Una settimana a Zanzibar 3

Prove di Mal d'Africa!
Scritto da: gigi''
una settimana a zanzibar 3
Partenza il: 16/02/2010
Ritorno il: 24/02/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Siamo partiti da Bologna martedi’ 16 con volo Neos con un’ora di ritardo. Dopo 8 ore di volo, per me travagliate (ho avuto la billante idea di usare i polsini antinausea: inutili. Se avete problemi come me ve li sconsiglio, usate piuttosto le Travelgum), atterriamo a Zanzibar. L’aria calda e umida che ci accoglie appena scesi dall’aereo ci fa capire che non è un sogno: finalmente, dopo 2 anni di non ferie, siamo a Zanzibar! Siamo abituati ai piccoli aeroporti, ma questo presenta una novità: il classico rullo per i bagagli non esiste! Tutte le valigie sono accatastate nell’unica saletta che è l’aeroporto! Per fortuna un uomo prende in mano la situazione e comincia a gridare i nomi scritti sulle valigie cosi’ finalmente recuperiamo le nostre e saliamo sul pulman che ci conduce al nostro villaggio situato nella costa est dell’isola tra Pwani Michaigani e Kiwengwa. Ah dimenticavo: dall’Italia munitevi di dollari e euro di piccolo taglio (1 e 5) perche’ vi saranno utilissimi per accontentare i numerosi zanzibarini che chiederanno le mance! Dall’arrivo alla partenza! Il villaggio è fantastico: abitazioni con il tipico tetto in paglia suddivise in 3 appartamenti al piano terra e 3 al primo piano. Ognuno con ampio bagno munito di doccia in mosaico, 2 lavandini, wc e bidet; lussuosa camera da letto con baldacchino e zanzariera, tv, dvd-cd, minibar e grande porta-finestra con all’esterno terrazzino con tavolino e poltroncine. Noi avevamo vista sul giardino e su una piccola piscina. Il villaggio è dotato di 5 ristoranti: a buffet, italiano, africano, asiatico e a la carte con specialita’ pesce situato sulla spiaggia. Il cibo è ottimo e abbondante! C’è una grandissima e bellissima piscina con comodi lettini alcuni a baldacchino con bianche tendine. Noi pero’ preferiamo la spiaggia: candida sabbia bianca e acqua cristallina. Gia’ il primo giorno ci tuffiamo: com’è calda l’acqua! Purtroppo a riva ci sono un po’ di alghette, ma nulla in confronto a quelle trovate 4 anni fa sulla spiaggia di Malindi. Il fenomeno della bassa marea è spettacolare. La mattina del 2° giorno ci ha permesso di fare una lunga passeggiata verso la barriera accompagnati da un beach boy che si fa chiamare Salvatore. Ci ha mostrato delle meravigliose stelle marine sia rosse che nere. Che belle foto abbiamo fatto! Un consiglio: noi avevamo le scarpette di gomma che ci sono state molto utili visto che durante la passeggiata il cammino era roccioso. A proposito dei beach boys: ragazzi simpatici, un po’ insistenti nel proporti souvenir e gite, parlano l’italiano meglio degli italiani! Noi abbiamo comprato da loro un’infinita’ di souvenirs ( parei, portachiavi a forma di animali con il nome inciso, ciabatte, magliette, borse in paglia stupende, statuette masai, collanine, braccialetti e degli straordinari quadri dai colori fantastici!) risparmiando parecchio rispetto ai prezzi della boutique del villaggio. Abbiamo anche fatto 2 escursioni con loro: tour delle spezie + visita della capitale Stone Town e la gita alla spiaggia di Kendwa + parco marino. Il tour è stato fatto in una piantagione dove ci facevano annusare le foglie e le cortecce di alberi e piante x indovinare di che spezia si trattava ( peperoncino, vaniglia, cannella, zenzero, chiodi di garofano, noce moscata,……….). Ho acquistato una boccettina di essenza di gelsomino e divesi tipi di spezie. Ci hanno inoltre regalato: cappello e cravatta ai ragazzi, borsetta e collana alle ragazze. Tutto fatto a mano intrecciando foglie di palma da cocco. Poi visita alla capitale : il colorato mercato della frutta, quello del pesce (un po’ puzzolente!), i negozi di stoffe e artigianato. Tra i nostri acquisti un bellissimo tappeto in cotone dipinto a mano. Nei negozi vale la regola del contrattare il prezzo. Loro sparano alto ma poi si riesce sempre ad avere uno sconto. Noi piu’ di tanto non insistiamo perché ci rendiamo conto della loro situazione economica. Da dicembre poi, in vista delle imminenti elezioni, la Tanzania ha tolto l’elettricità all’isola. I villaggi turistici e chi ne ha la possibilità utilizzano i generatori, tutti gli altri vivono senza elettricità. La nostra guida ci ha portato al palazzo delle meraviglie e tra le vie di Stone Town ci siamo soffermati ad ammirare le famose porte intagliate. Infine abbiamo chiesto di vedere la casa natale del famoso Freddy Mercury e ci hanno accontentati. Nulla di particolare: oggi è un semplice negozio di souvenir, ma c’ è una targhetta con delle sue foto e la sua biografia. Ho fatto una foto ricordo. La seconda gita è stata alla rinomata spiaggia di Kendwa, che si trova a nord dell’isola ed è caratterizzata da sabbia bianchissima (nessuna alga) e alta marea permanente con acqua dalle splendide tonalità dell’azzurro. Qui abbiamo fatto il bagno, ci siamo rilassati e abbiamo gustato un ottimo ananas aspettando il tramonto sul mare. Che spettacolo! Quel pomeriggio prima di raggiungere la spiaggia abbiamo fatto una sosta x vedere un baobab di 400 anni e poi al parco marino per ammirare le tartarughe di mare. Le piccole si potevano anche toccare! Fuori dal parco ho persino incontrato un simpatico gatto: come sono magri i mici a Zanzibar e hanno dei lineamenti che ricordano i gatti venerati dagli egiziani! Con il villaggio abbiamo fatto la terza escursione. A bordo di jeep ci siamo addentrati nel centro dell’isola per visitare 3 villaggi e una fabbrica del legno. Case di fango rosso e foglie secche e tanto verde. Siamo rimasti affascinati dalla semplicità della gente. In particolare mi ha colpito un villaggio: 3 casette, donne con parei colorati, tanti teneri bambini e il capo villaggio. Mi ha davvero commosso la gentilezza, la disponibilita’ e la dignita’ di quest’uomo al quale abbiamo lasciato con immenso piacere un borsone con penne, quaderni, saponette, magliette, spazzolini e dentifrici per il suo villaggio. Mi raccomando una cosa importantissima: portate più cose possibili da lasciare nei villaggi e ai beach boys. So che non saranno sufficienti per tutti, ma dare il proprio contributo credo sia qualcosa. Nel primo villaggio in cui ci siamo fermati, appena ci hanno visti con penne e quaderni i bambini ci hanno letteralmente assaliti! Un appunto sulle escursioni: con i beach boys, a parte risparmiare, ci siamo trovati meglio sia con il trasporto (comodi pulmini per massimo 6 persone dotati di aria condizionata) che con l’elasticità nelle tappe di viaggio (sono state fatte soste non “a programma”). Nella jeep del villaggio invece eravamo in stretto e il condizionatore era rotto! Avviso comunque che se uscite con i beach non siete coperti da assicurazione. Noi ci siamo affidati a ragazzi provvisti della loro regolare patente di guida, eravamo in gruppo con altri ragazzi conosciuti in villaggio ed è andato tutto bene. In centro a Stone Town sinceramente ci sentivamo protetti con loro, inoltre il turismo è il loro lavoro per cui ci hanno trattato benissimo ricoprendoci di mille attenzioni. Abbiamo sempre trovato un tempo splendido. La temperatura oscillava tra i 30 e i 40 gradi. Sempre ventilato, per fortuna altrimenti sai che caldo! Abbiamo utilizzato creme solari con protezione da 30 e 15. Nessun insetto e soprattutto niente zanzare. E poi devo assolutamente raccontare l’indimenticabile serata del mio compleanno. Abbiamo prenotato un tavolo al ristorante sulla spiaggia. Piatti a base di pesce: squisiti. A un certo punto, improvvisamente, cuochi e camerieri iniziano a cantare la famosa canzone “jambo jambo” ( che è la mia preferita) facendo il trenino. Mi accorgo che hanno una torta! Cantando e ballando arrivano al mio tavolo. Mi cantano “Happy Birthday” e io divento rossa come il mio scialle! Per fortuna la luce è soffusa dalle candele! Che fantastica sorpresa. Opera del mio ragazzo. Ha detto al maitre che era il mio compleanno, poi loro hanno pensato a tutto. Davvero un compleanno indimenticabile. Asante sana! Ricordo con nostalgia il nostro ultimo giorno. Ci rilassiamo in spiaggia e facciamo le ultime mille foto. Salutiamo i beach boys che hanno allietato la nostre vacanza. L’ultima passeggiata in riva la mare e l’incontro con una scimmietta di nome Matteo, alla quale il mio fidanzato non era simpatico: mentre lei è sulla mia spalla lui le fa le boccacce, lei si arrabbia e vuole morderlo! Che ridere! Una scena davvero buffa! L’ultima cena è a bordo piscina, con gruppo musicale, canti e balli zanzibarini. Le cameriere mi fanno i complimenti per il pareo che indosso, secondo loro “da mamma Africa”. Io sorrido con gioia. A Zanzibar abbiamo lasciato il nostro cuore e ci siamo promessi di tornare . Terra ricca di colori, profumi, sapori, sorrisi, semplicità che ci ha fatto rinascere. Asante sana (grazie mille) Zanzibar……………. E ora che siamo a casa ci siamo ammalati di una malattia incurabile: il mal d’Africa!


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