TOWER, un centro di informazioni sulla daintree forest estremamente interessante, che prevede diversi percorsi guidati e la “scalata” ad una torre di legno alta 25 m, da cui si può ammirare la vegetazione dalla sua sommità!!! Impariamo un sacco di cose sulla foresta e sugli animali che la popolano: ad esempio,ci spiegano che in questa area così poco estesa, ci sono migliaia di specie vegetali diverse, che lottano per raggiungere la luce del sole, anche crescendo addosso alle altre, come nel caso del fico strangolatore. E poi, lo sapevate che i pipistrelli sono fondamentali per la circolazione dei semi? Sono gli unici animali, infatti, a mangiare i frutti ed a “sputare” i relativi noccioli mentre sono in volo, permettendo così alle piante di riprodursi anche a molti km di distanza dall’albero-madre!!! E che i cassowary sono una specie di tacchini selvatici enormi, con la testa rossa e blu, non proprio amichevoli se li incontri in giro di giorno? ;-))) In cima alla tower, avvistiamo diversi uccelli colorati e una farfalla enorme, blu elettrico e nera, che è tanto bella da sembrare finta… È ora di pranzo, e ci fermiamo al FAN PALM BOARDWALK CAFE’ (80 Cape Tribulation Road, tel. 07-4098-9088, e-mail amstephens@qld.Chariot.Net.Au), situato nel cuore della foresta, circondato da un bellissimo giardino tropicale, segnalato come sempre dalla guida. Qui gustiamo un panino che immenso è dire poco e un’ottimo petto di pollo grigliato con ananas e insalata. Poi, per non farci mancare nulla, ci rechiamo alla vicinissima DAINTREE ICECREAM COMPANY: una fabbrica di gelato, dove, a prezzo fisso, puoi assaggiare in un’unica coppa ben 4 gusti ovvero mango, acacia,mirtilli e nocciola!!! Sazi e appagati, percorriamo ancora poca strada e siamo al nostro secondo alloggio della compagnia Voyages:il COCONUT BEACH RAINFOREST LODGE (www.Coconutbeach.Com.Au).

Rimaniamo senza parole…Non ci sono parole per descrivere la nostra Emozione nel vedere un posto del genere…Foto e riprese rendono solo in parte l’atmosfera che abbiamo provato mentre arrivavamo nella hall (tutta all’aperto, senza vetri,in legno caldo e illuminato da lampade soffuse,su una costruzione rialzata di pochi gradini dalla foresta), mentre ci accompagnavano nella nostra camera (percorrendo una stradina tortuosa che si addentrava nel verde, interrotta solo da piccoli lampioni e costruzioni di legno scuro), mentre avvistavamo la piscina di pietre grigie e marroni (perfettamente integrata nell’ambiente, degradante come se fosse una pozza d’acqua naturale) e finalmente ci portavano le valigie nella nostra suite… …Il bruciatore per l’olio essenziale era già acceso e diffondeva aromi dolci come le note della musica sparse nell’aria dall’impianto hi-fi, lo champagne era nella glacette insieme ai flute…Intorno legno scuro ovunque e bianco e panna in tutti i toni…Davanti a noi la piscina, dietro al cottage la foresta…Niente tende da quel lato, solo una parete di vetro a separarci dalla natura, riflessa nelle maioliche bianco-latte del bagno e della grande vasca… Abbiamo appena il tempo di ricominciare a respirare, che l’onda emotiva ci trasporta altrove: il nostro programma prevede una gita notturna nel cuore della foresta tropicale!!! Prima che la guida ci venga a prendere, abbiamo un po’ di tempo per procurarci qualcosa per cena. Riusciamo ad essere serviti dal solo luogo ancora aperto (e per un pelo) ovvero un fast food gestito da un tipo troppo simpatico, cui chiediamo di farci subito crocchette di pollo e patate fritte e di prepararci da portare via due panini con l’insalata di pollo (n.D.R. Dilight, a forza di mangiare chicken, a fare coccodè peggio del solito!!!).

Al resort ci attende la nostra guida, che ci conduce (siamo solo noi due e lui!) nella sua enorme jeep e comincia a spiegarci cosa andremo a fare.

Si tratta di un uomo enorme ma con aria da bonaccione, con pantaloni corti e sandali (roba che noi siamo vestiti coperti fino al collo per paura delle punture di insetti!). Per un po’ restiamo sulla strada principale, ma poi si svolta in vie laterali, sterrate, fino a fermarci del tutto. Intorno a noi, buio Pesto!!! Due ore di camminata nel cuore della foresta, in mezzo ai rami, alle grandi foglie, ai frutti caduti in terra, passando sopra tronchi e avvicinando più volte l’acqua dei fiumiciattoli che vanno verso l’oceano…La nostra guida-ranger marciava come se fosse a via del Corso in pieno giorno!!! Noi ci eravamo già persi dopo i primi 15 minuti. Senza contare quando ci ha detto di spegnere completamente anche le piccole torcette che ci aveva dato in dotazione…Avete presente il film “The blair witch project”??? Ci siamo sentiti davvero vicini vicini ai protagonisti!!! In compenso, con la luce spenta, i rumori intorno si intensificavano molto, giungendo anche da…Sopra le nostre teste!!! Per fortuna, abbiamo avvistato solo animali innocui, più o meno bellini (opossum, uccelli, ragni, lucertoloni, qualche marsupiale), con una menzione particolare per le vere regine del nostro tour: le GREE TREE FROGS!!! Insomma, fatica e un bel po’ di tensione…Ma che bello riderci su bevendo champagne e mangiando sul super king size i nostri immensi panini con insalata di pollo!!! ;-))) 23 maggio Ma le sorprese non sono finite… Sveglia presto e colazione nel resort con vista sull’oceano. Ovvero: ci sono cose che non hanno prezzo (anche se gli insetti invadono continuamente la tua frutta!!!).

Ripercorriamo la strada dell’andata, che ora ci sembra ancora più affascinante e familiare e ci piange già un po’ il cuore di nostalgia a lasciare la daintree forest… Non si può fare altrimenti, però. Dobbiamo tornare a Cairns, per poi dirigerci in aeroporto dove ci attende il trasporto fino alla nostre prescelta isoletta sulla barriera corallina!!! Per la prima volta, facciamo il chek-in presso uno sportello di una compagnia diversa dalla Qantas e questo già ci avrebbe dovuto far capire qualcosa…O meglio, avrebbe dovuto illuminare l’imbambolata Dilight!!! Che non si è svegliata dal suo mondo di meraviglie nemmeno quando la gentile signorina le ha proposto la seguente alternativa per i posti: uno dietro l’altro o di fianco ma col corridoio in mezzo??? Non si trattava, infatti, di un volo superpieno di turisti… Un barlume nella nebbia, si è aperto quando i piloti, incontrati sulla pista, si sono presentati e poi hanno fatto le spiegazioni di sicurezza di routine nel bel mezzo della stessa pista!!! L’aereo, infatti, non era quello che si intravedeva alle loro spalle, ma…Quello più piccolo subito dietro a questo!!! Un Cesna da 10 posti.

Il volo è durato un’ora e 5 minuti, infiniti per Dilight e ancora di più per Domus, che non ha mai potuto smettere di parlare per distrarla…Recitando con lei l’intero albero genealogico delle due numerose famiglie!!! Ma poi…Siamo atterrati nel Paradiso.

Nel finto aeroporto, ci hanno accolto con tovaglioli caldi e profumati per detergerci collo e viso, dopodiché ci hanno condotto con un mini pulmino alla reception, per offrirci un the freddo al mango con alcuni squisiti appetizers. I camerieri ci hanno messo i tovaglioli in grembo sempre sorridendo.

Rinfrescati e rinfrancati, ci siamo recati a svolgere le formalità di arrivo e una signorina ci ha guidato a visitare la struttura, per poi portarci nella nostra SUNSET POINT VILLA, la numero 7. Incredibile.

Una villetta con legno, ovunque, pavimenti, soffitti, pareti. Una vista mozzafiato da due lati sulla barriera corallina, in direzione, ovviamente, del tramonto. Un’amaca in veranda, un bagno grandissimo con doccia e vetrata sull’esterno, mille accessori (asciugamani, accappatoi,scarpette per la doccia, saponi, bevande, cd, libri…), la “solita” glacette con lo champagne immerso nel ghiaccio.

Ci abbiamo messo un bel po’ per riprenderci!!! È stato un attimo mettere il costume e scendere quei pochi gradini che ci separavano dalla spiaggia…Ci siamo rincorsi, ci siamo fatti il bagno, ci siamo arrampicati sulle rocce fino in cima dove…C’erano due poltrone di legno già posizionate ad aspettarci per godere il tramonto!!! La cosa forse più incredibile di tutte era il Silenzio…Eravamo Soli. Nessuno in tutta la spiaggia, nessuno sulle rocce, nessuno in vista.

Solo la fame ci ha portato via e condotto nel cuore del resort per la cena. Serviti e riveriti, abbiamo mangiato cucina creativa bella da vedere e appetitosa da gustare, bevendo un vino ghiacciato,che si è sommato al nostro aperitivo a base di Martini Cocktail…E il Paradiso ci è sembrato molto, molto, molto piacevole!!! Premessa: tutti i dettagli su Lizard li potete trovare al seguente indirizzo: www.Lizardisland.Com.Au…

24 maggio Quando ci siamo svegliati, c’era il sole. Le poche nuvolette incerte del pomeriggio prima sparite. Siamo andati nel cuore del resort per fare colazione e dopo ci siamo recati al beach point, dove ci attendeva la nostra barchetta prenotata la sera prima. A tutti gli ospiti dell’isola, infatti,è lasciata la possibilità di riservare una piccola imbarcazione a motore da usare per gli spostamenti lungo le calette, nascoste in mezzo alla vegetazione e spesso non raggiungibili via terra. Inoltre, se si prenota con l’idea di stare fuori per l’ora di pranzo, è possibile richiedere di avere un apposito picque-nique, che comprende piatti e bevande scelti da un’ampia selezione.

Il nostro “istruttore” di turno ci spiega tutti i segreti del piccolo natante, che scopriamo super accessoriato: ciambelle di salvataggio, remi (per bellezza, ci dicono), un tettuccio parasole da sollevare in caso di necessità, ombrellone e asciugamani e pinne e boccaglio per la spiaggia. Insomma, potremmo arrivare in Polinesia via oceano… 😉 Poi ci viene richiesto su quale spiaggia vogliamo andare tra quelle segnalate sulla mappa dell’isola; ne scegliamo una vicina e, con sommo stupore, il tipo ce la “assegna” ovvero indica sull’apposito modulo che è riservata tutta per noi per l’intera giornata!!! Così, ci avviamo per il breve percorso marino (20 minuti in tutto) che ci fa arrivare sull’insenatura deserta di HYBISCUS BEACH: un sogno ad occhi aperti!!! Lì, tra l’altro, ci attendono due sdraio… Giochiamo coi gabbiani, facciamo snorkelling, facciamo foto e stiamo semplicemente a mollo e poi sotto il sole (caldissimo, ma non soffocante di umidità come le estati italiane…). Quando ci viene fame, ci apparecchiamo con la tovaglia blu di stoffa e i nostri calici. E ci rendiamo conto di aver ordinato l’impossibile, soggetti alla curiosità di assaggiare tutti (o quasi) il menù proposto!!! Alla fine salgono sul podio per primi gli enormi gamberoni, seguiti a poca distanza dal salmone affumicato e dalla greek salad… Raccogliamo tutto e ci incamminiamo per rientrare, perché nel pomeriggio ci attende una mini crociera su una barca dal fondo trasparente, con annessa lezione di scoperta dei fondali…È un’esperienza molto divertente: vediamo le rinomate giants claims (n.D.R. Enormi vongole che dire veraci è poco…Ne basterebbe mezza per un kg di spaghetti…Sempre che si riesce a tirarla fuori dalla sua conchiglia!), due mante enormi e persino uno squalo (che ci dicono essere buono…Vatti a fidare…), oltre a un’impressionante vastità di coralli e pesci multicolore!!! Il preferito di Dilight, naturalmente, è il Dip Chocolate… Al rientro nella Sunset ci facciamo una lunga doccia, seguito da riposino in accappatoio sull’amaca, attendendo il tramonto. A seguire, una cena degustazione stile thai, prima della quale prende il via la nostra prima sfida giornaliera a dama con annesso aperitivo… 25 maggio Hybiscus beach oggi era occupata da turisti in crociera vicino all’isola e così ce ne siamo andati a PALM COVE. Anche qui passiamo ore in acqua a fare snorkelling (n.D.R. Inevitabile scottarsi la schiena… ;-9) ed a goderci il nostro pranzo “al sacco”, fin quando alcuni nuvolosi ci spingono a rientrare. Scopriremo poi che si tratta di perturbazioni naturali e giornaliere, che passano tanto veloci quanto sono arrivate… Inoltre, siamo quasi in ritardo per la nostra lezione guidata di snorkelling! Indossate le mute (n.D.R. Utili ad evitare collassi di vario tipo dovuti ad indigestioni post abbondante pranzo), entriamo nuovamente in acqua insieme ad altre due coppie di turisti e al nostro istruttore, che ci porta in giro intorno alla barriera spiegandoci la natura e le caratteristiche di tutto quello che vediamo…Un paradiso di vita e di colori!!! La sorpresa forse più grande è la turtle…Si muove lentamente, pacifica, elegante e non si cura di noi, se non quando gira un poco la testa mentre ci passa vicino per andare via…È meravigliosa.

Per assaporare bene i ricordi di questa esperienza marina, ci regaliamo un altro dolce pisolino sull’amaca, cui facciamo seguire un aperitivo in camera. Stavamo quasi perdendo l’abitudine di ubriacarci con le bottiglie di champagne per honeymooners!!! ;-))) Per cena ci aspetta un altro “trattamento speciale”: la cena riservata. Su richiesta, infatti, gli ospiti possono chiedere di non cenare insieme agli altri ma di consumare il loro dinner sul prato davanti alla sala oppure nel patio, nonché di avere uno speciale menù unicamente a base di pesce…Ovviamente, non ci facciamo mancare questa possibilità!!! E così, chiudiamo la nostra “stancante” giornata gustando antipasti misti di pesce e una grigliata di crostacei che, forse, avevamo mangiato così solo al Port Olimpique di Barcellona…Forse… 26 maggio La “sete di avventura”, ci ha portato a prendere nuovamente la barchetta in direzione Hybiscus beach, nonostante il mare fosse un po’ mosso. Da lì, l’intenzione di proseguire a piedi per CASUARINA BEACH, dall’altra parte rispetto alla baja principale. La navigazione è inevitabilmente un po’ più ballerina del solito, ma poi la scalata di rocce raso-mare è molto piacevole. E la meta ripaga di tutta la fatica…L’acqua, se possibile, è ancora più verde e limpida di quella vista sinora e si vedono distintamente i due isolotti che compongono l’arcipelago di Lisard.

Purtroppo, non possiamo fare il bagno perché la corrente è fortissima ed il vento anche. Ma ci divertiamo a scattare una lunga serie di foto che intitoleremo “Laguna blu”!!! Le solite nuvolette del pomeriggio scaricano anche un po’ di pioggia stavolta e così decidiamo di rientrare per mettere alla prova le nostre doti…Da sportivi!!! Risultato: un’ora tra tapis roulant e attrezzi per fare canottaggio, seguita da un’altra oretta in cui Domus cerca disperatamente di insegnare a Dilight un minimo essenziale di rudimenti di tennis…Ci preoccupiamo seriamente di quanto potrebbero farci pagare tutte le palline perse nel bosco durante il suddetto tentativo!!! In camera troviamo un invito dello staff per l’aperitivo nella lodge all’ora del tramonto. Così ci docciamo e ci vestiamo carini per goderci il rendez-vous. Facciamo una piacevole chiacchierata con una coppia di svizzeri honeymooners, scambiando informazioni utili sulla nostra prossima tappa: Sydney.

E poi ci gustiamo una cena deliziosa, composta da un sacco di antipasti e poi da un bbq at choice tra carne e pesce. Per non soffrire, non diremo nulla dei dolci che sono seguiti… e del cognac della staffa a chiudere!!! ;-))) 27 maggio A questo punto, due notizie di contorno non fanno male. A Lizard, il servizio è eccellente ed è una componente fondamentale del soggiorno. Gli ospiti sono serviti e riveriti, con attenzioni cui noi italiani difficilmente facciamo l’abitudine… Ad esempio, per i camerieri è un massimo segano di rispetto posare il tovagliolo sulle gambe del cliente. E poi, tutti i giorni tra le 17 e le 18 del pomeriggio, nelle verande viene cambiato il ghiaccio del cestello. Gli asciugamani e le lenzuola sono cambiati tutti i giorni. Idem per i saponi, i bagnoschiuma, le creme e tutto l’accessorio da “toiletta”.

Ma la “coccola” forse più stupefacente per noi è stata quella della preparazione per dormire…Ogni sera, infatti, dopo essere rientrati dalla cena, trovavamo il letto “vestito da notte” con coperte e cuscini più scuri di quelli color crema usati di giorno, l’olio essenziale acceso a bruciare e una musica ambient di sottofondo a conciliare il buon riposo, ribadito anche dal bigliettino posato ogni volta accanto alle bottigliette d’acqua lasciate lì per noi… Da notare che la musica da ascoltare in camera poteva essere scelta in un elenco lunghissimo di cd, che venivano fatti trovare in stanza dopo essere stati richiesti. Noi ne abbiamo voluto uno che era composto solo da…Rane gracidanti…Inutile dire che le abbiamo sognate spesso!!! ;-9 Il nostro penultimo giorno di paradiso ce lo siamo goduti nell’angolo più remoto della spiaggia principale, la ANCHOR BAY. Il tempo è stato splendido e abbiamo reso un sacco di sole, oltre ad aver scritto una valanga di cartoline da inviare!!! Da qui, abbiamo potuto vedere in modo ancora più deciso l’alternarsi tra alta e bassa marea, che sposta la riva di diversi metri ogni volta. E abbiamo fatto amicizia-ravvicinata con un paio di grossi varani tipici dell’isola (da questo, appunto, Lisard island!).

Quasi al calar del sole, siamo tornati in camera per una doccia veloce prima di goderci un altro regalo speciale della nostra honeymoon: il massaggio di coppia presso la AZURE spa!!! Qui, le gentili signorine ci hanno prima offerto un thè rinfrescante e poi guidato in una sala-sauna di coppia, dove siamo stati circa mezz’ora a…Sudareeeee!!! A seguire, una doccia con saponi essenziali e poi l’ingresso alla vera e propria sala del massaggio…Ne siamo usciti un’ora e più dopo, con un senso di pace e benessere senza limiti!!!!!!! Della serie: VIVAMENTE CONSIGLIATO!!! ;-9 Prima di cena, abbiamo bevuto l’ultima bottiglia a disposizione, assorti nell’annoso problema di quali conchiglie portare via e quali lasciare…Scelta durissima!!! Per cena, dopo aver tentato una nuova special dinner sul prato, boicottata dal troppo vento, ripieghiamo nella lodge, senza troppo dispiacere. Per smaltire vino e cibo, camminiamo un po’ per il resort e scattiamo un sacco di foto, soprattutto nella bella piscina, sinora mai utilizzata…D’altronde, con un mare così come si può concepire di non andare in spiaggia??? 28 maggio Last day… Ci svegliamo abbastanza presto e lanciamo in valigia tutto quello che deve tornare a casa con noi, ricordando a malapena che due dei nostri bagagli sono in deposito nell’hotel di Cairns (n.D.R. Ovviamente il Cesna ha un limite notevole quanto a bagagli trasportabili. Tenetene conto!).

Dopodiché facciamo una passeggiata sino ad una spiaggia che si trova oltre la pista di atterraggio. Dilight sarebbe stata più propensa per un’ultima tranquilla mattinata in Anchor Bay, ma arrivati alla BLUE LAGOON può solo che ringraziare il suo Domus per averla “trascinata” sin lì…È forse la spiaggia più bella vista sul Lisard, anche se sembra impossibile dirlo con tutte le meraviglie godute sinora…Un enorme tronco (che fa da sfondo alle poche cartoline presenti al bazar del resort) si stende su una sabbia bianchissima e fine, che ricopre un piccol golfo di acqua cristalline, alla cui sinistra si estende MANGROVE BEACH. Qui, delle piante acquatiche (le mangrovie, appunto) crescono con le radici nella sabbia e danno rifugio e nutrimento ad un gran numero di pesci e granchietti. Di fronte, una vista perfetta dei due isolotti disabitati dell’arcipelago. Insomma, l’ennesimo PARADISO.

Mentre stiamo per tornare indietro, nell’acqua viene a trovarci una manta…Sembra salutarci ed è durissima pensare che stiamo per lasciare questo luogo meraviglioso… Prima di lasciare la nostra villa, facciamo un ultimo bagno nell’Anchor Bay e “rubiamo” un poco di sabbia dalla spiaggia, come a voler tenere stretto ogni ricordo… Dopo pranzo, attendiamo l’arrivo del Cesna in piscina, cercando di distrarci…Non è facile… Il volo che ci porta via da Lisard è poco più traballante che all’andata e tutto fila liscio. Fatto salvo che, quasi in fase di atterraggio, si sente il suono di un sms in arrivo…Il primo pensiero è per il fastidio di questo rumore, beatamente scomparso per cinque giorni dalle nostre orecchie. Il secondo pensiero è di incredulità, quando ci rendiamo conto che si tratta del cellulare di Domus, rimasto acceso per tutto il volo…Senza parole!!! All’atterraggio, ci attende un clima incerto, che rende lo spirito ancora un po’ più nostalgico e straniato…Non resta che consolarsi nuovamente con la vivacità di Cairns. In particolare, divaghiamo con l’acquisto di souvenir ed una piccantissima cena indiana da MARINADES (43 Spence Street, 61- 07-40411422 – 40411433, marinades@altavista.Com), chiudendo con una doppia dose di coccole da honeymooners… ;-).

29 maggio Il volo per Sydney dura circa 3 ore. L’arrivo in aeroporto dice già molto:luci e tanti rumori, bagni ipertecnologici che profumano di vaniglia, negozi in franchising con marche internazionali. Siamo nella civiltà (?).

La temperatura torna ad essere quella dell’inizio, in verità un poco più fredda di Adelaide. Manica lunga, insomma. Fuori dall’aereoporto c’è da fare un po’ di coda per prendere la navetta che ci porta al nostro hotel. Siamo un po’ stanchi e il micro pulmino è sovraffollato da altri turisti e bagagli. La città che attraversiamo ci sembra familiare, anche se non riusciamo subito a capire quale altra ville ci ricorda.

Arrivati al nostro hotel ci rendiamo conto che avremo modo di chiudere la nostra luna di miele in bellezza: il RYDGES JAMISON HOTEL è bellissimo (http://www.Rydges.Com/locations/Rydges/hotel/RNJAMI/Rydges-Jamison-Hotel-Sydney/Boutique/index.Htm. C’è da dire che il link in questo caso non rende…)!!! In più, l’accoglienza è davvero molto cortese e il servizio accurato. A ciò si aggiunge che, per pochi dollari, ci viene proposto di fare l’upgrade della nostra camera nella superior suite con annessa possibilità di fare tutti i giorni colazione ed aperitivo presso l’esclusivo Jamison Club, situato “solo” al 38esimo piano dell’albergo… Arrivati in camera non riusciamo a smettere di ridere…Rifiniture di pregio, arredamento di classe stile minimalista, legno scuro e color panna in numerose gradazioni. E poi, armadio tv-stero-cd-dvd, king size con tanti cuscini, armadio-mobile bar superaccessoriato, riviste turistiche e non, doccia e vasca enormi colorate da troppe boccettine e accessori del courtesy service. In chiusura: vista mozzafiato sulle mille luci della città!!! Assurdamente, invece di docciarci e andare subito a godere del nostro aperitivo, sfoghiamo un po’ di stanchezza discutendo a lungo sul peso dei nostri bagagli…Il timore è che si possa incorrere nel pagamento dell’onerosa sovra-tassa imposta sui voli internazionali dalla Catay Pacific per i bagagli overweight (?). Si tratta di circa 30 euro per ogni kg in più sui 25 previsti, contando però che i voli interni Qantas ne ammettono 35 (il che ci ha fatto ben caricare di peso senza troppe preoccupazioni sino a quel momento).

Alla fine, dopo aver usato la bilancia del bagno per un’ ipotesi approssimativa e rassicurante sui presunti kg delle nostre Samsonite, contenti del nostro palliativo ci prepariamo e usciamo per cena.

Con nostra sorpresa, Sydney è vuota. Passeggiamo fino al porto, ma non troviamo nessun posto dove fermarci. In altri locali, addirittura, ci dicono che le cucine sono chiuse. Tutto questo alle ore 21.00!!! Ci tornano in mente i pasti saltati a Kangaroo island e, mentre stiamo per contare mentalmente i crackers rimasti nella camera dell’hotel, i nostri piedi ci fermano davanti in un piccolo bistrot in zona THE ROCK che ci accoglie…Mangiamo: enorme zuppa di verdure e due bistecche contornate e, inaspettatamente, salsate. Tutto buono nella media ma prezzo abbastanza elevato, almeno fino al resto dei pasti australiani sinora consumati. Ma poi ci ricordiamo che siamo in una metropoli… 30 maggio Ci svegliamo più riposati e meglio assestati al cambiamento climatico, anche se fa un po’ strano uscire dal Rydges abbronzantissimi e con le maniche lunghe. Seguendo uno dei percorsi tracciati dalla nostra fidata Lonely Placet, facciamo una lunga e piacevole passeggiata (vedi itinerario a pag. 105 della guida Australia, III ed. Italiana, giugno 2004), che ci da le prime misure di questa metropoli: dopo aver attraversato alcuni grandi viali pieni di negozi e bar e risto, entriamo in HYDE PARK, in cui vediamo l’ANZAC MEMORIAL (n.D.R. Un monumento dedicato a tutte le guerre fatte dagli australiani ed ai loro caduti…) e proseguiamo in direzione della bella ARCHIBALD FOUNTAIN, alla cui dx c’è la maestosa ST MARY’S CATHEDRAL.

In attesa del nostro “incontro”, ne approfittiamo per riposarci un po’ seduti sul bordo della fontana e poi sul prato circostante. Stiamo aspettando Sergio (detto Pshyco), un ex compagno di squadra di Domus che vive da diversi mesi qui a Sydney. Quando arriva, fa un po’ impressione, come tutte le volte che, in un posto straniero, lontano e molto grande, ti capita di incontrare qualcuno che è un pezzo della tua Italietta…È come essere catapultati velocemente ad abitudini “genetiche” che il Viaggio ti ha fatto mettere in un angolo per un po’, portando in evidenza nuove immagini, conoscenze, sapori, odori, meccanismi e ricordi… Data l’ora (e la fame), dopo un po’ di chiacchiere di aggiornamento, ci dirigiamo alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa. Ci fermiamo in quello che viene considerato come il centro geografico della città ovvero MSATIN PLACE (n.D.R. Dove ci dicono essere state girate alcune scene del Matrix The Revolution!!!).

È la nostra prima e divertente esperienza in una FOOD COURT. Si tratta di un modo veloce, facile ed economico di placare l’appetito, scegliendo tra la cucina che più gradite sul momento. Le courts, infatti, sono delle grandi aree di ristorazione con banchi gastronomici multi-etnici, site in diversi posti della città. Insomma, invece dei negozi, trovate questi variegati fast food che fanno cibi espressi provenienti da ricette di tutto il mondo…Messicano, cinese, giapponese, americano, italiano, indiano, solofrutta, soloinsalate,solo gelati, Mc Donald, KFC e chi più ne ha più ne metta!!! Noi tre ci dividiamo per poi ritrovarci su una panchinona posta fuori la court a mangiare, ognuno col suo piatto diverso! Le chiacchiere proseguono con il seguito della nostra passeggiata,fin quando il nostro amico ci lascia, facendo restare dietro di lui divertenti informazioni di vita “locale”, che ci servono per capire un po’ meglio la natura di Sydney e dei suoi abitanti.

A questo punto, non possiamo che proseguire in direzione Opera House… Attraversiamo un altro grande parco, e finalmente arriviamo ad avvistare la baia di PORT JACKSON in cui per ben 20 km si estende l’immenso SYDNEY HARBOUR..

Qui arriviamo fin sotto alla famosissima OPERA HOUSE, dietro cui si staglia imponente l’HARBOUR BRIDGE. Per poter fare delle foto al tramonto, allunghiamo il nostro percorso a piedi con una passeggiata, che si rivela molto piacevole, all’interno dell’adiacente ROYAL BOTANIC GARDEN. Ci colpiscono, oltre alle numerose scolaresche che giocano sui prati (n.D.R. Sembra ci sia una festa di fine anno o qualcosa di simile), gli immensi e meravigliosi alberi ed il giardino giapponese.

Dopo aver dato al sunset tutta la nostra dovuta attenzione, con decine di scatti e parecchi minuti di riprese, ce ne torniamo in hotel.

Ormai è notte. E siamo stanchi morti!!! Così decidiamo di sfruttare il nostro buono di 100 dollari australiani, regalo di Luna di Miele del Rydges, per cenare nel ristorante del primo piano e…Farci portare i dolci in camera!!! La bottiglia tanto, come di consueto, già era in attesa nel cestello portaghiaccio…E che panorama le luci notturne dei grattacieli… 1 giugno E’ arrivato il momento di fare una piccola ammissione di colpa…In tanto girovagare australiano, mancava una sola e fondamentale esperienza. Il nostro imbarazzo a riguardo era tale da non volerne quasi parlare e sapevamo di non poter tornare a casa senza aver risolto il problema. Non eravamo ancora riusciti a vedere…Un KOALA!!! Gli amabili animaletti, infatti, sono estremamente difficili da scovare in libertà, poiché passano la maggior parte della giornata appollaiati in pose impervie in cima agli alberi di eucalipto, in mezzo ai cui rami si mimetizzano perfettamente.

E così, a malincuore, siamo andati a cercarli in cattività all’AUSTRALIAN WILDLIFE PARK, situato ad ovest di Sydney. Il parco, raggiungibile con la linea ferroviaria in un’oretta, accoglie moltissimi animali, che sono tenuti in semilibertà e permette di avere esperienze “molto ravvicinate” con alcuni di loro. In particolare, si possono accarezzare i koala e si può dar da mangiare a canguri, wallabi ed emu: molto, molto divertente!!! Tornando in città (e solo dopo aver sedato la fame con un panino di Mc Donald, qui anche in versione macrobiotico-light) ci siamo dedicati alla visita di alcuni quartieri ancora inesplorati ovvero Paddington, King’s Cross e Woolloomooloo (impronunciabile!!!).

Il primo si trova vicino a Surry Hill ed è una bella zona residenziale composto di vie alberate, deliziose casette vittoriane a schiera, gallerie d’arte e…Rinomate boutique!!! Il secondo rappresenta l’equivalente del parigino Pigalle, con forse meno eleganza. Una passeggiata diurna e veloce per la via principale (Darlinghurst Rd) può bastare per farsi un’idea. Infine, il terzo lo si incontra scendendo a piedi da King’s Cross ed è una delle zone più vecchie di Sydney e merita una visita, soprattutto per l’atmosfera pacifica e poco rumorosa che ha saputo conservare.

Tornati in hotel,abbiamo opportunamente cambiato ritmo, godendoci uno spettacolare aperitivo presso il Jamison Club del 58esimo piano…Mangiare due piatti dei piccoli e deliziosi dim sum è stato inevitabile, quasi quanto fare il bis col gradevole champagne…E poi, con l’idea di visitare l’harbour di notte, ci siamo fermati a cena sul molo 7 e su suggerimento del concierge, abbiamo cenato da NICK’S (www.Nicks-seafood.Com.Au), e possiamo confermarvi che la sua fama in materia di seafood è davvero ben meritata!!! 2 giugno Dedichiamo la mattinata a fare i regalini e un po’ di shopping, senza però concludere moltissimo. Se è vero, infatti, che si trovano negozi iper forniti di moda per surfisti e surfiste, è altrettanto vero che non c’è molto altro da comprare e che i prezzi non sono così convenienti come ci era capitato di vedere in altre cittadine (tipo Adelaide, per es.). Ci sono, però, un paio di centri commerciali che valgono una visita per la struttura che li ospita. In particolare, segnaliamo il QUEEN VICTORIA BUILDING, 455 George St, ricavato da un preesistente palazzo di epoca neo-romanica, all’interno del quale sono ospitati quasi 200 negozi!!! Molti di questi sono decisamente cari, anche se hanno bei capi di abbigliamento e calzature (da donna) notevoli. Per fare regalini da portare a casa, ci è rimasto impresso FLASCHENGEIST (www.Flaschengeist.Com.Au), shop 42 del ground floor, che vende liquori, grappe, oli ed aceti sfusi da confezionare in bottiglie di vari formati e misure da acquistare a parte.

Fuori dal QVB, ARIEL BOOKSELLERS (103 George St) per i libri, che potete abbinare ad un lunch presso il ROCKS CAFE’ (99 George St), dove noi non abbiamo avuto tempo di fermarci.

Per pranzo, infatti, abbiamo portato i nostri acquisti a vedere il porto di giorno e ci siamo fermati a mangiare sui gradini di legno del molo, godendoci il sole primaverile tra una bacchetta di noodles e un morso al fried chicken di KFC… Nel primo pomeriggio, sempre dal porto, siamo saliti sul pullman che ci ha guidato nella nostra sola gita organizzata di tutto il viaggio: un tour in lingua (anche) italiana di Sydney con passaggio e fermata alla famosissima Bondi Beach. La nostra guida era un tipa molto divertente, costretta a parlare contemporaneamente in italiano ed in spagnolo, con risultati, a dire il vero, non sempre soddisfacenti. Diciamo che, quattro ore dopo, avevamo avuto un breve assaggio e una panoramica generalissima di tutta la city ed eravamo ben lieti di aver faticato per le settimane seguenti ad organizzare tutto da soli… A parte questo, abbiamo acquisito un sacco di notizie interessanti sulla città e la vita dei suoi abitanti e anche qualche pettegolezzo, tipo vedere la casa di Russell Crowe e sapere dove alloggia Nicole Kidman quando viene in visita nella sua patria natia. 😉 Inoltre, durante la pausa di mezz’ora a Bondi Beach, ci siamo stupiti di fronte alle onde dell’oceano, perennemente cavalcate con tenacia, coraggio e un pizzico di follia dal misterioso popolo dei surfisti!!! Segnalazione: sulla baja è aperto un punto vendita della linea di abbigliamento Beach Supplies (www.Betweentheflags.Com.Au), economica, molto originale e, soprattutto, introvabile in Italia…Non fatevela scappare signorine!!! :-9 Tornati in albergo, ci siamo ripetuti nell’aperitivo al Club per poi goderci il nostro last dinner australiano…C’è forse troppo da dire e poco spazio per poter “spiegare” qui la squisita ospitalità di Armando Percuoco chef di impagabile bravura e simpatia a capo del suo ristorante italiano BUON RICORDO (www.Buonricordo.Com.Au).

È vero che ci siamo andati perché “amici di famiglia” e lui ci aveva già promesso un’accoglienza con tutti gli onori, ma quello che non era prevedibile è stata la ricchezza che ci siamo trovati dopo aver parlato a lungo con lui e col suo staff di Sydney e dell’Australia,dopo aver testato con “occhi, naso e palato” le grandi possibilità che questo continente ha riservato ad un nostro connazionale che ci ha creduto davvero, in questo Sogno divenuto realtà. Se ci passate, chiede ad Armando di farvi assaggiare l’olio che produce con i suoi ulivi italiani: e vi sentirete a casa, pur essendo esattamente dall’altra parte del Mondo. Che poi, forse, potrebbe sembravi non così Grande.

Ubriachi e sazi, siamo saliti sull’auto del tassista greco che,riportandoci in albergo, si lamentava, in un inglese incomprensibile, di un traffico inesistente…Sogno o realtà??? ;-))) 3 giugno – 4 giugno Giusto il tempo di chiudere sulle valigie e fare una visita veloce all’ACQUARIUM dove, incontrando ancora i piccoli e grandi pesci dai mille colori, una fitta di nostalgia ci ha riportato a Lizard e, da lì, a tutto quello che ci ha riempito all’inverosimile il Cuore e gli Occhi nella nostra indimenticabile Luna di Miele… Poi, in sequenza, navetta fino all’aereoporto, pranzo veloce con l’ultimo noodles e accanto del sushi, l’acquisto della maglietta da “turista DOC” con la scritta “Australia” sul davanti e il check in e…Siamo in volo.

Nove ore fino ad Hong Kong, un’ora di stop che impieghiamo pressoché tutta per fare il cambio di gate, e altre dodici fino a Roma. Vediamo la bellezza di 6 films (e per fortuna che non andiamo spesso al cinema!!!) e ad un certo punto, l’aria condizionata, i sedili stretti, il caldo ci fanno passare del tutto l’appetito e la sete.

Quando atterriamo, siamo decisamente poco dispiaciuti. Sono le 6.30 del mattino. Siamo partiti alle 14.30 di due giorni fa, eppure ne abbiamo guadagnato uno viaggiando in senso contrario…

Fuori dall’aereporto, mamma & papà. Baci, abbracci e primi racconti.

A casa, dei post-it sulla porta recitano “Bentornati”. Come apriamo la porta, un pacco di farina cade a terra e capiamo che avremo un bel po’ da fare per liberarci degli scherzi che ci sono stati fatti…Anche se sembra impossibile, ci siamo divertiti un sacco a risolvere i vari rompicapo!!! Tipo la chiave del bagno congelata nel freezer…O l’aglio in polvere nella cipolla della doccia.

Iniziamo a svuotare le valigie. Ci fermiamo per guardarci, sorriderci. In un attimo capiamo che, in realtà, il nostro Viaggio non è ancora finito. Anzi, è appena cominciato.

PS: Qualche post-it è ancora sulla porta. Il Mal d’Australia, invece, ci ha colto dopo circa tre settimane. Ed è stato tremendo!!! Ora, forse, possiamo dirci guariti. Ma solo perché stiamo già progettando…La prossima Partenza!!! Per qualunque informazione o domanda scriveteci a dilight@giulioferri.It oppure a francesca.Dilascio@tin.It .



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