Una settimana a Tokyo

Rompere la monotonia
Scritto da: Andrea_Vicenza
una settimana a tokyo
Partenza il: 13/03/2009
Ritorno il: 20/03/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Stufo della monotona quotidianità di casa, sentivo il bisogno di cambiare aria. Cambiarla in modo radicale, per soddisfare la fame di avventura, alla ricerca di nuovi orizzonti; non si trattava di cercare semplicemente un posto lontano, ma piuttosto un luogo diverso in tutto per tutto..Distante da ogni forma “europizzata” ed occidentale.

Da molto pensavo al Giappone come meta.

Quella che era partita come un’idea si è evoluta velocemente in un obbiettivo.

Ottobre 2008: sul display del pc noto un’offerta di volo a 600 euro andata e ritorno…Che ho colto senza pensarci due volte!!! Aspetto con ansia la partenza, studiando da fanatico ogni dettaglio e sfaccettatura di Tokyo.

Ho solo una settimana di ferie, e decido di passarla solo li, ma intensamente.

Arriva la mattina del 13 Marzo 2009: parto col fido amico Max alla volta di Venezia_ il volo Lufthansa fa uno scalo a Francoforte, ma in poco meno di un’ora e mezza siamo di nuovo in volo, destinazione Tokyo.

Passiamo tutta la Russia, e in 11 ore tocchiamo il suolo giapponese.

1°GIORNO Piove. Ritiriamo senza fretta i bagagli dall’aeroporto di Narita e, nello stesso stabile, al piano inferiore, prendiamo lo Skyliner_ un treno che ci porta a UENO, nostro campo-base, in circa 50 minuti. Costo del biglietto 1920 Yen.

La particolarità che ci colpisce di più non è la famosa puntualità nipponica, ma i sedili: comodi, spaziosi e rivolti tutti nella direzione di marcia…Cambiando la direzione, anch’essi si girano automaticamente! Oltrettutto, non pare esistere una prima classe ed una economy: tutto è bello e pulito per chiunque…La distinzione che abbiamo in Italia potrebbe ricordare le classi come classi di appartenenza sociale, un pò come nel film “Titanic”.

Capiamo che ci stiamo stupendo per delle banalità…Ma che forse, in fondo, banalità non sono…

Il tragitto passa tranquillo, nel silenzio di chi osserva fuori dal finestrino la campagna fatta di risaie e alcune case col tetto a forma curviforme.

Ci si emoziona ancora, man mano che la campagna diventa periferia e poi città, con le casette tipiche viste nei telefilm o nei fumetti.

Arriviamo a Ueno.

La pioggia non è intensa e possiamo fare a meno degli ombrelli.

L’impatto è quello di essere arrivati dove volevamo: i primi grattacieli (seppur non giganteschi), le insegne e i disegni ovunque ci fanno respirare la prima essenza di Tokyo.

L’Oak hotel [200 Euro a testa per una settimana!], il nostro ostello, non è distante; tuttavia sbagliamo laterale e ci “quasi perdiamo”. Chiedo informazioni a due ragazzi che non parlano un minimo di inglese_ fattore costante che riscontreremo nel 90% delle persone_ capendo a gesti il giusto necessario, ci accompagnano fino l’Oak, percorrendo un buon chilometro nella direzione opposta a quella in cui andavano, senza smorfie o borbottii…Una gentilezza sconvolgente per noi, che ci fa fare un inchino automatico per ringraziare…Siamo già jappi inside nel nostro piccolo! Depositiamo i bagagli in camera, e ci incamminiamo subito ad Asakusa, per vedere il tempio Senso-ji. Distanza più breve di quel che sembra nella cartina: in 10 minuti, a piedi, arriviamo senza difficoltà! Oltrepassiamo la porta del Dio del tuono, in mezzo a mille scatti fotografici di turisti giapponesi e non, sotto la lanterna gigantesca, e ci immergiamo nel fiume di folla. Percorriamo 2-300 metri tra le bancarelle caratteristiche sotto timidi ciliegi in fiore, circondati da mille profumi di pietanze e dolcetti tipici.

Al tempio rimaniamo in silenzio per diversi minuti, rispettando le preghiere davanti ad una “messa” di un bonzo_ una fortuna che ci porta ad apprezzare ancora di più le luci, i suoni ed ogni piccolo dettaglio decorativo del posto.

La fame si fà sentire, ma non sapendo come muoverci o dove andare, ci fermiamo nel solito McDonald, spendendo 400 Yen a testa (poco più di 3 Euro); Il fusorario ci dà il colpo di grazia, costringendoci ad una visita al letto dell’ostello nel primo pomeriggio.

Ci svegliamo verso sera, ancora un pò storditi; incontriamo altri 2 italiani…Ma non a caso: si tratta di un mio ex collega con un amico.

Si decide di cenare, ma stavolta nella classica “bettola”…Entriamo in questa locanda minuscola, dove 4 ragazzi in un tavolo sembrano essere dei giganti in banchi da scuole elementari! La scena è quasi esilarante, ma l’ambiente è ottimo.

Ordiniamo a caso, non potendo leggere il menu__a me arriva del pollo con sesamo, leggero e molto gustoso…Ma poco per la mia fame da giocatore di rugby; agli altri arriva una scodella bollente di una zuppa con dentro funghi, uova e altre cose indefinite…Buonissima, e molto piccante!! Usciamo per farci un giro notturno della zona, tornando ad Asakusa per vedere il tempio di notte, senza anima viva per strada.

Inquietante sapere che le uniche figure strane e minacciose eravamo noi stessi! Il sonno ci prende nuovamente verso mattina..Dichiarando la nostra sconfitta temporale nel cercare di prendere l’ora locale! 2°GIORNO Ci svegliamo verso tarda mattinata ed usufruiamo dei distributori automatici dell’ostello per una colazione molto spartana, a base di un qualcosa simile a caffè.

Dato che è domenica abbiamo in programma di visitare HARAJUKU ad ogni costo: solo oggi potremmo vedere i teenager vestirsi nei modi più strani, dettando quella che è definita la moda più trash mai vista.

La metro ci guida fino a SHIBUYA, e decidiamo di farcela a piedi__la distanza nella cartina come sempre non sembra avere molto valore, poichè arriviamo a destinazione in poco tempo. Durante il tragitto siamo lanciati in mille negozietti che ci portano via molti yen…Non per i costi esagerati, ma per le nostre esagerate richieste di souvenir più assurdi! Probabilmente, essendo domenica, per strada c’è una marea umana di gente di ogni tipo.

Da personaggi iper-lampadati con capelli ossigenati di giallo (non biondo, giallo!!), a dei travestiti di 2 metri con parrucconi e trucco a dosi industriali.

Tra la confusione, proviamo a prendere le strade a casaccio, per perderci nel cuore della città senza timore. Finiamo nella via più stretta e allo stesso tempo più popolata di Harajuku, dove camminiamo come pinguini per non pestare i piedi dei vicini.

In qualche modo arriviamo al famoso ponte dove si svolge l’evento cosplay; ci accorgiamo di essere arrivati tardi perchè oramai sono rimaste solo qualche ragazze vestite con gonne e magliette colorate in modo eccentrico, un gruppetto di ragazzi dai capelli rasta arcobaleno e un gruppeeto di nostri connazionali in versione dark-gothic.

Oltrettutto, il ponte è proprio dietro la stazione di Harajuku__ci siamo fatti una passeggiata che potevamo evitare, ma non ci lamentiamo: abbiamo visto molto di più a piedi che dalla metro! Cala il tramonto.

Sembra stupido ritornare a casa; dato che il programma comprende la visita notturna o diurna al palazzo del governo dove possiamo salire al 45° piano per osservare la città dall’alto, ci incamminiamo verso SHINJUKU.

Attraversiamo un parco grandissimo e silenzioso, con immense porte templari in legno…Uno spettacolo degno di nota, che mischia la spiritualità della tradizione nello sfondo della metropoli, dove i grattacieli salgono per centinaia di metri.

Arrivati a Shinjuku ci fermiamo per mangiare qualcosa di indefinito (ancora una volta) ma buono a poco più di 600 yen.

Non possiamo fare a meno di entrare in una sala giochi e provare i giochi di macchine col volante e quelli sparatutto, dotati di fucili spaziali…Per chi come noi è nato a metà anni ’80, potrà capire che era una meta che non poteva essere mancata per nessuna cosa al mondo!! Dopo l’esperienza videogame, ci incamminiamo ancora verso quello che potrebbe essere il palazzo del governo_ la cartina non ci aiuta molto perchè i palazzi sono tanti e apparentemente tutti uguali; chiedere informazioni è inutile, oltre a non sapere l’inglese, ogni passante non riesce a leggere una semplice mappa!!! Ad ogni modo, seguiamo una coppietta del posto quasi di nascosto, credendo che potesse portarci almeno vicini…Fattostà che siamo entrati nella hall immensa di un grattacielo. Nessuno a fare da guardia, nessuna reception o info box.

L’aria è quella comunque di un luogo importante visto la pulizia e grandezza. Saliamo in ascensore, diretti al 53°piano: eppure la guida scrive che si può salire al 45°…E proprio in ascensore la coppietta ci dice che abbiamo sbagliato edificio!! Da veri turisti ignoranti, ce ne siamo fregati di quel che poteva capitarci o di quel che ci potesse aspettare!! Siamo finiti in un piano di ristoranti extra lusso…Ma ci siamo limitati a fare foto della vista ormai notturna della città.

Stupenda…E nell’errore abbiamo avuto una gran fortuna!! Ritorno a UENO con birra Asahi in compagnia. E buonanotte.

3° GIORNO Visita a Tokyo centro. L’obbiettivo primario è sicuramente il palazzo imperiale.

Con la metro, con la quale abbiamo preso confidenza, ci fermiamo a GINZA, il quartiere più “vip”_ non per nulla ogni negozio è una boutique di alta moda o comunque di grandi marche, contornate da palazzi che oscurano il sole! Apriamo la cartina per vedere che direzione prendere, ma le strade non hanno il nome come da noi, e ci mettiamo un pò a capire l’esatto punto in cui siamo arrivati, e in quale dover proseguire. Ci viene in soccorso un uomo in giacca e cravatta che parla un minimo di inglese: ci aiuta e, mentre aspettiamo il verde del semaforo pedonale, ci chiede da dove veniamo.

Alla parola “Italia” gli brillano gli occhi, confermandoci che effettivamente la nostra fama internazionale risiede molto nel “GOOD WINE, GOOD FOOD!!”.

Le strade si dividono e ci si saluta con un inchino di ringraziamento.

Entriamo oltre la prima barriera di mura, costeggiate da un fossato d’acqua, e siamo uffiacialmente nel territorio dell’imperatore.

I giardini sono curatissimi ed enormi. Del palazzo si riesce a scorgere solo una parte, ma molto d’effetto per le nostre foto da turisti.

Anche qui, veniamo approcciati da un signore anziano che passa il tempo a parlare con gli stranieri gaijin__parla un discreto inglese, a contrario dei giovani che dovrebbero saperlo almeno a livello scolastico! Anche qui, viene illiminato dalla nostra provenienza; gli lascio il mio biglietto da visita, dell’agenzia di viaggi in cui lavoro, dicendo che se volesse venire in Italia, basta contattarmi.

Notiamo che all’orizzonte spunta una finta Tour Eiffel…Ovvero la famosa antenna Tv di ROPPONGI. Prossima destinazione!! Tutta la zona di Roppongi è molto tranquilla e bella, senza nulla di particolare se non un giardinetto dove passare quelche minuto.

Sotto la torre, mi mangio una crepes alla vaniglia e cioccolato…Molto francese, ma daltronde ho una copia più piccola della Tour Eiffel davanti!! Decidiamo di non salire nell’antenna…Ci sembrava inutile vista l’esperienza al 53° piano! Ci limitiamo a scattare foto dal basso mentre è illuminata di bianco e rosso, scoprendo anche che compie ben 50 anni! La torre, che sembrava così vicina, sembra essere più lontana di quello che l’occhio percepisce…Esattamente il contrario di quello che nota sulla cartina! Rientriamo stanchi al campo base, dove ormai la vecchina della bettola ci aspetta con le solite birre! 4°giorno Assieme ai nostri connazionali, ritorniamo a SHIBUYA. Non l’avevamo visitata a dire il vero, ma solo usata come punto d’appoggio per la metro, quindi ci sembrava lecito poterla vedere con più calma.

A mio parere tra tutti, Shibuya è il cuore pulsante di Tokyo.

Oltre alla statua del cane Ichiko [aspettò il padrone alla stazione fino alla morte, per dieci anni], è impossibile non rimanere affascinati dal mega incrocio, presente anche nel film “Lost in traslation”! Passeggiamo per tutta la giornata tra mille insegne e palazzi altissimi, dove troviamo ristorantini tipici e negozi dove spendere metà stipendio per gadget di cartoni animati che ci hanno accompagnato durante la nostra infanzia!! E’ difficile spiegare ogni particolare, poichè bisognerebbe vivere ogni singolo momento.

5°GIORNO Dedichiamo l’intera giornata ad AKIHABARA, il suddetto quartiere dell’elettronica. Io e il mio ex collega, avendo lavorato nel settore, ci siamo trovati in una sorta di pese dei balocchi! Per chi come me, ha speso molte ore davanti a videogiochi quali “tetris” e “supermario”, è stato quasi commovente trovarsi letteralmente nel futuro: abbiamo visto giochi che da noi usciranno solo tra qualche mese, se non addirittura qualche anno! Per non parlare dell’elettronica di consumo…

Davanti al palazzo a 9 piani, la “Mecca” di ogni qualsiasi prodotto elettronico, ci abbiamo passato davvero ore interminabili…Volate via come nulla! Ogni piano è specializzato in un settore; ogni prodotto ha come minimo 12 metri di scaffalatura dedicata…Da non credere per noi occidentali!! Siamo riusciti a sopravvivere alla esuberanza solo dopo esserci appagati con un “flight simulator” con tanto di joystick da pilota; per non parlare del piano dedicato SOLAMENTE ai giocattoli: gundam e cugini rocot di ogni tipo e dimensione, cavalieri dello zodiaco e action figures per ogni evenienza e richiesta.

Peccato solo per alcuni videogiochi (a prezzi molto più bassi rispetto l’Italia) che non abbiamo potuto acquistare perchè il circuito elettrico è diverso da quello europeo! Al ritorno abbiamo cenato in una bettola aperta solo la notte_ l’ora è tarda e la solita vecchina giustamente non ha aspettato le 2 del mattino per vederci ancora…Prendo ben 2 piatti di carne, uno spezzatino di non sò quale animale, molto grasso che però mi soddisfa.

Riempio il bagaglio a mano di ogni souvenir e vado a letto.

6°GIORNO Il programma odierno è solo uno: il mercato del pesce! La sera prima si era deciso di andare tutti assieme, svegliandoci presto per prendere la metro.

Il risveglio sotto forma esterna di zombie, con la voglia di alzarsi tipica del lunedì mattina lavorativo ci ha proibito di alzarci alle 5…Ritornando sotto le coperte, tramite una telepatia fantastica ognuno di noi ha pensato “quando ci ricapita???”; facendoci violenza, ci vestiamo alla meno peggio e via in metro verso TSUKIJI.

Con sospetto ci viene detto che forse non ci faranno entrare, perchè da tempo dei Gaijin (stranieri) disturbano le aste, e quindi l’ingresso è stato praticamente blindato a gente esterna.

Fortunatamente non è una informazione esatta: il divieto si espande solo nella zona/stanze delle aste! Per il resto, ci troviamo nell’immensità di un mercato che pare non avere confini…Davvero IMMENSO! Ci rendiamo conto che pur essendo arrivati tardi, verso le 8 del mattino, il via vai di mercanti e carretti è ancora bello attivo; chissà che scatole per loro averci tra i piedi, assieme ad altri molteplici turisti di ogni razza ed età!!! Le vie tra i banchi è minima: bastano a malapena per il passaggio di una persona, e il disagio che che ci sentiamo arrecare è tanto. Loro stanno lavorando, e hanno fretta…Noi siamo in mezzo ai piedi a fare foto su foto.

dopo aver visto pesci che neppure pensavo potessero esistere, e crostacei dalle dimensioni aliene, decidiamo di fare colazione lungo i banchetti all’aperto che avevamo visto passando, appena fuori il mercato.

Un signore anziano ci vede mentre cerchiamo di vedere le foto di un menu, e ci invita a mangiare da lui_ ci ha invitato, perchè declinare? Sashimi di tonno crudo, salmone crudo e riso: la vera colazione da giapponese!! Il sapore indescrivibilmente buono…Un gusto così leggero e “pulito” che ci fà sentire quasi il mare stesso nel palato, ma con la delicatezza della seta.

Torniamo verso Ueno con la massima calma, soddisfatti di aver fatto fatica per vivere quella che a mio avviso è stata la migliore esperienza di Tokyo.

Riusciamo a fotografare anche una scuola elementare, dove i bambini sembrando piccoli cloni, sono vestiti tutti uguali in divisa. Giocano in modo ordinato senza fare rumore…Abbastanza inquietante, ma se pensiamo all’ora di ricreazione di una scuola italiana…

Il fusorario ci frega ancora e dormiamo fino sera.

Al risveglio andiamo al Samurai Cafè, un bar internazionale convenzionato col nostro ostello…Beviamo come spugne per festeggiare la nostra avventura, ma notiamo che non siamo i soli: i Jappi sono bevitori silenziosi…Ma bevono quanto un Veneto!! Alla fine spendiamo ogni yen rimasto in spiccioli_ ci fanno anche la foto da appendere in bacheca del bar! Chissà che espressioni di alto impatto culturale abbiamo dato! 7°GIORNO Io e Max ci svegliamo alle 6…Dobbiamo prendere lo skyliner per Narita, non possiamo permetterci di non alzarci! Il viaggio è di nuovo silenzioso: ricordiamo ogni particolare di questa breve ma intensa avventura.

Mi sento umiliato nell’educazione civica impartitaci da questo popolo civile e disponibile.

Mi sento imbarazzato all’aeroporto, quando all’imbarco per Francoforte gli europei si mettono in fila in puro stile ad “imbuto”, mentre i giapponesi, con calma e rispetto reciproco adottano la vecchia fila indiana.

Rumorosi, chiassosi…Anche quello che prima per noi era abitudine, ora sembra maleducato, quasi senza significato.

Mi viene in mente il motociclista che qualche giorno prima, dopo aver preso una multa, ha ringraziato il poliziotto scusandosi per la sua cattiva condotta stradale.

Mi viene in mente il vecchio che ci ha regalato le arance per strada, come segno di benvenuto.

Ed ogni piccola cosa che contribuisce alla grandezza della convivenza in Giappone.

Torno a casa, alla inciviltà. Ogni spazio mi sembra tanto grande quanto inutilmente vuoto.

Un’esperienza che spero di rivivere al più presto.



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