Una settimana in Val di Pejo
Pejo Fonti e’ un piccolo agglomerato noto per le sorgenti di acque ferruginone, a vocazione turistica: oltre alle terme, si trovano diversi alberghi, una strada con i principali negozi, e gli impianti di risalita che possono portare fino a quota 2000 e 3000 metri, attivi anche d’estate.
L’ufficio informazioni turistiche ci fornisce tutti i dettagli ed in particolare gli orari degli autobus e delle navette che fanno la spola tra i diversi paesini della valle, anche se in questi luoghi il mezzo di locomozione piu’ adatto sono le proprie gambe! Ci attrezziamo di bastoni da trekking e abbigliamento adatto e iniziamo la nostra esplorazione per i sentieri. Non essendo pratici del posto e nemmeno esperti “alpinisti” optiamo per i sentieri e le passeggiate meno impegnative.
Il primo giorno, per prendere un po’ di confidenza con il luogo, decidiamo di salire verso Pejo Paese attraverso un sentiero che da Pejo Fonti porta all’area faunistica. Qui, per la gioia dei bambini, ma anche degli adulti, e’ possibile osservare da vicino i cervi e i cerbiatti che, come ci spiega il personale, vengono accuditi, in quanto feriti o malati. Accompagnati da un panorama mozzafiato, la nostra passeggiata prosegue verso il paese. Qui e’ doveroso dedicare alcuni minuti alla visita del piccolo museo della guerra 14-18, che ci fa fare un viaggio indietro nel tempo con fotografie, documenti ed oggetti di vita quotidiana degli anni della grande guerra.
Il secondo giorno ci si incammina verso il forte di Barba di Fiori o Forte Pejo: si tratta di un un forte austriaco costruito per difendere i confini dell’Impero austro-ungarico nella seconda metà del ‘800. Essendo rientrati presto, decidiamo di “visitare” la pasticceria del paese: lo strudel e’ sensazionale!
Il terzo giorno decidiamo di percorrere il sentiero botanico. Partendo da Peio Fonti ci si incammina lungo un sentiero verso est, che dopo circa mezzo’ora, incontra il sentiero botanico. Qui sono indicati i nomi delle specie vegetali che si incontrano: nocciolo, abete rosso, il frassino e l’acero ecc. Il sentiero scende a vallfino alla frazione di Cogolo. Ne approfittiamo per rifocillarci e per fare un giro nella graziosa piazzetta del paesino.
Il quarto giorno, sfruttando un’autobus, andiamo verso ovest, al Fontanino di Cellentino. Da qui e’ possibile attraverso un largo sentiero, raggiungere il Lago di Pian Palù in meno di 30 minuti: si tratta di un bacino artificiale realizzato con la costruzione di una diga. Per chi volesse proseguire la passeggiata sono indicati diversi percorsi, alcuni consentono in un paio di ore di percorrere l’intero giro del lago, Per chi invece volesse riposarsi un po’, un’area picnic attrezzata e’ proprio adatta allo scopo.
Il quinto giorno si decide di visitare il “Bosco degli Urogalli”, si tratta di una mostra museo interattivo allestita all’interno di un antica struttura restaurata: ll Malga Tale’. Da Peio Paese ci si incammina per una buona oretta, in salita, seguendo, per non perdersi, le indicazioni dei cartelli. In alcuni punti del tragitto e’ possibile rinfrescarsi con l’acqua che sgorga dalle rocce. Il museo mostra l’ampia varieta’ degli uccelli che abitano quelle regioni. Un sistema interattivo consente di ascoltare i versi dei vari uccelli: il gallo cedrone, il gallo forcello, la pernice bianca, ecc. Un video in 3D mostra gli urogalli nel loro habitat durante l’intera giornata.
Il sesto giorno decidiamo di prendere l’autobus per la frazione di Comasine e da qui, a piedi, raggiungiamo l’antica chiesetta di Santa Lucia che posta su di un colle domina l’intera valle. Da qui proseguiamo la passeggiata percorrendo un bel sentiero in mezzo al bosco, che scendendo verso valle ci porta direttamente alla frazione di Cogolo.
Il settimo giorno, partendo da Cogolo, raggiungiamo a piedi in circa quindici minuti la frazione di Celledizzo che ospita in un maso parzialmente ristrutturato il piccolo museo etnografico del legno. Qui un video mostra tutte le fasi della raccolta del legno, mentre al primo piano e’ conservata integra una vecchia segheria, con la sega alimentata da un volano elettrico. Sono inoltre esposti antichi attrezzi del mestiere.
E’ stata una bellissima vacanza lontano dai luoghi afosi e affollati, che ci ha fatto riscoprire la natura senza trascurare alcuni aspetti culturali.