Una vacanza da nababbi a meno di 1000 euro: ecco come godersi Abu Dhabi e Dubai in modalità low-cost
Ho scelto come meta per le mie vacanze di ottobre una destinazione che fino a pochi anni fa non avrei mai pensato di visitare senza prima vincere al superenalotto, e cioè Abu Dhabi e Dubai, negli Emirati Arabi. Dopo alcune ricerche su internet ho scoperto che queste mete, in particolare Abu Dhabi, non sono affatto così costose come potrebbero sembrare. Al contrario sono piuttosto “a buon mercato” per quegli standard di lusso e confort che rappresentano. Per 5 notti ad Abu Dhabi in albergo a 4 stelle colazione compresa, con uso di piscina, idromassaggio, palestra e 2 bottigliette di acqua al giorno (che non è poco da quelle parti) ho speso 1500 AED (dirham) che corrispondono a 387 € al cambio attuale. Il tutto prenotato da mobile su booking.com. Per il volo aereo ho consultato skyscanner che mi ha indirizzato su Wizzair con un volo da Bergamo a Abu Dhabi, con scalo a Bucarest, al prezzo di poco meno di 350 € (senza bagaglio da stiva e compresi 50 € di assicurazione).
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Diario di viaggio
1° giorno: partenza e arrivo
Partenza da Bergamo il giorno 15/10/23 alle ore 09:10 e arrivo a Bucarest alle ore 12:20 (+ 1 ora). Partenza da Bucarest alle ore 14:00 e arrivo ad Abu Dhabi alle ore 20:00 ora locale (+ 2 ore) dopo circa 4 ore di volo. Nessun problema malgrado i tempi piuttosto stretti per mangiare qualcosa e prendere la coincidenza anche se devo dire che i prezzi sono piuttosto salati nella capitale rumena. L’aeroporto di Abu Dhabi è più piccolo di come me lo immaginavo e c’è parecchia gente al controllo passaporti, ma in capo a una mezz’oretta ne vengo fuori senza imprevisti. Una volta espletate le formalità doganali mi dirigo verso un ufficio cambio dove per 100 € ottengo 335 AED. Ad una macchinetta automatica compro per 20 AED una tessera per l’autobus con 10 AED di carica compresi. Il clima è decisamente caldo e molto più umido di quanto mi aspettassi. La temperatura si aggira intorno ai 30 gradi, anche se il sole è ormai tramontato, e in breve tempo sono tutto sudato. Il parcheggio fuori dall’aeroporto è un inferno di mezzi e di taxi ma riesco ugualmente a raggiungere la fermata del bus A2 che mi dovrebbe portare vicino al mio hotel. Purtroppo, commetto l’errore di non fidarmi delle indicazioni trovate on line e chiedo all’autista se l’autobus è quello giusto. Morale della favola: mi sono ritrovato ad una fermata senza sapere quale numero prendere. Per fortuna un gentilissimo controllore è giunto in mio soccorso e mi ha accompagnato con la sua auto davanti all’albergo alle 22:00 circa. Non lo ringrazierò mai abbastanza.
L’Al Ain Palace Hotel è una struttura a 4 stelle situata a due passi dal lungomare Le Corniche, dove si trova la più bella spiaggia della città. La stanza è decisamente lussuosa ma la temperatura è troppo bassa, regolata sui 15 gradi. Provvedo subito ad alzarla. Disfatti i bagagli scendo nella hall per dare un’occhiata all’albergo. La piscina illuminata è molto invitante dopo una giornata così intensa ma devo prima provvedere alle esigenze del mio stomaco. Data l’ora e la mia scarsa familiarità con la zona decido di cenare in uno dei ristoranti dell’hotel; quello indiano (almeno credo). La scelta si rivela azzeccata per fortuna: con 66 AED mi sazio con dell’ottimo pesce molto piccante, delle patatine fritte e una lattina di coca cola. Al termine salgo nella mia stanza e, dopo una doccia ristoratrice, mi ficco sotto le coperte.
2° giorno: le Corniche e l’Emirates Palace Hotel
Sarà per la stanchezza o per l’età ma mi sveglio piuttosto tardi e faccio colazione (senza farmi mancare niente) verso le 10:00. Al termine mi dirigo verso le Corniche, il lungomare lungo 8 km al termine del quale ci sono due delle attrazioni più famose di Abu Dhabi: l’Emirates Palace Hotel e il Palazzo Presidenziale.
Come mia abitudine decido di percorrerlo a piedi, almeno fino a che le gambe me lo consentono. La scelta non si rivela felice visto che la temperatura è già piuttosto alta e sto sudando abbondantemente. Sarà per questa ragione che c’è così poca gente in giro. Mi stupisce particolarmente la quantità di parchi e aiuole che si trovano lungo tutta la passeggiata, rigogliosi e ben curati. Numerose anche le fontane e i giochi d’acqua. Strano in un paese così arido. Passo davanti a una delle spiagge pubbliche e devo dire che sono ampie, pulite e poco affollate. Il mare poi è molto calmo e davvero invitante con quel colore azzurro intenso. Spendo 2 AED per una bottiglia di acqua gelata ad un distributore automatico lungo la strada, pagato con carta di credito. Finalmente arrivo nella parte centrale del lungomare, dove cominciano a vedersi i primi negozi, bar e ristoranti assortiti. Dopo questa abbondante sudata mi merito proprio un buon caffè al prezzo di 19 AED, ma quando ci vuole ci vuole.
Finalmente verso le 12:00 arrivo all’Emirates Palace Hotel, uno dei pochi hotel a 7 stelle al mondo. La sua vasta offerta comprende anche una spiaggia privata, un porto turistico e camere arredate in stile arabo, per ricreare un’atmosfera da mille e una notte. L’hotel è anche famoso per il suo cappuccino ricoperto con scaglie di oro (il più caro al mondo) che però non ho intenzione di gustare. L’ingresso è gratuito ma la guardia all’entrata mi dice che bisogna indossare i calzoni lunghi, che per fortuna mi sono portato dietro essendomi documentato prima. Sono rimasto a bocca aperta. All’interno il colore predominante è l’oro. Pareti, soffitti, mobili, tutto è ricoperto di doratura. C’è anche un distributore automatico di oro se uno ne vuole approfittare. E poi cristalli, madreperla, marmi, lampadari giganti, tutto all’insegna del lusso più spregiudicato. Persino i bagni dei visitatori sono sfarzosi. Davvero incredibile.
Al termine della visita mi fermo al Marina Mall, un centro commerciale nelle vicinanze, per mangiare qualcosa. Con 29 AED prendo un chicken Royal menù da Burger King che mi lascia soddisfatto. Una volta sazio decido di tornare in albergo (stavolta coi mezzi) per godere del confort della piscina e riposare le mie estremità inferiori. Per cui mi dirigo alla fermata dell’autobus appena fuori dal centro commerciale e aspetto in pullman numero 63 che mi porterà quasi davanti al mio hotel. Prima di rientrare però mi fermo in un piccolo supermercato dove spendo 16 AED per dei generi alimentari vari. Alle ore 16:30 sono in albergo e trascorro il resto del pomeriggio in piscina riposandomi e rinfrescandomi con qualche nuotata.
Per la cena decido di esplorare i ristoranti nei dintorni e capito in uno dove si mangia con le mani senza l’ausilio di posate. Per 34,90 EAD mi gusto una tilapia enorme, ½ litro di acqua e una montagna di riso. Non buonissimo ma abbondante. Al termine faccio due passi per dare un’occhiata alla zona e poi torno al mio albergo per infilarmi sotto le coperte.
3° giorno: Moschea dello Sceicco Zayed
Dopo una abbondante colazione scendo in strada e mi dirigo verso uno delle principali attrazioni della città: la moschea dello sceicco Zayed. Purtroppo, è situata dall’altra parte della città e la città non è piccola. Per arrivarci prendo l’autobus numero 94, la cui fermata per fortuna è a pochi minuti dal mio albergo. Ho dovuto aspettarlo per mezz’ora sotto un sole spietato in una delle poche fermate senza aria condizionata. Il tragitto, lungo più di 30 fermate, mi porta via circa un’ora perché il percorso è piuttosto tortuoso. Alla fine, il mezzo pubblico si ferma proprio nell’enorme parcheggio davanti alla moschea.
Grandiosa. Immensa. Sotto il sole cocente poi i suoi marmi bianchi risaltano come un faro. Addirittura, abbagliante. Ultimata nel 2007, la moschea contiene la tomba dello sceicco Zayed, considerato il padre della nazione e primo presidente degli Emirati Arabi Uniti. Detiene 2 record: ospita al suo interno il più grande lampadario del mondo e il tappeto tessuto a mano più grande del mondo. Un gentile guardiano mi indirizza verso l’ingresso che si trova sotto l’edificio, insieme ad un centro commerciale. L’entrata è gratuita; basta registrarsi in pochi minuti ad una sorta di biglietteria automatica inserendo pochi dati personali. Il tragitto fino alla moschea è abbastanza lungo, ma si può fare anche servendosi di pedane mobili e auto elettriche. Le misure di sicurezza sono degne dell’aeroporto di una città in stato di guerra, ma per fortuna non c’è tanta gente e in pochi minuti sono finalmente dentro la moschea. L’interno mantiene le aspettative che prometteva l’esterno.
L’intera struttura sembra essere stata inaugurata il giorno prima da tanto è lucida e pulita. I colori predominanti sono il bianco dei marmi e l’oro delle decorazioni e dei fregi. I lampadari poi sono qualcosa che ti lascia a bocca aperta. Persino i bagni pubblici, dove i fedeli compiono le loro abluzioni, sono un emblema di pulizia e igiene. All’interno della moschea c’è anche un orologio digitale enorme a forma di fiore i cui petali riportano le ore della preghiera. Anche se alcune parti sono interdette al pubblico, la visita si prolunga fino alle 15:00 circa. Al termine mi fermo al centro commerciale di cui sopra per comprare qualche souvenir e per mangiare qualcosa. Dall’onnipresente McDonalds prendo, per 18 AED, un cheeseburger e una coca media. Il giusto.
All’uscita riprendo l’autobus 94 per rientrare in hotel, dove arrivo per le 16:30, e passare il resto del pomeriggio a riposarmi a bordo piscina. Oggi voglio anche godermi l’idromassaggio, anche se con questo caldo non è l’ideale. Per la cena mi ritrovo in una sorta di ristorante cinese (?) dove per 46 AED mi servono dell’ottimo pesce, una lattina di sprite e una sorta di creme caramel. Non posso concludere la giornata senza una fregatura, per cui al rientro mi fermo in una accogliente caffetteria dove prendo un ottimo caffè macchiato al modesto (si fa per dire) prezzo di 22 AED. Eccomi accontentato.
4° giorno: gita a Dubai
Oggi finalmente mi aspetta il pezzo forte di questa vacanza: la gita di un giorno a Dubai. Prenotata con la app GET YOUR GUIDE da cellulare al non modico costo di 88,80 €, l’escursione parte dall’hotel di fianco al mio alle 08:30 del mattino puntuale. Dopo avere raccolto in giro per Abu Dhabi una mezza dozzina di partecipanti ci dirigiamo verso la città, simbolo per eccellenza di lusso e sfarzo. Il tragitto dura circa un’ora e mezza durante la quale Manuela, la nostra guida rumena che parla anche un ottimo italiano, ci intrattiene sulla storia, le usanze e le attrazioni che andremo a visitare a Dubai. L’autostrada è enorme: 6 corsie, ma il traffico è scorrevole.
Il panorama è piuttosto monotono: deserto a destra e a sinistra con piccole cittadine nel mezzo. Quello che mi sorprende è la quantità di canteri aperti. Tra 10 anni questi posti saranno irriconoscibili. Negli Emirati Arabi ci sono 10 milioni di abitanti; 1 ad Abu Dhabi, 3 a Dubai e il resto nei rimanenti 5 emirati. Solo la decima parte sono autoctoni, i restanti sono di varie nazionalità. I cittadini arabi non pagano le tasse, l’assistenza sanitaria e la scuola per i figli e hanno diverse facilitazioni per quanto riguarda l’acquisto della prima casa e per sposarsi. Niente male.
Quando arriviamo alla periferia di Dubai ai margini della strada cominciano a comparire piante, fiori e aiuole variopinte e ben curate. La prima fermata è a marina di Dubai, uno dei quartieri più esclusivi, affacciato direttamente sul golfo persico e caratterizzato da un lungomare pedonale ricco di ristoranti, negozi e grattacieli di varie forme e altezza.
Ci fermiamo un quarto d’ora, giusto il tempo di fare qualche scatto e poi via verso la seconda tappa: Palm Jumeirah. Si tratta di un’isola artificiale, a forma di palma, costruita per ampliare la costa marina a fini turistici. Qui si trova l’hotel Atlantis, una delle icone di Dubai, inaugurato nel 2008, che però contempliamo da lontano. Anche in questo caso ci limitiamo ad una breve sosta per poi dirigerci verso la terza tappa: il Burj al-Arab. Quest’ultimo è un altro dei simboli della città, un hotel a 7 stelle, famoso per la tipica forma a vela, situato su un’isoletta artificiale collegata alla terraferma da un ponte. Il nostro pullman si ferma sulla vicina spiaggia di Jumeirah per cui anche in questo caso niente visita all’interno. La spiaggia è ampia, molto pulita e per niente affollata. L’acqua è invitante ma il tempo e tiranno e in 10 minuti siamo tutti a bordo per dirigerci verso la quarta tappa, che rappresenta il “pezzo forte” della gita.
Con i suoi 830 metri il Burj Khalifa è il grattacielo più alto del mondo e simbolo di Dubai per eccellenza. Mi piacerebbe salire per gustarmi il panorama da una delle sue terrazze, ma i prezzi sono proporzionali all’altezza e lascio perdere. Ai suoi piedi si trova il Dubai Mall, il centro commerciale più grande del mondo che ospita 1200 negozi e 16000 posti auto. Qui resteremo per un’ora e mezza, da gestire liberamente. Per prima cosa, da patito qual sono, mi reco al primo piano per vedere l’acquario, che con i suoi 10 milioni di litri d’acqua è l’acquario sospeso più grande del mondo, con oltre 33000 animali di 140 specie diverse da osservare. Fantastico. È possibile anche farci delle immersioni, magari mentre si aspetta la moglie che finisce di fare la spesa. Dopo di che mi reco all’esterno del centro per osservare lo spettacolo delle fontane danzanti. Si tratta di getti d’acqua che funzionano a tempo di musica e che simulano una vera e propria danza. Lo spettacolo dura solo pochi minuti ma mi dicono sia molto meglio dopo il tramonto quando si accendono anche le luci.
Saziato lo spirito rientro nel centro per saziare anche il corpo. In un fast food gestito da un italiano spendo 44 AED per un cheeseburger, patatine e coca cola. Girovagando per il mall mi imbatto in una invitante gelateria e decido di provare il mio primo gelato in terra araba. Non l’avessi mai fatto! 40 AED per un cono con due gusti e neanche tanto buoni. Ne approfitto anche per comprare qualche souvenir e scopro con piacere che costano come ad Abu Dhabi. Riunitomi al resto del gruppo ci dirigiamo verso l’ultima tappa della gita: Bur Dubai ovvero la Dubai vecchia. Per arrivarci attraversiamo con una barca che ha certamente conosciuto giorni migliori il fiume Khor.
Qui lo skyline futuristico precedente lascia spazio ad un panorama più tradizionale, fatto di edifici bassi e gente modesta, di quotidianità e storia. La nostra guida ci lascia proprio davanti al mercato, nel quartiere di Deira, che è il posto migliore per comprare souvenir a prezzi bassi (se si è bravi a contrattare). Il mercato è diviso in souk, ognuno con il suo prodotto caratteristico. C è infatti il souk delle spezie, quello dei tessuti, dei profumi e così via. Io punto direttamente sul souk dell’oro. Non perché sia interessato ad acquistare qualcosa ma solo per il gusto di guardare le vetrine. Incredibile. Ogni bacheca, ogni teca di ogni negozio è colma di oggetti in oro di tutte le forme e dimensioni per un valore che non riesco a immaginare. In una è addirittura esposta la stella di Taiba, l’anello di oro e diamanti più grande del mondo (come certifica la targa del guinness dei primati) dal peso complessivo di 64 kg. Spettacolare. A Dubai l’oro non è soggetto a tassazione, ed è per questo che qui è più conveniente rispetto a tante altre parti del mondo.
Dopo avere seriamente valutato la possibilità di intraprendere una carriera come rapinatore di gioiellerie, la nostra guida Manuela mi riporta coi piedi per terra: è ora di rientrare. Durante il tragitto di ritorno, anche se semi addormentato, non posso che rimanere affascinato dallo spettacolo del sole che tramonta nel deserto. Arrivato in albergo verso le ore 18.30, dopo un breve riposo, scendo a cenare in uno dei ristoranti presenti all’interno e poi subito a letto. Che giornata fantastica!
5° giorno: acquario e Palazzo Presidenziale
Che razza di acquariofilo sarei se non andassi a vedere il più grande acquario del Medio Oriente, con circa 4 000 animali distribuiti in 10 ambienti diversi. E infatti alle 10:30 circa, dopo un’ora di autobus, ecco che ne varco la soglia. La struttura si trova nelle vicinanze della moschea dello sceicco Zayed, a fianco di un canale, in una zona molto tranquilla che mi piacerebbe vedere meglio se avessi più tempo. Ci sono diversi prezzi per il biglietto di ingresso, a seconda del tipo di esperienza che si vuole fare, compresa quella di dar da mangiare ai pinguini. Io scelgo il giro “normale” da 110 AED, ma per fortuna ho un voucher che mi hanno dato in un negozio di souvenir e ne pago solo 82,50. Ne vale veramente la pena, anche per i non appassionati. Gli ambienti sono ricostruiti molto bene e in una sala gli uccelli erano anche liberi di volare.
Il “pezzo forte” è rappresentato da un acquario enorme con oltre 200 esemplari tra squali e razze, in cui un tunnel che lo attraversa, con le pareti di vetro, regala l’illusione di un’immersione senza barriere. All’uscita mi fermo nel bar attiguo per mangiare una enorme brioche ripiena al prezzo di 17,50 AED. Prendo l’autobus 34 e scendo vicino al Marina mall, poi da lì proseguo a piedi fino al Palazzo Presidenziale. Una volta comprato il biglietto (75 AED) bisogna prendere una navetta per arrivare all’ingresso, e già in questo breve tratto si capisce subito a che cosa si va incontro. Giardini con fiori stupendi, fontane, giochi d’acqua, sculture, e non è che l’esterno. Il piazzale antistante è persino più grande di quello della moschea dello sceicco Zayed. Immenso. Una volta entrato, come nei cartoni animati del Wile E. Coyote, sento la mascella inferiore che precipita verso il pavimento. Spettacolare. Da non credersi. Più lussuoso ancora dell’Emirates Palace Hotel. Tutto, dal pavimento alle pareti alle cupole, è ricoperto di oro e di mosaici. L’elemento di maggior pregio è un lampadario con oltre 350mila cristalli. Ma la cosa che mi ha colpito di più è stata una scultura realizzata totalmente in oro al cui interno è possibile farsi fotografare. All’inizio mi sembravano delle semplici decorazioni in stile arabo ma poi ho scoperto che è la rappresentazione tridimensionale delle parole di un discorso dello sceicco Zayed. Bellissime anche le varie sale dove si tengono le riunioni e vengono intrattenuti i vari ospiti e dignitari stranieri.
Ultimato solo nel 2019, il palazzo in realtà non è una residenza ma un edificio di rappresentanza dove lavorano le più alte cariche degli Emirati. Al termine della visita salgo ancora sull’autobus 34 e scendo verso le 16:30 a Corniche Beach per farmi un bagno rinfrescante. La spiaggia è molto pulita, attrezzata con toilette e docce e contornata da diversi negozi, ma l’acqua è un brodo di pollo. Saranno almeno 30 gradi. Rimango in spiaggia fino alle 17:30 godendomi lo spettacolo del sole che tramonta e poi rientro in albergo per un tuffo in piscina, questa volta davvero rinfrescante. Per cena mi fermo al ristorante indiano dell’albergo dove mi ero trovato bene e prendo un piatto di pollo speziato molto piccante e una lattina di pepsi spendendo 42 AED. Soddisfacente. Subito dopo mi reco nella mia stanza perché domani mi aspetta il volo di ritorno.
6° giorno: rientro
Dopo avere fatto colazione (come sempre abbondante) e preparato il bagaglio mi dirigo verso l’aeroporto per prendere l’aereo che parte alle 13:50. Con l’autobus A2, che prendo proprio dietro il mio albergo, arrivo in aeroporto in un’ora. Come da avviso sul cellulare, passo dal banco della Wizzair per ritirare la carta di imbarco, dato che vogliono controllare i documenti. Aspettando il mio volo prendo un cappuccino e una brioche (31 AED) e più tardi un fish and chips con una bottiglietta di acqua (42 AED). Spendo poi gli ultimi AED per qualche souvenir di genere alimentare. L’imbarco avviene puntualmente e senza intoppi ma all’arrivo a Bucarest mi aspetta una brutta sorpresa: il mio volo è stato spostato. Invece che alle 20:50 ripartirò alle 00:00 precise. Pazienza. Spendo quindi 21 € per 2 sandwich col salame e una coca cola e più tardi 7 € per un espresso, una brioche e ½ litro di acqua gasata. È stata comunque una bella vacanza dai!
Consigli e informazioni utili per il viaggio
Abu Dhabi è una città abbastanza a buon mercato, anche per le esigenze di un italiano medio. Gli alberghi, compresi quelli di un certo livello, costano relativamente poco e lo stesso discorso vale per i ristoranti. Le attrazioni principali sono economiche e qualche volta addirittura gratuite, come nel caso della moschea dello sceicco Zayed o dell’Emirates Palace Hotel. Quello che può costare maggiormente sono i parchi divertimenti come il Ferrari World o il Sea World. Io non ci sono stato ma dicono che la loro spettacolarità ripaghi ampiamente del prezzo. Anche fare colazione con cappuccino e brioche, che in Italia è scontato, può riservare qualche spiacevole sorpresa.
Mezzi pubblici
La città è grande ma si può girare comodamente coi mezzi pubblici che sono economici e capillari, anche se a volte si fanno desiderare. Molte fermate hanno l’aria condizionata (in estate è praticamente indispensabile) e sugli autobus i posti davanti sono riservati alle donne. Qualche autista me lo ha fatto notare molto cortesemente. Per usufruirne bisogna comprare una tessera ricaricabile (io l’ho comprata in aeroporto) che costa 20 AED e dura 5 anni, che comprende anche 10 AED di credito. La carta va obliterata quando si sale e anche quando si scende. Una corsa in città costa sui 2/3 AED mentre una extraurbana anche 4/5 AED. La tessera si può ricaricare in molte fermate con l’apposita macchina. I pullman con il suffisso A davanti al numero sono quelli che si muovono da e verso l’aeroporto.
Taxi e traffico
Se si vuole provare l’esperienza del taxi basta andare a una qualsiasi fermata dell’autobus e come per magia spunteranno in pochi secondi. Tuttavia, Abu Dhabi non è una città a misura d’uomo ma piuttosto a misura d’automobile. Le strade sono enormi e molto trafficate, anche se gli arabi guidano in maniera molto ordinata. I parcheggi sono numerosi e, visto il costo irrisorio della benzina, non si vedono molte city car o utilitarie in giro ma solo macchine di grossa cilindrata e i taxi si sprecano. Il rumore del traffico può essere fastidioso.
Cosa vedere
Non esiste un “centro storico” in cui andare a fare due passi o a guardare le vetrine in tranquillità come nelle metropoli europee (almeno nella parte di città che ho visto io). Si può dire che la maggior parte di Abu Dhabi sia stata tirata su negli ultimi 20 anni, in maniera anche non troppo armoniosa. I negozi sono tutti piuttosto dozzinali e ci sono tanti empori cinesi dove si può comprare quasi di tutto. I ristoranti sono tali e tanti che non mi sento di raccomandarne nessuno. Le forme di pagamento elettronico sono accettate dappertutto, persino nei distributori automatici, per cui è meglio non cambiare troppi AED.
Periodo migliore e consigli sull’abbigliamento
Il periodo migliore per andarci è tra novembre e marzo, quando le temperature sono più miti. In estate si toccano i 45 gradi e il tasso di umidità è più alto di quello che ci si può aspettare. Comunque ci sono tante fontane in giro e l’acqua costa poco. Anche se i costumi arabi si stanno modernizzando e sono molto tolleranti con gli stranieri (ormai anche in spiaggia si vedono donne col bikini), è sempre meglio portarsi dietro qualcosa per coprirsi gambe e spalle, soprattutto quando si entra nei luoghi di culto e soprattutto per quanto riguarda le donne. In ogni caso è sempre possibile acquistare o affittare qualche capo di abbigliamento adatto in questi posti.
A Dubai ho fatto solo la gita di un giorno e questo mi ha fatto venire voglia di tornarci in futuro. Non è così, costosa come ce la immaginiamo. Certo, ci sono gli alberghi e i ristoranti di lusso e un parcheggio a pagamento vicino al Burj Khalifa può costare anche 50 € per 1 ora, ma esiste anche una Dubai più modesta e accessibile, con prezzi tutto sommato normali. Io non l’ho presa, ma mi dicono che la metropolitana sia efficiente, moderna e economica e raggiunge le principali attrazioni della città.