Una settimana in Irlanda, sfidando pioggia, vento, neve, ghiaccio!

1660 chilometri nell'isola verde tra paesaggi magnifici e villaggi incantevoli.
Scritto da: iwantyou82
una settimana in irlanda, sfidando pioggia, vento, neve, ghiaccio!
Partenza il: 07/03/2011
Ritorno il: 13/03/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Primo giorno 7/03

Partiamo da Imperia verso le 10, grazie ad una coppia di amici che ci da uno strappo all’aeroporto di Nizza. Facciamo due passi al centro commerciali Cap 3000, nei dintorni dell’aeroporto, e alle 12 ci rechiamo al banco per effettuare il check-in. Dopo aver osservato con piacere la bellezza delle hostess della Emirates Airlines, inizia l’imbarco del nostro volo. L’aereo parte puntuale…le tre ore di volo sembrano non finire mai, complice anche il fatto che tutto il continente europeo è coperto da una cortina di nuvole. Riusciamo soltanto a scorgere Parigi. Nel canale della Manica ci sono tantissime navi….e l’emozione è tanta per aver raggiunto questa latitudine (mai ci eravamo spinti così tanto a nord). Dopo poco tempo l’aereo atterra a Dublino. Il terminal T2 è nuovissimo, ed è praticamente il regno di Aer Lingus, in tutti gli slot ci sono solo aerei verdi. All’ingresso nell’aerostazione si sente un forte odore di nuovo, e i dipendenti si prodigano a pulire ogni angolo di questo ciclopico terminal. Dopo un attimo di disorientamento, riusciamo a trovare le indicazioni per l’ufficio della Budget, dove abbiamo prenotato dall’Italia la nostra macchina a noleggio per il modico costo di 76 euro per 6 giorni. Con un inglese fantozziano comunico all’impiegata che desidero fare la copertura totale per evitare poi salassi dovuti ad eventuali micro-graffi sulle portiere….la stessa cerca di appiopparmi 30 euro di tasse aeroportuali ma io, eroicamente, gli faccio notare che la Car Trawler (compagnia tramite la quale ho effettuato la prenotazione) comprendeva nella tariffa anche queste. Veloce storno sulla carta di credito (con mia grande felicità) e consegna delle chiavi. La macchina è una Ka, molto piccola, ma non c’è alcun problema…anzi, si rivelerà più comoda del previsto. Il primo impatto con la guida al contrario è molto difficile. Il primo istinto è quello di cambiare le marce con la mano destra, andando inesorabilmente a sbattere il braccio contro la portina. Inoltre ciò che più mi preoccupa è la consuetudine di entrare nelle strade sul lato destro, rischiando ad ogni incrocio il frontale. Evito la M50 per non pagare il pedaggio e pian piano ci avviciniamo verso Dublino. Con il passare dei minuti comincio ad abituarmi alla guida al contrario, anche se non mi azzardo minimamente a fare un sorpasso per la troppa paura. Iniziamo a scorgere alcuni doble bus, il traffico di fa più imponente, e vediamo tantissima gente in maglietta e pantaloncini (ci sono 10 gradi circa!) e ci chiediamo se sia possibile con questo freddo andare in giro conciati così! Dopo aver sbagliato strada un paio di volte (maledetto tomtom!) riusciamo a trovare il parcheggio a pagamento in Drury Street, che al costo di 8 euro ti permette di tenere la macchina in pieno centro fino alle 10 del giorno dopo. Sono già le 19 circa, facciamo in tempo ad arrivare al nostro albergo (Mercantile Hotel, in Dame Street) per poggiare i bagagli e buttarci letteralmente in Temple Bar. Qualche appunto sull’albergo: l’abbiamo prenotato su booking.com, ma le foto che erano presenti sul sito non erano assolutamente corrispondenti alla verità, perlomeno per quanto riguarda la nostra stanza. Moquette vecchia, arredi antiquati, ma perlomeno con la sensazione di aver pagato relativamente poco (50 euro). La cosa buona è che la ragazza alla reception è italiana e vi saprà dare tutte le indicazioni per visitare al meglio la città. Usciti dall’albergo, ci rendiamo conto di essere in un mondo completamente diverso. A parte la mole di turisti che circolano, molti dei quali ahimè italiani ( e pure maleducati), notiamo l’enorme quantità di locali e pub. Facciamo le solite foto di rito davanti al mitico Temple Bar, all’interno c’è della musica ma sembra apparentemente pieno e quindi ci dirigiamo verso un altro locale più o meno di fronte per “saggiare” la nostra prima pinta di scout. Anche qua c’è della musica ma sembrerebbe poco irlandese. Intanto colleziono la mia prima figura di m….. Mettendo fretta alla barista nel darmi le pinte, in quanto vedevo che le lasciava sul bancone a metà. Solo dopo ho capito che questo è un passo fondamentale nella spillatura di una buona Guinness.Una pinta costa 5,50 euro. Veramente tanto. Sopratutto per quanto la andremo a pagare man mano che saliremo verso il nord dell’isola. Dopo la prima pinta, decidiamo di mangiare per evitare di spaccarci lo stomaco. E qui ci scontriamo con un problema inaspettato: il costo del cibo. Tutto ciò che è tipico lo paghi caro. Dopo essermi leccato i baffi a leggere tutte le varie leccornie che avremo potuto assaggiare, guardavo sconsolato i menù all’esterno dei locali e mi chiedevo quanto avrei dovuto spendere per mangiare tutta la settimana pagando botte di 20-25 euro a testa a pasto (bibita inclusa). Allora ci buttiamo nel nostro primo fast food, il primo di una lunga serie che ci accompagnerà per tutta la settimana irlandese. Patatine, un hamburger con bacon, e via a bere un’altra Guinness. Questa con un altro sapore (probabilmente la prima era parecchio annacquata). La terza meta del nostro pellegrinare è Palace Bar, un locale all’angolo estremo di Temple Bar. Qui notiamo un signore irlandese che si siede accanto a noi al banco del bar e ci saluta. Noi lo salutiamo, ma con grande dispiacere non riusciamo a spiccicare due parole, e lui mestamente se ne va e cambia posto. Allora capiamo quello che ci dicevano, che i pub sono posti dove la gente si incontra per parlare e passare il tempo in compagnia. Torniamo indietro al negozio di souvenir accanto al Temple Bar, per me veramente troppo turistico e pieno di gente, ma la mia fidanzata insiste per acquistare un po di ricordini della Guinness. Dopo ciò ci incamminiamo per i dintorni, vedendo dall’esterno la Bank of IReland, la Trinity College, passando davanti al famoso O’Neill pub. Ma siamo troppo stanchi per entrare nei pub, poi i giorni seguenti ci aspettano tanti chilometri, quindi optiamo per tornare in albergo e goderci il meritato riposo.

Giorno 2 martedì 8/3

Sveglia alle 7:30. Paghiamo la camera e facciamo un ultimo giro per il centro città. Vaghiamo in cerca i un posto dove si possa fare colazione, e ci infiliamo dentro ad un bar in Exchequer St, gestito da due ragazze spagnole. Riesco a mangiare un buon danese alla crema/mele e bere un caffè decente (dopo averle chiesto un “espresso very small and short”). Ritiriamo dal parcheggio la macchina e puntiamo verso il Guinness Storehouse. Stampo al distributore automatico i biglietti acquistati online con uno sconto di 1,50 a testa (quindi 13,50 a biglietto) e attendiamo l’apertura alle 9:30. Non c’è molta gente e possiamo tranquillamente vagare con la nostra audioguida per i sette piani della mostra. I primi piani sono dedicati alla produzione della famosa birra, la mostra è veramente interessante e fatto bene. Si può anche assaggiare il malto con cui la fanno! I restanti piani sono un po meno interessanti e riguardano gli altri aspetti della Guinness, quali la pubblicità negli anni, i trasporti ecc. Ecc. Purtroppo con disappunto non è stato possibile fare la famosa prova di spillatura…. All’ultimo piano lo spettacolare gravity bar offre una vista sulla città che vale il costo del biglietto. Inoltre la pinta di birra inclusa nel prezzo è senza dubbio la migliore bevuta in tutta la settimana! E’ ora di partire. Prendiamo la nostra Ka e ci dirigiamo verso l’autostrada, direzione Galway. Appena fuori Dublino comincia a piovere, e praticamente non smetterà per tutta la settimana. Ci fermiamo ad un’area di servizio (che ho notato essere tutte spiccicatamente uguali!) e iniziamo a sfondarci per bene ordinando da burger King tre hamburger. Alle 13 circa siamo a Galway. LA prima impressione della cittadina è ottima. C’è bassa marea ed è molto suggestivo vedere la distesa di alghe di dove prima c’era il mare. Il navigatore ci porta in Ocean Wave, a Salthill, dove abbiamo prenotato la stanza mansarda del B&B “The White House”. Suoniamo, e ci apre la padrona di casa con una scopa in mano che ci dice che la stanza ancora non è pronta. Allora io, con il mio inglese fantozziano, le dico che andiamo alle Cliffs of Moher e torniamo. Lei mi guarda attonita e mi dice …OK…. Imposto il navigatore e ora capisco il perché della sua faccia incredula. Sono 150 km circa andata e ritorno, e dato il tempo assolutamente inclemente, comprendo appieno che è una mezza pazzia. Veloce consultazione con la mia fidanzata e decidiamo di andare. La strada costiera è un susseguirsi di viste sul mare ritirato, e per noi è stranissimo vedere questo evento che lascia 200-300 metri di battigia completamente nuda, piena di alghe. E’ assolutamente bellissimo! Facciamo due foto alle rovine del castello di Dunguaire e con il passare dei chilometri vediamo la particolarità del paesaggio del Burren, quasi desertico. Seguiamo le indicazioni e ci avviciniamo sempre più alla nostra meta. Nuvole minacciose si stagliano sulle scogliere, e acquazzoni improvvisi ci avvertono che non sarà facile ammirare le Cliffs. Passiamo davanti al parcheggio delle CLiffs e vediamo poche macchine parcheggiate, probabilmente per via del tempo pessimo. Allora decidiamo di avventurarci in una stradina laterale con la speranza di trovare qualche punto dove poter parcheggiare per evitare di pagare gli 8 euro di parcheggio, ma la strada stretta non permette ciò. Troviamo alcuni operai che passano a piedi e io gli chiedo come fare per vedere le Cliffs senza pagare. Dopo una risatina iniziale, mi indicano una strada laterale “prima del ponte”, circa un km prima del parcheggio “ufficiale”…. Prima di andare via mi dicono che per questa informazione la sera dovrò offrire loro una pinta di Guinness come ricompensa :-)Torniamo indietro e vediamo alcune macchine parcheggiate proprio in quel punto. Ci accodiamo pure noi, e iniziamo a camminare. Scavalchiamo un muretto in pietra e ci addentriamo nella campagna, con la sensazione di entrare in proprietà private..ma ormai ci siamo e decidiamo di continuare. Ci sono alcuni cavalli che curiosamente si avvicinano a noi,e la cosa mi ha fatto uno impressione, data la mole degli animali. Il sentiero è fangoso e inoltre piove copiosamente, ogni tanto ci impantaniamo in qualche pozzanghera profonda, siamo praticamente in un mare di fango. Passiamo in un buco nel filo spinato (sembra fatto apposta per chi deve andare alle cliffs) e ci troviamo davanti alla scogliera…..un mare di nebbia davanti a noi…praticamente non si vede niente, le nuvole vanno a sbattere contro la montagna e salgono su spinte dal vento, si vede a malapena il mare sotto di noi. Il tutto è molto bello e particolare, ma sinceramente rimaniamo un po delusi dal non aver visto quasi niente. La mia fidanzata inoltre ha molta paura e soffre di vertigini, quindi dopo qualche minuto, complice anche la nebbia che comincia a diventare pericolosamente fitta, decidiamo di tornare indietro per paura di perdere l’orientamento e non riuscire a trovare la strada di ritorno. Completamente sporchi di fango ed infreddoliti torniamo in macchina e facciamo rotta nuovamente su Galway. In pochi chilometri il cielo si apre come a schernirci, e smette anche di piovere. Guardando indietro, si nota come la zona delle Cliffs sia letteralmente avvolta da un ammasso di nuvole bluastre-grigie. Peccato!!!Dopo circa un’ora siamo di nuovo al b&b e la signora ci accompagna nella nostra camera mansarda. Davvero molto carina, pagata una cifra ridicola (29 euro), con il bagno in camera seppur molto piccolo, ma la cosa più bella è una finestra sul tetto proprio sopra il letto…..il tutto assolutamente delizioso. Una doccia veloce per levarci il fango di dosso, e andiamo a fare due passi per il centro di Galway. Sono già le 18:30 circa e troviamo tutti i negozi chiusi, e capiamo che gli orari sono ben diversi dall’Italia. Shop Street è davvero carina, inoltre il ponte prima della zona pedonale sul fiume impetuoso è da non perdere. Su consiglio della Lonely entriamo affamati in quello che si definisci il tempio del fish&chip…il mc Donnagh, proprio all’inizio della via..sembra un normale fast food ma così non è..io ordino un salmone con patatine e la mia metà un pesce affumicato…che dire ragazzi, semplicemente fantastico, non avevo mai assaggiato un salmone con un così forte sapore di mare, e poi la panatura assolutamente fantastica..ah dimenticavo anche gli onion Ring: deliziosi!!! Con 10 euro a testa mangiamo e beviamo in quantità, mai scelta fu più azzeccata. L’unico disappunto è vedere il ragazzo accanto a noi che insieme al pesce fritto beve il latte!! Ma come si fa??? Bah! Con la pancia bella piena ora possiamo andare a goderci le nostre pinte di Guinness. La prima tappa è un locale storico di Galway, Tig Goili. Al suo interno c’è un odore che definirei tipico, come puzza di piedi e latrina insieme: ma non fatevi ingannare dalle apparenze! Un gruppetto musicale allieta la serata degli avventori con dei pezzi country. Ci sediamo al bancone come dei veri irlandesi e ascoltiamo la musica. E’ stato bellissimo sentire un pezzo, solo vocale, che parlava del Connemara..una sorta di inno….tutti zitti ad ascoltare nel silenzio…Il centro sembra vuoto, sono le 21, e capiamo il perché…c’è la partita del Chelsea e sono tutti tappati o a casa o nei locali a seguire la partita. Allora decidiamo di unirci ed entriamo in un bellissimo pub, il Monroe’s Tavern. Sono tutti davanti al maxi schermo con la loro bella pinta, c’è anche uno sparuto gruppo di spagnoli che tifano il Barcellona, ma il tutto senza nessun attrito, cosa che da noi in Italia sarebbe praticamente impossibile. Mentre il Chelsea prende parecchi goal, io mi godo la mia pinta di birra rossa, una buona alternativa alla Guinness. Al termine della partita il locale si svuota, e noi ci avviamo verso la nostra camera dopo una giornata abbastanza faticosa.

terzo giorno 9/03

Anche oggi la sveglia suona alle 7:30. Scendiamo per la colazione (compresa) e la cameriera ci indica il nostro tavolo. Come scritto nelle recensioni, sembra abbastanza scontrosa, diciamo un misto tra Lerch della famiglia Adams e Hulk….un armadio praticamente! Qui faccio il mio primo incontro con la colazione irlandese…prendo le uova strapazzate con i pomodori….non mi sono avventurato nel prendere il bacon e le salsicce..diciamo che a me è piaciuta parecchio, ma al mio stomaco direi di no…sono rimasto per un’ora con dei notevoli problemi di digestione….sarà che non sono abituato! Lasciamo Galway alle 8:30 circa con direzione Connemara. Oggi volevamo andare alle isole Aran, che alla fine era la meta più desiderata del viaggio. MA purtroppo il tempo inclemente ci costringe a rinunciare alla gita, poiché il mare è in aumento, e non sarebbe per niente simpatico rimanere bloccati su Inishmore.Prendiamo la strada costiera accompagnati dalla solita pioggia battente. Sbagliamo strada e ci troviamo in un angolo di paradiso, nella spiaggia di Carraroe, con un’acqua che non ha niente da invidiare a quella della Costa Smeralda. Riprendiamo la giusta strada e ci addentriamo nella classica vegetazione della zona, una miriade di laghetti contornati da una vegetazione marroncina….impossibile da spiegare se non guardandolo con i propri occhi! Ci prendiamo varie pause per fare foto in questo panorama così strano e diverso dai nostri. Continuiamo quindi verso Clifden, bellissima cittadina riconoscibile da lontano per le sue due chiese che spiccano con due alti campanili. Facciamo un veloce giro e ne approfittiamo per prendere alcuni souvenir e mangiare un toast al salmone non esageratamente buono..Con la pancia piena facciamo la famosa Sky Road, una bellissima strada che fa un giro circolare con splendide vedute sull’oceano. In cima c’è uno slargo da dove si possono fare delle bellissime foto.E’ appena pomeriggio e abbiamo ancora tanta voglia di girare. Quindi impostiamo il navigatore verso la spettacolare Kylemore Abbey. Il tempo è ancora pessimo e sembra non voler cambiare. Parcheggiamo e decidiamo subito di rimediare al pranzo poco fortunato con una fetta di torta spettacolare…il self-service nel centro visitatori è assolutamente da non perdere, paradiso per i golosi! Facciamo i biglietti, alquanto cari (12 euro a testa!) ed entriamo nell’abbazia. O perlomeno ciò che si può visitare. Infatti gran parte della struttura è chiusa al pubblico, e quello che si può vedere è veramente poco. Con una breve passeggiata si arriva alla chiesa, questa veramente carina. Ciò che colpisce del luogo è la storia, molto triste e lunga. Se continuerete a camminare troverete anche la tomba di colui che ha fatto costruire l’abbazia, e anche della moglie e del figlio.Tornando indietro ci prendiamo la nostra razione quotidiana di vento gelido e acqua, ma decidiamo si salire sul bus che ci porta ai giardini dell’abbazia. Sarà che ho visto Versailles, ma questo non mi ha fatto una grande impressione, forse anche perché il tempo era grigio e c’erano molti lavori in corso. Sarà, ma penso che 12 euro sono veramente tanti per la Kylemore Abbey. Facciamo ancora una caterva di foto, data la fotogenicità del luogo, e continuiamo la strada, prefissandoci di fermarci o a Sligo o a Ballina.Durante la strada la cittadina che più mi è rimasta impressa è Westport, assolutamente ordinata e pulita. Ho visto una grande fila davanti a unapompa funebre, che cosa strana… Arriviamo a Ballina sotto una pioggia furente, ci sono ancora un poco di bagliore di luce che permette di ammirare il fiume più famoso per la pesca al salmone d’Irlanda.Guardiamo su Tripadvisor cosa propone il panorama dei b&b locali, e scegliamo il Suncroft b&b, proprio dietro la cattedrale: ottima accoglienza della padrona di casa, camera molto confortevole con vista sulla città. Usciamo subito ma come al solito troviamo tutto chiuso, non ci abitueremo mai agli orari dei negozi irlandesi! Quindi entriamo in un pub al centro per una bella pinta di Guinness e poi ci rifugiamo nel caldo ed accogliente Dillon’s Bar, nella omonima Street, dove seduti accanto ad un bellissimo caminetto mangiamo delle portate di carne che sono un toccasana per il nostro stomaco, dopo due giorni di fast food e toast al salmone. Vediamo anche la partita del Milan e così finisce la nostra serata a Ballina, accompagnati al B&B da un fortissimo vento ghiacciato.

quarto giorno 10/03

Ancora verso Nord. Dopo una bella colazione con toast farciti di una buonissima marmellata all’arancia fatta in casa, continuiamo il nostro viaggio verso il Nord. Puntiamo subito alla strada costiera verso Sligo e rimaniamo incantati dalla forza dell’oceano in tempesta. Alcune foto nel porto di Aughris, parzialmente ridossato dal vento..praterie erbose dove regnano incontrastati i greggi di pecore…è una vera poesia.Guardando la Lonely ci attira il cimitero megalitico di Carrowmore, ma purtroppo è tutto chiuso. Peccato! Allora andiamo a Strand Hill, una lunghissima spiaggia battuta dal vento, dove fanno la spola i surfisti da tutto il mondo. Qui ho gustato il migliore caffè di tutta la vacanza. Parcheggiamo la macchina a Sligoe ci facciamo una bella passeggiata, e scopro che in un negozio vendono un sacco di prodotti italiani, compreso un pacco gigantesco da 10 kg di pasta Barilla…e il pesto ligure…da non crederci! Ci rifacciamo gli occhi in una panetteria, e assaggiamo per la prima volta i pancake e anche altri simili alle patate…questo è il nostro pranzo. Tiriamo ancora verso Nord, e il nostro occhio cade sulla sconfinata spiaggia di Mullaghmore. Bellissima, con la marea ritirata, ottima per una passeggiata sulla battigia piena di conchiglie. Il porto adiacente poi ha quell’aria di abbandonato e sperduto che tanto desideravo vedere in Irlanda..le barche in secca per via della marea..tutta la spiaggia solo per noi! Facciamo il giro del promontorio e qui ci sorprende una tempesta di ghiaccio e vento, tanto da non riuscire ad uscire dalla macchina. La schiuma del mare vola sulla strada sembrando neve e tutto ciò mi sembra assolutamente fantastico. Una tomba di un pescatore disperso in mare completa questa atmosfera assolutamente desolata e misteriosa, con il mare che qua domina tutto e da un’emozione da brivido.Torniamo sulla statale e il cielo improvvisamente si apre. Misteri del clima irlandese! Altra sosta a Bundoran per ammirare il mare, ma qui il vento è talmente forte che la sabbia si scaglia contro di noi rendendo impossibile ogni tentativo di scendere dal mezzo. Continuiamo a salire e arriviamo nella Donegal Country. La cittadina omonima è sotto una violenta pioggia e decidiamo di tornarci in un prossimo viaggio. Purtroppo questa vacanza è all’insegna delle rinunce per via del tempo. Optiamo per la SLieve League, la scogliera più alta d’Europa. Uno squarcio nel cielo ci dice che è il caso di provare, e l’intuizione si dimostra esatta poiché pian piano che ci avviciniamo riusciamo anche a godere di un timido sole che si affaccia tra le nuvole. Sarà l’unico momento del nostro viaggio in cui vedremo la luce solare! Dopo la salita ricca di tornanti arriviamo al parcheggio e lasciamo la macchina, iniziando a salire per la ripida lingua di asfalto. Il vento è veramente forte a tal punto da rendere difficile ogni movimento in avanti. Ci sono anche altri coraggiosi avventori che tentano insieme a noi la salita. Ogni tanto vedo delle macchine che passano ma non capisco da dove siano entrate…lo scoprirò soltanto dopo! Arriviamo in una mezzora circa sulle Slieve League…il tutto veramente bellissimo…la vista è da mozzare il fiato ma non facciamo in tempo a fare due foto che una grossa nuvola di colore bluastro si avvicina minacciosa con una cortina di nebbia che non prometteva per niente bene..allora cominciamo a correre con la speranza di salvarci dall’acquazzone, e ci riusciamo in parte. Arrivati alla macchina scopriamo che l’accesso alle macchine è consentito previa apertura della sbarra….che polli che siamo stati! Allora ritorniamo su con la macchina, visto che ha pure smesso di piovere e il cielo si è come magicamente aperto. Passiamo una ventina di minuti la sopra, da soli, a gustarci questo paesaggio unico sull’oceano. Prefissiamo di arrivare ad Ardara per la notte. Il tomtom mi fa fare una strada in mezzo alla natura, che passa su un valico, sembra di stare sulle alpi….solo la sera mi accorgerò, leggendo la guida, che quello era il mitico Glen Gesh Pass!!! Grazie Tomtom!!!

Arrivati ad Ardara cerchiamo sempre tramite Tripadvisor una sistemazione, e ricade sul B&B Ocean View. La gentilissima signora ci offre un bel the con i pasticcini nel suo salotto, al caldo del caminetto. La camera è una quadrupla, immensa, con un letto matrimoniale e due singoli, una vista sulla baia impagabile, un bagno principesco, alla modica somma di 60 euro!!! Ancora c’è un po di luce, allora facciamo il giro della costa, arriviamo fino a Loughros Point,inutile dire che la vista è bellissima, e le pecore adagiate sulla prateria con lo sfondo del mare incavolato è qualcosa di non spiegabile con questo racconto!! Improvvisamente inizia a cadere ghiaccio dal cielo, e con disappunto siamo costretti a tornare nella cittadina. Qui entriamo in un pub carinissimo di cui non ricordo il nome, e la padrona del locale attacca bottone e cominciamo a parlare del clima irlandese…sembrava di stare a casa e inoltre ho notato che qui la pinta di Guinness costa soltanto 2,60, la metà rispetto a Dublino. Mi sono sentito nella “vera” Irlanda, con un sottofondo di musica country…very good!! La più grande sorpresa è stat mangiare la pizza in un locale di fronte…devo dire che era più buona di quella che fanno dalle mie parti in Liguria…l’unica cosa è che te la fanno pagare un po di più, ma ci può stare! Del resto quando prendi la Guinness in Italia ti fanno un salasso, sempre se la trovi…Ultima puntatina da Nancy’s, famoso locale della zona, dove beviamo l’ultima pinta, e capitiamo durante il festeggiamento di un compleanno di una ragazza del posto….non potevo chiedere di meglio! LA giornata finisce qui, andiamo a nanna con tante emozioni per la lunghissima sfilza di posti visti…

quinto giorno 11/03

Anche oggi sveglia alle 7:30. La colazione è ottima come al solito, anche se utilizziamo sempre il nostro amato nescafè cappuccino per evitare di bere quello che loro chiamano caffè. Oggi scende acqua mista e pioggia, e siamo costretti ad annullare il giro del Donegal che avevamo previsto. Tiriamo dritti verso Derry ammirando dalla macchina un paesaggio misto tra alpi e Connemara. Immagino quanto possa essere bello venire in estate e fare delle belle camminate, cosa ora alquanto assurda.Nei sobborghi di Derry, Lonely alla mano, optiamo per il giro della penisola di Inishhowen. Passiamo a Buncrana alla vana ricerca di un castello indicato sulla guida, ma non vi è traccia. Continuiamo dritti e arriviamo alla spiaggia di Pollan Bay e poi alla Five Fingers. Entrambe belle ma come al solito il vento rovina un po le nostre aspettative. Un freddo assurdo ci congela la faccia! Una volta a questo punto, bisogna per forza piantare la bandierina a Malin Head. Sembra di stare in un angolo di Lapponia. Il mare in burrasca e le poche abitazioni sono il biglietto da visita. Arriviamo in cima al capo, dove ci sono i forti, da dove Marconi lanciò il primo segnale radio dall’altra parte dell’oceano. Una vista sublime e la sensazione di essere alla fine del mondo. Anche qui una tempesta di ghiaccio/neve ci consiglia di tornare verso Derry. Un’ora di strada, questa volta sulla costa est (che non mi ha entusiasmato) ed improvvisamente ci rendiamo conto di essere nel Regno Unito poiché i distributori esponevano il prezzo in sterline. Cerchiamo anche qua tramite internet il nostro B&B: la nostra scelta cade sul Rose Park. A gestione familiare, in una normale casa inglese, belle camere e calorosa accoglienza del padrone Thomas. Molto pulito, ottimo arredamento, prezzo fantastico (45 sterline). Il tempo di posare i bagagli e facciamo a piedi i 10 minuti che ci separano dal centro città. Derry è stata la meta forse più entusiasmante in termini di shopping di tutta la vacanza: un sacco di gente in giro e tanti, ma tanti negozi. Due centri commerciali in pieno centro animati dal via vai di centinaia di studenti con le divise dei vari college. Le ragazze con gonna e calzini che mi facevano venire freddo solo a guardarle; le mura di cinta che fanno il giro del centro storico; la cattedrale magnifica in stile gotico; il fiume che scorre nella città assolutamente coreografico. Per mangiare ci siamo affidati ai consigli di Thomas, che ci ha indicato il Flamin Jack: ottimo il fish and chip, prezzi contenuti…inoltre a cena con 10 sterline si possono mangiare due portate…il top a Derry. Non poteva mancare una visita al Bogside, con i suoi murales e il centro “Free Derry”. Il monumento al Bloody Sunday è li in bella mostra, come aricordare a tutti coloro che passano di quanto si sia lottato in questa città. Inoltre le foto dalle mura davanti al Bogside sono veramente eccezionali! Dopo aver cenato, praticamente esausti, rifacciamo a ritroso la strada per il b&b e crolliamo letteralmente.

sesto giorno 12/03

Oggi è il giorno del rientro. Una bella doccia e siamo pronti alla partenza verso Dublino.Ma….apro la tenda e…sorpresa!! Nevica. E neanche poco. Io, da vero sardo, mi preoccupo non poco. Il padrone di casa mi dice che comunque basta stare sulle strade nazionali e non troverò problemi. Ma la mia paura diminuisce quando mi accorgo che basta scendere nella parte bassa di Derry che la neve già è mista ad acqua. Coraggiosamente ci dirigiamo verso le Giant’s Causeway. Ad un certo punto la strada sale di altitudine e la strada quasi non si vede più da quanta neve sta scendendo. Solo li mi accorgo di avere le gomme termiche! Avvicinandosi poi verso la costa, la neve diventa acqua, ma rimane sempre una giornata freddissima accompagnata da un vento gelido. Parcheggiamo l’auto al costo di 6 sterline e ci avviamo a piedi nei 400-500 metri che ci separano dalle Giant’s. Solo dopo scoprirò che c’è un servizio di bus (che pollo!). Le mantelline antipioggia comprate al centro commerciale si rivelano inadeguate per la missione, in quanto il vento le solleva senza alcuna remora. Praticamente non mi sento più ne le mani ne la faccia, e i jeans sono praticamente inzuppati di acqua gelata. Una volta arrivati sul posto, facciamo le solite foto di rito ma dato il freddo non riesco praticamente a godermi per niente l’atmosfera del luogo. Davvero troppo freddo per un meridionale come me. Allora torniamo indietro e vediamo il bus carico di turisti che va beatamente alle Giant’s…….che nervoso! Riprendiamo la macchina e puntiamo a sud, passiamo Belfast e ci imbottigliamo alla ricerca di un Dolmen che non riusciremo a vedere. Perdiamo un’ora in mezzo al traffico caotico e torniamo sull’autostrada. Vogliamo vedere Newgrange. Arriviamo in tempo per l’ultima visita guidata della giornata, con partenza alle 15:15 dal centro visitatori…che fortuna! Alla fermata del bus ci intratteniamo con gli autisti in discorsi calcistici (Trapattoni) e politici (Bunga bugna). Il sito di Newgrange è veramente misterioso, ed entrare nel tunnel è stato molto suggestivo. Inoltre il prezzo è assolutamente ragionevole (6 euro) a differenza di altri posti dove l’ingresso costa molto di più e si vede molto meno. Alle 17 siamo fuori, e mestamente torniamo a Dublino. C’è ancora il tempo per un giro ad Howth, bel porticciolo vicino alla città. Per cena ci rifugiamo in un fast food in stile americano molto carino, in un centro commerciale (Omni Park) non distante dall’aeroporto. Per l’ultima notte abbiamo prenotato all’Holiday Inn Airport al costo di 50 euro. L’albergo è di categoria e si vede, molto formale e con ogni comfort. Lascio la mia donna in camera e vado a rendere la macchina a noleggio alla Budget in aeroporto. Il servizio di shuttle dell’albergo mi porta di nuovo indietro e posso così finalmente riposarmi dopo questa altra giornata abbastanza pesante.

settimo giorno 13/03

Colazione continentale con un bel cornetto caldo (ci voleva) e la navetta puntualmente ci porta all’aeroporto per le 8. Veloce giro nel bellissimo terminal, con acquisto di liquori e souvenir vari nell’area duty free (molto conveniente) e il nostro volo ci riporta a Nizza. Un plauso alla Aer Lingus che si dimostra una compagnia di qualità che non si perde in sciocchezze come la Ryan (avevo due buste oltre al bagaglio a mano). Alle 14:45 atterriamo a Nizza e sembra di risvegliarsi bruscamente da un dolce sonno: la stazione di Saint Augustin è popolata da loschi individui e temiamo non poco di essere derubati nell’attesa del treno. Dopo un’ora circa arriviamo a Ventimiglia, e da li poi un altro regionale per Taggia dove finalmente troviamo la nostra auto e facciamo ritorno a casa.

Conclusioni:

Viaggio spettacolare on the road, con la comodità di scegliere dove fermarsi. Di solito progetto sempre tutto prima di partire, sopratutto per una questione economica. L’Irlanda è una gioia per gli occhi, e gli Irlandesi sono delle persone adorabili e gentilissime. Al nord tutti ti salutano e in strada si prodigano per farti passare. Non avevo mai visto una schiera di automobilisti che si fermano quando ti trovi a 5 metri dalle strisce pedonali. Le persone sono genuine ed autentiche. L’unico mio cruccio è stato quello di non poter dialogare fluidamente con tutti, poiché il mio inglese è molto limitato; per la prossima vacanza vedrò di prepararmi meglio per poter fare un po più di conversazione. La prima cosa che ho pensato appena sceso a Nizza è che ci tornerò presto. Manca ancora tanto da vedere, e inoltre ho come la sensazione di essermi perso troppo, per via del tempo veramente assurdo che ho trovato durante la settimana.

Guarda la gallery
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Mi hanno rubato il volante!

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Ma che buona la Guinness!

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Le Cliffs praticamente invisibili

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La spiaggia corallina di Carraroe

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Spiaggia di Mullaghmore

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SLieve League



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